Segni nello spazio pubblico. Communication design e narrazione dei luoghi
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Segni nello spazio pubblico. ri-vista Communication design e narrazione dei luoghi Susanna Cerri docente al Corso Magistrale di Design, Dipartimento di Architettura, Università di Firenze, susanna.cerri@unifi.it. 01 2020 Abstract seconda serie The contribution investigates the role of communication design as a useful tool, in order to improve the relationship between places and inhabitants and turn our gaze on the deep bond between citizens, cities and signs. The city is seen as a device that enters into relationship, not only through physical elements, but also through allowed or suggested routes, rules and prohibitions incorporated in signage: it is precisely from the narration of places, from the elements that populate them, that you perceive specifically the city. To support this thesis, significant experiences realized internationally by designers and land- scape architects such as Ruedi Baur, Catherine Linder, Malte Martin are illustrated. Parole chiave Landscape design, communication design, identity, cultural placemaking narrative wayfinding, public space. Received: 2020 / Accepted: 2020 | © 2020 Author(s). Open Access issue/article(s) edited by RI-VISTA, distributed 126 under the terms of the CC-BY-4.0 and published by Firenze University Press. Licence for metadata: CC0 1.0 DOI:10.13128/rv-9377- www.fupress.net/index.php/ri-vista/
Cerri “Il carattere [di un luogo] è determinato da come le ritmicamente diversificata definisce lo spazio in cose sono, ed offre alla nostra indagine una base un ambiente sociale dove ogni cosa diventa segno per lo studio dei fenomeni concreti della nostra vita quotidiana. Solo in questo modo possiamo afferrare del suo uso possibile3, un intreccio di linguaggi e completamente il Genius Loci, lo “spirito del luogo” forme che caratterizzano la comunicazione urba- che gli antichi riconobbero come “quell’opposto” con na. È proprio dalla narrazione dei luoghi, dagli ele- cui l’uomo deve scendere a patti per acquisire la pos- menti che li popolano, dalla scrittura organizzata sibilità di abitare.” Christian Norberg-Schulz1 attraverso l’arredo urbano e la segnaletica, che si percepisce concretamente la città. Il contributo si propone di rivolgere lo sguardo De Rubertis sostiene che “Non c’è contenuto che sull’immagine della città, e su come il communica- riesca ad essere conosciuto senza attraversare l’e- tion design sia o possa essere uno strumento utile, pidermide dei corpi fisici e senza quindi disporsi in se non fondamentale, per il miglioramento della un insieme di informazioni che assume forma di relazione tra i luoghi e chi li abita. L’intento è di immagine. E l’immagine è il territorio della grafica. suggerire un punto di vista, o meglio una modalità […] Sulla superficie la grafica espone e calibra qua- di indirizzare lo sguardo sul profondo legame che lità complesse riguardanti l’intero spessore delle unisce cittadini, città e segni. conoscenze umane, secondo i parametri di giudi- Non c’è dubbio che la città sia “un contenitore dai zio messi a disposizione da una cultura mutevole e contenuti semanticamente molto densi”2. Po- aventi per oggetto l’intero mondo tridimensionale, tremmo definirla come un dispositivo di comu- vale a dire lo spazio in cui si svolge la vita e di cui la nicazione, che interviene nei rapporti sociali con grafica indaga gli involucri. Ma lo spazio è il terri- l’efficacia simbolica propria dei segni. Un disposi- torio dell’architettura”. In questo senso ci propone tivo che produce senso e veicola azioni, non solo una “conflittualità disciplinare dunque. Certo, ma attraverso gli elementi fisici, ma anche attraver- anche reciproco apporto di contenuti innovativi e so percorsi consentiti o suggeriti, regole e divieti di esperienze d’avanguardia di cui, in momenti di incorporati nella segnaletica. La città è un luogo particolare fecondità, ogni ambito operativo si av- dove una stratificazione temporale complessa e vale per arricchirsi e rilanciare stimoli”4. 127
ri-vista 01 2020 Riconoscere i piani e gli spazi forme e nei materiali, che deve continuamente dialo- seconda serie Quotidianamente possiamo leggere le città come gare con gli elementi costitutivi del tessuto urbano. un insieme di segni, segni di natura diversa che si L’identità di una città o di un paesaggio urbano, più sovrappongono ciclicamente. che risultato stabile, acquisito e dato, appare piutto- Un primo strato è costituito dal disegno del tessuto sto come un processo, un’azione costante di “identi- costruito. La larghezza delle strade, la loro relazio- ficazione” che necessita di interventi su diversi piani. ne con gli edifici e con lo spazio verde, ci dicono mol- Come ci ricorda Wim Wenders, “una strada una fi- to: ad esempio se siamo in un centro storico o in una la di case, una montagna, un ponte, un fiume sono periferia. A questo si aggiunge l’architettura, con la per me qualcosa di più di un semplice sfondo. Pos- sua complessa trama di segni, immagini e significa- siedono infatti una storia, una personalità, un’iden- ti. Gli edifici ci parlano costantemente della loro età, tità che deve essere presa sul serio; e influenzano il della loro funzione originale, delle idee delle persone carattere degli uomini che vivono in quell’ambiente, che li hanno costruiti, del loro uso attuale. evocano un’atmosfera, un sentimento del tempo, Lo spazio aperto ci parla contemporaneamente di una particolare emozione. Possono essere brutti, materiali e trame di superfici orizzontali e vertica- belli, giovani o vecchi; ma sono comunque elemen- li, attraverso la disposizione degli alberi e l’organiz- ti presenti, e per un attore è proprio l’unica cosa che zazione dello spazio verde nel suo complesso, con conti. Quindi meritano di essere presi sul serio”5. la presenza di punti di riferimento e di altre strut- In questo contesto il designer della comunicazione ture presenti sul territorio. Il tutto fino ad arrivare ha oggi una responsabilità culturale importante: pro- allo strato più ‘superficiale’, epidermico quasi, rap- gettare in un ambiente dove le differenze sono e de- presentato dai segni grafici: segnaletica stradale, vono essere un valore. Non ascoltarle e non includerle cartelli, striscioni, bandiere, cartelloni pubblicita- nella progettazione potrebbe condurci verso un pro- ri, iscrizioni, murali, targhe. Sono tutti elementi che dotto globale, intercambiabile e indifferenziabile. condizionano fortemente la nostra percezione del- Risulta quindi evidente il senso di una rilettura del la città, informando, guidando, dirigendo, pubbliciz- concetto di genius loci, che impone al progettista di zando, vietando, avvertendo. confrontarsi con tale singolarità per trasformarla e Non si tratta quindi solo di una superficie decorati- collocarla in una contemporaneità vivente. 128 va, ma di un sistema articolato e regolamentato nelle
pp. 128-129 Cerri Nicolas Moulin, Vider Paris © Nicolas Moulin Rumore urbano La reazione immediata ad uno spazio così svuotato Due progetti paiono particolarmente efficaci per ac- e reso ‘muto’, è stata quella di un disorientamento compagnare queste prime riflessioni sul ruolo e le diffuso dovuto alla totale assenza di messaggi si- potenzialità del communication design. gnificanti. L’espulsione dal paesaggio quotidiano di Si tratta di Vider Paris di Nicolas Moulin e di Delete! quei messaggi che normalmente guidano i flussi dei Delettering the public space di Steinbrener-Dempf . movimenti urbani, ha indotto le persone a comincia- In entrambi i casi si pone l’accento sull’assoluta in- re a spiegazioni. terdipendenza dei tre livelli coinvolti nel processo Sui rivestimenti gialli utilizzati per coprire la segna- comunicativo: città, segni, abitanti. letica sono apparsi graffiti e scritte del tipo: «ho bi- Inoltre, provocatoriamente tutti e due i progetti si sogno di informazioni commerciali!». concentrano sul cambiamento percettivo provocato dalla deprivazione di uno o addirittura due dei livelli. Nicolas Moulin, Vider Paris, 1999-2001 Il primo, Vider Paris, propone un mondo totalmen- “Ho lavorato con Photoshop in modo molto raziona- te privo e di segni e di abitanti, rimuovendo siste- le, come se fossi un’azienda di lavori pubblici. Ho ri- maticamente dalle strade della capitale ogni traccia mosso ogni traccia di vita, ho smantellato l’arredo urbano e mantenuto l’architettura. Ho anche tenu- di occupazione umana. Immagine dopo immagine, i to i passaggi pedonali, le linee continue e le strisce successivi scrub rivelano una città con una fisiono- bianche sul terreno: per cancellarli, sarebbe stato ne- mia mai percepita, un’immagine che esita tra il di- cessario applicare uno strato di bitume. Non faceva segno architettonico e la fotografia delle rovine, tra parte della logica dell’operazione. Quando vuoi svuo- tare una città, non perdi tempo su quella... È finzione la memoria di Roma e le ambientazioni fotografiche senza narrazione”7. ‘vuote’, tanto amate dagli architetti, la Parigi del Pa- no Voisin e il Louvre di Hubert Robert.6 Vider Paris è un’installazione articolata in una pro- Il secondo, Delete! Delettering the public space, na- iezione video di immagini fisse che scorrono in mo- sce invece con l’obiettivo di mettere a tacere tutta la dalità casuale: una serie di immagini ritoccate su un comunicazione presente nello spazio pubblico, tut- computer, elaborate partendo da fotografie delle ti gli stimoli visivi di una tipica strada commerciale: strade di Parigi. Nelle immagini ogni traccia di vita è segnali, insegne, loghi, slogan, cartelli pubblicitari stata rimossa: piante, arredo urbano, pedoni, auto- sono stati nascosti per la durata di due settimane.e. mobili... Tutti gli accessi e le entrate agli edifici sono 129
pagg. 134-135 ri-vista Steinbrener/Dempf & Huber, Delete! Delettering the public space © Steinbrener/Dempf & Huber 01 2020 stati virtualmente bloccati con lastre di cemento fi- Steinbrener-Dempf & Uber, Delete! Delettering seconda serie no al secondo piano. Nicolas Moulin ha privato la cit- the public space, Vienna, 2005 tà della sua stessa sostanza, della sua animazione, Nell’estate 2005, per un periodo di due settimane, della sua vita, della sua circolazione e della sua ener- tutti i cartelli pubblicitari, le insegne, i pittogrammi, gia: ha escluso l’uomo. L’artista ha liberato la città le targhe degli uffici sono stati eliminati dalla Neu- dalle sue funzioni primarie: ospitare l’uomo e pro- baugasse di Vienna. Solo i segnali necessari per ga- muovere le sue attività sociali. rantire la sicurezza sono rimasti. Il tessuto di segni Moulin mostra dunque il guscio svuotato di una cit- e segnali così caratteristici delle nostre città e che tà diventata senza sangue. Un approccio che trova normalmente riempie lo spazio tra le strutture ar- riferimenti illustri anche nella pratica di Atget quan- chitettoniche e i flussi di movimento urbano, è stato do fotografava quartieri, strade ed edifici alla vigilia radicalmente eliminato dallo spazio pubblico, “can- della loro demolizione8. cellato”. Grazie al progetto artistico Delete!, la strada La manipolazione digitale dell’immagine procede commerciale, per così dire, tace: i messaggi inequi- più collegando che cancellando, quasi sempre all’al- vocabili e biunivoci vengono espulsi per fare spazio tezza degli occhi. Tuttavia, i livelli che l’artista ha reso a una situazione imprevedibile, una virtualità scon- ciechi - piano terra, primo piano o mezzanino - non ci certante. Delete! rimuove tutti quei segnali scritti, appaiono immediatamente per quello che sono. La quelle immagini che normalmente cercano di at- forza dell’abitudine ci fa dubitare della loro eviden- tirare l’attenzione del passante, rendendo reale un te permanenza, quasi suggerendo, attraverso le pa- fenomeno a cui siamo sufficientemente abituati at- reti fittizie, l’arredamento di un colossale cantiere. traverso processi di fotomontaggio, ma che nella L’aggiunta di questi piani di cemento a filo con le fac- Neubaugasse viene tradotto in spazio tridimensio- ciate, in perfette prospettive lineari, sotto luci ideali, nale e attraversabile. La tecnica alla base di Delete! è trasmuta la città familiare in un luogo strano, labi- stata di “coprire”: tutti i segnali scritti, tranne quel- rintico e inquietante, che rende gli abitanti estranei li necessari per la sicurezza stradale, sono stati rive- al loro quartiere, alla loro strada, al loro edificio, de- stiti con fogli gialli monocromatici, fluorescenti. Le finitivamente inaccessibile, uno spazio in cui è inter- singole lettere tridimensionali sono state racchiuse rotto drasticamente il dialogo tra l’uomo e il contesto con teli di plastica. 134 urbano. L’ordine dello spazio stradale si trasforma così in
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ri-vista 01 2020 seconda serie Steinbrener/Dempf & Huber, Delete! Delettering the public space © Steinbrener/Dempf & Huber uno spazio “liscio”, che libera qualcosa di molto simi- e nel design delle facciate come decorazioni astrat- le alla pura potenzialità. te tridimensionali. Se “città” e “deserto” incarnano due principi oppo- Delete! può essere inteso come un progetto sul te- sti, uno slancio “simile a un deserto” invade l’area ma della comunicazione nello spazio pubblico: in che delimitata di una strada urbana: l’assenza di signi- misura gli spazi pubblicitari e le tecniche di segnala- ficanti provoca dapprima disorientamento, ma allo zione modellano il quadro estetico di una città? Fino stesso tempo – per dirla in modo più positivo in linea a che punto influenzano l’esperienza di vita dei re- con i principi del Taoismo – viene prodotto un vuoto sidenti? Potrebbe essere che l’assenza di messag- che mantiene la pienezza9. gi crei un orrore ancora più profondo, quasi che un I corpi geometrici diventano più evidenti a causa luogo senza etichette corrisponda a un corpo senza dell’uniformità monocromatica dei segni, che so- funzione. litamente, in quanto portatori dei segnali scritti, sfuggono alla percezione cosciente: i volumi qua- Di cosa sono fatti i luoghi drati, disposti verticalmente o orizzontalmente, Il territorio è frutto di un lungo processo di coevo- o persino circolari diventano chiaramente visibi- luzione fra insediamento urbano, modelli di civiliz- li. A seconda delle condizioni di illuminazione (luce zazione, ambiente naturale e storia. Comprendere i diurna / luce artificiale) e dell’angolo di visione del- luoghi, capirne il segreto per inventare il futuro, ri- lo spettatore, emergono diversi paesaggi, che si ri- chiede questo sapere multidisciplinare, o almeno il compongono in forme nuove, una dietro l’altra o una dialogo tra molte discipline per ricondurre ad unità 138 sopra l’altra, e si fondono nell’architettura esistente la conoscenza del luogo che è indivisibile10.
Cerri Steinbrener/Dempf & Huber, Delete! Delettering the public space © Steinbrener/Dempf & Huber L’uomo ‘abita’ quando riesce ad orientarsi in un am- luogo potremo forse provare a definirla proprio at- biente e ad identificarsi con esso o, più semplice- traverso la relazione tra paesaggio e insediamento mente, quando esperisce il significato stesso di un analizzando le categorie di “spazio” e “carattere”. ambiente. Abitazione è quindi qualcosa di più di un In letteratura il termine spazio è stao oggetto di nu- semplice rifugio, implica che gli spazi in cui si svol- merosi tentativi di definizione in termini di concre- ge la vita siano “luoghi”, spazi dotati di un caratte- tezza e qualità: dalla rigida distinzione tra esterno e re distintivo. interno come base prima della sua comprensione11, È impossibile per noi immaginare un evento senza all’introduzione dei concetti di nodo, percorso e limi- un luogo a cui riferirlo: comunemente diciamo te al fine di individuare gli elementi alla base dell’o- che un evento ha avuto luogo e luogo è il termine rientamento al suo interno12, fino alla definizione concreto che usiamo per definire un ambiente. di spazio come “sistema di luoghi”, definizione che Ma cosa si intende dunque per ‘luogo’? Non cer- contiene l’implicito concetto di uno spazio sempre to una semplice localizzazione astratta, piuttosto radicato all’interno di situazioni concrete13. Introdu- un insieme di cose concrete, forme, colori, materia- cendo su tutto questo il concetto di ‘carattere’ ag- li, atmosfere, che ne definiscano l’essenza, qualco- giungiamo la variabile dell’‘atmosfera’: tutti i luoghi sa di più di una semplice somma di fattori, quanto hanno un carattere che viene definito dalla costru- piuttosto un fenomeno totale, qualitativo. Terre- zione materiale, formale del luogo, su cui agiscono no, orizzonte, cielo, delimitano lo spazio dei luoghi, anche funzioni temporali, che ne modificano la per- il paesaggio, così come pavimento, parete e soffit- cezione a secondo delle stagioni, del tempo, della lu- to delimitano lo spazio costruito: la struttura di un ce stessa. Gli edifici con le loro tipologie definiscono 139
Malte Martin, Pôle Molière aux Mureaux, Parigi © Malte Martin, Paul Kozlowski ri-vista 01 2020 l’articolazione formale di un luogo, ma “un edificio tura spaziale che ne faciliti l’orientamento, la com- seconda serie è qualcosa che ripara. Funzione ancestrale della ca- prensione, un luogo deve contenere oggetti concreti sa è proteggere e fornire privacy, tanto psicologica con cui identificarsi. L’identificazione è alla base del che fisica”14. senso di appartenenza e in questo senso l’architettu- Complessità e contraddizioni intrinseche al fenome- ra può aiutare l’uomo ad abitare, ma per fare questo no architettonico quindi, ma anche emotività, am- deve comprendere pienamente la ‘vocazione’ di un biguità, ironia e mutamento, perché la struttura di luogo, relazionarsi e concretizzare il suo genius loci. un luogo non è una condizione fissa, eterna: i luo- È compito del designer della comunicazione ghi mutano e proteggere e conservare il genius loci contribuire a rendere concreto il racconto di questi significa concretizzarne l’essenza in contesti stori- processi: narrare i luoghi per partecipare con i ci sempre nuovi. Quando un uomo ‘abita’ è simul- propri strumenti al processo di identificazione e taneamente localizzato in uno spazio esposto a un riappropriazione degli spazi da parte degli abitanti, determinato carattere ambientale. Le due funzioni intendendo con questo termine, chi vive, chi lavora o implicite dell’abitare possono essere individuate in chi semplicemente attraversa quegli spazi ‘orientamento’ e ‘identificazione’: per sentirsi sicuro in un luogo l’uomo deve potersi orientare, conoscere Social Design: il contributo innovativo di Malte dove è, ma deve anche essere capace di identificarsi Martin e Ruedi Baur con l’ambiente, sapere come è fatto un certo luogo. Malte Martin e Ruedi Baur, i designers di cui portiamo Facendo riferimento a Lynch possiamo dire che “una qui ad esempio alcuni progetti, lavorano da sempre buona immagine ambientale da al suo possesso- in una dimensione interdisciplinare assoluta muo- re un senso di profonda sicurezza emotiva”15 e che vendosi tra diversi ambiti del progetto, a cavallo tra “il terrore di perdersi deriva dalla necessità un orga- performance e installazione artistica. Malte Mar- nismo mobile di orientarsi nel suo ambiente”16. Ma tin nasce a Berlino, ma articola la sua formazione tra abitare significa anche e soprattutto creare una re- Stoccarda e Parigi, città dove attualmente risiede e lazione identificante con l’ambiente, un’identifica- dove si occupa di comunicazione visiva, danza, teatro zione che in larga misura si sviluppa attraverso la e musica contemporanea. Ha fondato Agrafmobile, relazione con i luoghi e con le cose. spazio di sperimentazione creativa visiva e sonora 140 Non basta quindi che un ambiente abbia una strut- nella relazione che si articola tra gesti e segni. È co-
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Cerri Malte Martin, Pôle Molière aux Mureaux, Parigi © Malte Martin, Paul Kozlowski fondatore della Piattaforma Socialdesign, dove col- sandolo, si soffermeranno a leggere. Trasportare la labora con progettisti, sociologi e paesaggisti quali letteratura all’esterno affinché il nostro spazio in- Ruedi Baur, Sébastien Thiery e Gilles Clément. terno possa rigenerarsi. Il progetto realizzato per il Pole Moliére è senza dub- bio un esempio virtuoso dell’attitudine di Malte a Malte Martin, Pôle Molière aux Mureaux, Parigi, instaurare relazioni forti e attente con il contesto in segnaletica sociale partecipata cui opera. “Agrafmobile me permet d’exprimer mon envie de In questo lavoro è evidente la scelta di usare forme recréer, grâce à ce théâtre visuel, un espace public e colori semplici per la caratterizzazione dei singo- qui donne à voir et à lire autre chose que des signes li spazi, in considerazione soprattutto delle possibi- administratifs ou commerciaux. C’est aussi une ten- tative de reconquérir l’espace public comme espace li difficoltà della comunità plurilingue del quartiere d’imagination appartenant à ceux qui y vivent”17. ad accedere alla lingua francese. Fondamentali so- no state, ai fini del successo del progetto, tutte le Malte Martin ha aperto con Agrafmobile uno spazio pratiche di coinvolgimento e di riappropriazione de- per la sperimentazione artistica e la ricerca espressi- gli spazi da parte degli abitanti, specie di bambini e va che occupa lo spazio urbano e le aree quotidiane. adolescenti, elaborate attraverso percorsi laborato- Spazio pubblico, immagine, segno, ambiente visivo, riali e performativi guidati. tattile e sonoro sono al centro del suo lavoro di ricer- Gli altri due progetti introducono elementi poetici, ca. Il progetto qui presentato è quello realizzato per grafici, identitari nei luoghi stessi in cui sono stati il centro Molière aux Mureaux, un insieme di edifi- creati, innescando processi di memoria e condivisio- ci adibiti a servizi pubblici in un quartiere in fase di ne, legati agli oggetti fisici che popolano lo spazio ristrutturazione nella banlieue parigina: asilo nido, collettivo, quali muri, marciapiedi, panchine, ponti, scuola materna, scuola elementare, sale polifunzio- edifici. In entrambi la collaborazione tra Ruedi Baur nali, ristorante, uno spazio transgenerazionale che è – che si è autodefinito un “urbanista dei segni” – e contemporaneamente sicuro ma aperto al mondo. la scrittrice e artista Karelle Ménine, mette in atto Per questo progetto è stata disegnata una segna- percorsi il cui risultato finale è un’opera di scrittura letica composta da un vocabolario di forme semplici collettiva, che utilizza lo spazio pubblico come car- (cerchio, quadrato, triangolo) e di colori elementa- ta su cui tracciare testi per quei lettori che, attraver- ri (rosso, giallo e blu) facilmente riconoscibile dagli 143
Malte Martin, Pôle Molière aux Mureaux, Parigi © Malte Martin, Paul Kozlowski
ri-vista 01 2020 seconda serie Ruedi Baur, Karelle Ménine, La Phrase © Ruedi Baur abitanti del quartiere, molti dei di origine stranie- Ruedi Baur, Karelle Ménine, La Phrase ra, per aiutarli ad orientarsi rispetto alle diverse scrittura urbana collettiva Mons, 2015 funzioni della città pubblica. La segnaletica ha qui “L’expression publique s’est beaucoup affaiblie de- l’obiettivo di rendere evidenti le funzioni, donando- puis 40 ans, il faut se réapproprier l’espace public et le al contempo una identità unica. Una segnaletica recommencer à y vivre, y réintroduire de la poésie . L’idée n’est pas de faire de l’art le sauveur de la so- che, anziché essere pensata come un arredo o come ciété, mais de remettre le patrimoine culturel dans una decorazione aggiunta a posteriori, è stata idea- la cité, de le sortir des institutions officielles que ne ta in eco e interazione al gesto architettonico: le for- fréquente qu’une partie de la population”18. me si fondono con le pareti, i vetri, i pavimenti del Nel 2015 una frase di 10 km ha attraversato le mura polo, dispiegando una composizione plastica nello della città di Mons. Un esperimento di progettazio- spazio. Durante il cantiere per la realizzazione del- ne urbana guidato da Ruedi Baur e Karelle Ménine e la segnaletica sono stati aperti anche dei laboratori definito dai suoi creatori come un progetto “di scrit- interattivi con gli abitanti-utenti del centro. Ai labo- tura e territoriale”, proposto con lo scopo dichiarato ratori hanno partecipato circa 350 persone, 5 scuo- di “offrire la letteratura alla città in cui è nata”19. le elementari e 6 scuole materne, sviluppando un Eletta Capitale europea della cultura 2015, Mons è processo di appropriazione dello spazio e delle strut- tutt’ora una città in difficoltà economica, come mol- ture da parte degli abitanti e dei futuri utilizzatori. te nella regione. Cittadina in passato prospera, ri- fugio di una cerchia di autori surrealisti negli anni 146 ‘30, subisce profondamente la chiusura delle minie-
Cerri Ruedi Baur, Karelle Ménine, La Phrase © Ruedi Baur re e la crisi dell’industria siderurgica negli anni ’70, al l’inchiostro su una pellicola protettiva bianca da ri- punto che un quarto della popolazione ancora oggi muovere alla fine del progetto, mentre la scrittura soffre di povertà e anche di analfabetismo. a terra è fatta semplicemente con la vernice. In pre- Nel 2013 per preparare l’evento “Mons 2015”, l’arti- cedenza, Karelle Ménine aveva negoziato con ogni sta Karelle Ménine propone un progetto originale proprietario (centinaia in totale) la possibilità di uti- chiamato La Phrase, pensato con Ruedi Baur: scri- lizzare il loro muro o il marciapiede di fronte alla lo- vere, nel cuore della città, una frase di 10 chilome- ro casa. Una fase di prototipazione ha consentito di tri sviluppata da un corpus tratto da opere di autori superare la resistenza e la riluttanza dei residenti di Mons, poi di Hainaut in Belgio e infine da tutto il che si preoccupavano dei possibili vandalismi al te- mondo. La Phrase inizia il suo percorso alla stazio- sto una volta scritto sul muro. ne ferroviaria dove accoglie i visitatori e dove, dopo Il laboratorio Integral Ruedi Baur ha reso possibi- aver attraversato tutta la città, li riporta. Le parole le il progetto definendo i percorsi, misurando le su- sono posizionate su pareti e marciapiedi, reagen- perfici, calcolando del numero di lettere da inserire do a rilievi, formati di mattoni, finestre e angoli del- per ogni segmento. Ruedi Baur ha individuato per le strade. la scrittura il carattere Garaje di Thomas Huot-Mar- La Phrase è stato un work in progress che si è svilup- chand, che offre il grande vantaggio di essere mo- pato per tutto l’anno 2015. Ogni giorno 35 milioni di dulare nello spazio e adattarsi quindi a tutte le lettere sono state dipinte in maiuscolo da tre pitto- esigenze dei diversi supporti. ri, cittadini temporanei di Mons, dove hanno abitato con le loro roulotte. Le parole sono state scritte con 147
ri-vista 01 2020 seconda serie 148 Ruedi Baur, Karelle Ménine, La Phrase © Ruedi Baur
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Mappa delle città coinvolte nel progetto Viaggio tra le lingue ri-vista © Ruedi Baur - http://civic-city.org/linguas/ 01 2020 seconda serie Ruedi Baur, Vera Baur, Karelle Ménine, Viaggio tra perswil, Sagliains, Faido, Siere | Siders, Sion | Sitten, le lingue, installazione grafica di letteratura mul- Nyon, Biel | Bienne, hanno reso disponibile una serie tilingue nello spazio pubblico, Svizzera 2017 di spazi pubblici che potesse accogliere composizio- Nel 2017, in occasione dei suoi 50 anni, la Fondazione ni grafiche, dando visibilità a questo capitale, quello Walter e Ambrosina Oertli, nell’intento di promuo- letterario, così particolare. vere il multilinguismo e la coesione nazionale attra- Muri, marciapiedi, facciate, piazze… strade, centri verso la comprensione reciproca approfondita tra le storici, quartieri… sono diventati i supporti di un la- diverse comunità, ha affidato a Ruedi e Vera Baur voro di ricerca, e di creazione letteraria e di grafica in con Kerelle Ménine, l’incarico di elaborare un proget- situ, rivelatore della forza del plurilinguismo. to culturale che includesse tutte le aree linguistiche La scrittura, la tipografia, la composizione, il ge- della Svizzera. sto della scrittura possono contribuire a risvegliare La diversità culturale e il plurilinguismo, praticati per l’aspetto emotivo di un testo Nelle parole di Karel- secoli, fanno parte della storia della Svizzera e rap- le Menine “durantei nostri primi sopralluoghi in una presentano un tratto costitutivo dell’identità del città, esploriamo. Un edificio, un tunnel, una terra paese. desolata, un vicolo ... stiamo cercando lo spazio do- Come è noto, le lingue ufficiali adottate sono quat- ve il testo troverà il suo spazio più adatto migliore. tro: il tedesco (parlato dal 63% della popolazione), Quindi, secondo le autorizzazioni, le possibilità, mi- francese (22,7%), italiano (8,1%) e romancio (0,5%), suriamo e calcoliamo. Sull’arco di un ponte: quante un dialetto con le diverse varianti sutselvisch, sursel- parole? E sul muro di una stazione o di una banca? visch, surmiran, puter e vallader. Durante il lavoro di scrittura siamo più simili agli 154 Le sei città che hanno partecipato al progetto, Rap- operai che agli scrittori, un paragone che si adatta
Cerri Ruedi Baur, Vera Baur, Karelle Ménine, Viaggio tra le lingue © Ruedi Baur - http://civic-city.org/linguas/ così bene e che ci ricorda che la letteratura è un pro- architettonica. In realtà la relazione tra le due disci- dotto della scrittura”20. pline ha analogie e collegamenti molto profondi e di- namici che connettono continuamente i processi del Il territorio della grafica progetto grafico a quelli del progetto architettonico. Grafica e architettura si sono frequentemente re- Progettare una rivista, un libro per esempio, obbli- lazionate e reciprocamente influenzate. La paro- ga il progettista grafico a confrontarsi con il bilan- la ‘grafica’ giustapposta a ‘architettura’ ha assunto ciamento dei pieni e dei vuoti, con le proporzioni, il spesso, storicamente, connotazioni negative sug- ritmo, la composizione dello spazio, problemi che gerendo in larga misura l’utilizzo di orpelli e decora- parimenti affronta un architetto nel progetto di una zioni tanto da far affermare ad Adolf Loos, autore facciata o di una pianta. non a caso del testo Ornamento e architettura: “ver- Parlare di architettura tipografica significa quin- rà il giorno in cui l’arredamento di una cella carce- di parlare di qualcosa che ha molto in comune con raria ad opera del tappezziere di corte Schulz o del la progettazione architettonica. Carlo Frassinelli nel professor Van Der Velde sarà considerato un inaspri- suo Trattato di Architettura tipografica insisteva su mento della pena”21. elementi quali disposizione, contrasto, ritmo, come Questo perché parlando di grafica e architettura caratteri fondamentali per la costruzione dell’armo- molto spesso ci limitiamo a considerare la funzione nia e su come la divisione dello spazio sia elemento della ‘grafica’ legata alla percezione visiva, all’orga- imprescindibile nella composizione della pagina22. nizzazione formale della tavola, alla funzione del se- Analogamente Le Corbusier nel suo Verso un’archi- gno grafico come strumento della rappresentazione tettura affermava che “il tracciato regolatore è una 155
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ri-vista 01 2020 seconda serie 158 Ruedi Baur, Vera Baur, Karelle Ménine, Viaggio tra le lingue © Ruedi Baur - http://civic-city.org/linguas/
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ri-vista 01 2020 garanzia contro l’arbitrio […]. La scelta e le modali- città, rapporto costante nel tempo e nella storia seconda serie tà d’espressione del tracciato sono parte integrante che ci permette di leggere il luogo urbano come una della creazione architettonica” 23. Grafici e architet- grande partitura di segni. ti hanno incrociato, sommato talvolta, le loro com- petenze in numerosi progetti, ma forse dovremo Grafica e città cominciare a chiarire meglio cosa si intende con la “A chi l’avesse percorsa con l’animo e l’atten- parola ‘grafica’ e a quale mestiere ci stiamo riferen- zione del turista non frettoloso, una qualsiasi città do quando parliamo di ‘grafici’. Questo termine, co- dell’Impero romano tra I e III secolo d.C., sarebbe ap- me altri nella nostra lingua viene usato in contesti parsa caratterizzata non solo e non tanto da statue, dai templi, dai luoghi pubblici di ritrovo, dai colori e molto diversi con sfumature e accezioni vicine ma dal traffico, quanto dalle scritte presenti dapper- allo stesso tempo lontanissime. tutto, nelle piazze, nelle strade, sui muri e nei cor- Con il termine grafica ci riferiamo solitamente in mo- tili, dipinti, graffite, incise sospese in tabelle lignee do generico al prodotto della progettazione orientata o tracciate su riquadrature bianche, diversissime tra loro non soltanto per aspetto, ma anche per conte- alla comunicazione visiva, ma il termine grafico inte- nuto, essendo ora pubblicitarie, ora politiche, ora fu- so come professione, è spesso usato erroneamente. nebri, ora celebrative, ora pubbliche, privatissime di Quello che intendiamo approfondire meglio in que- appunto o di insulto, o di scherzoso ricorda; e natu- sta sede è l’aspetto che in qualche modo ha man- ralmente rivolte se non proprio a tutti, a molti, e cioè ai molti alfabeti facenti parte della comunità urba- tenuto costante il proprio legame con il grafico, il na”25. visual designer fino al più attuale communication designer. Vale a dire la relazione con la scrittura, in- Questa descrizione della Roma imperiale di Arman- dividuata come cardine e centro metodologico del do Petrucci potrebbe facilmente essere traslata sulle design della comunicazione. nostre città contemporanee: una serie quasi infini- La grafica è la scrittura dei messaggi visivi24, e co- ta di scritture sovrapposte che generano un sistema me tale anche nei suoi segni più elementari, è sem- articolato e polifonico sia dal punto di vista dei con- pre anche l’immagine del messaggio da comunicare tenuti che da quello degli artefici: grafici, progetti- e rappresenta quindi il codice notazionale per eccel- sti della comunicazione, ma anche anonimi soggetti lenza del grafico. E in questa direzione diventa an- che utilizzano grafica e scrittura in modi privati. 160 che importante e densa la relazione tra scrittura e Un primo profondo strato è quello più saldamente
Cerri connesso con l’architettura stessa delle nostre città: le e automatizzata, mentre l’uso del termine lette- pietre incise, iscrizioni e decorazioni epigrafiche su ring è più correttamente riferito a esemplari unici, palazzi di tutte le epoche a rappresentare una sor- creati per scopi specifici ragionando su dimensioni, ta di trascrizione urbana della cultura e del periodo materiali e superfici. Aspetto fondamentale è storico in cui si sono stratificate. Una pratica che ha quindi quello visivo. accompagnato costantemente l’evoluzione sociale, Il lettering contribuisce a definire gli spazi, li rende culturale e politica vuoi come affermazione del po- comprensibili e unici, ne definisce l’identità, la fun- tere, temporale o ecclesiastico, vuoi come riappro- zione, rassicura chi viaggia favorendone l’orienta- priazione, spontanea o ragionata, dell’ambiente mento e contribuisce ad esprimere l’essenza stessa urbano moderno. E all’interno di questi due estremi di un luogo. La segnaletica si interseca e si sovrap- una moltitudine di scritte, sistemi toponomastici, pone talvolta ai sistemi identitari fondendosi in un mappe, segnaletiche, stratificazione di dispositivi sistema complesso, ma definito, che ci aiuta nel ‘tro- informativi, prescrizioni e divieti che si sovrappon- vare la strada’ in mezzo alla campagna come all’in- gono all’architettura, una sorta di layer variegato per terno di una stazione ferroviaria. forme e colori che, utilizzando il segno grafico sup- Come precisa Alan Bartram: “Architectural letter- porta, o meglio tenta di supportare, la quotidianità ing is unarguably part of the environmental texture, di cittadini, city users26 e turisti. providing visual and historical richness. Each period Le lettere sono presenti ovunque nell’ambiente had its own visual language, which added its own in cui viviamo27: segnali, iscrizioni sugli edifici che character and flavour to the environment, and its spesso passano inosservati agli uomini, ma anche own layer of history. The contribution which letter- alla ricerca che non se ne occupa come disciplina ing makes to the pleasure of walking around Bath scientifica a sé. may be less obvious than the architectural beauties Il lettering ambientale28 non costituisce materia au- of the city; but the continual and consistent quality tonoma di indagine e viene affrontato solitamente of the street names, carved in a subtly varying form, all’interno di altre discipline ottenendo così di limi- has an almost subconsciously civilizing effect”29. tare l’analisi ad alcuni degli aspetti peculiari. La ricer- L’uso che facciamo del lettering per identificare luo- ca si occupa spesso di caratteri tipografici in quanto ghi specifici, costituisce una parte fondamenta- prodotti industriali soggetti a riproduzione seria- le della nostra relazione con lo spazio pubblico: non 161
ri-vista 01 2020 seconda serie Ruedi Baur, Biblioteca-mediateca Malraux, Strasburgo. Le foto relative ai progetti della Mediatheque e della Place du Château a Strasburgo sono state realizzate durante un viaggio di studio con il Didacommunicationlab, Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. contribuisce semplicemente alla identificazione let- riegati, come abbiamo visto, la storia della relazio- terale del luogo, ma consente di raccontare qualcosa ne uomo-città. Non solo lapidi romane, epigrafia di più sui singoli spazi che ci circondano. Bartram ar- alto-medievale o iscrizioni celebrative nel conte- riva a sostenere addirittura, che il modo di incidere i sto monumentale, ma anche segno caratterizzante nomi delle strade influisca sul nostro modo di perce- dell’architettura di regime con gli sperimentalismi pire l’ambiente circostante. grafici essenziali nella politica monumentale del pe- Certamente lettere e parole sono lì per dire qualco- riodo fascista o il dilagare spontaneo delle scritte sa: costituiscono il mezzo con cui l’informazione vie- murali esposte, che esprimono e teorizzano la riap- ne trasmessa ed elaborata dalla mente umana, un propriazione degli edifici in un intento politico di oc- complesso archivio di strani frammenti di informa- cupazione e trasformazione degli spazi urbani. zioni, dormienti, in attesa di essere scatenati da in- Ruedi Baur, si occupa frequentemente di proget- contri inaspettati. tazione di sistemi di identità e di orientamento per lo spazio pubblico: musei, ospedali, aeroporti, am- Parole nell’architettura bienti urbani, in questo spesso affiancato da archi- Prendiamo ancora ad esempio il lavoro di Rue- tetti, urbanisti, sociologi, esperti di segnaletica e di Baur per parlare della persistenza progettuale e scenografi. “Proveniamo innegabilmente dalla cul- funzionale esplicitata nelle iscrizioni urbane con- tura della grafica, dell’identità visiva e della segna- temporanee. Questa pratica di comunicare attraver- letica. Vi abbiamo innestato la cultura della messa so l’apposizione di segni sugli edifici ha da sempre in scena dell’oggetto e dello spazio”30. 162 accompagnato in modi plurali e stilisticamente va- Il suo principale obiettivo come progettista è quel-
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Cerri Ruedi Baur, Mediatheque Malraux, Strasburgo lo di connotare visivamente l’ambiente in cui vivere, damente radicate nel territorio e si legano profon- senza mai appiattirne le molteplici influenze cultu- damente alla realtà socio-economico e urbanistica rali che lo hanno caratterizzato nel tempo, anzi in- nella quale collocano. Nel caso della biblioteca-me- tegrandole e valorizzandole. Il suo design non è mai diateca Malraux di Strasburgo, l’ambiente è il paes- neutrale, esprime sempre una posizione, a volte an- aggio fluviale – con la progressione lineare dei filari che politica, forte della consapevolezza della sua re- di alberi, dei pontili e delle banchine – che detta le sponsabilità culturale, frutto delle esigenze dettate regole le regole per la riconversione e l’ampliamento della contemporaneità. di un ex deposito per la conservazione di cereali. Sia- mo nella presqu’île (penisola) André Malraux, appro- do fluviale storico della città, destinato a diventare il Ruedi Baur, Mediatheque Malraux, Strasburgo nuovo polo culturale della capitale alsaziana e a os- “Quello che m’interessa innanzitutto è l’uso della ti- pitare in seguito anche altri edifici pubblici, archivi e pografia come base di un linguaggio visivo che con- centri commerciali. ferisca identità. Si può oltrepassare questa logica Lo studio svizzero Integral Ruedi Baur è intervenu- stupida della ripetizione infinita di segni identici e to sul progetto collaborando strettamente con gli mettere in atto linguaggi visivi che siano riconosci- bili in ogni espressione, qualunque essa sia; si può ri- architetti Ibos e Vitart, attraverso il linguaggio vi- cercare la singolarità, articolare di nuovo le regole e sivo dei segni. Indicazioni, parole, citazioni – come adattarle al contesto”31. quella dei due architetti32 – e colori, sono stati ap- Le architetture di Jean-Marc Ibos e Myrto Vitart, per plicati sulle superfici esterne, sulle pareti interne e la maggior parte situate in Francia, sono profon- sui pavimenti dell’edificio, per indirizzare e orientare 167
ri-vista 01 2020 seconda serie Ruedi Baur, Place du Château, Strasburgo i visitatori, ma anche per aggiungere nuovi livelli di Ruedi Baur, Place du Château, Strasburgo, 2011- lettura e di utilizzo di questa architettura. 2013 Sul pavimento le parole, avvolte attorno ai pilastri Fino al 2010 Place de Château era un vuoto urbano e inscritte sulle pareti, punteggiano gli spazi e rive- popolato dalle automobili e dal traffico Una conta- lano i materiali che compongono l’edificio, mentre minazione poco compatibile, considerato che sui quelle necessarie per l’orientamento, risaltano for- quattro lati di questa piazza in pieno centro storico a temente nello spazio evidenziate da caselle co- Strasburgo, si affacciano la Cattedrale di Notre-Da- lorate. Sulla facciata e sulle pareti laterali, le frasi me, edificio monumentale in stile gotico medievale, rimangono sullo sfondo, leggermente indebolite il Museo dell’Opera e la Fondazione Notre-Dame in dalla cancellazione di parte di ogni lettera e i diversi stile rinascimentale, il Gabinetto di Disegni e Stam- stili tipografici rafforzano la particolarità di ciascun pe, il liceo Fustel Coulanges e il Palazzo dei Rohan in testo esprimendo le funzioni che definiscono ques- stile neoclassico. ta libreria multimediale. Nel 2010 l’amministrazione comunale decise di rivi- Attraverso una selezione fatta da Thibault Fourrier, talizzare l’area, eliminando traffico veicolare e par- il progetto confronta testi alsaziani, testi di lingue cheggio e restituendo alla piazza la sua funzione straniere, europee o dialetti appartenenti alle popo- pubblica e sociale. lazioni del luogo che potrebbero frequentare la me- Il progetto di Ruedi Baur, realizzato in collaborazio- diateca, sottolineando la volontà di meticciamento ne con Catherine Linder, paesaggista e urban planner culturale e linguistico, caratteristica dell’approccio francese, si è articolato in una lunga struttura di pie- 168 progettuale di Ruedi Baur. tra arenaria che si sviluppa lungo tutta la piazza del
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Cerri Ruedi Baur, Place du Château, Strasburgo Castello, con l’obiettivo di valorizzare i monumenti sui blocchi creano una sorta di “pizzo”, interpretazio- che circondano la piazza, dare più leggibilità ai cinque ne contemporanea delle decorazioni realizzate per musei, sostenendo il naturale flusso dei visitatori. la Cattedrale. A ciascuna delle tre lingue utilizzate L’intervento proposto si allinea al selciato origina- per le informazioni scolpite corrisponde un caratte- le della Cattedrale utilizzando lastre di gnèiss per la re e una vibrazione tipografica. Alcune superfici ver- pavimentazione, integrate da bande di arenaria ro- ticali includono informazioni direzionali, incise nelle sa dei Vosgi, materiale con cui è costruita anche l’e- pareti laterali dei blocchi, mentre nel blocco centrale dificio religioso. I blocchi della struttura diventano alloggia un’opera artistica prodotta dalla Fondazio- così il segno evidente di una intenzionale ricucitu- ne dell’Opera di Nostra Signora, un omaggio al lavo- ra tra il tessuto stradale e lo spazio antistante al- ro di scultori e scalpellini che hanno contribuito alla la Cattedrale, con l’obiettivo implicito di ricostruire costruzione della Cattedrale. Completa il progetto l’idea della piazza come spazio pubblico unico, una l’inserimento di dieci tigli collocati alle due estre- piazza dove poter sostare, giocare e godere del- mità della piazza. Fondamentale è stata in questa le architetture che vi si affacciano. L’installazione opera la relazione fortemente interdisciplinare che è è strutturata su tre livelli: un livello del pavimen- alla base del progetto: design e architettura del pae- to, un livello di seduta e un livello di lettura. I testi di saggio certamente, ma anche la città stessa ha con- presentazione dei musei, del Duomo, della piazza e tribuito nella forma di un dialogo continuo, a volte del quartiere, sono stati sabbiati direttamente sul- difficile, ma partecipato e collettivo che ha portato le pietre e appaiono in rilievo rispetto alla superficie alla riqualificazione di uno spazio profondamente piana dell’arenaria. L’effetto finale, sembra ispirar- inserito nella storia e nel patrimonio emotivo degli si agli stilemi plastici della cattedrale e le incisioni abitanti di Strasburgo. 173
ri-vista 01 2020 Note seconda serie 1 Christian Norberg-Schulz. Genius Loci. Paesaggio Am- 10 Alberto Magnaghi, Il progetto locale. Bollati Boringhie- biente Architettura, Electa, 1979, p. 11. ri, 2000,p. 9 2 Ugo Volli, Il testo della città. Problemi metodologici e 11 Cfr. Siegfried Giedion, L’eterno presente: le origini teorici, in «La città come testo. Scritture e riscritture ur- dell’architettura, trad. it. Feltrinelli, 1969 (ed. or. The bane», 01-01/2008, p. 14. eternal present: a contribution on constancy and change. 3 La frase fa esplicito riferimento ad un testo di Umberto The Beginnings of Architecture, 2 voll., Oxford University Volli, op. cit. p.15, ma in letteratura questi temi ricorrono Press 1962-64). anche negli scritti di Roland Barthes, per cui sono sta- 12 Cfr. Kevin Lynch, L’immagine della città, trad. it. Marsil- ti oggetto di ricerca e alla cui opera si rimanda per ogni io, 1964 (ed. or. The Image of the City, MIT Press, 1964). approfondimento, con particolare riferimento Roland 13 Cfr Paolo Portoghesi, Le inibizioni dell’architettura mo- Barthes, Elementi di Semiologia, Einaudi, 2002 (ed. or. derna, Laterza, 1974. Eléments de sémiologie, Edition di Seuil, 1964) 14 Robert Venturi cita una frase di Louis Kahn nel suo 4 Roberto de Rubertis, Editoriale in «Dimensioni del dise- Complessità e contraddizioni nell’architettura, Bari, De- gno. Grafica-Architettura» gennaio-dicembre 1999 dalo, 1980. 5 Wim Wenders, L’atto di vedere, Ubulibri, Milano 1992. 15 K. Lynch, op. cit.p. 26. 6 Hubert Robert, Vue imaginaire de la Grande Galerie du 16 K. Lynch, op. cit.p. 139. Louvre en ruine, 1796. Paris, Musée du Louvre. In M. Ma- 17 Le parole sono quelle di Malte Martin, che nei suoi pro- karius, Ruines, Flammarion, Paris, 2004, 104-105. getti esprime costantemente la volontà di rivendicare lo 7 Nicolas Moulin parla così in un’intervista rilasciata in spazio pubblico come spazio di immaginazione che ap- occasione dell’inaugurazione della sua mostra: “Pour VI- partiene a coloro che lo abitano. DERPARIS, j’ai travaillé sur photoshop de manière très Cfr. http://www.moreeuw.com/histoire-art/malte-mar- rationnelle, comme si j’étais une entreprise de travaux tin.htm publics. J’ai ôté toute trace de vie, j’ai démonté le mobilier 18 La frase (cfr. https://www.pixelcreation.fr/graphi- urbain et gardé l’architecture. J’ai aussi conservé au sol smeart-design/livres/la-phrase-de-ruedi-baur-et-ka- les passages piétons, les lignes continues et les bandes relle-menine/) appartiene a Karelle Ménine, artista blanches : pour les effacer, il aurait fallu poser une couche francese che concentra la sua ricerca tra letteratura e de bitume. Ça n’entrait pas dans la logique de l’opération. linguaggio attraverso installazioni, opere teatrali, lavori Quand on veut vider une ville, on ne perd pas de temps à editoriali e interventi nello spazio pubblico. ça… C’est une fiction sans narration”. 19 Le frasi tra virgolette sono tratte da un’intervista a cfr. https://atlasofplaces.com/photography/vider-paris/ Ruedi Baur cfr.: https://www.designboom.com/design/ 8 Eugène Atget. Itinéraires parisiens, Paris-Musees As- la-phrase-mons-integral-ruedi-baur-05-01-04/ sociation, 1999 20 La frase appartiene a Karelle Ménine, cfr. Karelle Mé- 9 Le parole tra virgolette sono citazioni dal sito degli au- nine, Vera e Ruedi Baur, Voyages entr les langues, Edition tori del progetto. Cfr.: http://www.steinbrener-dempf. Gallimard, 2018, p. 21. 174 com/en/portfolio-item/delete/
Cerri 21 Adolf Loos, Parole nel vuoto, Adelphi, 1972, p. 229. 30 Cfr. http://sdz.aiap.it/notizie/10580/ 22 “In termini tipografici la proporzione è l’accordo pia- 31 Questa frase, che riassume brevemente uno dei prin- cevole di ineguaglianze o variazioni delle parti di una cipi fondanti dei progetti di Ruedi Baur è estratta da un composizione […] Quindi proporzione, ritmo e varietà intervista del 2014. Cfr. https://www.designboom.com/ sono una conseguenza l’una dell’altro e […] dato che una design/interview-ruedi-baur-03-24-2014/. Testo fonda- composizione tipografica risulta essere geometrica, la mentale per la comprensione della sua opera è senz’altro preoccupazione del tipografo rimane limitata a procura- Ruedi Baur Integral, Lars Muller Publishers, 2010. re combinazioni armoniche tra i caratteri e gli spazi e a 32 “la mediateca è l’organizzazione premeditata de- scomporre lo spazio nel quale i caratteri e le illustrazioni gli spazi di lettura e consultazione, tradotta in un’ar- verranno introdotti”, Frassinelli, op. cit., p. 102. chitettura che offre l’occasione di un vero gesto 23 Le Corbusier, Verso un architettura, a cura di Pierluigi architettonico”, https://www.domusweb.it/it/architet- Cerri e Pierluigi Nicolin, Longanesi & C., 1989, p. 52. tura/2008/12/01/malraux-media-library.html, Disegno», n. 35-36-37, Grafica e Architettura, genna- io-dicembre 1999, p. 105. 25 Armando Petrucci, La scrittura. Ideologia e rappresen- tazione, Einaudi, 1986, p. 3. 26 Il termine city users viene introdotto da Guido Marti- notti, nel libro Metropoli. La nuova morfologia sociale della città, pubblicato da il Mulino nel 1993. 27 Nel secolo scorso è rintracciabile una tradizione di ri- cerca sulla forma grafica nei lavori di Nicolete Gray, Alan Bartram e John Kinner. Si vedano a questo proposito: Ni- colete Gray, Lettering on buildings, Architectural Press & New York, 1960; Alan Bartram, Lettering in architecture, Lund Hunphries, 1975; Jack Kinneir, Words on building: the art and pratice of public lettering, Architectural Press, 1980. Più recentemente si segnalano Phil Baines, Cathe- rine Dixon, Segnali. Grafica urbana e territoriale, Logos, 2004 e Anna Saccani, LetterScapes: A Global Survey of Typographic Installations, Thames & Hudson, 2013. 28 Definizione ripresa da Baines, Dixon, op. cit., p. 7. 29 Alan Bartram, Lettering in Architecture, Lund Hum- phries Publishers Limited, 1975, p. 7. 175
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