Segni nello spazio pubblico. Communication design e narrazione dei luoghi

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Segni nello spazio pubblico. Communication design e narrazione dei luoghi
Segni nello spazio pubblico.
ri-vista

                  Communication design e narrazione dei luoghi
                  Susanna Cerri
                  docente al Corso Magistrale di Design, Dipartimento di Architettura, Università di Firenze,
                  susanna.cerri@unifi.it.

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                  Abstract
  seconda serie

                  The contribution investigates the role of communication design as a useful tool, in order
                  to improve the relationship between places and inhabitants and turn our gaze on the deep
                  bond between citizens, cities and signs.
                  The city is seen as a device that enters into relationship, not only through physical elements,
                  but also through allowed or suggested routes, rules and prohibitions incorporated in signage:
                  it is precisely from the narration of places, from the elements that populate them, that you
                  perceive specifically the city.
                  To support this thesis, significant experiences realized internationally by designers and land-
                  scape architects such as Ruedi Baur, Catherine Linder, Malte Martin are illustrated.

                  Parole chiave
                  Landscape design, communication design, identity, cultural placemaking
                  narrative wayfinding, public space.

                  Received: 2020 / Accepted: 2020 | © 2020 Author(s). Open Access issue/article(s) edited by RI-VISTA, distributed
       126        under the terms of the CC-BY-4.0 and published by Firenze University Press. Licence for metadata: CC0 1.0
                  DOI:10.13128/rv-9377- www.fupress.net/index.php/ri-vista/
Segni nello spazio pubblico. Communication design e narrazione dei luoghi
Cerri
    “Il carattere [di un luogo] è determinato da come le     ritmicamente diversificata definisce lo spazio in
    cose sono, ed offre alla nostra indagine una base        un ambiente sociale dove ogni cosa diventa segno
    per lo studio dei fenomeni concreti della nostra vita
    quotidiana. Solo in questo modo possiamo afferrare       del suo uso possibile3, un intreccio di linguaggi e
    completamente il Genius Loci, lo “spirito del luogo”     forme che caratterizzano la comunicazione urba-
    che gli antichi riconobbero come “quell’opposto” con     na. È proprio dalla narrazione dei luoghi, dagli ele-
    cui l’uomo deve scendere a patti per acquisire la pos-
                                                             menti che li popolano, dalla scrittura organizzata
    sibilità di abitare.”
    Christian Norberg-Schulz1                                attraverso l’arredo urbano e la segnaletica, che si
                                                             percepisce concretamente la città.
Il contributo si propone di rivolgere lo sguardo             De Rubertis sostiene che “Non c’è contenuto che
sull’immagine della città, e su come il communica-           riesca ad essere conosciuto senza attraversare l’e-
tion design sia o possa essere uno strumento utile,          pidermide dei corpi fisici e senza quindi disporsi in
se non fondamentale, per il miglioramento della              un insieme di informazioni che assume forma di
relazione tra i luoghi e chi li abita. L’intento è di        immagine. E l’immagine è il territorio della grafica.
suggerire un punto di vista, o meglio una modalità           […] Sulla superficie la grafica espone e calibra qua-
di indirizzare lo sguardo sul profondo legame che            lità complesse riguardanti l’intero spessore delle
unisce cittadini, città e segni.                             conoscenze umane, secondo i parametri di giudi-
Non c’è dubbio che la città sia “un contenitore dai          zio messi a disposizione da una cultura mutevole e
contenuti semanticamente molto densi”2. Po-                  aventi per oggetto l’intero mondo tridimensionale,
tremmo definirla come un dispositivo di comu-                vale a dire lo spazio in cui si svolge la vita e di cui la
nicazione, che interviene nei rapporti sociali con           grafica indaga gli involucri. Ma lo spazio è il terri-
l’efficacia simbolica propria dei segni. Un disposi-         torio dell’architettura”. In questo senso ci propone
tivo che produce senso e veicola azioni, non solo            una “conflittualità disciplinare dunque. Certo, ma
attraverso gli elementi fisici, ma anche attraver-           anche reciproco apporto di contenuti innovativi e
so percorsi consentiti o suggeriti, regole e divieti         di esperienze d’avanguardia di cui, in momenti di
incorporati nella segnaletica. La città è un luogo           particolare fecondità, ogni ambito operativo si av-
dove una stratificazione temporale complessa e               vale per arricchirsi e rilanciare stimoli”4.

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                  Riconoscere i piani e gli spazi                            forme e nei materiali, che deve continuamente dialo-
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                  Quotidianamente possiamo leggere le città come             gare con gli elementi costitutivi del tessuto urbano.
                  un insieme di segni, segni di natura diversa che si        L’identità di una città o di un paesaggio urbano, più
                  sovrappongono ciclicamente.                                che risultato stabile, acquisito e dato, appare piutto-
                  Un primo strato è costituito dal disegno del tessuto       sto come un processo, un’azione costante di “identi-
                  costruito. La larghezza delle strade, la loro relazio-     ficazione” che necessita di interventi su diversi piani.
                  ne con gli edifici e con lo spazio verde, ci dicono mol-   Come ci ricorda Wim Wenders, “una strada una fi-
                  to: ad esempio se siamo in un centro storico o in una      la di case, una montagna, un ponte, un fiume sono
                  periferia. A questo si aggiunge l’architettura, con la     per me qualcosa di più di un semplice sfondo. Pos-
                  sua complessa trama di segni, immagini e significa-        siedono infatti una storia, una personalità, un’iden-
                  ti. Gli edifici ci parlano costantemente della loro età,   tità che deve essere presa sul serio; e influenzano il
                  della loro funzione originale, delle idee delle persone    carattere degli uomini che vivono in quell’ambiente,
                  che li hanno costruiti, del loro uso attuale.              evocano un’atmosfera, un sentimento del tempo,
                  Lo spazio aperto ci parla contemporaneamente di            una particolare emozione. Possono essere brutti,
                  materiali e trame di superfici orizzontali e vertica-      belli, giovani o vecchi; ma sono comunque elemen-
                  li, attraverso la disposizione degli alberi e l’organiz-   ti presenti, e per un attore è proprio l’unica cosa che
                  zazione dello spazio verde nel suo complesso, con          conti. Quindi meritano di essere presi sul serio”5.
                  la presenza di punti di riferimento e di altre strut-      In questo contesto il designer della comunicazione
                  ture presenti sul territorio. Il tutto fino ad arrivare    ha oggi una responsabilità culturale importante: pro-
                  allo strato più ‘superficiale’, epidermico quasi, rap-     gettare in un ambiente dove le differenze sono e de-
                  presentato dai segni grafici: segnaletica stradale,        vono essere un valore. Non ascoltarle e non includerle
                  cartelli, striscioni, bandiere, cartelloni pubblicita-     nella progettazione potrebbe condurci verso un pro-
                  ri, iscrizioni, murali, targhe. Sono tutti elementi che    dotto globale, intercambiabile e indifferenziabile.
                  condizionano fortemente la nostra percezione del-          Risulta quindi evidente il senso di una rilettura del
                  la città, informando, guidando, dirigendo, pubbliciz-      concetto di genius loci, che impone al progettista di
                  zando, vietando, avvertendo.                               confrontarsi con tale singolarità per trasformarla e
                  Non si tratta quindi solo di una superficie decorati-      collocarla in una contemporaneità vivente.
       128        va, ma di un sistema articolato e regolamentato nelle
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                                                                              Nicolas Moulin, Vider Paris © Nicolas Moulin

Rumore urbano                                              La reazione immediata ad uno spazio così svuotato
Due progetti paiono particolarmente efficaci per ac-       e reso ‘muto’, è stata quella di un disorientamento
compagnare queste prime riflessioni sul ruolo e le         diffuso dovuto alla totale assenza di messaggi si-
potenzialità del communication design.                     gnificanti. L’espulsione dal paesaggio quotidiano di
Si tratta di Vider Paris di Nicolas Moulin e di Delete!    quei messaggi che normalmente guidano i flussi dei
Delettering the public space di Steinbrener-Dempf .        movimenti urbani, ha indotto le persone a comincia-
In entrambi i casi si pone l’accento sull’assoluta in-     re a spiegazioni.
terdipendenza dei tre livelli coinvolti nel processo       Sui rivestimenti gialli utilizzati per coprire la segna-
comunicativo: città, segni, abitanti.                      letica sono apparsi graffiti e scritte del tipo: «ho bi-
Inoltre, provocatoriamente tutti e due i progetti si       sogno di informazioni commerciali!».
concentrano sul cambiamento percettivo provocato
dalla deprivazione di uno o addirittura due dei livelli.   Nicolas Moulin, Vider Paris, 1999-2001
Il primo, Vider Paris, propone un mondo totalmen-               “Ho lavorato con Photoshop in modo molto raziona-
te privo e di segni e di abitanti, rimuovendo siste-            le, come se fossi un’azienda di lavori pubblici. Ho ri-
maticamente dalle strade della capitale ogni traccia            mosso ogni traccia di vita, ho smantellato l’arredo
                                                                urbano e mantenuto l’architettura. Ho anche tenu-
di occupazione umana. Immagine dopo immagine, i
                                                                to i passaggi pedonali, le linee continue e le strisce
successivi scrub rivelano una città con una fisiono-            bianche sul terreno: per cancellarli, sarebbe stato ne-
mia mai percepita, un’immagine che esita tra il di-             cessario applicare uno strato di bitume. Non faceva
segno architettonico e la fotografia delle rovine, tra          parte della logica dell’operazione. Quando vuoi svuo-
                                                                tare una città, non perdi tempo su quella... È finzione
la memoria di Roma e le ambientazioni fotografiche
                                                                senza narrazione”7.
‘vuote’, tanto amate dagli architetti, la Parigi del Pa-
no Voisin e il Louvre di Hubert Robert.6                   Vider Paris è un’installazione articolata in una pro-
Il secondo, Delete! Delettering the public space, na-      iezione video di immagini fisse che scorrono in mo-
sce invece con l’obiettivo di mettere a tacere tutta la    dalità casuale: una serie di immagini ritoccate su un
comunicazione presente nello spazio pubblico, tut-         computer, elaborate partendo da fotografie delle
ti gli stimoli visivi di una tipica strada commerciale:    strade di Parigi. Nelle immagini ogni traccia di vita è
segnali, insegne, loghi, slogan, cartelli pubblicitari     stata rimossa: piante, arredo urbano, pedoni, auto-
sono stati nascosti per la durata di due settimane.e.      mobili... Tutti gli accessi e le entrate agli edifici sono        129
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                  Nicolas Moulin, Vider Paris, © Nicolas Moulin

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Nicolas Moulin, Vider Paris © Nicolas Moulin

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                                                                                                           Delete! Delettering the public space
                                                                                                               © Steinbrener/Dempf & Huber

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                  stati virtualmente bloccati con lastre di cemento fi-          Steinbrener-Dempf & Uber, Delete! Delettering
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                  no al secondo piano. Nicolas Moulin ha privato la cit-         the public space, Vienna, 2005
                  tà della sua stessa sostanza, della sua animazione,            Nell’estate 2005, per un periodo di due settimane,
                  della sua vita, della sua circolazione e della sua ener-       tutti i cartelli pubblicitari, le insegne, i pittogrammi,
                  gia: ha escluso l’uomo. L’artista ha liberato la città         le targhe degli uffici sono stati eliminati dalla Neu-
                  dalle sue funzioni primarie: ospitare l’uomo e pro-            baugasse di Vienna. Solo i segnali necessari per ga-
                  muovere le sue attività sociali.                               rantire la sicurezza sono rimasti. Il tessuto di segni
                  Moulin mostra dunque il guscio svuotato di una cit-            e segnali così caratteristici delle nostre città e che
                  tà diventata senza sangue. Un approccio che trova              normalmente riempie lo spazio tra le strutture ar-
                  riferimenti illustri anche nella pratica di Atget quan-        chitettoniche e i flussi di movimento urbano, è stato
                  do fotografava quartieri, strade ed edifici alla vigilia       radicalmente eliminato dallo spazio pubblico, “can-
                  della loro demolizione8.                                       cellato”. Grazie al progetto artistico Delete!, la strada
                  La manipolazione digitale dell’immagine procede                commerciale, per così dire, tace: i messaggi inequi-
                  più collegando che cancellando, quasi sempre all’al-           vocabili e biunivoci vengono espulsi per fare spazio
                  tezza degli occhi. Tuttavia, i livelli che l’artista ha reso   a una situazione imprevedibile, una virtualità scon-
                  ciechi - piano terra, primo piano o mezzanino - non ci         certante. Delete! rimuove tutti quei segnali scritti,
                  appaiono immediatamente per quello che sono. La                quelle immagini che normalmente cercano di at-
                  forza dell’abitudine ci fa dubitare della loro eviden-         tirare l’attenzione del passante, rendendo reale un
                  te permanenza, quasi suggerendo, attraverso le pa-             fenomeno a cui siamo sufficientemente abituati at-
                  reti fittizie, l’arredamento di un colossale cantiere.         traverso processi di fotomontaggio, ma che nella
                  L’aggiunta di questi piani di cemento a filo con le fac-       Neubaugasse viene tradotto in spazio tridimensio-
                  ciate, in perfette prospettive lineari, sotto luci ideali,     nale e attraversabile. La tecnica alla base di Delete! è
                  trasmuta la città familiare in un luogo strano, labi-          stata di “coprire”: tutti i segnali scritti, tranne quel-
                  rintico e inquietante, che rende gli abitanti estranei         li necessari per la sicurezza stradale, sono stati rive-
                  al loro quartiere, alla loro strada, al loro edificio, de-     stiti con fogli gialli monocromatici, fluorescenti. Le
                  finitivamente inaccessibile, uno spazio in cui è inter-        singole lettere tridimensionali sono state racchiuse
                  rotto drasticamente il dialogo tra l’uomo e il contesto        con teli di plastica.
       134        urbano.                                                        L’ordine dello spazio stradale si trasforma così in
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                  uno spazio “liscio”, che libera qualcosa di molto simi-           e nel design delle facciate come decorazioni astrat-
                  le alla pura potenzialità.                                        te tridimensionali.
                  Se “città” e “deserto” incarnano due principi oppo-               Delete! può essere inteso come un progetto sul te-
                  sti, uno slancio “simile a un deserto” invade l’area              ma della comunicazione nello spazio pubblico: in che
                  delimitata di una strada urbana: l’assenza di signi-              misura gli spazi pubblicitari e le tecniche di segnala-
                  ficanti provoca dapprima disorientamento, ma allo                 zione modellano il quadro estetico di una città? Fino
                  stesso tempo – per dirla in modo più positivo in linea            a che punto influenzano l’esperienza di vita dei re-
                  con i principi del Taoismo – viene prodotto un vuoto              sidenti? Potrebbe essere che l’assenza di messag-
                  che mantiene la pienezza9.                                        gi crei un orrore ancora più profondo, quasi che un
                  I corpi geometrici diventano più evidenti a causa                 luogo senza etichette corrisponda a un corpo senza
                  dell’uniformità monocromatica dei segni, che so-                  funzione.
                  litamente, in quanto portatori dei segnali scritti,
                  sfuggono alla percezione cosciente: i volumi qua-                 Di cosa sono fatti i luoghi
                  drati, disposti verticalmente o orizzontalmente,                  Il territorio è frutto di un lungo processo di coevo-
                  o persino circolari diventano chiaramente visibi-                 luzione fra insediamento urbano, modelli di civiliz-
                  li. A seconda delle condizioni di illuminazione (luce             zazione, ambiente naturale e storia. Comprendere i
                  diurna / luce artificiale) e dell’angolo di visione del-          luoghi, capirne il segreto per inventare il futuro, ri-
                  lo spettatore, emergono diversi paesaggi, che si ri-              chiede questo sapere multidisciplinare, o almeno il
                  compongono in forme nuove, una dietro l’altra o una               dialogo tra molte discipline per ricondurre ad unità
       138        sopra l’altra, e si fondono nell’architettura esistente           la conoscenza del luogo che è indivisibile10.
Cerri
Steinbrener/Dempf & Huber, Delete! Delettering the public space © Steinbrener/Dempf & Huber

L’uomo ‘abita’ quando riesce ad orientarsi in un am-              luogo potremo forse provare a definirla proprio at-
biente e ad identificarsi con esso o, più semplice-               traverso la relazione tra paesaggio e insediamento
mente, quando esperisce il significato stesso di un               analizzando le categorie di “spazio” e “carattere”.
ambiente. Abitazione è quindi qualcosa di più di un               In letteratura il termine spazio è stao oggetto di nu-
semplice rifugio, implica che gli spazi in cui si svol-           merosi tentativi di definizione in termini di concre-
ge la vita siano “luoghi”, spazi dotati di un caratte-            tezza e qualità: dalla rigida distinzione tra esterno e
re distintivo.                                                    interno come base prima della sua comprensione11,
È impossibile per noi immaginare un evento senza                  all’introduzione dei concetti di nodo, percorso e limi-
un luogo a cui riferirlo: comunemente diciamo                     te al fine di individuare gli elementi alla base dell’o-
che un evento ha avuto luogo e luogo è il termine                 rientamento al suo interno12, fino alla definizione
concreto che usiamo per definire un ambiente.                     di spazio come “sistema di luoghi”, definizione che
Ma cosa si intende dunque per ‘luogo’? Non cer-                   contiene l’implicito concetto di uno spazio sempre
to una semplice localizzazione astratta, piuttosto                radicato all’interno di situazioni concrete13. Introdu-
un insieme di cose concrete, forme, colori, materia-              cendo su tutto questo il concetto di ‘carattere’ ag-
li, atmosfere, che ne definiscano l’essenza, qualco-              giungiamo la variabile dell’‘atmosfera’: tutti i luoghi
sa di più di una semplice somma di fattori, quanto                hanno un carattere che viene definito dalla costru-
piuttosto un fenomeno totale, qualitativo. Terre-                 zione materiale, formale del luogo, su cui agiscono
no, orizzonte, cielo, delimitano lo spazio dei luoghi,            anche funzioni temporali, che ne modificano la per-
il paesaggio, così come pavimento, parete e soffit-               cezione a secondo delle stagioni, del tempo, della lu-
to delimitano lo spazio costruito: la struttura di un             ce stessa. Gli edifici con le loro tipologie definiscono   139
Malte Martin, Pôle Molière aux Mureaux, Parigi
                                                                                                          © Malte Martin, Paul Kozlowski
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                  l’articolazione formale di un luogo, ma “un edificio      tura spaziale che ne faciliti l’orientamento, la com-
  seconda serie

                  è qualcosa che ripara. Funzione ancestrale della ca-      prensione, un luogo deve contenere oggetti concreti
                  sa è proteggere e fornire privacy, tanto psicologica      con cui identificarsi. L’identificazione è alla base del
                  che fisica”14.                                            senso di appartenenza e in questo senso l’architettu-
                  Complessità e contraddizioni intrinseche al fenome-       ra può aiutare l’uomo ad abitare, ma per fare questo
                  no architettonico quindi, ma anche emotività, am-         deve comprendere pienamente la ‘vocazione’ di un
                  biguità, ironia e mutamento, perché la struttura di       luogo, relazionarsi e concretizzare il suo genius loci.
                  un luogo non è una condizione fissa, eterna: i luo-       È compito del designer della comunicazione
                  ghi mutano e proteggere e conservare il genius loci       contribuire a rendere concreto il racconto di questi
                  significa concretizzarne l’essenza in contesti stori-     processi: narrare i luoghi per partecipare con i
                  ci sempre nuovi. Quando un uomo ‘abita’ è simul-          propri strumenti al processo di identificazione e
                  taneamente localizzato in uno spazio esposto a un         riappropriazione degli spazi da parte degli abitanti,
                  determinato carattere ambientale. Le due funzioni         intendendo con questo termine, chi vive, chi lavora o
                  implicite dell’abitare possono essere individuate in      chi semplicemente attraversa quegli spazi
                  ‘orientamento’ e ‘identificazione’: per sentirsi sicuro
                  in un luogo l’uomo deve potersi orientare, conoscere      Social Design: il contributo innovativo di Malte
                  dove è, ma deve anche essere capace di identificarsi      Martin e Ruedi Baur
                  con l’ambiente, sapere come è fatto un certo luogo.       Malte Martin e Ruedi Baur, i designers di cui portiamo
                  Facendo riferimento a Lynch possiamo dire che “una        qui ad esempio alcuni progetti, lavorano da sempre
                  buona immagine ambientale da al suo possesso-             in una dimensione interdisciplinare assoluta muo-
                  re un senso di profonda sicurezza emotiva”15 e che        vendosi tra diversi ambiti del progetto, a cavallo tra
                  “il terrore di perdersi deriva dalla necessità un orga-   performance e installazione artistica. Malte Mar-
                  nismo mobile di orientarsi nel suo ambiente”16. Ma        tin nasce a Berlino, ma articola la sua formazione tra
                  abitare significa anche e soprattutto creare una re-      Stoccarda e Parigi, città dove attualmente risiede e
                  lazione identificante con l’ambiente, un’identifica-      dove si occupa di comunicazione visiva, danza, teatro
                  zione che in larga misura si sviluppa attraverso la       e musica contemporanea. Ha fondato Agrafmobile,
                  relazione con i luoghi e con le cose.                     spazio di sperimentazione creativa visiva e sonora
       140        Non basta quindi che un ambiente abbia una strut-         nella relazione che si articola tra gesti e segni. È co-
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 Malte Martin, Pôle Molière aux Mureaux, Parigi
 © Malte Martin, Paul Kozlowski

fondatore della Piattaforma Socialdesign, dove col-         sandolo, si soffermeranno a leggere. Trasportare la
labora con progettisti, sociologi e paesaggisti quali       letteratura all’esterno affinché il nostro spazio in-
Ruedi Baur, Sébastien Thiery e Gilles Clément.              terno possa rigenerarsi.
Il progetto realizzato per il Pole Moliére è senza dub-
bio un esempio virtuoso dell’attitudine di Malte a          Malte Martin, Pôle Molière aux Mureaux, Parigi,
instaurare relazioni forti e attente con il contesto in     segnaletica sociale partecipata
cui opera.
                                                                 “Agrafmobile me permet d’exprimer mon envie de
 In questo lavoro è evidente la scelta di usare forme            recréer, grâce à ce théâtre visuel, un espace public
e colori semplici per la caratterizzazione dei singo-            qui donne à voir et à lire autre chose que des signes
li spazi, in considerazione soprattutto delle possibi-           administratifs ou commerciaux. C’est aussi une ten-
                                                                 tative de reconquérir l’espace public comme espace
li difficoltà della comunità plurilingue del quartiere
                                                                 d’imagination appartenant à ceux qui y vivent”17.
ad accedere alla lingua francese. Fondamentali so-
no state, ai fini del successo del progetto, tutte le       Malte Martin ha aperto con Agrafmobile uno spazio
pratiche di coinvolgimento e di riappropriazione de-        per la sperimentazione artistica e la ricerca espressi-
gli spazi da parte degli abitanti, specie di bambini e      va che occupa lo spazio urbano e le aree quotidiane.
adolescenti, elaborate attraverso percorsi laborato-        Spazio pubblico, immagine, segno, ambiente visivo,
riali e performativi guidati.                               tattile e sonoro sono al centro del suo lavoro di ricer-
Gli altri due progetti introducono elementi poetici,        ca. Il progetto qui presentato è quello realizzato per
grafici, identitari nei luoghi stessi in cui sono stati     il centro Molière aux Mureaux, un insieme di edifi-
creati, innescando processi di memoria e condivisio-        ci adibiti a servizi pubblici in un quartiere in fase di
ne, legati agli oggetti fisici che popolano lo spazio       ristrutturazione nella banlieue parigina: asilo nido,
collettivo, quali muri, marciapiedi, panchine, ponti,       scuola materna, scuola elementare, sale polifunzio-
edifici. In entrambi la collaborazione tra Ruedi Baur       nali, ristorante, uno spazio transgenerazionale che è
– che si è autodefinito un “urbanista dei segni” – e        contemporaneamente sicuro ma aperto al mondo.
la scrittrice e artista Karelle Ménine, mette in atto       Per questo progetto è stata disegnata una segna-
percorsi il cui risultato finale è un’opera di scrittura    letica composta da un vocabolario di forme semplici
collettiva, che utilizza lo spazio pubblico come car-       (cerchio, quadrato, triangolo) e di colori elementa-
ta su cui tracciare testi per quei lettori che, attraver-   ri (rosso, giallo e blu) facilmente riconoscibile dagli      143
Malte Martin, Pôle Molière aux Mureaux, Parigi
© Malte Martin, Paul Kozlowski
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                  Ruedi Baur, Karelle Ménine, La Phrase © Ruedi Baur

                  abitanti del quartiere, molti dei di origine stranie-      Ruedi Baur, Karelle Ménine, La Phrase
                  ra, per aiutarli ad orientarsi rispetto alle diverse       scrittura urbana collettiva Mons, 2015
                  funzioni della città pubblica. La segnaletica ha qui            “L’expression publique s’est beaucoup affaiblie de-
                  l’obiettivo di rendere evidenti le funzioni, donando-           puis 40 ans, il faut se réapproprier l’espace public et
                  le al contempo una identità unica. Una segnaletica              recommencer à y vivre, y réintroduire de la poésie .
                                                                                  L’idée n’est pas de faire de l’art le sauveur de la so-
                  che, anziché essere pensata come un arredo o come
                                                                                  ciété, mais de remettre le patrimoine culturel dans
                  una decorazione aggiunta a posteriori, è stata idea-            la cité, de le sortir des institutions officielles que ne
                  ta in eco e interazione al gesto architettonico: le for-        fréquente qu’une partie de la population”18.
                  me si fondono con le pareti, i vetri, i pavimenti del
                                                                             Nel 2015 una frase di 10 km ha attraversato le mura
                  polo, dispiegando una composizione plastica nello
                                                                             della città di Mons. Un esperimento di progettazio-
                  spazio. Durante il cantiere per la realizzazione del-
                                                                             ne urbana guidato da Ruedi Baur e Karelle Ménine e
                  la segnaletica sono stati aperti anche dei laboratori
                                                                             definito dai suoi creatori come un progetto “di scrit-
                  interattivi con gli abitanti-utenti del centro. Ai labo-
                                                                             tura e territoriale”, proposto con lo scopo dichiarato
                  ratori hanno partecipato circa 350 persone, 5 scuo-
                                                                             di “offrire la letteratura alla città in cui è nata”19.
                  le elementari e 6 scuole materne, sviluppando un
                                                                             Eletta Capitale europea della cultura 2015, Mons è
                  processo di appropriazione dello spazio e delle strut-
                                                                             tutt’ora una città in difficoltà economica, come mol-
                  ture da parte degli abitanti e dei futuri utilizzatori.
                                                                             te nella regione. Cittadina in passato prospera, ri-
                                                                             fugio di una cerchia di autori surrealisti negli anni
       146                                                                   ‘30, subisce profondamente la chiusura delle minie-
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Ruedi Baur, Karelle Ménine, La Phrase © Ruedi Baur

re e la crisi dell’industria siderurgica negli anni ’70, al   l’inchiostro su una pellicola protettiva bianca da ri-
punto che un quarto della popolazione ancora oggi             muovere alla fine del progetto, mentre la scrittura
soffre di povertà e anche di analfabetismo.                   a terra è fatta semplicemente con la vernice. In pre-
Nel 2013 per preparare l’evento “Mons 2015”, l’arti-          cedenza, Karelle Ménine aveva negoziato con ogni
sta Karelle Ménine propone un progetto originale              proprietario (centinaia in totale) la possibilità di uti-
chiamato La Phrase, pensato con Ruedi Baur: scri-             lizzare il loro muro o il marciapiede di fronte alla lo-
vere, nel cuore della città, una frase di 10 chilome-         ro casa. Una fase di prototipazione ha consentito di
tri sviluppata da un corpus tratto da opere di autori         superare la resistenza e la riluttanza dei residenti
di Mons, poi di Hainaut in Belgio e infine da tutto il        che si preoccupavano dei possibili vandalismi al te-
mondo. La Phrase inizia il suo percorso alla stazio-          sto una volta scritto sul muro.
ne ferroviaria dove accoglie i visitatori e dove, dopo        Il laboratorio Integral Ruedi Baur ha reso possibi-
aver attraversato tutta la città, li riporta. Le parole       le il progetto definendo i percorsi, misurando le su-
sono posizionate su pareti e marciapiedi, reagen-             perfici, calcolando del numero di lettere da inserire
do a rilievi, formati di mattoni, finestre e angoli del-      per ogni segmento. Ruedi Baur ha individuato per
le strade.                                                    la scrittura il carattere Garaje di Thomas Huot-Mar-
La Phrase è stato un work in progress che si è svilup-        chand, che offre il grande vantaggio di essere mo-
pato per tutto l’anno 2015. Ogni giorno 35 milioni di         dulare nello spazio e adattarsi quindi a tutte le
lettere sono state dipinte in maiuscolo da tre pitto-         esigenze dei diversi supporti.
ri, cittadini temporanei di Mons, dove hanno abitato
con le loro roulotte. Le parole sono state scritte con                                                                    147
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Mappa delle città coinvolte nel progetto Viaggio tra le lingue
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                  © Ruedi Baur - http://civic-city.org/linguas/

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                  Ruedi Baur, Vera Baur, Karelle Ménine, Viaggio tra               perswil, Sagliains, Faido, Siere | Siders, Sion | Sitten,
                  le lingue, installazione grafica di letteratura mul-             Nyon, Biel | Bienne, hanno reso disponibile una serie
                  tilingue nello spazio pubblico, Svizzera 2017                    di spazi pubblici che potesse accogliere composizio-
                  Nel 2017, in occasione dei suoi 50 anni, la Fondazione           ni grafiche, dando visibilità a questo capitale, quello
                  Walter e Ambrosina Oertli, nell’intento di promuo-               letterario, così particolare.
                  vere il multilinguismo e la coesione nazionale attra-            Muri, marciapiedi, facciate, piazze… strade, centri
                  verso la comprensione reciproca approfondita tra le              storici, quartieri… sono diventati i supporti di un la-
                  diverse comunità, ha affidato a Ruedi e Vera Baur                voro di ricerca, e di creazione letteraria e di grafica in
                  con Kerelle Ménine, l’incarico di elaborare un proget-           situ, rivelatore della forza del plurilinguismo.
                  to culturale che includesse tutte le aree linguistiche           La scrittura, la tipografia, la composizione, il ge-
                  della Svizzera.                                                  sto della scrittura possono contribuire a risvegliare
                  La diversità culturale e il plurilinguismo, praticati per        l’aspetto emotivo di un testo Nelle parole di Karel-
                  secoli, fanno parte della storia della Svizzera e rap-           le Menine “durantei nostri primi sopralluoghi in una
                  presentano un tratto costitutivo dell’identità del               città, esploriamo. Un edificio, un tunnel, una terra
                  paese.                                                           desolata, un vicolo ... stiamo cercando lo spazio do-
                  Come è noto, le lingue ufficiali adottate sono quat-             ve il testo troverà il suo spazio più adatto migliore.
                  tro: il tedesco (parlato dal 63% della popolazione),             Quindi, secondo le autorizzazioni, le possibilità, mi-
                  francese (22,7%), italiano (8,1%) e romancio (0,5%),             suriamo e calcoliamo. Sull’arco di un ponte: quante
                  un dialetto con le diverse varianti sutselvisch, sursel-         parole? E sul muro di una stazione o di una banca?
                  visch, surmiran, puter e vallader.                               Durante il lavoro di scrittura siamo più simili agli
       154        Le sei città che hanno partecipato al progetto, Rap-             operai che agli scrittori, un paragone che si adatta
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Ruedi Baur, Vera Baur, Karelle Ménine, Viaggio tra le lingue © Ruedi Baur - http://civic-city.org/linguas/

così bene e che ci ricorda che la letteratura è un pro-                architettonica. In realtà la relazione tra le due disci-
dotto della scrittura”20.                                              pline ha analogie e collegamenti molto profondi e di-
                                                                       namici che connettono continuamente i processi del
Il territorio della grafica                                            progetto grafico a quelli del progetto architettonico.
Grafica e architettura si sono frequentemente re-                      Progettare una rivista, un libro per esempio, obbli-
lazionate e reciprocamente influenzate. La paro-                       ga il progettista grafico a confrontarsi con il bilan-
la ‘grafica’ giustapposta a ‘architettura’ ha assunto                  ciamento dei pieni e dei vuoti, con le proporzioni, il
spesso, storicamente, connotazioni negative sug-                       ritmo, la composizione dello spazio, problemi che
gerendo in larga misura l’utilizzo di orpelli e decora-                parimenti affronta un architetto nel progetto di una
zioni tanto da far affermare ad Adolf Loos, autore                     facciata o di una pianta.
non a caso del testo Ornamento e architettura: “ver-                    Parlare di architettura tipografica significa quin-
rà il giorno in cui l’arredamento di una cella carce-                  di parlare di qualcosa che ha molto in comune con
raria ad opera del tappezziere di corte Schulz o del                   la progettazione architettonica. Carlo Frassinelli nel
professor Van Der Velde sarà considerato un inaspri-                   suo Trattato di Architettura tipografica insisteva su
mento della pena”21.                                                   elementi quali disposizione, contrasto, ritmo, come
Questo perché parlando di grafica e architettura                       caratteri fondamentali per la costruzione dell’armo-
molto spesso ci limitiamo a considerare la funzione                    nia e su come la divisione dello spazio sia elemento
della ‘grafica’ legata alla percezione visiva, all’orga-               imprescindibile nella composizione della pagina22.
nizzazione formale della tavola, alla funzione del se-                 Analogamente Le Corbusier nel suo Verso un’archi-
gno grafico come strumento della rappresentazione                      tettura affermava che “il tracciato regolatore è una       155
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                  garanzia contro l’arbitrio […]. La scelta e le modali-     città, rapporto costante nel tempo e nella storia
  seconda serie

                  tà d’espressione del tracciato sono parte integrante       che ci permette di leggere il luogo urbano come una
                  della creazione architettonica” 23. Grafici e architet-    grande partitura di segni.
                  ti hanno incrociato, sommato talvolta, le loro com-
                  petenze in numerosi progetti, ma forse dovremo             Grafica e città
                  cominciare a chiarire meglio cosa si intende con la
                                                                                  “A chi l’avesse percorsa con l’animo e l’atten-
                  parola ‘grafica’ e a quale mestiere ci stiamo riferen-          zione del turista non frettoloso, una qualsiasi città
                  do quando parliamo di ‘grafici’. Questo termine, co-            dell’Impero romano tra I e III secolo d.C., sarebbe ap-
                  me altri nella nostra lingua viene usato in contesti            parsa caratterizzata non solo e non tanto da statue,
                                                                                  dai templi, dai luoghi pubblici di ritrovo, dai colori e
                  molto diversi con sfumature e accezioni vicine ma
                                                                                  dal traffico, quanto dalle scritte presenti dapper-
                  allo stesso tempo lontanissime.                                 tutto, nelle piazze, nelle strade, sui muri e nei cor-
                  Con il termine grafica ci riferiamo solitamente in mo-          tili, dipinti, graffite, incise sospese in tabelle lignee
                  do generico al prodotto della progettazione orientata           o tracciate su riquadrature bianche, diversissime tra
                                                                                  loro non soltanto per aspetto, ma anche per conte-
                  alla comunicazione visiva, ma il termine grafico inte-
                                                                                  nuto, essendo ora pubblicitarie, ora politiche, ora fu-
                  so come professione, è spesso usato erroneamente.               nebri, ora celebrative, ora pubbliche, privatissime di
                  Quello che intendiamo approfondire meglio in que-               appunto o di insulto, o di scherzoso ricorda; e natu-
                  sta sede è l’aspetto che in qualche modo ha man-                ralmente rivolte se non proprio a tutti, a molti, e cioè
                                                                                  ai molti alfabeti facenti parte della comunità urba-
                  tenuto costante il proprio legame con il grafico, il
                                                                                  na”25.
                  visual designer fino al più attuale communication
                  designer. Vale a dire la relazione con la scrittura, in-   Questa descrizione della Roma imperiale di Arman-
                  dividuata come cardine e centro metodologico del           do Petrucci potrebbe facilmente essere traslata sulle
                  design della comunicazione.                                nostre città contemporanee: una serie quasi infini-
                  La grafica è la scrittura dei messaggi visivi24, e co-     ta di scritture sovrapposte che generano un sistema
                  me tale anche nei suoi segni più elementari, è sem-        articolato e polifonico sia dal punto di vista dei con-
                  pre anche l’immagine del messaggio da comunicare           tenuti che da quello degli artefici: grafici, progetti-
                  e rappresenta quindi il codice notazionale per eccel-      sti della comunicazione, ma anche anonimi soggetti
                  lenza del grafico. E in questa direzione diventa an-       che utilizzano grafica e scrittura in modi privati.
       160        che importante e densa la relazione tra scrittura e        Un primo profondo strato è quello più saldamente
Cerri
connesso con l’architettura stessa delle nostre città:        le e automatizzata, mentre l’uso del termine lette-
pietre incise, iscrizioni e decorazioni epigrafiche su        ring è più correttamente riferito a esemplari unici,
palazzi di tutte le epoche a rappresentare una sor-           creati per scopi specifici ragionando su dimensioni,
ta di trascrizione urbana della cultura e del periodo         materiali e superfici. Aspetto fondamentale è
storico in cui si sono stratificate. Una pratica che ha       quindi quello visivo.
accompagnato costantemente l’evoluzione sociale,              Il lettering contribuisce a definire gli spazi, li rende
culturale e politica vuoi come affermazione del po-           comprensibili e unici, ne definisce l’identità, la fun-
tere, temporale o ecclesiastico, vuoi come riappro-           zione, rassicura chi viaggia favorendone l’orienta-
priazione, spontanea o ragionata, dell’ambiente               mento e contribuisce ad esprimere l’essenza stessa
urbano moderno. E all’interno di questi due estremi           di un luogo. La segnaletica si interseca e si sovrap-
una moltitudine di scritte, sistemi toponomastici,            pone talvolta ai sistemi identitari fondendosi in un
mappe, segnaletiche, stratificazione di dispositivi           sistema complesso, ma definito, che ci aiuta nel ‘tro-
informativi, prescrizioni e divieti che si sovrappon-         vare la strada’ in mezzo alla campagna come all’in-
gono all’architettura, una sorta di layer variegato per       terno di una stazione ferroviaria.
forme e colori che, utilizzando il segno grafico sup-         Come precisa Alan Bartram: “Architectural letter-
porta, o meglio tenta di supportare, la quotidianità          ing is unarguably part of the environmental texture,
di cittadini, city users26 e turisti.                         providing visual and historical richness. Each period
Le lettere sono presenti ovunque nell’ambiente                had its own visual language, which added its own
in cui viviamo27: segnali, iscrizioni sugli edifici che       character and flavour to the environment, and its
spesso passano inosservati agli uomini, ma anche              own layer of history. The contribution which letter-
alla ricerca che non se ne occupa come disciplina             ing makes to the pleasure of walking around Bath
scientifica a sé.                                             may be less obvious than the architectural beauties
Il lettering ambientale28 non costituisce materia au-         of the city; but the continual and consistent quality
tonoma di indagine e viene affrontato solitamente             of the street names, carved in a subtly varying form,
all’interno di altre discipline ottenendo così di limi-       has an almost subconsciously civilizing effect”29.
tare l’analisi ad alcuni degli aspetti peculiari. La ricer-   L’uso che facciamo del lettering per identificare luo-
ca si occupa spesso di caratteri tipografici in quanto        ghi specifici, costituisce una parte fondamenta-
prodotti industriali soggetti a riproduzione seria-           le della nostra relazione con lo spazio pubblico: non      161
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                  Ruedi Baur, Biblioteca-mediateca Malraux, Strasburgo.
                  Le foto relative ai progetti della Mediatheque e della Place du Château a Strasburgo sono state realizzate durante un viaggio di studio
                  con il Didacommunicationlab, Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze.

                  contribuisce semplicemente alla identificazione let-                  riegati, come abbiamo visto, la storia della relazio-
                  terale del luogo, ma consente di raccontare qualcosa                  ne uomo-città. Non solo lapidi romane, epigrafia
                  di più sui singoli spazi che ci circondano. Bartram ar-               alto-medievale o iscrizioni celebrative nel conte-
                  riva a sostenere addirittura, che il modo di incidere i               sto monumentale, ma anche segno caratterizzante
                  nomi delle strade influisca sul nostro modo di perce-                 dell’architettura di regime con gli sperimentalismi
                  pire l’ambiente circostante.                                          grafici essenziali nella politica monumentale del pe-
                  Certamente lettere e parole sono lì per dire qualco-                  riodo fascista o il dilagare spontaneo delle scritte
                  sa: costituiscono il mezzo con cui l’informazione vie-                murali esposte, che esprimono e teorizzano la riap-
                  ne trasmessa ed elaborata dalla mente umana, un                       propriazione degli edifici in un intento politico di oc-
                  complesso archivio di strani frammenti di informa-                    cupazione e trasformazione degli spazi urbani.
                  zioni, dormienti, in attesa di essere scatenati da in-                Ruedi Baur, si occupa frequentemente di proget-
                  contri inaspettati.                                                   tazione di sistemi di identità e di orientamento per
                                                                                        lo spazio pubblico: musei, ospedali, aeroporti, am-
                  Parole nell’architettura                                              bienti urbani, in questo spesso affiancato da archi-
                  Prendiamo ancora ad esempio il lavoro di Rue-                         tetti, urbanisti, sociologi, esperti di segnaletica e
                  di Baur per parlare della persistenza progettuale e                   scenografi. “Proveniamo innegabilmente dalla cul-
                  funzionale esplicitata nelle iscrizioni urbane con-                   tura della grafica, dell’identità visiva e della segna-
                  temporanee. Questa pratica di comunicare attraver-                    letica. Vi abbiamo innestato la cultura della messa
                  so l’apposizione di segni sugli edifici ha da sempre                  in scena dell’oggetto e dello spazio”30.
       162        accompagnato in modi plurali e stilisticamente va-                    Il suo principale obiettivo come progettista è quel-
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Ruedi Baur, Mediatheque Malraux, Strasburgo

lo di connotare visivamente l’ambiente in cui vivere,            damente radicate nel territorio e si legano profon-
senza mai appiattirne le molteplici influenze cultu-             damente alla realtà socio-economico e urbanistica
rali che lo hanno caratterizzato nel tempo, anzi in-             nella quale collocano. Nel caso della biblioteca-me-
tegrandole e valorizzandole. Il suo design non è mai             diateca Malraux di Strasburgo, l’ambiente è il paes-
neutrale, esprime sempre una posizione, a volte an-              aggio fluviale – con la progressione lineare dei filari
che politica, forte della consapevolezza della sua re-           di alberi, dei pontili e delle banchine – che detta le
sponsabilità culturale, frutto delle esigenze dettate            regole le regole per la riconversione e l’ampliamento
della contemporaneità.                                           di un ex deposito per la conservazione di cereali. Sia-
                                                                 mo nella presqu’île (penisola) André Malraux, appro-
                                                                 do fluviale storico della città, destinato a diventare il
Ruedi Baur, Mediatheque Malraux, Strasburgo                      nuovo polo culturale della capitale alsaziana e a os-
      “Quello che m’interessa innanzitutto è l’uso della ti-     pitare in seguito anche altri edifici pubblici, archivi e
      pografia come base di un linguaggio visivo che con-        centri commerciali.
      ferisca identità. Si può oltrepassare questa logica        Lo studio svizzero Integral Ruedi Baur è intervenu-
      stupida della ripetizione infinita di segni identici e
                                                                 to sul progetto collaborando strettamente con gli
      mettere in atto linguaggi visivi che siano riconosci-
      bili in ogni espressione, qualunque essa sia; si può ri-   architetti Ibos e Vitart, attraverso il linguaggio vi-
      cercare la singolarità, articolare di nuovo le regole e    sivo dei segni. Indicazioni, parole, citazioni – come
      adattarle al contesto”31.                                  quella dei due architetti32 – e colori, sono stati ap-
Le architetture di Jean-Marc Ibos e Myrto Vitart, per            plicati sulle superfici esterne, sulle pareti interne e
la maggior parte situate in Francia, sono profon-                sui pavimenti dell’edificio, per indirizzare e orientare    167
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                  Ruedi Baur, Place du Château, Strasburgo

                  i visitatori, ma anche per aggiungere nuovi livelli di     Ruedi Baur, Place du Château, Strasburgo, 2011-
                  lettura e di utilizzo di questa architettura.              2013
                  Sul pavimento le parole, avvolte attorno ai pilastri       Fino al 2010 Place de Château era un vuoto urbano
                  e inscritte sulle pareti, punteggiano gli spazi e rive-    popolato dalle automobili e dal traffico Una conta-
                  lano i materiali che compongono l’edificio, mentre         minazione poco compatibile, considerato che sui
                  quelle necessarie per l’orientamento, risaltano for-       quattro lati di questa piazza in pieno centro storico a
                  temente nello spazio evidenziate da caselle co-            Strasburgo, si affacciano la Cattedrale di Notre-Da-
                  lorate. Sulla facciata e sulle pareti laterali, le frasi   me, edificio monumentale in stile gotico medievale,
                  rimangono sullo sfondo, leggermente indebolite             il Museo dell’Opera e la Fondazione Notre-Dame in
                  dalla cancellazione di parte di ogni lettera e i diversi   stile rinascimentale, il Gabinetto di Disegni e Stam-
                  stili tipografici rafforzano la particolarità di ciascun   pe, il liceo Fustel Coulanges e il Palazzo dei Rohan in
                  testo esprimendo le funzioni che definiscono ques-         stile neoclassico.
                  ta libreria multimediale.                                  Nel 2010 l’amministrazione comunale decise di rivi-
                  Attraverso una selezione fatta da Thibault Fourrier,       talizzare l’area, eliminando traffico veicolare e par-
                  il progetto confronta testi alsaziani, testi di lingue     cheggio e restituendo alla piazza la sua funzione
                  straniere, europee o dialetti appartenenti alle popo-      pubblica e sociale.
                  lazioni del luogo che potrebbero frequentare la me-        Il progetto di Ruedi Baur, realizzato in collaborazio-
                  diateca, sottolineando la volontà di meticciamento         ne con Catherine Linder, paesaggista e urban planner
                  culturale e linguistico, caratteristica dell’approccio     francese, si è articolato in una lunga struttura di pie-
       168        progettuale di Ruedi Baur.                                 tra arenaria che si sviluppa lungo tutta la piazza del
Cerri

        169
seconda serie

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172
Cerri
Ruedi Baur, Place du Château, Strasburgo

Castello, con l’obiettivo di valorizzare i monumenti           sui blocchi creano una sorta di “pizzo”, interpretazio-
che circondano la piazza, dare più leggibilità ai cinque       ne contemporanea delle decorazioni realizzate per
musei, sostenendo il naturale flusso dei visitatori.           la Cattedrale. A ciascuna delle tre lingue utilizzate
L’intervento proposto si allinea al selciato origina-          per le informazioni scolpite corrisponde un caratte-
le della Cattedrale utilizzando lastre di gnèiss per la        re e una vibrazione tipografica. Alcune superfici ver-
pavimentazione, integrate da bande di arenaria ro-             ticali includono informazioni direzionali, incise nelle
sa dei Vosgi, materiale con cui è costruita anche l’e-         pareti laterali dei blocchi, mentre nel blocco centrale
dificio religioso. I blocchi della struttura diventano         alloggia un’opera artistica prodotta dalla Fondazio-
così il segno evidente di una intenzionale ricucitu-           ne dell’Opera di Nostra Signora, un omaggio al lavo-
ra tra il tessuto stradale e lo spazio antistante al-          ro di scultori e scalpellini che hanno contribuito alla
la Cattedrale, con l’obiettivo implicito di ricostruire        costruzione della Cattedrale. Completa il progetto
l’idea della piazza come spazio pubblico unico, una            l’inserimento di dieci tigli collocati alle due estre-
piazza dove poter sostare, giocare e godere del-               mità della piazza. Fondamentale è stata in questa
le architetture che vi si affacciano. L’installazione          opera la relazione fortemente interdisciplinare che è
è strutturata su tre livelli: un livello del pavimen-          alla base del progetto: design e architettura del pae-
to, un livello di seduta e un livello di lettura. I testi di   saggio certamente, ma anche la città stessa ha con-
presentazione dei musei, del Duomo, della piazza e             tribuito nella forma di un dialogo continuo, a volte
del quartiere, sono stati sabbiati direttamente sul-           difficile, ma partecipato e collettivo che ha portato
le pietre e appaiono in rilievo rispetto alla superficie       alla riqualificazione di uno spazio profondamente
piana dell’arenaria. L’effetto finale, sembra ispirar-         inserito nella storia e nel patrimonio emotivo degli
si agli stilemi plastici della cattedrale e le incisioni       abitanti di Strasburgo.
                                                                                                                         173
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    2020          Note
  seconda serie

                  1
                    Christian Norberg-Schulz. Genius Loci. Paesaggio Am-           10
                                                                                      Alberto Magnaghi, Il progetto locale. Bollati Boringhie-
                  biente Architettura, Electa, 1979, p. 11.                        ri, 2000,p. 9
                  2
                    Ugo Volli, Il testo della città. Problemi metodologici e       11
                                                                                       Cfr. Siegfried Giedion, L’eterno presente: le origini
                  teorici, in «La città come testo. Scritture e riscritture ur-    dell’architettura, trad. it. Feltrinelli, 1969 (ed. or. The
                  bane», 01-01/2008, p. 14.                                        eternal present: a contribution on constancy and change.
                  3
                    La frase fa esplicito riferimento ad un testo di Umberto       The Beginnings of Architecture, 2 voll., Oxford University
                  Volli, op. cit. p.15, ma in letteratura questi temi ricorrono    Press 1962-64).
                  anche negli scritti di Roland Barthes, per cui sono sta-         12
                                                                                      Cfr. Kevin Lynch, L’immagine della città, trad. it. Marsil-
                  ti oggetto di ricerca e alla cui opera si rimanda per ogni       io, 1964 (ed. or. The Image of the City, MIT Press, 1964).
                  approfondimento, con particolare riferimento Roland              13
                                                                                      Cfr Paolo Portoghesi, Le inibizioni dell’architettura mo-
                  Barthes, Elementi di Semiologia, Einaudi, 2002 (ed. or.          derna, Laterza, 1974.
                  Eléments de sémiologie, Edition di Seuil, 1964)                  14
                                                                                       Robert Venturi cita una frase di Louis Kahn nel suo
                  4
                    Roberto de Rubertis, Editoriale in «Dimensioni del dise-       Complessità e contraddizioni nell’architettura, Bari, De-
                  gno. Grafica-Architettura» gennaio-dicembre 1999                 dalo, 1980.
                  5
                    Wim Wenders, L’atto di vedere, Ubulibri, Milano 1992.          15
                                                                                      K. Lynch, op. cit.p. 26.
                  6
                    Hubert Robert, Vue imaginaire de la Grande Galerie du          16
                                                                                      K. Lynch, op. cit.p. 139.
                  Louvre en ruine, 1796. Paris, Musée du Louvre. In M. Ma-         17
                                                                                      Le parole sono quelle di Malte Martin, che nei suoi pro-
                  karius, Ruines, Flammarion, Paris, 2004, 104-105.                getti esprime costantemente la volontà di rivendicare lo
                  7
                    Nicolas Moulin parla così in un’intervista rilasciata in       spazio pubblico come spazio di immaginazione che ap-
                  occasione dell’inaugurazione della sua mostra: “Pour VI-         partiene a coloro che lo abitano.
                  DERPARIS, j’ai travaillé sur photoshop de manière très           Cfr. http://www.moreeuw.com/histoire-art/malte-mar-
                  rationnelle, comme si j’étais une entreprise de travaux          tin.htm
                  publics. J’ai ôté toute trace de vie, j’ai démonté le mobilier   18
                                                                                        La frase (cfr. https://www.pixelcreation.fr/graphi-
                  urbain et gardé l’architecture. J’ai aussi conservé au sol       smeart-design/livres/la-phrase-de-ruedi-baur-et-ka-
                  les passages piétons, les lignes continues et les bandes         relle-menine/) appartiene a Karelle Ménine, artista
                  blanches : pour les effacer, il aurait fallu poser une couche    francese che concentra la sua ricerca tra letteratura e
                  de bitume. Ça n’entrait pas dans la logique de l’opération.      linguaggio attraverso installazioni, opere teatrali, lavori
                  Quand on veut vider une ville, on ne perd pas de temps à         editoriali e interventi nello spazio pubblico.
                  ça… C’est une fiction sans narration”.                           19
                                                                                       Le frasi tra virgolette sono tratte da un’intervista a
                  cfr. https://atlasofplaces.com/photography/vider-paris/          Ruedi Baur cfr.: https://www.designboom.com/design/
                  8
                    Eugène Atget. Itinéraires parisiens, Paris-Musees As-          la-phrase-mons-integral-ruedi-baur-05-01-04/
                  sociation, 1999                                                  20
                                                                                      La frase appartiene a Karelle Ménine, cfr. Karelle Mé-
                  9
                    Le parole tra virgolette sono citazioni dal sito degli au-     nine, Vera e Ruedi Baur, Voyages entr les langues, Edition
                  tori del progetto. Cfr.: http://www.steinbrener-dempf.           Gallimard, 2018, p. 21.
       174        com/en/portfolio-item/delete/
Cerri
21
   Adolf Loos, Parole nel vuoto, Adelphi, 1972, p. 229.         30
                                                                   Cfr. http://sdz.aiap.it/notizie/10580/
22
   “In termini tipografici la proporzione è l’accordo pia-      31
                                                                   Questa frase, che riassume brevemente uno dei prin-
cevole di ineguaglianze o variazioni delle parti di una         cipi fondanti dei progetti di Ruedi Baur è estratta da un
composizione […] Quindi proporzione, ritmo e varietà            intervista del 2014. Cfr. https://www.designboom.com/
sono una conseguenza l’una dell’altro e […] dato che una        design/interview-ruedi-baur-03-24-2014/. Testo fonda-
composizione tipografica risulta essere geometrica, la          mentale per la comprensione della sua opera è senz’altro
preoccupazione del tipografo rimane limitata a procura-         Ruedi Baur Integral, Lars Muller Publishers, 2010.
re combinazioni armoniche tra i caratteri e gli spazi e a       32
                                                                   “la mediateca è l’organizzazione premeditata de-
scomporre lo spazio nel quale i caratteri e le illustrazioni    gli spazi di lettura e consultazione, tradotta in un’ar-
verranno introdotti”, Frassinelli, op. cit., p. 102.            chitettura che offre l’occasione di un vero gesto
23
   Le Corbusier, Verso un architettura, a cura di Pierluigi     architettonico”, https://www.domusweb.it/it/architet-
Cerri e Pierluigi Nicolin, Longanesi & C., 1989, p. 52.         tura/2008/12/01/malraux-media-library.html, 
Disegno», n. 35-36-37, Grafica e Architettura, genna-
io-dicembre 1999, p. 105.
25
   Armando Petrucci, La scrittura. Ideologia e rappresen-
tazione, Einaudi, 1986, p. 3.
26
   Il termine city users viene introdotto da Guido Marti-
notti, nel libro Metropoli. La nuova morfologia sociale
della città, pubblicato da il Mulino nel 1993.
27
   Nel secolo scorso è rintracciabile una tradizione di ri-
cerca sulla forma grafica nei lavori di Nicolete Gray, Alan
Bartram e John Kinner. Si vedano a questo proposito: Ni-
colete Gray, Lettering on buildings, Architectural Press &
New York, 1960; Alan Bartram, Lettering in architecture,
Lund Hunphries, 1975; Jack Kinneir, Words on building:
the art and pratice of public lettering, Architectural Press,
1980. Più recentemente si segnalano Phil Baines, Cathe-
rine Dixon, Segnali. Grafica urbana e territoriale, Logos,
2004 e Anna Saccani, LetterScapes: A Global Survey of
Typographic Installations, Thames & Hudson, 2013.
28
   Definizione ripresa da Baines, Dixon, op. cit., p. 7.
29
   Alan Bartram, Lettering in Architecture, Lund Hum-
phries Publishers Limited, 1975, p. 7.
                                                                                                                            175
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