SCHEMA RIASSUNTO DEI SEPOLCRI

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SCHEMA RIASSUNTO DEI SEPOLCRI

Data di composizione = autunno 1806
Data di pubblicazione = aprile 1807
Occasione = discussioni sull’editto di Saint-Cloud
Genere = poemetto (o carme) sotto forma di epistola diretto a Ippolito Pindemonte
COMPONENTI DI FONDO:
Sul piano letterario, Foscolo si ricollega da un lato al filone settecentesco dei poeti di gusto
“sepolcrale”, soprattutto inglesi, tra cui ha particolare peso Thomas Gray, autore dell’Elegia scritta
in un cimitero campestre, che era stata tradotta da Melchiorre Cesarotti; dall’altro, all’indirizzo e
alla sperimentazione, anche metrica, dei classicisti italiani: Parini, Alfieri, soprattutto Monti. Vuole
riprodurre anche alcuni modi della poesia omerica, di cui tentava negli stessi anni la traduzione.
Sul piano concettuale, Foscolo esprime più compiutamente una concezione materialistica che già
era emersa nell’Ortis e nei tre sonetti. L’esistenza degli uomini è vista come parte di un ordine
naturale che si fonda sulla trasformazione della materia, senza finalismo. La natura è mutamento
continuo delle cose e, insieme, appare statica poiché le cose si riproducono e si avvicendano
ripetitivamente.
Accanto a questa visione dell’universo fisico, c’è invece una visione della storia suggerita da Vico:
la storia, di cui gli uomini sono i soggetti attivi, procede secondo un’evoluzione che li porta dalla
ferinità originaria all’elaborazione di comportamenti e valori culturali. Ma questa stessa umana
storia è inserita nell’ordine naturale, sia perché intere civiltà possono scomparire distrutte dal
passare del tempo, sia perché forse può avere fine il genere umano. Fra questi due elementi del suo
pensiero Foscolo avverte un’opposizione, ma lui non vuole trovare un nuovo sistema filosofico,
quanto una nuova moralità, che abbia il suo presupposto nell’accettazione non passiva della morte:
per Foscolo si tratta, infatti, di vedere su quali nuove basi sia possibile che gli individui e i popoli,
pur essendo sottoposti alla legge del naturale decadimento ed alla scomparsa, diano un senso alla
loro esistenza e siamo motivati ad agire positivamente.
Sul piano politico assume una funzione antinapoleonica e antifrancese: in quest’ottica celebra le
figure prerivoluzionarie di Parini e Alfieri (maestri di italianità) e attribuisce una funzione
esemplare per i tempi moderni alla civiltà inglese.

Significato della citazione latina che precede il carme: Deorum manium iura sancta sunto (XII
Tab.)
“Siano rispettati i diritti degli dèi Mani”, cioè dei defunti. Nella religione romana le anime dei
defunti venivano venerate come divinità inferiori, con il nome di dèi Mani.
Foscolo afferma che l’epigrafe, tramandata da Cicerone, è tratta dalle “Leggi delle Dodici Tavole”
(V sec. a.C.), che erano alla base dell’antica legislazione romana. La citazione (che in realtà non si
trova nelle Dodici Tavole, ma solo in Cicerone, De Legibus, II, 9) assume significato polemico e
mira a contrapporre all’editto napoleonico il religioso rispetto per i morti sancito sin dai tempi più
remoti.
1)     UTILITA’ DELLE TOMBE SUL PIANO PRIVATO ED AFFETTIVO (vv. 1-90)
Il materialismo settecentesco viene superato con l’illusione: l’uomo può illudersi di continuare a
vivere dopo la morte grazie alla tomba che mantiene il ricordo di lui nei familiari e negli amici.
            1° blocco di                     a) interrogativa retorica breve
            versi                               (vv. 1-3);
            (1-22)          =                b) interrogativa retorica molto
            desolata                            lunga (vv. 3-15). Essa poggia
            affermazione                        su una serie di proposizioni
            delle        leggi                  coordinate (e quando, né da
            materialistiche                     te, e la mesta, né più nel cor)
                                                che      creano    un    ritmo
                                                incalzante, inesorabile, come
                                                a sottolineare l’urgenza di
                                                verità a cui sembra di non
                                                poter sfuggire;
                                             c) affermazione breve (vv. 16-
                                                22): è composta di frasi
                                                spezzate     e    corte,    che
                                                restituiscono il senso di
                                                desolazione amara di una
                                                causalità ineluttabile.

Stile dei                        I due blocchi sono simmetrici, perché hanno
vv.                              quasi lo stesso numero di versi. C’è poi una
1-50                             simmetria rovesciata in rispondenza con i
                                 contenuti: nel primo blocco è più ampia la
                                 parte interrogativa, che ha una funzione
                                 distruttiva, negando via via tutti gli aspetti
                                 positivi della vita (bellezza della natura,
                                 poesia, amore); nel secondo, invece, è più
                                 ampia la parte affermativa, in cui si
                                 ricostruiscono i valori positivi (“la
                                 corrispondenza d’amorosi sensi”).

            2° blocco di        a) interrogativa retorica breve (vv. 23-
            versi (23-50) =        25);
            affermazione        b) interrogativa retorica breve (vv. 26-
            alternativa            29): è sintatticamente scorrevole;
            dell’illusione.     c) affermazione molto ampia (vv. 29-
                                   50): il ritmo è di nuovo incalzante, con
                                   un succedersi di coordinate (e spesso,
                                   e l’estinto, e dal profano, e serbi, e di
                                   fiori), ma questa volta con funzione
                                   contraria, non più distruttiva bensì
                                   costruttiva, tesa ad accumulare motivi
                                   di consolazione.
Concetto importante, evidenziato dall’anafora di “celeste” ai vv. 29 e 31: la “corrispondenza
d’amorosi sensi”. Quest’ultima indica la pratica di comunanza con l’estinto, cioè il superamento dei
limiti umani, l’acquisizione di una capacità “celeste”, e quindi la possibilità di sopravvivere, oltre la
morte, nel ricordo dei propri cari. Tutto ciò può avvenire, però, solo se sussistono certe premesse,
elencate nei versi 33-50.
Aggancio con la parte successiva: ricordo del Parini1, che non ha avuto degna sepoltura nella sua
città; egli è considerato un grande poeta civile, perché con i suoi versi ha colpito gli aspetti negativi
della società del suo tempo. Foscolo lo definisce “sacerdote" non per alludere alla sua professione
religiosa, ma perché sente la poesia come missione laica e spirituale, in quanto compito del poeta è
celebrare col suo canto i più alti ideali umani e stabilirne il culto tra gli uomini.
vv. 78-90: domina l’influsso della poesia cimiteriale inglese; cumulo di suoni prima aspri e poi cupi
= musicalità lugubre dei versi. Il livello del significante ( i suoni delle parole) si concilia benissimo
con il livello del significato (le immagini veicolate dalle parole) e, anzi, lo sottolinea e lo esalta.
2) DAL VALORE PRIVATO DELLA TOMBA, SI PASSA AD UN AMBITO PIU’ VASTO,
CIOE’ QUELLO DELLA FUNZIONE CIVILE DELLA TOMBA STESSA. (vv. 91-150)

La tomba è un elemento che distingue l’età civilizzata da quella primitiva, in cui l’uomo era privo di
istituzioni quali la famiglia, la giustizia e la religione. Analizzando il culto dei defunti si può
comprendere il grado di civiltà di una società. Egli fa quattro esempi:

a) MEDIO EVO - età negativa                                   Caratteristiche = mancanza di igiene, superstizione,
   Stile = vocali dal suono cupo,                             vita ossessionata dal terrore della morte.
   consonante vibrante “r”, per rendere
   un clima di cupo terrore (si osservi il
   rilievo assunto dall’aggettivo “lungo”
   al v. 112 ed in particolare dalla vocale
   tonica “u”, che è quasi onomatopeica,
   o dall’aggettivo “esterrefatte” al v.
   109, sia per la lunghezza, sia per la
   forza della doppia “r”).

b) CIVILTA’ CLASSICA - età positiva                           Caratteristiche = visione serena della morte,
   Stile = suoni aperti della vocale “a”,                     testimoniata dal culto gioioso delle tombe. Culto del
   per rendere un clima di serenità                           Foscolo per l’età classica.
   luminosa e gioiosa (una favilla al sole /
   a illuminar la sotterranea notte, le
   fontane versando acque lustrali
   /amaranti educavano, a libar latte e a
   raccontar, una fragranza [...] qual
   d’aura de’ beati Elisi).

c) CIVILTA’ INGLESE ATTUALE -                                 Caratteristiche = la grande civiltà degli inglesi, ricchi
   età positiva                                               di virtù civile e di amor di patria, è testimoniata dalla
                                                              cura che essi dimostrano per i loro cimiteri.

d) ITALIA         NAPOLEONICA                -   età          Caratteristiche = mancanza di spirito eroico e di
   negativa                                                   valori civili. Classe dirigente serva del potere. Tombe
                                                              = inutile sfoggio di lusso.

1
  Parini, morto nel 1799, fu sepolto nel cimitero milanese di Porta Comasina in una fossa comune, secondo le leggi
allora in vigore emanate da Giuseppe II nel 1787; esse prevedevano infatti che le iscrizioni funebri fossero addossate al
muro di cinta del cimitero e non poste “sul luogo dove il defunto sia inumato, affinché il terreno resti libero per ulteriori
inumazioni”. Foscolo afferma polemicamente che, così facendo, si viene a togliere ai morti il nome e la possibilità di
essere ricordati.
Alla classe dirigente che ha accettato di porsi al servizio di Napoleone, si contrappone l’immagine
eroica del Foscolo, la cui tomba non sarà solo un rifugio di pace per lui (per il motivo della morte
come rifugio di pace, cfr. i sonetti Alla sera e In morte del fratello Giovanni), ma assumerà anche
un valore civile. La sua poesia, infatti, darà esempio di generosità, di passione e di attività
intellettuale libera, non servile. Qui la figura del poeta si erge veramente con piglio dantesco, sia per
il sentimento di solitudine fiera e magnanima, in un mondo corrotto, sia per quell’atmosfera di
esilio e di sventura accettati eroicamente in nome della propria missione.
3) DALLA FUNZIONE CIVILE DELLA TOMBA SI PASSA ALLA SUA DIMENSIONE
STORICA, OSSIA AL SUO VALORE DI MESSAGGERA CHE TRAVALICA LA
SUCCESSIONE DEL TEMPO (vv. 151-212).

Rassegna delle tombe dei grandi, il cui ricordo dura nei secoli e stimola gli animi generosi a
compiere grandi azioni. Dimensione politica: in un momento di totale decadenza e asservimento,
queste tombe costituiscono l’unica gloria per l’Italia. Per questo da esse può giungere lo stimolo al
riscatto. Foscolo ristabilisce le basi per una partecipazione attiva dell’uomo alla storia, grazie alla
teoria delle illusioni.

Firenze è una città fortunata perché, oltre ad Stile                     l’elenco delle tombe, che occupa ben
aver dato i natali a Dante e ai genitori di     dinamico              14 versi (154-165) ed è reso con la
Petrarca, nella chiesa di Santa Croce                                 coordinazione “e”, viene interamente a
custodisce le tombe di Machiavelli2,                                  convergere nell’apostrofe a Firenze,
Michelangelo, Galileo (vv. 151-185).                                  collocata al termine come un polo di
                                                                      attrazione (te beata).
Crucciato per le condizioni dell’Italia Alfieri
visitò spesso quei monumenti, quasi per
trarne ispirazione. Da quel tempio di glorie
nazionali, oggi arricchito dalla tomba dello
stesso Alfieri, Foscolo si augura che la sua
stessa generazione possa ugualmente trarre
ispirazione, per un’azione di riscatto politico
e di rinascita.
                                                Stile                   uso di perifrasi, procedimento aulico e
                                                solenne               nobilitante per eccellenza (nessuno dei
                                                                      grandi è chiamato per nome).

Con trapasso improvviso, al v. 198 Foscolo                                punta su versi fortemente ritmati
collega le tombe di Santa Croce a quelle di                           (soprattutto un incalzar di cavalli
Maratona, dove, nel 490 a.C. i Greci                                  accorrenti), su suoni aspri e stridenti (il
fermarono i Persiani invasori. Grandiosità                            ricorrere continuo della consonante “r”:
epica nella descrizione della battaglia, sia pur                      Fumar le pire igneo vapor, corrusche /
                                                                      d’armi ferree vedea larve guerriere /
venata di cupezza ossianica e preromantica.                           cercar la pugna), su vocali cupe (il
                                                                      ricorrere ossessivo della vocale “u”:
2
  Secondo la maggioranza degli studiosi, con la perifrasi dedicata a Machiavelli Foscolo accetterebbe la cosiddetta
interpretazione “obliqua” e “democratica” del Principe. Sulla base di tale interpretazione – risalente ad Alberico Gentile
(1585) e poi ripresa da, nel ˈ700, da J.J. Rousseau e da Alfieri – il Principe sarebbe un trattato che, fingendo di
ammaestrare il tiranno, in realtà svelerebbe la crudeltà e la spietatezza dei mezzi da lui usati per conquistare il potere,
con l’intenzione nascosta (obliqua, per l’appunto) di educare i popoli alla libertà. Per altri studiosi, invece, Foscolo
intenderebbe sostenere, più semplicemente, che dalla lettura del Principe emerge come effetto inevitabile la sanguinosa
realtà su cui si fonda la gloria del creatore di uno Stato (una posizione del tutto simile, quindi, a quella disincantata
concezione politica che egli aveva messo in bocca a Parini nell’Ortis). L’interpretazione obliqua di Machiavelli venne
energicamente contestata, agli inizi dell’Ottocento, dai filosofi tedeschi Fichte ed Hegel ed oggi è universalmente
considerata inattendibile. Ciò, per altro, non esclude affatto l’esistenza di una dimensione repubblicano-democratica nel
pensiero del segretario fiorentino, particolarmente evidente nei Discorsi.
corrusche, pugna,      notturni,   lungo,
                                                           tumulto, tube).

4) ALLA TOMBA SI AFFIANCA IL MOTIVO DELLA POESIA. (vv. 213-295)

Anche le tombe sono soggette all’azione distruttrice del tempo. Per questo, dopo la loro scomparsa,
la loro funzione sarà raccolta dalla poesia che conserva in eterno il ricordo delle opere umane.
Nell’ultima parte la scena è tutta nel mondo classico, omerico: Foscolo esprime la certezza che,
navigando i mari ellenici, Pindemonte poté udire l’Ellesponto risuonare di antichi fatti d’arme, così
come dovette udire il mugghiare della marea che, strappando al naufrago Ulisse le armi di Achille,
le portò sulla tomba di Aiace, cui legittimamente appartenevano per valore guerriero (vv. 213-225).
Foscolo chiede alle Muse che lo chiamino ad evocare gli eroi, le Muse che siedono custodi dei
sepolcri e quando il tempo ne spazza fin le rovine allietano con il loro canto il deserto, vincendo il
silenzio di mille secoli (v. 234). Inizia poi il grande, conclusivo episodio delle tombe troiane: nella
città assediata, Cassandra alza la sua preghiera perché le tombe di Troia siano salvaguardate dalla
distruzione: la profetica figlia di Priamo vede nel futuro il cieco Omero aggirarsi tra le tombe, e
abbracciarle, e interrogarle: e le tombe narreranno le storie degli eroi, ispirando il canto del “vate”,
che in tal modo eternerà gli eroi greci e troiani. Così, alla conclusione del carme, il mito della tomba
e il mito della poesia si legano in una sintesi indissolubile. (vv. 226-295).

Ombra dell’albero -      = Immagine della sopravvivenza dopo la morte:
acqua                      nei sepolcri antichi, cipressi e cedri
Simboli femminili,         protendevano perenne verde sulle urne, per
materni                    memoria perenne, e preziosi vasi accogliean le
                           lagrime votive; le fontane, versando acque
                           lustrali, facevano crescere amaranti e viole
                           sulla funebre zolla; Giove per consacrare
                           all’immortalità Elettra fa piovere ambrosia su
                           di lei (v. 252); le palme e i cipressi piantati
                           dalle nuore di Priamo ed innaffiati di lacrime
                           vedovili devono proteggere i sepolcri dei padri
                           di Troia (272-275).

Aridità, deserto         = Assenza di vita e “nulla eterno”, quando la
                           tomba non mantiene la memoria: la polve di
                           chi non lascia eredità d’affetti abbandonata
                           alle ortiche di deserta gleba, le macerie e i
                           bronchi del cimitero comune dove è sepolto
                           Parini, su cui invano la Musa invoca rugiade
                           dalla squallida notte, i deserti che restano
                           dopo che il tempo ha spazzato via fin le rovine
                           delle tombe (vv. 231-233), la Troade
                           inseminata (v. 235), dove un tempo sorgeva la
                           fiorente città.
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