La finta tomba etrusca dipinta del fondo Terrosi - Antiquité, 131-2

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La finta tomba etrusca dipinta del fondo Terrosi - Antiquité, 131-2
Mélanges de l'École française de Rome -
                           Antiquité
                           131-2 | 2019
                           Fac-simile 1: le collezioni di documentazione grafica
                           sulla pittura etrusca – Varia

La finta tomba etrusca dipinta del fondo Terrosi
Giulio Paolucci

Edizione digitale
URL: http://journals.openedition.org/mefra/8801
DOI: 10.4000/mefra.8801
ISSN: 1724-2134

Editore
École française de Rome

Edizione cartacea
ISBN: 978-2-7283-1430-0
ISSN: 0223-5102

Notizia bibliografica digitale
Giulio Paolucci, « La finta tomba etrusca dipinta del fondo Terrosi », Mélanges de l'École française de
Rome - Antiquité [Online], 131-2 | 2019, Messo online il 22 avril 2020, consultato il 30 avril 2020. URL :
http://journals.openedition.org/mefra/8801 ; DOI : https://doi.org/10.4000/mefra.8801

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© École française de Rome
La finta tomba etrusca dipinta del fondo Terrosi - Antiquité, 131-2
La finta tomba etrusca dipinta del fondo Terrosi   1

    La finta tomba etrusca dipinta
    del fondo Terrosi
    Giulio Paolucci

         I was most interested with a model of the tomb from which the sarcophagi in the museum
         had been taken. This tomb was discovered in the Signor’s territories five miles off, about ten
         years since, and consisted of one chamber with a painted frieze in the usual style, and
         a ledge, upon which were the three sarcophagi and various pottery vases. All this very well
         imitated, only the colours were a little too bright to be natural. 1
1   Con queste parole Mrs. Westropp, in visita alle antichità etrusche raccolte dalla
    famiglia Terrosi di Cetona, nel 1854 segnala un ambiente ipogeo adornato con pitture
    alle pareti. Anche se deteriorati, i dipinti, menzionati unicamente dalla viaggiatrice
    inglese, sono ancora conservati in situ. Tuttavia, non si tratta di una decorazione antica,
    ma di riproduzioni rielaborate ed arricchite secondo il gusto romantico dell’epoca: una
    camera di modeste dimensioni con tetto a doppio spiovente (fig. 1) dipinto di bianco e
    alla sommità in rosso. Lungo tre pareti della cella è una banchina e su quella di fondo è
    stata collocata un’urna di alabastro (fig. 2).

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La finta tomba etrusca dipinta del fondo Terrosi   2

Fig. 1 – Finta tomba etrusca di Chiusi, decorazione di autore ottocentesco, la piccola camera
con tetto a doppio spiovente.

© collezione privata.

Fig. 2 – Finta tomba etrusca di Chiusi, decorazione di autore ottocentesco, parete di fondo
con urna in alabastro.

© collezione privata.

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2   Alle pareti sono scene figurate delimitate in alto da un fascio di linee blu e rosse, una
    doppia linea bruna, all’attacco della banchina corre una linea rossa soprastante una
    fascia. Al centro della parete sinistra è la raffigurazione di un armato con lancia e scudo
    poggiato a terra, di fronte è una figura femminile con torace semi-scoperto che poggia
    il piede sinistro su una roccia e sorregge con la mano sinistra una base con infisse
    piccole figure, più oltre un arbusto (fig. 3). Una raffigurazione simile, ma ormai quasi
    illeggibile, era sulla parete di fronte (fig. 4), mentre quella di fondo recava poco
    distante dagli angoli una figura femminile con testa coperta da un velo (fig. 5),
    contrapposta ad un'altra quasi del tutto perduta (fig. 6).

    Fig. 3 – Finta tomba etrusca di Chiusi, decorazione di autore ottocentesco, parete sinistra.

    © collezione privata.

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Fig. 4 – Finta tomba etrusca di Chiusi, decorazione di autore ottocentesco, parete destra.

© collezione privata.

Fig. 5 – Finta tomba etrusca di Chiusi, decorazione di autore ottocentesco, parete di fondo.

© collezione privata.

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La finta tomba etrusca dipinta del fondo Terrosi   5

    Fig. 6 – Finta tomba etrusca di Chiusi, decorazione di autore ottocentesco, pareti di fondo e destra.

    © collezione privata.

3   Per completare il pastiche era stata graffita anche un’iscrizione in caratteri etruschi
    della quale si conserva solo la sequenza --]mate[-- al centro della parete di fondo (fig. 7).
    L’ambiente antistante l’ingresso della tomba, come ricordato dalla viaggiatrice inglese,
    era stato realizzato con massi di travertino a ricordare l’ambiente e gli anfratti del
    Monte di Cetona (fig. 8).

    Fig. 7 – Finta tomba etrusca di Chiusi, decorazione di autore ottocentesco, parete di fondo,
    particolare dell’iscrizione graffita.

    © collezione privata.

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    Fig. 8 – Finta tomba etrusca di Chiusi, ambiente antistante l’ingresso della tomba.

    © collezione privata.

4   Tra i collezionisti della zona chiusina i Terrosi appaiono fra i più colti e dovettero
    subire costantemente il fascino dei monumenti antichi al punto da abbellire il parco
    annesso alla loro villa con una predilezione particolare per quelli etruschi. Oltre alla
    camera dipinta infatti fecero costruire anche un edificio in blocchi di travertino,
    pinnacoli agli angoli e falsa iscrizione sopra la porta di accesso.
5   Il gusto raffinato e l’amore per i monumenti e gli oggetti della loro collezione
    caratterizzeranno la famiglia Terrosi per alcune generazioni, tanto che Giulio Terrosi,
    seguendo le orme del padre, farà ricostruire nel parco della villa anche la Tomba della
    Pania, scoperta in un suo possedimento nel 1873,2 mentre i ricchi corredi verranno
    conservati nel proprio museo fino alla loro alienazione.
6   Attraverso queste libere realizzazioni i proprietari intendevano sottolineare il
    prestigio, l’atmosfera e il fascino delle antiche residenze delle ricche famiglie romane o
    fiorentine: l’antico, con le sue rovine artificiali, intendeva esaltare la bellezza e
    l’emozionalità dei luoghi, dove erano anche collocate urne cinerarie, sarcofagi e statue.
7   La camera dipinta di Parco Terrosi riproduceva la tomba etrusca scoperta nei terreni di
    proprietà della famiglia in località Cardete, nel 1841, nella quale erano anche due urne
    cinerarie in alabastro di mirabile fattura conservate al momento della visita della
    signora inglese in una stanza della villa adibita a museo insieme a numerosi altri
    oggetti rinvenuti negli stessi scavi, su cui si era soffermato anche il Dennis. 3
8   La scoperta della tomba era stata resa nota da Federigo Sozzi 4 seppure con alcune
    inesattezze; tuttavia doveva trattarsi comunque di uno dei maggiori complessi
    rinvenuti in quegli anni tanto che l’erudito aveva fatto riprodurre il complesso

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     funerario per la sua raccolta di modelli di sepolcri etruschi scavati nel territorio
     chiusino ed esposti nella propria abitazione.
9    Il plastico, insieme a numerosi altri, venne acquistato nel 1862 da Des Varannes, 5 al
     quale si deve questa descrizione:
          Sépulcre étrusque, découvert en 1841 dans un lieu appelé le Cardételle, appartenant à la
          famille Terrosi de Cetona, à trois milles au Sud de la Ville de Chiusi. L’hypogée dont nous
          donnons ici une très fidèle copie se compose de trois cellules. La première qui donnait accès
          aux deux autres ne contenait qu’un grand sarcophage de terre cuite sans hiéroglyphes ; les
          autres étaient destinées à deux personnages importans, sans doute mariés. Il est facile de
          s’en persuader par la richesse des urnes cinéraires, et par la copie des précieux vases,
          ustensiles, etc. qu’elle contenait. […] Chemin qui conduit à l’Hypogée dont l’entrée était
          formée de trois grandes pierres de travertin, bien taillées, représentées ici dans leur propre
          forme.6
10   Le fonti concordano sulla bellezza di due urne e sulla presenza di vasellame di
     bucchero, dipinto e di bronzo, in parte edito nell’opera del Micali, 7 mentre il Braun
     dedicò agli ossuari un articolo apparso negli Annali dell’Instituto. 8
11   Dello scavo per mettere in luce la tomba aveva fornito una relazione, rimasta finora
     inedita, anche Giovan Battista Terrosi redatta in occasione del tentativo di vendita alle
     Gallerie Granducali di Firenze:
          In più tempi ho fatto tentativi per rintracciare avanzi delle venerande antichità, ma
          con poco frutto; finalmente nel passato agosto in un mio podere detto le Cardete 9, a
          est di Cetona, comunità di questo nome, da essa due miglia distante, trovammo le
          murata via d’un ipogeo, che prolungandosi discendendo a 14 braccia d’altezza
          c’introdusse in piccola tomba laterale con vasi di bucchero e di bronzo ben
          conservati, e con urna di pario marmo, cui fa copertura recumbente figura con
          diadema in testa […]. Giunti alla tomba principale, cavata come l’altra nel tufo, altre
          due grandi casse ordinarie ripiene d’umano ossame, trovammo altro sarcofago o
          urna molto della prima più bella. Rappresenta la statua semigiacente sul coperchio
          uomo di 50 anni di marcata fisionomia, real serto in testa, torque al collo […]. Ho
          trovato molti vasi in bucchero, e dipinti, ma infranti che vado restaurando. Tre però
          sono in ottima conservazione; uno pregevol molto per la sua forma, unica tra i fin
          qui ritrovati, altro offre grande e svelto ornato di tori, altro di fondo rosso con
          figure dipinte in neo e bianco, le principali sono Apollo che si ricrea con la lira,
          Giove con capelli ricciuti e diadema in questo e da rimarcarsi che il foro auricolare è
          al livello dell’angolo esterno dell’occhio. Winkeleman ed altri posero quest’alzata di
          orecchi per bizzaria pittorica, ma il fu Campollion le Jeune, mi fe notare questo
          fenomeno sulle mummie venute dall’alto Egitto, da che rilevasi, che gli etruschi
          artisti copiavano dal vero; e che esisteva una razza di uomini cui tale elevatezza di
          orecchi era naturale. La privazione di piogge per tanti mesi ha si indurato la crosta
          della terra, che nell’altro poi ho trovato, che altra urna dello stesso pario,
          ingiuriatissima, mentre l’altre sono nel più perfetto stato di conservazione. Piovute
          appena seguiterò negli scavi con quella perseveranza che mi è propria. Molto
          amerei che questi oggetti unici nel loro genere decorassero il patrio real museo di
          Firenze, e di sollecitamente conoscere questo mio voto e ascoltato; che ivi ai prodigi
          dello scalpello greco ben si accorderebbe quelli molto più antichi dello scalpello
          etrusco.10

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BIBLIOGRAFIA
Agati 2005 = A. Agati, Una finta tomba etrusca a villa Torlonia, in P. Roccasecca (a cura di), Tracce di
lavorazione: segni materiali del processo di costruzione dell’immagine nelle opere d’arte, in Ricerche
Storiche dell’Arte, 87, 2005, p. 85-98.

Braun 1842 = E. Braun, Ulisse presso Circe e reduce alla casa paterna: due urne sepolcrali etrusche, in
AnnInst, 11, 1842, p. 47-49.

De Angelis 2015 = F. De Angelis, Miti greci in tombe etrusche: le urne cinerarie di Chiusi, Roma, 2015.

Dennis 1848 = G. Dennis, The cities and cemeteries of Etruria, Londra, 1848.

Des Varannes 1863 = E. Des Varannes, Galerie Étrusque, Grecque et du Moyen-age, Monaco, 1863.

Micali 1844 = G. Micali, Monumenti inediti a illustrazione della storia degli antichi popoli italiani,
Firenze, 1844.

Minetti 1998 = A. Minetti, La tomba della Pania: corredo e rituale funerario, in AION ArchStAnt, n.s. 5,
1998, p. 27-56.

Paolucci 1991 = G. Paolucci (a cura di), La collezione Terrosi nel Museo Civico di Chianciano Terme,
Chianciano Terme, 1991.

Paolucci 2015-2016 = G. Paolucci, La Galerie Étrusque del Conte Des Varannes e le riproduzioni delle
tombe di Chiusi, in Mediterranea, 12-13, 2015-2016, p. 109-130.

Sozzi 1842 = F. Sozzi, Scavi cetonesi del 1841, in BullInst, 14, 1842, p. 17-22.

Steingräber 1985 = S. Steingräber, Catalogo ragionato della pittura etrusca, Milano, 1985.

Westropp 1856 = J.E. Westropp, Summer experiences of Rome, Perugia, and Siena, in 1854, Londra,
1856.

NOTE
1. Westropp 1856, p. 233-234.
2. Minetti 1998, p. 27.
3. Dennis 1848, p. 402-404. Per la collezione Terrosi, vedi Paolucci 1991.
4. Sozzi 1842, p. 17-21.
5. De Varannes 1863, p. 14-15.
6. Paolucci 2015-2016, p. 124.
7. Micali 1844, p. 308-311, tav. XLIX.
8. Braun 1842, p. 47-49.
9. La località Cardetelle faceva parte del podere delle Cardete.
10. Lettera di G.B. Terrosi al Direttore delle Gallerie Granducali del 16 settembre 1841.

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RIASSUNTI
È stato possibile identificare una tomba a camera etrusca con un fregio dipinto nell’Ottocento,
descritta soltanto dalla viaggiatrice inglese Mrs Westropp in visita alle proprietà della famiglia
Terrosi di Cetona nel 1854. Si tratta di riproduzioni di temi etruschi rielaborati secondo il gusto
romantico dell’epoca all’interno di un monumento antico. L’amore per le antichità ha
caratterizzato la famiglia Terrosi a lungo, tanto che Giulio Terrosi, seguendo le orme del padre,
fece ricostruire nel parco della villa anche la Tomba della Pania, scoperta in un suo possedimento
nel 1873.

The fake painted Etruscan tomb in Terrosi’s property. It has been possible to identify an Etruscan
chamber tomb decorated with a frieze painted in the nineteenth century; the only description we
have is by the English traveller Mrs Westropp while visiting the properties of the Terrosi family
at Cetona in 1854. The paintings are clearly done in the romantic style of the period for the
interior of an ancient monument. The love of antiquities was a feature of the Terrosi family for a
long time, so much so that Giulio Terrosi, following his father’s example, rebuilt in the park of his
villa, the Pania tomb which was discovered in his property in 1873.

INDICE
Keywords : Terrosi, Cetona, pastiche, Etruscan painting
Parole chiave : Terrosi, Cetona, pastiche, pittura etrusca

AUTORE
GIULIO PAOLUCCI
Museo Civico Archeologico Chianciano Terme – giulio.paolucci@comune.chianciano-terme.si.it

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