SCHEDA PROGETTO - comune.lecco.it
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ALLEGATO 1B SCHEDA PROGETTO (A CURA DEL SOGGETTO CAPOFILA) AVVISO PUBBLICO PER IL COMPLETAMENTO TERRITORIALE DEI PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE A FAVORE DI GIOVANI E PERSONE, ANCHE ABUSATORI DI SOSTANZE, IN SITUAZIONE DI GRAVE MARGINALITÀ (Azione 9.5.9. del POR FSE 2014/2020) TITOLO DEL PROGETTO (per esteso ed acronimo): IN ROTTA VERSO L’EUROPA (IN.VER.E.) 1. DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO COMPLESSIVO: a) presentare la struttura generale del progetto evidenziandone le logiche unitarie e descrivendone gli obiettivi generali: Max 1 pagina Da più di 5 anni il partenariato che propone il presente progetto lavora insieme per: 1. promuovere interventi di inclusione sociale rivolti alle persone che hanno intrapreso percorsi marginalizzanti e devianti; 2. contrastare i rischi connessi all’uso e all’abuso di sostanze psicoattive da parte di giovani minorenni, giovani adulti e persone adulte a grave rischio di marginalità sociale; I luoghi e i contesti di realizzazione degli interventi sono stati, nel tempo, le scuole, i locali pubblici, le discoteche, la strada e molte delle zone a rischio della città di Lecco; abbiamo lavorato con le persone nei loro contesti di vita, contesti difficili, dove ci vuole tempo e un lungo lavoro relazionale e di aggancio per farsi riconoscere e accettare come operatori agenti di cambiamento. Il lavoro di questi anni ci ha permesso di agganciare differenti tipologie di target e produrre reti consolidate con le istituzioni locali (ASL, SERT, Servizi sociali territoriali, Consultori), con le associazioni giovanili, con le scuole, i luoghi di ritrovo del territorio e molte altre agenzie. È’ da questo lavoro che si intende proseguire per realizzare il presente progetto che ha come obiettivo generale quello di promuovere attività di aggancio, presa in carico personalizzata e limitazione dei rischi in quelle aree e in quei contesti della città di Lecco; dove è più alto il rischio di marginalità, di esclusione sociale e dove il consumo e lo spaccio di sostanze stupefacenti risulta più problematico. Per realizzare tale obiettivo intendiamo sperimentare e implementare il seguente progetto: 1. un servizio mobile e itinerante dotato di un elevato grado di flessibilità associato, al contempo, a un elevato livello di competenza e di esperienza degli operatori. L’esperienza ci insegna che più le persone sono a rischio di marginalità meno si rivolgono ai servizi, più sono problematiche, più sono diffidenti e resistenti allo sviluppo di una relazione. Per agganciare queste persone bisogna rispettare i loro tempi, avvicinarsi gradualmente, rispettare le loro paure e diffidenze, ma per fare ciò gli operatori devono avere già sviluppato elevate competenze relazionali e non avere timore di avvicinarsi a contesti degradati. Non è semplice, non tutti riescono, non tutti sono pronti. 1
ALLEGATO 1B 2. un servizio che si avvale di “sherpa”, persone a rischio di marginalità che hanno, nel tempo, maturato una relazione con gli operatori e sono disponibili ad affiancarli nelle uscite e negli interventi: certi contesti non si raggiungono, non si conoscono e non si comprendono senza “mediatori”, senza “sherpa”, senza cioè chi ti informa e traduce regole e linguaggi. L’dea è di sperimentare l’approccio della peer education alla marginalità sociale, formando alcuni giovani a rischio e inserendoli all’interno dell’equipe mobile. Tale azione consente di raggiungere due obiettivi contemporaneamente: attribuire ruoli e responsabilità inediti a giovani a rischio tenendoli agganciati e fidelizzandoli al progetto e al contempo avvicinare, tramite i peer, i gruppi e le persone più diffidenti. 3. un servizio composto da operatori con competenze e professionalità differenti, provenienti dalle diverse realtà del partenariato a cui sarà affidato il compito di studiare, co-costruire e sperimentare con i servizi del territorio percorsi, modelli e prassi operative più snelle e tarate sulle caratteristiche dell’utenza a rischio di marginalità: le prassi di molti servizi sono costruite su altri tipi di utenti, più strutturati, meno resistenti al cambiamento e meno “s-regolati”; se si vuole tentare di contrastare la marginalità sociale, includere il target di progetto e agganciarlo ai servizi è necessario co-costruire strategie e modalità ad hoc. 4. un servizio rivolto al territorio finalizzato a sviluppare azioni di rete e di coesione sociale: l’idea è di individuare, nei contesti a rischio, le risorse necessarie per fare alleanze e formalizzare reti anche con attori non convenzionali (bar, locali notturni, gruppi informali etc.) al fine di introdurre cambiamenti che possano durare nel tempo; per fare ciò verrà introdotto il metodo della ricerca intervento: attraverso la realizzazione di focus group rivolti a interlocutori significativi del territorio, verranno approfondite le tematiche, le rappresentazioni, le paure connesse con il tema della marginalità sociale, dell’esclusione e dell’uso e abuso di sostanze psicoattive. Con le persone significative verranno poi costruite ipotesi su come e attraverso quali strategie produrre azioni di coesione e inclusione sociale nel territorio di riferimento. DESTINATARI DIRETTI DEL PROGETTO: Il progetto si rivolgerà a due tipologie di target a rischio di marginalità sociale: 1) adolescenti e giovani di età compresa tra i 14 e 25 anni, soliti aggregarsi in alcune zone della città e/o presso i locali della notte che, sovente, fanno uso e abuso di alcool e sostanze stupefacenti, giovani NEET che non studiano e non lavorano e che non sanno come trascorrere il loro tempo, giovani autori di reato che possono usufruiscono delle misure alternative alla pena. 2) persone dai 25 anni in poi per le quali l’abuso di alcol o droghe si somma ad una serie di fragilità (es. perdita del lavoro e/o dell’abitazione, migrazione, difficoltà familiari, gioco d’azzardo, etc.), adulti che fanno della strada il loro principali luogo di vita; e la cui condizione di marginalità è associata a condizioni di estrema povertà e mancanza di relazioni. 2. COMPOSIZIONE E CARATTERISTICHE DEL PARTENARIATO: a) illustrare e documentare la natura e le caratteristiche del partenariato, comprensive delle modalità organizzative adottate: ad es. accordo, ATS, protocollo d’intesa, ecc. b) descrivere, inoltre, la rappresentatività del singolo Partner rispetto all’oggetto dell’intervento e l’esperienza pregressa in tale ambito Max 2 pagine Il presente impianto progettuale vede l’Associazione Comunità il Gabbiano Onlus come ente capofila del progetto e la partecipazione in qualità di partner effettivi di altre realtà radicate e riconosciute sul territorio lecchese. Tale impianto è già consolidato da tempo, la maggior parte delle agenzie componenti il partenariato collabora dal 2004 nella realizzazione di interventi di prossimità e riduzione dei rischi (“Ti ritiro la patente” 2004-2008 - L.45/99 - Gabbiano e Omnia; Unità Mobile Giovani dal 2009 – Gabbiano, Omnia, Sineresi, Atipica, Aeris) e in altre iniziative progettuali pertinenti rispetto all’ambito del presente avviso (es. Progetto Prefettura per la presa in carico dei ragazzi e giovani segnalati art. 75, Gabbiano e SMI Broletto). Tali esperienze costituiscono la base per la definizione degli accordi di collaborazione e le modalità di gestione della governance: 2
ALLEGATO 1B 1) ciascun partner nomina un proprio referente progettuale con funzioni di coordinamento e uno o più operatori per le realizzazione delle attività di progetto che faranno parte dell’equipe operativa. 2) l’insieme dei referenti progettuali compone la Cabina di regia del progetto, che si riunisce periodicamente 3) La cabina di regia definisce linee guida, metodologie, strumenti di lavoro e programmazione operativa; 4) Al Capofila vengono attribuiti i seguenti ruoli: gestione amministrativo-economica del progetto, interfaccia con gli enti finanziatori, coordinamento operativo, analisi e restituzione dei dati, monitoraggio e valutazione; Quanto sopra sarà declinato in un PROTOCOLLO DI INTESA che verrà stipulato nei primi due mesi di progetto. PARTNER DEL PROGETTO: rappresentatività e esperienza pregressa nell’ambito PARTNER ASSOCIATI: - COMUNE DI LECCO - ATS BRIANZA PARTNER EFFETTIVI: 1) ASSOCIAZIONE COMUNITA’ IL GABBIANO ONLUS – ENTE CAPOFILA, è accreditato alla gestione di UDO SOCIO-SANITARIE, UDO SOCIALE ed è inoltre ente del terzo settore. Ha un’esperienza di 15 anni nella gestione di interventi di prossimità, bassa soglia e riduzione dei rischi. Tra i progetti attivati nell’ambito territoriale di Lecco: l’Unità Mobile Giovani e Divertimento attiva dal 2002 nei territori dell’ASL di Lecco, il progetto “Punti di Svolta” con la Prefettura di Lecco, finalizzato ad ampliare le opportunità rivolte ai ragazzi e giovani segnalati ai sensi dell’art. 75 d.p.r. 309/90, attivo dal 2009; il progetto sperimentale di prevenzione selettiva e riduzione dei rischi “Cambio di rotta” attivo presso l’Asl di Lecco dal 2012 (ex- D.g.r. 3239/2012); E’ ente accreditato per la presa in carico di adolescenti e giovani adulti – DDG 7060/2015 - POR adolescenti; è ente accreditato per l’accoglienza di persone a grave rischio di marginalità sociale – progetto RESTART Lecco. 2) COOPERATIVA SOCIALE SINERESI – PARTNER EFFETTIVO, ENTE DEL TERZO SETTORE Sineresi nasce l'1 dicembre 2014 dalla “fusione” tra La Linea dell’arco e Il Talento, entrambe cooperative operanti nel territorio della provincia di Lecco da più di un ventennio. Nelle aree della marginalità sociale soprattutto giovanile, ha sviluppato interventi preventivi sia in ambito scolastico sia negli spazi di aggregazione formali e informali. Le principali progettualità sviluppate negli ultimi anni in connessione con i servizi del territorio: - Progetto Millibar (dal 2005), finanziato dall’Ambito distrettuale di Lecco e rivolto alla popolazione adolescenziale e giovanile, sviluppa azioni di prevenzione dell’alcool-dipendenza; - Progetto Non fare lo sbronzo si fa in tre: l’unità mobile giovani e divertimento rinnova le attività di prossimità nei Tre Distretti di Lecco, Merate, Bellano. anno 2011/2012, finanziato da Regione Lombardia con Capofila Associazione Comunità Il Gabbiano onlus; il progetto sperimentale di prevenzione selettiva e riduzione dei rischi “Cambio di rotta” attivo presso l’Asl di Lecco dal 2012 (ex- D.g.r. 3239/2012). 3) COOPERATIVA SOCIALE OMNIA LANGUAGE – PARTNER EFFETTIVO, ENTE DEL TERZO SETTORE, Ente di formazione accreditato presso la Regione Lombardia dal 2003 ha maturato un’esperienza più che decennale nella progettazione e gestione di servizi sociali ed educativi nel territorio lecchese. Si occupa dal 2004 di progetti di inclusione sociale rivolti a persone a rischio di marginalizzazione sociale. Gestisce inoltre servizi per l’occupazione, in particolare per persone straniere, di informazione, ascolto, accoglienza e accompagnamento al lavoro. La Cooperativa ha iniziato le attività di prevenzione ai comportamenti a rischio legati all’uso e abuso di alcol e altre sostanze psico-attive nel 2004 all’interno del progetto “Ti ritiro la patente” e le ha continuate come partner all’interno delle progettualità promosse dal capofila Gabbiano (vedi sopra). 4) COOPERATIVA SOCIALE AERIS – PARTNER EFFETTIVO UDO SOCIALE La cooperativa attua interventi di educativa di strada e prevenzione all’uso/abuso di sostanze. In questi ultimi anni, in particolare, ha attuato i progetti: Tatanka – interventi di prevenzione all’uso/abuso di sostanze 3
ALLEGATO 1B negli Istituti Scolastici del territorio lecchese, interventi di informazione nelle scuole guida, - collaborazione con Associazione Comunità Il Gabbiano Onlus al progetto Unità Mobile Giovani e Divertimento; Teendenze – prevenzione all’uso/abuso di sostanze e comportamenti a rischio negli Istituti scolastici; Pit Stop – interventi di riduzione dei rischi connessi alla guida in stato di ebbrezza. 5) COOPERATIVA SOCIALE ATIPICA – PARTNER EFFETTIVO UDO SOCIO-SANITARIA con esperienza più che decennale nell’ambito d’intervento oggetto dell’avviso. Da Luglio 2004 gestisce una serie di attività, servizi e progetti in ambito delle dipendenze patologiche in collaborazione con il Gabbiano e altre realtà locali: Progetto PUZZLE: “verso un sistema integrato tecnico-funzionale nel territorio dell’Asl di Lecco per il consolidamento e l’accreditamento di una rete di servizi pubblici e privati per il trattamento e il reinserimento di persone dipendenti da sostanze lecite e illecite”, finanziato ai sensi della L. 45/99, FNLD 2003-2005; “Lavori in corso”, progetto finalizzato al reinserimento lavorativo di soggetti con problematiche di dipendenza nel territorio della provincia di Lecco, finanziato ai sensi della L. 45/99, FNLD 2008; “A passo d’uomo” progetto finalizzato alla realizzazione di percorsi di reinserimento e accompagnamento al lavoro nel territorio della provincia di Lecco, finanziato ai sensi della L. 45/99, FNLD 2008; 2009-2010 progetto provinciale di UMG finanziato dall’ASL di Lecco denominato “Non fare lo sbronzo” le cui attività sono continuate negli anni successivi l’interno delle progettualità promosse dal capofila Gabbiano (vedi sopra). 6) S.M.I. Broletto (Servizio Multidisciplinare Integrato) FAMIGLIA NUOVA SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE – PARTNER EFFETTIVO – UDO SOCIO-SANITARIA Costituita nel 1981 per dare risposta a persone adulte con problemi di abuso e dipendenza da sostanze, si è nel tempo dotata di risposte diversificate per rispondere al problema delle dipendenza gestendo servizi di bassa soglia, un servizio multi-disciplinare integrato, comunità terapeutiche, pedagogiche, unità di strada. All’interno del presente progetto sarà coinvolto lo S.M.I. Broletto (LECCO) per l’invio e la presa in carico, laddove necessario, di persone con problemi legati all’uso e all’abuso di sostanze psico-attive. La composizione della partnership risulta strategica ai fini del progetto in quanto include enti già in grado di prendersi carico dei bisogni specifici dei gruppi target, nello specifico: per i bisogni formativo-lavorativi: Omnia Language realizza iniziative e servizi nell’ambito dell’orientamento e formazione professionale e della misura Garanzia Giovani a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un'attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo (Neet - Not in Education, Employment or Training); Sineresi gestisce il Centro di formazione Professionale Polivalente del Comune di Lecco, nell’ambio del quale offre percorsi di contenimento della dispersione scolastica, orientamento e ri-motivazione allo studio; percorsi di accompagnamento al lavoro per adolescenti e giovani che hanno assolto l’obbligo scolastico e richiedono attenzioni personalizzate per riuscire ad inserirsi positivamente nel mondo del lavoro; per i bisogni abitativi, il Gabbiano e Aeris gestiscono servizi di housing sociale sia nella provincia lecchese che in altre province lombarde e sono in rete con le realtà locali che gestiscono servizi simili; per i bisogni relativi ai consumi problematici di alcol e droghe, oltre al Gabbiano che si occupa di dipendenza da sostanze da più di 30 anni, lo SMI Broletto di Famiglia Nuova è Servizio Multidisciplinare Accreditato alla diagnosi e al trattamento dei problemi alcol e droga correlati; esso rivolge particolare cura alle famiglie e ai ragazzi, mettendo a disposizione fasce protette di apertura e prese in carico specifiche dedicate alle nuove generazioni, offrendo altresì interventi flessibili e mirati sul territorio; Aeris, inoltre, è capofila del progetto “All inclusive” (DGR 8654) dell’ambito territoriale di Vimercate con il quale si intende stabilire connessioni e condividere alcuni strumenti di rilevazione dati, ciò al fine di uniformare i sistemi di raccolta delle informazioni sul target e sul territorio e ampliare il sistema territoriale di rilevazione e analisi dei dati 4
ALLEGATO 1B 3. DESCRIZIONE DETTAGLIATA DEL PROGETTO: a) indicare l’ambito territoriale di riferimento Comune di Lecco Il progetto si concentrerà in alcune zone a rischio della Città di Lecco e dei Comuni limitrofi, individuate attraverso il lavoro svolto dalla partnership in questi anni. In queste zone sono presenti: - condizioni di degrado urbano; - aggregazioni informali di persone adulte e giovani senza un’occupazione lavorativa o formativa; - fenomeni devianti connessi al consumo di droghe illegali e/o al compimento di azioni devianti; - situazioni conflittuali tra i cittadini e i gruppi di persone che frequentano le zone a rischio percepiti come devianti; - senso di insicurezza tra i cittadini che alimentano, come in un circolo vizioso, i fenomeni di marginalità e di esclusione sociale. Per quel che riguarda le localizzazioni dei contesti a rischio individuati, al momento, esse sono le seguenti. LECCO: - Viale Turati e località Rancio per la presenza di locali e organizzazione di eventi reggae, in cui si radunano giovani e giovani adulti (16-25 anni), con un forte consumo di alcol e/o cannabis; - Stazione ferroviaria, punto di aggregazione libero di giovanissimi e giovani (14-20), con stazionamento in prossimità dell'ingresso, sulle banchine e antistanti alla stazione stessa (Piazza Lega Lombarda); la sera, soprattutto il retro della stazione risulta particolarmente a rischio considerando che adiacente vi è il luogo di accoglienza degli immigrati (zona Via Balicco); - Lungo Lario, locale notturno storico frequentato da giovanissimi, con eventi organizzati dalle scuole del territorio, elevato consumo di alcol (frequenti interventi del 118); - Zona Parco Belvedere, soprattutto nelle aree circostanti il parco e soprattutto la sera; b) individuare, innanzitutto, l’area di intervento di cui all’avviso e fornire, attraverso analisi di contesto, le motivazioni che hanno portato alla definizione del progetto e le linee generali delle attività che si intendono realizzare (anche con riferimento al criterio di valutazione 2.3) Max 2 pagine Il progetto IN ROTTA VERSO L’EUROPA intende agire nell’area d’intervento della LIMITAZIONE DEI RISCHI (area 2): PRESA IN CARICO SOCIALE PERSONALIZZATA E LIMITAZIONE DEI RISCHI IN CONTESTI METROPOLITANI/URBANI CON PRESENZA DI SPECIFICHE SITUAZIONI DI MARGINALITÀ, TENSIONI SOCIALI, E/O FENOMENI ACUTI DI ABUSO DI ALCOL E DROGHE. L’Osservatorio delle Politiche Sociali di Lecco, in una ricerca del 2010 “Strade in salita”, rileva come negli ultimi anni i fenomeni di marginalizzazione sociale si siano accentuati anche in corrispondenza dell’inasprirsi delle condizioni economiche e della restrizione delle opportunità lavorative, di cui anche il territorio lecchese ha iniziato a soffrire. Negli ultimi anni sul territorio lecchese, le persone che hanno chiesto aiuto rispetto alla loro condizione di povertà e di grave emarginazione sociale sono aumentate considerevolmente: nei Centri di Accoglienza Caritas, nel 2010 rispetto al biennio precedente si è osservato un incremento del 24% delle richiese di aiuto che in totale hanno raggiunto quota 2.021 persone; la Società San Vincenzo De Paoli di Lecco ha fornito assistenza a 530 persone per un totale di 130 nuclei famigliari, la Croce Rossa Italiana di Lecco ha distribuito a circa 240 famiglie; il Centro Prima Accoglienza via dell’Isola: 78 persone accolte in un anno di attività; il Campo dei “senza fissa dimora”: media di 12 ospiti per notte, per un totale di 998 pernottamenti; gli aiuti dei Comuni hanno erogato circa 430.000 euro a favore di 300 persone a fronte di circa 1.550 aventi diritto. Ad aggravare i quadri di impoverimento e marginalizzazione delle famiglie, si aggiunge il fenomeno dei ccdd NEET, cioè dei ragazzi e giovani che non studiano, non lavorano e sono privi di qualunque occupazione. Questi ragazzi, che se occupati in attività lavorative potrebbero contribuire al sostentamento delle famiglie e se occupati in attività scolastiche concorrere al miglioramento dello stato sociale, di fatto restano inoccupati esponendosi ad ulteriori rischi di coinvolgimento in attività e gruppi devianti e andando ad aggravare così le condizioni e i rischi di esclusione sociale per se stessi e l’intero nucleo familiare. 5
ALLEGATO 1B I dati del 3° Rapporto dell’Osservatorio provinciale delle politiche del lavoro parlano chiaro: dal 2008 al 2012 si è assistito ad un incremento dal 7,4% al 22,5% dei giovani NEET, con un passaggio da 2.350 a circa 6.000 giovani Not in Education Employmento or Training. Le cause che hanno portato all’attuale scenario sono diverse. Accanto alla crisi del mercato del lavoro, non possono essere dimenticati gli avvenimenti problematici dell’esistenza, l’indebolimento delle reti familiari con la conseguente solitudine, le resistenze a ridimensionare gli stili di vita a fronte di minori risorse, la perdita di una abitazione stabile, il venir meno dei sistemi informali di supporto sociale. Questi fenomeni di impoverimento e di marginalizzazione tra la popolazione adulta e giovanile appaiono particolarmente evidenti in quelle zone urbane più periferiche, dove l’offerta dei servizi è minore ed è invece maggiore la concentrazione delle fasce di popolazione più svantaggiate economicamente. Qui si osservano frequentemente fenomeni devianti che hanno a che fare con lo spaccio di sostanze, la prostituzione, la ricettazione, il consumo di alcol e droghe, le risse tra gruppi o soggetti antagonisti. Tali fenomeni accentuano i livelli di degrado dei contesti considerati ed attivano con la cittadinanza locale conflitti e tensioni talora non indifferenti. L’esperienza maturata attraverso le precedenti progettualità condivise dalla partnership di progetto ci ha permesso di comprendere come l’intervento esclusivamente centrato sul qui ed ora dell’incontro con il target di riferimento è certamente molto utile per ridurre l’impatto dei fattori di rischio immediati legati alla situazione di marginalità, devianza, consumo di sostanze, drop out formativo, ecc; esso da solo però rischia di non essere capace di incidere nel medio-lungo periodo sulla gestione individuale e collettiva dei problemi connessi le condizioni descritte. In tale direzione, è fondamentale associare all’intervento nel qui ed ora all’interno dei contesti a rischio: c) l’offerta di opportunità finalizzate a favorire la consapevolezza e la responsabilizzazione a livello individuale/familiare, di contesto specifico e di comunità locale; d) l’offerta di interventi che incidano anche sulle tensioni sociali, i rischi di esclusione ed emarginazione, l’amplificarsi dei fattori ambientali di rischio. Pertanto, il nostro sforzo è quello di pensare e mettere in campo interventi progettuali che: e) si rivolgano a giovani e a persone adulte che si trovano in condizioni di rischio rispetto all’esclusione sociale, anche ma non esclusivamente legate al consumo di alcol e droghe; f) agiscano non solo nel breve termine, ma anche nel medio termine; g) agiscano non solo sul singolo individuo o gruppo, ma anche nel contesto in cui è inserito, sia quello ristretto del soggetto target (famiglia, carcere se detenuti, forze dell'ordine, operatori dei servizi, ecc.) che su quello allargato (quartiere, città, ecc.), nell'ambito della promozione dell'inclusione e/o nella riduzione dell'esclusione, cercando di incidere sul piano operativo e culturale. Finalità generale sarà quella di REALIZZARE UN PROGRAMMA DI RIDUZIONE DEI RISCHI che si sviluppi attraverso più livelli di azione, fortemente integrati e connessi tra loro in una logica circolare: a) primo contatto e aggancio precoce dei soggetti target nei contesti formali ed informali di incontro e b) percorsi personalizzati in un tempo ed un luogo altro rispetto a quelli del primo contatto che consenta alle persone intercettate di intraprendere percorsi di counselling, orientamento e sostegno e costruire un invio/accompagnamento ai servizi specialistici territoriali con i quali costruire un approccio integrato. c) percorso di mediazione e coesione sociale nei contesti territoriali a rischio d) lavoro di rete con gli Enti locali, il Dipartimenti Dipendenze, le Forze dell’Ordine, i servizi sanitari, socio sanitari, educativi e ricreativi del territorio, con i gestori dei locali, i lavoratori del mondo della notte, gli organizzatori di eventi, ecc Riferimenti teorici e metodologici: sono riconducibili alla psicologia di comunità e alla psicologia sociale della devianza. Secondo la definizione di Europsy condivisa dall’Ordine degli Psicologi italiani (http://www.psy.it/allegati/aree-pratica-professionale/psicologo_di_comunita.pdf), la psicologia di comunità si focalizza sulle persone e i gruppi all’interno dei contesti nei quali vivono e con i quali 6
ALLEGATO 1B interagiscono continuamente: molti dei problemi che le persone devono affrontare derivano non da dinamiche intrapsichiche, ma da fallimenti della comunità e dei suoi sistemi di interazione e di servizio al cittadino; secondo la psicologia di comunità, la prospettiva di aiutare le persone solo constatando e cercando di attenuare i loro disturbi rischia di mascherare i loro punti di forza e le loro competenze di auto-aiuto. In tal senso, la comunità e le interazioni sociali che la caratterizzano divengono sia lo schema di riferimento per comprendere «in situazione» i problemi, gli ostacoli allo sviluppo della persona e le vere e proprie patologie sia lo strumento col quale la stessa persona può trovare le opportunità, le risorse, i sostegni e le tutele per costruire il proprio benessere personale e collettivo. Questa doppia connotazione della comunità sociale (come possibile fonte del disagio psicosociale, ma anche come risorsa verso il cambiamento ) sostiene gli interventi di psicologia di comunità nella direzione della prevenzione e delle azioni di empowerment di tipo partecipativo, nonché nella direzione di incrementare l’efficacia delle strategie di riduzione dei rischi anche mediante il potenziamento di risorse personali e sociali adeguate alla specifica situazione. Secondo la psicologia sociale della devianza, dalla prospettiva socio-costruzionista della Scuola romana di psicologia giuridica (De Leo, Patrizi, 2002), nei fenomeni di marginalizzazione sociale e devianza - accanto ai fattori di rischio ambientali, economici e sociali – risulta centrale il contributo individuale di ciascun soggetto nei termini di responsabilizzazione rispetto alle scelte d’azione e di carriera. Ciascun individuo, all’interno di determinate condizioni di contesto e situazionali, sceglie in modo attivo le proprie azioni potendo orientare la propria crescita in una direzione di integrazione, inclusione e responsabilizzazione o, al contrario, di esclusione sociale. In questa cornice, il coinvolgimento, la partecipazione attiva delle persone e delta comunità, la promozione della responsabilità sono gli strumenti più efficaci per prevenire e contrastare i processi di marginalizzazione e devianza. Ed è proprio in questa direzione di partecipazione che il progetto intende orientarsi, coniugando: › l’intervento sistemico sul contesto in un’ottica di psicologia di comunità, › l’intervento socio-costruzionista sui singoli e sui gruppi a rischio in un’ottica di psicologia sociale della devianza. h) indicare gli obiettivi specifici e i risultati attesi del progetto Max 1 pagina Il progetto mira a favorire processi di riduzione dei rischi e di inclusione per le persone a rischio di marginalità sociale (relazionale, sociale, lavorativo) e/o che mettono in atto comportamenti devianti che potrebbero produrre esiti marginalizzanti (uso e abuso di sostanze psico-attive, frequentazione di gruppi a rischio, etc.). OBIETTIVI SPECIFICI, RISULTATI E INDICATORI DI RISULTATO OB.1. Aggancio nei contesti a rischio: contattare e agganciare le persone a rischi di marginalità, attraverso l’equipe mobile e i peer educator, nei contesti a rischio, utilizzando anche strumenti multimediali innovativi. RISULTATI OB.1.: Realizzate circa 8 uscite/interventi al mese nei contesti a rischio Individuati e contattati dalle 20 alle 30 persone per ciascuna uscita Individuati i PEER (max 10 persone a rischio) formati e sensibilizzati e accompagnati alle attività di progetto. Costruiti strumenti di rilevazione multimediali condivisi e sperimentati durante le uscite OB.2. Percorsi autonomia e inclusione: favorire percorsi di autonomia ed inclusione sociale rivolti a persone a rischio, agganciate attraverso le equipe mobili, e co-costruire con loro 7
ALLEGATO 1B percorsi personalizzati di accompagnamento alla rete dei servizi territoriali volti al superamento della situazione di emergenza RISULTATI OB.2.: Costruite procedure ad hoc per la presa in carico di persone a rischio di marginalità Presi in carico e accompagnati ai servizi/agenzie del territorio minimo 50 persone Minimo 50% delle persone prese in carico hanno superato fase di emergenza Aumentata la conoscenza relativa ai servizi territoriali esistenti e diminuita la diffidenza (materiali conoscitivi distribuiti, numero accompagnamenti ai servizi effettuati) Somministrati i questionari per la misurazione dell’indicatore relativo all’azione 9.5.9 – POR FSE 2014- 2020 – all’inizio e al termine dell’azione di accompagnamento. Miglioramento relativamente alle aree di fragilità individuate e indicate nel questionario di somministrazione (azione 9.5.9) OB.3. Coesione: promuovere azioni di coesione sociale di territorio e di sistema attraverso lo sviluppo di connessioni tra l’equipe mobile di progetto, gli operatori dei servizi territoriali e gli stakeholders presenti nelle zone a rischio. Promuovere inoltre connessioni di sistema con altri progetti attivi in altri territori RISULTATI OB.3.: Mappati gli stakeholders e coinvolti nelle attività di progetto Attivati incontri di formazione comune rivolti a operatori del progetto e del territorio sui temi oggetto del progetto Realizzati minimo 4 FOCUS con operatori e persone significative del territorio Realizzato report con dati quantitativi derivanti dalle rilevazioni fatte nei contesti a rischio e qualitativi derivanti dai focus, e diffuso sul territorio Incremento del 50% della rete di progetto e connessioni con altri progetti Attivata rete con altri progetti per la gestione di grandi eventi e/o sviluppate collaborazioni per occasioni specifiche Condivisione degli strumenti e dei dati raccolti OB.4. Governance e valutazione: promuovere azioni di governance, di valutazione e monitoraggio. RISULTATI OB.4 Formalizzato protocollo di intesa e attivata cabina di regia Condivisione di buone pratiche e di modelli esistenti Monitoraggio e valutazione finale i) individuare e descrivere le diverse azioni/attività di progetto Max 2 pagine Azioni Ob. 1. (Aggancio nei contesti a rischio: contattare e agganciare le persone a rischi di marginalità, attraverso l’equipe mobile e i peer educator, nei contesti a rischio, utilizzando anche strumenti multimediali innovativi.) Az. 1.1 Interventi di riduzione rischi : costituzione equipe (min 2 operatori della rete), programmazione e realizzazione delle uscite (minimo 8 al mese). Le uscite avranno una durata di minimo 3 ore, saranno realizzate nei contesti di aggregazione notturna e diurna a rischio di consumo e emarginazione/devianza; realizzazione degli interventi di riduzione dei rischi (gli operatori della equipe mobile forniranno prestazioni a carattere socio-sanitario: distribuzione di materiali informativi, rilevazione alcolemia, colloqui informativi e counseling, somministrazione del questionario di rilevazione del rischio di marginalità sociale, aggancio e costruzione iniziale della relazione di aiuto, consegna di materiali di profilassi, primo aggancio e attribuzione del case manager); attivazione e formazione del gruppo PEER. Saranno individuate alcune persone che avendo già svolto un percorso educativo con le organizzazioni partner (es. Lavori di pubblica utilità sull’unità mobile giovani, percorsi di Messa Alla Prova, percorsi Voucher) sono disposte a responsabilizzarsi ulteriormente proseguendo il loro percorso educativo attivandosi come peer nei loro gruppi di appartenenza. 8
ALLEGATO 1B Az. 1.2. Rilevazione e sistematizzazione dati: costruzione di una piattaforma informatica per la rilevazione dei dati: si intende superare i limiti del trattamento dei dati legati al cartaceo, attraverso la fornitura di tablet all’equipe di lavoro. L’idea è di sviluppare una piattaforma dove inserire nel qui ed ora i profili di rischio/bisogno degli utenti attraverso la compilazione del questionario di rilevazione del rischio di marginalità sociale. Questo consentirà di avere dati aggiornati e in tempo reale. Tale lavoro sarà costruito mettendosi in rete con il progetto dal titolo “All Inclusive” area 2 finanziato da POR FSE 2014/2020 ente capofila AERIS Cooperativa Sociale già attivo sul territorio di . Azioni Ob.2: (Percorsi di autonomia e inclusione: favorire percorsi di autonomia ed inclusione sociale rivolti a persone a rischio, agganciate attraverso le equipe mobili, e co-costruire con loro percorsi personalizzati di accompagnamento alla rete dei servizi territoriali volti al superamento della situazione di emergenza) Az. 2.1 Presa in carico e accompagnamento: individuazione dei case manager, stesura progetti individualizzati, accompagnamento ai servizi territoriali, somministrazione questionario dell’indicatore relativo all’azione 9.5.9, all’inizio e al termine dei percorsi, valutazione dei percorsi, coinvolgimento nella rete di progetto di associazioni disposte ad accogliere il target di progetto per la realizzazione dei percorsi di inclusione sociale. Az. 2.2 Definizione procedure condivise: stesura di buone pratiche per l’accompagnamento e la presa in carico di persone a rischio di marginalità, raccordi con i Servizi Sociali per l’area giovani e adolescenti e per l’area marginalità, stesura di un documento finale. Azioni Ob.3 (Coesione: promuovere azioni di coesione sociale di territorio e di sistema attraverso lo sviluppo di connessioni tra l’equipe mobile di progetto, gli operatori dei servizi territoriali e gli stakeholders presenti nelle zone a rischio. Promuovere inoltre connessioni di sistema con altri progetti attivi in altri territori) Az. 3.1. Azioni di coesione: potenziamento della rete, mappatura degli stakeholders, Realizzazione di focus rivolta a persone significative del territorio, sensibilizzazione, formazione, analisi dei risultati e stesura report Az. 3.2 Azioni di sistema stesura di protocolli in collaborazione con altri progetti per occasioni estemporanee, lavoro di rete per la gestione di grandi eventi, implementazione del sistema condiviso di raccolta dati. Azioni Ob.4 Governance e valutazione: promuovere azioni di governance, di potenziamento della rete, di valutazione e monitoraggio Az. 4.1. Governance: costituzione e funzionamento cabina di regia, coordinamento del progetto, sensibilizzazione della rete, connessione con altri servizi e progetti del territorio, Az. 4.2 Monitoraggio e valutazione: monitoraggio e valutazione di processo e di esito, e report finale. j) indicare la data di inizio e la data di conclusione del progetto inizio progetto: 1 ottobre 2016 conclusione attività di progetto: 15 settembre 2017 Conclusione attività di rendicontazione finale: 30 ottobre 2017 9
ALLEGATO 1B k) indicare il numero di persone e le caratteristiche di genere delle persone su cui il progetto interviene FASCIA D’ETA’ MASCHIO FEMMINA N° % N° % 15-19 150 12% 40 6% 20-24 300 23% 210 30% 25-29 300 23% 210 30% 30-34 175 13% 100 14% 35-39 150 12% 60 9% 40-44 75 6% 40 6% 45-49 50 4% 20 3% 50-54 50 4% 10 1% 55-59 25 2% 10 1% 60-64 25 2% 0% l) indicare in dettaglio le macro-fasi di attività ( = trattasi di aggregati di interventi finalizzati a soddisfare un determinato bisogno: es. macro-fase “coordinamento”: 1 istituzione del gruppo di coordinamento, 2 modalità di lavoro del gruppo, 3 prodotti realizzati, etc.), la loro durata e la tempistica complessiva del progetto Semestre 1 Semestre 2 Macro-fase 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Macro-fase 1 1. Aggancio nei contesti a rsichio 1.1 Interventi riduzione dei rischi 1.2.Rilevazione e sitematizzazione dati Macro-fase 2 2. Percorsi di autonomia e inclusione 2.1 Presa in carico e accompagnamento 2.2. Definizione procedure condivise Macro-fase 3 3. Coesione 3.1 Azioni di coesione 3.2 Azioni di sistema Macro-fase 4 4. Governance e valutazione 4.1 Governance 4.2 Valutazione 10
ALLEGATO 1B m) declinare, per ogni Partner (identificandolo nella tabella con il nominativo o con una codifica), le attività da realizzare Comune Gabbiano Sineresi Aeris Omnia Atipica SMI – Lecco Famiglia Nuova Macro-fase 1 Macro-fase 1 1. Aggancio nei contesti a rischio 1.1 Interventi riduzione dei rischi 1.2.Rilevazione e sitematizzazione dati Macro-fase 2 2. Percorsi di autonomia e inclusione 2.1 Presa in carico e accompagnamento 2.2. Definizione procedure condivise Macro-fase 3 3. Coesione 3.1 Azioni di coesione 3.2 Azioni di sistema Macro-fase 4 4. Governance e valutazione 4.1 Governance 4.2 Valutazione 11
ALLEGATO 1B n) indicare le risorse umane coinvolte nel progetto Nome e cognome Ente di Figura Tempo Macro-fase/attività appartenenza professionale dedicato * (gg/anno) Patrizia De Filippi Il Gabbiano Psicologa 150 ore Macro-fase 1,2,3,4 onlus Psicoterapeuta distribuite Responsabile su 80 giorni Area progettazione e Responsabile di progetto Loana Di Dio Il Gabbiano Psicologa 220 ore Macro-fase 1,2 onlus distribuite su 80 giorni Tiziana Mannello Il Gabbiano Psicologa 100 ore Macro-fase 1,2,3,4 onlus piscoterapeuta distribuite su 40 giorni Manuela Il gabbiano Psicologa 100 ore Macro-fase 1,2,3,4 Colombera Onlus psicoterapeuta distribuite su 60 giorni Marcella Castillo Il Gabbiano Educatore 200 ore Macro-fase 1,2 onlus professionale distribuite su 80 giorni Marco Greppi Il Gabbiano Filosofo 200 ore Macro-fase 1,2 onlus laureando in distribuite scienze su 80 giorni dell’educazione Maria Mauri Il Gabbiano Educatore 200 ore Macro-fase 1,2 onlus professionale distribuite su 80 giorni Giorgio Vaninetti Il Gabbiano Educatore 200 ore Macro-fase 1,2 onlus professionale distribuite su 80 giorni Bruno Vegro Il Gabbiano Educatore con 200 ore Macro-fase 1,2 onlus esperienza distribuite su 80 giorni Riccardo Romiti Il Gabbiano Formatore e 30 ore Macro-fase 3,4 onlus consulente distribuite organizzativo su 6 giornate Daniele Redondi Il Gabbiano Responsabile 50 ore Macro-fase 1,2,3,4 onlus amministrativo distribuite su 50 giorni Monia Crapella Il Gabbiano Segretaria 80 ore Macro-fase 1,2,3,4 onlus amministrativa distribuite su 50 giorni Annalisa Pozzi Sineresi Educatore 240 ore Macro-fase 1,2 professionale distribuite su 80 giorni Marta Tessari Sineresi Educatore 240 ore Macro-fase 1,2 professionale distribuite su 80 giorni Giancarla Colombo Sineresi Segreteria 150 ore Macro-fase 1,2 amministrativa distribuite su 80 giorni Ernesta Valseschini Omnia Assistente sociale 150 ore Macro-fase 1,2,3,4 Language distribuite su 80 giorni Francesco Silvio Omnia Operatore 160 ore Macro-fase 1,2 Pizzagali Language esperto distribuite su 60 giorni Benedetta Villa Omnia Assistente sociale 140 ore Macro-fase 1,2 12
ALLEGATO 1B Language Sezione B distribuite su 60 giorni Jessica Zucchi Omnia Assistente sociale 140 ore Macro-fase 1,2 Language distribuite su 60 giorni Fabio Presti Aeris Educatore 150 ore Macro-fase 1,2,3,4 distribuite su 60 giorni Cristian Alacqua Aeris Educatore 350 ore Macro-fase 1,2 distribuite su 150 giorni Alice Giovacchini Aeris Operatore 60 ore Macro-fase 1,2 esperto distribuite su 150 giorni Adelmo Fiocchi Atipica Psicologo 40 ore Macro-fase 3,4 Psicoterapeuta distribuite su 20 giorni Alice Rinco Atipica Educatore 50 ore Macro-fase 3,4 Professionale distribuite su 25 giorni Giorgia Albani Famiglia Nuova Psicologa 60 ore Macro-fase 2,3,4 – SMI Broletto distribuite su 25 giorni Maurizio Mattioni Famiglia Nuova Pedagogista 90 ore Macro-fase 2,3,4 Marchetto – SMI Broletto distribuite su 30 giorni Aggiungere righe necessarie * compilare sia nel caso di personale dipendente, che per incarichi libero professionali. l) indicare la caratterizzazione innovativa del progetto, tenendo presente che le azioni che si andranno a realizzare dovranno avere una durata temporale limitata, in quanto i destinatari, una volta intercettati ed indirizzati verso risposte adeguate, dovranno vedere soddisfatto, in un tempo dato, il proprio bisogno • l’adozione di una logica costruzionista nell’intervento sociale di comunità, orientata a rendere l’esperienza progettuale un contesto di esperienza in cui tutti gli attori coinvolti (partner, progettisti, contesti d’intervento, destinatari, stakeholders) partecipano attivamente nelle varie fasi progettuali, potendo influenzarne il decorso; questa logica consente di realizzare un progetto di sistema, in cui reti, contesti, persone, gruppi d’interesse condividono, per un dato periodo di tempo, letture dei fenomeni sociali ed obiettivi comuni e si ingaggiano in azioni condivise; • la costruzione di una piattaforma informatica per la rilevazione dei dati capace di superare i limiti del trattamento dei dati legati al cartaceo; tale piattaforma sarà condivisa con il progetto “All Inclusive” area 2 finanziato da POR FSE 2014/2020 ente capofila AERIS Cooperativa Sociale, progetto già attivo sul territorio di Vimercate. La condivisone della piattaforma e della strumentazione di rilevazione dei dati consentirà di poterli confrontare e, eventualmente, aggregare considerato che i due territori attualmente fanno parte della medesima ATS 13
ALLEGATO 1B m) indicare le attività previste di diffusione e di mainstreaming Le attività di diffusione progettuale saranno realizzate in due fasi e con due finalità differenti: 1. la prima fase, di informazione territoriale sul progetto, di realizzazione progettuale, sarà inclusa nell’ambito delle azioni di coesione sociale e sarà finalizzata a garantire al progetto la maggiore visibilità territoriale; 2. la seconda fase sarà orientata alla disseminazione dei risultati via via raggiunti dal progetto in termini di impatto territoriale e di efficacia. Le attività realizzate in entrambe le fasi di diffusione progettuale sono le seguenti: - pubblicazioni sulla stampa locale in avvio attività; - siti web, newsletter e mailing list degli Enti partner; - uscite di informazione e diffusione tramite camper; pubblicazioni cartacee come volantini, locandine e brochure. Tramite queste attività saranno fornite informazioni sulle finalità del progetto, le azioni, i risultati attesi, la linea di finanziamento, la partnership e i risultati via via raggiunti; ciò al fine di favorire una partecipazione più attiva della comunità locale alle azioni progettuali. Per quanto riguarda le attività di mainstreaming, esse saranno orientate a valorizzare, moltiplicare e trasferire le buone pratiche e i risultati del progetto. Le attività di mainstreaming saranno organizzate a più livelli: 1. Microlivello interno alla rete di progetto: la composizione stessa della partnership di progetto (costituita da agenzie del sociale tra le più radicate e riconosciute nel territorio lecchese) garantisce di per sé la concretizzazione dell’opportunità di confrontarsi – sia a livello sociale, che politico, che tecnico-progettuale - sull’efficacia e l’impatto territoriale delle buone pratiche messe in campo dal progetto, nonché sull’esportabilità delle stesse a livello di programmazione dei sistemi di inclusione sociale del territorio; 2. Mesolivello nelle reti regionali e nazionali dei partner di progetto: ciascun partner appartiene a reti, aggregazioni e organizzazioni di secondo livello nell’ambito del sociale con cui intrattiene costanti scambi di esperienze, riflessioni, formazioni e metodologie. A titolo esemplificativo, il solo Ente capofila è iscritto ai Centri servizi volontariato di cinque province lombarde, con cui intrattiene regolarmente rapporti di collaborazione progettuale, è membro del Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienza (C. N. C. A.), Coordinamento Enti Ausiliari Lombardia (C .E .A. L .), Coordinamento Dipendenze Del Privato Sociale Lecchese (Coo. Dip). Questo intreccio tra gli enti di appartenenza dei partner, i servizi e progetti d’intervento da essi realizzati e la gestione di agenzie per la ricerca e la documentazione sul sociale costituisce un punto di forza della partnership di progetto, permettendo la possibilità di condividere l’impianto e gli esiti del progetto con le principali agenzie che a livello locale e regionale influenzano le politiche e partecipano ai processi decisionali di settore. 14
ALLEGATO 1B n) indicare come si pensa che attraverso il progetto il problema individuato si modificherà o cambierà, mediante l’applicazione dell’analisi SWOT (strumento di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza – Strengths -, debolezza – Weaknesses -, le opportunità – Opportunities - e le minacce - Threats - di un progetto) Max 1 pagina Qualità dannose al Analisi SWOT Qualità utili al conseguimento degli obiettivi conseguimento degli obiettivi Punti di forza: • partenariato costituito da Enti che: posseggono competenze consolidate nell’intervento sociale di riduzione dei rischi e coesione sociale;-hanno già operato insieme nell’area d’intervento specifica; hanno già consolidato un sistema di gestione del partenariato e di coordinamento delle attività progettuali congiunte; sono radicati Punti di debolezza: Elementi interni al e riconosciuti sul territorio target; sono in • difficoltà ad grado di cofinanziare gli interventi e di individuare operatori esperti partenariato/progetto integrare le risorse umane; nell’ambito. • progetto sviluppato tramite una • Turnover operatori metodologia partecipativa, che permette di attivare processi di cambiamento a livello locale capaci di continuare anche al di là della conclusione del progetto stesso; • lo sviluppo di processi e funzioni peer- to-peer garantisce maggiore possibilità di sostener gli interventi anche a chiusura del progetto; Rischi • Diffidenza dei contesti target rispetto alla proposta innovativa del progetto può rallentare la attivazione delle azioni di coesione sociale e Opportunità riduzione dei rischi; • Raccordare il progetto con le altre • Scarsa abitudine del iniziative di promozione dell’inclusione sociale target intercettato a Elementi esterni al portate avanti sul territorio target, grazie alla rivolgersi ai servizi tradizionali condivisione coi livelli di programmazione per le dipendenze e partenariato/progetto locale e decisionali politici; l’inclusione sociale può • Urgenza percepita di intervenire su ostacolare l’emersione del zone urbane particolarmente a rischio, come bisogno e la richiesta di fattore di sostegno all’attivazione del motore aiuto, influenzando progettuale e alla partecipazione attiva dei negativamente la riuscita destinatari e stakeholders; delle attività di supporto personalizzato previste dal progetto • Tematica che può provocare nel territorio diffidenza e chiusura dei cittadini 15
ALLEGATO 1B o) indicare la sostenibilità (per sostenibilità si intende la capacità del progetto di continuare autonomamente nel futuro) Aldilà della disponibilità di ulteriori fonti di finanziamento regionali a copertura dei costi della prosecuzione progettuale, la sostenibilità del progetto può essere facilitata: • dalla metodologia partecipativa, capace di attivare il coinvolgimento di agenzie della rete locale, dei contesti d’intervento e dei destinatari delle azioni con un ruolo attivo fin dalle prime fasi del progetto; la spinta propulsiva del motore progettuale così attivato potrà facilitarne la sua continuazione anche dopo la chiusura formale delle attività; • dalla attivazione di processi peer-to-peer permetterà di moltiplicare le funzioni di riduzione dei rischi e di coesione sociale per il tramite dell’attività informale degli operatori pari anche oltre la chiusura delle attività; • dall’aver costruito procedure condivise, celeri e comuni di presa in carico, accoglienza e invio sul territorio • dalla partnership, costituita da agenzie con proprie aree organizzative deputate alla progettazione, allo sviluppo e al fund raising per i progetti nel sociale, che potranno attivarsi per reperire ulteriori fondi (pubblici e privati) utili alla sistematizzazione delle buone pratiche realizzate tramite il progetto IN ROTTA VERSO L’EUROPA; • dal buon esito del progetto in termini di impatto territoriale, che potrà facilitare l’attivazione di tavoli locali per la progettazione partecipata della prosecuzione progettuale tramite ulteriori canali di finanziamento oltre a quello regionale p) modalità di monitoraggio e valutazione del processo, del risultato e dell’impatto partendo dall’analisi indicata al punto 3 lettera n) Max 1 pagina I processi di monitoraggio e di valutazione saranno sovrintesi dalla Cabina di Regia del progetto, costituita - come si è più sopra detto - dal responsabile di progetto dell’Ente capofila e da almeno un referente per ciascun Ente partner. Essi, dunque, saranno processi partecipati attivati fina dalle fasi iniziali dell’esperienza progettuale. Data l’analisi SWOT descritta in precedenza, saranno resi oggetto di monitoraggio costante, da un lato, gli aspetti di risorsa e opportunità al fine di supervisionarne la loro reale influenza positiva sulle azioni e gli esiti del progetto; dall’altro lato, gli aspetti di criticità e minaccia, al fine di contenere e gestire le loro implicazioni negative. Perciò, saranno oggetto di monitoraggio: - la qualità dei rapporti di partenariato e dei processi di coordinamento progettuale; - i rapporti di rete con i Comuni del Distretto e con gli altri Enti istituzionali del territorio; - la reale applicazione di una metodologia partecipativa, capace di coinvolgere agenzie territoriali, contesti target e destinatari degli interventi anche nelle fasi e nei processi di programmazione degli stessi; - l’avvio di processi peer-to-peer funzionali a rendere più incisive le azioni di riduzione dei rischi e coesione sociale e, al contempo, a garantire una maggiore sostenibilità e continuità degli interventi a conclusione del progetto; - il rispetto della tempistica progettuale, quindi la gestione temporale delle attività e delle risorse, anche tramite la condivisione di crono programmi e programmi di gestione come Ganntproject o similari; - le risposte in termini di impatto della comunità locale generale, dei contesti a rischio in cui saranno realizzati gli interventi, dei destinatari raggiunti. Dal punti di vista metodologico: - per quanto attiene alla VALUTAZIONE DI PROCESSO, il monitoraggio dei criteri di processo sarà curato dal responsabile progettuale durante gli incontri di coordinamento della Cabina di Regia, attraverso la gestione e l’analisi della documentazione operativa e di altri 16
ALLEGATO 1B eventuali strumenti costruiti ad hoc (verbali degli incontri di rete, diari di bordo delle attività erogate e report delle riunioni d’équipe, schede di presenza/contatto dei soggetti agganciati, valutazioni multidimensionali dei rischi, questionari di gradimento dei destinatari diretti e dei destinatari indiretti), nonché attraverso il confronto sistematico e periodico tra: - le attività effettivamente realizzate e le attività previste, -il target individuato ed il target effettivamente raggiunto, gli obiettivi specifici progressivamente raggiunti e quelli finali, -le criticità emerse e le azioni di controllo e correttive messe in campo per la loro gestione; - per quanto attiene alla VALUTAZIONE DI RISULTATO, il monitoraggio e la verifica finale di efficacia del progetto saranno rilevati tramite i seguenti strumenti: -la scheda di rilevazione dei contatti revisionata alla luce delle più recenti acquisizioni e sviluppi progettuali, che sarà in grado di rilevare dati importanti sulle capacità degli utenti di riconoscer gli effetti su di sé delle condizioni di abuso e/o di marginalità sociale, di valutare il proprio profilo di rischio e potenziare le life skill necessarie; - il questionario di gradimento proposto ad un campione degli utenti, tramite cui rilevare la percezione di efficacia degli utenti stessi rispetto all’utilità ed efficacia del servizio; -il questionario atto a valutare l’indicatore di risultato dell’azione 9.5.9.; rispetto alla VALUTAZIONE DI IMPATTO, la Cabina di Regia valuterà la capacità del progetto di: - sensibilizzare la comunità locale sui temi del consumo di alcol e droghe e dell’esclusione sociale e attivarne la partecipazione attiva al progetto; - raccordarsi con le programmazioni locali in materia e contemporaneamente raccogliere dati e sviluppare esperienze che possano essere utili ad una loro futura definizione; - raccordarsi con le altre iniziative territoriali in quest’ambito; - sperimentare ed elaborare buone pratiche d’intervento che possano essere condivise a livello locale e con gli stakeholders regionali interessati 17
ALLEGATO 1B 4. RIPARTIZIONE ECONOMICO FINANZIARIA TRA PARTNER CON RIFERIMENTO ALLE AZIONI/ATTIVITA’ SVOLTE: a) indicare per ogni Partner e rispetto alle attività svolte, gli oneri suddivisi per voci di spesa (v. allegato 1C e paragrafo 5 dell’Avviso) Spese per il Spese per il Materiale di Spese Promozione Altro (specificare) (€) Totale (€) personale personale non consumo generali e dipendente dipendente (€) (€) (€) pubblicizzazi (€) one (€) Macro-fase 1 GABBIANO 1. Aggancio nei contesti a rischio 1.1 Interventi 6.960,00 4.840,00 150,00 150,00 500,00 1.700,00 Presidi sanitari, 14.300,00 riduzione dei trasferimenti rischi operatori 1.2.Rilevazione e strumentazioni sitematizzazione informatiche e dati 1.056,00 2.000,00 1.147,00 software 4.203,00 Macro-fase 2 2. Percorsi di autonomia e inclusione 2.1 Presa in carico e accompagname 4.960,00 5.120,00 100,00 100,00 10.280,00 nto 2.2. Definizione procedure condivise 625,00 2.010,00 2.635,00 Macro-fase 3 3. Coesione 3.1 Azioni di coesione 5.520,00 3.536,00 150,00 250,00 9.456,00 3.2 Azioni di sistema 1.320,00 3.536,00 150,00 250,00 5.256,00 Macro-fase 4 4. Governance e valutazione 4.1 Governance 5.880,00 1.100,00 100,00 250,00 3.000,00 10.330,00 4.2 Valutazione 2.640,00 4.000,00 250,00 6.890,00 18
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