Scheda Paese: India - Giugno 2010
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Scheda Paese: India Giugno 2010
Scheda Paese:India L’India si estende per 3.287.590 km² ed è composta da 28 stati principali e da 7 territori, fra cui quello della capitale, New Delhi. La sua costa si sviluppa per 7.517 km di lunghezza. L’India comprende la gran parte dell’omonimo subcontinente ed è la seconda nazione più popolosa al mondo, dopo la Cina, con quasi 1,150 milioni di abitanti. Confina a nord con Bhutan, Cina, Nepal e Pakistan; ad est con Myanmar e Bangladesh; a sud con l'Oceano Indiano ed il Golfo del Bengala; ad ovest con il Pakistan e il Mare d'Arabia. L’Himalaya, che costituisce la catena montuosa più alta al mondo, cinge l'India a nord e a nord-est; dalle sue cime hanno origine importanti fiumi, come il Gange, il Brahmaputra e numerosi loro affluenti, che ne attraversano il territorio prima di sfociare nel Golfo del Bengala. La catena dell’Himalaya condiziona anche l’intero clima indiano, che comprende una grande varietà di condizioni: dal desertico al glaciale, dal tropicale al sub-tropicale, dal tropicale umido all’arido. Centro Studi Confindustria Marche 2
Scheda Paese:India QUADRO STORICO POLITICO Quella indiana è una storia millenaria, caratterizzata dal sorgere di Regni, Repubbliche ed Imperi che dominano in maniera sempre più estesa il territorio sino all’arrivo degli Europei (in particolare Francesi, Portoghesi, Inglesi ed Olandesi), intorno al XVI secolo. Già verso la metà del 1800 la totalità del territorio indiano passa sotto il dominio della Compagnia Inglese delle Indie Orientali e, così, l’India diventa una delle colonie dell’Impero britannico. Poco tempo dopo già cominciano a manifestarsi nel paese i primi segnali di ribellione ai dominatori inglesi, attraverso una lotta per l’indipendenza condotta anche con il sostegno del Congresso Nazionale Indiano (partito politico, ben presto riferimento per chi aspirava all’indipendenza). Il sentimento di indipendenza va sempre più diffondendosi fra la popolazione indiana, che trova nel Mahatma Gandhi, capo del movimento di disobbedienza civile di massa, una figura in grado di organizzarla e guidarla. Nel 1947 l’India riesce ad ottenere l’indipendenza e tre anni più tardi, nel corso del 1950, diviene una repubblica con l’entrata in vigore di una nuova costituzione. La conquista dell’indipendenza non significa però anche il raggiungimento della pacificazione interna fra le numerose e diverse componenti sociali: lotte religiose ed eccessiva frammentazione della società impediscono la realizzazione di una durevole stabilità. L’India è una Repubblica federale composta da stati, a loro volta divisi in distretti. Il Presidente è anche Capo dello Stato, il potere esecutivo è esercitato dal Primo Ministro, capo del governo, mentre il Parlamento è bicamerale ed è composto da una camera Alta e da una Camera Bassa. La Corte Suprema vigila sulla costituzionalità delle leggi. NOTE DI COLORE 1. L’Hindi, insieme all’inglese e ad altre 21 lingue, costituisce la lingua ufficiale dell’India; 2. La Rupia è la valuta ufficiale indiana; 3. L’India con quasi 1,15 miliardi di persone costituisce il secondo Paese più popoloso del mondo, dopo la Cina; 4. Quasi 800 milioni di Indiani praticano la religione induista; 5. L’industria cinematografica indiana, con il polo di Bolliwood - Bombay, è la più grande del mondo; 6. Il cricket è da tutti considerato lo sport indiano nazionale. Centro Studi Confindustria Marche 3
Scheda Paese:India QUADRO MACROECONOMICO Con un PIL nominale di circa 116.7 miliardi di dollari nell’esercizio finanziario 2007/2008, l’India si conferma una fra le maggiori economie del mondo, classificata al dodicesimo posto della classifica della Banca Mondiale. Nella classifica PPP (Purchasing Power Parity – Parità di Potere d’Acquisto) della Banca Mondiale, l’India si pone al quarto posto a livello internazionale, mentre risulta essere al secondo posto per il livello più rapido di crescita, dopo la Cina. Ciò nonostante, persiste un forte (e crescente) disequilibrio nella distribuzione della ricchezza, con un indice di Gini stimato dalle Nazioni Unite che passa dal 29,6% del 1991 al 36,8% del 2004 (79° posto). Le statistiche mostrano un incremento costante dell’economia negli ultimi quattro anni: +8,5% nel 2003/2004, +7,5% nel 2004/2005, +9,5% nel 2005/2006, +9,7% nel 2006/2007, +9% nel 2007/2008, con una crescita media dell’8.8%. Un dato di raffronto significativo è rappresentato dal balzo compiuto dal +3,8% del 2002/2003 al +8,5% del 2003/2004. Gli effetti della crisi economica globale hanno colpito anche l’economia indiana, che nell’esercizio 2008/2009 ha registrato un rallentamento della crescita al 6% e, secondo le stime dell’ Economist Intelligence Unit, si attesterà al 7% nel 2009/2010. La causa principale dell’attuale rallentamento della crescita economica indiana è da rinvenirsi nella evidente “crisi” del settore manifatturiero, crisi legata sia all’aumento dei costi di produzione (dai salari all’energia), sia alla diminuzione della domanda (soprattutto estera) provocata dalla crisi dei subprime negli Stati Uniti e dal difficile contesto finanziario internazionale. Il calo della dinamica del prodotto si è interrotto nel primo semestre del 2009, grazie al progressivo miglioramento dell’attività nell’industria e agli interventi di supporto fiscale: la crescita del PIL è salita al 6,1% nel secondo trimestre dal 5,8% nel primo. La dinamica del valore aggiunto nell’industria manifatturiera è ritornata positiva (+3,4% da -1,4%), mentre si è ulteriormente rafforzata quella nei servizi privati (all’8% dal 7,2%). Per contro, il ritmo di accumulazione di capitale, già in calo dai picchi segnati nel 2006, quando si collocava attorno al 16% annuo, si è indebolito ulteriormente a seguito della crisi finanziaria internazionale. Nel secondo trimestre del 2009 la dinamica degli investimenti si è ridotta all’1,4% sui dodici mesi. Dall’estate, in linea con quanto registrato negli altri paesi emergenti dell’Asia, l’economia ha ripreso a crescere a ritmi sostenuti, sospinta dall’andamento più vivace della domanda Centro Studi Confindustria Marche 4
Scheda Paese:India interna e dal miglioramento del commercio internazionale. Nel terzo trimestre 2009 segnali positivi sono pervenuti sia dal settore industriale, sia dal comparto dei servizi, prefigurando una ripresa a ritmi sostenuti del PIL già dalla seconda metà dell’anno. AGRICOLTURA Il settore agricolo, fortemente legato alle condizioni climatiche e all’abbondanza o meno di piogge nel periodo dei monsoni, negli ultimi anni ha registrato valori oscillanti per quanto concerne la produzione: nell’anno 2002/2003 il valore è stato -16,1%, contro il +22,4% del 2003/2004, il -2,2% del 2004/2005, il +7,5% del 2005/2006 e il + 3% del 2006/2007 +6,9 del 2007/2008, +1,2% del 2008/2009. Sebbene la quota del settore agricolo nella formazione del PIL sia diminuita costantemente negli anni, passando da circa il 40% del periodo 1980/81 al 17% del 2007/2008 (dati della National Planning Commission), questo settore continua a giocare un ruolo molto importante nell’economia indiana, in quanto il 50% della forza lavoro indiana è ancora occupata nel settore agricolo e dall’andamento dell’agricoltura dipendono la stabilità dei prezzi al consumo (sul paniere dei prezzi di riferimento l’incremento dei costi di alcuni prodotti agricoli di base, in virtù di cattivi raccolti, è stata una delle cause principali Centro Studi Confindustria Marche 5
Scheda Paese:India della spirale inflattiva), la sicurezza alimentare, l’alleviamento della povertà e, più in generale, la sostenibilità del processo di crescita generale dell’economia. Nel contesto dello sviluppo economico indiano è indubbio che si tratti del settore più arretrato e critico. Basti pensare che circa il 40% della produzione non riesce a raggiungere il mercato, a causa del deperimento durante il trasporto, anche perché la percentuale di prodotto trasformato è minima (4% circa). Peraltro, diversi fra i principali gruppi economici indiani (Reliance, Bharti, ITC, etc.) stanno investendo somme ingenti lungo tutta la filiera agro-alimentare, lasciando presagire una significativa trasformazione del settore nei prossimi anni. INDUSTRIA L’Indice di produzione industriale ha avuto un andamento progressivamente crescente dal 2002 al 2007, con incrementi annui del 5,8% (2002/2003), 7,0% (2003/2004), 8,4% (2004/2005), 8,2% (2005/2006) e dell’11,5% nel 2006/2007. Dal 2008 ha segnato una netta decelerazione: 8,5% nel 2007/2008 e 3,4% nel 2008/2009. Il settore manifatturiero ha registrato una robusta crescita (ovvero da quando l’attuale Governo è in carica), nonostante le notevoli deficienze infrastrutturali del Paese, in particolare nel settore dei trasporti stradali, dei porti, dell’energia elettrica, che vengono considerati la principale incognita e sfida per il mantenimento degli attuali ritmi di crescita industriale. A livello governativo, si è annunciato con l’11.mo piano di sviluppo della Planning Commission (2007 – 2012) la necessità di promuovere investimenti per oltre 300 miliardi di euro nel settore infrastrutturale (anche attraverso la formula delle Public–Private Partnerships). Anche se la produzione industriale resterà probabilmente il principale volano dell’economia indiana nel medio – lungo periodo, nel primo semestre del 2009 si è registrato un brusco rallentamento della crescita del settore manifatturiero. I dati parziali relativi al mese di giugno 2009 indicano una crescita – su base annuale – del 3,4% (ovvero circa un terzo del tasso registrato nel 2007). SERVIZI Il settore dei servizi, in particolare quello della c.d. Information Technology, rappresenta sicuramente il traino del “miracolo economico indiano”, contribuendo al 64% del PIL. Il decollo dell’economia indiana, a differenza di quella cinese, è proprio cominciato dal settore dei servizi, favorito dalla presenza di una ampia manodopera relativamente qualificata a costi contenuti rispetto a quelli occidentali. Oggi l’IT indiano costituisce una Centro Studi Confindustria Marche 6
Scheda Paese:India realtà a livello globale, con una serie di aziende di punta a livello internazionale nel settore del software engineering. In parallelo, è cresciuto un ampio mercato per il BPO (Business Process Outsourcing) in provenienza soprattutto dal mondo anglosassone. Pur continuando a crescere a tassi di sviluppo sostenuti, il settore mostra peraltro alcune criticità, a cominciare dall’aumento molto rapido dei costi salariali, che rende tale tipo di delocalizzazione meno appetibile rispetto ad alcuni anni fa. Anche in risposta a tale trend, l’India punta fortemente su altri settori ad alto contenuto tecnologico offrendosi già oggi come meta privilegiata dell’outsourcing delle attività di ricerca e sviluppo, della progettazione e, in prospettiva, del design. INFLAZIONE L’ inflazione media annuale, calcolata sulle variazioni dell’Indice dei Prezzi all’Ingrosso, è prevista allo 0,5% nel 2009/2010, contro l’8,4% nel 2008/2009. Il costo del carburante e dei manufatti è previsto in diminuzione nel 2009/2010 rispettivamente del 4,5% e dello 0,5%. L’inflazione sui prezzi al consumo è prevista decrescere al 5% nel 2009/2010, rispetto all’8% stimato per il 2008/2009. La stabilizzazione dei prezzi comunque continua ad essere uno degli obiettivi primari della politica monetaria del Governo e le manovre della Reserve Bank of India sui tassi di interesse sono andate in questa direzione. Nel 2006 il tasso di interesse massimo offerto dalle banche sui depositi è stato del 7%; il “prime rate” e’ stato invece del 10,8%. Si conferma il trend del sistema bancario a concedere sempre più credito al consumo, assecondando la crescente propensione della emergente classe media indiana. RISCHIO PAESE Di seguito vengono elencati i vari rating forniti dalle agenzie più accreditate: • Moody’s: Baa3 • Standard & Poor’s: BBB- • Fitch: BBB- Le valutazioni SACE classificano l’India nella classe A, fra i paesi assicurabili senza particolari restrizioni. La categoria di rischio OCSE è la 3/7 (si consideri che alla 1° categoria corrisponde il rischio minore ed alla 7° categoria il rischio maggiore) e la categoria del Consensus è la seconda. Centro Studi Confindustria Marche 7
Scheda Paese:India Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri Il sistema economico indiano sta progressivamente cambiando forma. Economia rigidamente pianificata sin dall’indipendenza, l’India ha assimilato negli ultimi anni il libero mercato ed i principi su cui esso si fonda. Nonostante ciò, l’integrazione del Paese nel sistema multilaterale degli scambi, avviata nel 1991 assieme al processo di riforme interne, è ancora un’opera incompiuta, che la complessa democrazia indiana, con i suoi contrappesi e logiche consensuali persegue in maniera non sempre lineare. Ampi settori del Paese vedono ancora forti restrizioni al capitale estero (a cominciare dal settore finanziario) e le procedure autorizzative scontano ancora molte farraginosità burocratiche. L’India è come noto uno dei principali attori del Doha Round e le sue posizioni in materia agricola, antitetiche a quelle americane ed anche europee, hanno costituito, in occasione dell’ultima riunione Ministeriale del WTO, uno dei principali ostacoli al raggiungimento di un’intesa globale: la causa principale del fallimento dei negoziati è da imputare alle divergenze tra India e Stati Uniti sulle modalità dei c.d. meccanismi di salvaguardia, previsti per proteggere i Paesi in via di sviluppo da eventuali impennate nelle importazioni. D’altra parte, il Governo indiano non sembra al momento in grado di pagare il costo politico di un’apertura del mercato agricolo interno alle produzioni sussidiate statunitensi ed europee. La struttura del comparto agricolo indiano, fortemente frammentato e scarsamente produttivo, impone peraltro al governo di New Delhi cautele che sono sconosciute ad altri Paesi membri del G20. Per quanto riguarda l’accesso al mercato dei prodotti non agricoli (NAMA), la posizione indiana è invece più flessibile, mentre enorme importanza viene attribuita al negoziato sui servizi (GATS), soprattutto in quanto bacino di manodopera altamente qualificata: l’India propende in particolare per un regime più liberale per il movimento delle persone fisiche e per l’eliminazione delle restrizioni alle prestazioni transfrontaliere. Le difficoltà del negoziato commerciale multilaterale sull’agenda di Doha hanno, come noto, riportato in essere il dibattito sull’utilità di accordi di libero scambio a livello regionale. In questo quadro anche l’Unione Europea si sta predisponendo a negoziare con l’India un Free Trade Agreement (FTA) che riguarda sia il commercio di beni e servizi sia gli investimenti. Sull’esito del negoziato pende l’incognita costituita dalla reale volontà indiana di negoziare un sostanziale abbattimento delle barriere sia tariffarie sia non tariffarie. Centro Studi Confindustria Marche 8
Scheda Paese:India Interscambio commerciale L’India ha aumentato progressivamente il suo interscambio commerciale con il resto del mondo, che nel giro di soli 5 anni è passato da circa 141.992 milioni di dollari (nel 2003/04) a 474.105,06 milioni di dollari (2008/09). Nel quinquennio in questione le importazioni indiane hanno comunque sempre superato le esportazioni. Il deficit della bilancia commerciale è passato da -27.981,49 milioni di dollari nel 2004/05 a –88.578,36 milioni nel 2007/08. Nel 2008/09 si registra un deficit di -108.844,06 milioni di dollari con un incremento del 22,88% del disavanzo commerciale rispetto al precedente esercizio finanziario. I dati 2008/09 confermano quindi il trend che vede nella crescita indiana una progressiva forbice fra la sua limitata capacità di esportazione e la molto più accentuata propensione a colmare la crescente domanda interna con beni di importazione. Le importazioni indiane sono costituite per il 31% del totale dal petrolio, dato che l’India deve importare il 70% del proprio fabbisogno energetico. Prescindendo dalle risorse naturali, le importazioni dell’India riflettono un’economia in trasformazione, in cui il diffuso aumento del potere d’acquisto ha portato ad un cambiamento nelle richieste dei consumatori, influenzando molti settori dell’industria indiana. Fra i settori più interessati si trova quello dei macchinari per l’industria, in quei comparti dove l’India cerca di riqualificare la propria capacità manifatturiera, quello delle apparecchiature elettriche e delle macchine utensili. Nella composizione delle esportazioni indiane, al primo posto si trovano le pietre e i metalli preziosi seguiti dagli oli minerali, dai macchinari da trasporto, dalle macchine strumentali e dai prodotti chimici e farmaceutici. Gioca un ruolo importante anche il comparto dei metalli (ghisa, ferro, acciaio, alluminio e prodotti della loro lavorazione) e quello dei tessuti e dell’abbigliamento. L’Unione Europea nel suo complesso costituisce il primo partner commerciale dell’India, anche se le autorità indiane stentano ancora a riconoscere la UE come un interlocutore unico. Secondo dati di fonte indiana, per l’anno finanziario 2008/2009, i dati dell’interscambio con l’Unione Europea a 27 sono costituiti da 41.652,70 milioni di dollari di importazioni indiane (pari al 14,29% del totale (+8,38% rispetto al precedente anno) e 38.952,88 milioni di dollari di esportazioni dall’India (pari al 21,33% del totale (+12,88% rispetto al precedente anno). Se non si considera l’Unione Europea, il principale mercato di sbocco per l’India è stato quello degli Emirati Arabi, che hanno sostituito gli Stati Uniti come maggiore acquirente dei prodotti indiani. La gioielleria è uno degli articoli trainanti sia verso gli Emirati che verso gli Centro Studi Confindustria Marche 9
Scheda Paese:India USA, e rappresenta anche il principale articolo d’esportazione dell’India verso altri rilevanti mercati di sbocco, Hong Kong su tutti. Nell’anno in esame la gioielleria è risultata la prima voce d’esportazione superando i prodotti del petrolio e della sua raffinazione, tradizionalmente al primo posto. La Cina, terzo mercato per i prodotti indiani, assorbe circa il 92% delle esportazioni di minerali di ferro per un valore di 4.329,49 milioni di dollari. A Singapore, quarto mercato acquirente, sono destinati principalmente i prodotti del petrolio e della sua raffinazione, per un valore di 3.473,15 milioni di dollari. Nell’anno finanziario in esame, il principale mercato europeo per i prodotti indiani è risultato il Regno Unito, raggiunto principalmente da prodotti tessili, macchinari e mezzi di trasporto. La Germania è il secondo mercato più importante all’interno dell’Unione Europea, seguita dai Paesi Bassi, dal Belgio e dall’Italia. Anche nel 2008-09, la Cina si è confermata per l’India il principale Paese fornitore, seguita dagli Emirati Arabi, dall’Arabia Saudita e dagli USA. Centro Studi Confindustria Marche 10
Scheda Paese:India INVESTIMENTI ESTERI Gli investimenti esteri sono ancora tutti formalmente sottoposti a procedura di approvazione governativa che, in molti casi, ha carattere automatico e non discrezionale. Le principali eccezioni alla libertà di accesso al mercato continuano ad essere rappresentate dalle attività riservate al settore pubblico e da quelle sottoposte a licenza non automatica, per il rilascio della quale le autorità conservano ampi poteri discrezionali. Tra i settori ancora oggetto di limitazioni agli investimenti stranieri, che non possono superare il 26%, figura il settore dei servizi finanziari ed assicurativi, anche se sono allo studio misure di attenuazione di tali vincoli. Pur formalmente aperti agli investimenti diretti stranieri, circa 35 settori sono riservati alla micro-impresa, con un limite massimo di capitale straniero del 24% senza approvazione governativa. Sul piano politico, va inoltre rilevato che l’attuale Governo intende coinvolgere il settore privato nella grande opera di modernizzazione delle infrastrutture, secondo la formula delle Private-Public Partnership e con operazioni BOT (Build - Operate - Transfer), Centro Studi Confindustria Marche 11
Scheda Paese:India concessioni in gestione ed altre formule analoghe. Una significativa porzione di tali progetti dovrebbe essere allocata ad imprese estere. Si assiste negli ultimi anni ad un costante incremento degli investimenti diretti dall’estero, dovuto alle prospettive di crescita del Paese ed al processo di graduale liberalizzazione dell’economia. L’apporto di capitale straniero attraverso la formula degli IDE ha raggiunto, per il 2008, la cifra di oltre 33 miliardi di dollari, con un incremento rispetto all’anno precedente del 72%. Tuttavia, nei primi sette mesi del 2009, gli investimenti diretti dall’estero hanno subito un rallentamento (-31%) per effetto della recessione globale, risultando pari a 16,647 miliardi di dollari contro 24,201 miliardi nello stesso periodo 2008 . Secondo informazioni di fonte europea, l’Unione Europea nel suo complesso rappresenta il principale investitore in India. Fra i Paesi membri più presenti si annoverano nell’ordine: Regno Unito, Paesi Bassi, Cipro, seguiti da Germania, Francia e Italia. Nonostante il numero delle società europee presenti in India sia elevato, è comunque al di sotto delle potenzialità del mercato e solo parzialmente gli investimenti si indirizzano ai settori che l’India considera prioritari, quali ad esempio la costruzione di superstrade e la realizzazione di progetti elettrici e di telecomunicazione. Gli investimenti indiani nell’ambito dell’Unione Europea negli ultimi anni sono stati caratterizzati da una continua crescita, dato l’attivismo e la liquidità delle multinazionali indiane (Tata, Kingfisher, Mahindra, Videocon, Apollo, Essar, Hindalco). Il maggior numero Centro Studi Confindustria Marche 12
Scheda Paese:India di investimenti indiani è tradizionalmente indirizzato verso Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Francia. Le rilevazioni di fonte indiana indicano che nell’anno fiscale 2008-09 (aprile-dicembre) i Paesi Bassi sono risultati il primo paese dell’UE verso cui l’India investe con 3,2 miliardi di dollari, sorpassando il Regno Unito (2,3 miliardi di dollari). La crisi internazionale ha determinato un rallentamento dell’ammontare totale degli investimenti esteri indiani. Nel complesso, nel corrente anno fiscale 2009-10 (aprile- giugno) sono stati approvati investimenti esteri in uscita per 2,7 miliardi di dollari rispetto ai 3,3 miliardi (-18%) dello stesso periodo del 2008-09. L’analisi macro-settoriale degli investimenti indiani all’estero vede al primo posto il settore manifatturiero (47%), seguito da quello dei servizi non-finanziari (13%), trading (12%). Più in dettaglio, i principali paesi di destinazione degli investimenti diretti esteri indiani sono stati Mauritius (551 milioni di dollari), Singapore (480 milioni di dollari) e USA (446 milioni di dollari). Centro Studi Confindustria Marche 13
Scheda Paese:India ANDAMENTO DELL’INTERSCAMBIO COMMERCIALE CON L’ITALIA L’interscambio commerciale tra India e Italia è cresciuto, negli ultimi anni, a ritmi sostenuti, passando dai 3,9 miliardi di euro del 2005 ai 6,5 miliardi di euro del 2008; nel 2009 si è assistito invece ad una flessione dell’interscambio tra i due paesi del 13,2%. Interscambio commerciale bilaterale Italia – India (milioni di euro) 2005 2006 2007 2008 2009 Esportazioni italiane 1.679 2.166 2.995 3.090 2.750 Variazione % 31,8% 29,0% 38,3% 3,2% -11,0% Importazioni italiane 2.201 2.976 3.388 3.429 2.907 Variazione % 8,6% 35,2% 13,9% 1,2% -15,2% Saldo -522 -809 -393 -340 -157 Interscambio 3.879 5.142 6.383 6.519 5.657 Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Relazioni commerciali Italia – India 7.000 6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 0 2005 2006 2007 2008 2009 -1.000 -2.000 Esportazioni italiane Importazioni italiane Saldo Interscambio Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Le esportazioni italiane, anche se in costante crescita in tutto il periodo considerato, non sono riuscite a raggiungere in valore assoluto l’ammontare delle importazioni dall’India, generando così un saldo commerciale negativo per l’Italia. La stragrande maggioranza delle nostre esportazioni in India sono costituite da beni di investimento e tecnologici, semilavorati per l’industria e da beni di consumo durevole. Centro Studi Confindustria Marche 14
Scheda Paese:India Macchine ed apparecchi da soli rappresentano circa il 42% delle esportazioni italiane in India; seguono i metalli e i prodotti in metallo (15%), sostanze e prodotti chimici (7,6%), mezzi di trasporto (6,5%), computer e apparecchi elettronici ed ottici (6%), apparecchi elettrici (5,2%). Le principali voci che costituiscono le importazioni italiane dall’India sono i prodotti del tessile e dell’abbigliamento (23,6% del totale), i mezzi di trasporto (15,5%), i metalli e prodotti in metallo (10,9%), i prodotti chimici (9,4%), le calzature e loro parti (8,6%). Import Export Italia - India - 2009 (valori in euro) Import comp.% Export comp.% Prodotti dell'agricoltura, silvicoltura e pesca 98.470.371 3,4% 8.123.386 0,3% Prodotti delle miniere e delle cave 50.870.278 1,7% 29.936.220 1,1% Prodotti alimentari, bevande e tabacco 114.265.784 3,9% 18.444.048 0,7% Prodotti tessili 277.559.593 9,5% 33.949.642 1,2% Articoli di abbigliamento 410.254.998 14,1% 8.962.865 0,3% Articoli in pelle e simili 249.740.313 8,6% 60.653.562 2,2% Legno e prodotti in legno e sughero; articoli in paglia e materiali da intreccio 4.045.692 0,1% 9.681.483 0,4% Carta e prodotti di carta 2.334.573 0,1% 41.066.771 1,5% Prodotti della stampa 1.430 0,0% 690.017 0,0% Coke e prodotti petroliferi raffinati 128.491.130 4,4% 8.136.603 0,3% Sostanze e prodotti chimici 272.672.297 9,4% 208.433.546 7,6% Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 54.784.873 1,9% 64.388.756 2,3% Articoli in gomma e materie plastiche 63.604.366 2,2% 55.068.709 2,0% Altri prodotti della lavor. di minerali non metalliferi 43.930.975 1,5% 39.443.478 1,4% Metalli di base e prodotti in metallo 316.219.649 10,9% 411.758.934 15,0% Computer, apparecchi elettronici e ottici 45.474.287 1,6% 164.969.184 6,0% Apparecchi elettrici 46.953.282 1,6% 143.458.789 5,2% Macchinari ed apparecchi n.c.a. 149.066.438 5,1% 1.150.200.715 41,8% Mezzi di trasporto 449.729.733 15,5% 179.440.925 6,5% Mobili 13.382.260 0,5% 29.750.707 1,1% Prodotti delle altre industrie manifatturiere 98.888.199 3,4% 50.390.398 1,8% Energia e servizi 16.161.866 0,6% 33.302.843 1,2% Ind. Manifatturiera 2.741.399.872 94,3% 2.678.889.132 97,4% TOTALE 2.906.902.387 100,0% 2.750.251.581 100,0% Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Centro Studi Confindustria Marche 15
Scheda Paese:India Le Marche Interscambio commerciale bilaterale Marche – India (milioni di euro) 2005 2006 2007 2008 2009 Esportazioni marchigiane 38 81 103 127 99 Variazione % 38,1% 111,7% 27,7% 23,8% -21,9% Importazioni marchigiane 54 104 133 106 68 Variazione % 5,3% 91,1% 27,7% -19,7% -35,8% Saldo -16 -23 -30 21 31 Interscambio 92 184 235 234 168 Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat L’interscambio commerciale tra le Marche e l’India ha mostrato un progressivo e consistente aumento nel periodo 2005-2008 passando dai 92 milioni di euro del 2005 ai 234 milioni di euro del 2008. Nell’ultimo anno si è registrata una flessione dell’interscambio complessivo tra i due paesi pari al 28,2%. A partire dal 2008 l’ammontare delle esportazioni della regione verso l’India ha superato il totale delle importazioni, riportando il saldo commerciale in attivo per le Marche. Ai paesi dell’Asia centrale è destinata una quota pari all’1,8% delle esportazioni delle Marche nel mondo; tra questi, l’India, con poco meno di 100 milioni di euro di importazioni dalle Marche nel 2009, è il più importante partner commerciale della regione con il 68% delle esportazioni totali verso questa area geografica. Esportazioni delle Marche per area geografica – 2009 (valori in euro e comp. %) UE 27 5.046.256.426 62,6% ALTRI PAESI EUROPEI 1.190.286.514 14,8% AFRICA SETTENTRIONALE 241.211.961 3,0% ALTRI PAESI AFRICANI 82.734.765 1,0% AMERICA SETTENTRIONALE 334.137.035 4,1% AMERICA CENTRO MERIDIONALE 281.695.096 3,5% MEDIO ORIENTE 334.908.596 4,2% ASIA CENTRALE 146.145.724 1,8% ASIA ORIENTALE 332.437.617 4,1% OCEANIA E ALTRI TERRITORI 67.660.779 0,8% MONDO 8.057.474.513 100,0% Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Centro Studi Confindustria Marche 16
Scheda Paese:India Relazioni commerciali Marche – India 250 200 150 100 50 0 2005 2006 2007 2008 2009 -50 Esportazioni marchigiane Importazioni marchigiane Saldo Interscambio Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Le esportazioni delle Marche si compongono per il 37,1% di macchinari ed apparecchi – costituiti prevalentemente da macchine per impieghi speciali - per il 31,3% di carta e prodotti di carta. Le importazioni marchigiane dall’India riguardano, invece, principalmente il cuoio e i prodotti in cuoio (52,4% del totale), seguiti a distanza dai metalli e prodotti in metallo (10,5%). Centro Studi Confindustria Marche 17
Scheda Paese:India Import Export Marche - India - 2009 (valori in euro) Import comp.% Export comp.% Prodotti dell'agricoltura, silvicoltura e pesca 3.195.019 4,7% 0 0,0% Prodotti delle miniere e delle cave 729.263 1,1% 47.693 0,0% Prodotti alimentari, bevande e tabacco 4.451.743 6,5% 159.936 0,2% Prodotti tessili 1.905.215 2,8% 586.942 0,6% Articoli di abbigliamento 3.622.963 5,3% 293.779 0,3% Articoli in pelle e simili 35.752.887 52,4% 6.868.095 6,9% Legno e prodotti in legno e sughero; articoli in paglia e materiali da intreccio 3.810 0,0% 33.144 0,0% Carta e prodotti di carta 225.125 0,3% 31.162.298 31,3% Prodotti della stampa 0 0,0% 0 0,0% Coke e prodotti petroliferi raffinati 0 0,0% 0 0,0% Sostanze e prodotti chimici 1.815.754 2,7% 3.367.401 3,4% Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 1.883.248 2,8% 0 0,0% Articoli in gomma e materie plastiche 814.187 1,2% 7.058.320 7,1% Altri prodotti della lavor.di minerali non metalliferi 253.424 0,4% 65.489 0,1% Metalli di base e prodotti in metallo 7.140.546 10,5% 3.565.402 3,6% Computer, apparecchi elettronici e ottici 270.464 0,4% 2.971.456 3,0% Apparecchi elettrici 4.721.235 6,9% 2.461.806 2,5% Macchinari ed apparecchi n.c.a. 717.856 1,1% 36.930.259 37,1% Mezzi di trasporto 138.462 0,2% 103.880 0,1% Mobili 311.655 0,5% 2.516.876 2,5% Prodotti delle altre industrie manifatturiere 331.619 0,5% 460.435 0,5% Energia e servizi 8.031 0,0% 783.814 0,8% 0,0% 0,0% Ind. Manifatturiera 64.360.193 94,2% 99.389.332 100,0% TOTALE 68.292.506 100,0% 99.437.025 100,0% Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Centro Studi Confindustria Marche 18
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