Indagine sulle aree di foraggiamento di uccelli marini nidificanti in Toscana - Novembre 2020
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Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Gruppo di lavoro: • Stesura della relazione, coordinamento ed organizzazione generale e analisi dei dati: LUCA PUGLISI, ENRICA POLLONARA • Operazioni di accesso alle colonie e marcatura: ANTONELLA BINI, CARMEN BIONDO FABIO CIANCHI, CARMEN FRESI, DIMITRI GIUNCHI, ENRICA POLLONARA, LUCA PUGLISI, ELISA SIMI, PAOLO SPOSIMO, LORENZO VANNI Si ringraziano GIULIA CERRITELLI (Univ. Pisa), per il supporto fornito nella classificazione delle localizzazzioni e calcolo dei Kernel, Francesca Giannini e il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano per la collaborazione fornita. Giovanni Cappelli ha fornito l’immagine di copertina. Ispezione ad un nido di berta maggiore della colonia di Argentarola 2 Centro Ornitologico Toscano
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Premessa In data 30/06/2020 il Consorzio per il Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata “G Bacci” Livorno ha incaricato il COT di eseguire un un’indagine finalizzata all’individuazione delle aree di alimentazione delle popolazioni di berta maggiore Calonectris diomedea e berta minore Puffinus puffinus segnalate nel Formulario standard del pSIC IT5160021 “Tutela del Tursiops truncatus”, mediante la marcatura con idonei dispositivi GPS, capaci di trasmettere i dati senza la necessità di doverli recuperare tramite la cattura degli esemplari marcati. L’incarico era originariamente previsto su due stagioni riproduttive (2020 e 2021), in modo da poter marcare alcuni esemplari di entrambe le specie, la cui fenologia riproduttiva è solo in parte sovrapposta. Durante l’esecuzione delle attività, considerando il numero limitato di dispositivi GPS a disposizione, in accordo con ARPAT e CIBM, si è ritenuto più utile impiegarli tutti su una sola specie, in modo da ottenere un campione più ampio e quindi biologicamente più significativo. Il presente rapporto illustra i risultati conseguiti, marcando con dispositivi GPS/GSM/GPRS un totale di 11 esemplari di berta maggiori, nidificanti in due diverse colonie toscane (Argentarola e Pianosa). Centro Ornitologico Toscano 3
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Le specie Una serie di caratteristiche biologiche ed ecologiche accomuna le specie della famiglia Procellaridae: si riproducono in colonie ubicate su piccole isole e scogliere poco accessibili dove nidifica all’interno di cavità o in spazi liberi sotto rocce. Si alimentano in mare aperto e fanno ritorno al sito riproduttivo solo di notte e soprattutto in assenza di luna. Sono caratterizzate da un’elevata sopravvivenza degli adulti, forte filopatria (fedeltà al sito riproduttivo), monogamia e duraturo legame di coppia, e da un lungo periodo di allevamento della prole (Schreiber & Burger 2001, Rodríguez et al. 2019). I principali fattori di minaccia per queste specie sono la presenza di specie alloctone invasive, quali il ratto nero Rattus rattus, e la cattura accidentale in reti da pesca; l’attrazione verso terra di giovani appena giunti all’involo provocato da luci artificiali può localmente diminuire il successo riproduttivo mentre non è noto se, e in che misura, il successo di schiusa delle uova sia penalizzato dall’accumulo di sostanze contaminanti (BirdLife International 2020). La berta maggiore Calonectris diomedea è un uccello marino coloniale, endemico del Mediterraneo, sebbene la sua separazione da Calonectris (diomedea) borealis, presente nell’Oceano Atlantico settentrionale (Sangster et al. 2012), non sia universalmente riconosciuta (del Hoyo et al. 2020). Frequenta i siti riproduttivi a partire da febbraio-marzo ma la deposizione di un singolo uovo avviene nella seconda metà di maggio e nei primi giorni di giugno. Durante l’incubazione di 49-56 giorni e nei primi 2-8 giorni dopo la schiusa entrambi i genitori si alternano nella cova con turni di alcuni giorni, durante i quali l’individuo che resta al nido non si alimenta. Il cambio al nido avviene soprattutto nelle notti senza luna visibile, quando le berte fanno ritorno alla colonia. Successivamente entrambi i genitori si impegnano nella ricerca del cibo ed il pulcino resta solo durante il giorno ed è nutrito durante le visite notturne al nido, che non necessariamente avvengono quotidianamente. L’involo avviene dopo 84-98 giorni, nella seconda metà di settembre e all’inizio di ottobre (Cramp & Simmons 2006, del Hoyo et al. 2020). Si nutre principalmente di piccoli pesci pelagici e organismi planctonici che cattura entro pochi metri di profondità, traendo profitto anche dagli scarti di pesca (del Hoyo et al. 2020). Con l’autunno la popolazione migra in gran parte 4 Centro Ornitologico Toscano
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana nell’Oceano Atlantico, dove sverna soprattutto tra l’Africa ed il Sud-America, nelle zone tropicali ed equatoriali dell’Oceano Atlantico (del Hoyo et al. 2020). La popolazione mondiale della berta maggiore è stimata in 142.478-222.886 coppie con andamento ritenuto negativo ma non noto in dettaglio (Carboneras et al. 2013, Defos du Rau et al. 2015, BirdLife International 2020). L’Italia ospita 13.344-21.873 coppie (BirdLife International 2015), di cui 405-634 in Toscana in 11 colonie, la maggiore delle quali ubicata sull’isolotto della Scola a Pianosa (Gotti et al. 2019). Le colonie della Scola, Cerboli e Argentarola ospitano rispettivamente 150-200, 50-85 e 35-50 coppie (Gotti et al. 2019) e sono tra le più significative a livello regionale. La specie è classificata come a minor rischio (LC) sia a livello mondiale (BirdLife International 2020) che italiano (Gustin et al. 2019). Anche la berta minore Puffinus yelkouan è endemica del Mediterraneo. Frequenta i siti riproduttivi a partire da dalla fine dell’inverno e depone l’unico uovo in marzo-aprile (max fine marzo-inizio aprile); questo viene incubato per 48-52 giorni. Lo sviluppo della prole dura 60-68 giorni e l’involo avviene pertanto nella seconda metà di giugno o inizio luglio (Brichetti & Fracasso 2003, Carboneras et al. 2020). Come per la berta maggiore, l’accesso al nido avviene soprattutto nelle notti senza luna visibile e i turni di presenza al nido dei due partner sono di più giorni durante l’incubazione. Si nutre prevalentemente di piccoli pesci che vivono in banco, cefalopodi e crostacei che cattura immergendosi fino a circa 25 m di profondità (Carboneras et al. 2020). Al termine della riproduzione la maggior parte della popolazione del Mediterraneo centrale si porta nel Mar Egeo e nel Mar Nero (Raine et al. 2013). La sua popolazione mondiale è stimata in circa 15.337-30.519coppie (BirdLife International 2020) e all’Italia è attribuita una specifica responsabilità per la conservazione di questa specie, dal momento che ne ospita una frazione significativa (Staneva & Burfield 2017). Si stima che circa 593-1.282 coppie nidifichino in 5-6 siti in Toscana, e che per circa due terzi siano concentrate nell’isola di Montecristo (Gotti et al. 2019). La specie è classificata come vulnerabile (VU) a livello mondiale (BirdLife International 2020) mentre per l’Italia è stata classificata con status non definito per carenza di dati (DD; Gustin et al. 2019). Centro Ornitologico Toscano 5
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Metodi di studio Pianificazione della marcatura La marcatura delle berte è possibile unicamente quando esse sono presenti al nido, ovvero continuativamente durante l’incubazione e in coincidenza delle brevi visite notturne durante la fase di allevamento della prole. L’accessibilità al sito riproduttivo costituisce dunque un fattore imprescindibile nella scelta della colonia ove reperire gli individui da marcare. Nel caso specifico l’indagine è stata pianificata come di seguito specificato. Poiché si è potuto avviare l’indagine solo in giugno, la berta minore è risultata esclusa dal momento che non vi era il tempo tecnico per operare prima che abbandonasse le colonie. Per la berta maggiore le colonie di reperimento erano quelle di Cerboli, Argentarola e Pianosa (Scola): in seguito al confronto con ISPRA, è stato scelto di operare ad Argentarola e Pianosa (Scola). I dispositivi sono stati immediatamente ordinati; per anticipare l’operatività, è stata utilizzata una prima fornitura parziale, disponibile già nei primi giorni di luglio, mentre una seconda fornitura è stata consegnata ai primi di agosto. Non appena disponibili gli strumenti sono stati utilizzati. Poiché sull’isolotto di Argentarola non è possibile operare in ore notturne a causa della scarsa praticabilità, questo è stato il primo sito in cui si è operato, marcando adulti in incubazione, prelevati dal nido in ore diurne. Il secondo gruppo di dispositivi è stato invece installato durante la fase di allevamento della prole a Pianosa (Scola), dove è invece possibile accedere in ore notturne per intercettare gli adulti durante il breve tempo di ritorno al nido per alimentare il pulcino. Modalità di marcatura Le marcature sono state eseguite il 10 luglio 2020 sull’isolotto di Argentarola e nella notte tra il 9 ed il 10 agosto 2020 a Pianosa (Scola). Per la marcatura è stato utilizzato il dispositivo OrniTrack-9g - solar powered GPS- GSM/GPRS/3G, prodotto dalla Ornitela UAB (Lituania), dal peso di 11.9 g. Munito di una 6 Centro Ornitologico Toscano
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana batteria e di un piccolo pannello solare per ricaricarla, è in grado di trasmettere i dati raccolti mediante la rete telefonica. Una volta ricevuti, i dispositivi sono stati sottoposti alla procedura di avviamento e taratura, in stretta collaborazione con la ditta fornitrice. I dispositivi sono stati incollati alle penne del dorso degli uccelli mediante nastro adesivo Tesa (Tesa SE, Hamburg, Germania). Questa soluzione permette di non alterare la capacità di volo degli uccelli e comporta che dopo un numero variabile di giorni i dispositivi si stacchino, riducendo al minimo indispensabile ogni possibile interferenza sul comportamento degli uccelli (Gillies et al. 2020). Non appena marcati, gli uccelli sono stati immediatamente rilasciati nella cavità-nido. La Figura 1 riporta alcune fasi delle operazioni di marcatura e del successivo rilascio. Figura 1 - Marcatura di esemplari di Berta maggiore. Fissaggio del dispositivo GPS alle penne del dorso (in alto a sinistra); aspetto del dispositivo GPS al termine della marcatura (in alto a destra); ricollocazione dell’esemplare marcato nella cavità nido (in basso a sinistra) e sua presenza al nido nelle ore successive (in basso a destra). I dispositivi sono stati impostati in modo da registrare la posizione dell’animale ogni 10 minuti, salvo che nei primi giorni per gli animali in incubazione che rimanevano durante le ore diurne al nido: infatti è stato possibile impostare gli strumenti in modo che registrassero la posizione ogni quattro ore nel caso in cui l’animale si trovasse entro 2 km dalla colonia nei primi tre giorni, e ogni ora in quelli immediatamente successivi, per poi Centro Ornitologico Toscano 7
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana passare alla routine ordinaria. Inoltre, ogni qualvolta la carica della batteria si trovasse sotto al 25% (in alcune condizioni la produzione del pannello solare non riesce a compensare il consumo energetico) le posizioni venivano registrate ogni ora per salvaguardare la batteria: infatti, qualora questa si scaricasse, il funzionamento del dispositivo potrebbe risultarne completamente compromesso. Classificazione delle localizzazioni e individuazione delle aree di foraggiamento Le localizzazioni ottenute sono state assegnate a quattro differenti categorie comportamentali sulla base della velocità di spostamento dell’animale e della tortuosità del percorso seguito, utilizzando il software R con il pacchetto EMbC, in accordo con la corrente letteratura scientifica (ref. in De Pascalis et al. 2020). Le categorie comportamentali utilizzate sono state le seguenti: cat 1 – galleggiamento (bassa velocità, bassa tortuosità); cat. 2 – ricerca intensiva (bassa velocità, alta tortuosità); cat. 3 – spostamento (alta velocità, bassa tortuosità); cat. 4 – ricerca estensiva (alta velocità, alta tortuosità). Per individuare le aree di alimentazione le localizzazioni di categoria 2 e 4 sono state utilizzate per calcolare la densità con il metodo kernel (Wilson et al. 2009, Lascelles et al. 2012, 2016, O’Brien et al. 2012). Questa è una tecnica non parametrica, basata su poche assunzioni circa la distribuzione dei dati, che restituisce superfici di densità; nel nostro caso abbiamo calcolato quelle che comprendevano il 50 ed il 95% dei dati, di seguito indicati come Kernel 50 e Kernel 95. Con il termine viaggio è stato identificato un insieme di localizzazioni successive che intercorrono tra l’allontanamento dall’area di nidificazione (entro 1 km dalla colonia) ed il rientro all’interno della stessa. 8 Centro Ornitologico Toscano
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Risultati Sforzo di indagine Sono stati utilizzati tutti i dispositivi, con cui sono stati marcati sette individui all’Argentarola e quattro alla Scola. I dispositivi hanno funzionato per 5-77 giorni, permettendo di raccogliere 439-8.849 localizzazioni, per un totale complessivo di 46.414 (Tabella 1). I dispositivi utilizzati sugli uccelli della Scola hanno avuto una durata sensibilmente inferiore agli altri. Tabella 1 – Durata di funzionamento dei dispositivi impiegati. Per ogni individuo, contrassegnato da un codice numerico, è specificata la colonia di appartenenza (A: Argentarola, S, Scola-Pianosa), la data di inizio e di fine di funzionamento del dispositivo, il numero di giorni totali di funzionamento, ed il numero di localizzazioni (fix) ottenute. Colonia individuo Data inizio Data fine N giorni N fix A 201581 11/07/2020 05/09/2020 57 6679 A 201582 11/07/2020 04/08/2020 25 2049 A 201583 11/07/2020 06/09/2020 58 5821 A 201584 11/07/2020 23/08/2020 45 5129 A 201585 11/07/2020 25/09/2020 77 8849 A 201586 11/07/2020 03/09/2020 55 6496 A 201587 11/07/2020 29/08/2020 50 5880 S 202307 10/08/2020 30/08/2020 21 2012 S 202312 09/08/2020 25/08/2020 17 1818 S 202316 09/08/2020 13/08/2020 5 439 S 202317 09/08/2020 20/08/2020 12 1242 Caratteri generali degli spostamenti delle berte maggiori Le berte maggiori si sono spostate all’interno di una vasta area compresa tra la Liguria ed il Lazio, con una distanza tra le localizzazioni estreme di 370 km. Sono stati raccolti i dati relativi a 346 viaggi di foraggiamento, di durata variabile tra 1 e 6 giorni ma nella maggior parte dei casi compiuti nell’arco di 24 ore (Figura 2). Centro Ornitologico Toscano 9
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Figura 2 -Numero di viaggi di differente durata per individuo. La lettera iniziale del codice identificativo individuale in ascissa si riferisce alla colonia di appartenza (A: Argentarola; S: Scola-Pianosa); il colore differente nelle barre si riferisce alla durata dei viaggi, espressa in giorni e specificata in legenda. Durante i viaggi di più giorni gli uccelli hanno raggiunto distanze maggiori, anche se appaiono differenze individuali (Figura 3): ad esempio l’esemplare i cui dati sono rappresentati con il colore arancione appare spostarsi a distanze maggiori rispetto agli altri, a parità di durata del viaggio. 10 Centro Ornitologico Toscano
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Figura 3 - Distanza massima raggiunta da berte maggiori durante viaggi di durata differente. Elementi dello stesso colore si riferiscono allo stesso individuo. Non sono mostrati i dati di viaggi superiori a tre giorni a causa dell’esiguità del campione. Nel corso della stagione non si riscontrano rilevanti variazioni nelle distanze raggiunte dalle berte maggiori delle due colonie (Figura 4). Figura 4 - Distanza massima raggiunte da berte maggiori delle colonie di Argentarola (in verde) e Scola-Pianosa (in arancione). I dati sono stati aggregati per periodi di 10 giorni. Il termine dell’incubazione delle uova è avvenuto presumibilmente a metà luglio. Centro Ornitologico Toscano 11
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Cumulando i dati relativi a tutti i viaggi registrati, si rileva che la moda ricade tra 15 e 25 km; entro tale distanza ricade il 50% dei viaggi, mentre il 75% di essi ricade entro 35 km e solo il 5% avviene ad una distanza superiore ai 65 km, anche se lo spostamento massimo registrato è stato di circa 190 km (Figura 5). Figura 5 - Frequenza cumulativa di viaggi compiuti entro classi di distanza crescente (barre di colori diversi si riferiscono a individui differenti). La linea spezzata nera si riferisce alla percentuale cumulata (ordinata destra), le line tratteggiate grige indicano i valori soglia di 50, 75 e 95%. Localizzazione delle aree frequentate Le berte maggiori hanno frequentato per il foraggiamento un’area vasta che va dalla Liguria (Sestri Levante) fino al litorale romano. Le aree di foraggiamento degli esemplari delle due colonie (Figura 6) sono risultate sostanzialmente disgiunte: gli esemplari della colonia della Scola hanno frequentato le acque circostanti la porzione occidentale dell’Arcipelago Toscano da Pianosa verso nord, mentre quelli della colonia dell’Argentarola si sono concentrati prevalentemente tra l’Elba e ed il mare antistante la metà settentrionale della costa laziale. Solo il tratto di mare compreso tra il comune di San Vincenzo e l’isola di Capraia è stato frequentato da individui provenienti da entrambe le colonie ma producendo un numero limitato di localizzazioni. Nella maggior parte dei casi appare che le berte maggiori si siano alimentate in tratti di mare dove la profondità è inferiore a 200 m. 12 Centro Ornitologico Toscano
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Figura 6 – Localizzazioni durante la sola attività di foraggiamento (punti) delle berte maggiori marcate presso le colonie di Argentarola e Scola (stelle). Altre spiegazioni in legenda. L’attività di foraggiamento si concentra in larga misura nella fascia di mare più prossima alla costa (sia della terraferma che insulare): entro un chilometro la percentuale di localizzazioni in attività di foraggiamento è variata tra il 6 ed il 20% (Figura 7). Complessivamente entro 10 km dalla costa ricade dal 50 al 96% delle localizzazioni dei singoli individui in attività di foraggiamento. Per quanto buona parte di tali localizzazioni sia stata ottenuta nei tratti di mare circostanti la propria colonia, è evidente che una frazione rilevante Centro Ornitologico Toscano 13
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana dell’attività di foraggiamento si svolge a breve distanza dalle isole e dalla terraferma anche a grande distanza dalla colonia. 30 A-201581 A-201582 Percentuale di localizzazioni 25 A-201583 A-201584 A-201585 A-201586 20 A-201587 S-202307 S-202312 S-202316 15 S-202317 10 5 0 0 10 20 30 40 50 60 70 Distanza dalla costa più vicina Figura 7 – Percentuali di localizzazioni di foraggiamento al variare della distanza dalla costa più vicina. La percentuale è stata calcolata aggregando i dati in classi di distanza di 1 km e considerando sia la costa della terraferma che insulare. Le berte maggiori hanno concentrato l’attività di foraggiamento in tratti di mare largamente condivisi con altri esemplari della stessa colonia, anche se singoli esemplari hanno utilizzato aree più estese rispetto agli altri (Figura 8 e Figura 9). Per individuare quali siano nel complesso le aree maggiormente frequentate dalle berte maggiori appare pertanto opportuno aggregare i dati per colonia piuttosto che complessivamente. Da tale analisi si ottiene che, in entrambi i casi, il 50% dell’attività trofica risulta compresa in un’area che comprende la colonia e le acque circostanti. Tale area si estende per 211 kmq nel caso della Scola e di 583 nel caso di Argentarola. In quest’ultimo caso, per il quale avevamo a disposizione un set maggiore di dati, sia in termini di individui che di localizzazioni, tale area si estende fino a comprendere le acque circostanti Giglio e Giannutri. Per la colonia della Scola, invece, l’area in cui si concentra l’attività di foraggiamento rimane limitata alle acque circostanti Pianosa. Se si considera invece l’area che comprende il 95% delle localizzazioni, questa diviene per entrambe le colonie costituita da due nuclei. Per la colonia della Scola, il nucleo di dimensioni maggiori (2126 kmq) è quello che include le acque circostanti Pianosa e Capraia, 14 Centro Ornitologico Toscano
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana entro una distanza massima che non supera i 17 km da quest’ultima, ed il tratto di mare compreso tra le due isole. Un secondo nucleo, del tutto separato e di dimensioni contenute (71 kmq), originato da un unico individuo, si trova entro 10 km dalla costa immediatamente a nord del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Figura 8 - Aree entro cui si stima con il metodo kernel che i singoli esemplari di berta maggiore appartenenti alle due colonie, come mostrato in legenda, abbiano concentrato per il 50% l’attività di foraggiamento. Centro Ornitologico Toscano 15
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Figura 9 - Aree entro cui si stima con il metodo kernel che i singoli esemplari di berta maggiore appartenenti alle due colonie, come mostrato in legenda, abbiano concentrato per il 95% l’attività di foraggiamento. Nel caso della colonia di Argentarola, il nucleo di dimensioni maggiori (4881 kmq) comprende il tratto di mare che da Marina di Grosseto giunge fino a Santa Marinella, nel Lazio, e che si spinge a largo fino ad una distanza massima di 45 km dalla costa. Un secondo nucleo, molto più piccolo (351 kmq) ma generato dall’attività di tre individui, si trova nel Lazio, immediatamente a nord della foce del Tevere, e si estende dalla linea di costa nel mare aperto per circa 15 km. 16 Centro Ornitologico Toscano
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Figura 10 – Aree dove, mediante il metodo di kernel, si stima che avvenga il 50 ed il 95% dell’attività di foraggiamento delle berte maggiori delle colonie di Argentarola (in verde) e Scola (arancione). La mappa riporta anche la rete di aree protette della Regione Toscana (siti Natura 2000, Area Marina Protetta), limitatamente alla zona a mare. Non sono mostrate le aree comprese nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano in quanto coincidenti con siti della rete Natura 2000. La sovrapposizione delle aree in cui si concentra l’attività di foraggiamento con il sistema delle aree protette della Regione Toscana è molto variabile (Tabella 2). A parte la ZSC Scoglio dell’Argentarola, ovviamente interamente compresa nelle aree di foraggiamento, solo la ZSC-ZPS Isola di Pianosa è compresa per oltre il 90% nel Kernel 50 mentre quelle dell’Isola di Giannutri lo è per il 17%. Centro Ornitologico Toscano 17
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Considerando i ben più estesi Kernel 95, risultano interamente compresi il SIC Fondali tra le foci del Fiume Chiarone e Fiume Fiora, la ZSC nonché la ZPS Isola di Capraia così come la ZSC-ZPS Isola di Giannutri. Il vasto pSIC Tutela del Tursiops truncatus è compreso, invece, per un’area molto ampia (380 kmq) equivalente al 10% dell’intera superficie. Le aree di foraggiamento delle berte maggiori toscane ricadono anche all’interno di siti della rete Natura 2000 di competenza delle regioni Liguria (siti con inizio codice IT13) e Lazio (IT60), interessati per percentuali anche elevate a fronte di una loro estensione contenuta. Tabella 2 – Sovrapposizione tra le aree in cui si concentra l’attività di foraggiamento delle berte maggiori (Kernel 50 e Kernel 95) con la rete delle aree protette della Regione Toscana (siti Natura 2000, Area Marina Protetta), limitatamente alle zone a mare. Sono anche riportati in corsivo i siti della Rete Natura 2000 liguri e laziali ricadenti entro le aree di foraggiamento. Per ogni sito vengono riportati i dati identificativi, la superficie totale e quella che ricade entro le aree frequentate dalle berte maggiori sia in termine di estensione che di percentuale. Le aree sono espresse in kmq. Area Kernel 50 Kernel 95 Codice Nome Tipo totale Area % Area % IT51A0038 Scoglio dell'Argentarola ZSC 0.14 0.14 100.0 0.14 100.0 IT6000001 Fondali tra le foci del Fiume SIC 28.18 0.00 0.0 28.18 100.0 Chiarone e Fiume Fiora IT5160021 Tutela del Tursiops truncatus pSIC 3719.34 0.00 0.0 380.92 10.2 IT5160023 Calafuria pSIC 1.85 0.00 0.0 0.00 0.0 IT5160006 Isola di Capraia ZSC 168.67 0.00 0.0 168.67 100.0 IT5160018 Secche della Meloria ZSC 87.27 0.00 0.0 0.00 0.0 IT5160019 Scoglietto di Portoferraio ZSC 1.54 0.00 0.0 0.00 0.0 IT5160020 Scarpata continentale ZSC 4.73 0.00 0.0 0.00 0.0 dell'Arcipelago Toscano IT5160007 Isola di Capraia ZPS 168.67 0.00 0.0 168.67 100.0 IT5160014 Isola di Montecristo e ZSC - ZPS 144.41 0.00 0.0 0.00 0.0 Formica di Montecristo IT51A0024 Isola di Giannutri ZSC - ZPS 107.91 18.70 17.3 107.91 100.0 IT5160002 Isola di Gorgona ZSC - ZPS 146.09 0.00 0.0 0.00 0.0 IT5160013 Isola di Pianosa ZSC - ZPS 45.01 41.07 91.2 45.01 100.0 AMP01 Secche della Meloria AMP 91.17 0.00 0.0 0.00 0.0 IT1343474 Fondali Punta Apicchi. ZSC 0.52 0.00 0.0 0.52 99.7 IT1333369 Fondali Punta di Moneglia ZSC 0.36 0.00 0.0 0.03 9.6 IT6000002 Fondali antistanti Punta ZSC 27.28 0.00 0.0 11.76 43.1 Morelle IT6000009 Secche di Torre Flavia ZSC 10.73 0.00 0.0 4.73 44.0 Le aree di foraggiamento delle berte maggiori delle due colonie ricadono solo in parte all’interno della rete di aree protette della Regione Toscana (Tabella 3). Mentre per la colonia della Scola la superficie coinvolta è pari al 20% e al 27%, rispettivamente, dei Kernel 50 e 95, 18 Centro Ornitologico Toscano
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana per la colonia dell’Argentarola tale superificie è pari in entrambi i casi a circa il 3%. Considerando entrambe le colonie, tali superfici sono pari rispettivamente a circa l’8 e il 10%. Considerando anche i siti della rete Natura 2000 di competenza ligure e laziale, la superficie del Kernel 95 della colonia della Scola è incrementata di 0.6 kmq, mentre quella della colonia di Argentarola di 16.5 kmq. Questo apporto non modifica in misura apprezzabile la percentuale delle aree di foraggiamento ricadenti entro aree protette. Tabella 3 – Sovrapposizione tra le aree di foraggiamento (Kernel 50 e 95) delle berte maggiori delle due colonie studiate e la rete di aree protette della Regione Toscana, espressa in valore assoluto (Area AP) e in percentuale (% AP). Le aree sono espresse in kmq Colonia Kernel Area Area AP % AP Scola 50 211.1 41.07 19.5 Argentarola 50 583.7 18.85 3.2 Totale 794.8 59.92 7.5 Scola 95 2197.0 594.6 27.1 Argentarola 95 5232.1 136.24 2.6 Totale 7429.1 730.84 9.8 Centro Ornitologico Toscano 19
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Conclusioni I dati raccolti hanno permesso di descrivere una serie di caratteristiche degli spostamenti eseguiti da berte maggiori nidificanti in Toscana durante alcune fasi della riproduzione. Le berte maggiori si alimentano all’interno di un’area molto vasta, compresa tra le coste liguri e quelle laziali, impegnandosi in viaggi di foraggiamento della durata anche di sei giorni, ma, in misura largamente preponderante, compiuti nell’arco di 24 ore. Questa caratteristica sembra indicare che, rispetto agli esemplari di altre colonie italiane che più spesso si impegnano in viaggi di maggior durata (Cecere et al. 2013), quelli che nidificano nelle due colonie indagate abbiano a disposizione aree trofiche di maggior qualità a minor distanza dai siti riproduttivi. Questo fenomeno era già stato descritto in via preliminare comparando l’attività di foraggiamento di esemplari di una colonia siciliana con quella di esemplari sardi e toscani (Cecere et al. 2014). Le distanze percorse non sembrano modificarsi sostanzialmente nel corso della parte di stagione riproduttiva indagata, anche se singoli individui possono compiere spostamenti maggiori di altri. È pertanto possibile che aumentando il campione di individui studiati e prolungando il periodo di indagine i risultati ottenuti sarebbero almeno in parte diversi. Le aree di foraggiamento delle due colonie sono risultate disgiunte. Caratteristica comune ad entrambe, però, è stato il fatto che gli esemplari studiati hanno concentrato l’attività di foraggiamento entro una distanza di 25 km dal sito riproduttivo: entro tale distanza si è svolta la metà della ricerca del cibo, anche se in maniera non uniformemente distribuita intorno alle colonie. Il resto dell’attività trofica si è svolta a distanze molto maggiori dalle colonie ma in larga misura ubicate a breve distanza dalla costa (
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Fiora è stato frequentato nella sua interezza, anche se non in via esclusiva ma all’interno di un’area molto più vasta (nucleo maggiore del Kernel 95). Questi dati trovano conferma nelle concentrazioni di berte maggiori, ma anche di berte minori, che talvolta si possono osservare direttamente dalla costa nei pressi delle foci dell’Ombrone, del Serchio e dell’Arno (Banca Dati del COT) e richiamano l’attenzione sui tratti di mare prospicienti le foci fluviali, il cui ruolo dovrà essere meglio chiarito. Le aree di foraggiamento degli esemplari studiati si sovrappongono solo in parte con la rete di aree protette della Regione Toscana: i siti della rete Natura 2000 circuminsulari ed il SIC IT6000001 Fondali tra le foci del Fiume Chiarone e Fiume Fiora sono quelli risultati più coinvolti. Il pSIC IT5160021 Tutela del Tursiops truncatus è ricaduto per oltre 380 kmq, pari al 10% della sua estensione, all’interno dell’area di foraggiamento a minor densità (Kernel 95) degli esemplari della colonia della Scola. È tuttavia probabile che si sarebbe ottenuto un risultato almeno in parte differente qualora fosse stato seguito un numero maggiore di esemplari della colonia della Scola o per un tempo più lungo, oppure ancora se si fossero tracciati gli spostamenti di esemplari di colonie più settentrionali della Toscana (Capraia, Gorgona, Cerboli) o della Corsica. Nel complesso, considerando anche la rilevanza delle colonie studiate per la popolazione toscana della berta maggiore, emerge che l’attività di foraggiamento si svolge in larga misura lungo la costa maremmana e tra questa e le isole più meridionali dell’Arcipelago Toscano, in tratti mare, cioè, che sono per buona parte esterni al sistema delle aree protette della Regione Toscana. I risultati conseguiti, ancorchè parziali, forniscono una prima validazione dell’importanza della rete marine di aree protette della Regione Toscana per gli uccelli marini e suggeriscono zone di reperimento per ulteriori siti che ne rafforzino l’efficacia. Centro Ornitologico Toscano 21
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Indice di figure e tabelle Indice delle figure Figura 1 - Marcatura di esemplari di Berta maggiore. Fissaggio del dispositivo GPS alle penne del dorso (in alto a sinistra); aspetto del dispositivo GPS al termine della marcatura (in alto a destra); ricollocazione dell’esemplare marcato nella cavità nido (in basso a sinistra) e sua presenza al nido nelle ore successive (in basso a destra). ................................................... 7 Figura 2 -Numero di viaggi di differente durata per individuo. La lettera iniziale del codice identificativo individuale in ascissa si riferisce alla colonia di appartenza (A: Argentarola; S: Scola-Pianosa); il colore differente nelle barre si riferisce alla durata dei viaggi, espressa in giorni e specificata in legenda. ...................................................................................... 10 Figura 3 - Distanza massima raggiunta da berte maggiori durante viaggi di durata differente. Elementi dello stesso colore si riferiscono allo stesso individuo. Non sono mostrati i dati di viaggi superiori a tre giorni a causa dell’esiguità del campione. ....................................... 11 Figura 4 - Distanza massima raggiunte da berte maggiori delle colonie di Argentarola (in verde) e Scola-Pianosa (in arancione). I dati sono stati aggregati per periodi di 10 giorni. Il termine dell’incubazione delle uova è avvenuto presumibilmente a metà luglio.............. 11 Figura 5 - Frequenza cumulativa di viaggi compiuti entro classi di distanza crescente (barre di colori diversi si riferiscono a individui differenti). La linea spezzata nera si riferisce alla percentuale cumulata (ordinata destra), le line tratteggiate grige indicano i valori soglia di 50, 75 e 95%. ..................................................................................................................... 12 Figura 6 – Localizzazioni durante la sola attività di foraggiamento (punti) delle berte maggiori marcate presso le colonie di Argentarola e Scola (stelle). Altre spiegazioni in legenda. .. 13 Figura 7 – Percentuali di localizzazioni di foraggiamento al variare della distanza dalla costa più vicina. La percentuale è stata calcolata aggregando i dati in classi di distanza di 1 km e considerando sia la costa della terraferma che insulare. .................................................... 14 Figura 8 - Aree entro cui si stima con il metodo kernel che i singoli esemplari di berta maggiore appartenenti alle due colonie, come mostrato in legenda, abbiano concentrato per il 50% l’attività di foraggiamento. ................................................................................................ 15 Figura 9 - Aree entro cui si stima con il metodo kernel che i singoli esemplari di berta maggiore appartenenti alle due colonie, come mostrato in legenda, abbiano concentrato per il 95% l’attività di foraggiamento. ................................................................................................ 16 Figura 10 – Aree dove, mediante il metodo di kernel, si stima che avvenga il 50 ed il 95% dell’attività di foraggiamento delle berte maggiori delle colonie di Argentarola (in verde) e Scola (arancione). La mappa riporta anche la rete di aree protette della Regione Toscana (siti Natura 2000, Area Marina Protetta), limitatamente alla zona a mare. Non sono mostrate le aree comprese nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano in quanto coincidenti con siti della rete Natura 2000. ................................................................................................. 17 22 Centro Ornitologico Toscano
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Indice delle tabelle Tabella 1 – Durata di funzionamento dei dispositivi impiegati. Per ogni individuo, contrassegnato da un codice numerico, è specificata la colonia di appartenenza (A: Argentarola, S, Scola-Pianosa), la data di inizio e di fine di funzionamento del dispositivo, il numero di giorni totali di funzionamento, ed il numero di localizzazioni (fix) ottenute. .................................................................................... 9 Tabella 2 – Sovrapposizione tra le aree in cui si concentra l’attività di foraggiamento delle berte maggiori (Kernel 50 e Kernel 95) con la rete delle aree protette della Regione Toscana (siti Natura 2000, Area Marina Protetta), limitatamente alle zone a mare. Sono anche riportati in corsivo i siti della Rete Natura 2000 liguri e laziali ricadenti entro le aree di foraggiamento. Per ogni sito vengono riportati i dati identificativi, la superficie totale e quella che ricade entro le aree frequentate dalle berte maggiori sia in termine di estensione che di percentuale. Le aree sono espresse in kmq. ............................................................................................................................. 18 Tabella 3 – Sovrapposizione tra le aree di foraggiamento (Kernel 50 e 95) delle berte maggiori delle due colonie studiate e la rete di aree protette della Regione Toscana, espressa in valore assoluto (Area AP) e in percentuale (% AP). Le aree sono espresse in kmq ................................................ 19 Centro Ornitologico Toscano 23
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Bibliografia BIRDLIFE INTERNATIONAL. 2015. European red list of birds. Luxembourg: Office for Official Publications of European Communities. 76 pp. BIRDLIFE INTERNATIONAL. 2020. IUCN Red List for birds. Downloaded from http://www.birdlife.org. BRICHETTI, P. & FRACASSO, G. 2003. Ornitologia italiana. Vol. 1 Gaviidae-Falconidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna. CARBONERAS, C., DERHÉ, M. & RAMÌREZ, I. 2013. Update on the population status and distribution of Mediterranean shearwaters. Report to Seventh Meeting of the ACAP Advisory Committee, La Rochelle, France, 6-10 May 2013. CARBONERAS, C., JUTGLAR, F. & KIRWAN, G. M. 2020. Yelkouan Shearwater (Puffinus yelkouan). Birds of the World. CECERE, J. G., CATONI, C., GAIBANI, G., GERALDES, P., CELADA, C. & IMPERIO, S. 2015. Commercial fisheries, inter-colony competition and sea depth affect foraging location of breeding Scopoli’s Shearwaters Calonectris diomedea. Ibis 157:284–298. CECERE, J. G., CATONI, C., MAGGINI, I., IMPERIO, S. & GAIBANI, G. 2013. Movement patterns and habitat use during incubation and chick-rearing of Cory’s shearwaters (Calonectris diomedea diomedea) (Aves: Vertebrata) from Central Mediterranean: influence of seascape and breeding stage. Italian Journal of Zoology 80:82–89. Taylor & Francis. CECERE, J. G., GAIBANI, G. & IMPERIO, S. 2014. Effects of environmental variability and offspring growth on the movement ecology of breeding Scopoli’s shearwater Calonectris diomedea. Current Zoology 60:622–630. Oxford Academic. CRAMP, S. & SIMMONS, K. E. L. 2006. BWPi: Birds of the Western Palearctic interactive (DVD-ROM). BirdGuides Ltd, Sheffield. DE PASCALIS, F., IMPERIO, S., BENVENUTI, A., CATONI, C., RUBOLINI, D. & CECERE, J. G. 2020. Sex-specific foraging behaviour is affected by wind conditions in a sexually size dimorphic seabird. Animal Behaviour 166:207–218. DEFOS DU RAU, P., BOURGEOIS, K., THÉVENET, M., RUFFINO, L., DROMZÉE, S., OUNI, R., ABIADH, A., ESTÈVE, R., DURAND, J.-P., ANSELME, L., FAGGIO, G., YAHYA, J. M., RGUIBI, H., RENDA, M., MILADI, B., HAMROUNI, H., ALILECH, S., NEFLA, A., JAOUADI, W., AGREBI, S. & RENOU, S. 2015. Reassessment of the size of the Scopoli’s Shearwater population at its main breeding site resulted in a tenfold increase: implications for the species conservation. Journal of Ornithology 156:877–892. GILLIES, N., FAYET, A., PADGET, O., SYPOSZ, M., WYNN, J., BOND, S., EVRY, J., KIRK, H., SHOJI, A., DEAN, B., FREEMAN, R. & GUILFORD, T. 2020. Short- term behavioural impact contrasts with long-term fitness consequences of biologging in a long-lived seabird. Scientific Reports 10. Nature Research (part of Springer Nature). GOTTI, C., DE PASCALIS, F., ZENATELLO, M., CECERE, J. G. & BACCETTI, N. 2019. Piano d’azione transfrontaliero per la conservazione della Berta maggiore e della Berta minore nel bacino ligure e alto-tirrenico. Relazione finale Convenzione ISPRA – PNAT “monitoraggio, gestione e conservazione di Berta maggiore (Calonectris diomedea) e Berta minore (Puffinus yelkouan)”, progetto di 24 Centro Ornitologico Toscano
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana cooperazione transfrontaliera GIREPAM – gestione integrata delle reti ecologiche attraverso i parchi e le aree marine. . 37 pp. GUSTIN, M., NARDELLI, R., BRICHETTI, P., BATTISTONI, A., RONDININI, C. & TEOFILI, C. 2019. Lista Rossa IUCN degli uccelli nidificanti in Italia 2019. Comitato Italiano IUCN e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma. 49 pp. DEL HOYO, J., CARBONERAS, C., JUTGLAR, F., COLLAR, N. & KIRWAN, G. M. 2020. Cory’s Shearwater (Calonectris diomedea). Birds of the World. LASCELLES, B. G., LANGHAM, G. M., RONCONI, R. A. & REID, J. B. 2012. From hotspots to site protection: Identifying Marine Protected Areas for seabirds around the globe. Biological Conservation 156:5–14. LASCELLES, B. G., TAYLOR, P. R., MILLER, M. G. R., DIAS, M. P., OPPEL, S., TORRES, L., HEDD, A., CORRE, M. L., PHILLIPS, R. A., SHAFFER, S. A., WEIMERSKIRCH, H. & SMALL, C. 2016. Applying global criteria to tracking data to define important areas for marine conservation. Diversity and Distributions 22:422–431. O’BRIEN, S. H., WEBB, A., BREWER, M. J. & REID, J. B. 2012. Use of kernel density estimation and maximum curvature to set Marine Protected Area boundaries: Identifying a Special Protection Area for wintering red-throated divers in the UK. Biological Conservation 156:15–21. RAINE, A. F., BORG, J. J., RAINE, H. & PHILLIPS, R. A. 2013. Migration strategies of the Yelkouan Shearwater Puffinus yelkouan. Journal of Ornithology 154:411–422. RODRÍGUEZ, A., ARCOS, J. M., BRETAGNOLLE, V., DIAS, M. P., HOLMES, N. D., LOUZAO, M., PROVENCHER, J., RAINE, A. F., RAMÍREZ, F., RODRÍGUEZ, B., RONCONI, R. A., TAYLOR, R. S., BONNAUD, E., BORRELLE, S. B., CORTÉS, V., DESCAMPS, S., FRIESEN, V. L., GENOVART, M., HEDD, A., HODUM, P., HUMPHRIES, G. R. W., LE CORRE, M., LEBARBENCHON, C., MARTIN, R., MELVIN, E. F., MONTEVECCHI, W. A., PINET, P., POLLET, I. L., RAMOS, R., RUSSELL, J. C., RYAN, P. G., SANZ-AGUILAR, A., SPATZ, D. R., TRAVERS, M., VOTIER, S. C., WANLESS, R. M., WOEHLER, E. & CHIARADIA, A. 2019. Future Directions in Conservation Research on Petrels and Shearwaters. Frontiers in Marine Science 6. Frontiers. SANGSTER, G., COLLINSON, J. M., CROCHET, P.-A., KNOX, A. G., PARKIN, D. T. & VOTIER, S. C. 2012. Taxonomic recommendations for British birds: eighth report. Ibis 154:874–883. SCHREIBER, E. A. & BURGER, J. 2001. Biology of Marine Birds. CRC Press. 706 pp. STANEVA, A. & BURFIELD, I. (Eds.). 2017. European birds of conservation concern: populations, trends and national responsibilities. BirdLife International, Cambridge, UK. 172 pp. WILSON, L. J., MCSORLEY, C. A., GRAY, C. M., DEAN, B. J., DUNN, T. E., WEBB, A. & REID, J. B. 2009. Radio-telemetry as a tool to define protected areas for seabirds in the marine environment. Biological Conservation 142:1808–1817. Centro Ornitologico Toscano 25
Le aree di foraggiamento degli uccelli marini in Toscana Sommario INDAGINE SULLE AREE DI FORAGGIAMENTO DI UCCELLI MARINI NIDIFICANTI IN TOSCANA .................................................................................................................................................. 1 PREMESSA ................................................................................................................................ 3 LE SPECIE .................................................................................................................................. 4 METODI DI STUDIO .................................................................................................................. 6 PIANIFICAZIONE DELLA MARCATURA .............................................................................................. 6 MODALITÀ DI MARCATURA .......................................................................................................... 6 CLASSIFICAZIONE DELLE LOCALIZZAZIONI E INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI FORAGGIAMENTO .................... 8 RISULTATI ................................................................................................................................. 9 SFORZO DI INDAGINE .................................................................................................................. 9 CARATTERI GENERALI DEGLI SPOSTAMENTI DELLE BERTE MAGGIORI ...................................................... 9 LOCALIZZAZIONE DELLE AREE FREQUENTATE .................................................................................. 12 CONCLUSIONI ......................................................................................................................... 20 INDICE DI FIGURE E TABELLE ................................................................................................. 22 INDICE DELLE FIGURE ................................................................................................................ 22 INDICE DELLE TABELLE ............................................................................................................... 23 BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................................ 24 SOMMARIO ............................................................................................................................ 26 26 Centro Ornitologico Toscano
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