Salute e malattie - Relazione sullo Stato Sanitario del Paese ...

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2. Salute e malattie

© Napolitano – LaPresse
Salute e malattia

2.1. Malattie trasmissibili
2.1.1. Malattie prevenibili con vaccino                 to rispetto alla differenza osservabile negli an-
L’Italia è stata certificata, insieme agli altri pae-   ni precedenti).
si della Regione Europea, ufficialmente libera          L’impatto della vaccinazione risulta tanto più
da poliomielite il 21 giugno 2002. Questo ri-           evidente nelle Regioni in cui erano maggiori,
sultato arriva a coronamento di una intensa at-         prima dell’obbligatorietà della vaccinazione, la
tività di sorveglianza rivolta non solo a verifi-       diffusione dell’epatite virale B e la prevalenza
care l’esistenza delle coperture vaccinali ade-         di portatori cronici di HbsAg (Hepatitis B sur-
guate per l’interruzione della trasmissione del-        face Antigen), in primo luogo Campania, Ca-
la infezione, ma anche ad evidenziare, tramite          labria, Sicilia e Sardegna.
la sorveglianza della PFA (paralisi flaccida acu-       Anche nella pertosse il miglioramento delle
ta), qualsiasi caso che dal punto vista sintoma-        coperture vaccinali ha determinato una netta
tologico potesse rappresentare un caso di po-           riduzione dell’incidenza di questa malattia,
liomielite.                                             che nel 2001 è stata di 2,7 casi per 100.000
Anche la difterite può a ragione essere conside-        abitanti, con una diminuzione del 78,4% ri-
rata eliminata (durante tutti gli anni 90 dello         spetto al 1992, mentre le coperture vaccinali
scorso secolo sono stati osservati soltanto rari        non adeguate nei confronti di morbillo, paro-
casi sporadici, uno dei quali importato). L’ulti-       tite e rosolia si sono dimostrate insufficienti a
mo caso di questa malattia, peraltro dovuto ad          controllare la circolazione degli agenti patoge-
un ceppo di corynebacterium ulcerans, si è ve-          ni di tali malattie, che in Italia presentano an-
rificato nel 1998 in una donna anziana.                 cora il caratteristico andamento endemo-epi-
Dopo anni in cui venivano notificati regolar-           demico delle epoche precedenti l’introduzione
mente almeno un centinaio di casi all’anno,             delle vaccinazioni.
anche il tetano sembra mostrare una tendenza            Nell’anno 2001 il morbillo ha presentato l’in-
al decremento. Nel 2001 sono stati infatti no-          cidenza più bassa mai registrata in Italia, con
tificati 63 casi di tetano, rispetto ai 98 del          circa 1,3 casi per 100.000 abitanti. Tuttavia, a
2000. Dagli anni 80 in poi non si sono più ve-          partire dai primi mesi del 2002, si è manife-
rificati casi di tetano in neonati, bambini e ra-       stata un’epidemia di morbillo, ampiamente
gazzi al di sotto dei 20 anni e, attualmente, ol-       prevedibile ed attesa, che ha interessato alcu-
tre l’80% dei casi riguarda persone di età su-          ne Regioni meridionali ed in particolare la
periore a 65 anni.                                      Campania.
L’incidenza dell’epatite virale B, in declino già       Nel periodo che va da gennaio a luglio 2002 i
dalla seconda metà degli anni 80, ha mostrato           casi di morbillo notificati al Sistema Informa-
una diminuzione ancora più marcata dopo                 tivo delle Malattie infettive e diffusive sono
l’applicazione uniforme, sull’intero territorio         stati 12.049, per l’83,8% segnalati dalla sola
nazionale, della L. 165/91, con la quale veniva         Regione Campania. Se si prendono in consi-
introdotta l’obbligatorietà della vaccinazione          derazione gli inevitabili fenomeni di sottonoti-
per i nuovi nati e gli adolescenti.                     fica, i casi di morbillo effettivamente verifica-
L’incidenza totale di epatite virale B nel 2001         tisi potrebbero però essere stimati in diverse
è stata pari a 2,3 casi per 100.000 abitanti, con       decine di migliaia.
una diminuzione di circa il 70% rispetto al da-         L’incidenza delle meningiti da HIB (haemo-
to del 1992. La classe di età 25-64, con 3,2 ca-        philus influenzae b) – registrata tramite il si-
si per 100.000, continua ad essere quella mag-          stema di sorveglianza dedicato alle meningiti
giormente colpita dall’epatite B; così come co-         batteriche (in atto dal 1994) – mostra, nel pe-
stantemente più colpito risulta essere il sesso         riodo 1995-2001, un decremento di circa il
maschile rispetto al sesso femminile (nel 2001          76%, a fronte di una copertura vaccinale me-
la differenza è stata del 67,2%, con un aumen-          dia che ha raggiunto valori del 78,3% (dato

                                                                                                                           23
La situazione sanitaria del paese

                          anno 2001).                                          casi per 1.000 assistiti). Nella stagione 2001-
                          Il sistema routinario di sorveglianza delle ma-      2002 l’attività epidemica è stata più intensa ri-
                          lattie infettive e diffusive non raccoglie dati      spetto a quella della stagione precedente, ma
                          sulle altre forme invasive da HIB. Tuttavia è        senza raggiungere i livelli della stagione 1999-
                          ipotizzabile che all’innegabile incremento del-      2000 in cui era stato registrato un picco di
                          le coperture vaccinali sia seguita anche una ri-     13,2 casi per 1.000 assistiti nella seconda setti-
                          duzione dell’incidenza di tali patologie.            mana del 2000. Complessivamente si stima
                          Il monitoraggio dell’influenza che, nella sua        che, nella stagione 2001-2002, le persone che
                          acuzie stagionale, richiede metodi di rilevazio-     hanno contratto l’influenza in Italia siano sta-
                          ne tempestivi e conferma virologica, nelle sta-      te circa 5 milioni.
                          gioni 2000-2001 e 2001-2002 è stato effet-
                          tuato attraverso il sistema istituito con il Pro-    2.1.2. Aids
                          tocollo di intesa fra Istituzioni centrali e peri-   Complessivamente nel 2002 i nuovi casi di
                          feriche, concordato tra Stato, Regioni e Pro-        AIDS sono stati 1.777. Questo dato conferma
                          vince Autonome di Trento e Bolzano il 29 set-        la tendenza emersa nel triennio 1999-2001, in
                          tembre 2000.                                         cui il numero delle persone affette dall'AIDS si
                          Nella stagione 2000-2001 l’epidemia ha rag-          era stabilizzato, dopo una costante diminuzio-
                          giunto l’apice nella sesta settimana del 2001        ne nel periodo precedente, intorno ai 2 mila
                          (5,53 casi per 1.000 assistiti), mentre nella sta-   casi all'anno.
                          gione 2001-2002 il picco epidemico è stato os-       Analizzando nel tempo il numero dei casi di
                          servato nella quinta settimana del 2002 (8,67        AIDS segnalati al Registro Nazionale AIDS e

Fig.1 Distribuzione annuale dei casi di Aids diagnosticati e decessi correlati. Anni 1982-2002 (v.a.)

6.000

5.000

4.000

3.000

2.000

1.000

     0
         1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

       Decessi per anno di diagnosi
       Casi diagnosticati
Fonte: COA (Coordinamento Operativo Aids), ISS

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Salute e malattia

l'andamento dei relativi tassi di incidenza per      Fig.2 Tasso di incidenza per i casi di Aids notificati nell’anno 2002,
anno di diagnosi, si evidenzia, infatti, un co-            per regione di residenza (val. per 100.000 abitanti)
stante incremento dell'incidenza dei casi di
AIDS fino al 1995, seguito da una rapida di-
minuzione nel 1996 e poi da una stabilizzazio-
ne (fig. 1).
In generale, dall'inizio dell'epidemia nel 1982
fino al 31 dicembre 2002, le persone colpite
dall'AIDS nel nostro Paese hanno raggiunto
quota 51.172 (51.717 con la correzione per ri-                                1,5
                                                                                              0,9
tardo di notifica).                                    1,7
Di questi 39.829 (77,8%) sono di sesso ma-                            5,6           1
schile, 725 (1,4%) in età pediatrica (
La situazione sanitaria del paese

                         zione della circolazione virale conseguente al         di Creutzfeldt-Jakob), associati al consumo di
                         cambiamento dei comportamenti associati al-            alimenti carnei provenienti da bovini infet-
                         l’uso di droga). È da sottolineare che dal 1993        ti/malati di BSE.
                         non vengono registrati nuovi casi di infezione         Pur non essendo la malattia di Creutzfeldt-Ja-
                         in emofilici.                                          kob e le sindromi correlate patologie infettive
                         L’1,4% dei casi di AIDS segnalati dal 1982 in          in senso stretto, ai fini della notifica esse sono
                         poi si riferiscono alla popolazione pediatrica         state assimilate alle malattie di Classe I del
                         (pazienti con età alla diagnosi inferiore ai 13        D.M. 15 dicembre 1990, allo scopo di assicu-
                         anni o a trasmissione verticale). Dal 1997 in          rare la massima tempestività della segnalazione
                         poi è stata osservata una forte diminuzione dei        dei casi sospetti.
                         casi di AIDS pediatrici: dai 52 diagnosticati          La sorveglianza routinaria dei focolai epidemi-
                         nel 1996 si è passati ai 30 del 1997 fino ad ar-       ci di malattie trasmesse da alimenti, permette
                         rivare agli 11 casi del 2002. Il 93,6% (678) dei       di stimare il ruolo sostenuto dalle diverse tipo-
                         casi pediatrici ha contratto l'infezione dalla         logie di alimenti nel veicolare gli agenti re-
                         madre; tra questi nel 52,1% dei casi si trattava       sponsabili di malattia.
                         di figli di madre tossicodipendente, mentre nel        Tra le malattie, rare ma molto gravi, a trasmis-
                         35,8% di figli di donne che avevano acquisito          sione alimentare è da segnalare il botulismo,
                         l'infezione per via sessuale.                          dovuto all’ingestione di tossina preformata
                                                                                contenuta in alimenti in cui le spore di cl. bo-
                         2.1.3. Malattie a trasmissione alimentare              tulinum germinano in condizioni di anaero-
                         Le tossinfezioni alimentari sono oggi un pro-          biosi. L’Italia è il Paese dell’Unione Europea
                         blema universale. L’incidenza globale è diffici-       che da sempre segnala il maggior numero di
                         le da stimare, anche perché una enorme parte           casi di botulismo (in media, 35 ogni anno nel
                         di episodi non arriva neanche all’attenzione           periodo 1990-‘99). Tuttavia, a partire dal 1996
                         del medico o non viene segnalata.                      in poi, è innegabile una tendenza alla diminu-
                         Gli agenti eziologici delle infezioni veicolate        zione del numero di intossicazioni botulini-
                         da alimenti includono parassiti, batteri, virus        che, infatti, i casi confermati sono stati soltan-
                         ed anche “agenti” nuovi come quello della va-          to 27 nel 2001. La maggior parte di questi ca-
                         riante della malattia di Creutzfeldt-Jakob asso-       si si verificano nelle Regioni meridionali, vero-
                         ciato alla encefalite spongiforme bovina.              similmente a causa della tradizione di produr-
                         La sorveglianza della malattia di Creutzfeldt-         re conserve domestiche ancora presente in
                         Jakob e delle sindromi ad esse correlate è stata       quelle Regioni.
                         resa obbligatoria all’inizio del 2001 con l’Or-        I batteri del genere salmonella rappresentano
                         dinanza contingibile ed urgente 12 febbraio            la maggior parte degli agenti identificati nell’e-
                         2001, sostituita in seguito dal D.M. 21 di-            ziologia dei casi di tossinfezione alimentare. In
                         cembre 2001.                                           Italia la sorveglianza degli isolamenti di salmo-
                         Si è inteso, in questo modo, rendere istituzio-        nella riporta circa 10.000 identificazioni ogni
                         nale ed estesa a tutto il territorio nazionale una     anno e un numero analogo di casi sporadici di
                         sorveglianza condotta fin dall’inizio degli anni       malattia viene notificato al Ministero della sa-
                         90 ad opera del Registro Italiano della Creutz-        lute. La febbre tifoide, una delle salmonellosi
                         feldt-Jakob. Infatti, il riscontro, anche in Italia,   maggiori più conosciute, nel passato aveva la
                         di casi confermati di BSE (encefalopatia spon-         sua età di massima incidenza tra i 10 e i 14 an-
                         giforme bovina) in capi di bestiame, ha enfa-          ni. Pur in assenza di specifiche misure di con-
                         tizzato l’opportunità di introdurre la notifica        trollo, la sua frequenza è diminuita progressi-
                         obbligatoria per queste patologie, allo scopo di       vamente fino ai nostri giorni, attestandosi su
                         individuare prontamente eventuali casi della           valori inferiori ad 1 caso per 100.000 abitanti
                         nuova variante di tale patologia v-CJ (variante        (0,83 nel 2001). In controtendenza con quelle

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Salute e malattia

tifoidee sono tutte le altre salmonellosi, che        e nell’adulto immunocompromesso e, dato
hanno fatto registrare, a partire dalla fine degli    che il batterio responsabile vive nell’acqua,
anni 80 un notevole incremento della loro fre-        non è infrequente che gli impianti idraulici di
quenza. Gran parte di questo incremento è             grosse strutture, incluse quelle ospedaliere,
dovuto alla diffusione internazionale del siero-      possano essere contaminati e divenire fonte di
tipo s. enteritidis, veicolato da uova e pollame.     infezione per i pazienti ricoverati. Il numero di
Nel 2001 la morbosità per salmonellosi non ti-        infezioni nosocomiali da legionella è stato
foidee è stata di 15,7 casi per 100.000, rispet-      piuttosto limitato negli anni dal 1983 al 1992
to al 24,5 per 100.000 del 2000; nell’interpre-       (2-3 casi l’anno), ma è andato aumentando
tazione di tale dato va tuttavia considerato che      gradualmente, con un picco di incidenza tra il
i dati del 2001 sono, nel momento in cui vie-         1998 ed il 1999 (rispettivamente 36 e 42 casi).
ne prodotta questa relazione, incompleti, per         I 42 casi di legionellosi nosocomiale notificati
la mancanza di informazioni relative a due            nel 1999 rappresentavano il 18% dei casi tota-
grandi Regioni italiane.                              li notificati. La Regione Piemonte notificava
Tra le infezioni virali veicolate dagli alimenti è    22 casi (52% del totale), la Lombardia 9 casi,
importante in Italia l’epatite virale A, che pre-     la Provincia Autonoma di Trento 5 casi e le Re-
senta un andamento caratterizzato da flessioni        gioni Emilia Romagna, Liguria, Veneto, To-
e ampi incrementi di dimensioni epidemiche.           scana, Campania, Sardegna 1 caso ciascuna.
Nel 2001 sono stati registrati 1.530 casi di ma-      Nel 2000 è stata osservata una diminuzione
lattia (i dati sono parziali, riferiti a 18 Regioni   del numero di casi nosocomiali di legionellosi
su 20, ma va considerato che le Regioni man-          segnalati, che sono stati 36 (pari al 20,4% di
canti hanno sempre notificato un esiguo nu-           tutti i casi notificati). La Regione Piemonte ha
mero di casi), per una morbosità di 3,5 casi per      notificato 14 casi (38,9% del totale), la regio-
100.000. Anche nel caso dell’epatite virale si        ne Lombardia 15 casi, il Lazio 3 casi, la Tosca-
osserva una netta tendenza, nell’ultimissimo          na 2 casi, l’Emilia Romagna e la Campania 1
periodo, al decremento del numero di casi no-         caso ciascuna.
tificati. L’ultimo “picco” riportato a livello na-    L’età media dei casi nosocomiali è di 57 anni,
zionale si è verificato infatti tra il 1996 ed il     di poco superiore a quella dei casi comunitari
1997 con circa 9.000 casi di malattia ogni an-        (54,5 anni).
no (tasso medio nazionale di 16 casi per              Per il 72% dei casi è noto l’esito della malattia.
100.000 nel biennio), quasi totalmente attri-         Il tasso di letalità tra i casi nosocomiali è stato
buibile ad un’estesa epidemia, che in Puglia si       del 38,5%, superiore in modo statisticamente
è protratta per i due anni con tassi di inciden-      significativo a quello dei casi acquisiti in co-
za regionali fino a 128 nuovi casi ogni 100.000       munità.
abitanti. Per la stragrande maggioranza dei ca-       Per quanto riguarda l’anno 2001 i casi nosoco-
si segnalati l’acquisizione della infezione era       miali segnalati sono stati 51 (15,6% dei casi
correlata con il consumo di frutti di mare.           totali notificati), di cui 23 di origine nosoco-
Tra le malattie a trasmissione alimentare di na-      miale certa e 28 probabile. Il Piemonte ha no-
tura parassitaria si segnalano i 21 casi di trichi-   tificato 21 casi (41,2% del totale), la Lombar-
nosi del 2000, 20 dei quali dovuti ad un uni-         dia 20 (39,2% del totale), l’Emilia Romagna
co esteso focolaio, causato dal consumo di car-       4, il Lazio 2 e Liguria, Umbria, Campania e
ne di cavallo cruda importata dall’estero, ed i 4     Puglia 1 caso ciascuna. L’età media dei casi no-
casi del 2001.                                        socomiali è 64 anni, di poco superiore a quel-
                                                      la dei casi comunitari. Il tasso di letalità tra i
2.1.4. Infezioni nosocomiali da legionella            casi nosocomiali è stato del 22,2%, superiore
L’infezione da legionella pneumophila è               in modo statisticamente significativo a quello
un’importante causa di polmonite nell’anziano         dei casi acquisiti in comunità.

                                                                                                                          27
La situazione sanitaria del paese

                           2.2. Malattie non trasmissibili
                           2.2.1. Malattie cardio e cerebrovascolari          rimane più frequente negli uomini, con un
                           Nel 1997, considerando tutte le età, si sono       tasso standardizzato per età pari a 13,42 per
                           verificati 242.486 decessi per malattie cardio-    10.000, rispetto alle donne (tasso di 10,30 per
                           vascolari pari al 43% della mortalità totale: di   10.000) e non è evidente una differenza per
                           queste, il 31% sono state attribuite a malattia    macro-aree geografiche.
                           ischemica del cuore, compreso l’infarto del        La mortalità per accidenti cerebrovascolari è
                           miocardio e il 28% a malattia cerebrovascola-      più frequente nelle donne (tasso standardizza-
                           re incluso l’ictus.                                to per età di 11,8 per 10.000) rispetto agli uo-
                           La mortalità per malattie ischemiche del cuore     mini (9,3 per 10.000) e vi è una differenza so-
                                                                              stanziale fra Nord e Centro-Sud, a sfavore di
                                                                              quest’ultima area.
                                                                              Rispetto al 1996, la mortalità per malattie car-
Tab.3 Incidenza stimata per eventi coronarici maggiori in Italia              diovascolari registra una diminuzione com-
      25-74 anni d’età                                                        plessiva, tra uomini e donne, di circa un pun-
                                                                              to percentuale.
                   1970          1980        1990        2000         2007    Il quadro relativo a questa tipologia di malat-
                                                                              tie è completato dalla valutazione della sua in-
uomini
                                                                              cidenza e prevalenza nella popolazione genera-
nuovi casi      38.075,0     46.145,0     36.843,0   32.005,0     27.166,0
                                                                              le e dalla prevalenza di ipertensione arteriosa e
tgrezzo*           258,2        293,4        219,1      172,2        146,3
                                                                              ipercolesterolemia, che sono tra i più impor-
tagg**             258,2        281          211,7      156,9        128,3
                                                                              tanti fattori di rischio.
donne
                                                                              Stime di incidenza dell’infarto sono state re-
nuovi casi      16.154,0     15.932,0     11.586,0   10.771,0       9.464,0
                                                                              centemente calcolate attraverso l’analisi dei da-
tgrezzo*           101,6         94,0         64,9       55,8          49,6
                                                                              ti di sopravvivenza, relativi agli eventi acuti re-
tagg**             101,6         86,8         62,6       48,5          42,6
                                                                              gistrati nell’ambito del registro Monica WHO
                                                                              dell’area Friuli. Si tratta di un sistema di regi-
(*)    Tasso grezzo (x 100.000)                                               strazione degli eventi coronarici realizzato fra il
(**) Tasso aggiustato per l’età (x 100.000)                                   1985 e il 1994 in 21 paesi, fra cui l’intera Re-
Fonte: Ministero della Salute – D.G. della Programmazione Sanitaria           gione Friuli Venezia Giulia.
                                                                              Attraverso l’applicazione di un modello mate-
                                                                              matico (Miamod) è stato possibile stimare l’in-
                                                                              cidenza in Italia dal 1970 e proiettarla fino al
Tab.4 Stima al 1997 dei casi prevalenti di cardiopatia coronarica             2007. I nuovi casi attesi per quella data e nel-
      in Italia per uomini e donne di età 25-74 anni e proiezioni al 2007     la fascia di età 25-74 anni sono 27.166 negli
                                                                              uomini e 9.464 nelle donne (tab. 3).
                                uomini                    donne               Inoltre, nell’ambito dell’Osservatorio Epide-
                                                                              miologico Cardiovascolare – linea di ricerca af-
1997                            227.236                   40.761
                                                                              ferente al Progetto Cuore – uno studio svolto
2007                            191.069                   35.488
                                                                              in collaborazione fra ISS (Istituto Superiore di
differenza                      -36.167                   -5.273
                                                                              Sanità) e Associazione Medici Cardiologi
                                                                              Ospedalieri – realizzato tra il 1998 e il 2002 –
aumento sopravvivenza            52.865                     9.855
                                                                              ha permesso di valutare la prevalenza delle ma-
invecchiamento                   61.712                    10.153
                                                                              lattie cardio e cerebrovascolari.
riduzione incidenza            -150.744                   -25.281
                                                                              Da questo studio risulta che:
                                                                              • la prevalenza dell’infarto è maggiore negli
Fonte: Ministero della Salute – D.G. della Programmazione Sanitaria             uomini rispetto alle donne;

28
Salute e malattia

• l’ictus è più frequente in età più avanzata ri-      dell’Osservatorio Epidemiologico Cardiovasco-
  spetto all’infarto, questo è il motivo della bas-    lare. I fattori di rischio cardiovascolare in Italia:
  sa prevalenza in questo studio (la mortalità         una lettura in riferimento al Piano Sanitario Na-
  raddoppia fra il quinquennio 70-74 e 75-79);         zionale 1998-2000. Giornale Italiano di Cardio-
• la prevalenza di coloro che hanno almeno una         logia, Vol.29, n.12, 1999.
  o più di queste patologie è pari al 17,1% de-
  gli uomini e al 15% delle donne esaminate.           www.sanita.it/sdo/dati/aggregati/sceltadrg.asp
Attraverso l’utilizzo di un modello matematico         Ministero della salute, maggio 2002.
è stato possibile stimare il numero dei casi atte-
si prevalenti proiettati al 2007 nella fascia di età   M. Ferrario, G. Cesana, D. Vanuzzo, L. Pilotto, R.
25-74 anni, che risultano essere circa 191.000         Sega, S. Giampaoli. Sorveglianza epidemiolo-
negli uomini e circa 35.500 nelle donne. Ri-           gica della occorrenza della cardiopatia ischemi-
spetto alle stime calcolate per il 1997, la preva-     ca: risultati dalle aree Monica italiane e propo-
lenza si riduce del 16% negli uomini e del 15%         sta di un modello semplificato di stima. Estrat-
nelle donne (tab. 4). La numerosità è la risul-        to da Atti della II Conferenza Nazionale sulla
tante della riduzione di incidenza e dell’au-          Prevenzione della Cardiopatia Ischemica, Roma
mento della sopravvivenza e dal conseguente            19-21 aprile 1999.
invecchiamento della popolazione.
Sempre attraverso la stessa indagine dell’Osser-       S. Conti, G. Farchi, R. Capocaccia, M. Masocco,
vatorio Epidemiologico Cardiovascolare, infi-          G. Minelli, R. Scipione, V. Toccaceli, M. Vichi, R.
ne, è stato possibile valutare la prevalenza e il      Crialesi, L. Frova. La mortalità in Italia nell’anno
controllo della pressione arteriosa nella popo-        1996. Rapporti ISTISAN, 01/19.
lazione italiana. Nella fascia di età compresa
fra 35 e 74 anni la pressione arteriosa sistolica      S. Conti, G. Farchi, R. Capocaccia, M. Masocco,
è risultata negli uomini di 136 (d.s.= +17)            G. Minelli, R. Scipione, V. Toccaceli, M. Vichi, R.
mmHg, nelle donne di 133 (+18) mmHg;                   Crialesi, L. Frova. La mortalità in Italia nell’anno
mentre i valori della pressione arteriosa diasto-      1997. Rapporti ISTISAN, 01/20.
lica sono risultati di 86 (+10) mmHg negli uo-
mini e di 82 (+10) nelle donne. La prevalenza          2.2.2. Tumori
degli ipertesi è risultata del 33% per gli uomi-       Nel 1998 i decessi per tumore sono stati
ni e del 30% per le donne.                             154.000, il 27% delle cause di morte nella po-
Sul versante della colesterolemia, per gli uo-         polazione italiana. Il maggior numero di deces-
mini è risultato un valore medio pari a 204            si è stato osservato per i tumori polmonari, se-
mg/dl (+42), mentre per le donne il valore me-         guono quelli del colon-retto, dello stomaco e
dio è pari a 206 mg/dl (+43). Il 20% degli uo-         della mammella. I tassi di mortalità per il com-
mini e il 24% delle donne risultano ipercole-          plesso di tutti i tumori sono, a partire dai pri-
sterolemici, cioè con valori della colesterole-        mi anni 90, in diminuzione per entrambi i ses-
mia uguale o superiore a 240 mg/dl.                    si. Negli uomini, il calo della mortalità (circa -
                                                       1,4% all’anno nel corso degli ultimi cinque an-
Riferimenti bibliografici                              ni) è dovuta principalmente ai tumori polmo-
S. Giampaoli, L. Palmieri, R. Capocaccia, L. Pi-       nari e gastrici. Per quanto riguarda le donne
lotto, D. Vanuzzo. Estimated population based          (-1,5% all’anno), essa è dovuta ai tumori ga-
incidence and prevalence of major coronary             strici e, più recentemente, a quelli della mam-
events. International Journal of Epidemiology,         mella e del colon-retto (fig. 3).
2001.                                                  I dati di incidenza sono rilevati dai registri tu-
                                                       mori su circa il 21% della popolazione italiana,
S. Giampaoli, D. Vanuzzo e il Gruppo di Ricerca        soprattutto nelle regioni del Centro e del Nord.

                                                                                                                             29
La situazione sanitaria del paese

                         Stime per i principali tumori (ma non per tut-               diagnosi, è aumentata dal 27% al 40% negli
                         ti) sono disponibili a livello nazionale sulla ba-           uomini e dal 45% al 56% nelle donne. La dif-
                         se di modelli matematici. Una stima per il                   ferenza è soprattutto dovuta alla diversa letali-
                         complesso di tutti i tumori indica, per l’inizio             tà delle neoplasie che colpiscono con maggio-
                         degli anni 2000, un numero di nuove diagnosi                 re frequenza ciascun sesso.
                         in Italia di circa 270.000 nuovi casi all’anno               Per quanto riguarda la prevalenza, i soli dati ad
                         con tendenza ancora in aumento, soprattutto                  oggi disponibili indicano che il 2,8% della po-
                         per la proporzione crescente di anziani.                     polazione italiana (quasi 1.500.000 persone)
                         La sopravvivenza dei pazienti con diagnosi di                ha avuto nel corso della sua vita una diagnosi
                         tumore è costantemente aumentata nel corso                   di cancro.
                         del periodo di diagnosi 1978-1994, per il qua-               Oltre che dalle tendenze generali, informazio-
                         le si dispone di dati. Nel corso di questi 15 an-            ni di sicuro interesse derivano dall’analisi det-
                         ni, la sopravvivenza relativa (cioè calcolata eli-           tagliata delle sedi tumorali più frequenti.
                         minando l’effetto della mortalità competitiva)               Stomaco. Sia l’incidenza che la mortalità del
                         per tutte le neoplasie maligne, a 5 anni dalla               tumore dello stomaco sono da diversi decenni

                         Fig.3 Numero di decessi causati dal tumore in Italia, per sesso, per sedi tumorali. Anno 1998 (v.a.)

                               Totale                                                                         64.279

                            Polmone             5.538                                                                             90.106
                                                                        26.003
                         Colon retto                   9.456
                                                        10.282
                            Stomaco             4.890
                                                   6.839
                          Mammella                         11.031
                                        95
                           Pancreas            3.878
                                               3.840
                            Prostata
                                                  7.109
                           Leucemie        2.343
                                           2.858
                             Vescica     1.020
                                              4.005
                              Fegato     1.466
                                            3.224
                               Rene      1.087
                                          2.103
                               Ovaio       2.820

                            Encefalo     1.215
                                          1.583
                               Utero       2.793

                          Melanoma       628
                                         773

                                        10.000          20.000      30.000   40.000     50.000    60.000   70.000      80.000   90.000

                                Femmine
                                Maschi
                         Fonte: Ministero della Salute – D.G. della Programmazione Sanitaria

30
Salute e malattia

in diminuzione. Nel 1998 sono stati osservati       nel periodo 1970-‘90 ed è poi rimasta sostan-
11.700 decessi. Il tasso di mortalità aggiustato    zialmente stabile durante gli anni 90. Si stima-
per età è diminuito del 18% nel quinquennio         no circa 50.000 casi prevalenti nel 1992. La
‘93-‘98. Anche se le cause del trend di riduzio-    frequenza di questa neoplasia è inferiore al
ne non sono perfettamente chiare, il ruolo di       Sud. La sopravvivenza a 5 anni è migliorata.
una migliore conservazione dei cibi, di un          Infatti, si è passati dal 53% nei pazienti con
maggiore apporto dietetico di frutta, verdura e     melanoma diagnosticato tra il 1978 e il 1981
prodotti freschi e di migliori condizioni igieni-   al 78% per quelli con diagnosi tra il 1990 e il
che nella popolazione è ormai riconosciuto. Il      1994. Nonostante questo, la sopravvivenza in
trattamento è migliorato, per una diagnosi più      Italia è inferiore alla media degli altri paesi eu-
precoce e per terapie più efficaci. La sopravvi-    ropei, particolarmente negli uomini.
venza a 5 anni in Italia è passata dal 16% nei      Mammella. L’incidenza e la prevalenza del tu-
pazienti diagnosticati nel 1978-‘80 al 26% per      more della mammella sono in aumento, anche
il 1990-1994. La prevalenza stimata al 1992         a causa dell’invecchiamento della popolazione
era di 78.000 pazienti, di cui circa la metà con    e dell’aumento della sopravvivenza. Vi sono
meno di 5 anni dalla diagnosi.                      notevoli differenze territoriali, con valori di in-
Colon e retto. L’incidenza dei tumori del co-       cidenza doppi nelle regioni del Nord rispetto a
lon e del retto presenta una marcata e preoc-       quelle del Centro-Sud. La prevalenza di casi
cupante tendenza all’aumento. Il numero sti-        che hanno avuto una diagnosi di tumore della
mato di nuovi casi/anno va da 38.000 nel            mammella in Italia era di 310.000 nel 1992,
1990 a 50.000 nel 1997-2000. I casi prevalen-       pari ad una proporzione di 1.070 su 100.000
ti, stimati nel 1997, sono circa 200.000, con       donne. Complessivamente la sopravvivenza a
un aumento di circa 10.000 pazienti ogni an-        5 anni è aumentata da 65% all’inizio degli an-
no. La sopravvivenza a 5 anni è aumentata e si      ni 80 a 81% nel 1990-1994. La mortalità non
è allineata, nell’ultimo periodo, ai valori medi    ha seguito pertanto l’andamento crescente del-
europei. Questo andamento favorevole si è ri-       l’incidenza. Dall’inizio degli anni 90 essa si sta
flesso sui tassi di mortalità che, nonostante il    riducendo di circa il 2% all’anno. Persistono
trend di incidenza crescente, sono rimasti co-      però importanti differenze di sopravvivenza fra
stanti negli ultimi anni negli uomini e sono in     diverse aree italiane, a svantaggio delle regioni
diminuzione nelle donne. La mortalità per tu-       del Sud. Gli studi di sopravvivenza mostrano
mori colorettali rimane, comunque, inferiore        che tale divario è dovuto in parte ad una dia-
solo a quella del polmone.                          gnosi più tardiva, in parte ad un minore acces-
Polmone. Dopo molti decenni di aumento, la          so al trattamento ottimale. È nota la maggiore
mortalità e l’incidenza delle neoplasie del pol-    difficoltà delle pazienti meridionali ad accede-
mone sono in diminuzione a partire dalla fine       re alla radioterapia.
degli anni 80, con un tasso di riduzione di cir-    Prostata. L’incidenza dei tumori della prostata
ca il 2% all’anno. Il trend è stato tuttavia me-    è in marcato aumento. Il numero stimato di
no favorevole nelle regioni del Sud e soprat-       nuovi casi è di 17.000 nel 1995, a seguito di
tutto nelle donne, che presentano tassi ancora      un aumento di circa il 42% nel decennio
in aumento o al più, nell’ultimo triennio, co-      1990-2000. I casi prevalenti, stimati nel 1992,
stanti. Nel complesso, i polmoni rimangono          erano circa 58.000. L’aumento di incidenza si
ancora la sede tumorale con incidenza e mor-        evidenzia dalla fine degli anni ottanta, dopo la
talità più elevata, con 35.000 nuovi casi e più     diffusione del test PSA (Prostate Specific Anti-
di 30.000 decessi all’anno.                         gen), dell’agobiopsia prostatica e degli inter-
Melanoma. In Italia, incidenza e mortalità per      venti chirurgici per adenoma prostatico (dia-
melanoma sono aumentati nel corso degli ulti-       gnosi incidentale di lesioni maligne).
mi decenni. La mortalità si è quasi triplicata      La sopravvivenza a 5 anni in Italia è aumenta-

                                                                                                                         31
La situazione sanitaria del paese

                         ta dal 38% (casi diagnosticati nel 1978-‘81) al         temente associato a sovrappeso, ad ampia dif-
                         65% (1990-‘94), ma è comunque inferiore al-             fusione nella popolazione;
                         la media europea. I tassi di mortalità si sono        • il diabete di tipo I insulino-dipendente, pre-
                         mantenuti costanti. L’aumento della sopravvi-           valentemente (ma non esclusivamente) in-
                         venza e l’aumento dei tassi di incidenza po-            fanto-giovanile, a genesi autoimmune con
                         trebbero essere attribuiti ad una maggiore at-          prognosi severa. Il diabete insulino-dipen-
                         tenzione ai sintomi e/o ad una anticipazione            dente rappresenta una piccola frazione (5%)
                         diagnostica, non essendosi evidenziati negli ul-        del diabete nel suo complesso.
                         timi due decenni importanti innovazioni tera-         Il diabete è una patologia cronico degenerativa
                         peutiche.                                             ingravescente che, se non ben controllata, può
                                                                               portare a danni gravi come cecità, insufficien-
                         Riferimenti bibliografici                             za renale, insufficienza cardio-respiratoria, le-
                         A. Verdecchia, A. Mariotto, R. Capocaccia, G.         sioni neuropatiche e vascolari delle estremità
                         Gatta, A. Micheli, M. Sant, F. Berrino. Inciden-      inferiori. La gestione di queste complicanze,
                         ce and prevalence of all cancerous diseases in        che necessitano spesso di ricovero ospedaliero,
                         Italy: trends and implications. European Jour-        incide pesantemente sulla spesa sanitaria, con
                         nal of Cancer 37, 2001.                               una quota che in Italia è valutata nel 6,65%
                                                                               della spesa sanitaria nazionale.
                         A.V. Verdecchia, A. Micheli, G. Gatta. Survival       La diagnosi dello stato preclinico rappresenta
                         of cancer patients in Italy: the Itacare Study. Tu-   il cardine della gestione della patologia. Infat-
                         mori 83, 1997.                                        ti, alcuni studi hanno messo in evidenza come,
                                                                               in assenza di sintomi di iperglicemia, l’indivi-
                         S. Rosso, C. Casella, E. Crocetti, S. Ferretti, S.    duo in fase preclinica abbia rischio doppio di
                         Guzzinati. Sopravvivenza dei casi di tumore in        sviluppare malattie cardiovascolari e nel 10%-
                         Italia negli anni novanta: i dati dei Registri Tu-    12% dei casi presenti complicanze microva-
                         mori. Epidemiologia & Prevenzione, Supple-            scolari al momento della diagnosi.
                         mento 2001.                                           Per quanto riguarda la prevalenza, nel già cita-
                                                                               to lavoro dell’Osservatorio Epidemiologico
                         J. Estive, A. Verdecchia, G. De Angelis. Trends       Cardiovascolare sono risultati diabetici l’8%
                         in cancer survival probability over the period        degli uomini e il 6% delle donne. Negli uomi-
                         1978-89. In F. Berrino, M. Sant, A. Verdecchia,       ni la prevalenza del diabete era del 7% al Nord
                         R. Capocaccia, T. Hakulinen, J. Esteve. Survival      e del 10% al Centro e al Sud; nelle donne era
                         of cancer patients in Europe, 1985-1989: the Eu-      del 4% al Nord, del 7% al Centro e dell’8% al
                         rocare study. IARC Scient., Publ. n.151, 1999.        Sud.

                         A. Micheli. Cancer prevalence in Italy: the Ita-      Riferimenti bibliografici
                         preval Study. Tumori 85, 5, 1999.                     The decode study group on behalf of the Euro-
                                                                               pean Diabetes Epidemiology Group. Glucose
                         2.2.3. Diabete                                        tollerance and mortality: comparison of WHO
                         Nel nostro Paese il diabete rappresenta uno dei       and American Diabetic Association diagnostic
                         maggiori problemi sanitari poiché colpisce cir-       criteria. Lancet 354, 1999. Ref Type: Abstract.
                         ca 2.000.000 di soggetti. Il diabete mellito si
                         può manifestare sotto varie forme cliniche.           M.M. Engelgau, R.E. Aubert, T.J. Thompson,
                         Tra queste, quelle che hanno una sicura rile-         W.H. Herman. Screening for NIDDM in nonpre-
                         vanza sociale sono:                                   gnant adults: a review of principles, screening
                         • il diabete di tipo II non-insulino-dipendente,      tests, and recommendations. Diabetes Care,
                           caratteristico dell’età adulta e senile, frequen-   1995.

32
Salute e malattia

S. Giampaoli, D. Vanuzzo e il Gruppo di Ricerca         2.3. Malattie neuropsichiatriche
dell’Osservatorio Epidemiologico Cardiovasco-           2.3.1. Malattie neurologiche
lare. I fattori di rischio cardiovascolare in Italia:   Le malattie neurologiche sono caratterizzate
una lettura in riferimento al Piano Sanitario Na-       da un elevato tasso di prevalenza e da un pe-
zionale 1998-2000. Giornale Italiano di Cardio-         sante impatto in termini di disabilità. Nei pae-
logia, Vol.29, n.12, 1999.                              si industrializzati sono al primo posto quale
                                                        causa di perdita in DALY (disability-adjusted
American Diabetes Association. Clinical practi-         life year), un indicatore che valuta il numero
ce recommendations 2000: screening for type 2           di anni di vita attiva persi a causa di morte
diabetes. Diabetes Care, 2000.                          prematura e disabilità. Considerando che il
                                                        40% delle perdite in DALY è sostenuto dalle
G. Gallus, P. Garancini. Dati epidemiologici sul        persone di età superiore ai 60 anni, l’Italia,
diabete mellito in Italia. Epidemiologia e Pre-         Paese in cui gli ultrasessantenni costituiscono
venzione, 1991.                                         quasi un quarto della popolazione, si colloca ai
                                                        primi posti relativamente al peso di queste pa-
O. Vaccaro, G. Imperatore, A. Ferrara, R. Pa-           tologie. I dati di seguito riportati riguardano,
lombino, G. Riccardi. Epidemiology of diabetes          in particolare:
mellitus in southern Italy: a case-finding me-          • alcune malattie neurologiche età-correlate
thod based on drug prescriptions. Journal of              quali la demenza, le malattie cerebrovascola-
Clinical Epidemiology, 1992.                              ri e la malattia di Parkinson;
                                                        • alcune malattie prevalentemente giovanili,
Expert Committee on the Diagnoses and Classi-             quali la sclerosi multipla, ed altre malattie che
fication of Diabetes Mellitus. Report of the Ex-          incidono a tutte le età, come l’epilessia ed il
pert Committee on the Diagnoses and Classifi-             trauma cranico, e che comportano anch’esse
cation of Diabetes Mellitus. Diabetes Care, 1997.         disabilità gravi e costi sociali e sanitari elevati.
                                                        Demenza. In Italia, secondo quanto rilevato
M.J. Harris, C.C. Cowie, L.J. Howie. Self moni-         dallo studio ILSA (Italian Longitudinal Study
toring of blood glucose by adults with diabetes         on Aging), la demenza interessa il 5,3% degli
in the United States population. Diabetes Care,         uomini ultrasessantacinquenni ed il 7,2% del-
1993.                                                   le donne della stessa età. I tassi di prevalenza
                                                        raddoppiano approssimativamente ogni 5 an-
UK. Prospective study group. Intensive blood            ni di età, variando dall’1% nei soggetti di età
glucose control with suphonylureas or insulin           compresa fra i 65 e i 69 anni fino al 40% nel-
compared with conventional treatment and the            le classi di età più avanzate. Per quanto riguar-
risk of complications in patients with type 2           da l’incidenza, i dati dell’ILSA mostrano un
diabetes. Lancet, 1998                                  tasso medio annuale, standardizzato sulla po-
                                                        polazione italiana ultrasessantacinquenne, pari
American Diabetes Association. Consensus sta-           all’1,1% per gli uomini ed all’1,3% per le don-
tement on self-monitoring of blood glucose.             ne. Queste stime portano a valutare in circa
Diabetes Care, 1987.                                    150.000 i nuovi casi di demenza attesi ogni
                                                        anno nel nostro Paese con un prevedibile au-
                                                        mento costante nei prossimi decenni, relativa-
                                                        mente all’atteso ulteriore incremento della po-
                                                        polazione anziana (fig. 4).
                                                        Alzheimer. Anche in Italia la malattia di Alz-
                                                        heimer è la forma più frequente di demenza,
                                                        rappresentando oltre la metà dei casi di de-

                                                                                                                                33
La situazione sanitaria del paese

                         menza. Tuttavia la demenza vascolare è rappre-                    controllo dei fattori di rischio vascolari.
                         sentata in circa un quarto dei casi, ai livelli più               Malattie cerebrovascolari. Le malattie cere-
                         alti del range (11%-24%) rispetto agli altri                      brovascolari rappresentano la terza causa di
                         paesi occidentali. La frequenza piuttosto eleva-                  morte nei paesi occidentali dopo le malattie
                         ta di tale tipo di demenza in Italia ed il contri-                cardiache e le neoplasie, e la prima causa di
                         buto che la malattia vascolare cerebrale può                      disabilità permanente nell’adulto.
                         dare alla estrinsecazione ed alla gravità della                   In Italia, lo studio ILSA ha rilevato, nella po-
                         demenza degenerativa, specie nelle età più                        polazione anziana, una prevalenza del 7,4%
                         avanzate, ripropone con forza il ruolo della                      negli uomini e del 5,9% nelle donne, con pun-
                         identificazione precoce, della prevenzione e del                  te intorno al 10% nei gruppi di età più avan-
                                                                                           zata. L’incidenza di primo ictus nella popola-
                                                                                           zione generale varia in Italia tra i 155 e i 228
                                                                                           casi/100.000/anno in vari studi. Rispetto agli
                         Fig.4 Nuovi casi di demenza attesi ogni anno in                   altri paesi, l’Italia si colloca in una fascia inter-
                               Italia. Anni 2000-2020 (v.a.)                               media di frequenza. Le differenze regionali so-
                                                                                           no in parte giustificabili sulla base della diffe-
                                                                                           rente composizione demografica. L’incidenza è
                                                                                 212.984

                         220.000                                                           strettamente età-correlata, raggiungendo tassi
                                                                                           di oltre 2.000/100.000/anno nella fascia di età
                                                                                           75-84 anni. Le previsioni ricavate dallo studio
                         210.000                                                           ILSA indicano che nella popolazione anziana
                                                                      202.187

                                                                                           italiana erano attesi nell’anno 2000 circa
                                                                                           153.000 nuovi casi di ictus. Mentre la morta-
                         200.000                                                           lità è in progressiva discesa, l’incidenza rimane
                                                           189.247

                                                                                           costante nel tempo. Nel 2002, ad incidenza
                                                                                           costante, i nuovi casi saranno 195.000 all’an-
                         190.000                                                           no.
                                                                                           Morbo di Parkinson. Il morbo di Parkinson
                                                                                 174.216

                                                                                           comporta altissimi costi sociali e sanitari a cau-
                                                                      173.880
                                                173.045

                         180.000
                                                                                           sa della sua lunga durata e delle condizioni di
                                                           171.144

                                                                                           grave disabilità. Studi recenti mostrano una
                                                                                           prevalenza media intorno all’1,5% nella popo-
                         170.000
                                                                                           lazione ultrasessantacinquenne, senza sostan-
                                                                                           ziali differenze tra i vari paesi europei, inclusa
                                                164.575

                         160.000
                                                                                           l’Italia. Lo studio ILSA si colloca tra i pochis-
                                                                                           simi studi che hanno valutato l’incidenza di
                                     150.897

                                                                                           questa patologia. In Italia si contano in media
                         150.000                                                           annualmente 3 nuovi casi di malattia ogni
                                    2000       2005       2010       2015       2020       1.000 ultrasessantacinquenni. Le cause della
                                                                                           malattia di Parkinson rimangono a tutt’oggi
                                                                                           non chiarite, ma si sa che il rischio di svilup-
                                Ipotesi A – Tasso di incidenza costante                    pare la malattia aumenta al crescere dell’età e
                                nel tempo                                                  per i maschi è circa il doppio che per le fem-
                                Ipotesi B – Riduzione del tasso di                         mine. In una percentuale variabile dal 5% al
                                incidenza dell’1% per anno                                 18% dei casi sembrerebbero chiamati in causa
                         Fonte: Ministero della Salute                                     fattori genetici.
                                D.G. della Programmazione Sanitaria                        Sclerosi multipla. La sclerosi multipla è una

34
Salute e malattia

malattia infiammatoria del sistema nervoso              Riferimenti bibliografici
centrale a carattere demielinizzante, ad eziolo-        The World Bank. World Development Report
gia sconosciuta e a patogenesi verosimilmente           1993. New York Oxford University Press, 1993.
autoimmune. Sebbene riduca l’aspettativa di
vita solo del 25%, l’elevato costo sociale è de-        ILSA Working Group. Prevalence of chronic dis-
terminato dal carattere cronico e progressiva-          eases in older Italians: comparing self-reported
mente invalidante della malattia, che colpisce          and clinical diagnoses. International Journal of
giovani adulti in età produttiva, iniziando nel         Epidemiology, 1997.
70% dei casi tra i 20 e i 40 anni di età. Per
quanto riguarda la prevalenza, un recente stu-          H.M. Baum, M. Robins. The National Survey on
dio nella provincia di Ferrara riporta un valore        Stroke. Survival and prevalence. Stroke, 12,
di 69,4 casi per 100.000. Tassi particolarmente         Suppl. 1, 1981.
elevati, intorno a 100 casi per 100.000 abitan-
ti, sono stati evidenziati in Sardegna. Mentre in       A. Carolei et alii. High stroke incidence in the
alcune aree italiane l’incidenza è stabile (2 nuo-      prospective community-based L’Aquila registry
vi casi per 100.000 per anno nella provincia di         (1994-1998). First year’s results. Stroke, 1997.
Ferrara) in Sardegna vi è la documentazione di
una tendenza alla crescita progressiva dei tassi.       M. Lamassa et alii. Characteristics, outcome,
Epilessia. L’incidenza della epilessia in Italia, ri-   and care of stroke associated with atrial fibrilla-
portata alcuni anni fa, è di circa 40 nuovi casi        tion in Europe: data from a multicenter multi-
per 100.000 per anno, simile a quella degli al-         national hospital-based registry (The European
tri paesi industrializzati. Non si ritiene che vi       Community Stroke Project). Stroke, 2001.
siano state nel tempo sostanziali modificazioni,
per quanto si possa ipotizzare un possibile mo-         M. Baldereschi et alii. Parkinson’s disease and
derato aumento in rapporto all’aumentare dei            parkinsonism in a longitudinal study: two-fold
casi di craniotrauma (epilessia post-traumati-          higher incidence in men. ILSA Working Group.
ca). La prevalenza, riportata in aree geografiche       Neurology, 2000.
molto piccole, oscilla tra i 3 e i 5 casi ogni
1.000 abitanti. Dati recenti indicano il coin-          E. Granieri et alii. Multiple sclerosis in Italy. A
volgimento di tutte le classi di età con oltre il       reappraisal of incidence and prevalence in Fer-
doppio dei casi nelle fasce di età superiori ai 60      rara. Archives of Neurology, 1996.
anni, in cui predominano le forme cosiddette
focali che sono in genere sintomatiche.                 E. Granieri et alii. The increasing incidence and
Trauma cranico. Il trauma cranico continua a            prevalence of MS in a Sardinian province. Neu-
rappresentare in Italia un gravissimo problema          rology, 2000.
socio-sanitario. La causa più frequente è, come
è noto, l’incidente stradale (circa l’80% dei ca-       C. Maremmani et alii. Descriptive epidemiolo-
si). I traumi da incidente su ciclomotore conti-        gic study of epilepsy syndromes in a district of
nuano a rappresentare un evento grave soprat-           northwest Tuscany, Italy. Epilepsia, 1991.
tutto in età giovanile (22 anni in media). La
frequenza della disabilità residua varia dal 2%         S. Thornhill et alii. Disability in young people
al 45% in rapporto alla gravità del trauma. I           and adults one year after head injury: prospec-
dati epidemiologici riguardanti la frequenza del        tive cohort study. British Medical Journal, 2000.
trauma cranico in Italia sono relativamente
scarsi. L’incidenza del grave trauma registrata in
Friuli è di 525 casi per milione di abitante al-
l’anno.

                                                                                                                             35
La situazione sanitaria del paese

                         2.3.2. Disturbi psichici                             (13,9%) che in quello maschile (4,1%), in
                         In Italia, solo di recente, è stato portato a ter-   conformità con i dati della letteratura interna-
                         mine uno studio epidemiologico, che ha coin-         zionale (tab. 5).
                         volto 4.565 persone. Il lavoro, coordinato dal-      I disturbi d’ansia sono i disturbi più comuni,
                         l’ISS, intendeva indagare la prevalenza dei          riscontrandosi nel 7% circa della popolazione.
                         principali disturbi mentali e le caratteristiche     Tra di essi, il gruppo di disturbi più comuni è
                         sociodemografiche, cliniche ed assistenziali         rappresentato dalle fobie semplici e dalla fobia
                         delle persone affette da tali disturbi Ese-          sociale (rispettivamente 3,4% e 2,3% di preva-
                         med/Mhedea 2000 (European Study on the               lenza ad un anno). I disturbi affettivi si riscon-
                         Epidemiology of Mental Disorders’).                  trano invece nel 3,8% della popolazione in età
                         Per quanto riguarda specificamente i tassi di        superiore a 18 anni.
                         prevalenza dei principali disturbi investigati,      A parte la ricerca citata, la fonte di dati nazio-
                         va detto che quasi il 10% del campione inter-        nali sulla prevalenza dei disturbi psichici, an-
                         vistato ha soddisfatto, negli ultimi 12 mesi, i      che se in un segmento di popolazione ben de-
                         criteri diagnostici per almeno un disturbo           finito quale quello delle persone ricoverate in
                         mentale o da abuso di sostanze, con una per-         ambito ospedaliero, è costituito dalle SDO
                         centuale molto più elevata nel sesso femminile       (Schede di Dimissione Ospedaliera), per gli

                         Tab.5 Tassi di prevalenza a 12 mesi dei principali disturbi mentali (val. % ed errore standard)

                                                                               maschi    (%es)   femmine    (%es)   totale   (%es)

                         Disturbi affettivi
                         Depressione maggiore                                   1,1 (0,3)         5,2 (0,9)         3,2 (0,5)
                         Distima                                                0,3 (0,1)         1,0 (0,5)         0,6 (0,3)
                         Tutti i disturbi affettivi                                                                 3,8 (0,6)
                         Disturbi d’ansia
                         Disturbi d’ansia generalizzato                         0,1   (0,0)       1,7   (0,5)       0,9   (0,3)
                         Fobia sociale                                          0,5   (0,2)       3,9   (1,4)       2,3   (0,8)
                         Fobia semplice                                         1,6   (0,7)       5,0   (0,9)       3,4   (0,6)
                         Disturbo post-traumatico da stress                     0,1   (0,1)       0,4   (0,2)       0,3   (0,1)
                         Agorafobia                                             0,4   (0,2)       1,7   (0,4)       1,1   (0,2)
                         Agorafobia con disturbo da attacchi di panico          0,4   (0,2)       1,6   (0,4)       1,0   (0,2)
                         Disturbo da attacchi di panico                         0,4   (0,2)       0,9   (0,2)       0,7   (0,2)
                         Tutti i disturbi d’ansia                                                                   7,1   (1,0)
                         Disturbi da abuso di sostanze
                         Abuso di alcool                                        0,1   (0,1)       0,0   (0,0)       0,1   (0,0)
                         Dipendenza da alcool                                   0,1   (0,1)       0,0   (0,0)       0,0   (0,0)
                         Abuso di sostanze                                      0,0   (0,0)       0,0   (0,0)       0,0   (0,0)
                         Dipendenza da sostanze                                 0,0   (0,0)       0,0   (0,0)       0,0   (0,0)
                         Tutti i disturbi da abuso di sostanze                                                      0,1   (0,0)
                         Tutti i disturbi mentali                               4,1 (0,9)        13,9 (1,9)         9,3   (1,0)

                         Fonte: Ministero della Salute – D.G. della Programmazione Sanitaria

36
Salute e malattia

anni 1999-2000, che riportano i codici della          classe 25-44 anni è quella modale per entram-
classificazione OMS, Icd9-Cm (International           bi i sessi (48,7% e 36,5% rispettivamente nei
Classification of Deseases – clinical modifica-       maschi e nelle femmine), seguita dalla classe
tion), secondo la lista ristretta rappresentata       45-64 anni (28,6% e 34,4% rispettivamente)
dagli ACC (Aggregati Clinici di Codici). Per          e dai soggetti di 65 anni e oltre (10,4% e
patologie mentali, i codici diagnostici sono 11       20,7%). Dall’analisi per ripartizione geografi-
(da 65 a 75). Limitando la presentazione delle        ca emerge un gradiente Nord-Sud relativa-
attività di ricovero a solo quattro categorie         mente alla frequenza delle età più avanzate
diagnostiche più tipicamente rappresentative          (maggiore al Nord).
della prevalenza trattata in regime di ricovero,
disturbi affettivi (cod. 69), schizofrenia e dis-     2.3.3. Disturbi del comportamento
turbi correlati (cod. 70), altre psicosi (cod.        alimentare e obesità
71), ansia, disturbi somatomorfi, dissociativi e      Anoressia e bulimia sono sindromi culture-
della personalità (cod. 72), i ricoveri relativi ai   bound, ugualmente diffuse in tutti i paesi in-
codici ACC 69-72 rappresentano il 62% circa           dustrializzati del mondo. Nei paesi in via di
(211.568 casi nel ‘99 e 204.032 nel 2000) del         sviluppo, questi quadri clinici compaiono via
totale dei ricoveri per patologie psichiatriche.      via che aumentano le disponibilità alimentari e
Nel 2000 si registra una riduzione, rispetto al-      si diffondono costumi propri delle nazioni più
l’anno precedente, del numero complessivo             ricche. Sulla base degli studi di prevalenza più
dei dimessi pari a oltre 7.000 casi (-3,6%). Per      recenti si possono prevedere, in Italia, su mille
i sottogruppi delle schizofrenie e delle altre psi-   giovani donne (12-25 anni), tre casi di anores-
cosi tale contrazione risulta più alta rispetto a     sia nervosa, dieci di bulimia nervosa e settanta
quanto osservato per i disturbi affettivi e per i     di disturbi subliminali. I valori sono analoghi
disturbi d’ansia, somatomorfi, dissociativi e         a quelli di altri paesi industrializzati.
della personalità (-4,5% e -5,6% contro -2,7%         Il rapporto maschi/femmine è 1:10 per l’ano-
e -3,2% rispettivamente).                             ressia nervosa, 1:20 per la bulimia nervosa.
Il calo è generalizzato a tutte le ripartizioni       Solo uno su tre dei soggetti con anoressia e so-
geografiche, ma nettamente più marcato al             lo uno su diciassette di quelli con bulimia si
Sud (-5%) rispetto al Nord (-3,8%) e al Centro        curano.
(-0,1%). Per 5 Regioni (Campania, Lazio, Mar-         La distribuzione per classi sociali è uniforme.
che, Emilia Romagna e Provincia di Trento) si         L’incidenza dell’anoressia nervosa non è signi-
evidenzia tuttavia un aumento, dell’ordine            ficativamente maggiore nelle grandi città ri-
dell’1%, del totale dei dimessi per ACC 69-72.        spetto ai piccoli centri e alle campagne. Quel-
Nell’universo ACC 69-72 le donne sono mag-            la della bulimia nervosa è, invece, maggiore
giormente rappresentate rispetto agli uomini          nei grandi centri urbani.
(54% e 46% rispettivamente nell’anno 2000).           La mortalità per annum di malattia è 0,5%,
Considerando i singoli gruppi di patologie, la        che è valore dodici volte superiore alla morta-
più forte presenza del sesso femminile si man-        lità attesa in quella stessa fase del ciclo vitale. Il
tiene nella classe dei disturbi affettivi (65%) e     suicidio è una causa frequente di morte. In un
in quella dei disturbi d’ansia, somatomorfi,          terzo dei casi, includendo anche i meno gravi,
dissociativi e della personalità (56%); mentre        la malattia dura più di 6 anni. Il recupero del
nei dimessi per schizofrenia prevale il sesso         peso e il ritorno del ciclo avviene, dopo anni,
maschile (62%) e nelle altre psicosi c’è una pa-      in circa due terzi dei casi, ma in più della me-
rità tra i sessi. Il rapporto numerico                tà persistono disturbi psicopatologici clinica-
maschi/femmine mostra comunque una certa              mente rilevanti. Miglioramenti e guarigioni
variabilità regionale. Stratificando per classe di    possono verificarsi anche a grande distanza di
età si osserva che, nel complesso degli ACC, la       tempo (10-15 anni) dall’esordio.

                                                                                                                             37
La situazione sanitaria del paese

                         In passato la forma restrittiva di anoressia ner-    2002. Si tratta di dati di peso e di statura di-
                         vosa era più frequente di quella bulimica. Da        chiarati durante un’intervista proposta da un
                         anni, è vero il contrario. Inoltre, molti casi di    rilevatore. I dati dichiarati, pur con le dovute
                         anoressia nervosa restrittiva evolvono nella for-    limitazioni, possono rappresentare, quando ri-
                         ma bulimica o, quando il peso risale e torna il      portati da un vasto campione, una buona fon-
                         ciclo mestruale, in bulimia nervosa. Anoressia       te per stimare il valore di tendenza centrale (la
                         e bulimia possono alternarsi in epoche diverse       mediana). La popolazione oggetto di studio è
                         della vita della stessa persona.                     stata suddivisa in bambini/adolescenti (6-17
                         L’incremento esplosivo di anoressia, bulimia e       anni) e adulti (dai 18 anni in poi).
                         altri disordini alimentari porta a pensare che,      Il criterio diagnostico adottato è l’IMC (Indi-
                         accanto ai fattori genetici al cui ruolo causale è   ce di Massa Corporea) e la classificazione è
                         riconosciuta da tempo grande importanza, sia-        quella indicata dall’OMS. Il sottopeso è consi-
                         no entrati in campo, soprattutto, fattori ezio-      derato al disotto di un IMC di 18,5; tra 18,5
                         logici socio-culturali. Tra questi, occorre ricor-   e 24,9 la condizione è di normopeso; tra 25 e
                         dare il valore accordato dalla cultura contem-       29,9 si è in sovrappeso, mentre tutte le classi
                         poranea a modelli estetici femminili caratteriz-     uguali e superiori a 30 sono considerate con-
                         zati da una magrezza innaturale.                     dizione di obesità.
                         A fronte dello sviluppo dell’incidenza di ano-       Per quanto riguarda il trend dell’eccesso di pe-
                         ressia nervosa, bulimia nervosa e altri disturbi     so, emerge che oltre 4 milioni sono le persone
                         del comportamento alimentare, non si può             adulte obese in Italia, con un incremento sti-
                         non rilevare l’enorme incremento dell’inciden-       mato del 25% rispetto al 1994, che tenden-
                         za del problema dell’obesità.                        zialmente risulta in linea con gli incrementi re-
                         L’obesità è uno dei rilevanti fattori di rischio     gistrati in altri paesi europei (per la Spagna
                         per la salute di un individuo ed assume un           l’incremento 1993-‘97 è pari al 30%). I sog-
                         ruolo sempre più emergente tra quelle patolo-        getti in sovrappeso non registrano alcun au-
                         gie che incidono sulla spesa sanitaria di un         mento rispetto al ‘94 e sono circa 16 milioni di
                         paese. Ad un eccesso di peso, con conseguen-         adulti.
                         te accumulo di grasso corporeo, si associano         Al crescere dell’età la quota di soggetti obesi
                         frequentemente complicanze cardiovascolari,          aumenta. Sono poco meno del 2% i giovani
                         problemi dell’apparato muscolo-scheletrico           (18-24 anni) che presentano un eccesso di pe-
                         ed altre patologie quali diabete, malattie del       so ponderale, ma il fenomeno assume rilevan-
                         fegato o colecisti, cancro, ipertensione.            za dopo i 50 anni: il tasso di prevalenza subisce
                         La sua insorgenza è imputabile, oltre alla           un evidente salto raggiungendo complessiva-
                         componente ereditaria, a fattori ambientali,         mente il 12,4% nella fascia d’età 45-54 (per le
                         tra cui spiccano gli stili di vita sedentari. In-    donne il tasso di obesità tra i 45-54 anni addi-
                         fatti, considerato l’apporto energetico medio        rittura raddoppia rispetto alla fascia d’età im-
                         della dieta degli italiani, che non giustifica la    mediatamente precedente), arriva al valore
                         tendenza all’aumento del sovrappeso, il fatto-       massimo del 14,4% per le persone tra i 55-64
                         re che maggiormente sembra pesare su questo          anni e si attesta comunque circa al 12,6% per
                         fenomeno è la scarsa attività fisica per il lavo-    gli anziani di 65 anni e più.
                         ro e il tempo libero.                                Anche le persone in sovrappeso presentano
                         I dati più recenti, disponibili in Italia, sono      una relazione diretta tra eccesso di peso ed età:
                         quelli rilevati dall’ISTAT con l’Indagine Mul-       tra i giovani di 18-24 anni la percentuale è di
                         tiscopo condotta su circa 53.000 famiglie per        circa il 13% (e per i maschi quasi il 18,5%) e
                         un totale di oltre 140.000 individui. I dati so-     triplica nelle fasce d’età critiche dei 50 anni, fi-
                         no stati recentemente pubblicati nel testo           no a raggiungere i livelli massimi del 45,2%
                         “Fattori di rischio e tutela della salute”, ISTAT    tra gli anziani di 65-74 anni (tab. 6).

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