LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE - Legambiente
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LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE SECONDO FORUM NAZIONALE S U L L A G E ST I O N E F O R E STA L E S O ST E N I B I L E
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE SECONDO FORUM NAZIONALE S U L L A G E ST I O N E F O R E S TA L E S O S T E N I B I L E Programma 3O OTTOBRE 2019 12.00 – 13.30 13.30 – 14.30 31 OTTOBRE 2019 Sessioni Parallele PRESENTAZIONE 9.30 - 10.00 PROGETTO 9.30 - 10.00 Registrazione SESSIONE I LEGNOCLIMA Registrazione CONSERVARE LA BIODIVERSITÀ a cura di dei partecipanti dei partecipanti E VALORIZZARE I SERVIZI FEDERLEGNOARREDO 10.00 - 10.30 ECOSISTEMICI DELLE FORESTE 10.00 – 13.00 ed ENEL LE FORESTE URBANE INTRODUZIONE COORDINA 13.30 – 14.30 PER RIGENERARE ROBERTO SCACCHI RENZO MOTTA LE CITTÀ Presidente Legambiente Lazio Light Lunch Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali COORDINA SERENA CARPENTIERI e Alimentari, Università di Torino 14.30 – 17.00 FRANCESCO Vicedirettrice nazionale GLI STRUMENTI E LE PA RT EC I PA N O STRATEGIE LOIACONO Legambiente LUCIANO DI MARTINO Direttore de PER LE FORESTE ANTONIO NICOLETTI Direttore f.f. Parco nazionale D’ITALIA La Nuova Ecologia Responsabile nazionale della Majella INTRODUCE INTRODUCE aree protette e biodiversità, ILARIA DALLA VECCHIA E COORDINA MARCO MARCHETTI Legambiente FSC Italia PAOLO MORI Università del Molise, Amministratore Unico Presidente SISEF 10.30 – 12.00 CARMELA STRIZZI Compagnia delle Foreste A UN ANNO DALLA Direttore f.f. Parco nazionale INTERVENGONO TEMPESTA VAIA: GLI del Gargano Relazioni delle sessioni EFFETTI DEL CAMBIAMENTO Rappresentante Anci* parallele I e II CLIMATICO E I RISCHI GIUSEPPE MELFI FRANCESCO NATURALI PER LE FORESTE a cura di RAUL ROMANO Direttore del Parco nazionale FERRANTE e RENZO MOTTA COORDINA del Pollino Presidente Comitato ENRICO FONTANA LUCA LO BIANCO INTERVENGONO Parchi per Kyoto Responsabile economia Direttore Scientifico MARCO BUSSONE MASSIMILIANO civile Legambiente Fondazione Montagne Presidente nazionale ATELLI UNCEM INTRODUCE CARMELO GENTILE Presidente Comitato LORENZO CICCARESE Ufficio Conservazione e attività MARINO DE SANTA per lo sviluppo Ispra, Responsabile agrosilvopastorali, Parco nazionale Presidente Legnolandia del verde pubblico conservazione habitat e specie d’Abruzzo, Lazio e Molise PASQUALE PAZIENZA MAURIZIO GUBBIOTTI terrestri, agricoltura e foreste SESSIONE II Presidente Parco Presidente VALORIZZARE LE PRODUZIONI E nazionale del Gargano RomaNatura INTERVENGONO RAFFORZARE LE FILIERE LOCALI MICHELE MUNAFÒ ENRICO CALVO MASSIMO MEDUGNO COORDINA Direttore ERSAF - Servizi Ispra, Responsabile area Federazione Carta monitoraggio uso del suolo RAOUL ROMANO per il territorio, la Grafica, Direttore e del territorio CREA-PB, Centro Politiche e Bioeconomia montagna e le filiere Assocarta RINALDO COMINO PA RT EC I PA N O SEBASTIANO CERULLO SANDRO SCOLLATO Servizio foreste MARINO BERTON Direttore Generale Amministratore e Corpo forestale Direttore Generale, Associazione FederlegnoArredo Delegato Azzero CO2 Regione Friuli Venezia Giulia Italiana Energie Agroforestali (AIEL) SABRINA DIAMANTI CONCLUDONO SAVERIO MALUCCIO LUIGI IAVARONE Presidente nazionale STEFANO CIAFANI CREA-PB, Centro Politiche Vicepresidente AFI, CONAF Presidente nazionale e Bioeconomia Associazione Forestale Italiana Legambiente CONCLUSIONI LUIGI TORREGIANI GABRIELE LOCATELLI FABIO RENZI ROBERTO MORASSUT Compagnia delle Foreste Slow Food Italia Segretario generale Sottosegretario MASSIMO RAMUNNI Symbola Ministero CONCLUDE Federazione Carta Grafica - dell’ambiente TULLIO BERLENGHI ALESSANDRA STEFANI Vice Direttore Assocarta e della tutela del Capo Segreteria Tecnica, D. G. Foreste Ministero territorio e del mare Ministero dell’ambiente e della ANTONIO BRUNORI delle politiche Agricole, tutela del territorio e del mare Segretario generale PEFC Italia Alimentari Forestali * In attesa di conferma
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE 04 CONSERVARE, RICOSTRUIRE, RIGENERARE LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE 06 LE FORESTE PER FERMARE LA FEBBRE DEL PIANETA 07 FORESTE E RISCHI NATURALI 08 LE LEZIONI DI VAIA 09 CONSERVARE E GESTIRE LE NOSTRE FORESTE 10 LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE 12 IL SETTORE E LE FILIERE FORESTALI 13 STRATEGIE E REGOLAMENTI EUROPEI 14 A cura di Legambiente Federica Barbera LE FORESTE URBANE Luisa Calderaro Mariangela Galimi 16 Luca Gallerano Antonio Nicoletti Stefano Raimondi IL FUTURO DELLE NOSTRE FORESTE Francesco Spinelli Le proposte OTTOBRE 2019 3
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE CONSERVARE, RICOSTRUIRE, RIGENERARE LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE Attraverso il secondo Forum nazio- arboreo, oltre a porre attenzione popolazioni locali, si tratta di supe- nale sulla bioeconomia delle foreste alla ricerca e all’innovazione di filiera rare resistenze e burocrazie inade- intendiamo contribuire a migliorare capace di generare nuovi prodotti di guate per rendere questo il modello la conoscenza del nostro patrimonio origine forestale in grado di sosti- di gestione per i nostri boschi. Anche forestale e aumentare la consape- tuire la plastica negli usi quotidiani. perché proprio la crescita di una volezza che una buona gestione di Certamente non dimentichiamo che sana economia attorno alla gestione questa importante infrastruttura in questo settore è sempre più neces- verde può incidere in maniera signi- sario che le attività siano improntate ficativa sulla qualità della nostra vita alla responsabile sociale d’impresa e e rendere più sostenibile l’economia. al contrasto dei processi di illega- Conservare, ricostruire, rigenerare è il lità, che è necessario creare nuove sottotitolo scelto per questa seconda opportunità per i territori montani e edizione del Forum durante il quale ci le aziende del settore agro-forestale occuperemo da un lato di conserva- del nostro Paese che dopo la tem- zione e tutela delle foreste, dall’altro pesta VAIA dello scorso anno sono di promuovere una discussione sullo chiamati a una riflessione puntuale e stato e le prospettive del settore per accurata sul loro futuro. far crescere la sostenibilità dei pro- Il settore forestale italiano deve im- dotti e delle filiere forestali. boccare la strada della gestione fore- Il Forum sarà l’occasione per discute- stale sostenibile e responsabile senza re della conservazione delle foreste, perdere ulteriore tempo e lo deve anche alla luce del lavoro in corso fare subito. Va ripensata la pianifica- per definire i decreti attuativi del zione e i criteri di tutela in una ottica Testo unico sulle filiere forestali (art. multifunzionale e si deve puntare 6, comma 1 del Dlgs 34/2018). Sarà a garantire un ritorno economico l’occasione, inoltre, per confrontar- per gli operatori e le comunità locali ci sul ruolo che le foreste possono anche attraverso il riconoscimento svolgere per mitigare gli effetti del dei servizi ecosistemici che le foreste riscaldamento globale, sulle moda- generano: la tutela idrogeologica, lità di ricostruire i boschi in caso di la regolazione del ciclo dell’acqua, disastri naturali, come la tempesta la conservazione del paesaggio e VAIA, su come combattere patologie della biodiversità, la mitigazione del o incendi boschivi, e sulla capacità cambiamento climatico grazie all’as- delle foreste urbane di rigenerare e sorbimento dell’anidride carbonica rendere complessivamente più soste- dall’atmosfera e le crescenti attività nibili le nostre città. turistico-ricreative, sportive, di didat- Per raggiungere questi obiettivi tica ambientale e culturali. continuiamo un percorso di condi- Se è vero - come sappiamo - che visione con il mondo della ricerca, le la gestione forestale sostenibile e istituzioni e le imprese, per dare voce responsabile è la modalità che con- alle buone pratiche di gestione fore- sente di mantenere la biodiversità, stale sostenibile e responsabile, alle garantire un utilizzo multifunzionali mobilitazioni e all’impegno culturale del bosco, e al contempo migliorare a favore della crescita del patrimonio lo sviluppo socio-economico delle 4
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE sostenibile delle foreste è uno degli cinali etc.). Il miglioramento della sulle coste, nel fondovalle e nelle pia- obiettivi di sviluppo sostenibile ap- qualità delle produzioni forestali nure per far posto a infrastrutture o, provati dalle Nazioni Unite nell’Agen- nazionali e l’efficienza delle filiere al massimo, a nuovi impianti agricoli da 2030. foresta-legno e foresta-energia si ad una media di 7.000 ettari l’anno1. Il Forum è una occasione per discute- collocano non solo all’interno della I boschi italiani sono aumentati con re di strategie capaci di generare be- Strategia Forestale Europea, ma an- un incremento del 72,6% nel periodo nefici comuni (ambientali, economici che nel perseguimento degli impegni che va dal 1936 al 2015 (più 4,9% dal e sociali), tutelare la biodiversità ed i sottoscritti a livello internazionale dal 2005 al 2015) e arrivano a coprire territori e valorizzare le opportunità nostro Paese in materia di contrasto oggi il 36,4 % della superfice nazio- offerte dalla bioeconomia: l’econo- ai cambiamenti climatici, conser- nale pari a circa 10,9 milioni di ettari2. mia basata sulle risorse naturali che vazione della biodiversità, decarbo- Dal 1990 a oggi i boschi hanno gua- comprende quelle parti dell’econo- nizzazione dell’economia, commer- dagnato oltre un milione di ettari, mia che, per produrre cibo, materiali cializzazione del legno e sviluppo in media 800mq di nuove foreste ed energia, utilizzano risorse biolo- socioeconomico. al minuto, con un contemporaneo giche rinnovabili. La bioeconomia La superfice forestale italiana miglioramento strutturale dei boschi comporta quindi un rilevante impul- complessiva negli ultimi 80 anni si è esistenti, l’aumento della densità e so al settore primario (agricoltura, triplicata, grazie principalmente alla della biomassa forestale ed un prelie- selvicoltura e pesca) e un contempo- sua espansione naturale sui terreni vo pari ad un quarto dell’incremento raneo sviluppo delle biotecnologie agricoli e pascolivi abbandonati nelle annuo, mentre la media europea è applicate ad una serie diversificata di aree montane e rurali, intorno alle superiore al 50%3. segmenti produttivi (bio-carburanti, città, negli spazi interstiziali e degra- Le nostre foreste sono una stra- bio-blastiche, bio-tessili, bio-medi- dati e periurbani. Diminuiscono solo ordinaria ricchezza ambientale e naturalistica, risultato di profonde trasformazioni territoriali e socio eco- nomiche avvenute nel corso dei seco- li ma, all’aumento dei valori ecologici e sociali attribuiti ai boschi italiani, si contrappone una carenza di consa- pevolezza culturale e un abbandono colturale che li espone a sempre più frequenti eventi di disturbo (anche estremi come testimonia la tempesta VAIA) che possono comprometterne la funzionalità e il controllo dei feno- meni di dissesto idrogeologico. A fronte di questi numeri, però, negli ultimi 50 anni nel nostro Paese sono mancate adeguate strategie per frenare lo spopolamento delle aree interne e montane, si sono perse economie basate sulle filiere boschi- ve locali, è mancata una strategia forestale nazionale finalizzata a migliorare il paesaggio e la qualità del bosco per garantire una più effi- cace protezione del suolo, di tutela del territorio e di politiche efficaci per ridurre gli effetti del riscaldamento globale. 1. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato delle foreste e del settore forestale in Italia – MIPAAFT 2019 2. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato delle foreste e del settore forestale in Italia – MIPAAFT 2019 3. Forest@ 2018 n.15 (Marchetti et al.) 5
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE LE FORESTE PER FERMARE LA FEBBRE DEL PIANETA Il bosco fornisce ossigeno, cibo, prin- Nonostante l’innalzamento della cipi attivi farmaceutici e acqua dolce, temperatura si attesti già su 1°C, il contrasta la desertificazione, aiuta a Rapporto IPCC sottolinea che è anco- prevenire l’erosione del suolo, funge ra possibile contenere l’innalzamen- da deposito naturale di carbonio e to della temperatura entro la soglia svolge una importante funzione per critica di 1.5°C. Servono però impegni la stabilizzazione del clima e il surri- di riduzione delle emissioni molto più scaldamento globale. ambiziosi di quelli sottoscritti a Parigi Il Rapporto IPCC dell’UNFCCC4 ha nel dicembre 2015, che ci portereb- evidenziato la necessità e l’urgenza bero pericolosamente verso i 3°C, di contenere l’aumento della tempe- in modo da poter raggiungere zero ratura media globale entro 1.5°C per emissioni nette entro il 2050 a livello poter vincere la sfida climatica. Per globale. vincere questa sfida è indispensabile Per questa ragione consideriamo un maggiore impegno da parte dei insufficiente il Piano nazionale portare a una riduzione complessiva paesi più ricchi e infatti l’Accordo di integrato energia e clima (PNIEC) al 2030 di 21 Mton CO2 eq/anno, pari Parigi prevede la necessità di una più predisposto dal nostro Paese poiché a -57% delle emissioni del comparto rapida azione climatica per quei pae- non contribuisce ad aggredire l’e- agricolo e ad accrescere la capacità si che hanno maggiori responsabilità mergenza climatica, non ha obiettivi di assorbimento di CO2 attraverso per l’attuale livello di emissioni climal- ambiziosi e scelte nette per ridurre le foreste, terreni agricoli e pascoli. teranti. Tocca a questi Paesi ridurre emissioni climalteranti e tener fede Le foreste hanno un ruolo importan- i consumi energetici da fonti fossili agli impegni presi con l’Accordo di te nel ciclo globale del carbonio e e mettere in atto misure per conte- Parigi. Nella proposta del PNIEC le per mitigare l’effetto serra. Con 3,9 nere il surriscaldamento del pianeta foreste italiane e il sistema agricolo miliardi di ettari, circa il 30% delle ter- per ridurre in maniera significativa i sono presentati con analisi e obiettivi re emerse, e con la più alta densità danni climatici, non solo per i paesi inadeguati (da 37 a 38 Mton CO2 eq) di carbonio (da poche decine fino più poveri e vulnerabili, ma anche per rispetto al ruolo che possono e devo- a diverse centinaia di tonnellate di l’Europa. no svolgere nella transizione climati- CO2 ad ettaro) si stima che le foreste Secondo l’Agenzia Europea dell’Am- ca. L’errore di impostazione del PNIEC globali immagazzinino oltre 1.100 biente (AEA), nel periodo 1980-2017 sta nel non comprendere l’impor- miliardi di tonnellate di carbonio. le perdite economiche sono state tanza del settore agroforestale nella Le attività selvicolturali svolgono un di 426 miliardi di euro, di cui ben 64 mitigazione e adattamento ai cam- ruolo importante nel determinare miliardi per l’Italia. Mentre un recente biamenti climatici, non analizzando la quantità di carbonio in un deter- studio, sempre dell’AEA, stima costi quanto avvenuto in questi anni in minato momento (carbon stock) e i sino a 120 miliardi l’anno con un termini di crescita del patrimonio bilanci tra assorbimento ed emissioni aumento della temperatura globale boschivo per abbandono di aree di gas-serra all’interno di un periodo di 2°C ed addirittura 200miliardi se si agricole. Occorre introdurre obiettivi di tempo (carbon budget), attra- raggiungessero 3°C, senza contare ambiziosi nel piano che permettano verso la stima della differenza tra i devastanti impatti ambientali e di cogliere le potenzialità degli inter- crescita dello stock e perdite legate a sociali. venti nei diversi ambiti e che possono prelievi, operazioni selvicolturali, in- 6
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE FORESTE E RISCHI NATURALI L’effetto dei cambiamenti climati- mentre il 5% è dovuto all’azione dei ci, che avrà un sempre più chiaro funghi6. Altri fattori che provocano risvolto con l’aumento sia delle tem- la defogliazione degli alberi sono la perature che dei periodi di siccità, è siccità e i picchi di temperature alte, così evidente che le specie forestali registrati nella stagione estiva. A presenti nelle nostre montagne stan- ciò si aggiunge l’ingresso di specie no già risentendo della diminuzione esotiche che spesso in poco tempo delle precipitazioni e dell’aumento riescono a diffondersi in assenza di della temperatura. Tali cambiamenti antagonisti e colonizzare ampi ecosi- riducono la resilienza e lo stato di stemi, come nel caso del Cinipide del salute degli ecosistemi, e le foreste Castagno (Dryocosmus kuriphilus) o sono sempre più soggette a per- delle simbiosi tra scolitidi indigeni del turbazioni di tipo abiotico causate genere Scolytus e la temibile grafiosi da tempeste, siccità e incendi più dell’olmo. frequenti. La regione mediterranea Il principale e storico fattore di rischio risulta particolarmente vulnerabile e per il patrimonio forestale nazio- sensibile ai mutamenti climatici e al nale rimane comunque il fuoco7, verificarsi per intensità e frequenza con una media dal 1980 a oggi gli cendi, avversità biotiche, eccetera. di eventi naturali estremi (ondate incendi boschivi hanno interessato L’UNFCCC, riconoscendo la funzio- di calore, siccità, gelate precoci e 4.061.988 ettari e una media annua ne di mitigazione dell’effetto serra tardive, cambiamenti nelle preci- di 106.894. I dati disponibili ci dicono da parte delle foreste, richiede pitazioni e nella frequenza e forza che nonostante l’ultimo decennio alle nazioni di adottare misure per degli eventi metereologici estremi). abbia visto una diminuzione della migliorare e conservare gli ecosi- In questo contesto negli ultimi anni superfice forestale percorsa dalle stemi, e segnatamente le foreste, si sono registrate conseguenze nella fiamme, eventi estremi che favorisco- che possono agire come riserve e diffusione di incendi, patologie e no l’innesco del fuoco si presentano assorbitori (sink) di gas ad effetto patogeni, eventi di dissesto ecc., che con sempre maggiore frequenza serra. hanno già causato effetti significativi e intensità come ad esempio nelle La quantità di carbonio organico non solo sugli ecosistemi forestali annate del 1993, 2007 e 2017, anno in accumulato annualmente nelle ma anche sulle economie locali. In cui sono stati circa 8.000 incendi e foreste italiane (biomassa arbo- previsione, l’aumento delle tempe- sono bruciati 160.000 ettari di bosco. rea epigea, necromassa, lettiera e rature e la diminuzione delle preci- suolo) ammonta a 1,24 miliardi di pitazioni aggraverà l’impatto dei tonnellate, in media 141,7 t/ha, corri- lunghi periodi di siccità sulle foreste spondenti a 4,5 miliardi di anidride mediterranee, mettendo a rischio la 4. Framework Convention on Climate Chan- carbonica assorbita dall’atmosfera. loro funzionalità e salute, diminuen- ge dell’ONU - https://ipccitalia.cmcc.it/ Per effetto dell’accrescimento degli done la produttività e la capacità di 5. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato alberi vengono fissati annualmen- fornire servizi ecosistemici. delle foreste e del settore forestale in Italia te 12,6Mt di carbonio, che corri- In tale contesto si aggrava la fre- – MIPAAFT 2019 spondono ad un assorbimento di quenza e l’impatto degli organismi 6. Tutela e valorizzazione del patrimonio anidride carbonica dall’atmosfera biotici patogeni sulle foreste che forestale italiano - CREA PB – Marzo 2017 di 46,2 Mt pari a circa 5t/ha di CO2 sono i principali responsabili dei dan- 7. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato equivalente5. ni alla vegetazione, e in particolare il delle foreste e del settore forestale in Italia 20,5% è attribuibile a insetti fitafagi – MIPAAFT 2019 7
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE Particolare attenzione per l’incolumi- confine del bosco e aree urbanizzate, incendi più distruttivi degli ultimi 20 tà pubblica è rivolta agli incendi di facile innesco e propagazione. Il ruo- anni. interfaccia che a causa dell’abban- lo della prevenzione attiva attraverso Una lettura sul post-Vaia deve dono delle pratiche colturali agricole la gestione forestale rappresentare comunque partire dalle valutazioni e pastorali e la ridotta manutenzio- il più efficace strumento di lotta dei suoi effetti e dal monitoraggio ne ordinaria trovano nelle aree di antincendio. dei danni ecologici ed economici che ha provocato. Solo la perdita di servizi ecosistemici garantiti da quelle foreste ammonta a circa 20 milioni di euro/anno, mentre la LE LEZIONI riduzione del valore commerciale del legname provocherà l’80% di in- cassi in meno da parte di proprieta- ri pubblici e privati. Gli effetti di Vaia DI VAIA avranno ripercussioni negative sui prezzi per almeno i prossimi tre anni e questo richiede interventi pubblici di sostegno per evitare il crollo dei prezzi dei prodotti boschivi locali. Il dopo Vaia è già in atto ma non sappiamo ancora con quale consa- I danni causati dalla tempesta VAIA si possono ripetere e non ci devono pevolezza culturale e politica tutto che ha interessato nei giorni tra il trovare impreparati. ciò sta avvenendo. Un fatto è certo: 27 e 29 Ottobre 2019 Veneto, Trenti- Gli effetti della tempesta Vaia de- la classica piantagione, soprat- no-Alto Adige, Friuli Venezia-Giulia e lineano un quadro estremamente tutto se di una sola specie come Lombardia, sono un chiaro effetto complesso da gestire perché associa l’abete rosso, non è più di nessuna del riscaldamento globale su una questioni ecologiche e ambientali utilità ecologica per contrastare porzione importante delle foreste con fattori economici e di sviluppo gli effetti del cambio climatico che delle nostre Alpi orientali. Cinque, tra territoriale. Questioni complesse. Che coinvolgeranno in maniera sempre regioni e province autonome, i terri- non permettono semplificazioni ri- maggiore le nostre foreste. Davanti tori coinvolti, 473 comuni interessati spetto alla crisi climatica che stiamo a queste sfide servono strategie con 41.691 ettari di boschi distrutti vivendo che ci deve interrogare sul di adattamento a medio-lungo pari e 8.7 milioni di mc di legname che fare nel presente ma ci deve pre- termine, insieme a interventi di mi- schiantati a terra (7 volte il materiale parare per affrontare le sfide future. tigazione molto incisivi in grado di prodotto in un anno dalle segherie A questo proposito crediamo utile migliorare la biodiversità, favorire italiane) dal vento che in alcuni casi ricordare, ad esempio, che l’estate la crescita delle difese naturali e ha superato i 200km/h8. del 2017 è stata la seconda estate una diversa struttura delle foreste Sebbene una relazione tra velocità più calda nell’epoca moderna, con in grado di rispondere agli effetti del vento e cambiamenti climatici è piogge ridotte del 4,1% e le tempera- climatici che sollecitano gli habitat difficile, il ruolo svolto da un’estate ture cresciute di 2,48 gradi e con gli forestali. più calda della media e il conseguen- te riscaldamento prolungato delle acque del Mediterraneo possono spiegare la particolare intensità del fenomeno osservato. Parallelamente negli ultimi decenni le foreste euro- pee sono diventate più vulnerabili agli schianti da vento (e agli incendi) in quanto è aumentata la superfice coperta da foreste, la biomassa per unità di superfice, l’età media e l’altezza media dei popolamenti forestali9. Quanto accaduto nel nord-est, pur non paragonabile ai danni prodotti dalla tempesta Lothar che nel 1999 ha provocato danni per 210milioni di mc alle foreste di Austria, Germania, Svizzera e Francia, rappresenta un chiaro segnale che eventi estremi 8
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE In Italia il 100% delle foreste sono soggette a vincolo paesaggistico CONSERVARE (Codice urbani, decreto legislativo del 22 gennaio 2004 n. 42) e l’87,1% a vincolo idrogeologico, e sono E GESTIRE 160mila gli ettari considerati lembi di boschi vetusti (prevalentemen- te custoditi nelle Riserve naturali biogenetiche) ovvero hot-spot per la LE NOSTRE conservazione della biodiversità nelle quali non vi sono segni di alterazione antropica e in cui i processi ecologici FORESTE risultano inalterati. La superfice forestale compresa all’interno di aree protette ammonta complessivamente a 3.857.652 ettari, di queste poco più di 1.5 milioni di ettari presenta un doppio regime di tutela ricadendo anche all’interno di siti della rete Natura 2000, men- I boschi d’Italia sono i custodi di un dei rischi principali è rappresentato tre circa 1.9 milioni di ettari sono le patrimonio ambientale e culturale non solo dagli incendi ma anche superfici forestali ricadenti solo in immenso per il nostro Paese e per il dall’abbandono colturale e delle siti Natura 2000 senza altri regimi di Pianeta, poiché ospitano una impor- pratiche agropastorali intensive che tutela. Nel complesso il 56,1% delle tante variabilità di comunità forestali portano ad una riduzione degli eco- aree protette sono rappresentate da alle quali si associa una componente toni di margine. boschi e altre terre boscate, mentre i floristica e faunistica tra le più ricche La ricchezza ambientale delle nostre Parchi nazionali hanno un coefficien- a livello europeo: la flora forestale foreste, in termini di diversità biolo- te di boscosità del 75%12. Sono inoltre italiana, infatti, è stimata in 61 fami- gica e di ecosistemi, porta l’Italia ad stati censiti 2.739 alberi monumentali glie, 133 generi, 469 specie; gli arbusti essere un paese unico e allo stesso e 68 siti che fanno parte della rete legnosi costituiscono il 74% della tempo fragile poiché l’attuale pae- delle foreste vetuste, la maggior flora, gli alberi il 23% e liane il 3%10. saggio forestale italiano è il risultato parte si trovano all’interno dei grandi Il 12% della superfice nazionale ospita di profonde trasformazioni territoriali parchi nazionali e la specie più rap- ecosistemi ad alto stato di conserva- e socio-economiche avvenute nei presentata è il Faggio. zione, il 15% a medio e il 14% a basso, secoli, al fine di ottenere principal- Anche nelle restanti foreste situate al e in quest’ultima categoria rientrano mente superfici agricole, pascolive e di fuori delle aree protette, il regime soprattutto i boschi caducifoglie di urbanizzate. Le attività selvicolturali, di tutela assicurato da un insieme bassa quota della pianura padana hanno modellato e modificato la di norme ambientali e paesaggisti- e dell’appennino11. Per tali boschi “di struttura, la composizione, la com- che nazionali e regionali, è tra i più contatto” con il mondo agricolo uno plessità e la diversità degli ecosistemi stringenti d’Europa. In Italia, quindi, forestali, assecondando e accele- un proprietario forestale (pubblico o rando la naturale evoluzione dei privato) non ha mai la piena dispo- popolamenti trattati, e in alcuni casi nibilità del proprio bene in quanto proponendo anche nuovi equilibri l’utilizzo del bosco rimane sempre ecologici. subordinato all’interesse pubblico. Nei nostri boschi troviamo quasi metà del numero di specie animali e vegetali d’Europa e sono alla base 8. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato della ricchezza di biodiversità del delle foreste e del settore forestale in Italia nostro Paese dove, fin dagli anni – MIPAAFT 2019 ’70, le migliori foreste sono oggetto 9. Selvicoltura e schianti da vento. Il caso di protezione. A differenza del resto della “tempesta Vaia” (Forest@ 2018 n.15 - d’Europa in cui la superfice forestale M.Marchetti et al.) sottoposta a vincoli ambientali è 10. Tutela e valorizzazione del patrimonio del 21% (Francia 17%, Germania 24%) forestale italiano - CREA PB – Marzo 2017 in Italia il 27,5% (circa 2,8 milioni di 11. Rapporto sul capitale naturale in Italia - ettari) della superfice forestale pre- Minambiente 2017 senta vincoli di tipo naturalistico, e in 12. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia delle foreste e del settore forestale in Italia più del 50%. – MIPAAFT 2019 9
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE L’avanzamento del bosco soprattutto gestionale consapevole. Proprio nelle fasce alto-collinari e montana quest’ultimo è un aspetto che viene se da una parte ha favorito la prote- spesso sottovalutato, per mancanza zione passiva del territorio, dall’altra di adeguate conoscenze naturalisti- ha favorito la scomparsa di fasce che, mentre lo stato di conservazione ecotonali e spazi aperti (come le pra- delle foreste appare insoddisfacente terie tutelate ai sensi della direttiva a causa di una gestione inadeguata habitat) mentre la chiusura di radure e una mancanza di pianificazione e, e l’omogeneizzazione strutturale e complessivamente, solo il 18% della compositiva dei popolamenti, in al- superfice forestale nazionale risulta cuni contesti, esercita effetti negativi gestita mediante un piano di gestio- a carico della biodiversità. ne forestale o un piano di assesta- Questo non vuol dire che non si deve mento forestale13. favorire l’evoluzione naturale del Una non gestione che contribuisce a bosco, si può benissimo andare oltre non garantire habitat forestali idonei il 27% già tutelato e devono aumen- alla conservazione di comunità ric- tare i lembi di boschi vetusti che che e diversificate, che provoca una svolgono un ruolo fondamentale dal inefficace protezione del suolo e in punto di vista ecologico-funzionale, sostanza non è garanzia di conser- rappresentando possibili modelli vazione della biodiversità. Tutto ciò di riferimento per guidare le scelte comporta, in sintesi, un notevole gestionali. Occorre però distinguere danno ambientale che si concretizza l’incuria e l’abbandono che può com- nella perdita di diversità biologica dei portare degrado e banalizzazione di suoli, nella perdita di gran parte dei alcuni habitat, dalla dinamica dell’in- servizi ecosistemici forniti dalle fore- vecchiamento naturale quale scelta ste, nella diminuzione della resilienza. LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE febbraio 2012 la Commissione Euro- pea ha cercato di dare delle risposte e fornire un quadro di programma- zione sostenibile all’interno del quale orientare le scelte politico giuridiche degli Stati membri. La Strategia eu- ropea propone un approccio globale La bioeconomia rappresenta un i cambiamenti climatici, la tutela per affrontare le sfide ecologica, cambio di paradigma strutturale che della biodiversità. Una bioeconomia ambientale, energetica, alimentare e ci affranca dall’impiego di fonti fossili sostenibile, dunque, non può che delle risorse naturali che l’Europa e il e che per ottenere effetti tangibili per considerare prioritaria la produzio- mondo si trovano ad affrontare. Nel la riduzione degli effetti del cambio ne di alimenti e prodotti di elevato complesso, nel 2009 la bioeconomia climatico sulla perdita di biodiver- livello qualitativo e la trasformazione in Europa totalizzava un valore ag- sità deve coinvolge tutti: governi, in energia l’ultimo passaggio di una giunto di oltre 1.000 miliardi di euro, imprese, cittadini. Per questa ragione serie di cicli di uso e riuso (bioecono- un giro d’affari di oltre 2.000 miliardi siamo concordi con chi sostiene che mia circolare) e deve saper valoriz- di euro e circa 21,5 milioni di occupati lo sviluppo della bioeconomia deve zare i territori dove queste esperienze (Clever Consult, 2010). Le prospettive avvenire a livello globale, perché concrete nascono e si sviluppano di un’ulteriore crescita sono ancora globali sono le sfide che dobbiamo (bioeconomie dei territori). più promettenti: secondo uno studio affrontare in questo terzo millen- Con la comunicazione “L’innovazio- dell’Ocse (Oecd, 2009) si stima nio: l’aumento della popolazione ne per una crescita sostenibile: una che nel 2030 nei paesi sviluppati le mondiale e il suo invecchiamento, bioeconomia per l’Europa – Strategia biotecnologie rappresenteranno il la crescita della domanda di cibo, per una crescita sostenibile” del 13 35% dei prodotti chimici e industriali, 10
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE dell’attuazione della bioeconomia e della riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e dei materiali plastici. L’economia circolare non è completa senza la bioeconomia e viceversa. Gli enormi volumi di rifiuto organico e di flussi di scarti provenienti da agricoltura, silvicoltura, pesca, scarti organici di produzione di cibo e man- gimi possono essere integrati solo nell’economia circolare attraverso processi di bioeconomia, mentre la bioeconomia trarrà enormi van- taggi da una maggiore circolarità, basandosi sull’innovazione a livello di sistema, se punta a ridefinire prodotti e servizi per evitare i rifiuti, riducendo gli impatti negativi. Trovare alternative alla plastica con- venzionale è una delle maggiori sfide nella transizione verso un modello libero dal petrolio e una fusione tra le tecnologie della bioeconomia e i sistemi dell’economia circolare è decisiva per raggiungere l’obiettivo. Il report dell’UNEP (il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) World Environmental Day Outlook 2018 mette in luce l’importanza delle plastiche a base di biomassa per combattere l’inquinamento da plastica che sta impoverendo gli oceani e mettendo in pericolo specie in tutto il mondo. La bioeconomia potrebbe anche trarre beneficio dall’economia circolare per quanto l’80% dei prodotti farmaceutici e per comprensiva e sistemica sfide sociali riguarda la sostenibilità dei materiali la diagnostica e il 50% dei prodotti interconnesse. Questo approccio a base legnosa. L’ulteriore espansio- agricoli è chiaramente presente all’interno ne della bioeconomia in risposta alla La bioeconomia, grazie al suo enor- della strategia Europe 2020 (Euro- crescente domanda globale di cibo, me potenziale innovativo, può essere pean Commission, 2010) che afferma mangime, biomateriali e bioener- una risposta a gran parte delle sfide esplicitamente che la creazione gia potrebbe portare a conflitti di globali che dovremo affrontare di una bioeconomia entro il 2020 domanda e offerta e a cambiamenti nei prossimi anni, dal risanamento rappresenta un fattore chiave per nella disponibilità di terreno per la ambientale, ai problemi del cam- la creazione di un’economia basata produzione di cibo, biomateriali biamento climatico, all’invenzione sulla conoscenza e l’innovazione. e bioenergia. Una bioeconomia di nuovi medicinali, alla necessità di Il settore forestale, insieme a quello circolare e sostenibile manterrebbe sfamare un mondo in cui i fabbisogni agricolo, svolge un ruolo chiave nel le risorse al loro massimo valore il più alimentari aumenteranno del 70% da successo della bioeconomia poiché a lungo possibile attraverso l’utilizzo qui al 2050. In estrema sintesi, sebbe- le foreste forniscono la maggior a cascata della biomassa e il riciclo, ne la bioeconomia non possa essere parte delle nostre risorse rinnovabili e assicurando la conservazione del considerata la panacea di tutti i mali offrono una grande opportunità per capitale naturale. sembra almeno possedere alcune lo sviluppo delle agro-energie servizi carte da giocare per assicurare la so- ecosistemici e bioprodotti destinati stenibilità ambientale ed economica a sostituire i materiali non rinnova- delle nostre società. Da questo punto bili. In questo quadro la promozione di vista, il carattere trasversale della del legno in quanto risorsa naturale 13. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato bioeconomia offre un’opportunità domestica rinnovabile è essenzia- delle foreste e del settore forestale in Italia unica per affrontare in maniera onni- le nel contesto del rafforzamento – MIPAAFT 2019 11
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE arredo. L’Italia è tra i primi Paesi al mondo IL SETTORE per l’esportazione di prodotti finiti e il sistema legno-arredo costituisce il comparto trainante della filiera fore- E LE FILIERE sta-legno italiana. I principali mercati di destinazione delle esportazioni sono gli Stati Uniti d’America e la Russia, che coprono il 12% circa delle FORESTALI esportazioni italiane e l’Europa, con Francia, Germania e Regno Unito che ricevono da soli circa il 36% delle esportazioni italiane. Il settore delle costruzioni in legno registra un forte incremento della produzione del 7,7% dal 2010 al 2014 Il settore forestale nel nostro Paese, 32 miliardi di €. anno in cui il settore si è attestato in- oltre a non aver ancora applicato i L’Italia per il settore legno-mobili, torno ai 602,5 M €, un dato in contro- principi della GFS, non riesce ancora escludendo Lussemburgo e Malta, tendenza rispetto a un settore in crisi a valorizzare tutte le sue potenzialità. risulta il paese dell’UE acon il più come quello dell’edilizia, ma molto La rigidità della struttura imprendi- basso grado di auto-sufficienza importante per questo comparto toriale e culturale che caratterizza il nell’approvvigionamento di mate- che ha assunto un ruolo fondamen- settore e la frammentazione nor- ria prima legnosa. Le importazioni tale per la ricostruzione post-sisma mativa che lo disciplina, sono tra le di materia prima per usi industriali dell’Appennino. principali cause di ritardo con cui negli ultimi 5 anni superano in media Altro importante segmento della dobbiamo fare i conti, nonostante il i circa 12 milioni di m3 annui, contro filiera foresta-legno che si approvvi- tema delle filiere economiche legate una produzione interna di poco più giona di materia prima legnosa, fino al bosco sia molto importante per di 2 milioni di m3 di legname. agli scarti di lavorazione e mate- la crescita nel nostro Paese degli Il legname consumato (tondo e riale ligneo di riciclo, è quello della obiettivi UE al 2030 della strategia semilavorato) proviene per oltre il trasformazione in pasta di cellulosa della circular bio-economy. In italia la 65% dall’estero e principalmente da destinata ad uso cartario. L’unico filiera legno genera l’1,6 del PIL e dà Austria, Francia, Svizzera e Germa- lavoro a oltre 300mila persone esclu- nia. Il legname industriale italiano so l’indotto, siamo i più importanti viene principalmente prelevato (66% produttori ed esportatori di mobili ed del totale) da tre regioni, Lombar- abbiamo grande e consolidata ca- dia, Trentino Alto Adige e Calabria, pacità produttiva nel settore cartario ed è costituito in massima parte da e del packaging14. legname grezzo per trancia, sega, Sebbene più di un terzo della superfi- sfogliatura (compensati) e travature. ce nazionale sia ricoperta da boschi, Con materiale legnoso disomo- in generale la maggior parte delle geneo, forniture discontinue e in imprese di utilizzazione che operano limitate quantità, le industrie di nel territorio nazionale risultano di trasformazione italiane non riesco- piccole dimensioni, sono insufficien- no a massimizzare il profitto ed a temente dotate di macchinari e asso- consolidare la catena del valore che ciano alla raccolta e commercia- parte dalle utilizzazioni della materia lizzazione di legname altre attività, prima: nella maggior parte dei casi costituendo in molti casi l’ultima trovano più conveniente l’approvvi- realtà di presidio socioeconomico gionamento all’estero (Importiamo per i territori interni. Nonostante l’80% del nostro fabbisogno di pro- questo, e la forte dipendenza dall’e- dotti legnosi)15 senza che vi sia una stero per l’approvvigionamento della vera valorizzazione del made in Italy. materia prima, la filiera nazionale Il settore relativo alla trasformazione del legno-arredo nel suo complesso, del legno (prodotti per l’edilizia, semi- grazie all’efficacia dell’industria del lavorati e componenti per l’industria mobile, garantisce un saldo com- dell’arredo) copre il 37% della filiera merciale positivo. Con il 15% delle legno arredo e occupa circa il 25% imprese è il secondo settore dell’in- degli addetti. Il settore del mobile dustria manifatturiera italiana e il (il 63% di tutta la filiera) occupa il volume d’affari complessivo supera i 50% degli addetti del sistema legno 12
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE settore in pareggio in termini d’im- e bosco) ed i consumi di biomassa a 300mila tonnellate. Per quel che portazioni ed esportazioni è la carta legnosa per usi termici stanno cono- riguarda la legna da ardere, invece, e cartone. Negli ultimi anni questo scendo in Italia un boom negli ultimi se ne bruciano 19,3 milioni di ton- ambito industriale risulta in crescita 10 anni. Sul fronte dei consumi le nellate a cui si sommano 4,7 milioni come il riciclo e il riutilizzo del legno stime17 dicono che la diffusione delle di cippato. Sul versante economico e dei prodotti derivati che interessa biomasse è maggiore nei comuni soltanto la produzione di stufe realiz- oltre 2 milioni di t/anno, e genera di montagna dove una parte non za un fatturato di 700 milioni di euro nuovamente pannelli di particelle e irrilevante della legna utilizzata dalle all’anno e dà lavoro a 3.000 persone. di fibre o, in misura minore, paste ad famiglie (il 21,4% delle famiglie) viene Il mercato delle caldaie è in aumento uso cartario ed energia. autoprodotta o recuperata, e si con- del 20% annuo con un fatturato di La filiera foresta-legno italiana ferma che i 3,3 milioni di tonnellate 150 milioni di euro e 2.500 dipenden- presenta sicuramente numerose di pellet consumati annualmente (il ti. Stiamo parlando dunque di una opportunità di crescita per imprese 4,1% delle famiglie), provengono per filiera industriale sana che esporta singole e associate che svolgono la quasi totalità dall’estero visto che anche all’estero. attività selvicolturali di gestione volte la produzione nazionale è intorno ad assicurare, oltre alla produzione di legno, la gestione e la manuten- zione continua del territorio sia nei comparti dell’edilizia in controten- STRATEGIE denza rispetto ai classici materiali delle costruzioni16. Particolare importanza assume la gestione del bosco e la filiera energetica ad esso collegata nel raggiungimento degli obiettivi Europa 2030 sulle energie rinnovabili E REGOLAMENTI previsti dall’Unione Europea. Oggi infatti in Italia circa il 67% dell’energia termica da fonti rinnovabili, pari a 7,5 Mtep, proviene dalle biomasse EUROPEI solide agroforestali (colture dedicate Il riconoscimento economico delle foreste e filiere forestali, proposti per risorse forestali da parte della UE e il la prima volta nel 1998 con la prima riconoscimento del loro valore cultu- Strategia forestale Ue e rielaborati rale, sociale e ambientale, contrasta nel 2005 dal Forest action plan (PAF), però con l’assenza di una politica si concentrano sulla promozione e forestale comunitaria analoga a diffusione della Gestione Forestale quella che si è sviluppata in ambi- Sostenibile e sulla valorizzazione to agricolo, poiché le foreste non della multifunzionale degli ecosistemi rientrano nei trattati istitutivi e sono, forestali. quindi, prive di una politica comune. Oggi la materia forestale in Europa Le foreste sono ampiamente consi- trova il suo principale strumento derate all’interno di altre politiche strategico nella Comunicazione settoriali ma oggi trovano attuazione della Commissione “Nuova strategia quasi esclusivamente nelle politiche forestale dell’UE: per le foreste e il agricole e nelle politiche di sviluppo settore forestale” (COM(2013) 659) rurale e, in accordo con il principio che risponde alle nuove sfide cui le di sussidiarietà, la politica forestale foreste e il settore forestale si devono resta di principale competenza dei Paesi membri. L’UE ha tuttavia attuato negli anni diverse azioni rivolte al settore fore- 14. Dati FederlegnoArredo- ConLegno stale, includendole in altre politiche 15. Dati FederlegnoArredo- ConLegno in primo luogo quella agricola ed 16. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato ambientale, che sono servite di sti- delle foreste e del settore forestale in Italia molo e incoraggiamento alle azioni – MIPAAFT 2019 sviluppate a livello nazionale. Gli 17. Fonte AIEL – Associazione italiana energia orientamenti europei in materia di da legno 13
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE confrontare nei prossimi anni e che membri sono esortati a integrare le hanno portato ad approvare, con la proprie strategie forestali nazionali Risoluzione del Parlamento Europeo tenendo conto delle pertinenti politi- del 28 aprile 2015 (SWD(2015) 164), il che europee. documento di revisione “Una nuova Per contrastare il drammatico trend strategia forestale dell’Unione euro- del commercio di legname di prove- pea: per le foreste e il settore foresta- nienza illegale, invece, l’Unione euro- le” con cui vengono indicate le linee pea si è dotata di due specifici rego- di indirizzo per le politiche nazionali lamenti (n. 2173/2005 e n. 995/2010), e a cui ha fatto seguito la Comuni- noti con gli acronimi FLEGT (Forest cazione della Commissione “Una Law Enforcement, governance and tra- nuova strategia forestale dell’UE: per de) ed EUTR (European Union Timber le foreste e il settore forestale” (COM Regulation). Il FLEGT riguarda alcune (2018) 811). disposizioni relative alle importazioni L’attenzione è rivolta alla catena di di legname e si basa su un sistema valore generata dalle foreste come di accordi volontari di partenariato realtà complesse, ovvero al prezioso (VPA) tra l’UE, con rappresentate e delicato utilizzo delle risorse fore- la Commissione Europea e gli Stati stali ai fini della produzione di beni e produttori di legname. Il regolamen- servizi. L’importanza delle foreste è to EUTR interessa tutti gli operatori dunque identificata dalla nuova stra- e commercianti che trattano il legno tegia dell’UE non solo per lo sviluppo e i prodotti da esso derivati prove- rurale, ma anche per l’ambiente e la nienti sia da paesi UE, sia extra-UE, biodiversità, per le industrie fore- ponendosi il fine di contrastarne il stali, la bioenergia e la lotta contro i commercio illegale. cambiamenti climatici. Tutti gli Stati LE FORESTE URBANE strumenti tecnici adeguati. Ecosiste- ma Urbano21 registra che le politiche del verde messe in atto dai comuni italiani sono ancora altalenanti: ad esempio, soltanto il 62% dei capo- luoghi è stato in grado di fornire un Particolare importanza dal punto di rischio rappresenta uno strumento bilancio del numero di alberi esistenti vista ambientale e igienico sanita- spesso utilizzato per la purificazione in aree di proprietà pubblica (strade rio rivestono gli spazi verdi in aree dell’aria, l’attenuamento dell’inqui- e parchi) e 21 città che presentano costruite, aree urbane e periurbane, namento acustico e per la rimozione una dotazione superiore a 20 albe- che nel nostro Paese rappresentano di contaminanti originati dai processi ri/100 abitanti e le 6 migliori supera- però solamente il 7,8% (170.215 ettari) antropici, produttivi agricoli, civili o no i 30 alberi/100 abitanti (Brescia, di cui il 92% è ricoperto da alberi e il industriali come: polveri sottili, com- Modena, Arezzo, Rimini, Mantova e restante 8% da prati18. La loro esten- posti organici (es. residui di fitofar- Bologna). sione totale e la superfice media ten- maci) nel suolo, nelle acque di falda La Legge n.10 del 14.01.2013 (Nuove dono a diminuire all’aumentare della e superficiali19. norme per lo sviluppo degli spazi densità di popolazione. Ogni italiano Dagli ultimi dati disponibili20 risulta verdi urbani) obbliga i comuni a ha a disposizione 27 m2 di verde in che nei 116 capoluoghi di provincia realizzare il catasto del verde urbano, aree urbane, ben sopra la soglia di italiani il Piano del verde è presente in impone una specifica tutela per gli qualità della vita (9-11 m2), ma il sem- meno di una città su 10, il regolamen- alberi monumentali e le vie alberate pre maggiore interesse degli italiani to del verde nel 44,8% dei casi, e il urbane, e riconosce il 21 novembre per gli alberi in ambienti urbani non censimento del verde è realizzato da coma la giornata nazionale degli si riflette nella manutenzione e cura 3 città su 4, il tema del verde pubbli- alberi con l’intento di valorizzare costante di questi ultimi. L’impian- co deve essere dunque affrontato l’ambiente e il patrimonio arboreo to di alberi in aree degradate o a in modo sistematico con risorse e per favorire politiche utili a ridurre le 14
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE terzi di tutte le emissioni che sono state immesse nell’atmosfera da atti- vità umane. L’Europa si è posta obiet- tivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni di CO2 e un aiuto prezioso potrebbe arrivare da nuovi progetti di rimboschimento e di riforestazio- ne, visto che 1 ettaro di foresta può sequestrare fino a circa 5 tonnellate di CO2 all’anno, con un costo inferiore a 100 dollari per tonnellata. Gli alberi non solo migliorano la qualità dell’aria ma possono anche aiutare a migliorare la qualità del suolo. Sono i “polmoni verdi” della Terra e svolgono un ruolo fondamen- tale nella prevenzione del dissesto idrogeologico, nel mantenimento de- gli equilibri del pianeta e il benessere delle persone, a migliorare la qualità della vita nelle nostre città. Senza contare che il grande patrimonio arboreo e boschivo rappresenta una delle bellezze dell’Italia da riscoprire e tutelare con maggior impegno. La vegetazione in città funge da climatizzatore naturale stemperando quelli che sono gli eccessi termici che caratterizzano l’ambiente urbano e riducendo l’effetto “isola di calore”, dovuto alla superfice di cemento che riflette i raggi del sole, e la tempera- tura nei mesi estivi anche di 8°C. Le funzioni sociali, culturali ed esteti- che delle aree verdi sono elementi emissioni e prevenire il dissesto e la città. Il verde urbano e peri-urbano, cruciali degli spazi aperti cittadini protezione del suolo. In attuazione inteso come l’insieme delle compo- per le possibilità che offrono a fini di questa legge i comuni sono tenuti nenti biologiche che concorrono a della ricreazione, socializzazione e a individuare aree pubbliche per determinare l’impronta funzionale e della possibilità di svolgere attività favorire la nascita di polmoni verdi paesaggistica di un centro abitato sportive. urbani, che possono anche essere in equilibrio ecologico col territorio, Un recente rapporto della FAO22 ha adottati dalle scuole, dove piantu- rappresenta un vero e proprio siste- confermato quanto le foreste urbane mare un albero per ogni minore nato ma complesso formato da un insie- siano un fattore decisivo per rendere o adottato nei comuni con popola- me di superfici e di strutture vegetali le città un posto più sicuro per la zione superiore ai 15 mila abitanti. eterogenee in grado di configurarsi salute dei cittadini, mitigando i cam- Sempre la legge 10/2013 impone ai come un bene di interesse collettivo e biamenti climatici a cui il Pianeta è Sindaci di rendere noto il bilancio come una risorsa multifunzionale per arboreo del comune durante il loro la città e per i suoi abitanti. mandato amministrativo: si deve di- Che piantare alberi fosse un’otti- chiarare cioè il rapporto fra il numero ma strategia per purificare l’aria e degli alberi piantati in aree urbane di produrre l’ossigeno pulito lo sape- 18. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato proprietà pubblica rispettivamente vamo già, ma che farlo sia anche il delle foreste e del settore forestale in Italia – MIPAAFT 2019 al principio e al termine del mandato modo più intelligente ed economico stesso, dando conto dello stato di per affrontare la crisi climatica, lo 19. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato delle foreste e del settore forestale in Italia consistenza e manutenzione delle confermano gli scienziati che hanno – MIPAAFT 2019 aree verdi urbane di propria compe- fatto un primo calcolo di quanti 20. ISTAT - 2015 tenza. alberi potrebbero essere piantati per Gli alberi e le aree verdi sono elemen- salvare il Pianeta. Secondo i ricerca- 21. ECOSISTEMA URBANO – Legambiente 2017 ti decisivi per il miglioramento della tori un programma di piantagione 22. Guidelines on Urban and Periurban Fore- qualità della vita in particolare nelle mondiale potrebbe rimuovere i due stry”- FAO 2016 15
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE sottoposto. Il rapporto ha reso noto clima. C’è chi ritiene per questo che che il 70% della popolazione vivrà nei dovremmo pensare agli alberi come centri urbani entro il 2050 e proprio ad una vera e propria infrastruttura per questo le foreste urbane sono di salute pubblica in grado di aiutare basilari per lo sviluppo sostenibile. il benessere fisico e mentale dei Non si tratta, infatti, di un solo miglio- cittadini. ramento della qualità dell’aria e del Perciò è importante che le istituzioni, clima urbano, ma anche di un netto ma anche soggetti privati ed i cit- cambio di registro in tema di salute tadini attivi, favoriscano la piantu- da parte dei cittadini. Le stime FAO mazione di alberi attuando azioni dimostrano che aumentare del 10 % concrete a sostegno di politiche gli spazi verdi urbani può contribuire che valorizzino gli investimenti e le a ritardare l’insorgere di problemi donazioni e, soprattutto, educando di salute – in particolar modo quelli la popolazione sui benefici della cardiovascolari – di ben cinque anni. salute pubblica del piantare alberi Infine, anche la biodiversità trae così come sull’impatto positivo per beneficio diretto dalle foreste in città: ridurre gli effetti del cambio climati- si stima infatti che il 20% di tutte le co. Partendo da questo presupposto, specie di uccelli e i 5% delle piante Legambiente insieme ad altre 10 im- vascolari vivano nelle zone urbane e portanti realtà del settore forestale e periurbane. ambientale, ha sottoscritto l’appello Gli alberi sono alleati del clima e gra- della ComunitàLaudatoSi per pianta- zie alla loro funzione di depuratori re rapidamente 60milioni di alberi in naturali dell’aria, riescono a interagi- Italia , con la premessa che servono re con tutti gli elementi e a mitigare spazi e luoghi idonei, materiale vivai- l’effetto serra assorbendo l’anidride stico controllato e risorse per le cure carbonica e le altre emissioni di colturali. origine antropica che modificano il IL FUTURO DELLE NOSTRE FORESTE Serve un nuovo progetto per le la conseguenza che soprattutto i foreste d’Italia che necessita di boschi dell’Italia centro-meridionale condivisione tra i soggetti pubblici, e appaiono per lo più boscaglie atte tra questi ed i privati, e di risorse eco- a produrre solo legna da ardere. nomiche e fondi che garantiscano Valorizzare i servizi ecosistemici una adeguata strategia per la tutela che le foreste forniscono, frenare della biodiversità. La politica foresta- l’abbandono di molte aree interne, le nazionale infatti non è mai partita presidi fondamentali per la preven- in termini applicativi e, tra le varie zione degli incendi e contro il dissesto motivazioni di ciò, c’è la grandissima idrogeologico, sottolineare l’impor- frammentazione della proprietà fon- tanza della sostenibilità, anche ai fini diaria privata24 che ha impedito, più una corretta certificazione forestale, di qualsiasi vincolo di natura ecologi- sono elementi da tenere in conside- ca, quella vasta opera di conversione razione per sperimentare una nuova dei boschi cedui all’alto fusto con modalità di gestione delle foreste. 16
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