LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE - Legambiente

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LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE - Legambiente
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE
SECONDO FORUM NAZIONALE
S U L L A G E ST I O N E F O R E STA L E S O ST E N I B I L E
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE - Legambiente
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE
        SECONDO FORUM NAZIONALE
        S U L L A G E ST I O N E F O R E S TA L E S O S T E N I B I L E
Programma

            3O OTTOBRE 2019                    12.00 – 13.30                                13.30 – 14.30               31 OTTOBRE 2019
                                               Sessioni Parallele                           PRESENTAZIONE
            9.30 - 10.00                                                                    PROGETTO                    9.30 - 10.00
            Registrazione                      SESSIONE I                                   LEGNOCLIMA                  Registrazione
                                               CONSERVARE LA BIODIVERSITÀ                   a cura di                   dei partecipanti
            dei partecipanti
                                               E VALORIZZARE I SERVIZI                      FEDERLEGNOARREDO
            10.00 - 10.30                      ECOSISTEMICI DELLE FORESTE                                               10.00 – 13.00
                                                                                            ed ENEL                     LE FORESTE URBANE
            INTRODUZIONE                       COORDINA
                                                                                            13.30 – 14.30               PER RIGENERARE
            ROBERTO SCACCHI                    RENZO MOTTA                                                              LE CITTÀ
            Presidente Legambiente Lazio                                                    Light Lunch
                                               Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali
                                                                                                                        COORDINA
            SERENA CARPENTIERI                 e Alimentari, Università di Torino           14.30 – 17.00
                                                                                                                        FRANCESCO
            Vicedirettrice nazionale                                                        GLI STRUMENTI E LE
                                               PA RT EC I PA N O
                                                                                            STRATEGIE                   LOIACONO
            Legambiente                        LUCIANO DI MARTINO                                                       Direttore de
                                                                                            PER LE FORESTE
            ANTONIO NICOLETTI                  Direttore f.f. Parco nazionale               D’ITALIA                    La Nuova Ecologia
            Responsabile nazionale             della Majella
                                                                                            INTRODUCE                   INTRODUCE
            aree protette e biodiversità,      ILARIA DALLA VECCHIA                         E COORDINA
                                                                                                                        MARCO MARCHETTI
            Legambiente                        FSC Italia                                   PAOLO MORI                  Università del Molise,
                                                                                            Amministratore Unico        Presidente SISEF
            10.30 – 12.00                      CARMELA STRIZZI                              Compagnia delle Foreste
            A UN ANNO DALLA                    Direttore f.f. Parco nazionale                                           INTERVENGONO
            TEMPESTA VAIA: GLI                 del Gargano                                  Relazioni delle sessioni
            EFFETTI DEL CAMBIAMENTO                                                                                     Rappresentante Anci*
                                                                                            parallele I e II
            CLIMATICO E I RISCHI               GIUSEPPE MELFI                                                           FRANCESCO
            NATURALI PER LE FORESTE                                                         a cura di RAUL ROMANO
                                               Direttore del Parco nazionale                                            FERRANTE
                                                                                            e RENZO MOTTA
            COORDINA                           del Pollino                                                              Presidente Comitato
            ENRICO FONTANA                     LUCA LO BIANCO                               INTERVENGONO                Parchi per Kyoto
            Responsabile economia              Direttore Scientifico                        MARCO BUSSONE
                                                                                                                        MASSIMILIANO
            civile Legambiente                 Fondazione Montagne                          Presidente nazionale
                                                                                                                        ATELLI
                                                                                            UNCEM
            INTRODUCE                          CARMELO GENTILE                                                          Presidente Comitato
            LORENZO CICCARESE                  Ufficio Conservazione e attività             MARINO DE SANTA             per lo sviluppo
            Ispra, Responsabile                agrosilvopastorali, Parco nazionale          Presidente Legnolandia      del verde pubblico
            conservazione habitat e specie     d’Abruzzo, Lazio e Molise                    PASQUALE PAZIENZA           MAURIZIO GUBBIOTTI
            terrestri, agricoltura e foreste   SESSIONE II                                  Presidente Parco            Presidente
                                               VALORIZZARE LE PRODUZIONI E                  nazionale del Gargano       RomaNatura
            INTERVENGONO
                                               RAFFORZARE LE FILIERE LOCALI
            MICHELE MUNAFÒ                                                                  ENRICO CALVO                MASSIMO MEDUGNO
                                               COORDINA                                     Direttore ERSAF - Servizi
            Ispra, Responsabile area                                                                                    Federazione Carta
            monitoraggio uso del suolo         RAOUL ROMANO                                 per il territorio, la       Grafica, Direttore
            e del territorio                   CREA-PB, Centro Politiche e Bioeconomia      montagna e le filiere       Assocarta
            RINALDO COMINO                     PA RT EC I PA N O                            SEBASTIANO CERULLO          SANDRO SCOLLATO
            Servizio foreste                   MARINO BERTON                                Direttore Generale          Amministratore
            e Corpo forestale                  Direttore Generale, Associazione             FederlegnoArredo            Delegato Azzero CO2
            Regione Friuli Venezia Giulia      Italiana Energie Agroforestali (AIEL)
                                                                                            SABRINA DIAMANTI            CONCLUDONO
            SAVERIO MALUCCIO                   LUIGI IAVARONE                               Presidente nazionale        STEFANO CIAFANI
            CREA-PB, Centro Politiche          Vicepresidente AFI,                          CONAF                       Presidente nazionale
            e Bioeconomia                      Associazione Forestale Italiana                                          Legambiente
                                                                                            CONCLUSIONI
            LUIGI TORREGIANI                   GABRIELE LOCATELLI                           FABIO RENZI                 ROBERTO MORASSUT
            Compagnia delle Foreste            Slow Food Italia                             Segretario generale         Sottosegretario
                                               MASSIMO RAMUNNI                              Symbola                     Ministero
            CONCLUDE
                                               Federazione Carta Grafica -                                              dell’ambiente
            TULLIO BERLENGHI                                                                ALESSANDRA STEFANI
                                               Vice Direttore Assocarta                                                 e della tutela del
            Capo Segreteria Tecnica,                                                        D. G. Foreste Ministero
                                                                                                                        territorio e del mare
            Ministero dell’ambiente e della    ANTONIO BRUNORI                              delle politiche Agricole,
            tutela del territorio e del mare   Segretario generale PEFC Italia              Alimentari Forestali              * In attesa di conferma
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE - Legambiente
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

04
CONSERVARE, RICOSTRUIRE, RIGENERARE
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

06
LE FORESTE PER FERMARE LA FEBBRE DEL PIANETA

07
FORESTE E RISCHI NATURALI

08
LE LEZIONI DI VAIA

09
CONSERVARE E GESTIRE LE NOSTRE FORESTE

10
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

12
IL SETTORE E LE FILIERE FORESTALI

13
STRATEGIE E REGOLAMENTI EUROPEI

14                                                         A cura di
                                                       Legambiente
                                                   Federica Barbera
LE FORESTE URBANE                                   Luisa Calderaro
                                                  Mariangela Galimi

16                                                   Luca Gallerano
                                                   Antonio Nicoletti
                                                  Stefano Raimondi
IL FUTURO DELLE NOSTRE FORESTE                    Francesco Spinelli

Le proposte                                           OTTOBRE 2019

                                                                          3
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE - Legambiente
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

CONSERVARE,
RICOSTRUIRE, RIGENERARE
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

Attraverso il secondo Forum nazio-          arboreo, oltre a porre attenzione           popolazioni locali, si tratta di supe-
nale sulla bioeconomia delle foreste        alla ricerca e all’innovazione di filiera   rare resistenze e burocrazie inade-
intendiamo contribuire a migliorare         capace di generare nuovi prodotti di        guate per rendere questo il modello
la conoscenza del nostro patrimonio         origine forestale in grado di sosti-        di gestione per i nostri boschi. Anche
forestale e aumentare la consape-           tuire la plastica negli usi quotidiani.     perché proprio la crescita di una
volezza che una buona gestione di           Certamente non dimentichiamo che            sana economia attorno alla gestione
questa importante infrastruttura            in questo settore è sempre più neces-
verde può incidere in maniera signi-        sario che le attività siano improntate
ficativa sulla qualità della nostra vita    alla responsabile sociale d’impresa e
e rendere più sostenibile l’economia.       al contrasto dei processi di illega-
Conservare, ricostruire, rigenerare è il    lità, che è necessario creare nuove
sottotitolo scelto per questa seconda       opportunità per i territori montani e
edizione del Forum durante il quale ci      le aziende del settore agro-forestale
occuperemo da un lato di conserva-          del nostro Paese che dopo la tem-
zione e tutela delle foreste, dall’altro    pesta VAIA dello scorso anno sono
di promuovere una discussione sullo         chiamati a una riflessione puntuale e
stato e le prospettive del settore per      accurata sul loro futuro.
far crescere la sostenibilità dei pro-      Il settore forestale italiano deve im-
dotti e delle filiere forestali.            boccare la strada della gestione fore-
Il Forum sarà l’occasione per discute-      stale sostenibile e responsabile senza
re della conservazione delle foreste,       perdere ulteriore tempo e lo deve
anche alla luce del lavoro in corso         fare subito. Va ripensata la pianifica-
per definire i decreti attuativi del        zione e i criteri di tutela in una ottica
Testo unico sulle filiere forestali (art.   multifunzionale e si deve puntare
6, comma 1 del Dlgs 34/2018). Sarà          a garantire un ritorno economico
l’occasione, inoltre, per confrontar-       per gli operatori e le comunità locali
ci sul ruolo che le foreste possono         anche attraverso il riconoscimento
svolgere per mitigare gli effetti del       dei servizi ecosistemici che le foreste
riscaldamento globale, sulle moda-          generano: la tutela idrogeologica,
lità di ricostruire i boschi in caso di     la regolazione del ciclo dell’acqua,
disastri naturali, come la tempesta         la conservazione del paesaggio e
VAIA, su come combattere patologie          della biodiversità, la mitigazione del
o incendi boschivi, e sulla capacità        cambiamento climatico grazie all’as-
delle foreste urbane di rigenerare e        sorbimento dell’anidride carbonica
rendere complessivamente più soste-         dall’atmosfera e le crescenti attività
nibili le nostre città.                     turistico-ricreative, sportive, di didat-
Per raggiungere questi obiettivi            tica ambientale e culturali.
continuiamo un percorso di condi-           Se è vero - come sappiamo - che
visione con il mondo della ricerca, le      la gestione forestale sostenibile e
istituzioni e le imprese, per dare voce     responsabile è la modalità che con-
alle buone pratiche di gestione fore-       sente di mantenere la biodiversità,
stale sostenibile e responsabile, alle      garantire un utilizzo multifunzionali
mobilitazioni e all’impegno culturale       del bosco, e al contempo migliorare
a favore della crescita del patrimonio      lo sviluppo socio-economico delle

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LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE - Legambiente
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

sostenibile delle foreste è uno degli       cinali etc.). Il miglioramento della        sulle coste, nel fondovalle e nelle pia-
obiettivi di sviluppo sostenibile ap-       qualità delle produzioni forestali          nure per far posto a infrastrutture o,
provati dalle Nazioni Unite nell’Agen-      nazionali e l’efficienza delle filiere      al massimo, a nuovi impianti agricoli
da 2030.                                    foresta-legno e foresta-energia si          ad una media di 7.000 ettari l’anno1.
Il Forum è una occasione per discute-       collocano non solo all’interno della        I boschi italiani sono aumentati con
re di strategie capaci di generare be-      Strategia Forestale Europea, ma an-         un incremento del 72,6% nel periodo
nefici comuni (ambientali, economici        che nel perseguimento degli impegni         che va dal 1936 al 2015 (più 4,9% dal
e sociali), tutelare la biodiversità ed i   sottoscritti a livello internazionale dal   2005 al 2015) e arrivano a coprire
territori e valorizzare le opportunità      nostro Paese in materia di contrasto        oggi il 36,4 % della superfice nazio-
offerte dalla bioeconomia: l’econo-         ai cambiamenti climatici, conser-           nale pari a circa 10,9 milioni di ettari2.
mia basata sulle risorse naturali che       vazione della biodiversità, decarbo-        Dal 1990 a oggi i boschi hanno gua-
comprende quelle parti dell’econo-          nizzazione dell’economia, commer-           dagnato oltre un milione di ettari,
mia che, per produrre cibo, materiali       cializzazione del legno e sviluppo          in media 800mq di nuove foreste
ed energia, utilizzano risorse biolo-       socioeconomico.                             al minuto, con un contemporaneo
giche rinnovabili. La bioeconomia           La superfice forestale italiana             miglioramento strutturale dei boschi
comporta quindi un rilevante impul-         complessiva negli ultimi 80 anni si è       esistenti, l’aumento della densità e
so al settore primario (agricoltura,        triplicata, grazie principalmente alla      della biomassa forestale ed un prelie-
selvicoltura e pesca) e un contempo-        sua espansione naturale sui terreni         vo pari ad un quarto dell’incremento
raneo sviluppo delle biotecnologie          agricoli e pascolivi abbandonati nelle      annuo, mentre la media europea è
applicate ad una serie diversificata di     aree montane e rurali, intorno alle         superiore al 50%3.
segmenti produttivi (bio-carburanti,        città, negli spazi interstiziali e degra-   Le nostre foreste sono una stra-
bio-blastiche, bio-tessili, bio-medi-       dati e periurbani. Diminuiscono solo        ordinaria ricchezza ambientale e
                                                                                        naturalistica, risultato di profonde
                                                                                        trasformazioni territoriali e socio eco-
                                                                                        nomiche avvenute nel corso dei seco-
                                                                                        li ma, all’aumento dei valori ecologici
                                                                                        e sociali attribuiti ai boschi italiani, si
                                                                                        contrappone una carenza di consa-
                                                                                        pevolezza culturale e un abbandono
                                                                                        colturale che li espone a sempre più
                                                                                        frequenti eventi di disturbo (anche
                                                                                        estremi come testimonia la tempesta
                                                                                        VAIA) che possono comprometterne
                                                                                        la funzionalità e il controllo dei feno-
                                                                                        meni di dissesto idrogeologico.
                                                                                        A fronte di questi numeri, però, negli
                                                                                        ultimi 50 anni nel nostro Paese sono
                                                                                        mancate adeguate strategie per
                                                                                        frenare lo spopolamento delle aree
                                                                                        interne e montane, si sono perse
                                                                                        economie basate sulle filiere boschi-
                                                                                        ve locali, è mancata una strategia
                                                                                        forestale nazionale finalizzata a
                                                                                        migliorare il paesaggio e la qualità
                                                                                        del bosco per garantire una più effi-
                                                                                        cace protezione del suolo, di tutela
                                                                                        del territorio e di politiche efficaci per
                                                                                        ridurre gli effetti del riscaldamento
                                                                                        globale.

                                                                                        1.   RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato
                                                                                             delle foreste e del settore forestale in Italia
                                                                                             – MIPAAFT 2019
                                                                                        2.   RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato
                                                                                             delle foreste e del settore forestale in Italia
                                                                                             – MIPAAFT 2019
                                                                                        3.   Forest@ 2018 n.15 (Marchetti et al.)

                                                                                                                                           5
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE - Legambiente
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

LE FORESTE
PER FERMARE
LA FEBBRE
DEL PIANETA
Il bosco fornisce ossigeno, cibo, prin-      Nonostante l’innalzamento della
cipi attivi farmaceutici e acqua dolce,      temperatura si attesti già su 1°C, il
contrasta la desertificazione, aiuta a       Rapporto IPCC sottolinea che è anco-
prevenire l’erosione del suolo, funge        ra possibile contenere l’innalzamen-
da deposito naturale di carbonio e           to della temperatura entro la soglia
svolge una importante funzione per           critica di 1.5°C. Servono però impegni
la stabilizzazione del clima e il surri-     di riduzione delle emissioni molto più
scaldamento globale.                         ambiziosi di quelli sottoscritti a Parigi
Il Rapporto IPCC dell’UNFCCC4 ha             nel dicembre 2015, che ci portereb-
evidenziato la necessità e l’urgenza         bero pericolosamente verso i 3°C,
di contenere l’aumento della tempe-          in modo da poter raggiungere zero
ratura media globale entro 1.5°C per         emissioni nette entro il 2050 a livello
poter vincere la sfida climatica. Per        globale.
vincere questa sfida è indispensabile        Per questa ragione consideriamo
un maggiore impegno da parte dei             insufficiente il Piano nazionale            portare a una riduzione complessiva
paesi più ricchi e infatti l’Accordo di      integrato energia e clima (PNIEC)           al 2030 di 21 Mton CO2 eq/anno, pari
Parigi prevede la necessità di una più       predisposto dal nostro Paese poiché         a -57% delle emissioni del comparto
rapida azione climatica per quei pae-        non contribuisce ad aggredire l’e-          agricolo e ad accrescere la capacità
si che hanno maggiori responsabilità         mergenza climatica, non ha obiettivi        di assorbimento di CO2 attraverso
per l’attuale livello di emissioni climal-   ambiziosi e scelte nette per ridurre le     foreste, terreni agricoli e pascoli.
teranti. Tocca a questi Paesi ridurre        emissioni climalteranti e tener fede        Le foreste hanno un ruolo importan-
i consumi energetici da fonti fossili        agli impegni presi con l’Accordo di         te nel ciclo globale del carbonio e
e mettere in atto misure per conte-          Parigi. Nella proposta del PNIEC le         per mitigare l’effetto serra. Con 3,9
nere il surriscaldamento del pianeta         foreste italiane e il sistema agricolo      miliardi di ettari, circa il 30% delle ter-
per ridurre in maniera significativa i       sono presentati con analisi e obiettivi     re emerse, e con la più alta densità
danni climatici, non solo per i paesi        inadeguati (da 37 a 38 Mton CO2 eq)         di carbonio (da poche decine fino
più poveri e vulnerabili, ma anche per       rispetto al ruolo che possono e devo-       a diverse centinaia di tonnellate di
l’Europa.                                    no svolgere nella transizione climati-      CO2 ad ettaro) si stima che le foreste
Secondo l’Agenzia Europea dell’Am-           ca. L’errore di impostazione del PNIEC      globali immagazzinino oltre 1.100
biente (AEA), nel periodo 1980-2017          sta nel non comprendere l’impor-            miliardi di tonnellate di carbonio.
le perdite economiche sono state             tanza del settore agroforestale nella       Le attività selvicolturali svolgono un
di 426 miliardi di euro, di cui ben 64       mitigazione e adattamento ai cam-           ruolo importante nel determinare
miliardi per l’Italia. Mentre un recente     biamenti climatici, non analizzando         la quantità di carbonio in un deter-
studio, sempre dell’AEA, stima costi         quanto avvenuto in questi anni in           minato momento (carbon stock) e i
sino a 120 miliardi l’anno con un            termini di crescita del patrimonio          bilanci tra assorbimento ed emissioni
aumento della temperatura globale            boschivo per abbandono di aree              di gas-serra all’interno di un periodo
di 2°C ed addirittura 200miliardi se si      agricole. Occorre introdurre obiettivi      di tempo (carbon budget), attra-
raggiungessero 3°C, senza contare            ambiziosi nel piano che permettano          verso la stima della differenza tra
i devastanti impatti ambientali e            di cogliere le potenzialità degli inter-    crescita dello stock e perdite legate a
sociali.                                     venti nei diversi ambiti e che possono      prelievi, operazioni selvicolturali, in-

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LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE - Legambiente
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

                                          FORESTE
                                          E RISCHI
                                          NATURALI
                                          L’effetto dei cambiamenti climati-         mentre il 5% è dovuto all’azione dei
                                          ci, che avrà un sempre più chiaro          funghi6. Altri fattori che provocano
                                          risvolto con l’aumento sia delle tem-      la defogliazione degli alberi sono la
                                          perature che dei periodi di siccità, è     siccità e i picchi di temperature alte,
                                          così evidente che le specie forestali      registrati nella stagione estiva. A
                                          presenti nelle nostre montagne stan-       ciò si aggiunge l’ingresso di specie
                                          no già risentendo della diminuzione        esotiche che spesso in poco tempo
                                          delle precipitazioni e dell’aumento        riescono a diffondersi in assenza di
                                          della temperatura. Tali cambiamenti        antagonisti e colonizzare ampi ecosi-
                                          riducono la resilienza e lo stato di       stemi, come nel caso del Cinipide del
                                          salute degli ecosistemi, e le foreste      Castagno (Dryocosmus kuriphilus) o
                                          sono sempre più soggette a per-            delle simbiosi tra scolitidi indigeni del
                                          turbazioni di tipo abiotico causate        genere Scolytus e la temibile grafiosi
                                          da tempeste, siccità e incendi più         dell’olmo.
                                          frequenti. La regione mediterranea         Il principale e storico fattore di rischio
                                          risulta particolarmente vulnerabile e      per il patrimonio forestale nazio-
                                          sensibile ai mutamenti climatici e al      nale rimane comunque il fuoco7,
                                          verificarsi per intensità e frequenza      con una media dal 1980 a oggi gli
cendi, avversità biotiche, eccetera.      di eventi naturali estremi (ondate         incendi boschivi hanno interessato
L’UNFCCC, riconoscendo la funzio-         di calore, siccità, gelate precoci e       4.061.988 ettari e una media annua
ne di mitigazione dell’effetto serra      tardive, cambiamenti nelle preci-          di 106.894. I dati disponibili ci dicono
da parte delle foreste, richiede          pitazioni e nella frequenza e forza        che nonostante l’ultimo decennio
alle nazioni di adottare misure per       degli eventi metereologici estremi).       abbia visto una diminuzione della
migliorare e conservare gli ecosi-        In questo contesto negli ultimi anni       superfice forestale percorsa dalle
stemi, e segnatamente le foreste,         si sono registrate conseguenze nella       fiamme, eventi estremi che favorisco-
che possono agire come riserve e          diffusione di incendi, patologie e         no l’innesco del fuoco si presentano
assorbitori (sink) di gas ad effetto      patogeni, eventi di dissesto ecc., che     con sempre maggiore frequenza
serra.                                    hanno già causato effetti significativi    e intensità come ad esempio nelle
La quantità di carbonio organico          non solo sugli ecosistemi forestali        annate del 1993, 2007 e 2017, anno in
accumulato annualmente nelle              ma anche sulle economie locali. In         cui sono stati circa 8.000 incendi e
foreste italiane (biomassa arbo-          previsione, l’aumento delle tempe-         sono bruciati 160.000 ettari di bosco.
rea epigea, necromassa, lettiera e        rature e la diminuzione delle preci-
suolo) ammonta a 1,24 miliardi di         pitazioni aggraverà l’impatto dei
tonnellate, in media 141,7 t/ha, corri-   lunghi periodi di siccità sulle foreste
spondenti a 4,5 miliardi di anidride      mediterranee, mettendo a rischio la        4.   Framework Convention on Climate Chan-
carbonica assorbita dall’atmosfera.       loro funzionalità e salute, diminuen-           ge dell’ONU - https://ipccitalia.cmcc.it/
Per effetto dell’accrescimento degli      done la produttività e la capacità di
                                                                                     5.   RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato
alberi vengono fissati annualmen-         fornire servizi ecosistemici.                   delle foreste e del settore forestale in Italia
te 12,6Mt di carbonio, che corri-         In tale contesto si aggrava la fre-             – MIPAAFT 2019
spondono ad un assorbimento di            quenza e l’impatto degli organismi         6.   Tutela e valorizzazione del patrimonio
anidride carbonica dall’atmosfera         biotici patogeni sulle foreste che              forestale italiano - CREA PB – Marzo 2017
di 46,2 Mt pari a circa 5t/ha di CO2      sono i principali responsabili dei dan-    7.    RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato
equivalente5.                             ni alla vegetazione, e in particolare il        delle foreste e del settore forestale in Italia
                                          20,5% è attribuibile a insetti fitafagi         – MIPAAFT 2019

                                                                                                                                        7
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE - Legambiente
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

Particolare attenzione per l’incolumi-     confine del bosco e aree urbanizzate,    incendi più distruttivi degli ultimi 20
tà pubblica è rivolta agli incendi di      facile innesco e propagazione. Il ruo-   anni.
interfaccia che a causa dell’abban-        lo della prevenzione attiva attraverso   Una lettura sul post-Vaia deve
dono delle pratiche colturali agricole     la gestione forestale rappresentare      comunque partire dalle valutazioni
e pastorali e la ridotta manutenzio-       il più efficace strumento di lotta       dei suoi effetti e dal monitoraggio
ne ordinaria trovano nelle aree di         antincendio.                             dei danni ecologici ed economici
                                                                                    che ha provocato. Solo la perdita
                                                                                    di servizi ecosistemici garantiti da
                                                                                    quelle foreste ammonta a circa
                                                                                    20 milioni di euro/anno, mentre la

LE LEZIONI
                                                                                    riduzione del valore commerciale
                                                                                    del legname provocherà l’80% di in-
                                                                                    cassi in meno da parte di proprieta-
                                                                                    ri pubblici e privati. Gli effetti di Vaia

DI VAIA                                                                             avranno ripercussioni negative sui
                                                                                    prezzi per almeno i prossimi tre anni
                                                                                    e questo richiede interventi pubblici
                                                                                    di sostegno per evitare il crollo dei
                                                                                    prezzi dei prodotti boschivi locali.
                                                                                    Il dopo Vaia è già in atto ma non
                                                                                    sappiamo ancora con quale consa-
I danni causati dalla tempesta VAIA        si possono ripetere e non ci devono      pevolezza culturale e politica tutto
che ha interessato nei giorni tra il       trovare impreparati.                     ciò sta avvenendo. Un fatto è certo:
27 e 29 Ottobre 2019 Veneto, Trenti-       Gli effetti della tempesta Vaia de-      la classica piantagione, soprat-
no-Alto Adige, Friuli Venezia-Giulia e     lineano un quadro estremamente           tutto se di una sola specie come
Lombardia, sono un chiaro effetto          complesso da gestire perché associa      l’abete rosso, non è più di nessuna
del riscaldamento globale su una           questioni ecologiche e ambientali        utilità ecologica per contrastare
porzione importante delle foreste          con fattori economici e di sviluppo      gli effetti del cambio climatico che
delle nostre Alpi orientali. Cinque, tra   territoriale. Questioni complesse. Che   coinvolgeranno in maniera sempre
regioni e province autonome, i terri-      non permettono semplificazioni ri-       maggiore le nostre foreste. Davanti
tori coinvolti, 473 comuni interessati     spetto alla crisi climatica che stiamo   a queste sfide servono strategie
con 41.691 ettari di boschi distrutti      vivendo che ci deve interrogare sul      di adattamento a medio-lungo
pari e 8.7 milioni di mc di legname        che fare nel presente ma ci deve pre-    termine, insieme a interventi di mi-
schiantati a terra (7 volte il materiale   parare per affrontare le sfide future.   tigazione molto incisivi in grado di
prodotto in un anno dalle segherie         A questo proposito crediamo utile        migliorare la biodiversità, favorire
italiane) dal vento che in alcuni casi     ricordare, ad esempio, che l’estate      la crescita delle difese naturali e
ha superato i 200km/h8.                    del 2017 è stata la seconda estate       una diversa struttura delle foreste
Sebbene una relazione tra velocità         più calda nell’epoca moderna, con        in grado di rispondere agli effetti
del vento e cambiamenti climatici è        piogge ridotte del 4,1% e le tempera-    climatici che sollecitano gli habitat
difficile, il ruolo svolto da un’estate    ture cresciute di 2,48 gradi e con gli   forestali.
più calda della media e il conseguen-
te riscaldamento prolungato delle
acque del Mediterraneo possono
spiegare la particolare intensità del
fenomeno osservato. Parallelamente
negli ultimi decenni le foreste euro-
pee sono diventate più vulnerabili
agli schianti da vento (e agli incendi)
in quanto è aumentata la superfice
coperta da foreste, la biomassa
per unità di superfice, l’età media
e l’altezza media dei popolamenti
forestali9.
Quanto accaduto nel nord-est, pur
non paragonabile ai danni prodotti
dalla tempesta Lothar che nel 1999
ha provocato danni per 210milioni di
mc alle foreste di Austria, Germania,
Svizzera e Francia, rappresenta un
chiaro segnale che eventi estremi

8
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE - Legambiente
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

                                                                                        In Italia il 100% delle foreste sono
                                                                                        soggette a vincolo paesaggistico

CONSERVARE
                                                                                        (Codice urbani, decreto legislativo
                                                                                        del 22 gennaio 2004 n. 42) e l’87,1%
                                                                                        a vincolo idrogeologico, e sono

E GESTIRE
                                                                                        160mila gli ettari considerati lembi
                                                                                        di boschi vetusti (prevalentemen-
                                                                                        te custoditi nelle Riserve naturali
                                                                                        biogenetiche) ovvero hot-spot per la

LE NOSTRE                                                                               conservazione della biodiversità nelle
                                                                                        quali non vi sono segni di alterazione
                                                                                        antropica e in cui i processi ecologici

FORESTE
                                                                                        risultano inalterati.
                                                                                        La superfice forestale compresa
                                                                                        all’interno di aree protette ammonta
                                                                                        complessivamente a 3.857.652 ettari,
                                                                                        di queste poco più di 1.5 milioni di
                                                                                        ettari presenta un doppio regime di
                                                                                        tutela ricadendo anche all’interno di
                                                                                        siti della rete Natura 2000, men-
I boschi d’Italia sono i custodi di un      dei rischi principali è rappresentato       tre circa 1.9 milioni di ettari sono le
patrimonio ambientale e culturale           non solo dagli incendi ma anche             superfici forestali ricadenti solo in
immenso per il nostro Paese e per il        dall’abbandono colturale e delle            siti Natura 2000 senza altri regimi di
Pianeta, poiché ospitano una impor-         pratiche agropastorali intensive che        tutela. Nel complesso il 56,1% delle
tante variabilità di comunità forestali     portano ad una riduzione degli eco-         aree protette sono rappresentate da
alle quali si associa una componente        toni di margine.                            boschi e altre terre boscate, mentre i
floristica e faunistica tra le più ricche   La ricchezza ambientale delle nostre        Parchi nazionali hanno un coefficien-
a livello europeo: la flora forestale       foreste, in termini di diversità biolo-     te di boscosità del 75%12. Sono inoltre
italiana, infatti, è stimata in 61 fami-    gica e di ecosistemi, porta l’Italia ad     stati censiti 2.739 alberi monumentali
glie, 133 generi, 469 specie; gli arbusti   essere un paese unico e allo stesso         e 68 siti che fanno parte della rete
legnosi costituiscono il 74% della          tempo fragile poiché l’attuale pae-         delle foreste vetuste, la maggior
flora, gli alberi il 23% e liane il 3%10.   saggio forestale italiano è il risultato    parte si trovano all’interno dei grandi
Il 12% della superfice nazionale ospita     di profonde trasformazioni territoriali     parchi nazionali e la specie più rap-
ecosistemi ad alto stato di conserva-       e socio-economiche avvenute nei             presentata è il Faggio.
zione, il 15% a medio e il 14% a basso,     secoli, al fine di ottenere principal-      Anche nelle restanti foreste situate al
e in quest’ultima categoria rientrano       mente superfici agricole, pascolive e       di fuori delle aree protette, il regime
soprattutto i boschi caducifoglie di        urbanizzate. Le attività selvicolturali,    di tutela assicurato da un insieme
bassa quota della pianura padana            hanno modellato e modificato la             di norme ambientali e paesaggisti-
e dell’appennino11. Per tali boschi “di     struttura, la composizione, la com-         che nazionali e regionali, è tra i più
contatto” con il mondo agricolo uno         plessità e la diversità degli ecosistemi    stringenti d’Europa. In Italia, quindi,
                                            forestali, assecondando e accele-           un proprietario forestale (pubblico o
                                            rando la naturale evoluzione dei            privato) non ha mai la piena dispo-
                                            popolamenti trattati, e in alcuni casi      nibilità del proprio bene in quanto
                                            proponendo anche nuovi equilibri            l’utilizzo del bosco rimane sempre
                                            ecologici.                                  subordinato all’interesse pubblico.
                                            Nei nostri boschi troviamo quasi
                                            metà del numero di specie animali
                                            e vegetali d’Europa e sono alla base
                                                                                        8.    RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato
                                            della ricchezza di biodiversità del               delle foreste e del settore forestale in Italia
                                            nostro Paese dove, fin dagli anni                 – MIPAAFT 2019
                                            ’70, le migliori foreste sono oggetto       9.    Selvicoltura e schianti da vento. Il caso
                                            di protezione. A differenza del resto             della “tempesta Vaia” (Forest@ 2018 n.15 -
                                            d’Europa in cui la superfice forestale            M.Marchetti et al.)
                                            sottoposta a vincoli ambientali è           10. Tutela e valorizzazione del patrimonio
                                            del 21% (Francia 17%, Germania 24%)             forestale italiano - CREA PB – Marzo 2017
                                            in Italia il 27,5% (circa 2,8 milioni di    11.   Rapporto sul capitale naturale in Italia -
                                            ettari) della superfice forestale pre-            Minambiente 2017
                                            senta vincoli di tipo naturalistico, e in   12. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato
                                            Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia             delle foreste e del settore forestale in Italia
                                            più del 50%.                                    – MIPAAFT 2019

                                                                                                                                            9
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE - Legambiente
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

L’avanzamento del bosco soprattutto         gestionale consapevole. Proprio
nelle fasce alto-collinari e montana        quest’ultimo è un aspetto che viene
se da una parte ha favorito la prote-       spesso sottovalutato, per mancanza
zione passiva del territorio, dall’altra    di adeguate conoscenze naturalisti-
ha favorito la scomparsa di fasce           che, mentre lo stato di conservazione
ecotonali e spazi aperti (come le pra-      delle foreste appare insoddisfacente
terie tutelate ai sensi della direttiva     a causa di una gestione inadeguata
habitat) mentre la chiusura di radure       e una mancanza di pianificazione e,
e l’omogeneizzazione strutturale e          complessivamente, solo il 18% della
compositiva dei popolamenti, in al-         superfice forestale nazionale risulta
cuni contesti, esercita effetti negativi    gestita mediante un piano di gestio-
a carico della biodiversità.                ne forestale o un piano di assesta-
Questo non vuol dire che non si deve        mento forestale13.
favorire l’evoluzione naturale del          Una non gestione che contribuisce a
bosco, si può benissimo andare oltre        non garantire habitat forestali idonei
il 27% già tutelato e devono aumen-         alla conservazione di comunità ric-
tare i lembi di boschi vetusti che          che e diversificate, che provoca una
svolgono un ruolo fondamentale dal          inefficace protezione del suolo e in
punto di vista ecologico-funzionale,        sostanza non è garanzia di conser-
rappresentando possibili modelli            vazione della biodiversità. Tutto ciò
di riferimento per guidare le scelte        comporta, in sintesi, un notevole
gestionali. Occorre però distinguere        danno ambientale che si concretizza
l’incuria e l’abbandono che può com-        nella perdita di diversità biologica dei
portare degrado e banalizzazione di         suoli, nella perdita di gran parte dei
alcuni habitat, dalla dinamica dell’in-     servizi ecosistemici forniti dalle fore-
vecchiamento naturale quale scelta          ste, nella diminuzione della resilienza.

LA
BIOECONOMIA
DELLE FORESTE                                                                          febbraio 2012 la Commissione Euro-
                                                                                       pea ha cercato di dare delle risposte
                                                                                       e fornire un quadro di programma-
                                                                                       zione sostenibile all’interno del quale
                                                                                       orientare le scelte politico giuridiche
                                                                                       degli Stati membri. La Strategia eu-
                                                                                       ropea propone un approccio globale
La bioeconomia rappresenta un               i cambiamenti climatici, la tutela         per affrontare le sfide ecologica,
cambio di paradigma strutturale che         della biodiversità. Una bioeconomia        ambientale, energetica, alimentare e
ci affranca dall’impiego di fonti fossili   sostenibile, dunque, non può che           delle risorse naturali che l’Europa e il
e che per ottenere effetti tangibili per    considerare prioritaria la produzio-       mondo si trovano ad affrontare. Nel
la riduzione degli effetti del cambio       ne di alimenti e prodotti di elevato       complesso, nel 2009 la bioeconomia
climatico sulla perdita di biodiver-        livello qualitativo e la trasformazione    in Europa totalizzava un valore ag-
sità deve coinvolge tutti: governi,         in energia l’ultimo passaggio di una       giunto di oltre 1.000 miliardi di euro,
imprese, cittadini. Per questa ragione      serie di cicli di uso e riuso (bioecono-   un giro d’affari di oltre 2.000 miliardi
siamo concordi con chi sostiene che         mia circolare) e deve saper valoriz-       di euro e circa 21,5 milioni di occupati
lo sviluppo della bioeconomia deve          zare i territori dove queste esperienze    (Clever Consult, 2010). Le prospettive
avvenire a livello globale, perché          concrete nascono e si sviluppano           di un’ulteriore crescita sono ancora
globali sono le sfide che dobbiamo          (bioeconomie dei territori).               più promettenti: secondo uno studio
affrontare in questo terzo millen-          Con la comunicazione “L’innovazio-         dell’Ocse (Oecd, 2009) si stima
nio: l’aumento della popolazione            ne per una crescita sostenibile: una       che nel 2030 nei paesi sviluppati le
mondiale e il suo invecchiamento,           bioeconomia per l’Europa – Strategia       biotecnologie rappresenteranno il
la crescita della domanda di cibo,          per una crescita sostenibile” del 13       35% dei prodotti chimici e industriali,

10
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

                                                                                      dell’attuazione della bioeconomia
                                                                                      e della riduzione della dipendenza
                                                                                      dai combustibili fossili e dei materiali
                                                                                      plastici.
                                                                                      L’economia circolare non è completa
                                                                                      senza la bioeconomia e viceversa.
                                                                                      Gli enormi volumi di rifiuto organico
                                                                                      e di flussi di scarti provenienti da
                                                                                      agricoltura, silvicoltura, pesca, scarti
                                                                                      organici di produzione di cibo e man-
                                                                                      gimi possono essere integrati solo
                                                                                      nell’economia circolare attraverso
                                                                                      processi di bioeconomia, mentre la
                                                                                      bioeconomia trarrà enormi van-
                                                                                      taggi da una maggiore circolarità,
                                                                                      basandosi sull’innovazione a livello di
                                                                                      sistema, se punta a ridefinire prodotti
                                                                                      e servizi per evitare i rifiuti, riducendo
                                                                                      gli impatti negativi.
                                                                                      Trovare alternative alla plastica con-
                                                                                      venzionale è una delle maggiori sfide
                                                                                      nella transizione verso un modello
                                                                                      libero dal petrolio e una fusione tra
                                                                                      le tecnologie della bioeconomia e
                                                                                      i sistemi dell’economia circolare è
                                                                                      decisiva per raggiungere l’obiettivo.
                                                                                      Il report dell’UNEP (il Programma
                                                                                      delle Nazioni Unite per l’ambiente)
                                                                                      World Environmental Day Outlook
                                                                                      2018 mette in luce l’importanza
                                                                                      delle plastiche a base di biomassa
                                                                                      per combattere l’inquinamento da
                                                                                      plastica che sta impoverendo gli
                                                                                      oceani e mettendo in pericolo specie
                                                                                      in tutto il mondo. La bioeconomia
                                                                                      potrebbe anche trarre beneficio
                                                                                      dall’economia circolare per quanto
l’80% dei prodotti farmaceutici e per      comprensiva e sistemica sfide sociali      riguarda la sostenibilità dei materiali
la diagnostica e il 50% dei prodotti       interconnesse. Questo approccio            a base legnosa. L’ulteriore espansio-
agricoli                                   è chiaramente presente all’interno         ne della bioeconomia in risposta alla
La bioeconomia, grazie al suo enor-        della strategia Europe 2020 (Euro-         crescente domanda globale di cibo,
me potenziale innovativo, può essere       pean Commission, 2010) che afferma         mangime, biomateriali e bioener-
una risposta a gran parte delle sfide      esplicitamente che la creazione            gia potrebbe portare a conflitti di
globali che dovremo affrontare             di una bioeconomia entro il 2020           domanda e offerta e a cambiamenti
nei prossimi anni, dal risanamento         rappresenta un fattore chiave per          nella disponibilità di terreno per la
ambientale, ai problemi del cam-           la creazione di un’economia basata         produzione di cibo, biomateriali
biamento climatico, all’invenzione         sulla conoscenza e l’innovazione.          e bioenergia. Una bioeconomia
di nuovi medicinali, alla necessità di     Il settore forestale, insieme a quello     circolare e sostenibile manterrebbe
sfamare un mondo in cui i fabbisogni       agricolo, svolge un ruolo chiave nel       le risorse al loro massimo valore il più
alimentari aumenteranno del 70% da         successo della bioeconomia poiché          a lungo possibile attraverso l’utilizzo
qui al 2050. In estrema sintesi, sebbe-    le foreste forniscono la maggior           a cascata della biomassa e il riciclo,
ne la bioeconomia non possa essere         parte delle nostre risorse rinnovabili e   assicurando la conservazione del
considerata la panacea di tutti i mali     offrono una grande opportunità per         capitale naturale.
sembra almeno possedere alcune             lo sviluppo delle agro-energie servizi
carte da giocare per assicurare la so-     ecosistemici e bioprodotti destinati
stenibilità ambientale ed economica        a sostituire i materiali non rinnova-
delle nostre società. Da questo punto      bili. In questo quadro la promozione
di vista, il carattere trasversale della   del legno in quanto risorsa naturale       13. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato
bioeconomia offre un’opportunità           domestica rinnovabile è essenzia-              delle foreste e del settore forestale in Italia
unica per affrontare in maniera onni-      le nel contesto del rafforzamento              – MIPAAFT 2019

                                                                                                                                        11
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

                                                                                       arredo.
                                                                                       L’Italia è tra i primi Paesi al mondo

IL SETTORE
                                                                                       per l’esportazione di prodotti finiti e
                                                                                       il sistema legno-arredo costituisce il
                                                                                       comparto trainante della filiera fore-

E LE FILIERE
                                                                                       sta-legno italiana. I principali mercati
                                                                                       di destinazione delle esportazioni
                                                                                       sono gli Stati Uniti d’America e la
                                                                                       Russia, che coprono il 12% circa delle

FORESTALI                                                                              esportazioni italiane e l’Europa, con
                                                                                       Francia, Germania e Regno Unito
                                                                                       che ricevono da soli circa il 36% delle
                                                                                       esportazioni italiane.
                                                                                       Il settore delle costruzioni in legno
                                                                                       registra un forte incremento della
                                                                                       produzione del 7,7% dal 2010 al 2014
Il settore forestale nel nostro Paese,     32 miliardi di €.                           anno in cui il settore si è attestato in-
oltre a non aver ancora applicato i        L’Italia per il settore legno-mobili,       torno ai 602,5 M €, un dato in contro-
principi della GFS, non riesce ancora      escludendo Lussemburgo e Malta,             tendenza rispetto a un settore in crisi
a valorizzare tutte le sue potenzialità.   risulta il paese dell’UE acon il più        come quello dell’edilizia, ma molto
La rigidità della struttura imprendi-      basso grado di auto-sufficienza             importante per questo comparto
toriale e culturale che caratterizza il    nell’approvvigionamento di mate-            che ha assunto un ruolo fondamen-
settore e la frammentazione nor-           ria prima legnosa. Le importazioni          tale per la ricostruzione post-sisma
mativa che lo disciplina, sono tra le      di materia prima per usi industriali        dell’Appennino.
principali cause di ritardo con cui        negli ultimi 5 anni superano in media       Altro importante segmento della
dobbiamo fare i conti, nonostante il       i circa 12 milioni di m3 annui, contro      filiera foresta-legno che si approvvi-
tema delle filiere economiche legate       una produzione interna di poco più          giona di materia prima legnosa, fino
al bosco sia molto importante per          di 2 milioni di m3 di legname.              agli scarti di lavorazione e mate-
la crescita nel nostro Paese degli         Il legname consumato (tondo e               riale ligneo di riciclo, è quello della
obiettivi UE al 2030 della strategia       semilavorato) proviene per oltre il         trasformazione in pasta di cellulosa
della circular bio-economy. In italia la   65% dall’estero e principalmente da         destinata ad uso cartario. L’unico
filiera legno genera l’1,6 del PIL e dà    Austria, Francia, Svizzera e Germa-
lavoro a oltre 300mila persone esclu-      nia. Il legname industriale italiano
so l’indotto, siamo i più importanti       viene principalmente prelevato (66%
produttori ed esportatori di mobili ed     del totale) da tre regioni, Lombar-
abbiamo grande e consolidata ca-           dia, Trentino Alto Adige e Calabria,
pacità produttiva nel settore cartario     ed è costituito in massima parte da
e del packaging14.                         legname grezzo per trancia, sega,
Sebbene più di un terzo della superfi-     sfogliatura (compensati) e travature.
ce nazionale sia ricoperta da boschi,      Con materiale legnoso disomo-
in generale la maggior parte delle         geneo, forniture discontinue e in
imprese di utilizzazione che operano       limitate quantità, le industrie di
nel territorio nazionale risultano di      trasformazione italiane non riesco-
piccole dimensioni, sono insufficien-      no a massimizzare il profitto ed a
temente dotate di macchinari e asso-       consolidare la catena del valore che
ciano alla raccolta e commercia-           parte dalle utilizzazioni della materia
lizzazione di legname altre attività,      prima: nella maggior parte dei casi
costituendo in molti casi l’ultima         trovano più conveniente l’approvvi-
realtà di presidio socioeconomico          gionamento all’estero (Importiamo
per i territori interni. Nonostante        l’80% del nostro fabbisogno di pro-
questo, e la forte dipendenza dall’e-      dotti legnosi)15 senza che vi sia una
stero per l’approvvigionamento della       vera valorizzazione del made in Italy.
materia prima, la filiera nazionale        Il settore relativo alla trasformazione
del legno-arredo nel suo complesso,        del legno (prodotti per l’edilizia, semi-
grazie all’efficacia dell’industria del    lavorati e componenti per l’industria
mobile, garantisce un saldo com-           dell’arredo) copre il 37% della filiera
merciale positivo. Con il 15% delle        legno arredo e occupa circa il 25%
imprese è il secondo settore dell’in-      degli addetti. Il settore del mobile
dustria manifatturiera italiana e il       (il 63% di tutta la filiera) occupa il
volume d’affari complessivo supera i       50% degli addetti del sistema legno

12
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

settore in pareggio in termini d’im-          e bosco) ed i consumi di biomassa           a 300mila tonnellate. Per quel che
portazioni ed esportazioni è la carta         legnosa per usi termici stanno cono-        riguarda la legna da ardere, invece,
e cartone. Negli ultimi anni questo           scendo in Italia un boom negli ultimi       se ne bruciano 19,3 milioni di ton-
ambito industriale risulta in crescita        10 anni. Sul fronte dei consumi le          nellate a cui si sommano 4,7 milioni
come il riciclo e il riutilizzo del legno     stime17 dicono che la diffusione delle      di cippato. Sul versante economico
e dei prodotti derivati che interessa         biomasse è maggiore nei comuni              soltanto la produzione di stufe realiz-
oltre 2 milioni di t/anno, e genera           di montagna dove una parte non              za un fatturato di 700 milioni di euro
nuovamente pannelli di particelle e           irrilevante della legna utilizzata dalle    all’anno e dà lavoro a 3.000 persone.
di fibre o, in misura minore, paste ad        famiglie (il 21,4% delle famiglie) viene    Il mercato delle caldaie è in aumento
uso cartario ed energia.                      autoprodotta o recuperata, e si con-        del 20% annuo con un fatturato di
La filiera foresta-legno italiana             ferma che i 3,3 milioni di tonnellate       150 milioni di euro e 2.500 dipenden-
presenta sicuramente numerose                 di pellet consumati annualmente (il         ti. Stiamo parlando dunque di una
opportunità di crescita per imprese           4,1% delle famiglie), provengono per        filiera industriale sana che esporta
singole e associate che svolgono              la quasi totalità dall’estero visto che     anche all’estero.
attività selvicolturali di gestione volte     la produzione nazionale è intorno
ad assicurare, oltre alla produzione
di legno, la gestione e la manuten-
zione continua del territorio sia nei
comparti dell’edilizia in controten-

                                              STRATEGIE
denza rispetto ai classici materiali
delle costruzioni16.
Particolare importanza assume
la gestione del bosco e la filiera
energetica ad esso collegata nel
raggiungimento degli obiettivi
Europa 2030 sulle energie rinnovabili
                                              E REGOLAMENTI
previsti dall’Unione Europea. Oggi
infatti in Italia circa il 67% dell’energia
termica da fonti rinnovabili, pari a
7,5 Mtep, proviene dalle biomasse
                                              EUROPEI
solide agroforestali (colture dedicate

                                              Il riconoscimento economico delle           foreste e filiere forestali, proposti per
                                              risorse forestali da parte della UE e il    la prima volta nel 1998 con la prima
                                              riconoscimento del loro valore cultu-       Strategia forestale Ue e rielaborati
                                              rale, sociale e ambientale, contrasta       nel 2005 dal Forest action plan (PAF),
                                              però con l’assenza di una politica          si concentrano sulla promozione e
                                              forestale comunitaria analoga a             diffusione della Gestione Forestale
                                              quella che si è sviluppata in ambi-         Sostenibile e sulla valorizzazione
                                              to agricolo, poiché le foreste non          della multifunzionale degli ecosistemi
                                              rientrano nei trattati istitutivi e sono,   forestali.
                                              quindi, prive di una politica comune.       Oggi la materia forestale in Europa
                                              Le foreste sono ampiamente consi-           trova il suo principale strumento
                                              derate all’interno di altre politiche       strategico nella Comunicazione
                                              settoriali ma oggi trovano attuazione       della Commissione “Nuova strategia
                                              quasi esclusivamente nelle politiche        forestale dell’UE: per le foreste e il
                                              agricole e nelle politiche di sviluppo      settore forestale” (COM(2013) 659)
                                              rurale e, in accordo con il principio       che risponde alle nuove sfide cui le
                                              di sussidiarietà, la politica forestale     foreste e il settore forestale si devono
                                              resta di principale competenza dei
                                              Paesi membri.
                                              L’UE ha tuttavia attuato negli anni
                                              diverse azioni rivolte al settore fore-     14. Dati FederlegnoArredo- ConLegno
                                              stale, includendole in altre politiche      15.   Dati FederlegnoArredo- ConLegno
                                              in primo luogo quella agricola ed           16. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato
                                              ambientale, che sono servite di sti-            delle foreste e del settore forestale in Italia
                                              molo e incoraggiamento alle azioni              – MIPAAFT 2019
                                              sviluppate a livello nazionale. Gli         17.   Fonte AIEL – Associazione italiana energia
                                              orientamenti europei in materia di                da legno

                                                                                                                                           13
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

confrontare nei prossimi anni e che         membri sono esortati a integrare le
hanno portato ad approvare, con la          proprie strategie forestali nazionali
Risoluzione del Parlamento Europeo          tenendo conto delle pertinenti politi-
del 28 aprile 2015 (SWD(2015) 164), il      che europee.
documento di revisione “Una nuova           Per contrastare il drammatico trend
strategia forestale dell’Unione euro-       del commercio di legname di prove-
pea: per le foreste e il settore foresta-   nienza illegale, invece, l’Unione euro-
le” con cui vengono indicate le linee       pea si è dotata di due specifici rego-
di indirizzo per le politiche nazionali     lamenti (n. 2173/2005 e n. 995/2010),
e a cui ha fatto seguito la Comuni-         noti con gli acronimi FLEGT (Forest
cazione della Commissione “Una              Law Enforcement, governance and tra-
nuova strategia forestale dell’UE: per      de) ed EUTR (European Union Timber
le foreste e il settore forestale” (COM     Regulation). Il FLEGT riguarda alcune
(2018) 811).                                disposizioni relative alle importazioni
L’attenzione è rivolta alla catena di       di legname e si basa su un sistema
valore generata dalle foreste come          di accordi volontari di partenariato
realtà complesse, ovvero al prezioso        (VPA) tra l’UE, con rappresentate
e delicato utilizzo delle risorse fore-     la Commissione Europea e gli Stati
stali ai fini della produzione di beni e    produttori di legname. Il regolamen-
servizi. L’importanza delle foreste è       to EUTR interessa tutti gli operatori
dunque identificata dalla nuova stra-       e commercianti che trattano il legno
tegia dell’UE non solo per lo sviluppo      e i prodotti da esso derivati prove-
rurale, ma anche per l’ambiente e la        nienti sia da paesi UE, sia extra-UE,
biodiversità, per le industrie fore-        ponendosi il fine di contrastarne il
stali, la bioenergia e la lotta contro i    commercio illegale.
cambiamenti climatici. Tutti gli Stati

LE FORESTE
URBANE                                                                                  strumenti tecnici adeguati. Ecosiste-
                                                                                        ma Urbano21 registra che le politiche
                                                                                        del verde messe in atto dai comuni
                                                                                        italiani sono ancora altalenanti: ad
                                                                                        esempio, soltanto il 62% dei capo-
                                                                                        luoghi è stato in grado di fornire un
Particolare importanza dal punto di         rischio rappresenta uno strumento           bilancio del numero di alberi esistenti
vista ambientale e igienico sanita-         spesso utilizzato per la purificazione      in aree di proprietà pubblica (strade
rio rivestono gli spazi verdi in aree       dell’aria, l’attenuamento dell’inqui-       e parchi) e 21 città che presentano
costruite, aree urbane e periurbane,        namento acustico e per la rimozione         una dotazione superiore a 20 albe-
che nel nostro Paese rappresentano          di contaminanti originati dai processi      ri/100 abitanti e le 6 migliori supera-
però solamente il 7,8% (170.215 ettari)     antropici, produttivi agricoli, civili o    no i 30 alberi/100 abitanti (Brescia,
di cui il 92% è ricoperto da alberi e il    industriali come: polveri sottili, com-     Modena, Arezzo, Rimini, Mantova e
restante 8% da prati18. La loro esten-      posti organici (es. residui di fitofar-     Bologna).
sione totale e la superfice media ten-      maci) nel suolo, nelle acque di falda       La Legge n.10 del 14.01.2013 (Nuove
dono a diminuire all’aumentare della        e superficiali19.                           norme per lo sviluppo degli spazi
densità di popolazione. Ogni italiano       Dagli ultimi dati disponibili20 risulta     verdi urbani) obbliga i comuni a
ha a disposizione 27 m2 di verde in         che nei 116 capoluoghi di provincia         realizzare il catasto del verde urbano,
aree urbane, ben sopra la soglia di         italiani il Piano del verde è presente in   impone una specifica tutela per gli
qualità della vita (9-11 m2), ma il sem-    meno di una città su 10, il regolamen-      alberi monumentali e le vie alberate
pre maggiore interesse degli italiani       to del verde nel 44,8% dei casi, e il       urbane, e riconosce il 21 novembre
per gli alberi in ambienti urbani non       censimento del verde è realizzato da        coma la giornata nazionale degli
si riflette nella manutenzione e cura       3 città su 4, il tema del verde pubbli-     alberi con l’intento di valorizzare
costante di questi ultimi. L’impian-        co deve essere dunque affrontato            l’ambiente e il patrimonio arboreo
to di alberi in aree degradate o a          in modo sistematico con risorse e           per favorire politiche utili a ridurre le

14
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

                                                                                    terzi di tutte le emissioni che sono
                                                                                    state immesse nell’atmosfera da atti-
                                                                                    vità umane. L’Europa si è posta obiet-
                                                                                    tivi ambiziosi per la riduzione delle
                                                                                    emissioni di CO2 e un aiuto prezioso
                                                                                    potrebbe arrivare da nuovi progetti
                                                                                    di rimboschimento e di riforestazio-
                                                                                    ne, visto che 1 ettaro di foresta può
                                                                                    sequestrare fino a circa 5 tonnellate
                                                                                    di CO2 all’anno, con un costo inferiore
                                                                                    a 100 dollari per tonnellata.
                                                                                    Gli alberi non solo migliorano la
                                                                                    qualità dell’aria ma possono anche
                                                                                    aiutare a migliorare la qualità del
                                                                                    suolo. Sono i “polmoni verdi” della
                                                                                    Terra e svolgono un ruolo fondamen-
                                                                                    tale nella prevenzione del dissesto
                                                                                    idrogeologico, nel mantenimento de-
                                                                                    gli equilibri del pianeta e il benessere
                                                                                    delle persone, a migliorare la qualità
                                                                                    della vita nelle nostre città. Senza
                                                                                    contare che il grande patrimonio
                                                                                    arboreo e boschivo rappresenta una
                                                                                    delle bellezze dell’Italia da riscoprire e
                                                                                    tutelare con maggior impegno.
                                                                                    La vegetazione in città funge da
                                                                                    climatizzatore naturale stemperando
                                                                                    quelli che sono gli eccessi termici che
                                                                                    caratterizzano l’ambiente urbano e
                                                                                    riducendo l’effetto “isola di calore”,
                                                                                    dovuto alla superfice di cemento che
                                                                                    riflette i raggi del sole, e la tempera-
                                                                                    tura nei mesi estivi anche di 8°C. Le
                                                                                    funzioni sociali, culturali ed esteti-
                                                                                    che delle aree verdi sono elementi
emissioni e prevenire il dissesto e la    città. Il verde urbano e peri-urbano,     cruciali degli spazi aperti cittadini
protezione del suolo. In attuazione       inteso come l’insieme delle compo-        per le possibilità che offrono a fini
di questa legge i comuni sono tenuti      nenti biologiche che concorrono a         della ricreazione, socializzazione e
a individuare aree pubbliche per          determinare l’impronta funzionale e       della possibilità di svolgere attività
favorire la nascita di polmoni verdi      paesaggistica di un centro abitato        sportive.
urbani, che possono anche essere          in equilibrio ecologico col territorio,   Un recente rapporto della FAO22 ha
adottati dalle scuole, dove piantu-       rappresenta un vero e proprio siste-      confermato quanto le foreste urbane
mare un albero per ogni minore nato       ma complesso formato da un insie-         siano un fattore decisivo per rendere
o adottato nei comuni con popola-         me di superfici e di strutture vegetali   le città un posto più sicuro per la
zione superiore ai 15 mila abitanti.      eterogenee in grado di configurarsi       salute dei cittadini, mitigando i cam-
Sempre la legge 10/2013 impone ai         come un bene di interesse collettivo e    biamenti climatici a cui il Pianeta è
Sindaci di rendere noto il bilancio       come una risorsa multifunzionale per
arboreo del comune durante il loro        la città e per i suoi abitanti.
mandato amministrativo: si deve di-       Che piantare alberi fosse un’otti-
chiarare cioè il rapporto fra il numero   ma strategia per purificare l’aria e
degli alberi piantati in aree urbane di   produrre l’ossigeno pulito lo sape-       18. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato
proprietà pubblica rispettivamente        vamo già, ma che farlo sia anche il           delle foreste e del settore forestale in Italia
                                                                                        – MIPAAFT 2019
al principio e al termine del mandato     modo più intelligente ed economico
stesso, dando conto dello stato di        per affrontare la crisi climatica, lo     19. RAF Italia 2017-2018. Rapporto sullo stato
                                                                                        delle foreste e del settore forestale in Italia
consistenza e manutenzione delle          confermano gli scienziati che hanno           – MIPAAFT 2019
aree verdi urbane di propria compe-       fatto un primo calcolo di quanti
                                                                                    20. ISTAT - 2015
tenza.                                    alberi potrebbero essere piantati per
Gli alberi e le aree verdi sono elemen-   salvare il Pianeta. Secondo i ricerca-    21. ECOSISTEMA URBANO – Legambiente 2017
ti decisivi per il miglioramento della    tori un programma di piantagione          22. Guidelines on Urban and Periurban Fore-
qualità della vita in particolare nelle   mondiale potrebbe rimuovere i due             stry”- FAO 2016

                                                                                                                                     15
LA BIOECONOMIA DELLE FORESTE

sottoposto. Il rapporto ha reso noto         clima. C’è chi ritiene per questo che
che il 70% della popolazione vivrà nei       dovremmo pensare agli alberi come
centri urbani entro il 2050 e proprio        ad una vera e propria infrastruttura
per questo le foreste urbane sono            di salute pubblica in grado di aiutare
basilari per lo sviluppo sostenibile.        il benessere fisico e mentale dei
Non si tratta, infatti, di un solo miglio-   cittadini.
ramento della qualità dell’aria e del        Perciò è importante che le istituzioni,
clima urbano, ma anche di un netto           ma anche soggetti privati ed i cit-
cambio di registro in tema di salute         tadini attivi, favoriscano la piantu-
da parte dei cittadini. Le stime FAO         mazione di alberi attuando azioni
dimostrano che aumentare del 10 %            concrete a sostegno di politiche
gli spazi verdi urbani può contribuire       che valorizzino gli investimenti e le
a ritardare l’insorgere di problemi          donazioni e, soprattutto, educando
di salute – in particolar modo quelli        la popolazione sui benefici della
cardiovascolari – di ben cinque anni.        salute pubblica del piantare alberi
Infine, anche la biodiversità trae           così come sull’impatto positivo per
beneficio diretto dalle foreste in città:    ridurre gli effetti del cambio climati-
si stima infatti che il 20% di tutte le      co. Partendo da questo presupposto,
specie di uccelli e i 5% delle piante        Legambiente insieme ad altre 10 im-
vascolari vivano nelle zone urbane e         portanti realtà del settore forestale e
periurbane.                                  ambientale, ha sottoscritto l’appello
Gli alberi sono alleati del clima e gra-     della ComunitàLaudatoSi per pianta-
zie alla loro funzione di depuratori         re rapidamente 60milioni di alberi in
naturali dell’aria, riescono a interagi-     Italia , con la premessa che servono
re con tutti gli elementi e a mitigare       spazi e luoghi idonei, materiale vivai-
l’effetto serra assorbendo l’anidride        stico controllato e risorse per le cure
carbonica e le altre emissioni di            colturali.
origine antropica che modificano il

IL FUTURO
DELLE NOSTRE
FORESTE
Serve un nuovo progetto per le               la conseguenza che soprattutto i
foreste d’Italia che necessita di            boschi dell’Italia centro-meridionale
condivisione tra i soggetti pubblici, e      appaiono per lo più boscaglie atte
tra questi ed i privati, e di risorse eco-   a produrre solo legna da ardere.
nomiche e fondi che garantiscano             Valorizzare i servizi ecosistemici
una adeguata strategia per la tutela         che le foreste forniscono, frenare
della biodiversità. La politica foresta-     l’abbandono di molte aree interne,
le nazionale infatti non è mai partita       presidi fondamentali per la preven-
in termini applicativi e, tra le varie       zione degli incendi e contro il dissesto
motivazioni di ciò, c’è la grandissima       idrogeologico, sottolineare l’impor-
frammentazione della proprietà fon-          tanza della sostenibilità, anche ai fini
diaria privata24 che ha impedito, più        una corretta certificazione forestale,
di qualsiasi vincolo di natura ecologi-      sono elementi da tenere in conside-
ca, quella vasta opera di conversione        razione per sperimentare una nuova
dei boschi cedui all’alto fusto con          modalità di gestione delle foreste.

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