SALENTO, A CASTRO PER UNA VACANZA DI STORIA, TRADIZIONE, MARE, MUSICA E CORDIALE OSPITALITÀ

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SALENTO, A CASTRO PER UNA VACANZA DI STORIA, TRADIZIONE, MARE, MUSICA E CORDIALE OSPITALITÀ
SALENTO, A CASTRO PER UNA VACANZA DI STORIA,
     TRADIZIONE, MARE, MUSICA E CORDIALE
                  OSPITALITÀ
                                       Posted on 17 Maggio 2017

Category: Turismo e Viaggi
Tags: Castro, Salento

A Castro (Le), situato lungo la costa orientale della penisola salentina e formato dall'abitato
principale di origine medievale, posto su un promontorio e dalla parte bassa di Castro Marina, sorta

                                         Impressioni di Viaggio
                                                                                              Page: 1
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intorno al porto, prende il via il periodo vacanziero del Salento
proponendo eventi di tradizione misti a profonda religiosità, un
ambiente naturalistico ed ambientale suggestivo ed un’accoglienza
gioiosa e cordiale. Inoltre, Castro, affermato centro peschereccio e
balneare, vanta anche origini antiche quale erede della romana
Castrum Minervae, le cui vestigia riportate alla luce, sono state
oggetto ed anche attualmente vengono studiate con accurate ed
approfondite ricerche archeologiche.
Così, con la Festa in onore della Madonna dell’Annunziata a Castro
iniziano le vacanze nel Salento dei due mari, con coinvolgenti
ballare proposti tutte le sere e con la pizzica nelle piazze, la
possibilità di assaggiare il buon vino del territorio, degustare
prodotti tipici e divertirsi nel corso del periodo di primavera - estate
2017.
Infatti, il 23, 24 e 25 aprile di ogni anno ricorre la grande Festa che
inaugura la lunga serie di eventi di tradizione nel Salento, proposti uno per ogni week end di
primavera, quindi uno ogni sera d’estate. Ed i turisti e visitatori avranno solo l’imbarazzo della
scelta, non sapendo dove andare prima per ballare e condividere con la gente del posto la gioia di
vivere.
Per sostenere e promuovere questi eventi ed iniziative legate alla promozione dell territorio ed
all’ospitalità, la Regione Puglia ha messo a disposizione finanziamenti nell’ambito dei POR FESR-FSE
2014-2020, Asse VI, Azione 6.8.
                                               A Castro la Festa inizia nel pomeriggio del 24 aprile
                                               quando, nell’ambito della sfilata storica, gli abitanti
                                               indossano abiti medioevali e fanno fare ai visitatori un
                                               tuffo nel passato, quando la città era una contea ed il
                                               conte con i nobili ed i cortigiani festeggiavano la
                                               Madonna deponendo ai suoi piedi un cesto di fiori.
                                               Subito dopo avviene la degustazione de “lu pisce a
                                               sarsa”; si tratta di vope (in dialetto ope) fritte cosparse di
                                               aceto e mollica di pane. Era il piatto tipico dei pescatori i
                                               quali conservavano il pesce azzurro nell’aceto per non
farlo andare a male. Ed attualmente questa gustosa pietanza viene offerta gratuitamente agli ospiti.
E’ considerata la variante della scapece gallipolina, in cui il pesce piccolo viene fritto e lasciato
macerare nell’aceto e colorato con lo zafferano.
Quindi, all’imbrunire si accendono le mille luci colorate delle luminarie, impalcature di legno che,
con i loro ghirigori, si ispirano al barocco leccese. Le ditte del Salento sono uniche in Italia tant’è che
vengono chiamate anche all’estero per decorare i centri commerciali e le grandi vie delle capitali
europee e del mondo come Parigi, Hong Konk e Tokyo.

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Il cielo si illumina e colora dell’ irridescente luccichio dei
fuochi d’artificio e la banda intona i grandi capolavori
della musica lirica italiana. Quest’anno variante in swing
con Conturband, una banda di giovanissimi originaria di
Turi, che propone i grandi classici della musica
internazionale e pizzica con i giovani di Castro.
Intanto cresce l’attesa per i fuochi d’artificio, col la sfida
tra quattro ditte specializzate per ottenere l’ambito
premio e avere anche l’onore di ritornare a Castro. Lo
spettacolo dura due ore, dalle 21 alle 23 ed è bello
assistervi e commentare con la gente del posto.
Al mattino successivo si celebra un rito religioso molto intenso, con la processione in onore della
Madonna dell’Annunziata che attraversa tutte le vie del paese. Il sindaco consegna le chiavi della
città alla Madonna e anche durante la processione, in pieno giorno, vengono sparati fuochi
d’artificio in segno di festa.
La statua della Madonna con l’Angelo, restaurata di recente, è essa stessa un capolavoro; infatti,
venne realizzata dal grande maestro della cartapesta leccese, Antonio Maccagnani nell’800 e viene
conservata nella chiesa madre assieme ad altri capolavori dell’arte sacra, in cartapesta, come la
Statua della Madonna Addolorata e del Cristo Risorto, firmato dall’altro grande maestro della
cartapesta leccese Manzo.
                                               Ma Castro e’ bella da vivere tutto l’anno. Infatti, ogni
                                               anno la città richiama migliaia di turisti per ammirare la
                                               Grotta Zinzulusa e per il fascino del suo centro storico,
                                               entrambi visitabili con guida con il biglietto unico (8
                                               euro), che permette l’ingresso in grotta (sia via mare che
                                               via terra) ed al rinnovato Museo Archeologico in cui si
                                               può ammirare l’imponente busto della Dea Minerva, cui
                                               era dedicato il tempio.
                                               La Grotta Zinzulusa deve il suo nome ai pescatori che,
                                               vedendo da lontano le stalattiti che pendevano dal
soffitto come tanti stracci, la soprannominarono la Zinzulusa (dal dialetto zinzuli, stracci). Le
stalattiti e le stalagmiti assumono le forme più fantasiose, come la torre di Pisa, il Duomo ed ancora
adesso vivono in grotta specie di cui si ha traccia sin dalla preistoria, i gamberi ciechi.
Salendo poi per il centro storico si attraversa la piazza, dove sono visibili i resti, le colonne e gli
affreschi dell’antica chiesa bizantina, sulle cui rovine è sorta poi l’attuale chiesa madre, sede per un
certo periodo anche del Vescovado. Ma è appena dietro l’angolo che Castro sfodera ancora un altro
gioiello: le rovine del tempio della Dea Minerva che dominava la città e le imponenti mura

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messapichechesipossonoancoraoggiammirare.Ascoprirleassiemealbusto
della Dea Minerva l’equipe guidata da Francesco
D’Andria.
“Castro”, ha affermato D’Andria “era un grande emporio
commerciale, proteso sul Mediterraneo, una città molto
famosa nel Mondo Antico, tanto che Virgilio nel III libro
dell’Eneide la cita, facendovi approdare l’eroe troiano,
Enea, che avrebbe dato i natali a Roma. L’imponente
statua della Dea Minerva è stata trovata sepolta in un
cassettone di pietra tra le rovine del tempio, un tempio
molto imponente a giudicare anche dalle decorazioni in pietra leccese che sono state trovate”.
Inoltre, in ottobre 2017 il busto della Dea Minerva di Castro sarà in mostra all’Ara Pacis di Roma. “La
Statua e le decorazioni del tempio saranno in mostra in autunno nell’Ara Pacis”, ha informato il
sindaco, Alfonso Capraro. “Sarà l’occasione per far conoscere ancora di più la nostra bella Castro
che attrae ogni anno sempre più turisti. L’anno scorso abbiamo registrato un aumento del 7,7 per
cento. Puntiamo non solo sul turismo balneare, grazie al nostro splendido mare, in cui sventola
ormai da anni la Bandiera Blu, ma anche sul turismo culturale avendo arricchito l’offerta con
l’apertura del museo archeologico nel castello, proprio nel cuore del centro storico”.
                                      Imperdibile è la visita al museo archeologico per ammirare la
                                      Statua della Dea Minerva e la romantica passeggiata lungo le mura
                                      del castello da cui lo sguardo si perde tra gli ulivi e l’orizzonte.
                                      Roca Vecchia. Per conoscere sempre più a fondo le storie dei
                                      popoli che abitavano e abitano sulle sponde del Mediterraneo, non
                                      può mancare una visita all’area archeologica di Roca Vecchia,
                                      definita la Micene del Salento. Era un villaggio abitato dall’Età del
                                      Bronzo fino all’alto Medioevo, al centro di numerosi scambi
                                      commerciali e culturali. Lo stanno rivelando gli scavi condotti
                                      dall’Università del Salento da diversi anni, avviati dall’esperto
                                      Cosimo Pagliara ed attualmente condotti da un’equipe di giovani
                                      archeologi. “Roca era un importante approdo per le genti che
                                      solcavano il Canale d’Otranto, dove i locali convivevano con gli
                                      abitanti provenienti da Mykonos”, spiega l’archeologo Nico
                                      Scarano.
Il sito è aperto tutti i giorni dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 16.30 per visite guidate gratuite come
ha annunciato l’assessore al turismo del Comune di Melendugno, Anna Elisa Prete che aggiunge: “Il
Comune di Melendugno si è posizionato al terzo posto per aumento dei flussi turistici in tutta la
Regione Puglia. Vogliamo mantenere questo trend positivo migliorando sempre di più la qualità
dell’offerta turistica”.
A pochi passi dal sito archeologico si trova la Grotta della Poesia piccola: era un Santuario dove i
naviganti del Canale d’Otranto scrivevano le loro preghiere in ben tre lingue: il greco, il latino e il
messapico. Invocavano il dio Tutor latino, Thaotor greco, Thator messapico perché li conducesse
sani e salvi sull’altra sponda del mare.

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La Grotta della Poesia piccola, attualmente non visitabile,
è collegata via mare alla Grotta della Poesia grande, da
cui avvengono ogni estate spettacolari tuffi. I lettori e i
giornalisti del National Gepgraphic l’hanno definita tra le
dieci piscine naturali più belle al mondo. Ed un hotel lì di
fronte è diventato un caso studiato da Google perché in
una stessa settimana, sono giunti turisti provenienti da
80 Paesi diversi.
Ma se a Roca la costa si caratterizza per le scogliere, le
Marine di Melendugno sono famose anche per le
morbide e bianche spiagge che vanno da Torre Specchia
con San Basilio a San Foca (le Fontanelle e Li Marangi) fino a Torre dell’Orso, una delle baie più belle
al mondo, racchiusa da due falesie e con una pineta che le fa da chioma. Definite dall’Associazione
pedriati italiani a Misura di Bambino, sulle spiagge sventola Bandiera Blu del Fondo sociale europeo
per lo sviluppo e per l’ambiente e Bandiera Gialla di Legambiente.
A Torre Sant’Andrea la Natura si è divertita a giocare con gli scogli. Ecco i magnifici faraglioni: lu
Pepe a forma di Arco e l’Italia a forma di Stivale mentre la Sfinge protegge con il suo sguardo i
piccolo villaggio dei pescatori.
Così, di giorno si può fare un tuffo nelle spettacolari e cristalline acque di Castro e di Melendugno,
la sera ci si può divertire ballando la pizzica nelle piazze oppure ascoltare una banda musicale
contornati da mille luci colorate e dal vociare festante della gente del posto.
www.comune.castro.le.it
www.melendugnotoyou.it
Dove soggiornare:
www.orsamaggiore.it
www.cdshotels.it
www.mediteraneantourism.it
(Piergiorgio Felletti)

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