Riqualificazione della montagna a partire dai fabbricati rurali tradizionali Un'esperienza nel bellunese
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d o s s i e r Riqualificazione della montagna a partire dai fabbricati rurali tradizionali Un’esperienza nel bellunese di Alessandro Bordin ruderi di quei complessi architettonici, spesso di grandi dimen- 1. Introduzione sioni, in cui viveva la famiglia patriarcale contadina, che con- Nel presente lavoro si propone il percorso metodologico che è duceva una vita di sussistenza. necessario seguire nei progetti di riqualificazione del territorio Similmente il progresso tecnico, ha contribuito ad accelerare in aree di media e bassa montagna, ponendo una particolare queste dinamiche (Gurrieri, 1995). Molti cambiamenti subiti attenzione al ruolo che rivestono i fabbricati rurali tradizionali, dai complessi agricoli sono da attribuire all’evoluzione delle un ingente patrimonio spesso inutilizzato con l’abbandono del- tecniche colturali, alla meccanizzazione agricola, alla razio- l’attività agricola. Questo, se lasciato a se stesso, giungerebbe nalizzazione del lay-out aziendale, alla diffusione delle norme ad un degrado tale da determinare notevoli ripercussioni ne- igienico-sanitarie. Sono stati così abbandonati i fabbricati non gative anche dal punto di vista sociale, come la perdita d’iden- più funzionali all’uso, sostituiti da altri di nuova costruzione, più tità di un’economia rurale che ha lasciato pregevoli testimo- razionali ai fini dell’abitazione o dell’attività produttiva, realiz- nianze, delle quali non resterebbe più traccia per le generazio- zati con materiali meno obsoleti, costosi e spesso di difficile ap- ni future. provvigionamento come quelli tradizionali. Ciò non significa che è necessario recuperare e riqualificare tut- Per motivi pianificatori, strutturali, sociali ed economici è op- portuno intervenire solo in alcuni di essi, cioè su quelli meglio ti gli edifici esistenti in un territorio. È, infatti, in aumento il nu- mero di fabbricati che stanno subendo un repentino degrado, conservati, per i quali i costi delle opere è generalmente infe- per effetto della deruralizzazione in atto in molte aree alpine, riore. Promuovere il recupero di queste strutture non deve esse- connessa alle modificazioni che avvengono nei sistemi econo- re solo un incentivo di legge, come previsto dalla legislazione mici. nazionale e regionale promulgata in Italia. È, invece e soprat- Colin Clark (1905-1989), a tal proposito, ha teorizzato la co- tutto, un dovere civico per rendere visibili i segni delle attività siddetta “legge dei tre settori”, che mette in relazione lo svilup- antropiche che hanno addomesticato il territorio, creando de- po di un’economia con le trasformazioni che intervengono. Con gli ambienti più salubri ed idonei alla presenza stabile dell’uo- la Rivoluzione industriale1, si è assistito alla diminuzione del- mo, che si caratterizza nelle aree esaminate dall’abitazione e l’importanza del settore agricolo ed all’incremento del ruolo dall’esercizio dell’attività agricola. svolto da quello industriale, sia nella produzione di beni che per numero di occupati. In seguito è avvenuto il sorpasso del settore industriale da parte del terziario, oggi il motore trainan- 2. Approccio teorico te dell’economia. Sulla base delle osserva- L’iter che consente di riqualificare il territo- zioni di Clark, la deruralizzazione è con- rio, partendo dagli elementi caratterizzanti, nessa alla migrazione della popolazione nello specifico caso i fabbricati rurali tradi- dai territori agricoli a quelli dove era in cor- Valorizzare l’agricoltura zionali, si esplica in tre fasi: conoscere, tute- so un processo di industrializzazione. L’ab- lare e valorizzare, individuando nell’ultima bandono del territorio da parte dei giovani ed i prodotti locali, le possibili alternative. e delle persone in età lavorativa, che cerca- abbinati a strutture È quindi necessario, in via preliminare, indi- vano quindi migliori condizioni di vita ed viduare l’oggetto (fabbricato rurale tradizio- economiche, ha portato in breve tempo al ricettive sostenibili, nale) che deve essere tutelato e valorizzato. declino delle strutture rurali occupate sola- contribuirebbe ad arginare Si tratta di un problema assai complesso, ma mente dagli anziani residenti, che restavano la legislazione fornisce un’autorevole defini- abbandonate con il decesso, avviandole la desertificazione di zione di riferimento. inesorabilmente al declino. Lo testimoniano i queste valli e a Le leggi sull’accatastamento dei fabbricati2 conservarne il paesaggio 46 Estimo e Territorio N. 4 - 2008
d o s s i e r permettono una classificazio- ne in civili e rurali ed includo- no nella seconda categoria tutti quelli funzionali all’attività agricola, come definita dal Codice Civile (art. 2135 sul concetto di imprenditore agri- colo), sia per abitazione che con finalità produttiva (annessi rustici). Ciò non è sufficiente al fine di questo lavoro. Il primo obiettivo, infatti, è stabilire co- sa s’intende per fabbricato ru- rale tradizionale. L’aggettivo “tradizionale” restringe ulte- riormente l’ambito di analisi e l’oggetto di studio. La legisla- zione nazionale, in particola- re la Legge 378/2003, che però non è esaustiva nell’af- frontare l’argomento, nell’arti- colo 1 riconosce come tali i “fabbricati presenti nell’intero territorio nazionale realizzati tra il XIII ed il XIX secolo e che costituiscono testimonianza dell’economia rurale tradizio- nale”. Un altro riferimento fondamentale è l’articolo 10 del De- mento nel contesto territoriale. Quest’ultimo aspetto ha assunto creto Legislativo 42/2004, il quale ne riconosce lo status di be- una rilevanza sempre maggiore nel tempo, tanto che attual- ni culturali, oggetto di tutela. mente con il termine territoriale si comprende non solo il tessu- Gli stessi strumenti di pianificazione territoriale3 adottati a livel- to economico-sociale dell’area di riferimento ma anche l’asset- lo regionale, provinciale e comunale solitamente indicano qua- to paesaggistico. In altre parole il fabbricato tradizionale è un li sono gli insediamenti rurali tradizionali che devono essere og- edificio che ha uno stretto legame con il territorio in cui è inse- getto di tutela. Questo di solito avviene sentito il parere della rito, in tutte le sue componenti. Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali e ciò permette Dopo aver provveduto all’individuazione dell’oggetto del rile- di avviare programmi, per lo più triennali, diretti al recupero, al- vamento, è necessario conoscerne la consistenza, ottenuta ef- la riqualificazione ed alla valorizzazione delle caratteristiche fettuando un inventario delle strutture. Questa è una fase che ri- costruttive, storiche, architettoniche ed ambientali. chiede alcuni rilievi diretti seguiti da una catalogazione, tramite L’approccio legislativo, se da un lato è necessario perché per- un database possibilmente relazionale. Esso consente di racco- mette di delineare in modo ufficiale qual è l’oggetto da tutelare gliere le loro caratteristiche ed ottenere così un archivio com- e valorizzare, dall’altro presenta alcune difficoltà. Infatti, alme- pleto e rapido da consultare ad un costo contenuto. Solo così è no in Italia, per avere una visione unitaria sull’argomento, è ne- possibile formulare delle ipotesi di tutela e di valorizzazione del cessario confrontarsi con un insieme di leg- patrimonio edilizio esistente. gi frammentate, collegate fra loro da riman- Fortunatamente da un po’ di tempo si è co- di a provvedimenti plurimi emanati in mo- minciato a registrare una controtendenza menti diversi. È indispensabile, inoltre, rifarsi Punto di forza in che dovrebbe portare dal degrado al recu- non solo alla legislazione ma anche alla quest’area è pero di queste strutture, importanti testimoni giurisprudenza. necessariamente la di una cultura rurale che lega l’uomo al suo Esistono degli approcci più pratici che ne territorio. Si riconoscono, infatti, l’importan- permettono l’individuazione. La tradiziona- creazione di un mosaico za dei valori del passato e di ciò che è stato lità, seguendo una metodologia ormai con- paesistico tramandato attraverso i manufatti presenti solidata4, è posta in relazione con diversi nel territorio. È importante ricordare, che fattori quali ad esempio l’uso, la funziona- complesso, in cui l’uomo è qualsiasi azione che porta al loro recupero, lità, la tipologia, la forma, la struttura, il ma- ancora attore attivo di siano abbandonati oppure utilizzati ma in teriale usato per la costruzione e l’inseri- precario stato di conservazione, deve tenere trasformazioni rispettose delle caratteristiche ambientali N. 4 - 2008 Estimo e Territorio 47
d o s s i e r in considerazione gli stretti TABELLA 1 - STRUTTURA DEI FABBRICATI, MATERIALI ED IMPIANTI PRESENTI rapporti tra l’edificio ed il con- testo ambientale. È però im- Elemento della struttura Materiale possibile e irrazionale, come Struttura portante e tramezzi Roccia calcarea, granito e porfido. Più recentemente è stato utilizzato il laterizio, da solo oppure pone in evidenza Turri (1990), in combinazione con la pietra pensare di ricostruire uno sce- Intonacatura esterna Può essere presente oppure assente (faccia a vista) nario storico dissonante con le Solai Legno, più recentemente anche in laterizio moderne condizioni del lavo- Tetto Bifalda ed asimmetrico, la struttura portante è in legno ro agricolo. Si deve, invece, Copertura del tetto In passato venivano utilizzate “scandole” di legno, paglia o lastre di calcare. Più recentemente è raggiungere il giusto equili- stato adoperato il laterizio, in particolare la tegola curva. Il legno e la paglia sono stati progressi- brio tra esigenze produttive vamente abbandonati al fine di scongiurare pericoli di incendio negli edifici dell’azienda agricola e con- Grondaia Assente, solo in quelli più recenti è stata inserita (spesso in seguito a ristrutturazioni) servative del patrimonio edili- Scale esterne Legno zio. In questo senso ci posso- no aiutare nella pianificazione Ballatoio Confrontare la descrizione nel testo degli interventi, i recenti Pro- Porte e finestre (infissi e scuri) Legno grammi di Sviluppo Rurale Impianti L’aspetto riguarda i fabbricati utilizzati come abitazione oppure che sono destinati ad attività eco- 2007-2013, fra cui quello del nomiche. Sono presenti i collegamenti alla linea elettrica, all’acquedotto ed alla linea telefonica Veneto (confrontare ad esem- (se richiesta). Non esiste, invece, l’allacciamento al gasdotto. Di conseguenza come combustibile per la cucina è previsto il GPL mentre per il riscaldamento oltre al GPL sono presenti, in alcuni ca- pio la misura 323 dell’Asse 3), si, piccole caldaie a biomasse legnose (cippato, pellets, ecc.). I servizi igienici per l’assenza di pub- che propongono azioni di re- blica fognatura, sono connessi ad una vasca Imohff cupero delle infrastrutture nel rispetto della qualità della vita degli operatori interessati e del- Il risultato è una caratterizzazione dei fabbricati dell’area, resa le condizioni paesaggistiche. possibile grazie al rilievo di quasi tutti gli edifici presenti nelle due valli considerate. In altre parole si è cercato di individuare la struttura edilizia che meglio rappresenta le aree indagate, 3. Caso di studio cioè quella che si rileva più frequentemente e perciò tipica. I temi affrontati sotto il profilo teorico, vengono ripresi e discus- Le tipologie di edifici presenti, che come vedremo sono di sem- si per un territorio di bassa montagna veneta (Val Canzoi e Val- plice struttura, risentono moltissimo degli aspetti ambientali e le del Mis, con particolare riferimento alle località Montagne e territoriali in cui sono inserite. Drusi (2005), mette in rilievo che Gena), compreso parzialmente nel Parco Nazionale Dolomiti in territori difficili come quelli montani, rivestono una notevole ri- Bellunesi. La presenza di un’area protetta, infatti, dovrebbe es- levanza fattori quali gli elementi climatici (radiazione solare, sere da stimolo per preservare il patrimonio edilizio esistente. precipitazioni) e la morfologia del territorio (orografia, giacitu- Ciò in accordo con l’articolo 7 della Legge 394/91, il quale ra, pendenze ecc.). Sono aspetti che hanno condizionato prevede fra le attività svolte da un Ente parco, “la promozione profondamente il posizionamento e la configurazione dei fab- del restauro dei centri storici e degli edifici di particolare valo- bricati, al fine di sfruttare al meglio l’insolazione nel periodo in- re storico-culturale nonché il recupero dei nuclei abitati in am- vernale. Si tratta quindi di un adattamento alle condizioni am- bito rurale”. Questo dovrebbe avvenire non solo nell’area pro- bientali, che sono particolarmente evidenti a Montagne ed a tetta in quanto previsto per legge, ma anche nei territori limitro- Gena, mentre lo sono in misura minore nel fondovalle dalla Val fi, rappresentati dalle aree pre-parco e dai comuni confinanti, Canzoi. Gli edifici di queste località, infatti, sono prevalente- per un “effetto traino”, al fine di preservare dal degrado un pa- mente sviluppati in lunghezza lungo la direttrice est-ovest (se- trimonio unico ed irriproducibile e, contestualmente migliorarne guendo le curve di livello) e presentano la facciata principale le condizioni paesaggistiche ed ambientali. nonché l’ingresso rivolti a sud, cioè verso valle. Detto criterio, che sembrerebbe a pri- Caratterizzazione dei fabbricati ma vista banale, è attualmente seguito nella Occorre preservare il progettazione secondo la bioedilizia, al fi- Il rilievo avvenuto con alcuni sopralluoghi ha ne di creare le migliori condizioni di micro- permesso di conoscere le aree studio ed ef- paesaggio rurale, clima all’interno dell’edificio e per favorire fettuare un censimento dei fabbricati esisten- testimonianza di un maggiore risparmio energetico. Di con- ti e degli elementi che li contraddistinguono seguenza ora si riconosce un’evidenza (localizzazione, utilizzazione, dati catastali, un’economia in grado di scientifica e sperimentale dei vantaggi della strutturali, paesaggistici ecc). A questa fase è convivere con le risorse suddetta esposizione. Nel passato, invece, seguito il trattamento informatico dei dati la soluzione trovava una ragionevole spie- raccolti, con l’implementazione di un data- naturali, in accordo con i gazione con la necessità di sfruttare al me- base relazionale. principi della sostenibilità glio la luce per lavorare all’aperto e la ra- e della conservazione 48 Estimo e Territorio N. 4 - 2008
d o s s i e r diazione solare per essiccare i prodotti agricoli sul ballatoio, un elemento esterno presente in questi fabbricati. La sua struttura è in legno oppure in legno/pietra (quest’ultima sostituita recente- mente dai laterizi). Si riconoscono due tipologie: bellunese e feltrino5. Il primo differisce dal secondo per la maggiore lar- ghezza e per la presenza di elementi in muratura, quali i pila- stri laterali. Il ballatoio della casa bellunese formava un porti- cato che proteggeva il sottostante spazio scoperto al piano ter- reno. Nel caratterizzare i fabbricati è necessario ricordare che le mu- tate condizioni economiche, lo spopolamento, l’invecchiamento demografico e la conseguente modificazione dell’uso del terri- torio, hanno influito pesantemente, per quanto attiene le due valli esaminate, sulla loro destinazione. Sono ormai pochissimi i casi in cui si riconoscono le funzioni originali dell’edificio ad uso promiscuo descritte da Migliorini e Cucagna (1969), ossia abitativa (cucina e camera) e rurale (stalla e fienile) come in fi- gura 1. Si tratta di una soluzione ormai in disuso, per ottempe- rare alle disposizioni legislative igienico-sanitarie relative alle abitazioni. Attualmente, nei fabbricati utilizzati (Val Canzoi, Gena Bassa e Gena Media), si riconosce intatta solamente la struttura ester- na, mentre i locali come già detto sono stati trasformati nella de- stinazione6. Entrando più nel dettaglio, gli edifici sono general- mente a due piani. Alcuni di essi sono a singola unità, altri in- vece sono costituiti da due o più moduli, simili per disposizione e funzione (aggregati in linea). La superficie interna delle sin- gole unità mediamente raggiunge i 40-60 m2. Le abitazioni so- no riconducibili sia a edifici a singola unità (Montagne ed im- mediati dintorni, Gena Media e fondovalle della Val Canzoi) che ad aggregati in linea, questi ultimi costituiti da 2-3 unità di- stinte (anche in questo caso nel fondovalle della Val Canzoi). Quelli inseriti in un’azienda agricola, pure riscontrati in Val Canzoi, sono generalmente aggregati in linea. Un modulo è uti- lizzato per l’abitazione mentre i restanti per i ricoveri degli at- trezzi e, dove presente, per l’agriturismo. Non esistono locali adibiti a stalla perché è stata soppiantata la zootecnia e l’alle- vamento dei bovini in particolare7. Sono presenti alcune attività turistiche ricettive extra-agricole, sempre nel fondovalle della Val Canzoi, che sono esercitate sia in fabbricati a singola unità che in aggregati in linea. Per questi ultimi la divisione tra le di- verse unità è stata interrotta e l’unico elemento di separazione è rappresentato da un tramezzo in cui è stata inserita una por- ta. I fabbricati sono stati realizzati per lungo tempo con materiali escludendo la struttura vera e propria appena descritta, ponen- facilmente reperibili in loco. Ciò risponde a due motivi princi- do in evidenza le somiglianze e le differenze riscontrate nei ri- pali: logistico (facilità di approvvigionamento) ed economico lievi nelle due valli. (contenimento dei costi di costruzione). Oggi, una scelta simile assumerebbe una terza connotazione, quella ambientale che si Risultati, problemi e proposte di riqualificazione collega facilmente allo sviluppo sostenibile del territorio. Uno dei principi cardine della sostenibilità ambientale, infatti, è l’uti- La maggior parte degli immobili rilevati sono tutelati dal Piano lizzo delle risorse locali (materiali ed umane). La tabella 1 indi- del Parco8, uno strumento di pianificazione delle aree protette ca gli elementi della struttura dei fabbricati, i materiali e gli im- previsto dalla Legge 341/91. Esso riporta le modalità d’inter- pianti in essi presenti. vento al fine di recuperare e ripristinare la struttura (confrontare La tabella 2, infine, riassume le caratteristiche degli edifici, gli Allegati delle Norme di Attuazione), in funzione di una ri- N. 4 - 2008 Estimo e Territorio 49
d o s s i e r TABELLA 2 - CARATTERISTICHE RILEVATE NEGLI EDIFICI DELLA VAL CANZOI E NELLA VALLE DEL MIS Caratteristica rilevata Val Canzoi Valle del Mis Da Sospirolo si percorre la strada provinciale (SP 2) che porta a Gosaldo. A Da Soranzen, località nel Comune di Cesiomaggiore si accede per strada comunale Accesso Gena si accede attraverso strada forestale chiusa al traffico veicolare (è ne- sia nel fondovalle che a Montagne cessario richiedere il permesso per transitare, salvo per i locali) Distanza dal centro comunale Inferiore a 10 Km Distanza dal centro più vicino con Inferiore a 20 Km. Per la Val Canzoi si prende come riferimento Feltre mentre per la più di 15.000 abitanti Valle del Mis Belluno Qualità dell’accesso Ottimo La maggior parte è rurale, alcuni sono civili e pertanto accatastati al Nuovo Catasto Rurale, alcuni non sono accatastati. A Gena Bassa un fabbricato è accatastato Tipologia fabbricati Edilizio Urbano. I ruderi non sono accatastati al Nuovo Catasto Edilizio Urbano Epoca I fabbricati risalgono in prevalenza al IXX ed alla prima metà del XX secolo Esistono edifici sia isolati che aggregati in linea. Questi ultimi comprendono perciò Morfologia e disposizione degli Edifici per lo più isolati. A Gena Alta i diversi fabbricati costituiscono un picco- più moduli, ciascuno dei quali rappresenta un’unità abitativa. In località Montagne edifici lo borgo ormai disabitato ed in grave degrado l’insieme dei fabbricati va a costituire un piccolo borgo In origine la maggior parte dei fabbricati era ad uso abitazione. Erano pre- Nel fondovalle sono presenti sia fabbricati ad uso abitazione che adibiti ad attività senti la scuola ed alcune botteghe. Ora la valle è disabitata dagli anni ’70 e economiche (agricoltura e ricettività turistica). A Montagne esistono solo fabbricati la totalità degli edifici di Gena Alta sono ruderi. In località Gena Media alcuni Utilizzazione adibiti ad abitazione, alcuni dei quali utilizzati nel periodo estivo. Per molti dei fab- fabbricati sono stati ripristinati all’uso ed utilizzati nel periodo estivo. A Gena bricati utilizzati è mutata la destinazione d’uso originaria. Sia nel fondovalle che a Bassa l’unico edificio è adibito sia ad abitazione che ad attività commerciale Montagne sono presenti dei ruderi inutilizzati (punto di ristoro) Sono presenti edifici caratterizzati da diversi stati di conservazione. Si passa da fab- bricati in ottime condizioni perché da poco tempo ristrutturati (ad esempio in prossi- I pochi fabbricati ristrutturati (Gena Media e Gena Bassa) sono in ottime con- Stato di conservazione e ristruttu- mità della località Montagne) ad altri che sono invece ruderi. Si segnala che alcuni dizioni. Il restante patrimonio edilizio, che è la quasi totalità, è totalmente de- razioni recenti fabbricati, pur non in buono stato di conservazione, sono tuttora abitati. E’ priorita- gradato ed inutilizzato da lungo tempo rio, per queste situazioni, intervenire in tempi rapidi con ristrutturazioni dell’intero edificio Effetti negativi delle ristruttura- In alcune abitazioni sono state aggiunte delle antenne satellitari Gli interventi eseguiti sono stati realizzati secondo il Piano del Parco zioni Elementi architettonici accessori Muretti a secco Superfici annesse ai fabbricati Generalmente di piccola estensione, adibite a prato oppure ad orto. In alcuni casi la proprietà comprende superfici a bosco Elementi architettonici accessori Muretti a secco, che delimitano piccole superfici di terreno pianeggianti, utilizzate per la coltivazione di alcuni prodotti agricoli Altre tipologie di fabbricati Calchere (fornaci con struttura a botte per la cottura delle pietre calcaree finalizzate all’ottenimento della calce, ormai in disuso) ed alcune malghe utilizzate per l’al- presenti nelle aree analizzate peggio del bestiame Vincoli Si veda la legislazione vigente ed il Piano del Parco Prato sfalciato e bosco, con una leggera prevalenza del secondo. L’abbandono dello Bosco. L’abbandono dell’area ha favorito il suo avanzamento ripristinando co- Unità di paesaggio sfalcio dei prati, ha favorito, infatti, l’avanzamento del bosco. La qualità del paesag- sì la naturalità del territorio. La qualità del paesaggio è ottima gio è generalmente ottima qualificazione e riutilizzazione di quelli sottoutilizzati o dismes- preso decisioni per la collettività. si, spesso in precario stato di conservazione oppure ruderi. Le linee guida, di conseguenza, vengono considerate come un L’emanazione di linee guida per il recupero dei fabbricati, vincolo da chi dovrebbe recuperare questo patrimonio immobi- com’è stato fatto dall’Ente Parco Dolomiti Bellunesi nonché da liare, che si traduce sia in maggiori costi di realizzazione del- Cigalotto e Santoro (2000), è la strada più seguita in molti am- l’intervento9, che in una disaffezione da parte del proprietario. biti territoriali (Ferrario, 2001). Si tratta però della soluzione più Si rischia perciò un maggiore degrado della costruzione che si semplice che non considera un approccio partecipativo nelle riduce a rudere ovvero, nell’ipotesi sia intravista una qualche scelte che potrebbero avere ripercussioni sulla popolazione, possibilità di nuova valorizzazione, che siano intraprese attività sulle strutture esistenti e sul territorio. Diversamente, è auspica- di “riqualificazione” non sempre consone all’ambiente. Un bile il coinvolgimento responsabile di tutti i soggetti potenzial- esempio è la ristrutturazione degli edifici utilizzati come secon- mente interessati nel processo di rivalutazione. Purtroppo anche de case da soggetti non residenti nell’area oppure in comuni li- in questo caso si è limitata l’iniziativa ad un tavolo ristretto i cui mitrofi, similmente a quanto è avvenuto sia a Montagne che a i partecipanti sono stati le Pubbliche Amministrazioni ed un nu- Gena Media. Pur trattandosi quest’ultima di una soluzione non mero esiguo di soggetti specializzati in questi temi, che hanno ottimale ai fini di uno sviluppo sostenibile, ha consentito senz’al- 50 Estimo e Territorio N. 4 - 2008
d o s s i e r tro di contrastare ulteriori fenomeni di degrado delle costruzio- ni. Un grosso ostacolo che s’incontra nel processo di riqualifica- zione delle abitazioni della Val Canzoi e di Montagne, è rap- presentato dalla composizione anagrafica dei residenti10. Se consideriamo, infatti, che l’età media è elevata e che la proge- nie ha preferito stabilirsi in aree meno marginali, quindi più vi- vaci dal punto di vista economico-sociale, non è sempre garan- tito nei prossimi anni il mantenimento in buono stato del patri- monio edilizio. In alcuni casi gli edifici abitati cominciano già a risentire della ridotta o mancata manutenzione. Altri, invece, so- no completamente inutilizzati e ridotti a ruderi perché ritenuti su- perflui rispetto al fabbisogno del nucleo familiare, spesso costi- tuito da una o due persone pensionate, con un reddito com- plessivo modesto, tale da non consentire interventi di manuten- zione straordinaria. Sfugge a questa tendenza generale un nu- mero esiguo di fabbricati immediatamente prossimali a Monta- gne, che si è ritenuto opportuno censire, che è stato recuperato da alcune persone che hanno scelto di risiedere in loco, man- tenendo l’attività lavorativa nel circondario. Gli edifici che sono stati completamente restaurati di recente, si presentano pertan- to in ottime condizioni. In alcuni fabbricati del fondovalle della Val Canzoi, sono eser- La riqualificazione dell’intera Val Canzoi e di Montagne, con ri- citate attività economiche (agricoltura e ricettività turistica). ferimento alle strutture presenti, deve tenere in attenta conside- Queste ultime sfruttano il notevole flusso turistico della valle, che razione gli aspetti appena descritti. Il problema principale di si concentra prevalentemente nel periodo estivo. Più specifica- questo territorio è mantenere la popolazione in loco ed evitare tamente si tratta di due agriturismi (uno dei quali aperto tutto emorragie ed abbandoni verso aree limitrofe. È pertanto essen- l’anno), un Bed & Breakfast (che include un campeggio) ed una ziale e prioritario incentivare le attività agricole ove presenti foresteria di proprietà dell’Ente parco, utilizzabile a pagamen- (ad esempio attraverso i prodotti tipici) e favorire le attività turi- to. Si tratta di iniziative che consentono un ritorno economico stiche-ricreative, in particolare l’agriturismo che ben si concilia che da un lato evita l’abbandono del territorio e dall’altro può con un territorio rurale in ambito montano. Queste ultime pos- essere reinvestito parzialmente per la manutenzione delle strut- sono rappresentare un’interessante fonte di reddito per gli im- ture. prenditori che le esercitano. Trattandosi di un’area a pre-parco devono essere incentivati sistemi di agricoltura ecocompatibili, così come attività turistiche sostenibili dal punto di vista am- bientale. Un ruolo fondamentale lo ha assunto e lo assume tut- tora l’Ente parco, impegnato da alcuni anni nel promuovere i prodotti agricoli tradizionali di montagna, l’agricoltura integra- ta e biologica. Più recentemente, per quanto attiene le attività agrituristiche e di ricettività turistica, il progetto AgEMAS finan- ziato nell’ambito del Programma comunitario LIFE e da poco concluso, ha permesso di intraprendere azioni di sensibilizza- zione e di promozione, finalizzate all’adesione al Marchio di Qualità Ecologica comunitario (detto anche Ecolabel), ai sensi del Regolamento CE 1980/2000. Sono state comprese nell’i- niziativa anche le strutture ricettive di quest’area, che avevano già ricevuto il riconoscimento del Parco sulla base del discipli- nare “Carta Qualità”. Esso si estrinseca in sei disciplinari: Turi- smo – Attività di educazione ambientale ed escursionismo – Produzioni agroalimentari – Produzioni artigianali tipiche – Servizi commerciali – Eventi, sagre, feste e manifestazioni varie. È un’iniziativa di marketing territoriale intesa a promuovere il territorio nel suo complesso, favorendo i prodotti e le attività so- stenibili. In particolare il disciplinare “Turismo”11, consente di va- lorizzare quelle frequentazioni turistiche rispettose dell’ambien- N. 4 - 2008 Estimo e Territorio 51
d o s s i e r te, che trovano ospitalità in FIGURA 1 - PLANIMETRIA DI UN FABBRICATO RURALE TRADIZIONALE BELLUNESE. strutture ricettive che possono essere rappresentate anche da fabbricati tradizionali. Notevolmente diversa è la si- tuazione di Gena in Valle del Mis. A Gena Media, come già evidenziato, è in corso un processo di ristrutturazione di alcuni edifici con realizzazio- ne di seconde case, utilizzate esclusivamente nel periodo estivo. In località Gena Bassa l’unico edificio esistente, fino agli anni ’60 adibito a scuola elementare della frazione, è stato di recente completamen- te recuperato all’uso, sia con finalità abitativa che di punto di ristoro. Il giovane residente, che è anche gestore dell’atti- vità commerciale, si è trasferi- to dal centro comunale di So- spirolo. Più complessa e per questo motivo anche più inte- ressante è la situazione di Ge- na Alta che è una frazione completamente disabitata dal 1972. Lo stato di conserva- zione delle strutture, che nel- l’insieme mantengono intatto l’aspetto del nucleo origina- rio, è molto più alterato rispetto ad alcuni rilievi effettuati verso fenomeni evolutivi che li hanno interessati, singolarmente e nel la fine degli anni ’90, finalizzati già allora a promuovere la va- complesso. lorizzazione del patrimonio edilizio esistente (Cigalotto e San- Le zone considerate non sono state escluse da queste dinami- toro, 2000). Ai fini di un eventuale recupero, di una decina di che. Le Alpi, comprese quelle orientali e più specificatamente le edifici tutti prossimali fra loro è auspicabile, poiché gli attuali bellunesi di cui si tratta, sono state nei secoli e millenni un cro- proprietari12 non sono intenzionati singolarmente a recuperare i cevia europeo di popoli, che si è contraddistinto da numerosi propri fabbricati, prevedere un intervento di tipo misto (pubbli- eventi. Fra questi la realizzazione di insediamenti antropici e la co-privato) che coinvolga nel complesso la frazione. Ciò po- promozione di attività, che hanno trasformato il paesaggio na- trebbe essere finalizzato a favorire un utilizzo rivolto all’educa- turale in bioculturale, di cui esistono evidenti tracce come i fab- zione ambientale oppure turistico, in quest’ultimo caso con una bricati in questo lavoro esaminati. Più che in altri sistemi territo- soluzione simile all’albergo diffuso13. I ricavi ottenuti, realizzati riali, in ambito montano gli elementi naturali che li caratterizza- soprattutto mettendo in atto la seconda ipotesi, dovrebbero an- no (bosco e prato), sono stati preservati dalla distruzione, in dare a coprire i costi d’investimento iniziali e di gestione. quanto l’uomo traeva le risorse per vivere, assicurando così uno sviluppo economico sostenibile. Questo legame trova anche ri- 4. Dai fabbricati, al paesaggio scontro nelle disposizioni legislative sugli usi civici, un diritto rea- le di godimento15 che sembrava estinguersi o perdere quanto ed al territorio meno la sua utilità, con l’abbandono della montagna e la mo- Il paesaggio è l’elemento che “unisce” il fabbricato al territorio. dernizzazione dei sistemi economici. I fabbricati, infatti, rappresentano uno degli elementi artificiali Tornando al paesaggio si può osservare che in tutte le monta- del paesaggio14, mentre uno o più paesaggi contraddistinguo- gne, l’uomo è stato il principale artefice delle numerose modifi- no un territorio. Ciascuno di essi ha subito nel tempo delle va- cazioni intercorse, sia durante l’insediamento nel territorio che riazioni, per cui è possibile con un occhio attento analizzare i nel suo abbandono. Alcune sono ancora in corso, come l’a- vanzamento del bosco. Il paesaggio in queste aree non ha cer- 52 Estimo e Territorio N. 4 - 2008
d o s s i e r tamente raggiunto una stabilità. L’antropizzazione della montagna alpina, comprendendo an- che quella bellunese e più specificatamente le aree analizzate, crea i seguenti sistemi di paesaggio16 (Cassol, 2001): 1) Prati falciati, prati-pascolo di fondovalle e di versante. È un ambiente che si collega facilmente alla zootecnia. Nel territorio relativo ad entrambe le valli, ormai poco o nulla resta di questa soluzione di gestione delle risorse naturali, salvo che in prossi- mità delle abitazioni. 2) Colture sarchiate (patata, mais, orzo, fagioli). Testimoniano la loro presenza le sistemazioni degli appezzamenti declivi, os- sia i terrazzamenti. Sono presenti sia in Val Canzoi che in Valle del Mis. Nel primo caso alcuni di essi sono ancora coltivati. La politica del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, ha come obiet- tivo il rilancio di alcuni prodotti tipici dell’area, soprattutto se de- rivati da agricoltura biologica oppure integrata. Per questo mo- tivo è ragionevole ritenere che possano essere mantenuti nel tempo in buono stato di conservazione, se la popolazione è in- centivata a rimanere in loco. 3) Bosco17. Nelle aree antropizzate quest’elemento è gestito, per cui i trattamenti selvicolturali ne condizionano l’estensione, la composizione (in termini di specie presenti), l’utilizzazione ecc. Generalmente la sua estensione, specialmente in prossi- mità delle aree abitate, si riduce perché lo spazio ricavato dal- l’abbattimento degli alberi, viene utilizzato per altri usi (ad esempio agricoli o zootecnici). In entrambe le valli questo siste- ma di paesaggio è ben rappresentato. 4) Pascoli di alta quota al di sopra del limite forestale. Si tratta di realtà non considerate nello studio, che ha analizzato sola- mente quelle di bassa montagna e di collina. In seguito all’abbandono del territorio il paesaggio montano su- bisce ulteriori modificazioni della sua fisionomia. Si riducono in estensione, i sistemi dei punti 1) e 2) mentre aumenta quello di cui al punto 3). Il bosco tende, infatti, a riconquistare in poco tempo gli spazi sottratti, con fatica dalla popolazione che ha vissuto con numerose difficoltà in montagna, in armonia con il territorio. Di conseguenza nelle aree abbandonate e in cui si è innescato un processo di marginalizzazione, gli spazi prativi e le coltivazioni, sono dapprima ricoperte da arbusti e successi- vamente si riaffermano le essenze arboree, ripristinando così la copertura vegetale originaria che fa assumere al territorio un aspetto naturale, tendente alla wilderness. Le implicazioni ambientali, territoriali, economiche, sociali ecc., innescate da un simile processo di abbandono dei sistemi agro- pastoriali e delle strutture esistenti, che si traduce in un aumen- La valutazione che i residenti delle aree alpine esprimono nei to della superficie a bosco e foresta, sono assai numerose e al- confronti del progressivo avanzamento del bosco è completa- cune di esse sono oggettivamente negative. La percezione de- mente diversa, rispetto a quella degli abitanti delle città e so- gli effetti dell’abbandono nella società è diversificata e di con- prattutto di quelle di grandi dimensioni, essendo guidata dal seguenza esiste una soggettività nella valutazione di questi fe- senso di appartenenza ad un luogo e non da un determinato nomeni, in particolare l’avanzamento del bosco, in relazione al concetto di “naturalità”. Essi quindi percepiscono il fenomeno in ritorno della naturalità. modo negativo, in quanto manifestazione della perdita dei va- Soave (2007), pone l’accento sulle reazioni che manifestano lori propri dell’uso tradizionale del suolo. Nel caso le trasfor- residenti e turisti verso queste trasformazioni. Si tratta di un mazioni risultino avvertite come irreversibili, nei residenti si atte- aspetto che è necessario approfondire18, considerata la notevo- nua anche il sentimento d’appartenenza al luogo dove sono na- le vocazione turistica di queste aree. ti e vissuti, che privato dei suoi tratti fondamentali e distintivi non N. 4 - 2008 Estimo e Territorio 53
d o s s i e r viene più riconosciuto. Ciò può spingere gli abitanti rimasti a quello bioculturale. La scomparsa dei fabbricati rurali, delle mu- non curarsi del territorio, non più sentito come proprio, che de- lattiere, dei terrazzamenti ecc. soffocati dalla vegetazione e de- genera ulteriormente dal punto di vista della qualità ambienta- gradati dall’inutilizzo, riduce pertanto in modo considerevole il le. valore turistico di un’area, determinando così una flessione del- Similmente anche i turisti sono molto attenti alle caratteristiche le visite. paesaggistiche ed ambientali e, quindi, risentono delle trasfor- mazioni che possono intervenire. Generalmente la percezione dell’avanzamento del bosco è positiva, soprattutto per il senso Conclusioni di wilderness connesso. Ma ciò avviene solo finché l’espansio- Il presente contributo ha permesso di esaminare quali sono i ne non va a compromettere il mosaico ambientale, cioè viene problemi che s’incontrano sia a livello puntuale, ossia di singo- mantenuta l’eterogeneità paesaggistica. Al contrario, la valuta- lo edificio e quindi di legittimo proprietario, che territoriale nel- zione della colonizzazione massiccia ed incontrollata del bo- la valorizzazione del patrimonio edilizio rurale tradizionale, sco diviene negativa per il senso di non curanza e disordine as- con particolare riferimento all’ambiente collinare e montano. La sociati, che tendono complessivamente a diminuire l’amenità trattazione, partendo dagli aspetti più generali, è stata poi ca- del paesaggio stesso. Lo stato di abbandono in cui si trova l’am- librata per la montagna bellunese. È stata analizzata la situa- biente riduce il valore estetico con ripercussioni negative dal zione esistente in due valli (Canzoi e Mis), che rientrano con punto di vista psicologico. Si crea, infatti, una situazione di di- parte del loro territorio nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. sagio e di disaffezione verso un luogo degradato e lasciato a Queste due valli presentano una situazione ambientale, territo- se stesso, che non è più concepito come “selvaggio”. Il giudizio riale, infrastrutturale e socio-economica che presenta sia simili- negativo peggiora considerevolmente quando il degrado rag- tudini che differenze. Queste ultime tendono a ridursi per effet- giunge livelli tali da impedire la fruizione del territorio, ad esem- to di vicende comuni, rappresentate principalmente dallo spo- pio provocata dall’invasione da parte della vegetazione di sen- polamento del territorio, connesso ad un mancato turnover ge- tieri e mulattiere o dalla perdita dei segni umani del paesaggio, nerazionale. Spopolamento che si può ritenere ormai completo che insieme agli altri elementi biotici ed abiotici caratterizzano e probabilmente definitivo in Valle del Mis, che ha determinato 54 Estimo e Territorio N. 4 - 2008
d o s s i e r l’abbandono delle infrastrutture edilizie, che sono ben presto di- der-utilized, assets. If left to themselves, these buildings would deteriorate to a great extent and determine significant negative social consequences, such as definitive loss venute ruderi, contribuendo così al degrado dell’ambiente cir- of the historical identity of rural communities. In the context of a limited geographical costante ed all’avanzamento della vegetazione boschiva. Di- area, we discuss the difficulties most commonly encountered and the results to be ex- pected, and examine the future perspectives of a requalified areas from a social, eco- versamente in Val Canzoi questo fenomeno può essere ancora nomic and environmental standpoint. arginato, anche se non contrastato completamente, qualora s’intervenga in tempi rapidi con appropriate azioni di tutela dei Note fabbricati tradizionali, delle attività economiche e del territorio. 1 Un processo simile, è avvenuto in Europa e quindi in Italia, anche nel secondo dopoguerra con la ripresa economica connessa alla ricostruzione ed alla riparazio- Nell’articolo sono state evidenziate delle iniziative in corso, ne dei danni bellici. prevalentemente rivolte alla valorizzazione dell’agricoltura e 2 Ripresa recentemente dalla Circolare 7 del 15/6/2007 dell’Agenzia delle En- trate – Direzione Centrale Cartografia, Catasto e Pubblicità Immobiliare, che nel- dei prodotti tipici, alla presenza turistica ed alle strutture ricetti- l’Allegato I elenca un insieme di provvedimenti che disciplina questi aspetti. ve in un’ottica di sostenibilità che potrebbero essere intraprese 3 Sulla base dell’articolo 117 della Costituzione, le Regioni in quanto competenti, devono legiferare in materia di pianificazione territoriale. La Regione Veneto, a tal fi- in un prossimo futuro, per non trasformare il territorio in un “de- ne, ha adottato la Legge regionale 11/2004. serto” che sarebbe ricolonizzato dagli elementi naturali, con gli 4 Numerosi studiosi hanno portato il loro contributo su questi aspetti. Si veda, per esempio, Sangiorgi et al. (1995). inconvenienti poco sopra ricordati, anziché mantenere un pae- 5 Cui corrispondono la “Casa a ballatoio di tipo bellunese” e la “Casa a ballatoio saggio bioculturale com’era stato a stento realizzato. Punto di di tipo feltrino”. 6 Sono stati riconvertiti nell’uso i locali adibiti a stalla e fienile, che erano tipici di forza in quest’area è necessariamente la creazione di un mo- un’economia di sussistenza dell’ottocento e della prima metà del secolo scorso. saico paesistico complesso, in cui l’uomo è ancora attore attivo 7 Il ripristino della zootecnia in ambito collinare e montano è senz’altro auspica- bile, in quanto si tratta di un’attività di tipo tradizionale per questi ambiti. È però ne- delle trasformazioni del sistema nel rispetto delle caratteristiche cessario, a tal fine, insediare dei giovani imprenditori che siano disposti ad intra- ecologiche ed ambientali. Ciò a garanzia per il futuro, com’è prenderla, cercando di recuperare le strutture esistenti. stato nel passato, di una preziosa testimonianza di un’econo- 8 Si vedano gli articoli 13 e 14 delle Norme di Attuazione del Piano del Parco Na- zionale Dolomiti Bellunesi. Essi definiscono più in dettaglio le tipologie edilizie og- mia in grado di convivere con le risorse naturali, in accordo con getto di tutela, fra cui le già citate “Casa a ballatoio di tipo bellunese” e “Casa a bal- i principi che caratterizzano uno sviluppo sostenibile. latoio di tipo feltrino” a cui si deve aggiungere la “Casa della Valle del Mis” ecc. Il documento con gli allegati, approvato nel 2000, è disponibile sul sito web del Par- co “www.dolomitipark.it”. Bibliografia 9 Sia dei materiali da utilizzare che della manodopera, spesso difficile da reperi- re, specializzata nel recupero. Cassol M. (2001) - Trasformazioni recenti dell’ambiente alpino. Paesaggio e trasfor- 10 Sono presenti circa una quindicina di abitanti a Montagne ed una ventina nel mazioni dell’agricoltura nel caso di studio di Sappada. In Progettare nello spa- fondovalle, come risulta dall’Ufficio Anagrafe del Comune di Cesiomaggiore. zio alpino: manuale per la tutela, la conservazione ed il recupero del paesag- 11 Recentemente questo disciplinare è stato modificato e nel processo di revisione gio, degli insediamenti e delle architetture tradizionali (a cura di Mamoli M.). Ri- l’Ente parco ha modificato i criteri di qualità ambientale, che sono applicabili alle sultati del Progetto Pilota D2 Spazio Alpino, Alpi Orientali, finanziato dell’U- strutture e alla loro gestione, affinché il soddisfacimento faciliti l’eventuale successiva nione Europea. attribuzione dell’Ecolabel comunitario, qualora il gestore avvii l’istruttoria. Tale certi- Cigalotto P., Santoro M. (2000) - L’edilizia rurale. Valle del Mis – Guida al recupe- ficazione rappresenta un modello di sostenibilità della ricettività turistica riconosciu- ro. Studi e Ricerche Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. ta anche in ambito internazionale, che può essere ottenuta sia da strutture moderne Drusi B. (2005) - La dimora alpina. Costruzioni rurali nel paesaggio agro-forestale. che di tipo tradizionale purché soddisfino i criteri ecologici, i quali sono maggior- CELID; Torino. mente focalizzati su aspetti gestionali. La tipicità e la tradizionalità di un fabbricato Ferrario V. (2001) - Recupero del paesaggio e dell’architettura alpina: nuovi ap- può diventare tuttavia un plus che stimola la scelta della struttura ricettiva da parte procci nella manualistica recente.In Progettare nello spazio alpino: manuale per del turista sensibile ai temi ambientali, in quanto elemento che caratterizza una mag- la tutela, la conservazione ed il recupero del paesaggio, degli insediamenti e giore integrazione dell’edificio nel paesaggio, diminuendo così l’impatto causato delle architetture tradizionali (a cura di Mamoli M.). Risultati del Progetto Pilota D2 Spazio Alpino, Alpi Orientali, finanziato dell’Unione Europea. con la costruzione. Gurrieri F. (1995) - La cultura dell’architettura rurale. In Quaderni dei Georgofili, 12 Si tratta per lo più di una proprietà frammentata conseguente a divisioni eredi- 1/95 “Fabbricati rurali: per uscire dal degrado, per far crescere il recupero”, I tarie plurime. Georgofili; Firenze. 13 Per comprendere meglio questo sistema di ricettività turistica, ora tutelato da al- Hunziker M. (1995) - The spontaneous reafforestation in abandoned agricultural cune leggi regionali (confrontare ad esempio la Sardegna), si veda il sito web del- lands: percepition and aesthetic assessment by locals and tourists. Landscape l’Osservatorio dell’albergo diffuso “www.albergodiffuso.com”. Più propriamente si and Urban Planning, 31/05, Elsevier. dovrebbe parlare, visto l’ambito territoriale, di agriturismo diffuso. Migliorini E., Cucagna A. (1969) - La casa rurale nella montagna bellunese. Con- 14 Gli elementi caratteristici del paesaggio sono distinti in naturali (boschi, prati siglio Nazionale delle Ricerche – Ricerche sulle dimore rurali in Italia, Volume ecc.) ed artificiali (connessi alle attività ed alle opere antropiche). 26, Olschki; Firenze. 15 Gli usi civici sono i diritti, distinti in essenziali ed utili, spettanti ad una collettività Pettenella D., Piussi P. (2000) - Spontaneous afforestation of fallow in Italy. In EFI Pro- organizzata e insediata su un territorio, di trarre utilità dalla terra, dai boschi e dal- ceedings 35 (Weber N. Eds.), NEWFOR – New forests for Europe: afforesta- le acque. Per approfondimenti sulle disposizioni in questa materia, si veda la Legge tion at the turn of the century, European Forest Institute. 1766/1927 e successive modificazioni o integrazioni. Sangiorgi F., Agostini S., Provolo G. (1995) - Problemi tecnici ed economici del re- 16 Nella pianificazione territoriale si preferisce il termine “unità di paesaggio”. cupero. In Quaderni dei Georgofili, 1/95 “Fabbricati rurali: per uscire dal de- 17 In prevalenza di faggio (Fagus sylvatica L.) e di abete rosso (Picea abies L.). Nel- grado, per far crescere il recupero”, I Georgofili; Firenze. le faggete è ben rappresentato anche l’abete bianco (Abies alba Mill.) mentre nei Soave T. (2007) - La marginalizzazione delle Alpi: un atteso ritorno al “selvag- fondovalle è presente il pino silvestre (Pinus sylvestris L.). Attualmente il governo del gio”?In Pre Atti (su CD) del XII Convegno Internazionale Interdisciplinare Vo- bosco tende a favorire per la faggeta produttiva la conversione verso la fustaia. Per lontà, libertà e necessità nella creazione del mosaico paesistico-culturale; Civi- tutti gli altri ecosistemi boschivi viene favorita l’evoluzione naturale. dale del Friuli (UD). 18 Si vedano altresì Hunziker (1995) nonché Pettenella e Piussi (2000). Turri E. (1990) - Semiologia del paesaggio italiano. Longanesi, Milano. Zanzi L. (2003) - L’Europa e lo spopolamento delle Alpi: una scelta eco-politica. In Atti dei Convegni Spopolamento montano: cause ed effetti – Entvölkerung im Berggebiet: Ursachen und Auswikungen (a cura di Varotto M. e Psenner R.), Uni- Autore versität Innsbruck e Fondazione Giovanni Angelini – Centro Studi sulla Monta- Alessandro Bordin afferisce al dip. Territorio e Sistemi Agro Forestali dell'Univer- gna. sità degli Studi di Padova. Lavoro svolto nell'ambito dell'assegno di ricerca "Tutela e valorizzazione dei fabbricati rurali e del paesaggio nel quale essi sono inseriti. Aspet- ti strutturali, economico-gestionali ed ambientali" (Responsabile Dr. Stefano Guercini). Abstract alessandro.bordin@unipd.it. This study proposes a methodological framework for use in requalification projects Alcune immagini sono tratte dal sito www.magicoveneto.it che si ringrazia per l'au- in mountainous areas located at low or medium altitude. Special attention is devoted torizzazione concessa. Cosi come si ringrazia il dott. Enrico Vettorazzo che ha forni- to the role of traditional rural buildings, which represent valuable, though often un- to la cartografia del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. N. 4 - 2008 Estimo e Territorio 55
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