RIFORMA ESERCITO 95: Aeroporto a rischio di chiusura

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RIFORMA ESERCITO 95: Aeroporto a rischio di chiusura
RIFORMA ESERCITO 95: Aeroporto a rischio di chiusura
Sugli sviluppi della lunga e travagliata procedura per l’acquisizione dell’Aeroporto da parte del Comune di
Riviera giustamente si è ampiamente parlato e scritto in questi ultimi mesi. Chi ha vissuto per lungo tempo in
prima persona il difficile percorso di questa importante struttura, non può che compiacersi nel constatare che
le trattative d’acquisto avviate con determinazione dall’allora comune di Lodrino sono state concretizzate con
successo dal nuovo comune di Riviera. Sin dal suo insediamento istituzionale il nuovo Esecutivo ha indicato nel
“Progetto Aeroporto” uno dei temi più importanti di legislatura. Sotto la direzione del sindaco Raffaele De
Rosa si sono da subito create le premesse per concretizzare questo fondamentale progetto di sviluppo. Rendo
atto al Municipio di Riviera di aver saputo garantire a questo importante tema una decisa impronta di
continuità immediatamente dopo l’entrata in carica di Raffaele all’alta funzione di Consigliere di Stato, nomina
da noi tanto sognata. Un impegno, che ha consentito al Comune di concludere l’iter per l’acquisizione della
struttura in modo celere, con argomenti di rivendicazione forti e convincenti condivisi e sostenuti dal Consiglio
comunale.

Il resto è storia recente. La concretizzazione dell’acquisto di questa importante struttura mette la parola fine
ad un percorso che si è protratto per diversi anni. Il Comune può ora concretizzare una politica di sviluppo su
basi di consolidamento solide e chiare, nell’ottica del Piano tecnologico quale base strategica per la sua
evoluzione e con una forma giuridica ufficializzata.

Ho ricordato che il dossier aeroporto è stato lungo e travagliato. Giova a questo proposito rammentare per
una completa conoscenza dei fatti, quanto il tema abbia seriamente impegnato il comune di Lodrino
soprattutto negli anni 1994/95. Allora, come ha anche sottolineato il nostro Presidente Massimo Ferrari
nell’opuscolo di presentazione della Sezione PPD Riviera alle elezioni comunali del 18 aprile 2021, si
prospettava la chiusura della base di Lodrino.

Per dovere di informazione e per rispetto e riconoscenza nei confronti delle molte persone e Enti istituzionali
coinvolti nell’impegnativa e dura operazione di difesa di questa importante struttura, ritengo opportuno
ricordare quanto avvenuto e sulla base di quali elementi si è sviluppata la nostra battaglia dopo aver saputo
che il destino del “nostro” Aeroporto era purtroppo segnato sotto la scure di pesanti tagli finanziari.

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Infatti, in quell’epoca era in fase di compimento il concetto definito “Riforma esercito 95” che aveva come
scopo un’operazione di razionalizzazione dei compiti dei servizi vicini alla truppa, in particolare nel campo
dell’aviazione. Si percepiva un’ossessionante esigenza di risparmio finanziario delle spese militari sotto critici
riflettori, alimentati da un dibattito politico estremamente ferreo nella Berna federale e da Movimenti di
opposizione al principio di Esercito svizzero. Lo studio di questa riforma aveva come concetto di fondo l’ipotesi
secondo la quale tutta l’attività di supporto in campo aviatorio doveva essere riorganizzata basandosi su
principi maggiormente dinamici e moderni nel loro processo operativo. Questa visione ha portato gli
“specialisti” dell’analisi alla conclusione che le 11 sedi di supporto tecnico all’aviazione presenti in diversi
Cantoni svizzeri, principalmente alpini, più non si giustificavano e dovevano essere ridotte a 5. Fra le 6 sedi
decapitate figurava purtroppo anche la sede di Lodrino. Tale rivoluzione avrebbe comportato la sua definitiva
chiusura entro il 1997 con il conseguente licenziamento di tutti i dipendenti. Un inconcepibile schiaffo morale,
immeritato e incomprensibile per l’oltre centinaio di collaboratori fieri del loro mandato al servizio della
Confederazione svizzera. Anche per Comune e Cantone la misura suonava come un atto irrispettoso della
storia di un’azienda presente a Lodrino sin da inizio anni 40. L’operazione prevedeva il trasferimento delle
attività presso la sede di un colosso svizzero dell’aviazione oltre Gottardo. A riscaldare ulteriormente gli animi,
ai dipendenti veniva offerta un’umiliante e assurda possibilità: chi si fosse dichiarato disposto a trasferirsi a
Stans avrebbe avuto la possibilità di essere assunto da Pilatus. L’ideatore di tale sconfortante idea ignorava il
fatto che si sarebbe trattato essenzialmente di persone residenti con famiglia e con abitazione propria a
Lodrino e nei comuni del comprensorio. Un’assurda ipotesi più provocatoria che reale.

Di fronte a questa prospettiva è sorto in modo spontaneo, in appoggio a Lodrino, un fronte unico di
solidarietà, convinto di poter contrastare in maniera determinata e civile gli intendimenti prospettati già pronti
ormai per essere concretizzati. Su proposta dell’allora Consiglio di Stato è stato affidato al Comune il compito
del coordinamento di tutte le forze aggregate alla nostra causa, oggi si definirebbe una “task force”. Con il
sottoscritto facevano parte dell’Esecutivo Mario Ceresa, Vice sindaco, Alda Cavadini, Milena Bignasca
(deceduta nel 2018) ) e Loris Sonsogni, sostituito nel corso del quadriennio da Paola Da Vittori. Praticamente
tutte le istituzioni politiche ticinesi ne hanno fatto parte attiva. Ricordo per atto di riconoscenza i nostri alleati:
il Consiglio di Stato, Presieduto da Renzo Respini (anno 1994) e da Alex Pedrazzini (anno 1995), il Gran
Consiglio, in particolare i Deputati delle Tre Valli fra i quali il nostro rappresentante ancora in carica sino ad

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aprile 1995 Waldo Barelli, la Deputazione ticinese alle Camere federali attiva con i suoi membri con puntali
interpellanze al Consiglio federale sul tema (Massimo Pini e Fulvio Caccia), la Regione Tre Valli, presieduta da
un battagliero Giulietto Zanotta, la Comunità della Riviera, presieduta da Rolando Tognini, il Patriziato di
Lodrino presieduto da Elvio Bernardi, l’Associazione sindacale del personale dell’aerodromo di Lodrino, il
Sindacato VPOD Gruppo Aerodromi e l’ex Direttore Col. Ettore Monzeglio. Ricordo con doveroso rispetto la
determinazione del nostro Consiglio comunale autore di un atto storico e lungimirante, ovvero un Appello al
Consiglio federale proposto da Elvio Bernardi, adottato all’unanimità nella seduta del 30 gennaio 1995, una
prima in assoluto nella storia del nostro Comune. Toccante pure il significativo sostegno dell’Associazione
anziani Lodrino-Prosito presieduta dal suo primo Presidente Rocco Bernasconi.

Torno doverosamente sul ricordo di Waldo Barelli per rilevare come egli sia stato una figura legata
all’Aeroporto come nessun altro. Indimenticato Sindaco e Deputato al Gran Consiglio dal 1979 al 1995, ha
passato una vita nelle forze aeree, dapprima come apprendista, in seguito nella Svizzera interna e più tardi
presso la sede di Lodrino. Un esempio di dedizione e capacità intuitive e strategiche eccezionali. Egli mi è stato
sapientemente vicino nei momenti di rassegnazione incitandomi a trasformare il sentimento amaro
dell’ingiustizia in forza di propositiva speranza, cosa che ho saputo fare. Solo a lui ho confidato un’idea che da
tempo mi balenava nella mente ricevendo il suo convincente appoggio. La ricordo nella sua sostanza.

Mosso dal convincimento che l’attività di Lodrino sarebbe in buona parte confluita nei già floridi forzieri della
ditta costruttrice di buona parte della flotta aerea elvetica, è sorta in me una travolgente ribellione: Lodrino
chiude non perché manca il lavoro ma semplicemente per calcoli matematici eseguiti a tavolino senza alcuna
considerazione sulle negative conseguenze economiche che avrebbero subito le Regioni coinvolte. L’ipotesi
era palesemente contradditoria alla politica federale dell’aiuto alle zone periferiche promossa dalla
Confederazione stessa, zone perennemente confrontate con difficoltà economiche per le quali più volte si
sono rivendicati a Berna aiuti mirati: (tracciato autostradale, industria del granito, Alp Transit, attività agricole,
chiusura della Monteforno, trasporti pubblici, FFS, ecc.) senza ottenere riscontri soddisfacenti fatta eccezione
per il tracciato autostradale (anni 80) di cui apro una parentesi fuori contesto.

“Il progetto della N2 prevedeva sull’attuale bellissimo parco del Centro sportivo la realizzazione di una
invadente e sproporzionata area di sosta. Grazie ad un’incisiva azione di contestazione contro simile scempio
paesaggistico portata avanti con vigore dagli amici Ennio Ferrari (Presidente in quel periodo della Sezione PPD
Lodrino-Prosito) Massimo Ferrari, Elvio Bernardi e Marcello Bernardi la proposta federale è stata revocata
optando per una soluzione in territorio di Moleno. Il Comune ha potuto in tal modo conservare un pregiato
spazio naturale sul quale poco dopo ha realizzato un moderno centro destinato allo svago dei propri
concittadini, un’area di grande pregio ricreativo in generale e sportivo in particolare molto apprezzato. A
distanza di oltre 30 anni dalla sua creazione il “Centro sportivo”, arricchito da ulteriori strutture di
complemento, si conferma come struttura di socializzazione assolutamente apprezzata in un’oasi tranquilla e
di sano divertimento per tutti.” (fine della citazione fuori contesto)

Ciò premesso, riprendo il percorso storico della “nostra” struttura aeronautica.

Era evidente che la paventata chiusura dell’Aeroporto risultava ai nostri occhi una palese ingiustizia,
assolutamente inaccettabile perché irrispettosa dei diritti delle Comunità minoritarie perennemente in gravi
difficoltà economiche.

Da queste riflessioni è sorto in me il convincimento che per salvare l’Aerodromo di Lodrino avremmo dovuto
uscire dagli schemi classici di sostegno con la creazione di una soluzione “TICINO”. Un’iniziativa che potesse
coinvolgere industriali, finanzieri, banche, Cantone, una realtà in grado economicamente di subentrare alla
Confederazione nella continuità di un’azienda di assoluta competenza e piena di storia che doveva essere
salvaguardata e rilanciata. L’idea ha ottenuto un ragguardevole interesse al punto tale che nel febbraio 1995 vi
erano solide premesse di concretizzazione. L’ipotesi ha suscitato ammirazione e appoggio, ma anche qualche

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critica subito sedata dalla serietà del progetto, giunto appena in tempo sul tavolo delle trattative in quanto la
decisione era imminente. L’idea era stata apprezzata per la sua caparbietà e originalità anche dal Consigliere
federale Villiger.

Finalmente il 23 marzo 1995, con nostra grande soddisfazione, il Capo del Dipartimento militare federale
annunciava che il Consiglio federale aveva deciso che l’aerodromo di Lodrino manteneva la sua subordinazione
alla Confederazione e che gli oltre 100 posti di lavoro, fra cui una quindicina di apprendisti, erano
salvaguardati. Del Governo federale faceva parte un influente membro ticinese, Flavio Cotti il quale come
abbiamo poi saputo aveva avuto un ruolo determinante sulla tanto attesa decisione. Da poco scomparso, mi
preme ricordare l’amico Flavio con affetto, stima e gratitudine per la simpatia che sempre ha nutrito nei
confronti dei Lodrinesi e delle loro rivendicazioni. Sui motivi politici di questa importante decisione lo stesso
Consigliere federale Villiger informava che avrebbe riferito in veste di Presidente della Confederazione il 28
luglio a Lodrino, luogo da lui scelto per la registrazione televisiva del tradizionale messaggio alla popolazione
svizzera sui valori del Primo di agosto. Nella sua lettera di conferma della visita inviata al sottoscritto, l’On.
Villiger così si esprimeva: “Non è un caso che io abbia scelto Lodrino per la registrazione della trasmissione
televisiva del primo agosto. E’ infatti mia intenzione mostrare alla Svizzera tedesca che la popolazione del suo
Comune, laboriosa e profondamente legata alla sua terra, sa attraversare tempi molto difficili senza perdersi
d’animo. Come vede, il Consiglio federale ritiene importante che siano considerate e rispettate l’operosità e le
preoccupazioni della Svizzera italiana”. E all’incontro del 28 luglio a Lodrino con Autorità e popolazione si era
tra l’altro espresso in questi termini: “In considerazione del difficile momento in cui versa il vostro Cantone, la
Confederazione non ha quindi voluto infierire ulteriormente con lo smantellamento delle infrastrutture militari
presenti in Ticino. Il popolo ticinese sta soffrendo, ma anche lottando contro un momento congiunturale molto
difficile. Il Ticino è attivo e lavora per la propria sopravvivenza e per quella dell’intera Confederazione. Lodrino
è un esempio per la Svizzera.

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Apprezzamenti che ci hanno molto onorati e ampiamente ricompensati per tutto quanto da noi fatto con
passione e impegno per la salvaguardia di questa struttura che oggi, nel 2021, è sulla via della forma civile,
attraente sfida per la sua definitiva collocazione nel settore dell’aviazione con progetti coraggiosi e stimolanti.

Sono convinto che senza la nostra determinazione e il sostegno di coloro che si sono battuti al nostro fianco,
sull’intero comparto dell’aeroporto oggi si falcerebbe al massimo solo il fieno.

Carmelo Mazza, già sindaco di Lodrino dal 1992 al 2017

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