RASSEGNA STAMPA Giugno 2014 - www.citytech.eu
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Il punto di partenza è l’aumento della popolazione con più di 65 anni da qui al 2040: quasi 20 milioni di persone, rispetto ai 12 milioni e mezzo del 2012, un incremento di ben il 57%; peraltro gli ultraottantenni passeranno da 3,7 a 6,5 milioni (più 74%). Proprio questo dato così positivo determinerà una crescita del numero dei morti sulle strade. Già oggi, infatti, (dati 2012), sulle strade italiane muoiono 83 persone per milione tra gli over 65 (che salgono a 106 per gli ultraottantenni), contro i 55 per milione tra gli under 64 e una media di 61 vittime per milione sull’intera popolazione. Proiettando questi dati al 2040 si avrà un incremento del numero dei morti per sinistri stradali di quasi il 12%, cioè, in totale, 4.086, con un incremento di 433 unità sul 2012. Questo, naturalmente, se non verranno realizzate politiche adeguate di prevenzione e tutela, soprattutto nei centri urbani e nelle grandi città, dove si concentra la maggior parte – i tre quarti del totale – degli incidenti e il più elevato incremento di vittime, soprattutto pedoni (e ciclisti), anziani in particolare. Insomma, mentre si assiste a un significativo decremento delle cosiddette “stragi del sabato sera” nelle quali perdono la vita giovani e giovanissimi, una nuova emergenza si profila sulle strade: quella degli anziani. Ma si può invertire questa tendenza, è possibile perseguire l’obiettivi del dimezzamento del numero dei morti sulle strade al 2020, così come indicato dall’unione Europea? E’ possibile evitare che dopo i giovani siano gli anziani a pagare il prezzo dell’insicurezza stradale? I dati presentati richiamano la assoluta necessità di porre rinnovata attenzione e impegno nello sviluppo di politiche e azioni mirate a ottenere un maggior rispetto delle regole della circolazione, ma soprattutto a promuovere interventi nelle città volti a ridurre la congestione del traffico motorizzato e a favore di forme più avanzate di mobilità sostenibile. Dal potenziamento del trasporto pubblico, all’estensione delle aree pedonali, non solo nei centri storici, ma anche in periferia; dall’ampliamente della rete delle piste ciclabili, in sede protetta, per favorire i trasferimenti di breve raggio entro i 5/10 chilometri all’incremento delle strade con più bassi limiti di velocità, le cosiddette “zone 30”. Si tratta di interventi che possono davvero contribuire a ridurre gli incidenti e le conseguenze più nefaste, tutelando in particolare gli utenti più vulnerabili della strada, gli anziani, appunto, ma anche donne e bambini. Scelte che possono ridurre l’inquinamento e garantire una qualità della vita migliore e più salubre ai cittadini e alle comunità. Particolare importanza, inoltre, riveste una legislazione che ponga al centro la tutela delle persone più deboli. Un risposta in tal senso dovrebbe venire dalla riscrittura del Codice della Strada, attualmente all’esame della Camera dei deputati, come ha sottolineato Paolo Gandolfi, relatore del disegno di legge delega al governo per la riforma del Codice, intervenuto, insieme a Walter Dondi, direttore della Fondazione Unipolis e a Giordano Biserni, presidente di Asaps – Associazione amici e sostenitori della Polizia Stradale, alla presentazione dello studio e al rinnovato sito www.sicurstrada.it .
Come detto, le infrastrutture italiane non rispondono più alle nuove esigenze di mobilità dei cittadini ed il boom tecnologico spinge verso la creazione di una mobilità sempre più interconnessa, interoperabile e on demand. Occorre, quindi, un nuovo paradigma della Mobilità: Citytech si pone l’obiettivo di analizzarne le caratteristiche, affrontandone la complessità e molteplicità dei temi: interoperabilità ed interconnessione, sharing mobility, city logistics, infomobilità ed ITS, infrastrutturazione, ciclabilità, mobilità elettrica, innovazione di servizi. A Citytech si è parlato molto anche di car sharing. Tra le diverse aziende presenti in forma ufficiale, vanno ricordate Renault che ha presentato la gamma di automobili a “zero emissioni” e Smart con il programma “car2go” di car sharing urbano e la versione elettrica; per le due ruote, il vessillo dell’innovazione è stato tenuto alto dalla CPR, che ha presentato la più recente evoluzione della Energica Ego, la sportiva ad alte prestazioni 100% elettrica. Citytech, comunque, è soprattutto un momento di confronto e discussione: i lavori sono iniziati proprio con la sessione "Mobilità intelligente: la nuova sfida per le città", per proseguire nel pomeriggio con il workshop "Da zero a quattro ruote: come muoversi nelle città di domani, regole e policy della mobilità nuova del prossimo decennio", organizzato da Roma Capitale, Anci e Fondazione Unipolis. Dopo aver chiuso la prima giornata con la presentazione del libro "Car sharing, il business che si muove" di Carlo Iacovini, Edizioni Ambiente, mercoledì 11 giugno i lavori si sono incentrati su "Le Storie di successo nell’ambito del bike sharing, car sharing, mobilità elettrica, TPL, pedonalità, ciclabilità e ITS", con tutte le migliori case history dall’Italia e dall’estero. “Citytech, comunque, è soprattutto un momento di confronto e discussione”. Nel pomeriggio, il workshop organizzato da Eurispes in collaborazione con Roma Capitale, dal titolo "Un nuovo modello di governance per la City Logistics: i primi risultati dell'Osservatorio Mobilità e Trasporti di Eurispes" ha di fatto chiuso i lavori, non senza dare appuntamento per la prossima edizione di Citytech, in programma dal 26 al 28 ottobre prossimi a Milano, al Castello Sforzesco e Palazzo Reale, quando con l'occasione debutterà anche “BUStech”, evento dedicato al mondo dell’autobus e del Trasporto Pubblico Locale, che aprirà una vetrina itinerante sulle eccellenze tecnologiche sul mercato, con costruttori, aziende di componentistica, test su strada, convegni, aziende di Tpl ed istituzioni.
12 giugno 2014 Daniele Pizzo Gli italiani insieme ai giapponesi sono la popolazione più longeva del mondo: è un'ottima notizia, se non fosse che in questi ultimi anni il tasso di natalità si è abbassato drasticamente per effetto della crisi economica che rende più difficile per i giovani crearsi una famiglia. Secondo le stime effettuate dalla Fondazione Unipolis del Gruppo Unipol nello studio “Non è una strada per vecchi” presentato a Citytech 2014, nel 2040 gli over 65 saranno circa 20 milioni rispetto agli attuali 12,6, mentre gli over 80 che oggi sono solo 3,7, supereranno i 6,5 milioni. In poche parole, gli anziani rappresenteranno oltre un terzo dell'attuale popolazione. Un trend che comporta non solo un ripensamento delle politiche previdenziali e sanitarie, ma anche in tema di sicurezza stradale. ANZIANI A RISCHIO. I nostri anziani sono infatti gli utenti più deboli della strada. Un esempio: nel 2012 i pedoni vittime della strada sono stati 564 su un totale di 3.653, ma fra questi gli over 65 sono stati 351, cioè il 62%, mentre la fascia d’età più colpita è stata quella 80-84 anni, con 92 vittime. E se l'età media del Bel Paese continuasse ad alzarsi, come prospettano le proiezioni, il numero dei morti sulle strade potrebbe non solo non diminuire, ma addirittura incrementare del 12%. Ciò vanificherebbe quanto di buono realizzato sinora in tema di sicurezza: secondo dati Aci e Istat, negli ultimi dodici anni, dal 2001 al 2012, le vittime della strada sono quasi dimezzate, passando da 7.096 a 3.653 (-48,5%). CHE FARE? Secondo la Fondazione Unipolis “Nell’Italia che invecchia, i centri urbani devono garantire sicurezza e qualità della vita, puntare su forme avanzate di mobilità sostenibile: trasporto pubblico, aree pedonali, piste ciclabili, “zone 30””. Sono infatti le aree urbane quelle più a rischio, dal momento che nei grandi centri si registra il 75% degli incidenti stradali, con il 72% dei feriti e oltre il 42% dei morti come conseguenza. Secondo Unipolis, “La mobilità urbana deve diventare sinonimo di sostenibilità. Dal punto di vista ambientale: minore congestione da traffico di autoveicoli significa meno inquinamento, più salute; dal punto di vista sociale: meno vittime, morti e feriti vogliono dire città più vivibili, migliore qualità della vita delle persone e delle comunità. Ma tutto questo si traduce anche in una maggiore sostenibilità economica: i costi degli incidenti stradali equivalgono ogni anno a oltre 30 miliardi di euro, più del 2% del Pil”.
11 giugno 2014 Stefania Divertito
11 giugno 2014 Manuele Boggia Sono gli over 65 le persone più a rischio sulle strade italiane. Se da una parte, infatti, negli ultimi 12 anni le vittime di incidenti sono quasi dimezzate, passando da 7.096 nel 2001 a 3.653 nel 2012, dall’altra il calo è distribuito in misura molto diversa a seconda delle fasce d’età. In termini percentuali si registra il 55,5% in meno di vittime sotto i 65 anni e solo il 17, 75% in meno di quelle al di sopra. Proprio gli anziani che, fino a poco tempo fa, sembravano più al sicuro, oggi sono la categoria più a rischio, soprattutto nelle grandi città: è qui, infatti, che si verifica oltre un terzo degli incidenti. Un triste primato che vede Roma fare da capofila con percentuali che sfiorano il 10% e che, secondo lo studio “Non è una strada per vecchi”, realizzato da Fondazione Unipolis, potrebbe peggiorare con l’aumento della longevità. Un progetto per la terza età. A Roma, nel 2010, la popolazione con più di 65 anni era pari a 603.735 persone, ovvero più del 20% dei residenti. Ed è proprio a questa fascia di popolazione più vulnerabile che si rivolge il progetto “Mobilità e sicurezza stradale, generazioni adulte in movimento”, messo a punto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in collaborazione con il Campidoglio, l’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità e il Coordinamento Cittadino dei Centri Anziani di Roma Capitale, il primo progetto romano che punta a coinvolgere la terza età sul tema degli spostamenti in città nel rispetto di parametri di sicurezza e nell’ambito di scelte intelligenti di trasporto. Rivolto agli over 65, il progetto è stato avviato in questi giorni in via sperimentale, proseguirà fino a ottobre e coinvolgerà 8 centri sociali per anziani. Incontri fino a ottobre. In programma una serie di incontri articolati secondo due moduli. Il primo è “Strada sicura”, a cura del ministero, che tratta temi come la consapevolezza dei rischi e i comportamenti da assumere come pedoni, ciclisti e automobilisti; la capacità di valutare le situazioni ambientali, nonché la consapevolezza dei propri limiti. Il secondo, gestito dall’Agenzia capitolina per la mobilità, si occupa di trasporto pubblico locale, mobilità sostenibile e alternativa. La sperimentazione, partita dai centri sociali per anziani Isola Bella e Villa Gordiani, prevede i prossimi incontri presso il centro sociale Torvergata, in via Tenuta di Torrenova, l’11 e il 12 giugno e presso il centro Petroselli in via Locorotondo, il 20 e il 23 giugno. A settembre e ottobre, sarà la volta dei centri Testaccio, Marvasi, Ostia Antica e Trigoria.
11 giugno 2014 In Cina il car sharing funziona un po' come la macchinetta del caffè: esistono due torri alte 20 metri - ma diventeranno 700 entro l'anno prossimo - piene di micro vetture da ritirare a 3 euro all'ora come se si comprasse una bevanda. Sul fronte opposto a A Palo Alto, in California, l'auto condivisa diventa di lusso con il progetto per un servizio monomarca che conta 25 Tesla Model S, lanciato con una campagna di crowfunding. Sono alcune curiosità raccontate nel libro ''Car sharing, il business che si muove'' di Carlo Iacovini, fondatore di Euromobility e coordinatore operativo del Forum Mo.Ve Aisbl, osservatorio internazionale sulla mobilità sostenibile con sede a Bruxelles. Presentato al Citytech di Roma, il libro analizza la storia e lo stato dell'arte dell'auto condivisa, un business attorno a cui ruotano nuove start up, grandi gruppi, industrie che si integrano e innovazioni nei servizi. Il volume descrive le varie forme di car sharing - dall'aziendale all'elettrico, dal peer-to-peer al ridesharing - insieme ai mercati di riferimento e agli sviluppi futuri. L'auto in car sharing, spiega l'autore, unisce vantaggi economici e ambientali. Oltre ad avere tariffe inferiori ai costi di gestione e mantenimento di un'auto di proprietà, toglie dalle strade circa 10 vetture private e, con il tempo, fa diminuire del 25% i km percorsi in un anno dagli utenti del servizio, perché il cliente percepisce il costo reale di ogni suo spostamento in auto e tende a limitarne l'uso in favore del trasporto pubblico.
11 giugno 2014
10 giugno 2014 Alessandro M. Tricamo
10 giugno 2014 Stefania Divertito
10 giugno 2014 Cosimo Murianni “Non è una strada per vecchi” sottolinea una delle slide della ricerca, parafrasando il celebre film dei fratelli Coen. E in effetti lo studio presentato oggi dalla Fondazione Unipolis assieme al sito sicurstrada.it lancia un allarme che non deve rimanere inascoltato: sulle strade italiane, sono sempre di più le persone anziane che perdono la vita. Belpaese longevo. Lo dicono le statistiche: l’Italia è il secondo paese al mondo, dopo il Giappone, con la popolazione più longeva. I numeri dicono che da qui al 2040 la popolazione over 65 sarà il 57% in più rispetto a oggi (un terzo del totale) mentre gli ultraottantenni aumenteranno del 74%. Un simile cambiamento demografico comporta effetti anche nell’ambito della sicurezza: se non verranno presi provvedimenti, in futuro è lecito aspettarsi un’impennata dei decessi causati dagli incidenti stradali. Oggi, sebbene in Italia, dal 2001 al 2012 sia drasticamente calata la mortalità (48,5% in meno), i benefici maggiori in termini percentuali si sono riscontrati nelle fasce d’età sino a 65 anni. Questo comporta che, parlando di valori assoluti, mentre per gli under 65 ci sono 55 vittime ogni milione di abitanti, per gli over si sale a 83 e addirittura a 106 per gli ultraottantenni. Strisce assassine. La maggior parte degli incidenti, ovviamente, avviene in città. A pagare il tributo più drammatico sono i pedoni, che vengono falciati sulle strisce pedonali. Le statistiche dicono che sono, in maggioranza, uomini anziani, seguiti da ciclisti, donne e bambini. Che cosa si può fare per arginare questo fenomeno? La ricerca della Fondazione Unipolis indica la possibilità di estendere le aree pedonali dei centri cittadini e aumentare le zone dove vige il limite dei 30 km/h. Inoltre sarebbe necessario estendere le piste ciclabili protette e stimolare i mezzi pubblici. Tant’è che nei paesi europei dove ciò si è fatto, i risultati si sono visti.
10 giugno 2014 Eleonora Lilli L'auto resta il mezzo preferito dagli italiani, vuoi per i mezzi pubblici poco efficienti o per le singole esigenze personali, sta di fatto che otto persone su dieci la usano sempre o quasi. Per mantenerne una di media cilindrata, come stima l'Eurispes nel Libro Bianco sulla Mobilità e i Trasporti 2014, ci vogliono circa 4.500 euro l'anno ovvero dal 12% al 25% del reddito medio. Una bella cifra, considerando che nel calcolo non sono stati inclusi i costi "indiretti" che ognuno di noi paga come cittadino; pensiamo ad esempio alla spesa pubblica per gli incidenti stradali (circa 750 euro l'anno a contribuente). In pratica il trasporto privato è 17 volte più oneroso di quello pubblico. Per risparmiare è ovvio che la ricetta non ha un solo ingrediente: da un lato ci vogliono auto più economiche da mantenere (pensiamo a quelle a metano, GPL o elettriche), dall'altro ci vogliono mezzi di trasporto pubblico più efficienti. Gli italiani sono abbastanza soddisfatti dei mezzi pubblici (sebbene il 19,2% non lo sia per niente), ma la maggior parte crede che si paghi troppo rispetto alla qualità. La metà delle persone sarebbe disposta a spendere di più se ci fosse un miglioramento e questo potrebbe essere un buono stimolo per una mobilità alternativa. Anche perché il bike sharing, il car sharing ed il car pooling sono ancora poco utilizzati in Italia. Stando all'indagine dell'Eurispes, presentata in occasione di Citytech Roma 2014, bel il 90,1% delle persone non utilizza mai il car sharing, solo il 5,1% lo fa qualche volta ed una percentuale definita "trascurabile" lo sfrutta regolarmente. Bisogna anche considerare però che è soltanto negli ultimi mesi che car sharing privati, come car2go o Enjoy, hanno incalzato su Milano e Roma ed i loro servizi sono in fase di espansione. Sarà quindi interessante confrontare questo dato a quello del prossimo anno. Pure il bike sharing è di nicchia in Italia (solo il 3% lo usa, qualche volta). E' ovvio che affinché le cose cambino c'è bisogno di un intervento radicale da parte della politica, non solo locale, ma nazionale. Tra le altre segnalazioni dell'Eurispes ci sono pure le infrastrutture, che sono indietro rispetto alle esigenze di oggi. "Attraverso questo primo rapporto - dice Carlo Tosti, direttore dell'Osservatorio Eurispes sulla Mobilità e i Trasporti - intendiamo individuare quei costi esterni che, se abbattuti, consentano alle Amministrazioni di guidare il cambiamento nei consumi di trasporto attraverso premialità e non attraverso le sole leve sanzionatorie".
10 giugno 2014 Cristina Pantaleoni A MORIRE SULLE STRADE SONO SEMPRE PIÙ ANZIANI, UNIPOLIS LANCIA L’ALLARME Negli ultimi dodici anni i morti sulla strade sono praticamente dimezzati: dai 7.096 del 2001 ai 3.653 del 2012. Ma il rischio è che questo trend virtuoso si interrompa e, anzi, cambi di segno. Paradossalmente, potrebbe essere proprio l’aumento della longevità degli italiani a determinare questo mutamento di scenario. A spiegarne le ragioni è lo studio realizzato da Fondazione Unipolis, presentato oggi a Roma nell’ambito di Citytech, insieme al nuovo sito www.sicurstrada.it. Il punto di partenza è l’aumento della popolazione con più di 65 anni da qui al 2040: quasi 20 milioni di persone, rispetto ai 12 milioni e mezzo del 2012, un incremento di ben il 57%; peraltro gli ultraottantenni passeranno da 3,7 a 6,5 milioni (più 74%). Proprio questo dato così positivo determinerà una crescita del numero dei morti sulle strade. Già oggi, infatti, (dati 2012), sulle strade italiane muoiono 83 persone per milione tra gli over 65 (che salgono a 106 per gli ultraottantenni), contro i 55 per milione tra gli under 64 e una media di 61 vittime per milione sull’intera popolazione. Proiettando questi dati al 2040 si avrà un incremento del numero dei morti per sinistri stradali di quasi il 12%, cioè, in totale, 4.086, con un incremento di 433 unità sul 2012. Questo, naturalmente, se non verranno realizzate politiche adeguate di prevenzione e tutela, soprattutto nei centri urbani e nelle grandi città, dove si concentra la maggior parte – i tre quarti del totale – degli incidenti e il più elevato incremento di vittime, soprattutto pedoni (e ciclisti), anziani in particolare.
10 giugno 2014
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10 giugno 2014
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10 giugno 2014
10 giugno 2014
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9 giugno 2014
Renault promuove la propria interpretazione del car sharing in occasione della seconda edizione di Citytech, in programma il 10 e 11 giugno a Roma. Il Gruppo automobilistico leader europeo nelle emissioni di CO2 fa dell’innovazione la chiave per lo sviluppo di una mobilità sostenibile, capace di offrire ai cittadini tecnologie all’avanguardia, servizi moderni e al contempo eco-compatibili. “Con i veicoli elettrici – commenta Gabriella Favuzza, Corporate Communication Manager di Renault Italia – possiamo dire che in qualche modo il car sharing elettrico dà la scossa al car sharing, aggiungendovi il valore di una tecnologia 100% ecologica, a zero emissioni. Renault è sempre stata attenta alle evoluzioni della società e del rapporto con l’automobile. Per questo motivo stiamo supportando le amministrazioni pubbliche e gli operatori privati che stanno scegliendo i nostri veicoli elettrici per dare avvio a servizi di car sharing elettrico”. Nella visione di Renault i veicoli elettrici rappresentano oggi una sfida per cambiare il volto della mobilità cittadina e un’occasione per meglio integrare l’auto nel tessuto urbano, sia nel loro utilizzo privato e professionale che nella loro applicazione nei più moderni sistemi di car sharing elettrico per un modo alternativo ed efficiente di concepire il trasporto in città. A Napoli con Bee – Green Mobility Sharing e Ci.Ro Numerose le iniziative di car sharing elettrico che stanno adottando veicoli elettrici Renault. Un anno fa a Napoli è nato Bee – Green Mobility Sharing, servizio di micro- mobilità urbana elettrica, che si avvale di una flotta di 40 Renault Twizy. Una soluzione alternativa, pratica, rapida e a zero emissioni, concepita per rispondere alle esigenze sia della cittadinanza che dei turisti della città di Napoli, e che conta su una rete di Bee Point, dove prelevare le Renault Twizy. Sempre ai piedi del Vesuvio il mese scorso c'è stato il lancio del servizio sperimentale di car sharing e van sharing Ci.Ro. (City Roaming), finanziato dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), che utilizza 8 ZOE, 3 Kangoo Z.E. e 1 Fluence Z.E. e che integra in modo indito anche innovativi software di info-mobilità e servizi di gestione di pratiche amministrative a km 0. A tali iniziative, si aggiunge l’integrazione di 43 ZOE nella flotta di TIL, la più importante realtà italiana nel mercato del noleggio senza conducente di veicoli elettrici, o l’adozione da parte del Comune di Arezzo di 24 Twizy e 6 Kangoo Z.E. per servizi pubblici ed attività di car sharing, o la scelta della Città di Padova di avviare il car sharing elettrico con Renault ZOE.
Video interviste I protagonisti di Citytech Roma nel video di Metro : Citytech Roma,. Le videointerviste di Metro: http://www.youtube.com/watch? http://www.youtube.com/watch?v=wLc6ECilddc v=sEzwJqU6pRM#t=10 Al Citytech Roma le nuove sfide della mobilità urbana: A morire sulle strade sono sempre più anziani, http://www.youtube.com/watch?v=qTJqlw6mmbA Unipolis lancia l'allarme: http://www.youtube.com/watch?v=5P-JkAK0Abk Sicurstrada a Citytech 2014 - Intervista a Intervista a Luca Masciola, direttore scientifico di Pierfrancesco Maran: http://vimeo.com/98013587 EURISPES: http://vimeo.com/98614680
Radio Interviste ¨ Isoradio, 9 giugno ore 14:30: intervista, di Sandro Iadanza, a Barbara Covili e Carlo Tosti ¨ Radio 24 – Il Sole 24 Ore, 10 giugno, GR ore 13: intervista a Carlo Tosti ¨ Radio Manà Manà, 10 giugno, intervista a Carlo Tosti
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RASSEGNA STAMPA Giugno 2014 Claudia Ceroni Media Relations e-mail: ufficiostampa@citytech.eu 51 cel: 345-3275496
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