RASSEGNA STAMPA DEL 31 marzo 2020 - Assiterminal

Pagina creata da Claudio Donati
 
CONTINUA A LEGGERE
RASSEGNA STAMPA DEL 31 marzo 2020 - Assiterminal
RASSEGNA STAMPA DEL

   31 marzo 2020
RASSEGNA STAMPA DEL 31 marzo 2020 - Assiterminal
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  SHIP2SHORE
____________________________________________________________________________________________________

Per i terminalisti (passeggeri) occorre ripartire da zero
(canoni)

La missiva firmata dal Presidente, Luca Becce, e dal Presidente della Commissione Crociere,
Galliano Di Marco, è molto diretta.

Assiterminal ha messo nero su bianco una perentoria richiesta di azzeramento dei canoni
demaniali per terminalisti - in nome e per conto di tutte le stazioni marittime Italiane (in
particolate Venezia, Genova, Civitavecchia, Napoli, Cagliari, Catania, Trieste, Ravenna,
Livorno, Messina) - inviandola al Presidente del Consiglio dei Ministri, al MEF e al MIT e
alle Commissioni Trasporti di Camera e Senato.

La modifica ed integrazione all’art. 92 del D.L. 18/2020 relativamente alla prevista parziale
sospensione dei canoni demaniali marittimi come antidoto temporaneo all’impatto
dell’attuale emergenza epidemiologica da COVID-19, che ha già costretto i terminal
operator passeggeri a richiedere la CIG, “stante il totale azzeramento del turismo e del
traffico crocieristico in Italia e nel mondo; gli accadimenti degli ultimi giorni non
consentiranno una ripresa prima del 2021”.

La nefasta previsione di Assiterminal viene meglio circostanziata: “È evidente la pressoché
totale assenza di entrate 2020 per tutte le realtà che fanno parte della filiera crocieristica, da
vettori e terminalisti a tutti i loro fornitori, compresa Fincantieri, qualcosa di mai accaduto
prima nella storia dell’industria crocieristica”.

La lettera rimarca che il duro colpo viene sofferto da entrambi i fianchi “da società che
gestiscono le stazioni marittime italiane e sono spesso partecipate dai maggiori gruppi
mondiali del settore come MSC, Royal Caribbean, Carnival”.

La giustificazione della richiesta di esenzione viene ricercata nel fatto che “i canoni
demaniali alle Autorità di Sistema Portuale il più delle volte non (sarebbero) collegati
all’entità del traffico effettivamente movimentato. La disposizione introdotta con il D.L.
18/2020 è insufficiente a tutelare le imprese e i loro dipendenti, stimati - secondo CLIA – in
119.000 occupati diretti ed indiretti in Italia, Paese che rappresenta il 30 % degli occupati in
Europa”.

Becce e Galliano spiegano che “la norma, applicabile unicamente ai concessionari ex artt.
16, 17 e 18 della L. 84/94, escludendo le altre tipologie concessorie del settore (quali servizi
di interesse generale ex art. 6 e quelli ex art. 36 cod. nav.), prevede solo la sospensione dei
termini di pagamento fino al 31 luglio, mantenendo l’obbligo della corresponsione integrale
entro fine 2020”.
RASSEGNA STAMPA DEL 31 marzo 2020 - Assiterminal
Assiterminal richiama la circostanza della ‘forza maggiore’, già ufficialmente accertata dal
Governo e dalle Autorità Sanitarie italiane ed internazionali, ed eccepisce che i
provvedimenti cogenti adottati dal Governo rientrino a pieno titolo nel factum principis;
questo latinismo evidenzia una causa di impossibilità oggettiva ad effettuare una prestazione
derivante da provvedimento autoritativo che esula dalla sfera di controllo del debitore, sicché
tale fatto non gli è imputabile, e dunque l'obbligazione si estingue senza residuali
conseguenze per lui negative.

“È evidente che sussistano condizioni oggettive per sospendere tutti gli adempimenti
contrattuali in essere fintanto che la situazione di emergenza perdura. Nel caso specifico di
concessione di beni, l’oggettiva impossibilità di utilizzo per il fine proprio per i quali sono
stati concessi determina una chiara situazione di sopravvenuta eccessiva onerosità del canone
corrisposto, facendo sorgere il diritto di ottenere un riequilibrio del rapporto obbligatorio”
incalza l’associazione dei terminalisti tricolori, proseguendo con una ‘memoria’ giuridica a
propria giustificazione, frutto di appositi pareri legali commissionati e già acquisiti da alcune
società che gestiscono le stazioni marittime.
RASSEGNA STAMPA DEL 31 marzo 2020 - Assiterminal
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  SHIP2SHORE
____________________________________________________________________________________________________

I terminal operator cercano l’interconnessione tra porti e
shipping

La firma è quella, inequivocabile, del Direttore, Alessandro Ferrari; ma le idee sono quelle
che emergono dal confronto costante con gli associati di Assiterminal, presieduti da Luca
Becce.

Il documento diffuso dall’associazione dei terminal operator si intitola ‘L’interconnessione
tra Porti e Shipping’, un’etichetta che appunto indica l’auspicato percorso dei due filoni dello
stesso cluster.

Il ‘narratore’ parte dalla cronaca di un’attualità davvero “inimmaginabile anche solo due
mesi fa”, rammentando come il 2020 fosse iniziato sotto i migliori auspici per vari segmenti:
dalle crociere passando alle autostrade del mare per arrivare ai traffici merci, ‘addirittura’
con la apparente consapevolezza da parte della politica dell’importanza strategica della
logistica; un progetto credibile su cui poter lavorare.

E se i sogni finiscono all’alba, l’ottimismo è evaporato come una bolla di sapone con l’arrivo
a fine febbraio nel nostro Paese di un ospite altamente indesiderato quale il malefico e letale
virus cinese.

Con l’inevitabile – e forse, per certi versi, tardivo lockdown, tutta l’intelaiatura dell’Italia
rivela la propria vulnerabilità e salta in aria, portando con sé morti (purtroppo reali persone
fisiche) e feriti (quasi tutti i settori dell’economia).

Non occorre rivangare la raffica di default che si sono succeduti in questo tragico e surreale
mese di marzo, probabilmente il più brutto nella storia della Repubblica Italiana

Detto una volta di più – repetita iuvant eccome, specie alle orecchie di certi politici sempre
‘sfasati’ – quanto l’armonioso e fluido scorrere della logistica possa influenzare le sorti del
Belpaese (se funziona e se è efficiente, il sistema produttivo ne beneficia; se rallenta o va in
sofferenza, il sistema produttivo va in astenia insieme al consumatore/cittadino), ecco la
lunga e articolata ‘ricetta’ del medico di Assiterminal.

“La cura – per quanto emergenziale e contingente – deve essere allineata per pazienti nelle
stesse condizioni di salute. Che siano la conversione del decreto ‘Cura Italia’ o i
provvedimenti successivi, il ‘minimo sindacale’ non può che essere il combinato disposto di
quanto stiamo tutti evidenziando (non richieste ma bisogni…), sia per evitare il default delle
nostre imprese, sia per cercare di prefigurare i presupposti per ripartire (quando potremo):
naturalmente, ogni misura andrà aggiornata e commisurata misurando gli effetti contingenti
e nel tempo della pandemia” è la diagnosi del Dott. Ferrari, prima di esplicitare una ricca
prognosi che si dipana fra tre diversi tipi di misure: per il lavoro, finanziarie e per sostenere i
costi operativi e la ripartenza.

Tra le prime, una serie di esoneri contributivi previdenziali per imprese che mantengano
livelli di occupazione invariati, con un occhio di riguardo per i lavoratori dei porti.

In secundis, una moratoria processuale sulle procedure concorsuali e fallimentari e la
sterilizzazione temporale delle esposizioni finanziarie, oltre all’istituzione di un fondo presso
il MIT destinato a compensare i danni per l’arresto e/o riduzione delle attività delle imprese
portuali.

Fra le terze rientra l’agognata esenzione dal pagamento dei canoni concessori, oltre ad una
serie di ulteriori interventi, compresa finalmente la piena attivazione allo Sportello Unico
Doganale. Il presupposto del ‘tridente’ di azioni richieste da Assiterminal è l’applicazione
del principio di causa di forza maggiore, che porrebbe il concessionario nell’impossibilità
sopravvenuta di fruire del bene avendo subito pregiudizio da azzeramento e/o riduzione dei
traffici.

Come ‘buon peso’ a questo trittico di iniziative, Ferrari e i suoi associati propongono la
grande suggestione: “costruire un modello di ZES Zona Economica Speciale di Salvaguardia
per l’Italia che, per essere veramente competitiva, deve valere per l’intera penisola, e non ‘a
macchie’; tutt’altra cosa, insomma, rispetto al simulacro di ZES previsto dall'attuale quadro
normativo”.

Sono dichiaratamente misure ‘esemplificative’ ma sintomatiche del fervore di idee che
balenano presso il cluster marittimo-portuale.

“La convergenza di tutti gli attori e protagonisti della supply chain marittimo portuale
significa quantomeno che ‘non ce la raccontiamo’!” afferma ancora prosaicamente Ferrari,
precisando – e non sarebbe dettaglio da poco… - che “il combinato disposto delle misure
richieste non prevede un carico sulle finanze dello stato eccessivo - in linea con le istanze
provenienti dagli armatori, tanto che, viste le correlazioni in diverse aziende che sono le due
facce del mestiere (navi e porti), molte misure e azioni volutamente si compenetrano - e
raggiungerebbe i suoi fini supremi: tutelare i lavoratori portuali, le imprese e il sistema
logistico che si dirama dalle banchine”.

E per quanto riguarda la ‘restituzione’ di quanto eventualmente anticipato dalla mano
pubblica?

“Ci sarà poi modo e tempo di verificare come compensare allo Stato quanto erogato
individuando percorsi e meccanismi a tasso 0 che nei prossimi (almeno 3) anni
accompagnino le aziende; queste ‘potranno permetterselo’, in una dilazione di refounding
virtuosa verso lo Stato secondo principi di sostenibilità solidaristica che andranno
individuati. Ma ora è il momento di dare fiato alle imprese strozzate cui serve la liquidità
come l’ossigeno!” conclude il portavoce di Assiterminal, che non intende aspettare ‘regali’
dall’Europa: “vediamo come si comporteranno UE e BCE, ma meglio cominciare a fare da
sé…”. Angelo Scorza
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  SHIP2SHORE
____________________________________________________________________________________________________

Venezia sospende i canoni demaniali sino al 30 settembre. E
PSA Vecon attiva un ‘corridoio rapido’ per le merci urgenti

Sospendere i canoni demaniali sino al 30 settembre. È questa la possibilità che l’Autorità di
Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale (porti di Venezia e Chioggia) ha dato a
tutte le aziende concessionarie attraverso una circolare, andando quindi oltre i termini già
introdotti dal decreto ‘Cura Italia’ che autorizzava la sospensione dei pagamenti sino al 31
luglio.

“In questo periodo di emergenza, gli amministratori pubblici sono chiamati a fare uno sforzo
in più per alleviare le difficoltà di lavoratori e aziende e per sostenere il sistema produttivo
nel suo complesso. Il provvedimento rappresenta una delle prime azioni messe in pratica per
concedere un sostegno alle imprese, che si trovano in queste settimane a dover far fronte ai
costi addizionali delle misure di sicurezza per il personale e a una flessione dei traffici e
degli ordinativi, e, conseguentemente, per salvaguardare i posti di lavoro”, ha commentato il
presidente dell’Authority, Pino Musolino.

“Nonostante le difficoltà, - aggiunge il presidente Musolino – i porti veneti non hanno, fino
ad ora, mai smesso di operare garantendo l’approvvigionamento di prodotti e materie prime
per la nostra economia e per le esigenze dello sforzo sanitario nazionale. Ringrazio tutte le
oltre 1.200 aziende insediate a Venezia e a Chioggia e gli oltre 21.000 lavoratori che
gravitano attorno ai nostri scali per la professionalità e lo spirito di sacrificio che dimostrano
quotidianamente. Avremo bisogno di tutte le nostre risorse quando, al termine del lockdown,
dovremo contribuire a rimettere sulle sue gambe e poi far correre il sistema industriale
italiano”.

Una analoga decisione era stata presa alcuni giorni fa dall’Autorità di Sistema Portuale del
Mare Adriatico Meridionale (porti di Bari, Brindisi, Barletta e Manfredonia), che aveva
adottato la sospensione del pagamento di canoni e diritti portuali fino a metà dicembre.
Nell’ordinanza il Presidente Ugo Patroni Griffi aveva inserito non solo le aziende portuali
titolari di concessione demaniale o autorizzate all’espletamento di operazioni portuali, ma
anche, andando al di là dei contenuti del decreto governativo, qualsivoglia impresa titolare di
concessione demaniale marittima, “per dare una boccata di ossigeno a tutto il nostro cluster
marittimo che registra quotidiane e continue flessioni nei traffici di persone e mezzi”.

Intanto il terminal container PSA Venice-Vecon ha attivato una corsia preferenziale per le
merci strategiche al fine di assicurarne una loro rapida consegna, separandole da quelle
bloccate ed in progressivo futuro accumulo nei piazzali, conseguente al fermo dei settori
industriali imposto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 marzo. “In
tutte le crisi si nascondono minacce ed opportunità. L’emergenza in cui stiamo vivendo sta
facendo emergere l’esigenza di rivedere non solo le nostre abitudini sociali, ma anche la
necessità di cambiare alcune modalità di gestione del business per supportare la catena
logistica in questo momento di estrema difficoltà per il Paese”, le parole del neo
amministratore delegato di PSA Venice-Vecon, Alessandro Becce.

In anticipo rispetto all’attivazione della procedura, già ieri 60 container con elevata
probabilità di ritiro sono stati identificati prima dello scarico sulla prossima nave. “In questo
modo possiamo garantire che le merci importanti, come cibo e farmaci in primis, arrivino
dove devono il più rapidamente possibile. Passata l’emergenza, potrà diventare un metodo
nuovo di gestire le consegne”.

P.R.
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  SHIP2SHORE
____________________________________________________________________________________________________

De Micheli convoca Onorato al MIT: “La pazienza ha un limite
ed è stato superato”
Appuntamento alle 15 al Ministero dei Trasporti, presente anche il Ministro dello Sviluppo
Economico. A convocare l’armatore Vincenzo Onorato, patron dell’omonimo gruppo
armatoriale, dopo il sequestro conservativo operato dai commissari di Tirrenia in
Amministrazione Straordinaria che ha di fatto bloccato i conti e l’operatività di Tirrenia-
CIN, che in regime di convenzione collega con la terraferma Sardegma, Sicilia e alcune isole
minori, è stata direttamente la titolare del dicastero di Porta Pia, Paola De Micheli. “Per mesi
Tirrenia non ha risposto alle richieste dei commissari e ora non può scaricare le
responsabilità sulla politica. Il presidente Onorato è stato convocato da me e dal Ministro
Patuanelli domani alle 15, per rendere conto del comportamento di un’impresa che deve
gestire un’attività di trasporto di servizio pubblico con soldi pubblici. La pazienza ha un
limite e il limite è stato superato. Il Mit ha riconosciuto sempre le risorse necessarie a
Tirrenia, nei tempi previsti dai termini di legge e dei contratti, garantendo costante attenzione
a tutti i problemi nel corso del tempo intervenuti. Confidiamo che domani Onorato si
presenti alla riunione per affrontare la situazione con risposte concrete e non con le
dichiarazioni che ci è toccato leggere in queste ore”.

Il riferimento del ministro è allo scontro fra Onorato e i commissari di Tirrenia in
Amministrazione Straordinaria. Tuttavia l’armatore, nel leggere l’intervento di De Micheli,
mostra più di un’apertura: “Ho letto le dichiarazioni del Ministro dei Trasporti e delle
Infrastrutture Paola de Micheli, mai mi sarei permesso di lanciare un’ accusa al Ministero dei
trasporti che ha sempre onorato i suoi impegni nei confronti della compagnia e della
convenzione consentendo il mantenimento della continuità territoriale o scaricare la
responsabilità sulla politica. Il problema é diverso: sebbene il MIT abbia sempre fornito le
risorse necessarie, cioè il corrispettivo della convenzione, i commissari di Tirrenia in AS
hanno sequestrano i conti correnti della società; pertanto il ministro capirà benissimo che noi
non possiamo accedervi e questo purtroppo ed inesorabilmente determina il blocco totale
della compagnia. Per quanto sopra e per onorare gli impegni presi sia con il MIT che morali
in un momento così complicato per il nostro Paese, ci siamo attivati immediatamente come
Moby, compagnia del gruppo che opera in regime di libero mercato, riarmando le navi per
garantire immediatamente il servizio e consentire il trasporto di tutti i beni essenziali sia
alimentari che farmaceutici. Con riferimento ad alcune parole del Ministro preciso che non
risponde al vero che CIN non abbia risposto alle richieste dei commissari di Tirrenia in AS.
Al contrario CIN ha ripetutamente e costantemente contattato anche attraverso propri
rappresentanti i commissari proponendo soluzioni alla vicenda. Auspico che domani possa
trovarsi un componimento per assicurare per quanto ci é consentito il pagamento a Tirrenia
in AS di quanto dovuto e per ripristinare l’operatività della compagnia”.

P.R.
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  SHIP2SHORE
____________________________________________________________________________________________________

REAGIRE SUBITO: Il Dopoguerra della Logistica rischia di
minare la ripresa dell'intera economia nazionale
È questo il titolo del Documento presentato da Confetra alla Ministra De Micheli ed al
Presidente Conte. La pandemia economica rischia di fare più danni di quella sanitaria: su
base annua il Centro Sudi della Confederazione prevede una contrazione dei volumi tra il 20
ed il 25%. Se l'interscambio commerciale del Paese con il resto del Mondo fletterà di circa
150 miliardi di euro, come da proiezione, in termini di merci movimentate ciò equivarrebbe
a circa 90 milioni di tonnellate, tra import ed export: l'equivalente di 18 miliardi di fatturato
per l'intero Settore della Logistica e del Trasporto Merci.

Una devastazione, per attività che - come dimostrato anche in questa drammatica crisi -
rappresentano il tessuto connettivo dell'economia nazionale, dei consumi, degli
approvvigionamenti, degli scambi, delle importazioni, delle esportazioni. “Siamo la rete che
regge l'economia reale” ha dichiarato il Presidente di Confetra Guido Nicolini “e se essa
dovesse collassare, non c'è ripresa che tenga. Da settimane lavoriamo sostanzialmente in
perdita: a costi fissi cioè immutati, ma mediamente al 25/30% dei volumi. Noi non potevamo
“restare a casa”, ma ora serve una massiccia iniezione di liquidità attraverso strumenti diretti
ed attivabili nel giro di pochi giorni, non settimane, per tenere in piedi il settore”.

Tre, sostanzialmente, le proposte avanzate dalla Confederazione al Governo: una riduzione
flat del cuneo fiscale del 40% per i prossimi 20 mesi, la possibilità di incassare tramite CDP
subito il 50% delle fatture inevase senza oneri, la costituzione di un Fondo nazionale per
ristorare le imprese che possano dimostrare un gap di fatturato tra il periodo dell'emergenza e
del lockdown 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.

“Si tratta di un “pacchetto” di misure che necessita di coperture per circa 9 miliardi. E
parliamo solo del Settore Logistica e Trasporto merci. È chiaro che tutto ciò ha un senso se il
Governo, come ci auguriamo, vorrà davvero mettere a punto una politica urgente per la
ripresa come quella evocata nei giorni scorsi da Draghi. Un altro Provvedimento da 25
miliardi di euro invece, buono solo per prorogare di un ulteriore mese le scadenze fiscali e
poco altro, significherebbe in larga misura condannarci a chiudere battenti nel giro di poche
settimane”.
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  SHIP2SHORE
____________________________________________________________________________________________________

Lo stop ai passeggeri porta la cassa integrazione nei terminal
Di fatto, ormai, lo stop ai traghetti passeggeri e alle crociere è totale: resistono solo i
collegamenti essenziali, opportunamente contingentati giusto per garantire la continuità
territoriale. Per questo i terminal passeggeri in Italia si sono svuotati, delle persone in
transito ma anche delle attività collaterali che molti di essi ospitavano: spazi di sosta, di
servizio, convegnistica. Ed ecco che allora molte delle società che hanno in gestione questi
scali hanno approfittato delle misure inserite nel decreto ‘Cura Italia’ per avvalersi della
cassa integrazione, in nessun caso a 0 ore per garantire, a turno, la copertura dei servizi
essenziali, a partire da quelli amministrativi.

Va in questo senso la scelta di Porto 2000 di Livorno, società privatizzata nel luglio 2018 dal
tandem Moby-MSC, che ha attivato la cassa integrazione per i suoi 64 dipendenti, appunto a
turnazione ma a tempo indeterminato (per ora la richiesta è di 9 settimane, prorogabile):
difficile prevedere quando avverrà la ripresa dei traffici, e dire che siamo proprio all’alba
della stagione, quella primaverile ed estiva, più fruttifera sotto questo punto di vista. I
lavoratori sono stati suddivisi in gruppi, in modo da rendere meno impattante possibile per
l’operatività del terminal una quarantena che dovesse nascere a seguito di malaugurati
contagi da COVID-19. Restano esclusi da questa forma di previdenza i lavoratori stagionali,
una trentina, che in questo periodo, e sino a fine settembre, venivano assoldati per dare man
forte nel momento apicale della stagione.

Scenario pressoché analogo per Stazioni Marittime, che gestisce traghetti e crociere nel porto
storico di Genova: richiesta la cassa integrazione per i 54 dipendenti, anche in questo caso
non a 0 ore. In questo modo, a turno, i lavoratori potranno garantire una copertura essenziale
per non paralizzare l’attività dello scalo, per quanto esigua rispetto al solito, e sbrigare le
pratiche arretrate.

Dall’altra parte dell’Italia, a Trieste, proprio in queste ore si sta chiudendo un acordo con i
sindacati in tal senso: interessati tutti e 13 i dipendenti, anche in questo caso a turno. Trieste
Terminal Passeggeri (TTD) deve fare i conti, fra le altre cose, con le minori entrate che le
garantivano una fiorente attività convegnistica (qui, recentemente, sono andate in scena le
celebrazioni per i 300 anni del porto gigliato e l’ultima edizione del Forum di Pietrarsa) e
anche la gestione dei parcheggi a pagamento, a ridosso del centro cittadino, che adesso sono
gratuiti (e comunque di certo meno ricercati) a causa dell’emergenza.

“Qui non si vede una nave...” è invece la laconica constatazione di Galliano Di Marco,
direttore Generale di Venezia Terminal Passeggeri (VTP). Anche in questo caso, l’intera
forza lavoro – 60 dipendenti – è stata messa in cassa integrazione, a rotazione, per 9
settimane. Ma è già stato preparato un piano straordinario, che verrà illustrato nel prossimo
Consiglio di Amministrazione, nel quale verrà chiesta la cassa integrazione ordinaria sino
alla fine dell’anno. “Un piano straordinario che si basa su una stima di ricavi che a fine anno
saranno prossimi allo zero e che conseguentemente prevede una forte riduzione dei costi ma
mira alla massima tutela per i dipendenti della società per i quali non è previsto alcun
licenziamento”, fa sapere una nota della società. Il CdA ha inoltre disposto che la mensilità
di marzo venga pagata integralmente (indipendentemente dalla data di avvio della cassa
integrazione) e che, per il periodo coperto dalla cassa integrazione, la società integri lo
stipendio di ciascun dipendente fino all’80% del valore lordo visto che i massimali previsti
avrebbero comportato una decurtazione significativa degli stipendi, che in molti casi
sarebbero stati ben al di sotto del 50% del valore lordo. Infine, VTP sta valutando di
anticipare i pagamenti degli stipendi ad inizio di ciascun mese per sopperire ai tempi di
pagamento più lunghi attualmente previsti dall’INPS.

Situazione diversa invece a Palermo, dove non è ancora operativa la gestione congiunta
MSC-Costa per il terminal crociere in via di realizzazione, con i due colossi che si
occuperanno anche dei relativi servizi ai passeggeri pure negli altri porti del sistema della
Sicilia Occidentale, ovvero Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle. “Per ora abbiamo
poche richieste in tal senso che arrivano da alcune imprese portuali, ma stiamo facendo il
possibile per limitare i problemi: se in questo momento abbiamo pochi passeggeri, è vero
anche che servono sforzi ancora maggiori per scaricare in fretta le merci essenziali che
arrivano in porto, come cibo, farmaci, dispositivi medici. Ci stiamo dando da fare in questo
modo, finché sarà possibile. Quando mi sono insediato la cassa integrazione era pratica
piuttosto comune ed estesa in porto, non vorrei tornare a quello scenario”, spiega a
Ship2Shore il presidente dell’AdSP Pasqualino Monti.

Pietro Roth
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  CIVONLINE
____________________________________________________________________________________________________

Porto, Di Majo: “Lo scalo pronto ed operativo per qualsiasi
tipologia di merce”
CIVITAVECCHIA - Il presidente dell’AdSP ci riprova a profondere positività per l’indotto
portuale cittadino, le maestranze e le aziende che vi operano, pur trovandosi nel bel mezzo di
una tempesta dovuta alla grande emergenza che sta attanagliando non solo la nostra città ma
l’intero paese.

 “In un momento in cui Civitavecchia paga, forse più di tutti, il drastico calo passeggeri e
crocieristico, settore quest'ultimo in cui è stata fino ad oggi leader a livello internazionale, -
sottolinea il numero uno di Molo Vespucci - è nostra intenzione, d'accordo con gli operatori
portuali, far presente che tutto il settore commerciale rimane, comunque, operativo. Accolgo
l’appello del Ministro dei Trasporti, Paola De Micheli la quale, nel ribadire che il polo
marittimo costituisce uno dei settori più importanti dell’economia, ha chiesto a noi presidenti
delle Autorità di Sistema Portuale di contribuire, innanzitutto, alla elaborazione di misure di
carattere economico ed organizzativo per il contenimento della crisi e, successivamente, di
misure per il rilancio dell'economia portuale”.

Di Majo ribadisce che in questa fase emergenziale, l'amministrazione sta cercando di
rispondere in maniera rapida e flessibile per mettere in condizione il porto di Civitavecchia,
unitamente a quello di Gaeta, di ricevere grandi quantità di merce, in virtù della sua capacità
e delle banchine che ha a disposizione e con il vantaggio ulteriore di un Interporto (a circa
1,5 Km di distanza dal porto di Civitavecchia) diventato da qualche mese operativo e a
servizio dell'intero cluster portuale e dotato di celle frigorifere con elevata capacità di
stoccaggio.

“Ben vengano, in questo periodo, anche operazioni sinergiche tra diversi operatori portuali -
spiega - al fine di non perdere traffici, come ad esempio l'operazione odierna di un
importante stoccaggio, da parte di un operatore, di un nuovo traffico di almeno tre mila
autovetture in polizza in importazione, in un'area data recentemente in concessione (ad un
altro operatore) e, quindi, ancora non del tutto operativa. L'ambito portuale e quello
retroportuale ha altre aree che sono immediatamente disponibili e fruibili per ricevere
qualunque tipologia di merce. A tale riguardo, va rimarcato, ancora una volta, che il porto di
Civitavecchia, insieme al porto di Gaeta, è l’unico, del Lazio che, con la massima efficienza
e velocità, può servire l’intero bacino della Capitale. Oltre alle note motivazioni ambientali,
ovvero la riduzione di emissioni nocive derivanti dai chilometri di percorrenza stradale tra il
porto di Civitavecchia e Gaeta e le destinazioni finali della merce nei diversi poli logistici e
di distribuzione all'interno della Regione Lazio, in questo momento vi sono anche ragioni
dettate dalle misure di sicurezza sanitaria che imporrebbero l'utilizzo di percorsi stradali e
ferroviari più brevi e, oltretutto, più convenienti.
E’ oltremodo necessario che il porto si apra ad una maggiore diversificazione per quanto
riguarda le tipologie di traffico che non hanno mai scalato gli approdi del network laziale”.
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  INFORMARE
____________________________________________________________________________________________________

HHLA prevede per il 2020 un forte calo dei ricavi e del risultato operativo

Il gruppo terminalista tedesco Hamburger Hafen und Logistik AG (HHLA) prevede che
quest'anno il proprio volume d'affari nonché l'utile operativo registreranno una notevole
diminuzione a causa degli effetti provocati dalla diffusione del virus Covid-19. «Nei suoi
135 anni - ha spiegato la presidente dell'azienda, Angela Titzrath - HHLA ha superato molte
crisi. Però gli shock economici della pandemia coronavirus ci presentano una sfida di una
portata mai vista in precedenza. Tuttavia siamo consci della nostra responsabilità come
fornitore di servizi per la Germania quale nazione industrializzata. Agiremo quindi con
prudenza e cautela e attueremo sistematicamente le misure necessarie per guidare HHLA
attraverso questo momento difficile».

Il gruppo tedesco ha precisato che, nonostante non sia possibile al momento formulare
affidabili previsioni, è tuttavia possibile supporre che nel 2020 i ricavi e il risultato operativo
generati dalle attività portuali e di logistica portuale dell'azienda saranno nettamente inferiori
a quelli dello scorso anno e ciò sarà determinato principalmente dalla prevedibile accentuata
flessione, forse temporanea, della movimentazione e dei trasporti di container, contrazione -
ha specificato il gruppo - che sta interessando tutte le aree dell'economia inclusi gli scambi
commerciali internazionali che sono fondamentali per HHLA. Inoltre l'azienda prevede che
anche il risultato operativo della divisione Real Eastate probabilmente sarà
significativamente inferiore rispetto a quello del 2019.

HHLA ha evidenziato che HHLA, sulla base della liquidità disponibile al 31 dicembre
scorso e delle misure assunte per gestirla e preservarla, dovrebbe poter adempiere a tutti i
suoi impegni di pagamento nonostante gli oneri connessi agli effetti della pandemia del
coronavirus.
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  INFORMARE
____________________________________________________________________________________________________

Nel 2019 il risultato economico netto del gruppo terminalista cinese CMPort è cresciuto
del +16,1%

China Merchants Port Holdings Co. (CMPort) ha chiuso il 2019 con ricavi pari a 8,90
miliardi di dollari di Hong Kong (1,15 miliardi di dollari USA), con una diminuzione del -
12,4% sull'esercizio annuale precedente generata principalmente dalla cessione della
partecipazione nella Shenzhen Chiwan Wharf Holdings Ltd. avvenuta nel 2018. L'utile
operativo è ammontato a 9,24 miliardi di dollari di Hong Kong (+53,7%) e l'utile netto a
9,24 miliardi (+16,1%). Ricordiamo che lo scorso anno i terminal portuali del gruppo cinese
hanno registrato un incremento del +2,5% del traffico dei container, attestatosi a 111,8
milioni di teu, e un calo del -10,5% del traffico di rinfuse, sceso a 449,2 milioni di tonnellate.

Nel solo secondo semestre del 2020 i ricavi del gruppo hanno totalizzato 4,43 miliardi di
dollari di Hong Kong, con una riduzione del -3,6% sul corrispondente periodo dello scorso
anno. L'utile operativo è stato di 1,55 miliardi di dollari di Hong Kong (+670,1%) e l'utile
netto a 2,45 miliardi (+19,9%).

Prima partenza verso est del servizio ferroviario‐marittimo Europa‐Far East di
Maersk Line

Sabato dal porto russo di San Pietroburgo è partito il primo treno diretto ad est che fa
parte del servizio ferroviario-marittimo AE19 della Maersk Line, linea che collega il
Nord Europa con il Far East. La tratta ferroviaria unisce il terminal First Container
Terminal (FCT) del porto baltico e il terminal Vostochnaya Stevedoring Company (VSC)
del porto di Vostochny che fanno parte entrambi del gruppo terminalista russo Global
Ports.

La prossima partenza da San Pietroburgo diretta ad oriente è in programma il prossimo
8 aprile e successivamente le partenze avverranno ogni due settimane.

Maersk Line ha specificato che il transit time complessivo del nuovo servizio dai porti
del Nord Europa ai porti della Corea e del Giappone sarà compreso tra 23 e 32 giorni,
pari a metà rispetto ai 52-37 giorni della tradizionale tratta oceanica.
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  INFORMARE
____________________________________________________________________________________________________

Tirrenia ferma le navi in risposta al sequestro dei conti correnti della CIN

La compagnia di navigazione Tirrenia ha fermato le proprie navi in risposta al sequestro
conservativo disposto dai commissari di Tirrenia dei conti correnti della Compagnia Italiana
di Navigazione (CIN), la società del gruppo Onorato Armatori che nel 2012 ha acquisito
Tirrenia. «I commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria, Gerardo Longobardi,
Beniamino Caravita di Toritto e Stefano Ambrosini - ha reso noto oggi la compagnia -
malgrado CIN abbia più volte comunicato loro in forma scritta la propria disponibilità ad
offrire, nei limiti del consentito, garanzie di pagamento di quanto reclamato da Tirrenia in
amministrazione controllata, in data odierna hanno eseguito, in questo momento così
drammatico per il Paese, un sequestro conservativo sui conti correnti di CIN».

«Teniamo a precisare - ha specificato Tirrenia - che la società è liquida, ma che di fatto il
blocco dei conti correnti ne impedisce l'operatività. In seguito a quanto sopra l'attività di
CIN, compagnia che svolge in convenzione con lo Stato il servizio di continuità territoriale
via mare per le isole, è stata paralizzata. Con decorrenza immediata sarà impossibile
continuare lo svolgimento di detto servizio e le corse programmate per oggi su tutte le linee
in convenzione con la Sardegna, la Sicilia e le Tremiti non verranno effettuate».
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  INFORMARE
____________________________________________________________________________________________________

Rinvio al prossimo anno del Salone Nautico di Venezia

L'edizione 2020 del Salone Nautico di Venezia, il cui svolgimento era stato originariamente
programmato tra il 3 e il 7 giugno prossimi, è stata rinviata al prossimo anno a causa del
perdurare dell'epidemia Covid-19 e delle misure che da giorni tutti i Paesi nel mondo stanno
varando e attuando per bloccare gli spostamenti internazionali.

Il Comune di Venezia e la sua controllata Ve.La., che organizzano l'evento, hanno spiegato
che la decisione di posticipare la kermesse di un anno, non sovrapponendosi ad altre
rassegne analoghe già calendarizzate in Italia nel secondo semestre, è stata scelta, oltre che
per evidenti motivazioni prudenziali legate all'emergenza sanitaria, in accordo con le aziende
e gli operatori del settore nautico con l'obiettivo di creare le migliori condizioni per il
rilancio del comparto. Inoltre hanno specificato che nei prossimi mesi continueranno i lavori
di infrastrutturazione dell'Arsenale di Venezia, sede ospitante del Salone, dedicando
attenzione alla riorganizzazione delle attività con un calendario di iniziative collaterali, tappe
di avvicinamento per garantire ad aziende, operatori e pubblico un'edizione che sia all'altezza
del nome di Venezia e che rappresenti una opportunità per tutta la filiera nautica.
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  INFORMARE
____________________________________________________________________________________________________

COSCO Shipping Ports ha chiuso il 2019 con ricavi pari a 1,03 miliardi di dollari
(+2,7%)

Il gruppo terminalista cinese COSCO Shipping Ports ha chiuso il 2019, anno in cui il
traffico dei container movimentato dai terminal dell'azienda è cresciuto del +4,8%, con
ricavi pari a 1,03 miliardi di dollari, con un incremento del +2,7% sull'anno precedente.
L'utile operativo è ammontato a 212,5 milioni di dollari (-0,3%) e l'utile netto a 349,9
milioni di dollari (-6,4%).

Nel solo quarto trimestre del 2019 i ricavi sono stati pari a 255,1 milioni di dollari, con
un rialzo del +1,2% sul periodo ottobre-dicembre del 2018, l'utile operativo è stato di
64,7 milioni di dollari (+31,5%) e l'utile netto di 95,7 milioni di dollari (+7,7%).

A febbraio nel porto di Algeciras sono state movimentate 6,3 milioni di tonnellate di
merci in container (+25,9%)

Lo scorso mese il traffico delle merci movimentato dal porto di Algeciras è ammontato a
10,0 milioni di tonnellate, con un incremento del +15,6% sul febbraio 2019 che è stato
generato dalla crescita del +25,9% delle merci containerizzate attestatesi a 6,3 milioni di
tonnellate. Il traffico dei container in termini di contenitori da 20 piedi movimentati è stato
pari a 424mila teu (+9,4%), di cui 369mila teu in transito, 27mila teu allo sbarco (+20,6%) e
29mila teu all'imbarco (+0,6%). Le merci convenzionali sono state pari a 956mila tonnellate
(+17,8%), le rinfuse liquide a 2,3 milioni di tonnellate (+9,0%) e le rinfuse secche a 44mila
tonnellate (-81,2%).

Nel primo bimestre del 2020 il porto spagnolo ha movimentato un totale di 20,0 milioni di
tonnellate di merci, con una progressione del +14,3% sullo stesso periodo dello scorso anno.
Le merci in container sono state 12,1 milioni di tonnellate (+20,0%) e questo volume di
traffico è stato realizzato con una movimentazione di contenitori pari a 868mila teu (+9,5%),
di cui 754mila in transito (+9,5%), 53mila allo sbarco (+12,4%) e 60mila all'imbarco
(+4,2%). I carichi convenzionali hanno totalizzato 1,8 milioni di teu (+14,2%), le rinfuse
liquide 5,3 milioni di teu (+20,2%) e le rinfuse solide 87mila teu (-81,1%).
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  INFORMARE
____________________________________________________________________________________________________

Confronto tra De Micheli e i presidenti delle AdSP sull'emergenza sanitaria e
l'economia marittima

Venerdì Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, si è confrontata in
videoconferenza con tutti i presidenti delle Autorità di Sistema Portuale italiane ai quali ha
ribadito che il polo marittimo costituisce uno dei settori più importanti dell'economia in
senso assoluto e in un momento così critico ed emergenziale per il Paese. Inoltre ha
richiamato i presidenti sulla necessità di dare priorità in questa fase ai temi connessi alla
gestione dell'emergenza e a preservare le possibilità di sviluppo dell'economia marittima.

De Micheli ha chiesto anche ai presidenti delle AdSP di contribuire alla elaborazione di
nuove misure volte a garantire l'operatività dei porti e del mare, proponendo che siano gli
stessi enti portuali a farsi artefici e promotrici di un piano di rilancio del settore che parta
dalla partecipazione delle Autorità alla stesura delle norme di semplificazione per la
realizzazione di tutte le infrastrutture, non solo quelle portuali, al fine di costruire un
progetto che sia prima di contenimento dei problemi - in questa fase storica in cui il paese si
ritrova in ginocchio a causa dell'emergenza sanitaria - e poi di rilancio del sistema
economico che ha il suo fulcro nella portualità. Nel contempo le AdSP sono state rassicurate
sulla disponibilità di liquidità che permetterà loro di continuare ad esercitare efficacemente
le loro funzioni.

Raccogliendo le indicazioni del ministro e condividendo lo spirito propositivo, i presidenti
delle authority portuali hanno ribadito il loro impegno come rappresentanti dello Stato sul
territorio a sostenere con dedizione lo sforzo enorme che l'attuale congiuntura richiede a tutte
le istituzioni.
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  INFORMARE
____________________________________________________________________________________________________

Mercoledì a Livorno si terrà una riunione sulla crisi del settore crociere in porto

Mercoledì a Livorno si terrà una riunione per analizzare e trovare soluzioni alla crisi del
settore crocieristico nel porto cittadino causata dalle limitazioni ai viaggi introdotte per
affrontare l'emergenza coronavirus. Il tavolo di confronto è stato convocato dal sindaco Luca
Salvetti e da Barbara Bonciani, assessore al Porto e all'integrazione città-porto, che hanno
chiesto all'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e alla Camera di
Commercio della Maremma e del Tirreno un incontro per monitorare la situazione
economica di Porto Livorno 2000, la società che gestisce il traffico dei passeggeri nel porto
labronico, e la tenuta sociale della città , non solo - ha spiegato Salvetti annunciando la
convocazione del meeting - per i lavoratori dell'azienda, ma per l'intero comparto
imprenditoriale legato al traffico passeggeri.

«L'emergenza Codiv-19 - ha specificato il sindaco - colpisce in modo significativo la città-
porto di Livorno. Preoccupa in particolare la situazione di Porto Livorno 2000 e dell'indotto
imprenditoriale legato al traffico passeggeri, in particolare al segmento del crocierismo. I
decreti che si sono susseguiti nelle scorse settimane hanno istituzionalizzato la crisi del
traffico passeggeri nei porti italiani. Nel porto di Livorno la maggior parte delle navi
schedulate per la stagione estiva è stata cancellata e le rimanenti seguiranno la stessa sorte. Il
flusso passeggeri per la Sardegna e la Sicilia è stato bloccato con un conseguente calo del
traffico passeggeri legato ai traghetti».

«La riunione da noi convocata il prossimo primo aprile - ha precisato Salvetti - intende, non
solo monitorare la situazione contingente, ma anche concordare soluzioni capaci di andare
incontro alle esigenze attuali del trasporto marittimo, dando supporto alla situazione
economica della Porto Livorno 2000, tutelando la tenuta sociale dei lavoratori e della città .
Le richieste raccolte nelle scorse settimane dall'Assessorato al Porto provenienti dalle
categorie e il confronto con la Capitaneria di Porto, per ciò che attiene alla riduzione del
flusso navi e alle opportunità che ne derivano in termini di riconversione temporanea delle
aree portali hanno fatto emergere l'opportunità di convogliare le esigenze attuali delle merci
che in un momento di stop della produzione rischiano di non poter giungere a destinazione,
con quella di crisi del settore passeggeri».

«L'idea che io e l'assessora Bonciani proporremo al presidente Corsini e al presidente Breda -
ha anticipato il sindaco - è quella di pensare ad una riconversione temporanea delle aree
inutilizzate per il venir meno del traffico passeggeri da crociere per dare una risposta
compensativa alle necessità delle merci che in questo momento non possono arrivare a
destinazione. Questa proposta, insieme alle altre che emergeranno nel corso della riunione
intende aprire un percorso costruttivo fra città, istituzioni portuali e categorie finalizzato a
definire strategie comuni per monitorare e supportare la crisi attuale che colpisce il nostro
porto e la nostra città. Siamo tuttavia consapevoli che la questione delle necessità attuali in
termini di stoccaggio delle merci dovrà essere affrontata in termini più ampi, pensando anche
alle opportunità offerte dalle aree dell'Interporto Amerigo Vespucci».
«Non dimentichiamo - ha concluso Salvetti - che il porto costituisce il principale motore
economico e di tenuta sociale della città e che in questo momento le aziende della filiera
logistica e i lavoratori portuali stanno compiendo sacrifici importanti per continuare a
svolgere un'attività fondamentale per la città e per l'Italia nel suo complesso consentendo
quel trasporto di beni di prima necessità necessario per tutti. In questo momento così critico
dal punto di vista sanitario, economico e sociale diviene fondamentale rinsaldare il legame
tra comunità portuale e città per offrire supporto agli operatori e agevolare lo studio di
soluzioni che vadano incontro alle loro necessità. Tutto questo nell'ottica di favorire la tenuta
economica e sociale della città porto di Livorno».
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  INFORMARE
____________________________________________________________________________________________________

Anche dagli armatori nordeuropei giunge un grido d'allarme per il drammatico
impatto della crisi sul settore

In Europa non sono solo le associazioni armatoriali delle nazioni meridionali del continente a
lanciare un disperato grido d'allarme per il rovinoso impatto che le misure adottate per
contenere la diffusione del virus Covid-19 sta avendo sulle compagnie di navigazione, in
particolare su quelle che trasportano passeggeri, ma anche sui vettori che trasportano merci
sia per la riduzione dei volumi di carichi trasportati, in particolare di rotabili, sia per le
difficoltà nel gestire il ricambio degli equipaggi e le operazioni di sbarco e imbarco delle
merci nei porti.

In questi giorni anche le rappresentanze degli armatori nordeuropei hanno segnalato con
forza l'insostenibile urto del drastico calo dell'attività sui loro associati, principalmente tra
quelli che operano servizi traghetto per le isole del Mare del Nord e del Mar Baltico e che
operano attività crocieristiche. «In Germania - ha spiegato il presidente dell'associazione
degli armatori tedeschi VDR, Alfred Hartmann - dopo gli anni della crisi finanziaria e dopo
la sua ristrutturazione, a volte dolorosa, il settore del trasporto marittimo, almeno la gran
parte, aveva guardato positivamente al futuro. Ora ci sono nuove e importanti battute
d'arresto per le compagnie associate». Precisando che è ancora troppo presto per formulare
accurate previsioni economiche, dato che la situazione continua a cambiare quasi
quotidianamente, Hartmann ha precisato che, «tuttavia, si può già prevedere che per alcune
compagnie di navigazione il rimborso dei prestiti navali risulterà problematico.
Comprendiamo - ha precisato il presidente della Verband Deutscher Reeder - che al
momento le stesse banche non possano differire questi pagamenti senza incorrere in qualche
difficoltà. Pertanto - ha evidenziato Hartmann - sarebbe molto importante trovare
rapidamente un meccanismo, come ad esempio l'istituto di credito per la ricostruzione KfW
(l'istituto creato nel dopoguerra per gestire i fondi del Piano Marshall, ndr), in modo che
questi possano essere assorbiti o coperti».

Hartmann ha sottolineato la particolare difficoltà in cui si trovano le compagnie di traghetti
che - ha ricordato - hanno molto personale e che ora devono far fronte al totale blocco della
propria attività. «Alcune di queste compagnie di navigazione, che per lo più sono di piccole e
medie dimensioni - ha specificato il presidente della VDR - nelle prossime settimane
dovranno affrontare seri problemi di liquidità, anche se in passato hanno operato in modo
molto prudente». Hartmann ha evidenziato anche l'estrema difficoltà fronteggiata dalle
compagnie crocieristiche: precisando che è ancora troppo presto per fare previsioni affidabili
dato che la situazione è troppo volatile, ha avvertito che «tuttavia si teme che la portata
dell'impatto possa rivelarsi seria per ogni compagnia crocieristica, nonostante i buoni affari
realizzati negli ultimi anni».

Anche la Norwegian Shipowners' Association (NSA) ha denunciato la gravità della crisi, nel
corso della quale - ha sottolineato il direttore generale dell'associazione armatoriale
norvegese, Harald Solber - «facciamo tutto il possibile per far sì che i nostri associati
continuino ad operare in questa situazione estremamente difficile». Solber ha confermato la
particolare serietà della crisi che ha colpito le compagnie di navigazione impegnate nel
trasporto di passeggeri, che ha visto il fermo totale delle navi, ha dovuto tagliare cinquemila
posti di lavoro e ha visto le entrate svanire dal giorno alla notte. Il direttore generale della
NSA ha quindi definito «incomprensibile» il motivo per cui dalle misure di sostegno
annunciate nei giorni scorsi dal governo di Oslo per il settore del trasporto marittimo siano
state lasciate fuori le compagnie di navigazione che effettuano servizi internazionali e, in
particolare, tra queste, quelle che trasportano passeggeri. La Norwegian Shipowners'
Association ha quindi chiesto al governo di introdurre altre misure che assicurino la
possibilità per le compagnie armatoriali di avere liquidità sufficiente per affrontare e
superare la crisi.

Anche la Swedish Shipowners' Association (SSA) ha esortato il proprio governo a varare
misure di sostegno al trasporto marittimo, settore - ha ricordato il vice presidente
dell'associazione armatoriale svedese, Anders Hermansson - che attualmente mantiene in
attività la vitale rete di trasporto necessaria per portare alla comunità prodotti essenziali,
sostegno senza il quale - ha specificato - non sarà in grado di continuare a farlo. Così come le
altre associazioni del settore, la SSA ha invitato il governo a prevedere garanzie pubbliche
sui prestiti per assicurare la liquidità delle compagnie di navigazione, a ridurre il costo della
manodopera e ad introdurre altre misure urgenti per evitare il collasso del settore.
DATA 31/3/2020                          TESTATA                                  INFORMARE
____________________________________________________________________________________________________

Nel quarto trimestre del 2019 la flotta di portacontainer del gruppo COSCO ha
trasportato oltre 6,6 milioni di teu (+15,1%)

Nell'ultimo trimestre del 2019 i ricavi del gruppo armatoriale cinese COSCO Shipping
Holdings sono ammontati a 38,92 miliardi di yuan (5,5 miliardi di dollari), con un
incremento del +1,9% sul corrispondente periodo dell'anno precedente. I soli ricavi generati
dall'attività di trasporto marittimo containerizzato del gruppo sono stati pari a 37,94 miliardi
di yuan (+2,6%), di cui 35,62 miliardi prodotti direttamente dall'attività della flotta (+3,4%)
che ha trasportato complessivamente carichi containerizzati per 6,64 milioni di teu (+15,1%).

In particolare, i ricavi generati dai servizi transpacifici, che nel periodo hanno trasportato
volumi di carichi containerizzati pari a 1,15 milioni di teu (-3,4%), si sono attestati a 10,34
miliardi di yuan (-8,9%), quelli prodotti dai servizi Asia-Europa, che hanno trasportato 1,24
milioni di teu (+7,2%), 7,37 miliardi di yan (+6,3%), quelli totalizzati dai servizi intra-
asiatici (esclusa la Cina), che hanno trasportato 2,12 milioni di teu (+7,8%), 9,37 miliardi di
yuan (+13,9%), i ricavi derivanti dagli altri servizi internazionali del gruppo, che hanno
trasportato 614mila teu (+0,9%), 5,07 miliardi di yuan (+9,1%), mentre i ricavi derivanti dai
servizi nazionali cinesi, che hanno trasportato 1,50 milioni di teu (+79,3%, forte incremento
che è conseguenza dell'acquisizione della compagnia di navigazione OOCL), si sono attestati
a 3,46 miliardi di yuan (+4,8%). Nel quarto trimestre del 2019 i soli volumi containerizzati
trasportati dalla COSCO Shipping Lines, che è la principale compagnia di navigazione del
gruppo, sono stati pari a 24,63 milioni di teu (+4,2%).

COSCO Shipping Holdings ha archiviato l'ultimo trimestre dello scorso anno con un utile
operativo di 3,10 miliardi di yuan (-9,8%) e con un utile netto di 6,67 miliardi di yuan
(+643,8%).

Nell'intero esercizio annuale 2019 il gruppo armatoriale cinese ha registrato ricavi pari a
150,54 miliardi di yuan, in crescita del +25,1% sul 2018, di cui 144,80 miliardi generati dalle
attività di trasporto marittimo containerizzato (+26,2%) e 5,74 miliardi dalle attività
terminalistiche del gruppo (+4,3%). L'utile operativo è stato di 7,22 miliardi di yuan (+44,5)
e l'utile netto di 10,19 miliardi di yuan (+236,9%). Lo scorso anno la flotta di portacontainer
del gruppo ha trasportato 25,74 milioni di teu (+18,1%).
DATA 31/3/2020                          TESTATA                  MESSAGGERO MARITTIMO
____________________________________________________________________________________________________

Pienamente operativi i terminal di Vado
VADO LIGURE – Pienamente operativi i terminal di Vado anche a seguito delle ultime
misure restrittive emanate dal governo italiano relative al contenimento ed al contrasto del
diffondersi del virus Covid-19 sull’intero territorio nazionale.

L’operativitá delle due infrastrutture logistiche di Vado Ligure (Reefer Terminal e Container
Terminal) prosegue regolarmente, nonostante le non poche difficoltá derivanti dalla
situazione contingente.

A seguito del sorgere dell’emergenza sanitaria, la società ha immediatamente istituito un
comitato di crisi interno che, con il supporto del medico competente e sulla base di quanto
stabilito dai contenuti dei Dpcm emessi e delle situazioni che ogni giorno si presentano in
azienda, ha il compito di monitorare costantemente la situazione.

L’operatività di Vado Gateway è possibile solamente nel rispetto di tutte le misure necessarie
a tutela della salute dei lavoratori impegnati all’interno dell’infrastruttura portuale.
DATA 31/3/2020                          TESTATA                  LA GAZZETTA MARITTIMA
____________________________________________________________________________________________________

La Northern Route sempre più battuta
OSLO – Il passaggio delle navi attraverso le rotte marittime settentrionali e le acque artiche
ha ricevuto un ulteriore impulso in seguito al raddoppio della velocità di connettività della rete
Iridium CertusTM. È quanto afferma IEC Telecom, specialista in comunicazioni marittime.

Essendo la rotta marittima più corta tra l’Europa e la regione Asia-Pacifico, la rotta del Mare
del Nord sta dimostrando un immenso potenziale per competere con le linee commerciali
convenzionali. C’è stato un aumento significativo del traffico marittimo attraverso i principali
corridoi di trasporto nell’Artico, la rotta del Mare del Nord nella Federazione Russa, il
passaggio a Nord-Ovest in Canada e il ponte artico dal Canada all’Europa. In effetti nell’Artico
canadese, il traffico è triplicato tra il 1990 e il 2015. Inoltre, il volume delle merci sulla rotta
del Mare del Nord è aumentato del 40% tra il 2016 e il 2017.

Con il servizio Iridium CertusTM 700 disponibile in commercio a una velocità di 700 kbps –
sottolinea il gestore del servizio – la velocità della banda L più alta del settore: la rete Iridium
con copertura da polo a polo può servire anche a sbloccare nuove opportunità per le flotte che
operano nel Nord. Iridium Certus è l’unica rete globale in grado di soddisfare questi requisiti”,
spiega Alf Stian Mauritz, amministratore delegato di IEC Telecom Norvegia. “Con questa
nuova velocità, gli operatori del Nord possono condividere maggiori livelli di dati con i loro
uffici a terra, usufruire delle chiamate VOIP e accedere a uno scambio di e-mail più veloce”,
aggiunge.

Iridium CertusTM 700 – sostengono i gestori – sarà anche vantaggioso per il settore petrolifero
e del gas, che si sta espandendo nella regione artica. Con oltre 40 miliardi di barili di petrolio
prodotti negli ultimi 40 anni e 184 impianti di perforazione attivi nel 2018, l’industria si sta
concentrando sempre più su modi innovativi per ridurre i costi con pratiche sostenibili. Le
tecnologie satellitari sono eccellenti driver di efficienza operativa con navigazione ottimizzata,
riduzione del consumo di carburante e migliori opzioni di benessere dell’equipaggio.

Alimentata da una costellazione globale unica e sofisticata di 66 satelliti Low-Earth Orbit
(LEO) reticolati, la rete Iridium® fornisce connessioni voce e dati di alta qualità, consentendo
a società partner come IEC Telecom di offrire un portafoglio innovativo e ricco di soluzioni
affidabili attraverso il globo.

Quando Iridium ha completato l’aggiornamento della costellazione all’inizio del 2019, ha
sostituito tutti i suoi satelliti e aggiornato l’infrastruttura di supporto a terra. Ciò ha consentito
il lancio di Iridium Certus®, una piattaforma multi-servizio che offre servizi speciali a banda
larga. A soli 780 chilometri dalla Terra, la vicinanza della rete LEO di Iridium significa un
percorso di trasmissione più breve, segnali più forti, minore latenza e tempi di registrazione
più brevi rispetto ai satelliti GEO.
Puoi anche leggere