RASSEGNA STAMPA DEL 3 gennaio 2019 - ANCIP

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RASSEGNA STAMPA DEL

   3 gennaio 2019
DATA 3/1/2019     TESTATA     THE MEDI TELEGRAPH
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In Europa è guerra tra logistica e mega‐armatori


Genova - Dopo l’allarme lanciato dall’Ocse, anche il mondo della logistica italiano scende in
campo contro l’esclusione delle compagnie di navigazione dalle norme Antitrust europee,
attualmente prevista dalla normativa sin dal 1995 (Consortia Block Exemption Regulation) e che
andrà in scadenza ad aprile 2020.

La Commissione europea lungo il corso dell’anno ha indetto una consultazione pubblica (chiusa lo
scorso 20 dicembre) presso i soggetti interessati, per capire se ha senso prorogare l’esenzione per i
prossimi cinque anni oppure meno.

Così, sia Confetra (la confederazione generale dei trasporti, che riunisce tutte le anime della
logistica italiana) sia al suo interno la categoria più interessata al provvedimento, cioè gli
spedizionieri rappresentati dalla Fedespedi, hanno detto no a un regime di comodo per le compagnie
di navigazione che trasportano container (circa un terzo del traffico marittimo mondiale).

Il motivo, spiega Roberto Alberti, presidente della Fedespedi, è che si tratta di un mondo mutato
radicalmente: in 10 anni molte compagnie di navigazione sono fallite o sono state assorbite da
soggetti sempre più grandi, che hanno generato un mercato controllato (almeno sulla principale
rotta marittima, quella tra Asia ed Europa) per il 90% da tre mega-alleanze tra armatori, ognuno dei
quali porta avanti strategie di integrazione verticale che nei fatti hanno creato «un forte
sbilanciamento contrattuale a favore delle compagnie e a scapito di porti, terminalisti e logistica» -
tra l’altro gli spedizionieri in Europa rappresentano una grossa fetta dell’utenza delle compagnie,
gestendo il 60% della merce trasportata via mare.

Essere svincolati dall’Antitrust, dice un recente rapporto dell’Ocse, ha permesso ai big dello
shipping un rapido processo di verticalizzazione per controllare ogni anello della catena logistica, e
questo, ricordano da Fedespedi, ha prodotto diseconomie nelle infrastrutture a terra, come ad
esempio l’abbandono di molti porti considerati non più strategici e il sovraccarico di altri.

Dura la replica sottoscritta delle principali associazioni armatoriali del globo (World Shipping
Council, European Community Shipowners’ Associations, Camera internazionale dello Shipping e
Asian Shipowners Association) che hanno ricordato a Bruxelles come l’attuale regime permetta noli
inferiori del 50% rispetto a 10 anni fa, che il fenomeno delle mega-navi (la cui costruzione è nei
fatti possibile solo per le compagnie di navigazione più grandi) garantisce l’abbattimento dei gas
serra grazie all’ottimizzazione dei carichi, permessa anche dagli accordi di condivisione delle stive
(Vessel Sharing Agreement), oltre a garantire uniformità legale nei contratti, potente strumento di
semplificazione burocratica in un mondo sempre orientato alla costruzione di nuove barriere.

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DATA 3/1/2019     TESTATA     THE MEDI TELEGRAPH
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Dai mercati quasi 8 miliardi allo shipping

Genova - Gli armatori hanno ottenuto 7,9 miliardi di dollari dai mercati nel corso dell’anno appena concluso.
Con il nuovo regolamento Imo a soli 12 mesi dall’entrata in vigore e con molte compagnie le cui azioni
hanno un valore inferiore a quello degli asset, per gli analisti il 2019 potrebbe essere un mercato positivo per
lo shipping. C’è ancora molto da guadagnare. Il mercato equity ha contribuito nel 2018, per poco più di 3
miliardi di dollari. Gli armatori del settore tanker sono stati i più attivi sul mercato con una raccolta che è
arrivata a 800 milioni di dollari.

Oaktree sale ancora in Eagle Bulk
Genova - Oaktree Capital continua a investire in Eagle Bulk Shipping. La quota azionaria è cresciuta grazie
ad un ulteriore decisione di investire altri 4 milioni di dollari durante i giorni di Natale. Con questa ultima
mossa il fondo Oaktree è passato a controllare una quota del 36,12% della compagnia, con un controvalore di
oltre 120 milioni di dollari. Oaktree rimane così il principale azionista della compagnia, davanti a Goldentree
Asset Management, AC Maritime, Neuberger Berman e Vanguard.Tra glia ltri azionisti di un certo rilievo si
segnalano Strategic Value Partners, Dimensional Fund Advisors, Renaissance Technologies e Mangrove
Partners. Eagle ha completato l’anno con un valore per azione di 4,61 dollari, con una capitalizzazione della
compagnia pari a oltre 342 milioni di dollari. In flotta ci sono 47 navi per un valore totale di 645,1 milioni di
dollari, secondo VesselsValue.

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DATA 3/1/2019     TESTATA     INFORMAZIONI MARITTIME
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Traffico container, Gallozzi: "Salerno tiene, nonostante il
mancato avvio della riqualificazione portuale"

A Salerno il traffico dei container tiene nel 2018, nonostante ci sia ancora molto da fare per
migliorare le strutture portuali. È questa, in sintesi, la riflessione di Agostino Gallozzi, presidente di
Gruppo Gallozzi SpA, che ha commentato i dati relativi alla movimentazione complessiva di merci
e passeggeri forniti dall'AdSP Tirreno Centrale. "I dati diramati in merito all'andamento del traffico
contenitori - evidenzia Gallozzi - confermano il sostanziale mantenimento dei volumi di traffico
nello scalo salernitano, nonostante il mancato avvio dei lavori di riqualificazione portuale (dragaggi,
imboccatura). Risulta, cioè, interamente compensato dall'acquisizione di nuovi traffici incrementali
il trasferimento delle Linee Messina a Napoli in seguito all'entrata della linea nell'orbita MSC e
quindi alla ovvia scelta di utilizzare il terminal di proprietà di quest'ultima (Conateco, che anche
grazie a questo "trasferimento" cresce)".

"L'anno si chiude - conclude Gallozzi - con l'entrata in funzione presso Salerno Container Terminal
delle 2 nuove gru per containers (oltre ad altri 4 nuovi reach stackers) della Liebherr nell'ambito di
un complessivo piano di investimenti pari a circa 20 milioni di euro diventato operativo già alcuni
mesi fa con l'arrivo di una prima nuova gru. Il piano continuerà a gennaio con l'arrivo di 6 trattori
portuali Kalmar e 12 rimorchi portuali della Houcon".

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DATA 3/1/2019     TESTATA     INFORMAZIONI MARITTIME
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Federagenti guarda al 2019. Duci: "Per i porti ci vuole il
restyling della riforma"

Un rinnovamento, anzi un "restyling", sia per la riforma dei porti in Italia, che fino ad ora "non ha
portato a casa i risultati attesi", sia per le navi che nel mondo dovranno adeguarsi alle norme sulle
emissioni inquinanti che entreranno in vigore tra un anno esatto. Sono i due più importanti
cambiamenti attesi per il 2019 da Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti, che ha fatto un
bilancio dell'anno appena concluso ed ha analizzato le linee di tendenza dello shipping e della
portualità.

La riforma dei porti
"Con la riforma – ha detto Duci – i privati sono usciti dagli organi di indirizzo e governo delle
Autorità di sistema portuale e i tavoli di partenariato non hanno funzionato come cinghia di
trasmissione fra economia reale e sistema pubblico e gli stessi comitati di gestione fra presidente ed
enti locali". Non solo: con la riforma i presidenti dei porti non hanno ottenuto più libertà di azione.
Genova potrebbe essere l'apripista "di un necessario restyling" per cambiare modello. "I poteri
attribuiti dalla legge Genova al commissario per la ricostruzione del ponte anche in funzione
portuale credo possano essere una palestra, per capire se una semplificazione delle procedure
burocratiche da adottare per realizzare opere all'interno degli scali può essere lo strumento per
velocizzare ed efficientare questi enti" spiega Duci. Se funzionerà potrebbe essere estesa a tutti i
porti: "Attribuendo però i poteri ai presidenti e non a soggetti esterni".

Le novità per lo shipping
"Nel 2019 – ha ricordato Duci – le navi si dovranno adeguare per essere pronte il primo gennaio del
2020, e per tutte quelle che ad esempio dovranno montare lo scrubber (per il lavaggio dei fumi)
avremo un'assenza temporanea dal mercato perché dovranno fermarsi per effettuare i lavori e questa
riduzione di flotta potrebbe avere un effetto positivo sui noli". La normativa internazionale impone
che i combustibili impiegati dalle navi dovranno avere un tenore di zolfo dello 0,50% contro
l'attuale 3,50%, o per ottenere lo stesso risultato le navi potranno usare gli scrubber o usare il Gnl,
gas naturale liquefatto. "Con le navi ferme per lavori, e penso che avverrà in maniera massiva, si
toglierà tonnellaggio dal mercato e quindi riducendo l'offerta è facile che il livello dei noli possa
leggermente salire dando ossigeno ad un mercato che ne ha bisogno", ha concluso Duci.

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DATA 3/1/2019     TESTATA     INFORMARE
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Nogarin: Grimaldi Lines potrebbe decidere di abbandonare il porto di Livorno

Il sindaco ha spiegato che la possibile cancellazione degli scali potrebbe essere conseguenza di
alcune frizioni con la Capitaneria di Porto

La Grimaldi Lines, compagnia di navigazione del gruppo armatoriale napoletano Grimaldi,
potrebbe decidere di abbandonare il porto di Livorno. Lo ha reso noto l'ultimo dell'anno il sindaco
della città toscana, Filippo Nogarin, specificando che la cancellazione degli scali allo scalo
labronico potrebbe essere decisa «a causa di alcune frizioni con la Capitaneria di Porto».

«Mi pare - ha precisato il sindaco - che sia in corso un vero e proprio braccio di ferro tra Capitaneria
e Autorità Portuale. Un braccio di ferro di cui sono poco chiare le ragioni e i contorni e dunque non
intendo entrare nel merito di quanto sta accadendo. Ma una cosa è certa: interverrò personalmente
presso il Ministero dei Trasporti per fare in modo che qualsiasi tensione venga smorzata e che si
tuteli anche in questo caso l'interesse pubblico».

«Lo dico - ha aggiunto Nogarin - in maniera molto chiara: questa città non può permettersi di
lasciar scappare un armatore così importante, perché un eventuale addio si tradurrebbe in una
perdita significativa di posti di lavoro e questo sarebbe intollerabile. La nostra città, in passato, ha
già pagato un prezzo troppo alto in termine di posti di lavoro perduti a causa di scelte politiche
sbagliate fatte nel porto di Livorno. Ora basta - ha concluso il primo cittadino di Livorno - l'addio di
Grimaldi deve essere scongiurato».

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DATA 3/1/2019     TESTATA     INFORMARE
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COSCO Shipping Ports ha acquisito il 4,34% del capitale della Beibu Gulf Port Co.

Le due società possiedono la joint venture Qingzhou International Container Terminal Co.

La società terminalista COSCO Shipping Ports, che fa capo al gruppo armatoriale cinese COSCO
Shipping Holdings Co., ha acquisito per 470 milioni di yuan (68 milioni di dollari) il 4,34% del
capitale della Beibu Gulf Port Co. (ex Beihai Port Co.), società del governo della provincia cinese
di Guangxi che gestisce le aree portuali di Fangcheng, Qinzhou e Beihai situate nel Golfo di Beibu
(Golfo del Tonchino).

Attualmente COSCO Shipping Ports e Beibu Gulf Port Co. sono partner nella joint venture
Qingzhou International Container Terminal Co., di cui detengono rispettivamente il 40% e il 60%
del capitale, azienda che gestisce l'omonimo container terminal del porto di Qinzhou che ha una
capacità di traffico annua pari a 1,2 milioni di teu.

Evidenziando la posizione geografica strategica degli approdi portuali gestiti da Beibu Gulf Port
Co., COSCO Shipping Ports ha specificato che nei primi nove mesi del 2018 la Beibu Gulf Port ha
movimentato un traffico di 134,5 milioni di tonnellate di merci, con una progressione del +13,7%
sullo stesso periodo dell'anno precedente, ed un traffico dei container che è risultato pari a quasi 2,2
milioni di teu (+30,2%).

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Valencia sarà il primo porto europeo in cui verranno usati mezzi di movimentazione
alimentati da batterie ad idrogeno

Verranno impiegati presso i terminal Valencia Terminal Europa e MSC Terminal Valencia

L'Autorità Portuale di Valencia ha annunciato che il porto spagnolo amministrato dall'ente sarà il
primo scalo portuale europeo in cui verranno utilizzati mezzi di movimentazione alimentati da
batterie ad idrogeno. L'innovazione sarà introdotta nell'ambito del progetto pilota H2Ports che
prevede l'impiego di un trattore portuale per la movimentazione di rotabili e di una reach stacker per
la movimentazione di contenitori entrambi dotati di batterie ad idrogeno che saranno utilizzati
presso il terminal Valencia Terminal Europa del gruppo armatoriale napoletano Grimaldi e presso il
container terminal MSC Terminal Valencia del gruppo armatoriale elvetico Mediterranean Shipping
Company (MSC).

Il progetto H2Ports, che prevede un investimento di quattro milioni di euro, coinvolge, oltre
all'Autorità Portuale di Venezia, gli enti Fundación Valenciaport e Centro Nacional del Hidrógeno e
le aziende MSC Terminal Valencia, Gruppo Grimaldi, Hyster-Yale, Atena, Ballard Power Systems
Europa ed ENAGAS. Il progetto è stato finanziato dal partenariato pubblico-privata Fuel Cells and
Hydrogen Joint Undertaking (FCHJU) che promuove l'idrogeno come combustibile alternativo a
basse emissioni.

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