Rassegna stampa 15 aprile 2016 - ANICA

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Rassegna stampa
   15 aprile 2016

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INDICE

ANICA - ANICA CITAZIONI
   15/04/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                   7
   Cannes boccia l'Italia

   15/04/2016 La Stampa - Nazionale                                             9
   Cannes lascia il cinema italiano a casa

   15/04/2016 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale                             11
   I sogni infranti di Bellocchio & C. A Cannes l'Italia è fuori dalla gara

   15/04/2016 Gazzetta del Sud - Cosenza                                        12
   Il nostro cinema? È più vivo che mai

   15/04/2016 Il Centro - Nazionale                                             13
   Amori, divi e Spielberg al Festival di Cannes che non parla italiano

   15/04/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari                                15
   CANNES SENZA ITALIANI Neppure un film tricolore in concorso al Festival di
   maggio

   15/04/2016 Il Piccolo di Trieste - Nazionale                                 17
   Lo psichiatra Peppe Dell'Acqua consulente di Paolo Virzì

   15/04/2016 La Sicilia - Nazionale - Catania                                  18
   A Cannes d'italiano c'è solo il manifesto

   15/04/2016 Il Quotidiano del Sud - Calabria - Catanzaro                      20
   Cannes, l'Italia senza Palma d'oro

   15/04/2016 Il Quotidiano del Sud - Irpinia                                   21
   Cannes, l'Italia senza Palma d'or o

ANICA - CINEMA
   15/04/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                   23
   Fumo, a sentenza in nome di Bogart

   15/04/2016 La Repubblica - Nazionale                                         25
   Le palme di Cannes senza les Italiens

   15/04/2016 La Repubblica - Nazionale                                         26
   Cannes senza Italia
15/04/2016 La Repubblica - Nazionale                                                  27
Mordini in gara al Certain Regard "Il mio Pericle in fuga per la libertà"

15/04/2016 La Stampa - Nazionale                                                      28
"Nessuna sorpresa, l'eccezione era il tris dell'anno scorso"

15/04/2016 Il Messaggero - Nazionale                                                  29
A Cannes sfida tra grandi star ma i film italiani restano esclusi

15/04/2016 Il Messaggero - Nazionale                                                  31
Scamarcio "manovale" del crimine E la Golino produttrice sarà in giuria

15/04/2016 Il Giornale - Nazionale                                                    32
Ucciso dal fumo? Colpa dello Stato (e del cinema)

15/04/2016 Il Giornale - Nazionale                                                    34
Cannes stellare Ma nessun italiano scelto per la gara

15/04/2016 Libero - Nazionale                                                         36
CANNES STA BENE SENZA ITALIANI

15/04/2016 Il Fatto Quotidiano                                                        38
Cannes, quest ' anno non perdiamo: italiani tutti fuori concorso

15/04/2016 L'Unità - Nazionale                                                        40
Nessun regista italiano in concorso al festival di Cannes: forse saltare un anno ci
farà bene

15/04/2016 Il Manifesto - Nazionale                                                   42
Le buone abitudini della Croisette

15/04/2016 Il Tempo - Nazionale                                                       44
Cannes boccia l'Italia Nessun film tricolore in corsa per la Palma

15/04/2016 Corriere della Sera - Sette                                                45
Ci sono fiction e cartoon in cerca d' autore

15/04/2016 Corriere della Sera - Sette                                                46
A Lecce, favole e inediti cinematografici

15/04/2016 Il Venerdi di Repubblica                                                   47
CI VOLEVA DON CHEADLE PER FARE CINEMA CON LA LEGGENDA DEL JAZZ

15/04/2016 Il Venerdi di Repubblica                                                   48
IL RAP ITALIANO TI PRENDE E TI PORTA DENTRO AL FILM

15/04/2016 Corriere del Trentino - Trento                                             49
Bolzano festival, la giuria «Il cinema è sensibilità»
15/04/2016 Corriere dell'Alto Adige - Alto Adige                                   50
   Bolzano festival, la giuria «Il cinema è sensibilità»

   15/04/2016 Corriere delle Alpi - Nazionale                                         51
   Apre il primo cinema in ospedale

   15/04/2016 Il Centro - Nazionale                                                   52
   Cast di stelle per "Timballo", film su inclusione e cibo

   15/04/2016 Il Piccolo di Trieste - Nazionale                                       53
   Apre il primo cinema in ospedale

   15/04/2016 Il Piccolo di Trieste - Nazionale                                       54
   I triestini conquistano Cannes ma in gara l'Italia non ci sarà

   15/04/2016 La Nuova Sardegna - Nazionale                                           55
   A Cannes anche uno spicchio di Sardegna

ANICA - TELEVISIONE
   15/04/2016 La Stampa - Nazionale                                                   57
   Nel nuovo "Radici" la schiavitù ha ancora storie da raccontare

   15/04/2016 Il Messaggero - Nazionale                                               59
   Gioè: «Io, eroe senza paura»

   15/04/2016 Il Messaggero - Nazionale                                               60
   Maratona David

   15/04/2016 Il Giornale - Nazionale                                                 61
   Un canale per i film premiati al David

   15/04/2016 Corriere della Sera - Sette                                             62
   La parabola dei "talent" e la musica in tv

ANICA WEB - ANICA WEB
   14/04/2016 www.agopress.info 11:23                                                 64
   Incontri del Cinema di Sorrento, il "mondo del crime" sbarca in costiera

   14/04/2016 www.informazione.it 14:00                                               66
   Cinepalace Riccione (Viale Virgilio, 19). Programmazione 14/04/2016 - 20/04/2016

   14/04/2016 blog.screenweek.it 14:30                                                68
   ScreenWEEKend - Che Idolo Nonno Hardcore nella Giungla per il #CinemaDays
14/04/2016 blog.screenweek.it 11:04                                                  71
#CinemaDays - Oltre 300mila spettatori il terzo giorno, oggi chiusura con Il Libro
della Giungla

14/04/2016 blog.screenweek.it 10:50                                                  72
Il Libro della Giungla da oggi al cinema: tutte le sale a 3 euro

14/04/2016 www.torinotoday.it 10:41                                                  73
Al cinema con tre euro, oggi è l'ultimo giorno

14/04/2016 rbcasting.com 15:13                                                       74
Torna il Nordic Film Fest, a Roma dal 21 al 24 aprile

14/04/2016 rbcasting.com 12:10                                                       75
Weekend di incontri a Sorrento con grandi ospiti nel segno del crime

14/04/2016 romanotizie.it 10:01                                                      76
PICCOLO AMERICA VINCE IL TROISI, TORNA LA LUCE IN UN'ALTRA SALA

14/04/2016 taxidrivers.it 16:13                                                      78
Nordic Film Fest: dal 21 al 24 aprile alla Casa del Cinema di Roma
ANICA - ANICA CITAZIONI

10 articoli
15/04/2016                                                                                          diffusione:325546
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 Il concorso Almodóvar e Loach tra i maestri. Golino in giuria. Sezione parallela per Scamarcio
 Cannes boccia l'Italia
 Delusione per Bellocchio e Andò fuori dalla gara Salvatores: il nostro cinema vive un'era incerta Il
 produttore Tozzi: «La Croisette tende a favorire solo i suoi cocchi Moretti, Sorrentino e Garrone»
 Valerio Cappelli

 A tavola non c'è posto per noi, alla grande abbuffata del cinema mondiale manca l'Italia. A questo giro del
 Festival di Cannes andiamo dietro la lavagna. Dopo il tris dello scorso anno (Sorrentino, Garrone, Moretti),
 dall'11 al 22 maggio nessun film italiano sarà in gara. «Ci sono anni così, non so cos'altro aggiungere,
 l'Italia è sempre nel nostro cuore», prova a rispondere il direttore artistico Thierry Frémaux. Sono venti (di
 cui quattro francesi) i film candidati alla Palma d'Oro. I maestri: Ken Loach, Almodóvar, i Dardenne,
 Assayas. Poi l'ex enfant prodige Xavier Dolan, la star Sean Penn come regista, Nicolas Winding Refn, il
 regista cult dell'America indipendente, Jim Jarmusch. Fuori gara Woody Allen, Spielberg, Jodie Foster...
 Chi è rimasto fuori della porta protesta. Non si può accontentare l'universo mondo. Fremaux: «Il Messico?
 Ma voi siete viziati, con Iñárritu avete appena vinto un Oscar; i Paesi arabi? C'è un film palestinese in una
 sezione collaterale; la Cina? Siete il Paese numero uno al mondo come apertura di sale, ma è andata
 così».
 Eppure l'esclusione italiana pesa, anche perché non avveniva dal 2007 (e prima ancora dal 2000).
 Quest'anno si era parlato di Marco Bellocchio ( Fai bei sogni dal romanzo di Massimo Gramellini) mentre la
 possibile candidatura di Roberto Andò ( Le confessioni ) da giorni era scomparsa dai radar. L'Italia si
 consola a «Un Certain Regard» con Pericle il nero di Stefano Mordini (protagonista Riccardo Scamarcio)
 che dice: «È la sezione rock, quella giusta per il mio film, sono molto contento. I festival sono territori
 sovranazionali, non bisogna rammaricarsi se non siamo in gara». Martedì dovrebbe essere annunciato alla
 «Quinzaine» La pazza gioia di Paolo Virzì con Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi. Poi ci sono il
 documentario L'ultima spiaggia girato a quattro mani dal greco (ma residente in Italia) Thanos
 Anastopoulos e da Davide Del Dega, e il cortometraggio Il silenzio di Farnoosh Samadi e Ali Asgari. Valeria
 Golino (coproduttrice del film con Scamarcio) si dà per certa nella giuria della gara. Il pacchetto italiano si
 chiude qui.
 Che cosa significa, per la nostra cinematografia, non essere presenti al concorso del più importante festival
 del cinema? «Non è il Giudizio Universale - dice il presidente dei produttori Riccardo Tozzi - non bisogna
 montarsi quando ci siamo né smontarsi ora. I festival non sono misuratori oggettivi della qualità, ma dei
 rapporti di forza». Cannes ha un'identità forte. «Appunto: prendono i loro cocchi, quelli che il festival ha
 lanciato e il discorso vale per Paolo Sorrentino, Matteo Garrone e anche per Nanni Moretti. Poi tendono a
 prendere film sorprendenti, e possono essere anche piccoli». Qual è, Tozzi, la categoria che viene
 penalizzata, a parte le commedie? «I cross over , cioé i film di qualità diretti da autori importanti e più
 indirizzati al pubblico. Il primo nome che mi viene in mente è Ferzan Ozpetek. Lo stesso Marco Bellocchio:
 Vincere fu l'unico film italiano a Cannes nel 2009. Ora ha girato Fai bei sogni e non viene invitato. Può
 essere che non abbiano trovato film italiani che corrispondano alla loro linea editoriale». Ozpetek: «Cannes
 fa piacere, poi se ci sei bene, sennò è lo stesso...Io ci sono stato due volte ma non in gara. L'importante è
 fare bei film e condividere l'abbraccio del pubblico».
 Anche Gabriele Salvatores a Cannes è andato in due occasioni fuori concorso. Ecco la sua analisi: «Il
 cinema italiano è in un momento di transizione, sta cercando delle strade nuove, non sempre è facile
 confrontarsi con i festival. Abbiamo una tradizione che piace ai francesi; abbiamo avuto il caso Jeeg Robot,
 la riscoperta del film di genere, e non sempre a loro piace».

ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016                                                   7
15/04/2016                                                                                         diffusione:325546
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 Infine c'è la strada dei documentari. «Sì, Fuocoammare di Rosi unisce poesia, fiction e realtà, io stesso ho
 realizzato un ritratto in 1960 : è cinema che non va lasciato alla tv. Ci vuole tempo, ci vogliono produttori
 che prendano qualche rischio in più. Cannes è un festival molto orientato, non è la destinazione naturale di
 questo tipo di ricerca e nuova avventura».
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
 Foto: Da sinistra: Rossy de Palma, Emma Suárez, Adriana Ugarte, Inma Cuesta e Michelle Jenner,
 protagoniste di «Julieta», il nuovo film (il 22esimo) di Pedro Almodóvar in gara a Cannes, dove sarà
 proiettato il 17 maggio. La rassegna ha già premiato in passato il regista spagnolo premio Oscar: nel 1999
 con «Tutto su mia madre» (Regia) e nel 2006 con «Volver»
 Autori
 Woody Allen (80 anni) apre il Festival con il film fuori concorso
 «Café Society»
 Fuori concorso anche Steven Spielberg (69) con «Il gigante gentile»
 Il regista britannico Ken Loach (79) è in gara con il nuovo film «I, Daniel Blake»
 20 titoli
 Venti titoli in gara: tra gli altri, «Julieta» (Almodóvar); «I, Daniel Blake» (Loach); «Bacalaureat» (Mungiu);
 «The Neon Demon» (Winding Refn); «The last face» (Penn); «La fille inconnue» (Dardenne); «Personal
 shopper» (Assayas); «Paterson» (Jarmush); «Juste la fin du monde» (Dolan); «Rester vertical»
 (Guiraudie); «Aquarius» (Mendonça Filho); «Loving» (Nichols); «Agassi» (Park); «Elle» (Verhoeven);
 «Sieranevada» (Puiu); «Ma loute» (Dumont)
 Foto: Pericle il nero Scamarcio (36 anni), produttore e protagonista di «Pericle il nero»

ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016                                                  8
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 NESSUN FILM IN GARA
 Cannes lascia il cinema italiano a casa
 Fulvia Caprara

 E UN INTERVENTO DI Alberto Barbera A PAG. 31 Il cinema dall'A alla Zeta, fatto di autori prestigiosi, divi
 scintillanti, sfide coraggiose. Il cinema di tutto il mondo, con i francesi ottimi e abbondanti, ma anche con i
 mostri sacri americani, Woody Allen (in apertura con Cafè Society) e Steven Spielberg (con Disney's the
 Bfg ), senza dimenticare i grandi maestri europei come Pedro Almodovar e Ken Loach che tornano ad
 affrontare le glorie e i patemi della competizione. A parte alcuni titoli italiani su cui, fino all'ultimo, si erano
 concentrate scommesse e speranze (soprattutto Fai bei sogni di Marco Bellocchio), Cannes 2016 si
 conferma festival dei festival, vetrina privilegiata per esporre e valorizzare le tre anime del cinema, arte,
 glamour, mercato. Alla domanda sull'assenza di made in Italy dall'elenco del concorso, il direttore Thierry
 Fremaux risponde con un mezzo sorriso: «Quest'anno è andata così, ma l'Italia è sempre nei nostri cuori,
 basta guardare il manifesto con la scena tratta dal Disprezzo ». Le sezioni collaterali E d'altra parte è anche
 vero che, dopo il clamoroso exploit dell'edizione passata, con Moretti, Sorrentino e Garrone in corsa per la
 Palma (ma ignorati dai fratelli Coen presidenti di giuria), ci fosse un calo fisiologico. Un piccolo passo
 indietro, attenuato dalla presenza di Stefano Mordini con Pericle il nero, nel prestigioso «Certain Regard», e
 da altri annunci attesi nei prossimi giorni, quando saranno svelati i titoli della «Quinzaine des realisateurs»
 dove, accanto al quasi certo La pazza gioia di Paolo Virzì, potrebbe esserci anche Fiore di Claudio
 Giovannesi, e quelli della «Semaine de la Critique» dove potrebbe aver trovato spazio Alessandro Comodin
 con I tempi felici verranno presto. Segnali importanti, di una «presenza diversificata» che, secondo l'ad di
 Raicinema Paolo Del Brocco «vuol dire che la cerchia degli autori amati da Cannes si va ad allargare, oltre
 i nomi consolidati». Insomma, i futuri concorrenti italiani potrebbero essere quelli che oggi appaiono nelle
 sezioni collaterali: «Non è un'assenza significativa - commenta il presidente dell'Anica Riccardo Tozzi - ,
 mai come adesso l'Italia ha una cinematografia viva, basta pensare a Lo chiamavano Jeeg Robot e a
 Veloce come il vento ». Sulla fatidica «Montee des marches» si vedranno scorrere, intanto, i divi che fanno
 battere i cuori dei fan del mondo, Julia Roberts e George Clooney nel film di Jodie Foster regista Money
 Monster, Charlize Theron e Javier Bardem in The Last Face di Sean Penn, Marion Cotillard, Vincent Cassel
 e Lea Seidoux in Juste la Fin du Monde di Xavier Dolan, Elle Fanning e Jena Malone in The Neon Demon
 di Nicolas Winding Refn, Adam Driver in Paterson di Jim Jarmusch, Kristen Stewart in Personal shopper di
 Olivier Assayas. Emozionante anche la lista dei registi-star, dai fratelli Dardenne con La fille Inconnue al
 visionario coreano Park Chan Wook con Agassi, da Bruno Dumont, di solito oggetto di aspri dissidi tra
 cinefili, con Ma Loute a Paul Verhoeven che in Elle dirige l'inarrivabile Isabelle Huppert. La lezione di
 cinema è affidata a William Friedkin, la riflessione su identità, generazioni e confini risuona nell' Ultima
 spiaggia, firmato da Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan e girato, su una spiaggia di Trieste dove un
 muro di 3 metri separa ancora oggi gli uomini dalle donne. Dall'11 maggio la palla passa al presidente della
 giuria George Miller e, per la prima volta, toccherà al film vincitore della Palma chiudere la rassegna. Per il
 resto, come sempre, feste, paillettes, panfili, adrenalina a mille per gli addetti ai lavori e infinite attese
 all'ingresso delle sale. I controlli saranno rafforzati perché Cannes continui ad essere, come hanno
 sottolineato ieri a Parigi, sia Fremaux che il presidente Lescure, l'isola felice dove gli amanti del cinema
 possono circolare liberi e sicuri. c
 20 i titoli selezionati per la corsa alla Palma d'Oro. Il Festival si terrà dall'11 al 22 maggio
 Paolo Virzì Per lui è quasi certa la presenza nella «Quinzaine» con il film «La pazza gioia», protagoniste
 Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi La selezione verrà annunciata martedì prossimo
 Foto: Sean Penn e l'Africa umanitaria Pedro Almodóvar torna con «Julieta» La pellicola è favoritissima fin
 dalla vigilia Protagoniste Emma Suárez e Adriana Ugarte Steven Spielberg e «Il Gigante gentile» Il regista

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 sarà a Cannes con «Il Gigante gentile» (fuori concorso) adattamento del libro di Roald Dahl Sean Penn
 quest'anno approda da regista con «The Last Face», protagonisti Theron e Barden Il manifesto Qui sopra,
 il cartellone di Cannes 2016 con un fotogramma di Villa Malaparte, a Capri, nel «Disprezzo» di Jean-Luc
 Godard

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 I sogni infranti di Bellocchio & C. A Cannes l'Italia è fuori dalla gara

 PARIGI I SOGNI erano già svaniti perché la notizia era nell'aria da giorni. Nessun film italiano in
 competizione al prossimo festival di Cannes e, in genere, presenza della nostra cinematografia ridotta ai
 minimi termini. Il direttore Frémaux giustifica l'assenza con i tre moschettieri dello scorso anno (Moretti,
 Sorrentino e Garrone, tornati comunque a mani vuote dalla Croisette) e cerca di acquietare il nostro
 malumore: «È un anno così..... ma l'Italia è cara al nostro cuore, lo dimostra il manifesto». Ma il profilo della
 villa di Malaparte a Capri, così come lo vide Godard in "Pierrot le fou", estrosa affiche di Cannes 2016 e la
 presenza di Valerio Golino nella giuria non può certo bastare per un cinema che è stato un bastione del
 Festival e che solo in altre due occasioni, per altro lontane, è rimasto fuori dalla corsa alla Palma.
 L'ESCLUSIONE più dolorosa è quella di Marco Bellocchio: "Fai bei sogni" tratto dall'omonimo best seller di
 Massimo Gramellini dato per sicuro e, sembra, scartato negli ultimi giorni. Il soggetto lacrimevol-
 psicanalitico deve essere parso poco allettante e comunque non nella linea del Bellocchio amato oltralpe.
 Per "La pazza gioia" di Virzì, di cui si era parlato a lungo, sembra quasi certo un posto nella Quinzaine il cui
 programma sarà reso noto oggi, mentre nella sezione Un Certain Regard troviamo "Pericle il nero" opera
 terza di Stefano Mordini, un noir ambientato a Napoli, tratto dal romanzo- cult di Giuseppe Ferrandino
 interpretato e finanziato da Riccardo Scamarcio, a cui va aggiunta la metà del film documentario italo greco
 Fuori Concorso "L'ultima spiaggia" di Davide Del Dega. Non è una bocciatura per il cinema italiano ma è la
 conferma che all'estero la nostra vitalità è strettamente legata ai cosiddetti autori al di fuori dei quali non vi
 è spazio come dimostra anche il mercato. IL PROGRAMMA della sessantanovesima edizione del Festival
 ancora all'insegna dello sperimentato trio Spettacolo-Mercato-Arte, Italia a parte, si presenta tra i più
 attraenti degli ultimi anni per la presenza di molte star di grande richiamo. La parte del leone la fa la
 cinematografia francese che, se si aggiungono i belgi Dardenne, arriva a cinque film su venti: Olivier
 Assayas con la star californiana Kristen Stewart, Bruno Dumont con Fabrice Luchini e Juliette Binoche,
 Nicole Garcia con Marion Cotillard e Louis Garrel e Alain Guiraudie, già autore dello scabroso "Lo
 sconosciuto del lago". Francofono è anche il canadese "Juste la fin du monde" di Xavier Dolan, l'enfant
 terrible appena ventisettenne e già alla sua quarta presenza sulla Croisette che si avvale questa volta di
 star come Vincent Cassel, Léa Seydoux. NELLA CATEGORIA veterani vanno iscritti il mai laureato
 Almodovar ("Julieta") e il pluridecorato Ken Loach ("I, Daniel Blake"). Naturalmente sarà ancora una volta
 una Cannes americana secondo il doppio registro, indipendenti di richiamo in Concorso e grandi firme Fuori
 Concorso. L'amatissimo Sean Penn presenta "The last face", dramma passionale ambientato in Sud Africa
 con Charlize Theron e Javier Bardem mentre il neocult Jeff Nichols corre con "Loving" legal thriller razziale
 interpretato da Joel Edgerton e Michael Shannon e infine l'habitué Jim Jarmusch con "Paterson". SI
 AGGIUNGONO, fuori competizione, Spielberg con l'atteso "Il gigante gentile", il suo adattamento del
 romanzo fantastico di Roald Dahl e Jodie Foster autrice di "Money Monster" dove George Clooney è un
 giornalista finanziario vittima di un'imprevedibile vendetta di un investitore deluso. A cui si uniscono le due
 registe Andrea Arnold e Maren Ade; i due rumeni Cristian Mungiu (già Palma d'oro) e Cristi Puiu; due nomi
 di grande attrazione come Paul Verhoeven tornato in Olanda e Nicolas Winding Refn; due registi asiatici di
 richiamo come il coreano Park Chan Wook ("Agassi") e il filippino Brillante Mendoza ("Ma'Rosa"). Chiude il
 brasiliano Kleber Filho Mendonça con il fantastico "Aquarius". Si comincia l'11 maggio con l'intelligenza di
 Woody Allen fuori concorso poi la parola passa al giurato presidente George Miller. ANICA Andrea
 Occhipinti Abbiamo il film di Mordini a Un Certain Regard, quello di Virzì forse alla Quinzaine. Dopo il tris
 dell'anno scorso è fisiologico che un anno non arrivi nulla in concorso

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 Parla Riccardo Tozzi dell ' Anica
 Il nostro cinema? È più vivo che mai

 l Riccardo Tozzi dal 2011 Presidente dell ' Anica, l ' Associazione Nazionale delle Industrie
 Cinematografiche ed Audiovisive con l ' Ansa osserva: «Questa assenza non la ritengo significativa. Intanto
 i film ci sono e non è la fine del mondo se non c'è quello che va in concorso. L ' Italia, mai come in questo
 momento, ha una cinematografia viva, basti pensare a film come VELOCE COME IL VENTO e LO
 CHIAMAVANO JEEG ROBOT. Va detto anche che a Cannes non amano troppo prendere in concorso
 autori se si misurano in film più popolari come forse è stato per Marco Bellocchio (Fai bei sogni), che tra l '
 altro non è figlio di Cannes, e Paolo Virzì (La pazza gioia).

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 Amori, divi e Spielberg al Festival di Cannes che non parla italiano Nessun film Made in Italy fra le 20
 pellicole in gara dall'11 maggio C'è solo "Pericle il nero" nella rassegna Un certain regard La rassegna sarà
 inaugurata da Woody Allen che presenterà "Café Society" In concorso anche "Julieta" di Pedro Almodovar
 Amori, divi e Spielberg al Festival di Cannes che non parla italiano

 Amori, divi e Spielberg
 al Festival di Cannes
 che non parla italiano
  Nessun film Made in Italy fra le 20 pellicole in gara dall'11 maggio
 C'è solo "Pericle il nero" nella rassegna Un certain regard
  La rassegna sarà inaugurata da Woody Allen che presenterà "Café Society" In concorso anche "Julieta" di
 Pedro Almodovar PARIGI Gli organizzatori del Festival di Cannes hanno annunciato i 20 film in concorso:
 dopo la tripletta dello scorso anno, nella 69esima edizione in programma dall'11 al 22 maggio non ci
 saranno italiani in gara, malgrado si nutrissero speranze per Bellocchio con «Fai bei sogni» e Andò con «Le
 confessioni». A contendersi la Palma d'oro saranno «Julieta» dello spagnolo Pedro Almodovar, «Juste la
 fin du monde» del canadese Xavier Dolan, «La Fille inconnue» dei belgi Luc e Jean-Pierre Dardenne. Poi ci
 sono gli americani Sean Penn con «The Last Face», Jim Jarmusch con «Paterson» e Jeff Nichols con
 «Loving». Anche il cinema francese sarà ben rappresentato da Olivier Assayas con «Personal Shopper»,
 Bruno Dumont con «Ma Loute», Alain Guiraudie con «Rester Vertical» e Nicole Garcia con «Mal de
 pierres». Quindi ci saranno l'inglese Ken Loach con «I, Daniel Blake» e l'olandese Paul Verhoeven con
 «Elle». Fuori concorso il regista Steven Spielberg presenterà «Il grande gigante gentile», mentre Jodie
 Foster e i suoi attori Julia Roberts e George Clooney saranno a Cannes con «Money Monster». Gli attori
 Kristen Stewart, Ryan Gosling, Russell Crowe, Charlize Theron, Javier Bardem, Adam Driver, Adele
 Exarchopoulos, Marion Cotillard, Vincent Cassel, Lèa Seydoux, Adele Haenel, Fabrice Luchini, Juliette
 Binoche, Valeria Bruni-Tedeschi e Isabelle Huppert sfileranno sul red carpet. «È un festival con molte star»
 quello di quest'anno, ha detto il direttore del festival, Thierry Fremaux. La prossima edizione del festival
 sarà inaugurata da Woody Allen che presenterà la sua ultima pellicola, «Café Society», mentre non si sa
 ancora quale sarà la pellicola di chiusura. L'Italia sarà presente solo con «Pericle il Nero» di Stefano
 Mordini con Riccardo Scamarcio (anche produttore) in concorso nella sezione Un certain regard. Era dal
 2007 che l'Italia non correva per la Palma d'oro, eppure molti titoli erano stati ipotizzati come papabili per la
 69esima edizione del Festival di Cannes che per ora si porta a casa solo «Pericle il nero» di Stefano
 Mordini in corsa per Un Certain Regard. È anche vero che alla Quinzaine, secondo molti rumour, potrebbe
 approdare il film di Paolo Virzì «Con la pazza gioia» (quasi una certezza) e anche «Fiore» di Claudio
 Giovannesi con Mastandrea, mentre alla Semaine de la critique l'opera seconda di Alessandro Comodin, «I
 tempi felici verranno presto». Secondo il parere degli addetti ai lavori come Del Brocco, Occhipinti e Tozzi
 questa assenza al concorso per l'Italia, non deve preoccupare più di tanto. Può essere considerata una
 cosa fisiologica, ma anche, per certi versi il segno di un rinnovamento. Dice Paolo Del Brocco,
 amministratore delegato di Rai Cinema: «Paghiamo forse un po' lo scotto dell'anno scorso in cui abbiamo
 portato tre bei film e nessun premio. Certo è una cosa che dispiace, ma dopo tanti anni può anche capitare
 di non avere nulla in concorso. Ma se ci sarà una presenza diversificata in varie sezioni più degli altri anni è
 una cosa non da poco. Vuol dire che si va ad allargare la cerchia degli autori amati da Cannes al di là di
 quelli consolidati». Sottolinea invece Andrea Occhipinti, produttore e attualmente presidente dei distributori
 Anica, l'Associazione nazionale delle industrie cinematografiche e adiovisive «Abbiamo un film a Un certain
 regard, quello di Mordini, probabilmente Virzì alla Quinzaine. E, secondo me, ci potrebbero arrivare altre
 sorprese. L'anno scorso avevamo un tris straordinario ed è anche fisiologico che un anno non arrivi nulla in
 concorso». Riccardo Tozzi, dal 2011 presidente dell'Anica, osserva: «questa assenza non la ritengo

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 significativa. Intanto i film ci sono e non è la fine del mondo se non c'è quello che va in concorso. L'Italia,
 mai come in questo momento, ha una cinematografia viva, basti pensare a film come "Veloce come il vento
 e lo chiamavano Jeeg Robot". Va detto anche che a Cannes non amano troppo prendere in concorso autori
 se si misurano in film più popolari come forse è stato per Marco Bellocchio e Paolo Virzì». (c.s.)
 ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Pag. 29 Ed. Bari                                                                                            tiratura:31653

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  CANNES SENZA ITALIANI Neppure un film tricolore in concorso al
  Festival di maggio
  Ma c'è «Pericle il Nero» di Mordini, prodotto da Scamarcio, in «Un certain regard»

  di FRANCESCO GALLO Era dal 2007 che l'Italia non correva per la Palma d'oro, eppure molti titoli erano
  stati ipotizzati come papabili per la 69.ma edizione del Festival di Cannes (11-22 maggio) che per ora si
  porta a casa solo Pericle il Nero di Stefano Mordini in corsa per la sezione «Un Certain Regard». È anche
  vero che alla «Quinzaine», secondo molte indiscrezioni, potrebbe approdare il film di Paolo Virzì Con la
  pazza gioia (quasi una certezza) e anche F i o re di Claudio Giovannesi con Mastan drea , mentre alla
  «Semaine de la Critique» l'opera seconda di Alessandro Comodin , I tempi felici verranno presto . Una cosa
  che potrebbe pareggiare così, almeno in parte, l'ago della bilancia. Secondo il parere degli addetti ai lavori
  questa assenza al concorso per l'Italia, non deve preoccupare più di tanto. Può essere considerata
  fisiologica, ma anche, per certi versi il segno di un rinnovamento. Riccardo Tozzi dal 2011 presidente
  dell'Associa zione Nazionale delle Industrie Cinematografiche ed Audiovisive osserva: «questa assenza
  non la ritengo significativa. L'Italia, mai come in questo momento, ha una cinematografia viva, basti
  pensare a film come Veloce come il vento e Lo Chiamavano Jeeg Ro b o t . Va detto anche che a Cannes
  non amano troppo prendere in concorso autori se si misurano in film più popolari come forse è stato per
  Marco Bell o c ch i o ( Fai bei sogni ), che tra l'altro non è figlio di Cannes, e Paolo Virzì. E il ministro Dario
  Franceschini dice: «C'è davvero un provincialismo insensato nel valutare lo stato di salute del cinema
  italiano sulla base delle vittorie, o meno, delle presenze, o meno, del nostro cinema a Cannes. Il Cinema
  italiano è in crescita, aumentano i biglietti venduti, e poi negli ultimi due anni l'Italia ha vinto un Oscar e un
  Orso d'Oro a Berlino, negli stessi anni la Francia non ha vinto nessuno dei due». Dice Paolo Del Brocco ,
  amministratore delegato di Rai Cinema: «paghiamo forse un po' lo scotto dell'anno scorso in cui abbiamo
  portato tre bei film di Garrone, Moretti e Sor rentino , ma nessun premio. Certo è una cosa che dispiace, ma
  dopo tanti anni può anche capitare di non avere nulla in concorso. Ma se ci sarà una presenza diversificata
  in varie sezioni più degli altri anni è una cosa non da poco. Vuol dire che si va ad allargare la cerchia degli
  autori amati da Cannes al di là di quelli consolidati». Sottolinea invece Andrea Occhipinti , produttore e
  attualmente presidente dei distributori Anica: «Abbiamo un film a "Un certain regard", quello di Mordini,
  probabilmente Virzì alla Quinzaine. E, secondo me, ci potrebbero arrivare altre sorprese. L'anno scorso
  avevamo un tris straordinario ed è anche fisiologico che un anno non arrivi nulla in concorso». Felicissimo
  naturalmente Mordini, al suo terzo film: «Dal romanzo Pericle il nero di Giuseppe Ferrandino in tanti hanno
  provato a farci un film (come Abel Ferrara , ndr ) ma senza trovare la strada. La mia si è incrociata con
  quella di R i c c a rd o Scamarcio che mi ha proposto il film che lui stesso con la Buena Onda - la società di
  produzione con Valeria Golino e Viola Prestieri - voleva produrre. Da lì siamo partiti ed è stato un processo
  bello approfondito e lungo costruendo un film giorno dopo giorno soprattutto fuori dal set». L'opera di
  Ferrandino, caso editoriale in Francia con Gallimard prima che in Italia con Adelphi, diventa al cinema «un
  noir esistenziale» e certamente anche «una storia di riscatto». Rispetto al libro - con quell'incipit fantastico
  «Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così a causa delle pizzerie ... Io mi chiamo Pericle
  Scalzone ... Di mestiere faccio il culo alla gente» - il film sposta geograficamente la storia da Napoli e
  Pescara a Liegi, nel Belgio diventato il simbolo dell'Europa sotto attacco Isis e a Calais dove si ammassano
  i migranti che tentano di arrivare in Gran Bretagna. «La scelta di trasferire la vicenda è precedente
  ovviamente agli attentati di Bruxelles. Essere troppo legati al linguaggio napoletano sarebbe stato non
  facile da affrontare per Scamarcio così avevamo pensato di spostare la storia fuori dall'Italia e pensando a
  situazioni migratorie siamo finiti in Vallonia interessando tra l'altro i Dardenne».

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Pag. 29 Ed. Bari                                                                                        tiratura:31653

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  Foto: A CANNES Il regista italiano Stefano Mordini il cui film è prodotto e interpretato dal pugliese Riccardo
  Scamarcio (in basso). Nella foto intermedia Jodie Foster

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 Lo psichiatra Peppe Dell'Acqua consulente di Paolo Virzì IL FILM
 Lo psichiatra Peppe Dell'Acqua consulente di Paolo Virzì

 Lo psichiatra
 Peppe Dell'Acqua
 consulente
 di Paolo Virzì
  IL FILM
  CANNES Per ora, l'unico film italiano inj concorso (e non per la palma d'oro) è "Pericle il nero" di Stefano
 Mordini in corsa per Un Certain Regard. È anche vero che alla Quinzaine, secondo indiscrezioni, potrebbe
 approdare il film di Paolo Virzì "Con la pazza gioia", che si è avvalso della consulenza dello psichiatra
 triestino d'adozione (e a fine maggio, film e regista dovrebbero arrivare anche a Trieste), nato a Salerno,
 Peppe Dell'Acqua, e "Fiore" di Claudio Giovannesi con Mastandrea, mentre alla Semaine de la Critique ci
 sarà l'opera seconda di Alessandro Comodin "I tempi felici verranno presto". Una cosa che potrebbe
 pareggiare così, almeno in parte, l'ago della bilancia. Secondo il parere degli addetti ai lavori come Del
 Brocco, Occhipinti e Tozzi questa assenza al concorso per l'Italia, non deve preoccupare più di tanto. Può
 essere considerata una cosa fisiologica, ma anche, per certi versi il segno di un rinnovamento. Dice Paolo
 Del Brocco, ad di Rai Cinema: «Paghiamo forse un po' lo scotto dell'anno scorso in cui abbiamo portato tre
 bei film senza vincere nessun premio. Certo è una cosa che dispiace, ma dopo tanti anni può anche
 capitare di non avere nulla in concorso. Ma se ci sarà una presenza diversificata in varie sezioni più degli
 altri anni è una cosa non da poco. Vuol dire che si va ad allargare la cerchia degli autori amati da Cannes al
 di là di quelli consolidati». Sottolinea invece Andrea Occhipinti, produttore e attualmente presidente dei
 distributori Anica: «Abbiamo un film a Un certain regard, quello di Mordini, probabilmente Virzì alla
 Quinzaine. E, secondo me, ci potrebbero arrivare altre sorprese. L'anno scorso avevamo un tris
 straordinario ed è anche fisiologico che un anno non arrivi nulla in concorso». Riccardo Tozzi, dal 2011
 Presidente dell'Anica, l'Associazione Nazionale delle Industrie Cinematografiche ed Audiovisive osserva:
 «Questa assenza non la ritengo significativa. Intanto i film ci sono e non è la fine del mondo se non c'è
 quello che va in concorso».

ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016                                                 17
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 A Cannes d'italiano c'è solo il manifesto
 Cinema In gara habitué come Almodovar, Loach, i Dardenne, Sean Penn. Apre Allen, attesi Spielberg, Julia
 Roberts, Jodie Foster I nostri film fuori gara. «È andata così, ma siete nel nostro cuore» L'anno scorso
 avevamo un tris d'assi, è anche fisiologico
 PAOLO LEVI

 P ARIGI . Questa volta è anche inutile sperare perché l'Italia è già fuori in partenza. Tra i venti film
 selezionati per la corsa alla Palma d'Oro neanche uno ha il passaporto italiano. Proprio mentre il nostro
 cinema moltiplica le prove di una ritrovata vitalità, come si potrà vedere forse in altre sezioni ancora da
 annunciare, il Festival di Cannes, in programma dall'11 al 22 maggio, guarda altrove. Tra i venti selezionati
 per la competizione edizione numero 69 tanti grandi nomi e habitué del "Club de la Croisette" come Ken
 Loach ( I, Daniel Blake ), Olivier Assayas ( Personal Shopper ), Pedro Almodovar ( Julieta ). E poi Xavier
 Dolan ( Juste la fin du monde ), i fratelli Dardenne ( La fille inconnue ), Jim Jarmusch ( Paterson ), Sean
 Penn ( The Last face ), Cristi Puiu ( Sierranevada ), Paul Verhoeven ( The Neon demon ). In apertura del
 Festival, Café Society , di Woody Allen. Neanche un italiano, dunque, almeno nel concorso ufficiale, mentre
 ci è consentito consolarci con la sessione "Un certain regard". In gara, tra i diciassette del "concorso
 parallelo" della selezione "underground" - se così si può dire Pericle il Nero di Stefano Mordini con Riccardo
 Scamarcio, tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino. Nella kermesse troverebbero posto anche altri
 italiani, tra cui La pazza gioia di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, incluso -
 salvo sorprese - nella Quinzaine des Realisateurs, ma per l'annuncio ufficiale bisognerà attendere il 19
 aprile. Tra gli italiani, c'è anche Il silenzio , il cortometraggio di Farnoosh Samadi e Ali Asgari in concorso
 nella categoria dei film brevi. Mentre L'ultima spiaggia , il film sui migranti del triestino Davide Del Degan e
 del greco Thanos Anastopoulos sono tra i film selezionati nelle "Proiezione spéciali". Presentando come
 ogni anno la rassegna al cinema Ugc-Normandie degli Champs-Elysées, a Parigi, il delegato generale,
 Thierry Frémaux, insieme con Pierre Lescure, ha tenuto a ricordare che l'anno scorso l'Italia era stata in
 gara con tre punte di diamante: Nanni Moretti, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone. «Quest'anno - ha
 riconosciuto rispondendo alla domanda di una giornalista - è presente in modo meno forte. È un anno così,
 ci sono anni così... Ma è un Paese caro al nostro cuore, e questo lo testimonia il manifesto» della prossima
 edizione: uno splendido fotogramma di Villa Malaparte, a Capri, tratta dal Disprezzo di Jean-Luc Godard.
 Secondo il parere degli addetti ai lavori come Del Brocco, Occhipinti e Tozzi questa assenza al concorso
 per l'Italia non deve preoccupare più di tanto. Può essere considerata una cosa fisiologica, ma anche, per
 certi versi il segno di un rinnovamento. Dice Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema: «Paghiamo forse un po'
 lo scotto dell'anno scorso in cui abbiamo portato tre bei film e nessun premio. Certo è una cosa che
 dispiace, ma dopo tanti anni può anche capitare di non avere nulla in concorso. Ma se ci sarà una presenza
 diversificata in varie sezioni più degli altri anni è una cosa non da poco. Vuol dire che si va ad allargare la
 cerchia degli autori amati da Cannes al di là di quelli consolidati». Sottolinea invece Andrea Occhipinti,
 produttore e attualmente presidente dei distributori Anica: «Abbiamo un film a "Un certain regard", quello di
 Mordini, probabilmente Virzì alla Quinzaine. E, secondo me, ci potrebbero arrivare altre sorprese (si parla di
 Fiore di Claudio Giovannesi con Mastandrea, mentre alla "Semaine de la Critique" l'opera seconda di
 Alessandro Comodin, I tempi felici verranno presto , nda). L'anno scorso avevamo un tris straordinario ed è
 anche fisiologico che un anno non arrivi nulla in concorso». Per questa edizione 2016 la Francia può invece
 vantare quattro film in concorso: oltre a quello di Olivier Assayas, tra i venti selezionati ci sono anche Ma
 Loute , di Bruno Dumont, con Fabrice Luchini, Juliette Binoche e Valeria Bruni-Tedeschi, Mal de Pierres , di
 Nicole Garcià, e Rester vertical , di Alain Guiraudie, che tre anni fa firmò la regia de L'Inconnu du Lac . Per
 il resto l'organizzazione continua a scommettere sul glamour e su una pioggia di star. Quest'anno per la
 prima volta anche Julia Roberts, Steven Spielberg e Jodie Foster. Il regista di E. T. arriverà sulla Croisette
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 per la presentazione, fuori concorso, del GGG , il suo adattamento del fantastico romanzo di Roald Dahl.
 Lo stesso farà la Foster per Money Monster , il suo film da regista con la Roberts e George Clooney nelle
 vesti di un guru della finanza e presentatore tv preso in ostaggio. Attesi a Cannes, tra gli altri, anche Ryan
 Gosling e Russell Crowe per Nice Guys di Sean Black. Nella Francia colpita al cuore dagli attentati del 13
 novembre quest'anno le due settimane di kermesse verranno protette da un importante dispositivo anti-
 terrorismo. «Cannes - ha commentato Frémaux - è chiaramente uno di quei posti del mondo dove bisogna
 garantire la sicurezza. La sicurezza è anche un modo per fare in modo che la gente sia felice a Cannes».
 Del resto, non è una sorpresa. Ormai da cinque mesi la Francia vive in stato d'emergenza e ha rafforzato i
 controlli e la sorveglianza nell'insieme dei siti sensibili.
 Foto: IL POSTER In alto Capri sul manifesto ufficiale. Sotto, Julia Roberts

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Pag. 44 Ed. Catanzaro                                                                                  tiratura:15796

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  SOCIETÀ
  Cannes, l'Italia senza Palma d'oro
  Pr obabile Vi r z ì e non solo alla Quinzaine

  di FRANCESCO GALLO ROMA - Era dal 2007 che l'Italia non correva per la Palma d'oro, eppure molti titoli
  erano stati ipotizzati come papabili per la 69/ma edizione del Festival di Cannes (11-22 maggio) che per ora
  si porta a casa solo "Pericle il nero"di Stefano Mordini in corsa per Un Certain Regard. È anche vero che
  alla Quinzaine, secondo molti rumours, potrebbe approdare il film di Paolo Virzì con "La pazza gioia" (quasi
  una certezza) e anche "Fiore" di Claudio Giovannesi con Mastandrea, mentre alla Semaine de la Critique
  l'ope ra seconda di Alessandro Comodin, "I tempi felici verranno presto" . Una cosa che potrebbe
  pareggiare così, almeno in parte, l'ago della bilancia. Secondo il parere degli addetti ai lavori come Del
  Brocco, Occhipinti e Tozzi questa assenza al concorso per l'Italia, non deve preoccupare più di tanto. Può
  essere considerata una cosa fisiologica, ma anche, per certi versi il segno di un rinnovamento. Dice
  all'Ansa Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema: «paghiamo forse un pò lo scotto dell'anno scorso in cui
  abbiamo portato tre bei film e nessun premio. Certo è una cosa che dispiace, ma dopo tanti anni può anche
  capitare di non avere nulla in concorso. Ma se ci sarà una presenza diversificata in varie sezioni più degli
  altri anni è una cosa non da poco. Vuol dire che si va ad allargare la cerchia degli autori amati da Cannes al
  di là di quelli consolidati». Sottolinea invece Andrea Occhipinti, produttore e attualmente presidente dei
  distributori Anica:«abbiamo un film a Un certain regard, quello di Mordini, probabilmente Virzì alla
  Quinzaine. E, secondo me, ci potrebbero arrivare altre sorprese. L'an no scorso avevamo un tris
  straordinario ed è anche fisiologico che un anno non arrivi nulla in concorso». Riccardo Tozzi dal 2011
  Presidente dell'Anica, l'Associazione Nazionale delle Industrie Cinematografiche ed Audiovisive con l'Ansa
  osserva: «questa assenza non la ritengo significativa. Intanto i film ci sono e non è la fine del mondo se non
  c'è quello che va in concorso. L'Italia, mai come in questo momento, ha una cinematografia viva, basti
  pensare a film come "Veloce come il vento" e "Lo chiamavano Jeeg Robot". Va detto anche che a Cannes
  non amano troppo prendere in concorso autori se si misurano in film più popolari come forse è stato per
  Marco Bellocchio ("Fai bei sogni"), che tra l'altro non è figlio di Cannes, e Paolo Virzì ("La pazza gioia").
  Foto: Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti protagoniste de "La pazza gioia" di Virzì dato come
  probabile alla Quinzaine

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Pag. 27                                   Il Quotidiano del Sud - Irpinia                             tiratura:15796

                                                                                                                       La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 SOCIETÀ
 Cannes, l'Italia senza Palma d'or o
 Pr obabile Vi r z ì e non solo alla Quinzaine

 di FRANCESCO GALLO ROMA - Era dal 2007 che l'Italia non correva per la Palma d'oro, eppure molti titoli
 erano stati ipotizzati come papabili per la 69/ma edizione del Festival di Cannes (11-22 maggio) che per ora
 si porta a casa solo "Pericle il nero"di Stefano Mordini in corsa per Un Certain Regard. È anche vero che
 alla Quinzaine, secondo molti rumours, potrebbe approdare il film di Paolo Virzì con "La pazza gioia" (quasi
 una certezza) e anche "Fiore" di Claudio Giovannesi con Mastandrea, mentre alla Semaine de la Critique
 l'ope ra seconda di Alessandro Comodin, "I tempi felici verranno presto" . Una cosa che potrebbe
 pareggiare così, almeno in parte, l'ago della bilancia. Secondo il parere degli addetti ai lavori come Del
 Brocco, Occhipinti e Tozzi questa assenza al concorso per l'Italia, non deve preoccupare più di tanto. Può
 essere considerata una cosa fisiologica, ma anche, per certi versi il segno di un rinnovamento. Dice
 all'Ansa Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema: «paghiamo forse un pò lo scotto dell'anno scorso in cui
 abbiamo portato tre bei film e nessun premio. Certo è una cosa che dispiace, ma dopo tanti anni può anche
 capitare di non avere nulla in concorso. Ma se ci sarà una presenza diversificata in varie sezioni più degli
 altri anni è una cosa non da poco. Vuol dire che si va ad allargare la cerchia degli autori amati da Cannes al
 di là di quelli consolidati». Sottolinea invece Andrea Occhipinti, produttore e attualmente presidente dei
 distributori Anica:«abbiamo un film a Un certain regard, quello di Mordini, probabilmente Virzì alla
 Quinzaine. E, secondo me, ci potrebbero arrivare altre sorprese. L'an no scorso avevamo un tris
 straordinario ed è anche fisiologico che un anno non arrivi nulla in concorso». Riccardo Tozzi dal 2011
 Presidente dell'Anica, l'Associazione Nazionale delle Industrie Cinematografiche ed Audiovisive con l'Ansa
 osserva: «questa assenza non la ritengo significativa. Intanto i film ci sono e non è la fine del mondo se non
 c'è quello che va in concorso. L'Italia, mai come in questo momento, ha una cinematografia viva, basti
 pensare a film come "Veloce come il vento" e "Lo chiamavano Jeeg Robot". Va detto anche che a Cannes
 non amano troppo prendere in concorso autori se si misurano in film più popolari come forse è stato per
 Marco Bellocchio ("Fai bei sogni"), che tra l'altro non è figlio di Cannes, e Paolo Virzì ("La pazza gioia").
 Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti protagoniste de "La pazza gioia" di Virzì dato come probabile
 alla Quinzaine

ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016                                                21
ANICA - CINEMA

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15/04/2016                                                                                             diffusione:325546
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 il giudice cita hollywood
 Fumo, a sentenza in nome di Bogart
 Luigi Ferrarella

 Dalle sigarette di Bogart a quelle della Hepburn: citati anche i film tra le motivazioni per confermare il
 risarcimento dall'Ente tabacchi per un morto di tumore. «Negli anni 60 poca consapevolezza dei danni». a
 pagina 20
 Dalle sigarette di Humphrey Bogart in «Casablanca» a quelle di Audrey Hepburn in «Colazione da Tiffany»,
 dal Marcello Mastroianni de «La dolce vita» allo 007 James Bond «che nei romanzi del suo creatore Ian
 Fleming era descritto come un fumatore di 60 sigarette al giorno e che solo al 19° film della serie,
 interpretato da Pierce Brosnan, viene fatto diventare un non fumatore»: c'è anche una sorta di cineteca
 giudiziaria tra le motivazioni con la quale la II Corte d'Appello civile di Milano respinge il ricorso dell'ex Ente
 tabacchi spa (le cui pregresse produzione e commercializzazione di sigarette sono state ereditate da British
 American Tobacco Italia), e ne conferma la condanna di primo grado nel 2014 a risarcire con 776.000 euro
 - 1 milione con rivalutazioni e interessi - la moglie e i figli (rappresentati dai legali Carlo Gasparro e Angelo
 Cardarella) di un uomo morto di tumore al polmone a 54 anni nel 2004 dopo aver fumato «quasi 1 milione
 di sigarette in 40 anni», cioè due pacchetti al giorno da quando nel 1965 aveva 15 anni.
 Il ricorso della difesa giocava tra l'altro la carta di uno studio della professoressa padovana di storia
 medioevale Cristina La Rocca su giornali e riviste nel 1945-1991, volto a concludere che a metà anni 60,
 quando l'uomo aveva iniziato a fumare e ad esempio ampia eco aveva avuto nel 1964 la pubblicazione del
 «rapporto Terry» sulla connessione statistica tra fumo e morti, già esistesse in Italia (ben prima del 1991
 con l'obbligo di avvertenza sui pacchetti) la consapevolezza pubblica dei rischi di tumore associati alle
 sigarette. Ma i giudici d'Appello Luigi De Ruggiero, Angiola Sbordone e l'estensore Giovanni Battista
 Rollero, nel «dissentire radicalmente» da altre sentenze italiane basatesi proprio su questo studio definito
 qui invece «asservito a un interesse economico», ne criticano «la selezione delle fonti»: «parziale perché
 l'autrice ha trascurato del tutto altre popolari ed efficaci forme di comunicazione ben più capaci di
 influenzare, in maniera sia consapevole sia inconscia, il modo di pensare e i comportamenti della vita
 quotidiana di grandi masse di persone». La tv. E, all'epoca ancor più, il cinema. Che «ha reso "immortali"
 personaggi per i quali la sigaretta, penzolante a un angolo della bocca o tenuta elegantemente in una
 mano, era parte essenziale del "costume di scena" e quindi dell'immagine che proiettavano su milioni di
 spettatori». E giù una sfilza di esempi: Clark Gable in «Via col Vento» (1939), James Dean in «Gioventù
 bruciata» (1955), la diva Rita Hayworth in «Gilda» (1946), «e come non pensare a "Lo spaccone" (1961) in
 cui le sigarette fumate incessantemente da Paul Newman e dal suo avversario "Minnesota Fats" sono, non
 meno delle stecche da biliardo, oggetti di scena essenziali». E poi i film italiani, come «Clint Eastwood in
 "Per un pugno di dollari" (1964), anche se forse è dalla tv che si ricava l'esempio di personaggio la cui
 condizione di fumatore risulta essenziale alla sua rappresentazione: il "commissario Maigret" interpretato
 da Gino Cervi (1964), arduo da immaginare senza l'immancabile pipa». Ecco, stimano i giudici, il ragazzo a
 15 anni aveva lasciato la scuola e iniziato a fumare, «certo non aveva letto il "rapporto Terry" e forse
 neppure riviste e quotidiani, ma guardava i più popolari programmi tv e andava al cinema».
  Luigi Ferrarella
  lferrarella@corriere.it
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
 2 Pacchetti
 Quanto fuma-va, ogni giorno per 40 anni, l'uomo morto di tumore1 Milione

ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016                                                              23
15/04/2016                                                                                    diffusione:325546
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 Il risarcimento riconosciuto ai famigliari del fumatore mortoL'attore americano Clark Gable
 in una scena del famoso film diretto da Victor Fleming in cui recita la parte di «Rhett Butler»,
 uno scaltro avventuriero
 di CharlestonRita Hayworth, nel 1946, con la sigaretta in mano durante le riprese del film I protagonisti
 James Dean e Natalie Wood nella pellicola del 1955 Humphrey Bogart (che recita «Rick Blaine») e la sua
 inconfondibile sigaretta

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