Rapporto tra Cavallo e Uomo nella Storia
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Rapporto tra Cavallo e Uomo nella Storia La storia del rapporto fra l’uomo e il cavallo ha radici antichissime e non è sbagliato affermare che esso è quello che ha segnato in maniera più decisa il lento ma inesorabile percorso evolutivo della razza umana. Recentissime scoperte hanno dimostrato che le prime forme di addomesticazione risalgono a circa 5.500 anni fa e sono geograficamente collocabili nella zona dell’attuale Kazakistan, sede all’epoca di popolazioni di cultura Botai. Le origini dell’incontro dell’uomo e del cavallo e della sua successiva addomesticazione, pur non essendo ancora del tutto chiare, paiono doversi ricercare nella necessità avvertita da parte dei nostri antenati di un animale che fosse abbastanza docile da farsi cavalcare, unendo ad una poderosa resistenza fisica una innegabile agilità e facilità di corsa. Il cavallo dimostrò sin da subito di essere in grado di soddisfare questa esigenza, risultando efficace non soltanto nella gestione delle greggi degli altri animali da allevamento quali ovini e caprini, ma soprattutto nell’addomesticazione di interi branchi di propri simili, altrimenti difficilmente controllabili. Ben presto grazie alla sua capacità di sopperire e ampliare le capacità di corsa e resistenza dell’uomo, il cavallo ha trovato le più svariate applicazioni, in campo produttivo e militare. Studio del Cavallo Proprio perché dimostratosi estremamente mansueto e flessibile il cavallo nella cultura umana ha sempre occupato un posto di riguardo, meritandosi studi approfonditi e cure particolari. Già nell’antichità venivano apprezzate e tenute in considerazione nella scelta del cavallo migliore caratteristiche tutt’ora valide: una testa che fosse al contempo piccola e leggera per facilitare il compito di chi lo guida, un petto molto largo, costole arrotondate, che ne slanciano la figura rendendolo anche più stabile. Dal momento che non erano ancora state inventate adeguate tecniche di ferratura, la cura riservata agli zoccoli e agli arti inferiori in generale era estrema. Sia i Greci che i Romani mostrarono particolare interesse nell’approfondimento dello studio del mondo equestre, come ben dimostrano le numerose opere dedicate all’argomento. Il Cavallo in Guerra Il cavallo trovava, presso questi popoli, grande applicazione in guerra e nel trasporto di merci, nonostante le difficoltà legate alla mancanza di evolute tecniche di sellatura e ferratura e all’assenza delle staffe, che rendevano la cavalcata decisamente instabile .Fu solo grazie all’applicazione delle tecniche elaborate dai Celti che fu possibile sfruttare appieno le capacità muscolari e l’agilità del cavallo. In questa fase si ebbe il graduale passaggio dalla cosiddetta cavalleria pesante – in cui cavalli robustissimi ma lenti sostenevano il peso enorme di cavalieri dotati di armature in ferro – alla cavalleria leggera, che affidava le sue possibilità di vittoria alla maggiore agilità e velocità del cavallo, debitamente addestrato per compiere operazioni militari.
Di pari passo con la graduale modificazione dei rapporti fra il cavallo e l’uomo, si andò sempre più affermando l’idea che l’equitazione fosse una vera e propria arte. Al periodo rinascimentale risale la fondazione delle prime grandi scuole dedicate a tale nuova forma artistica, tra le quali spicca senza dubbio quella napoletana del nobile Pignatelli. All’accresciuta attenzione dedicata al mondo equestre anche in campo manualistico – da citare i fondamentali trattati di metà Cinquecento scritti dal Grisone e dai suoi allievi – si accompagnò lo studio di nuove tecniche che tenevano in considerazione i sopravvenuti caratteri di leggerezza e agilità delle nuove razze equine che venivano create. Se il campo militare continuava a costituire l’applicazione principale dell’uso del cavallo è da sottolineare che a partire dalla Rivoluzione francese la cavalleria, nonostante gli estremi tentativi compiuti dallo stesso Napoleone, andò incontro al suo ineluttabile declino dovuto al sempre più massiccio ricorso alle armi da fuoco e all’artiglieria pesante. Un declino sancito definitivamente nel corso delle due guerre mondiali, che relegarono il cavallo a ruoli marginali nei vari teatri di guerra. Oggi infine il fascino dell’equitazione viene riscoperto e vissuto come condivisione di momenti piacevoli e non certo come semplice sfruttamento. Equitazione Solo chi ha avuto il piacere di cavalcare può realmente comprendere quali sensazioni fantastiche il cavallo possa dare. Per un approccio serio non traumatico è bene affidarsi sempre a centri qualificati e ben conosciuti. Equitazione per Bambini Il rapporto con il cavallo aiuta la crescita del senso di responsabilità nei più giovani. Il bambino è in una fase importante di formazione e definizione del proprio carattere. Il cavallo insegnerà a provare affetto, a capire che esistono dei limiti, e molto altro ancora.
• Bambini e Cavalli Per un bambino il rapporto con il cavallo è formativo sotto molti punti di vista. Da non dimenticare è che l'equitazione è uno dei pochi sport che ha ancora un forte contatto con l'ambiente e la natura. • Relazionarsi col Cavallo Il bambino deve avvicinarsi al cavallo sotto la supervisione di un occhio esperto. In questo modo il rapporto sarà felice fin da subito. • Preparazione Atletica per l'Equitazione L'equitazione è uno sport a tutti gli effetti. Un buon riscaldamento è essenziale, sia per il cavallo che per il cavaliere. • Preparazione del Cavallo Preparare il cavallo con sella ed altri finimenti è una fase importante. Da essa discende la sicurezza di cavallo e cavaliere. • Andare a Cavallo per i Più Giovani Nell'andare a cavallo il bambino dovrà imparare a gestire la sua cavalcatura dandogli segnali chiari e con sicurezza.
bambini e cavalli A molti animali è riconosciuta la capacità di legare affettivamente con l'uomo e di stimolare la positività di chi li circonda. Il caso del cavallo è la conferma più autorevole di questo fenomeno. Un animale, nella maggior parte dei casi, docile e mansueto, portato a soddisfare integralmente le esigenze del proprio cavaliere. Nel caso dei bambini, solidarizzare con un cavallo rappresenta un banco di prova audace per testare valori come il limite e la responsabilità. Il cavallo dona affetto e gratitudine, ricambiando, a piene mani, il trattamento positivo riservatogli. Avvicinarsi con Prudenza E' bene tenere a mente come ogni singolo esemplare equino, al pari degli esseri umani, possiede delle specifiche caratteristiche comportamentali. E' dunque necessario che il bambino ponga attenzione nel fare amicizia con il cavallo. Questa sorta di accortezza risulterà utile anche per approfondire propri aspetti caratteriali, e per imparare a relazionarsi con gli altri. Equitazione per il Benessere Fisico Come qualsiasi sport, l'equitazione è benefica per il corpo di una persona, specialmente per quello in formazione di un bambino. Il movimento agisce dal punto di vista sia psicologico che fisico. Il corpo del bambino si svilupperà in modo armonioso, e soprattutto il suo carattere e la sua personalità ne trarranno grande arricchimento. Contatto con l'Ambiente Cavalcando in aperta campagna, o su un tracciato di esercitazione, si potrà finalmente respirare aria salubre e pulita, con un notevole effetto positivo per la salute del bambino. Purtroppo, la maggior parte dei bambini cresce in un ambiente denso di smog ed inquinamento acustico. Ciò determina un mancato contatto con la natura, causa anche del crescente numero di malattie respiratorie e di allergie. Per un bambino essere iscritto ad una scuola di equitazione ha quindi benefici per la salute su tutta la linea.
Il Rapporto Bambino-Cavallo Un bambino, imparando ad andare a cavallo, imparerà a relazionarsi con un altro essere, neppure troppo diverso da noi. Non è questione di imparare a memoria le più avanzate tecniche, bensì di entrare in rapporto in modo armonioso e quasi spirituale con l'animale. Comprenderlo a fondo, riuscendo a carpirne gli stati d'animo e le variazioni d'umore. L'importante, all'inizio, non è cercare le cose complicate, le quali possono essere comprese più avanti nel tempo, bensì provare a fare le cose semplici divertendosi. La serenità nell'atmosfera che circonda il maneggio e le scuderie della scuola d'equitazione prescelta, può fare la differenza. Il cavallo deve sentirsi ben voluto e trattato in maniera soddisfacente. Un piccolo gruppo, cordiale e positivo, è il miglior viatico, e l'istruttore dovrà essere duttile: insegnerà il suo metodo, ma saprà adattarlo alle singole esigenze specifiche. Relazionarsi col Cavallo Il primo passo è quello di penetrare nel box del cavallo, la sua casa. L'animale, da subito, potrebbe mostrare qualche segnale di diffidenza, ma non bisognerà farsi intimorire. Per facilitare la conoscenza, sarà bene che il bambino rilassi il cavallo, carezzandolo oppure sussurrandogli qualcosa. Il tutto con estrema calma, e senza paure. E' bene che l'animale ci veda, perché, ad esempio, arrivando da un lato a lui occluso, oppure da dietro, potrebbe prenderla male. Guidare il Cavallo a Mano Condurre il cavallo a mano con la già citata lunghina è una fase preliminare importante. Si procederà a piedi a fianco del cavallo all'altezza della sua spalla. Si guiderà il cavallo tenendolo per la lunghina a circa 30 cm dal muso. Bisognerà procedere decisi, senza incertezze, con lo sguardo e le spalle rivolte dritte verso la direzione in cui si vuole andare. Il cavallo, deve percepire la persona come colei che guida, in questo modo la asseconderà. Ovviamente nel guidare un cavallo a mano va prestata anche qualche precauzione. Quando si passa dinnanzi ai box degli altri cavalli, bisogna proteggere il nostro cavallo dalle minacce che potrebbero giungergli dagli altri animali, come morsi e calci. Per attraversare agevolmente uno spazio stretto, almeno nei primi tempi, è invece bene farsi aiutare da qualcuno di esperto, per non finire accidentalmente calpestati.
Comportamento Il cavallo non ha bisogno di sentirsi gridare sguaiatezze o di osservare comportamenti sgraziati e violenti nei suoi confronti. Ha bisogno di gentilezza e fiducia. Un trattamento rispettoso sarà ricambiato con pari gentilezza. Andare a Cavallo per i Più Giovani A volte, la passeggiata con il cavallo può prendere una piega inaspettata. Ad esempio, non è raro che l'animale sbagli direzione rispetto a quella da seguire. Si può trattare o di un problema di comunicazione, non immediatamente risolvibile, oppure di una semplice apatia dell'animale consistente nel non volere subire la marcia imposta. Il cavaliere, seppure bambino, comunica con il cavallo tramite segnali dati dai movimenti del corpo, ed è tramite questi che l'animale deve comprendere.si capisce che non può essere sempre facile, e che in tutto questo moltissimo gioca l'esperienza. Utilizzo della Voce Come con molti altri animali, un ruolo molto importante è giocato dalla voce umana. Essa va modulata con dolcezza e determinazione, senza scadere nella cieca rabbia, adattandola alle circostanze. Non bisogna sbraitare, altrimenti il cavallo si agita e la situazione peggiora. Ovviamente, in certe circostanze, specie quando il cavallo è nervoso o impaurito, gli va trasmessa tranquillità e fermezza mediante un tono rassicurante. Il vocabolario da utilizzare con l'animale non può essere altamente vario, bensì abbastanza ripetitivo. In questo modo il cavallo imparerà pian piano a capire ciò che gli stiamo dicendo. Nel Maneggio Per i principianti, quindi per i bambini in maggior specie, prima di scorrazzare liberamente con il cavallo, c'è bisogno di tanto esercizio da effettuare fra gli angusti spazi del maneggio. Per non incorrere in problemi di mobilità entro questo luogo, come per le auto, è bene mantenere una corretta distanza di sicurezza fra cavallo e cavallo. Per quanto riguarda le regole di prevenzione, una fondamentale riguarda l'indossare sempre il casco da parte del bambino che decide di intraprendere la strada del cavaliere. Bisognerà sempre ricordare però che con il cavallo non si può andare dappertutto e subito, bisognerà diventare consapevoli dei propri limiti.
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