RAPPORTO EUROPEO 2010-2011 - Regione Toscana
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2 Rapporto Europeo 2010-2011 3 Rapporto Europeo 2010-2011 Redazione a cura del Settore Strumenti della Programmazione Regionale e Locale dell’Area di Coordinamento INDICE Programmazione - DG Presidenza Il documento è stato elaborato con i contributi di: • Staff Presidente della Giunta Regionale Per la DG Presidenza: Settore Attività Internazionali • Area di Coordinamento Ricerca Settore Studi e Ricerche • Settore Ufficio di Collegamento della Regione Toscana 5 PRESENTAZIONE con le Istituzioni Comunitarie a Bruxelles • Area di Coordinamento Programmazione Settore Strumenti della Valutazione, Programmazione Negoziata, Controlli Comunitari 7 1. DA LISBONA AD EUROPA 2020 1.1 LA STRATEGIA DI LISBONA Per la DG Competitività del Sistema Regionale e Sviluppo delle Competenze: 1.2 LA CRISI E LA RISPOSTA DELL’UNIONE: EU 2020 • Area di Coordinamento Formazione, Orientamento e Lavoro 1.3 LA PRIORITÀ CRESCITA INTELLIGENTE Settore Gestione Programma Operativo POR FSE 1.4 LA PRIORITÀ CRESCITA SOSTENIBILE • Area di Coordinamento Industria, Artigianato, Innovazione Tecnologica 1.5 LA PRIORITÀ CRESCITA INCLUSIVA • Area di Coordinamento Sviluppo Rurale Settore Programmazione Agricola – Forestale 1.6 IL NUOVO MODELLO DI GOVERNANCE EUROPEO Settore Programmazione Comunitaria dello Sviluppo Rurale 59 2. LA TOSCANA E LE POLITICHE EUROPEE Per la DG Organizzazione e Risorse: • Area di Coordinamento Risorse Finanziarie 2.1 IL PERIODO DI PROGRAMMAZIONE 2007-2013 Settore Controllo Strategico e di Gestione 2.2 LA POLITICA DI COESIONE 2007-2013 Per la DG Politiche Territoriali, Ambientali e per la Mobilità: 2.3 LA POLITICA AGRICOLA COMUNE • Area di Coordinamento Mobilità e Infrastrutture 2.4 LA POLITICA COMUNE DELLA PESCA 2.5 IL CONTRIBUTO NAZIONALE ALLA POLITICA DI COESIONE 2.6 LA NUOVA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014-2020 118 DOCUMENTI E SITI DI RIFERIMENTO Realizzazione e stampa Centro stampa Giunta Regione Toscana Gennaio 2012
4 Il Rapporto Europeo 2010-2011 Presentazione 5 PRESENTAZIONE Enrico Rossi Presidente della Giunta Regionale La pubblicazione del Rapporto Europeo 2010-2011 può apparire in controtendenza, perché avviene nel momento in cui l’architettura europea incentrata sulla moneta unica e sull’integrazione economica sembra sul punto di capitolare di fronte agli attacchi della spe- culazione finanziaria e sotto il peso del debito sovrano degli Stati membri. Eppure è proprio in questo frangente che occorre dare nuovo impulso al progetto europeo di integrazione politica, sociale, economico e culturale. Spes contra speme. La tranquilla e consapevole forza di un processo di coesione, in uno spazio che comprende grandi diversità culturali, linguistiche, storiche, politiche e che pure si è dato istituzioni e una Costituzione comuni. Nel tempo della globalizzazione non vi sarebbe progetto più attuale, adeguato per globalizzare diritti, tutelare specificità territoriali, dialogare con l’esterno, competere con altre regioni. Se non fosse che negli ultimi tempi il “grande sogno” europeo si è ridotto a semplice strumento ed obiettivo di aggregazione economica, peraltro appiattita sull’ideolo- gia neoliberista che, per l’appunto, sovrasta la vera “invenzione” europea, cioè la creazione di sistemi integrati di Stato sociale, di protezione e promozione di contratti sociali fondati su solidarietà e cooperazione pubblico-privato. Quando il solo parametro per misurare una politica diventa l’efficienza economico-fi- nanziaria e al valore della ricchezza generata dal lavoro si sostituisce l’illusione di ricchezze giocate sulla speculazione finanziaria, allora il sogno europeo è destinato a svanire. Ecco, allora, che il resoconto della gestione dei fondi europei da parte di Regione Toscana, utilizzati cercando di interpretare al meglio le finalità di coesione sociale, sviluppo sostenibile e innovazione contenute nel disegno strategico di Lisbona, dell’Agenda Sociale, dei Fondi Strutturali e di Europa 2020, è un modo per ribadire come il progetto europeo ab- bia ancora in sé potenzialità e validità che aspettano di essere colte e sviluppate da parte di tutti, dalle istituzioni alle forze sociali. È una scelta politica. Una opportunità da cogliere, tanto più di fronte a una drastica riduzione delle risorse statali e di quelle a disposizione dei cittadini. Qui si pone la sfida, an- che per la Toscana, di una maggiore efficienza non solo nella capacità di spesa e di gestio- ne dei fondi europei, ma anche nella capacità di mobilitare gli attori sociali e istituzionali, metterli in rete, selezionare obiettivi e progetti, concentrare risorse su programmi strategici per lo sviluppo della nostra regione. In poche parole, è la sfida della governance, che noi immaginiamo come equilibrio tra condivisione e responsabilità delle scelte e degli indirizzi che un governo credibile deve avere il coraggio di compiere.
6 Rapporto Europeo 2010-2011 da Lisbona ad Europa 2020 7 1. DA LISBONA AD EUROPA 2020 1.1 LA STRATEGIA DI LISBONA Il nuovo ciclo di programmazione 2014-2020, di cui anticipiamo i temi in questo Rap- porto Europeo 2010-2011, sarà il primo e decisivo banco di prova. Nel marzo 2000, di fronte alle sfide della globalizzazione e della rivoluzione tecnologi- Niente di tutto ciò può essere delegato a istituzioni finanziarie, fosse anche la Banca ca, i leader politici dell’Unione europea si sono riuniti a Lisbona, lanciando l’obiettivo di fare Europea; è compito delle istituzioni democratiche rappresentative dei cittadini europei e dei dell’Unione entro il 2010 “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica territori, governare le politiche di coesione e sviluppo. del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori Gli strumenti della nuova programmazione offrono uno scenario ben definito, dal posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”1. momento che non è soltanto la crescita quantitativa a determinare lo sviluppo, ma anche Alla base di tale iniziativa vi era la presa di coscienza del fatto che, per migliorare il quella qualitativa. proprio tenore di vita e per mantenere il proprio modello sociale unico, l’UE doveva incre- I diversi fondi europei che sono analizzati nel Rapporto disegnano una nuova politica mentare la produttività e la competitività per far fronte ad una concorrenza mondiale sem- di coesione, fondata sulla sostenibilità ambientale e sociale e l’innovazione, all’interno del- pre più agguerrita. In particolare, con la Strategia di Lisbona sono stati individuati i seguenti la quale la Toscana può giocare un ruolo importante. Non solo perché la nostra regione fa principali obiettivi da soddisfare nel decennio 2000-2010: segnare ottime performance nella gestione dei fondi 2007-2013, come lo stesso Rapporto • tasso di occupazione maschile 15-54 anni: 85%; evidenzia. Ma soprattutto perché la ricchezza sociale, ambientale, culturale, produttiva, ne • tasso di occupazione femminile 15-54 anni: 64%; fanno una ragione adatta ad incontrare gli indirizzi dei diversi fondi. • tasso di occupazione persone 55-64 anni: 50%; Dipenderà da tutti noi. Dalla Regione e dalla sua capacità di guida dei processi di • tasso di abbandono scolastico 18-24 anni: 85%; governo; ma anche dalla società toscana e dalla sua volontà e capacità di fare gioco di • tasso partecipazione alla formazione permanente persone 25-64 anni: 85%; squadra per vincere la concorrenza di altri territori europei, producendo effetti positivi in re- • tasso di spesa delle imprese in R&S in % sul PIL: 2%; lazione all’attuazione della strategia Europa 2020 e rispetto al raggiungimento delle priorità • tasso di spesa pubblica istituti superiori ed enti no profitti per R&S in % sul PIL: 1%. strategiche dell’Unione. È risultato chiaro che il programma di riforme non poteva essere perseguito solo a Il valore aggiunto del nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 dei fondi UE sta livello dell’UE (come era accaduto, ad esempio, per il programma del mercato unico del tutto qui, nella possibilità che ci offre di utilizzare strumenti per lo sviluppo. 1992), ma che il raggiungimento di risultati richiedeva una stretta cooperazione tra UE e Il bilancio comunitario, come ha scritto tempo fa Jacques Delors “Serve il rigore ma gli Stati membri, dal momento che molti dei settori politici interessavano le competenze di anche la crescita” è prima di tutto uno strumento di solidarietà e una potente leva di svilup- questi ultimi. Il programma, inoltre, rifletteva, per la prima volta, la consapevolezza che le po, due concetti attorno ai quali è possibile tornare a far vivere il progetto europeo. economie degli Stati membri sono intrinsecamente legate tra loro e che l’azione (o inazione) di ognuno di questi avrebbe potuto avere notevoli conseguenze sull’insieme dell’Unione. La strategia originaria, però, si è gradualmente trasformata in una struttura eccessi- vamente complessa, con finalità e azioni multiple e con una ripartizione poco chiara delle responsabilità e dei compiti, soprattutto tra l’UE e gli Stati membri. Per tale motivo, nel 2005, i Capi di Stato e di Governo dell’Unione hanno deciso di rilanciare la Strategia di Lisbona centrandola su due obiettivi cruciali: la crescita economica e l’occupazione, ovvero realizzare una crescita più stabile e duratura e creare nuovi e migliori posti di lavoro. Nello specifico, la definizione di 4 settori prioritari: 1) investire in conoscenza ed innovazione; 2) liberare il potenziale delle imprese, in particolare delle PMI; 3) occupazione per le categorie 1 Conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo, Lisbona 23 e 24 marzo 2000.
8 Rapporto Europeo 2010-2011 da Lisbona ad Europa 2020 9 prioritarie; 4) una politica energetica per l’Europa hanno consentito di compiere un impor- Indice di Lisbona tante passo avanti per una più chiara definizione degli obiettivi su cui il programma doveva concentrarsi. È stata inoltre posta in essere una nuova struttura di gestione, basata su un partenariato tra Stati membri e istituzioni dell’UE2. In questo contesto, nel giugno del 2005 sono stati approvati gli “Orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione 2005-2008” sulla base dei quali la Commissione europea, con una raccomandazione inviata a ciascuno Stato membro, ha richiesto la redazione di un Programma Nazionale di Riforma (PNR) su base triennale, in cui indicare le riforme e le altre mi- sure di competenza nazionale necessarie ad avvicinarsi agli obiettivi della Strategia di Lisbona. Il Governo italiano ha presentato alla Commissione europea nell’ottobre del 2005 il suo PNR per il triennio 2005-2008 denominato “Piano per l’Innovazione, la Crescita e l’Occupazione” (PICO). Il Piano si era posto come obiettivo il miglioramento della posizio- ne competitiva del Paese, attraverso l’individuazione di cinque obiettivi prioritari: l’amplia- mento dell’area di libera scelta dei cittadini e delle imprese, l’incentivazione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica, il rafforzamento del ruolo dell’istruzione e della L’indice di Lisbona è il grado di avvicinamento delle regioni formazione come motore della crescita, l’adeguamento delle infrastrutture materiali ed UE agli obiettivi di Lisbona: un immateriali e la tutela ambientale. In sintesi il PICO indicava cosa lo Stato intendeva fare punteggio pari a 100 indica che per migliorare le condizioni di ambiente economico e sociale ai fini di propiziare crescita ed una regione ha raggiunto tutti gli occupazione, per potenziare la posizione competitiva dell’Italia. otto obiettivi. La regione più di- stante dall’obiettivo ha un pun- Nell’ottobre del 2006 e del 2007 sono stati presentati i primi due rapporti sullo stato teggio pari a 0. di attuazione del PICO, che sono stati analizzati dalla Commissione europea e sintetizzati in un Rapporto sullo stato di attuazione della Strategia di Lisbona nell’Unione presentato a gennaio di ogni anno. Nel marzo del 2008 il Consiglio europeo di Primavera ha avviato il secondo ciclo triennale della strategia rinnovata per la crescita e l’occupazione rafforzando Fonte: Eurostat l’impegno rispetto agli orientamenti integrati e alle 4 priorità di intervento individuati. In questo contesto, nell’ottobre del 2009 è stato presentato dal Governo italiano il primo ed L’obiettivo di fondo della Strategia era quello di migliorare il ritmo e la qualità delle unico Rapporto sullo stato di attuazione del PICO 2008-2010. Nonostante i buoni propositi, riforme a livello nazionale ed europeo. Questa ha senz’altro influito sui Programmi di Riforma la Strategia di Lisbona non ha ottenuto i suoi principali obiettivi di incremento dell’occupa- suscitando nelle parti interessate un maggiore consenso sulle sfide e sulle risposte politiche. zione e della produttività. Nello specifico: Alcune riforme strutturali promosse dall’agenda di Lisbona hanno reso l’economia • l’UE, nel 2008 aveva raggiunto un tasso di occupazione del 66% (dal 62% del 2000), ma dell’UE più resistente all’attuale crisi economica e finanziaria (riforma dei sistemi pensioni- questo è nuovamente sceso a causa della crisi; stici). Prima che avesse inizio la crisi, le riforme concordate nel contesto di Lisbona hanno • l’UE non è riuscita a colmare il divario di crescita della produttività rispetto ai principali prodotto benefici concreti, tra cui la creazione di 18 milioni di nuovi posti di lavoro. paesi industriali: la spesa totale in R&S nell’UE, espressa in percentuale del PIL, è au- È pur vero, comunque, che nell’ambito dell’attuazione della Strategie di Lisbona le mentata solo marginalmente (dall’1,82% del 2000 all’1,9% del 2008). raccomandazioni specifiche della Commissione destinate a singoli Stati membri hanno avu- Sarebbe tuttavia troppo semplicistico concludere che la strategia è fallita perché gli to effetti variabili ed il ritmo di attuazione delle riforme è stato lento e diseguale anche a obiettivi non sono stati raggiunti, in quanto occorre tener conto anche dell’importante ruolo causa di una titolarità non sempre certa e di strutture di gestione deboli. svolto dal ciclo economico, dagli eventi esterni e dall’impatto delle politiche pubbliche. La Inoltre la Strategia di Lisbona non ha sufficientemente riconosciuto l’importanza dell’in- Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione è giunta a scadenza in un momento in terdipendenza delle economie europee ed in particolare di quelle dell’Area euro (AE). Il poten- cui gli effetti della crisi economica si sono fatti sentire pesantemente sulle economie eu- ziale di crescita e di occupazione delle economie europee verrà sfruttato al meglio solo se ropee. Nel 2009, il PIL è sceso del 4%, la disoccupazione ha raggiunto la percentuale del tutti gli Stati membri attuano le riforme ad un ritmo simile, tenendo conto delle proprie sfide 10%, e le finanze pubbliche hanno subito un forte deterioramento, con deficit che hanno nazionali e dell’incidenza delle proprie azioni (o della mancanza di queste) su altri Stati membri raggiunto il 7% del PIL e con livelli di debito che sono aumentati di 20 punti percentuali in e sull’Unione nel suo insieme. La crisi economica ha posto chiaramente in luce questa inter- due anni, mandando in fumo 20 anni di risanamento. dipendenza: il ritmo ineguale dei progressi non ha solo impedito il determinarsi di importanti ricadute positive e di sinergie, ma in alcuni casi ha persino dato luogo a ricadute negative. 2 Valutazione della strategia di Lisbona, SEC (2010) 114, Bruxelles, 2 febbraio 2010.
10 Rapporto Europeo 2010-2011 da Lisbona ad Europa 2020 11 1.2 LA CRISI E LA RISPOSTA DELL’UNIONE: EU 2020 Con la crisi le sfide globali si sono accentuate: • l’Europa dovrà far fronte alla concorrenza in aumento delle economie sviluppate e emer- La recente crisi economica è un fenomeno senza precedenti per la presente genera- genti. Paesi come la Cina o l’India stanno investendo massicciamente nella ricerca e zione. I progressi costanti dell’ultimo decennio in termini di crescita e creazione di posti di nella tecnologia per far salire le loro industrie nella catena del valore e “irrompere” lavoro sono stati completamente annullati. nell’economia mondiale; Oltre a costituire uno shock enorme per milioni di cittadini, la crisi ha evidenziato • le finanze mondiali hanno ancora bisogno di misure correttive. La disponibilità di “credi- alcune carenze fondamentali della economia del vecchio continente ed ha reso molto meno to facile”, la tendenza a pensare a breve termine e l’assunzione di rischi eccessivi sui incoraggianti le prospettive di una crescita economica futura. La situazione ancora fragile mercati finanziari di tutto il mondo hanno incoraggiato un comportamento speculativo, del sistema finanziario ostacola la ripresa, le finanze pubbliche hanno subito un forte de- dando luogo a una crescita alimentata da bolle speculative e da notevoli squilibri. L’Eu- terioramento, con deficit medi pari al 7% del PIL e livelli di debito superiori all’80% del PIL. ropa sta cercando soluzioni globali da cui scaturisca un sistema finanziario efficiente e Due anni di crisi hanno cancellato un ventennio di risanamento di bilancio. Un gran sostenibile; numero di piani d’investimento, talenti e idee rischia di andare perso per le incertezze, la • le sfide relative al clima e alle risorse richiedono misure drastiche. La forte dipendenza stasi della domanda e la mancanza di finanziamenti. dai combustibili fossili, come il petrolio, e l’uso inefficiente delle materie prime espon- gono i consumatori e le imprese a dannosi e costosi shock dei prezzi, minacciando la Crescita del PIL pro capite, 2000-2011 sicurezza economica e contribuendo al cambiamento climatico. Variazione media annua % Fonte: Eurostat La crisi ha messo in evidenza alcuni punti fermi: • le 27 economie dell’UE sono estremamente interdipendenti: la crisi ha evidenziato gli stretti collegamenti e le ricadute tra le economie nazionali, specialmente nell’AE. Le ri- forme (o la mancanza di riforme) in un Paese hanno ripercussioni sulla situazione di tutti gli altri, come dimostrano le recenti crisi finanziarie di alcuni Stati membri dell’AE, quali Irlanda, Grecia, Portogallo, Spagna ed Italia; • il coordinamento nell’UE è fondamentale: la risposta alla crisi è la prova che un’azione concertata a livello di Unione risulta nettamente più efficace, come è stato dimostrato mediante l’azione comune volta a stabilizzare il sistema bancario e l’adozione di un piano europeo di ripresa economica. In un mondo globale, nessun Paese può affrontare efficacemente le sfide se agisce da solo3. L’aggravarsi del quadro macroeconomico nel corso del biennio 2008-2009, la fragilità finanziaria mostrata da alcuni paesi europei, quali Irlanda e Spagna, Portogallo ed Italia, l’im- portanza di un maggiore coordinamento macro e micro economico delle politiche degli Stati membri, hanno fatto emergere la necessità di una riforma dell’intero sistema di governance dell’Unione Europa. In questo contesto, nel marzo 2010 la Commissione ha presentato la Strategia EU La crisi ha messo in evidenza le carenze strutturali dell’Europa quali: 2020, successivamente approvata dal Consiglio e dal Parlamento europeo, che mira a • il tasso medio di crescita dell’Europa è strutturalmente inferiore a quello dei principali rafforzare l’architettura della governance economica e politica comunitaria, allargando la partner economici, in gran parte a causa del divario di produttività che si è andato ac- sorveglianza macroeconomica agli squilibri di natura non fiscale e integrandola con la piani- centuando nell’ultimo decennio dovuto agli investimenti di minore entità nella R&S e ficazione strategica. La Strategia EU 2020 sostituisce dunque quella di Lisbona (definita nel nell’innovazione, un uso insufficiente delle tecnologie dell’informazione e della comuni- 2000) nel delineare le grandi direttrici politiche per stimolare lo sviluppo e l’occupazione. cazione, la riluttanza all’innovazione di alcuni settori delle società, ostacoli all’accesso Il modello di crescita proposto è “intelligente” (in quanto promuove la conoscenza, al mercato e un ambiente imprenditoriale meno dinamico; l’innovazione, l’istruzione e la società digitale), “inclusivo” (incentiva la partecipazione al • nonostante i progressi registrati, i tassi di occupazione in Europa – 69% in media per le mercato del lavoro, l’acquisizione delle competenze e la lotta alla povertà) e “sostenibile” persone di età compresa tra 20 e 64 anni – sono ancora nettamente inferiori rispetto (rende la produzione più efficiente nell’uso delle risorse naturali). Queste tre priorità che si ad altre parti del mondo; rafforzano a vicenda intendono aiutare l’UE e gli Stati membri a conseguire elevati livelli di • l’invecchiamento della popolazione sta accelerando. Con l’ondata di pensionamenti dei occupazione, produttività e coesione sociale. figli del baby boom, la popolazione attiva dell’UE inizierà a diminuire dal 2013/2014, trend che comporterà una pressione supplementare sui sistemi assistenziali. 3 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, COM(2010) 2020 Bruxelles, 3 marzo 2010.
12 Rapporto Europeo 2010-2011 da Lisbona ad Europa 2020 13 La nuova Strategia si differenzia dalla precedente per due aspetti importanti: il primo Distanza dell’Italia dal raggiungimento degli obiettivi di EU 2020 – anno 2009 riguarda il suo meccanismo di governance del processo, basato sul ciclo di programmazio- ne del Semestre Europeo e su un allineamento, anche nelle scadenze temporali, delle fasi di sviluppo, presentazione e discussione dei Programmi di Stabilità e Crescita (PSC) e dei Programmi Nazionali di Riforma (PNR) di competenza degli Stati membri. Il secondo concer- ne il ruolo della Commissione europea, che non solo ha il compito di monitorare i progressi dei singoli Stati, ma ha anche la facoltà di produrre raccomandazioni e censure politiche, qualora i miglioramenti non risultassero soddisfacenti4. È opinione diffusa che l’UE debba concordare un numero limitato di obiettivi principa- li per il 2020 per guidare i progressi dei vari Stati membri. Questi obiettivi oltre che essere coerenti con una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, devono essere misurabili, riflettere la diversità delle situazioni dei vari Stati e basarsi su dati sufficientemente atten- dibili da consentire un confronto. Per tali motivi, a differenza di quanto fatto per la Strategia di Lisbona, è stato sele- zionato un numero contenuto di obiettivi, in particolare sono stati individuati 5 traguardi: 1. il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve passare al 75% (attualmente il dato è al 69%), anche mediante una maggior partecipazione delle donne e dei lavoratori più anziani e una migliore integrazione dei migranti nella popolazione attiva; 2. il 3% del PIL dell’UE deve essere investito in Ricerca e Sviluppo (R&S). L’obiettivo attuale ha richiamato una maggiore collaborazione tra investimenti pubblici e privati, ma più che sul risultato si basa sui mezzi utilizzati per raggiungerlo; 3. ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990; portare al 20% la quota delle fonti di energia rinnovabile nel consumo finale di energia; migliorare del 20% l’efficienza energetica; Fonte: Elaborazioni Istat su dati Eurostat 4. il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore del 10% (attualmente il tasso di abban- dono scolastico è al 15%) e almeno il 40% dei giovani deve avere una laurea ed un diploma; (a) per la rappresentazione dell’indicatore relativo all’obiettivo “povertà”, che nella Strategia di EU 2020 prevede come valore aggregato UE una riduzione di 20 milioni delle persone a rischio di povertà ed esclusione, è stata 5. il numero di europei che vivono al di sotto delle soglie di povertà nazionali dovrebbe utilizzata la quota assegnata all’Italia dal PNR che prevede una riduzione di 2,2 milioni di persone. (b) Anno 2008. essere ridotto del 25%, facendo uscire dalla povertà più di 20 milioni di persone. Tutti questi obiettivi sono connessi tra di loro. Livelli d’istruzione più elevati, ad esem- Gli Stati membri, in stretto raccordo con la Commissione, dovranno rapidamente met- pio, favoriscono l’occupabilità ed i progressi compiuti nell’aumentare il tasso di occupa- tere a punto i rispettivi traguardi nazionali, indicando nei PNR i bottlenecks (colli di bottiglia) zione contribuiscono a ridurre la povertà. Una maggior capacità di R&S e di innovazione che ostacolano la crescita e le soluzioni individuate per il loro superamento. Anche le Re- in tutti i settori dell’economia, associata ad un uso più efficiente delle risorse, migliorerà gioni europee avranno un ruolo fondamentale nell’attuazione di quelle politiche necessarie la competitività e favorirà la creazione di posti di lavoro. Investendo in tecnologie più pu- per il raggiungimento degli obiettivi di EU 2020. lite a basse emissioni di carbonio si proteggerà l’ambiente, si contribuirà a combattere il Le misure di livello europeo, nazionale e regionale, dovrebbero rafforzarsi a vicenda cambiamento climatico e si creeranno nuovi sbocchi per le imprese e nuovi posti di lavoro. ed il ruolo della Commissione sarà quello di valutare i progressi verso il conseguimento Gli investimenti in R&S, innovazione, istruzione e tecnologie efficienti sotto il profilo delle degli obiettivi, agevolare gli scambi politici e presentare le proposte normative necessarie. risorse comporteranno vantaggi per i settori tradizionali, per le zone rurali e per le economie Per il raggiungimento dei 5 obiettivi di EU 2020, la Commissione ha presentato sette di servizi altamente specialistici, rafforzando la coesione economica, sociale e territoriale5. iniziative faro: 1. l’Unione dell’innovazione per migliorare le condizioni generali e l’accesso ai finanziamen- 4 La Situazione del Paese nel 2010, Istat, Rapporto annuale 2010. 5 La politica di coesione economica e sociale dell’UE è finalizzata a promuovere uno sviluppo equilibrato, armonioso ti per la ricerca e l’innovazione, facendo in modo che le idee innovative si trasformino in e sostenibile della Comunità, riducendo le disuguaglianze tra le diverse regioni europee. La necessità di garantire uno nuovi prodotti e servizi tali da stimolare la crescita e l’occupazione; sviluppo armonioso del territorio comunitario figurava già nel preambolo del Trattato di Roma del 1957, ma è solo nel 2. Youth on the move per migliorare l’efficienza dei sistemi di insegnamento e agevolare 1986, con l’Atto Unico europeo, che la coesione economica e sociale diviene espressamente un obiettivo prioritario della Comunità, per essere infine riconosciuta come politica dal Trattato di Maastricht del 1992, negli articoli da 158 l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro; a 162 del Trattato CE. Il trattato di Lisbona introduce una terza dimensione oltre a quella economica e sociale: parla di “politica di coesione territoriale”. Ciò significa che la politica di coesione deve anche andare in direzione di uno sviluppo territoriale più equilibrato e sostenibile (Cfr. artt. 174 e ss TFUE, ex artt. 158 e ss del TCE).
14 Rapporto Europeo 2010-2011 da Lisbona ad Europa 2020 15 3. un’Agenda europea del digitale per accelerare la diffusione di Internet ad alta velocità e EU 2020 IN SINTESI sfruttare i vantaggi di un mercato unico del digitale per famiglie e imprese; 4. un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse per contribuire a scindere la PRIORITÀ OBIETTIVI INIZIATIVE FARO crescita economica dall’uso delle risorse, favorire il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio, incrementare l’uso delle fonti di energia rinnovabi- 1. Occupazione le, modernizzare il settore dei trasporti e promuovere l’efficienza energetica; • innalzamento al 75% del tasso di occupazione 1. Agenda digitale europea. (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 5. una Politica industriale per l’era della globalizzazione onde migliorare il clima imprendi- anni). toriale, specialmente per le PMI, e favorire lo sviluppo di una base industriale solida e sostenibile in grado di competere su scala mondiale; 2. R&S / innovazione 6. un’Agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro onde modernizzare i mercati Crescita • aumento degli investimenti in ricerca e 2. Unione dell’innovazione. intelligente sviluppo ed innovazione al 3% del PIL dell’UE occupazionali e consentire alle persone di migliorare le proprie competenze in tutto l’ar- (pubblico e privato insieme). co della vita al fine di aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e di conciliare 4. Istruzione meglio l’offerta e la domanda di manodopera, anche tramite la mobilità dei lavoratori; • riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto 3. Youth on the move. del 10%. 7. la Piattaforma europea contro la povertà per garantire coesione sociale e territoriale • aumento al 40% dei 30-34enni con in modo tale che i benefici della crescita e i posti di lavoro siano equamente distribuiti un’istruzione universitaria. e che le persone vittime di povertà e esclusione sociale possano vivere in condizioni dignitose e partecipare attivamente alla società. Queste sette iniziative faro vedranno impegnati l’UE, gli Stati membri e le Regioni. 3. Cambiamenti climatici /energia 4. Europa efficiente sotto il Gli strumenti dell’UE, in particolare il mercato unico, gli strumenti finanziari e gli stru- profilo delle risorse. • riduzione delle emissioni di gas serra del menti della politica esterna, saranno mobilitati integralmente per eliminare le strozzature e Crescita 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo conseguire gli obiettivi di EU 2020. sostenibile permettono) rispetto al 1990. Come priorità immediata, la Commissione ha individuato le misure da adottare per • 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili. 5. Politica industriale per definire una strategia di uscita credibile dalla crisi, portare avanti la riforma del sistema • aumento del 20% dell’efficienza energetica. l’età della globalizzazione. finanziario, garantire il risanamento del bilancio ai fini di una crescita a lungo termine e intensificare il coordinamento con l’Unione economica e monetaria (UEM)6. Come nel precedente ciclo di programmazione, la Regione Toscana attuerà gli obiet- 1. Occupazione tivi di EU 2020 e delle nuove politiche di coesione, attraverso il Programma Regionale di • innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 Sviluppo (PRS) 2011-2015 quale masterplan della programmazione regionale. Questo as- anni). 6. Agenda per nuove solve ad una duplice funzione: è uno strumento “multifondo” in quanto canalizza le risorse competenze e nuovi lavori. 4. Istruzione comunitarie, nazionali e regionali, e “multilivello”, essendo uno strumento di raccordo della Crescita • riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto programmazione comunitaria, nazionale e regionale. del 10%. inclusiva • aumento al 40% dei 30-34enni con Il PRS permette un coordinamento dei processi di programmazione, ne costituisce la un’istruzione universitaria. cornice di riferimento e ne declina le priorità di legislatura. Queste ultime trovano attuazione 5. Povertà / emarginazione a livello annuale con il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (DPEF) e con • almeno 20 milioni di persone a rischio o in 7. Piattaforma europea situazione di povertà ed emarginazione in contro la povertà. le politiche di bilancio. meno. Di seguito si propongono due tabelle, la prima che sintetizza le priorità, gli obiettivi e le iniziative faro di EU 2020 e la seconda riassuntiva degli obiettivi di EU 2020 raccordati con il nuovo PRS. Questo ultimo contiene anche i macro indicatori che, al proprio livello misurano gli obiettivi base di EU 2020 in modo da evidenziare, attraverso un monitoraggio annuale7 il grado di raggiungimento degli stessi. 6 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, COM(2010) 2020, Bruxelles, 3 marzo 2010. 7 La L.R. 49/1999 prevede la presentazione di un rapporto di monitoraggio strategico annuale. Il comma 4 dell’art. 16 stabilisce che le fasi del ciclo di programmazione corrispondenti al periodo di validità del PRS e l’attuazione dei documenti di programmazione economica e finanziaria sono oggetto di monitoraggio strategico generale. In tal ambito, la Giunta regionale presenta annualmente al Consiglio regionale, unitamente al DPEF, un Rapporto generale di monitoraggio sullo stato di attuazione delle politiche di intervento, con l’indicazione delle risorse previste ed utilizzate e degli indicatori definiti dal DPEF.
16 RACCORDO TRA STRATEGIA EU 2020 E PRS 2011 - 2015 OBIETTIVI EU 2020 OBIETTIVI PRS RT INDICATORE RT ITALIA ITALIA – OBIETTIVO AL 2020 Promuovere la creazione di lavoro qualificato e ridurre Tasso di occupazione 20-64 anni. 67,8% 61,7% la precarietà, incentivando l’occupazione in tutte le sue forme, in particolare di giovani e donne, mantenendo l’obiettivo di favorire in primo luogo la creazione di posti Obiettivo 1 di lavoro stabili e di qualità. ISTAT. Tasso di occupazione femminile 20-64 anni. 57,8% 49,7% Il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 67-69% Indagine sulle forze 64 anni deve avere un lavoro. Anno 2010. lavoro. Potenziare il sistema dei servizi per l’impiego per la riqualificazione professionale e il reinserimento sul Tasso di occupazione 55-64 anni. 40,1% 35,7% mercato del lavoro. Rapporto Europeo 2010-2011 ISTAT Indicatori di Obiettivo 2 la ricerca per massimizzarne l’efficacia e contesto chiave e 1,01% Il 3% del PIL dell’UE deve Sostenere Spesa in ricerca e sviluppo sul PIL. 1,2% 1,53% variabili di rottura Anno (2007) essere investito in R&S. valorizzare le attività di ricerca applicata. 2008. Eurostat Emissioni gas a effetto serra (2009). n.d. -5% -13% Anno 2011. Razionalizzare e ridurre i consumi energetici, migliorare Obiettivo 3 l’efficienza energetica degli edifici, a partire dagli edifici Raggiungere i traguardi pubblici, e dei processi produttivi, sviluppare le energie Eurostat Fonti rinnovabili. +12% (2005) +6,8 +17% “20/20/20” in materia rinnovabili per raggiungere gli obiettivi comunitari al 2020, Anno 2011. di clima/energia. compreso l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Efficienza energetica (riduzione del consumo Riduzione del consumo primario di energia in milioni di n.d. n.d. di energia: 27,9 mln di tonnellate tonnellate equivalente petrolio). equivalente petrolio. Promuovere l’educazione, la formazione e la qualificazione del capitale umano lungo tutto l’arco della vita. Giovani che abbandonano prematuramente gli studi (18-24 anni, max licenza media e 16,6% (2008) 19,2% 15-16% Obiettivo 4 ISTAT non frequenta corsi scolastici o formativi). Il tasso di abbandono Sviluppare il sistema regionale delle competenze e Indicatori di contesto scolastico deve essere dell’orientamento. chiave e variabili di inferiore al 10% e almeno rottura Anno 2009. il 40% dei giovani deve avere una laurea o un Sostenere l’alta formazione e la qualificazione IT: Eurostat diploma. professionale dei giovani in raccordo con la domanda del EU-LFS Anno 2009. Giovani 30-34 anni con livello di istruzione 21% (2010) 19% 26-27% sistema produttivo, migliorando l’apertura e la pertinenza terziaria dei sistemi di istruzione e formazione. Obiettivo 5 Contrasto all’esclusione sociale, attraverso la protezione 20 milioni di persone in e promozione dell’infanzia e dell’adolescenza e il Indagine EU-SILC Anno Popolazione che vive al di sotto della soglia 11.152,238 16% 2,2 milioni di poveri in meno. meno devono essere a sostegno alle famiglie, anche con il rilancio dell’edilizia 2007. di povertà (calcolata sulla base dei redditi). 18,7% rischio povertà. sociale, in particolare per le situazioni di disagio estremo. Fonte: Eurostat società europea e mondiale. Spesa totale per R&S, 2007 1.3 LA PRIORITÀ CRESCITA INTELLIGENTE L’Europa deve agire sui seguenti fronti: 1.3.1 ECONOMIA BASATA SULLA CONOSCENZA E SULL’INNOVAZIONE ad alta tecnologia giustifica per metà il divario esistente con gli Stati Uniti; • società da Lisbona ad Europa 2020 di beni e servizi; crescita, creare posti di lavoro di qualità e contribuire ad affrontare le sfide proprie della Uniti e il 3,4% in Giappone, soprattutto a causa dei livelli più bassi di investimenti pri- utilizzare in modo ottimale le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e fare in motori dello sviluppo futuro. Ciò significa migliorare la qualità dell’istruzione, potenziare sull’impatto e sulla composizione della spesa per la ricerca e migliorare le condizioni stribuzione online online e sulla di- delle conoscenze re, sulla diffusione capacità di innova- vamente sulla sua ripercuote negati- velocità, che si da Internet ad alta per quanto riguar- L’Europa accusa imprese europee. quarto proviene da cui però solo un miliardi di euro, di la domanda glo- digitale: la ricerca, promuovere l’innovazione e il trasferimento delle conoscenze in tutta l’Unione, inoltre un ritardo mercato di 8.000 ne rappresenta un della comunicazio- dell’informazione e bale di tecnologie vati. Non contano soltanto gli importi assoluti spesi in R&S: l’Europa deve concentrarsi innovazione: la spesa europea per la R&S è inferiore al 2%, contro il 2,6% negli Stati 17 per la R&S del settore privato nell’Unione. La quota europea meno elevata di imprese modo che le idee innovative si trasformino in nuovi prodotti e servizi tali da stimolare la Una crescita intelligente è quella che promuove la conoscenza e l’innovazione come
18 Rapporto Europeo 2010-2011 da Lisbona ad Europa 2020 19 • istruzione, formazione e formazione continua: un quarto degli studenti ha scarse capacità 1.3.2 INIZIATIVA FARO: L’UNIONE DELL’INNOVAZIONE di lettura mentre un giovane su sette abbandona troppo presto la scuola e la formazione. L’obiettivo è riorientare la politica di R&S e innovazione in funzione delle sfide che si Circa il 50% raggiunge un livello di qualificazione medio, che però spesso non corri- pongono alla società europea, come il cambiamento climatico, l’uso efficiente delle risorse sponde alle esigenze del mercato del lavoro. Meno di una persona su tre di età compresa e l’energia, la salute e il cambiamento demografico. Occorre rafforzare tutti gli anelli della tra 25 e 34 anni ha una laurea, contro il 40% negli Stati Uniti e oltre il 50% in Giappone. Se- catena dell’innovazione, dalla ricerca più teorica alla commercializzazione. condo l’indice di Shangai8, solo due università europee figurano tra le prime 20 del mondo. A livello dell’UE, la Commissione si adopererà per: Con la priorità crescita intelligente l’UE intende contribuire al raggiungimento di 3 dei • completare lo spazio europeo della ricerca, definire un programma strategico per la ricerca 5 obiettivi della Strategia EU 2020, ed in particolare dei seguenti: incentrato su sfide come sicurezza energetica, trasporti, cambiamento climatico e uso 1. raggiungere un tasso di occupazione per donne e uomini di età compresa tra 20 e 64 efficiente delle risorse, salute e invecchiamento, metodi di produzione e pianificazione ter- anni del 75% entro il 2020, da conseguire offrendo maggiori opportunità lavorative, in ritoriale ecologici, e rafforzare la pianificazione congiunta con gli Stati membri e le regioni; particolare a donne, giovani, lavoratori più anziani e meno qualificati e immigrati regolari; • migliorare il contesto generale per l’innovazione nelle imprese ad esempio, creando il 2. ottenere livelli di investimento in R&S ed innovazione (pubblico più privato) pari al 3% brevetto unico dell’UE e un tribunale specializzato per i brevetti, modernizzando il qua- del PIL dell’UE; dro per i diritti d’autore e i marchi commerciali, migliorando l’accesso delle PMI alla 3. ottenere migliori risultati scolastici, in particolare: tutela della proprietà intellettuale, accelerando la fissazione di standard interoperabili, o riducendo gli abbandoni scolastici al di sotto del 10%; agevolando l’accesso al capitale e utilizzando integralmente le strategie incentrate sulla o garantendo che almeno il 40% dei 30-34enni abbia un’istruzione universitaria o equi- domanda tramite gli appalti pubblici e la regolamentazione intelligente; valente. • lanciare “partenariati europei per l’innovazione” tra l’UE e i livelli nazionali onde accelerare L’UE intende raggiungere i suddetti obiettivi mediante le tre iniziative faro di seguito lo sviluppo e l’adozione delle tecnologie necessarie per affrontare le sfide individuate. I pri- riportate: mi partenariati saranno denominati come segue: “costruire la bioeconomia entro il 2020”, 1. Unione dell’innovazione; “le tecnologie chiave per plasmare il futuro industriale dell’Europa” e “tecnologie che con- 2. Youth on the move; sentano agli anziani di vivere in modo autonomo e di partecipare attivamente alla società”; 3. Agenda europea del digitale. • potenziare e sviluppare ulteriormente il ruolo pro-innovazione degli strumenti dell’UE (Fon- Le iniziative adottate nell’ambito di questa priorità e le connesse iniziative faro per- di Strutturali, Fondi di sviluppo rurale, Programma Quadro di R&S, Programma Quadro metteranno di esprimere le capacità innovative dell’Europa, migliorando i risultati nel setto- Competitività e Innovazione (CIP) 2007-2013, Piano strategico per le tecnologie energe- re dell’istruzione e il rendimento degli istituti di insegnamento e sfruttando i vantaggi che tiche (SET), etc.), anche mediante una più stretta collaborazione con la BEI, e snellire le una società digitale comporta per l’economia e la società. Queste politiche devono essere procedure amministrative per agevolare l’accesso ai finanziamenti, segnatamente per le attuate a livello regionale, nazionale e di UE9. PMI, e introdurre meccanismi di incentivazione innovativi legati al mercato del carbonio, destinati a coloro che progrediscono più rapidamente; Aumento potenziale del PIL pro capite con il raggiungimento degli obiettivi di EU 2020 • promuovere i partenariati per la conoscenza e rafforzare i legami tra istruzione, settore relativi al tasso di occupazione delle imprese, ricerca e innovazione, anche tramite l’IET, e stimolare l’imprenditoria so- CONV: Regioni Convergenza TRANS: Regioni Transizione RCE: Regioni Competitività stenendo le giovani imprese innovative10. A livello nazionale, gli Stati membri dovranno: • riformare i sistemi di R&S e innovazione nazionali (e regionali) per favorire l’eccellenza e la specializzazione intelligente, intensificare la cooperazione tra università, centri di ricerca e imprese, attuare una programmazione congiunta e rafforzare la cooperazione transnazionale nei settori con un valore aggiunto dell’UE e adeguare opportunamente le procedure di finanziamento nazionali per garantire la diffusione della tecnologia in tutto il territorio dell’UE; Fonte: Elaborazioni DG Regio su dati Eurostat • assicurare un numero sufficiente di laureati in scienze, matematica e ingegneria e im- perniare i programmi scolastici su creatività, innovazione e imprenditoria; • conferire carattere prioritario alla spesa per la conoscenza anche utilizzando incentivi 8 L’indice di Shangai è un indicatore che determina il grado di concorrenzialità delle Università prendendo in fiscali e altri strumenti finanziari per promuovere maggiori investimenti privati nella R&S. considerazione i seguenti parametri: (1) il numero di ex alunni che ha vinto il premio Nobel in fisica, chimica, medicina ed economia; (2) il numero di docenti che ha vinto il premio Nobel; (3) il numero di lavori pubblicati su Nature o Science; (4) il numero di lavori pubblicati secondo il Science Citation Index; (5) il numero di lavori molto citati secondo la banca dati Thomson Isi; (6) gli indicatori descritti divisi per il numero complessivo dei docenti. 10 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, COM(2010) 2020 definitivo, Bruxelles, 3 9 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, COM(2010) 2020, Bruxelles, 3 marzo 2010. marzo 2010.
20 Rapporto Europeo 2010-2011 da Lisbona ad Europa 2020 21 Indice di performance regionale in termini di innovazione 2006 Spesa R&S totale in % sul PIL REGIONI 2000 2002 2004 2006 2008 Piemonte 1,68 1,71 1,67 1,77 1,88 Lombaria 1,13 1,20 1,12 1,18 1,24 Veneto 0,51 0,70 0,64 0,68 1,05 Emilia Romagna 0,92 1,25 1,14 1,22 1,33 Toscana 1,01 1,11 1,11 1,06 1,14 Lazio 1,87 1,89 1,77 1,72 1,79 Italia 1,05 1,13 1,10 1,13 1,23 Fonte: Istat, Eurostat Le stime inoltre, riportano che meno del 27% delle imprese toscane si dichiarano in- novative. Questa situazione è in parte dovuta alle caratteristiche delle stesse che sono per il 97% di piccola e media dimensione, dalla composizione settoriale del sistema produttivo regionale che resta specializzato in settori maturi dove la presenza di imprese innovative è meno elevata rispetto ai settori a maggiore livello tecnologico, e dal basso rapporto esisten- te tra centri di ricerca e mondo delle imprese. Spesa in R&S totale per Regione – Anni 2000 e 2008 (in percentuale del PIL Asse di sinistra – tasso di variazione medio annuo 2000-2008 asse di destra). Fonte: Eurostat 1.3.3 LA REGIONE TOSCANA E L’INNOVAZIONE Le Regioni sono attori fondamentali nell’ambito dell’iniziativa faro “L’Unione dell’in- Fonte: Istat novazione”, essendo queste ultime il principale partner istituzionale delle Università e altri La Regione Toscana dunque, per superare i suddetti limiti ed in coerenza con la prio- istituti di ricerca e istruzione e delle PMI. rità tematica di EU 2020 crescita intelligente – una economia basata sulla conoscenza e Rispetto ai tradizionali indicatori proposti per la misura dei processi innovativi la sull’innovazione – ed in particolare con l’iniziativa faro “l’Unione dell’innovazione” ha posto Toscana mostra un quadro generale di luci ed ombre. Sul versante degli input dei processi tra gli indirizzi politici fondamentali dell’attuale legislatura delineati nel PRS 2011-2015 il innovativi la Regione Toscana mostra livelli di spesa in R&S (1,14% sul PIL) in leggero ritar- supporto alla “ricerca per massimizzarne l’efficacia e valorizzare le attività di ricerca appli- do rispetto alla media nazionale (1,23% sul PIL), ma nettamente al di sotto dei valori medi cata, razionalizzando, riorganizzando e potenziando gli strumenti e le infrastrutture per il dell’Unione (UE 27 R&S sul PIL 1,77% nel 2007) e sopratutto delle regioni del Nord Europa trasferimento tecnologico, garantendo azioni di diffusione e trasferimento”. che segnano valori da 3 a 5 volte superiori alla media toscana. La Regione intende soprattutto rafforzare la capacità di diffusione di nuove cono- scenze e tecnologie nel sistema produttivo raccordando il mondo della ricerca a quello delle
22 Rapporto Europeo 2010-2011 da Lisbona ad Europa 2020 23 imprese e promuovendo la formazione e il consolidamento di cluster, reti di collaborazione e promettenti), operando una diversificazione in base alla vocazione dei territori. Allo stesso fra imprese e di reti di subfornitura. tempo è necessario che siano poste in essere le condizioni affinché le imprese, specie quelle Il tema di Ricerca Sviluppo ed Innovazione (R&S), che attraversa tutte le aree di inter- piccole e tradizionali, possano più facilmente accedere a conoscenze più ampie e aumentare vento delineate dal PRS vigente, realizza un deciso salto di qualità e di prospettiva nell’Atto di così la loro capacità di proporre soluzioni innovative. A tal fine, da un lato, saranno realizzati pro- Indirizzo per la Ricerca e l’innovazione (AIR)11 2011–2015, previsto dalla L.R. 20/2009, che grammi di sostegno agli investimenti per l’innovazione - inclusi incentivi per l’acquisto di servizi definisce i principi generali, gli obiettivi, le priorità e gli strumenti per le politiche per la R&S. qualificati - dall’altro si realizzeranno interventi di formazione e animazione a favore di manager, Il primo obiettivo, è attuare un efficace e pervasivo coordinamento delle politiche e imprenditori, addetti alla R&S e all’innovazione tecnologica, per aggiornarne le competenze. degli investimenti regionali in materia di R&S, indirizzando le risorse verso attività di ricerca All’interno di tale percorso un passaggio fondamentale è stato costituito dalla cre- che prevedano possibilità applicative, creino nuova occupazione e crescita economica. Oc- azione della architettura costituita da Poli di innovazione, Distretti Tecnologici, Tecnorete corre selezionare gli interventi in ambiti strategici e attivare mix di politiche coerenti che si e Rete di incubatori, che hanno favorito l’intensificarsi delle relazioni tra enti di ricerca e integrino a vicenda e che rafforzino il sistema produttivo per meglio fronteggiare la competi- imprese, avviando una serie di iniziative volte a favorire il dialogo fra ricerca e mondo pro- zione internazionale. Non si tratta solo di erogare risorse, ma di ottimizzarne la destinazione duttivo, per rendere sempre più mirati, flessibili ed efficaci gli interventi per l’innovazione, per massimizzare le ricadute sul sistema produttivo. con potenziali forti ricadute territoriali, non solo in termini di occupazione e qualificazione Il secondo obiettivo, è il rafforzamento del sistema regionale della ricerca e dell’alta del capitale umano, ma anche in termini di coinvolgimento e sviluppo delle competenze. formazione promuovendone le parti che hanno rilevanza strategica per lo sviluppo, sia per Queste ultime, rafforzando adeguatamente il mercato dei servizi qualificati alle im- le capacità di attrazione che esse conferiscono alla Toscana, sia per le ricadute che la ri- prese, potrebbero sostenere il posizionamento competitivo delle stesse, favorendone la cerca in questi settori può attivare sul territorio regionale. Questo obiettivo è articolato nei crescita dimensionale ed i processi di aggregazione; la qualificazione manageriale del tes- seguenti obiettivi strumentali fra loro strettamente connessi: suto produttivo con particolare riferimento ai cosiddetti “knowledge intensive services” in • promuovere lo sforzo di ricerca del sistema regionale proseguendo il finanziamento di materia di innovazione, trasferimento tecnologico e processi di internazionalizzazione attiva progetti di R&S di centri pubblici di ricerca e di imprese private; e passiva, potrebbe quindi promuovere e sostenere il coordinamento ed il consolidamento • perseguire la reindustrializzazione e la modernizzazione del sistema produttivo suppor- di network di imprese, organismi di ricerca, centri di servizio e istituzioni pubbliche, ciò con- tando l’introduzione di innovazioni di processo, e soprattutto di prodotto, senza trascu- sentirebbe lo sviluppo di attività di trasferimento tecnologico e di diffusione dell’innovazio- rare le innovazioni organizzative; ne in ambiti e sistemi strategici individuati dagli strumenti della programmazione regionale. • favorire i rapporti fra mondo delle imprese e mondo della ricerca; Per realizzare gli obiettivi suddetti la Regione Toscana piloterà il coordinamento ed il • promuovere il trasferimento tecnologico supportando la costituzione di reti fra Centri di coinvolgimento di tutti gli attori a vario titolo interessati al funzionamento del sistema regio- Competenza (Tecnorete) e fra Incubatori; nale della ricerca. Nello specifico l’azione di governance che la Regione Toscana è chiamata • migliorare la absorptive capacity12 delle imprese e promuoverne le competenze soste- ad attuare si articolerà su tre livelli: governance interna, esterna, e fra livelli istituzionali. nendo investimenti per l’innovazione e per l’acquisto di servizi qualificati, dall’altro inter- Relativamente alla governance interna, i settori dell’amministrazione regionale coin- venti di formazione e animazione a favore di manager, imprenditori e addetti alla R&S; volti nelle politiche per la R&S sono molti e la ricerca, in coerenza con l’Atto di indirizzo, • promuovere l’integrazione del sistema universitario toscano. continuerà ad esser promossa nei vari ambiti di competenza dai piani di settore interessati. Il Piano Regionale di Sviluppo Economico (PRSE) 2012-201513, attualmente in corso Per promuovere il coordinamento la Regione si doterà di una unità di intelligence in- di elaborazione, in attuazione delle strategie definite dal PRS 2011 - 2015, interviene in terna, cui parteciperanno tutte le componenti della struttura, che favorisca la condivisione materia di R&S mirando al potenziamento delle capacità innovative del sistema produttivo delle informazioni sugli interventi in fase di progettazione, gestione e valutazione. regionale, ad un migliore sfruttamento delle risorse umane e delle conoscenze sviluppate Nell’ambito della governance esterna la Conferenza regionale per la ricerca e l’inno- sul territorio (impiego di occupati ad alta qualifica, sinergie università-impresa), ad una mag- vazione, prevista dalla L.R. 20/2009 e recentemente costituita, rappresenterà una delle giore propensione a competere su qualità e innovazione, piuttosto che sul prezzo (incenti- sedi privilegiate in cui la Regione potrà svolgere il suo ruolo di coordinamento. vando gli investimenti privati in R&S e il deposito di brevetti) e ad una maggiore sostenibilità Per quanto riguarda la governance tra livelli istituzionali le politiche per la R&S coin- ambientale (aumento dell’efficienza energetica dei siti produttivi e turistici). volgono diversi livelli di governo: europeo, nazionale e regionale; le scelte strategiche de- La razionalizzazione e il potenziamento del sistema regionale di trasferimento tecnolo- finite a ciascuno di tali livelli non devono esser prese in autonomia, ma risultare dal rac- gico e innovazione sono al centro di un processo cui la Regione sta lavorando da tempo. La cordo fra i diversi livelli. Sul fronte nazionale, è il Programma Nazionale della Ricerca che prospettiva è quella di concentrare le risorse sulle realtà di eccellenza (cluster più innovativi promuove uno sviluppo coordinato delle politiche di R&S col concorso delle Regioni. La Regione Toscana, cui è affidato il coordinamento della IX Commissione (Istruzione, Lavoro, 11 Approvato dal Consiglio regionale con deliberazione 6 luglio 2011, n. 46. Innovazione e Ricerca) della Conferenza delle Regioni e Province autonome, potrà svolgere 12 Per absorptive capacity si intende l’abilità di riconoscere il valore di una nuova conoscenza, di assimilarla e un ruolo fondamentale di raccordo fra istanze del mondo della ricerca regionale e scelte del di applicarla a finalità commerciali. 13 Informativa come da decisione n. 9 della Giunta Regionale del 07 luglio 2011. Governo. Per quanto concerne il livello europeo, la Regione Toscana prevede di organizzare
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