Rai5: i nuovi appuntamenti con la grande musica dal 20 al 24 aprile - Connessi all'Opera

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Rai5: i nuovi appuntamenti
con la grande musica dal 20
al 24 aprile
Prosegue su Rai5 la proposta musicale quotidiana di Rai
Cultura nella fascia oraria del tardo pomeriggio, dalle 17.30
alle 20 circa.

Lunedì 20 aprile alle 17.45 su Rai5 va in onda un concerto
dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai registrato nel
maggio 2019 che vede protagonista la giovane pianista
italiana Beatrice Rana. Vincitrice del “Premio Abbiati” della
Critica Musicale Italiana come migliore solista dell’anno nel
2016, di un “Gramophone Award” nel 2017 per la sua incisione
delle Variazioni Goldberg e di altri prestigiosi
riconoscimenti, si è imposta rapidamente nel panorama musicale
dopo aver ottenuto a soli diciotto anni il Primo premio al
Concorso Internazionale di Montréal nel 2011. Ospite regolare
di festival rinomati e importanti orchestre come la BBC
Philharmonic, l’Orchestre National de France e la Philadelphia
Orchestra, ha collaborato con direttori quali Riccardo
Chailly, Yuri Temirkanov e Antonio Pappano. Alla carriera
concertistica in continua ascesa affianca la direzione
artistica del Festival Internazionale di Musica da camera
ClassicheForme, che ha fondato nel 2017 nella sua terra
d’origine, il Salento. In apertura di serata interpreta
il Concerto n. 1 in re minore per pianoforte e orchestra op.
15 di Johannes Brahms, pagina giovanile di un romanticismo
scoperto e dalla gestazione faticosa, che vide la luce nel
1859 dopo quattro anni di ripensamenti, con l’autore al
pianoforte.

Sul podio dell’Orchestra Rai è impegnato Maxime Pascal, primo
francese ad aver vinto il Concorso “Nestlé e Festival di
Salisburgo” per giovani direttori nel 2014, che ha collaborato
con importanti orchestre quali i Münchner Philharmoniker,
l’Orchestre de l’Opéra national de Paris, la Gustav Mahler
Jugendorchester e con compositori come George Benjamin,
Michaël Lévinas e Salvatore Sciarrino, di cui ha diretto alla
Scala la prima dell’opera Ti vedo, ti sento, mi perdo nel
2017. Co-fondatore e Direttore musicale dell’ensemble Le
Balcon, ha sviluppato insieme agli altri membri del gruppo
parigino una personale visione della performance musicale
grazie all’uso di tecniche avanzate di riproduzione del suono.

Nella seconda metà del programma Pascal propone le due suite
orchestrali che Maurice Ravel estrasse nel 1913 dal balletto
in un atto Daphnis et Chloé, composto fra il 1906 e il 1911 e
rappresentato dai Ballets Russes di Djagilev nel 1912 allo
Châtelet di Parigi. I due frammenti sinfonici rappresentano un
raffinato compendio del balletto, costellato di colori e
immagini di gusto impressionista, che lo stesso Ravel definì
“sinfonia coreografica”. L’ambientazione arcadica del
soggetto, ispirata alle vicende dei due pastorelli innamorati
Dafni e Cloe narrate nel romanzo ellenistico di Longo Sofista,
fornì all’autore lo spunto per ispirarsi alla Grecia «come
l’avevano immaginata gli artisti francesi alla fine del
Settecento».

Martedì 21 aprile alla 17.30 su Rai5, è la volta del grande
repertorio operistico italiano, con una celeberrima edizione
de I due Foscari di Giuseppe Verdi: quella andata in scena al
Teatro alla Scala di Milano nel 1988. La regia direzione
musicale è di Gianandrea Gavazzeni, mentre la regia è affidata
a Pierluigi Pizzi. “In questa forzata permanenza in casa –
dice Pizzi – è necessario restare attivi: fare ginnastica,
lavorare, leggere, ascoltare musica. La televisione ci aiuta a
passare il tempo e Rai Cultura ci dà l’occasione tra l’altro
di rivedere spettacoli che abbiamo amato. Nei giorni scorsi ho
rivisto con diletto opere che ho messo in scena alla
Scala: Maria Stuarda di Donizetti e Il cappello di paglia di
Firenze di Rota. Ora vedo programmato I due Foscari di
Verdi. È un’opera che ricorre frequentemente nel mio lungo
rapporto con Verdi. Il primo incontro è a Roma al Teatro
dell’Opera nel 1968, come scenografo, insieme a Giorgio De
Lullo regista e Bruno Bartoletti direttore. Lo stesso anno lo
spettacolo va in tournée al Met di New York e in seguito è
invitato alla Lyric Opera di Chicago, inizio di una lunga
fortunata collaborazione con questo teatro. Nel 1979, come
regista, metto in scena I Foscari al Teatro alla Scala, con
Chailly direttore e nel cast Cappuccilli e Katia
Ricciarelli. La ripresa in Scala del 1988 trasmessa ora da
Rai5 vede sul podio Gianandrea Gavazzeni, protagonista Renato
Bruson. Ho immaginato una nuova versione per l’Opera di Nizza
nel ’94, e un’altra ancora diversa a Roma, diretta da
Bartoletti, per i 40 anni di carriera di Bruson. Nel
progettare quest’opera per la Scala – conclude il regista – ho
voluto shakespearianamente rappresentare, su due livelli, in
alto il potere, come espressione di precarietà e crudeltà, col
Doge Francesco nella sua astratta autorevolezza e nella sua
tormentata solitudine; in basso il figlio Jacopo, vittima
strappata agli affetti familiari, ingiustamente sacrificato
alla ragion di stato”.

Protagonisti sul palco sono il baritono Renato Bruson nella
parte di Francesco Foscari, il tenore Alberto Cupido in quella
di suo figlio Jacopo, e il soprano Linda Roark-Strummer come
Lucrezia Contarini, moglie di Jacopo e nuora di Francesco. La
regia televisiva è a cura di Tonino Del Colle.

Mercoledì 22 aprile alle 17.30 è protagonista l’Orchestra
dell’Accademia di Santa Cecilia, con un concerto del febbraio
2019 che vede protagonista Fabio Biondi nella doppia veste di
direttore e violinista. Accanto a lui la prima viola
dell’Orchestra di Santa Cecilia Raffaele Mellozzi. I due
musicisti sono chiamati a interpretare la Sinfonia Concertante
KV 364 di Mozart, lavoro nel quale il dialogo tra i due
solisti, e tra i solisti e l’orchestra, assume le
caratteristiche di una “amichevole rivalità”. Il brano fu
scritto per l’orchestra di Mannheim, all’epoca considerata la
migliore del mondo, formata da straordinari virtuosi molti dei
quali amici di Mozart stesso. Ecco quindi che questo incrocio
tra Concerto e Sinfonia si arricchisce di preziosi spunti
ricavati dall’uno e dall’altro genere.
A seguire altri due capolavori mozartiani: due Sinfonie
intitolate alle città di Linz e Parigi, ma che in realtà non
hanno alcuno scopo descrittivo e neppure vennero pensate come
omaggi ai due luoghi. Si tratta piuttosto di due pietre
miliari che da una parte indicano come nel percorso creativo
di Mozart le Sinfonie furono create in prossimità di viaggi o
permanenze del compositore nelle due città, e dall’altra
semplicemente segnano dei raggiungimenti di vertiginosa
eccellenza.

Giovedì è il giorno della danza, e il 23 aprile alle 18.30 su
Rai5 va in onda il Ballo Excelsior di Luigi Manzotti su musica
di Romualdo Marenco, nella versione andata in scena al Teatro
degli Arcimboldi di Milano per la stagione della Scala nel
2002. Le coreografie sono di Ugo Dell’Ara mentre la regia è di
Filippo Crivelli. L’Orchestra del Teatro alla Scala è diretta
da David Coleman. Protagoniste sul palco le étoiles Roberto
Bolle, Marta Romagna e Riccardo Massimi.

Successo mondiale dal 1881, quando andò in scena per la prima
volta proprio alla Scala, il Ballo Excelsior è rimasto
stabilmente in repertorio proseguito fin dopo la Prima Guerra
Mondiale, per scomparire dalle scene negli anni Venti del
Novecento. Nel 1967, dopo la grande alluvione di Firenze, lo
spettacolo venne allestito al Maggio Musicale Fiorentino come
segnale di ripresa e celebrazione del trionfo della civiltà.
La coreografia e la regia furono affidate rispettivamente a
Dell’Ara e Crivelli, impegnati anche nella versione della
Scala trasmessa da Rai5. Grazie a loro il Ballo Excelsior è
rientrato stabilmente in repertorio. La regia televisiva è
curata da Tina Protasoni.

Chiude la settimana, venerdì 24 aprile alle 18.15 su Rai5, il
capolavoro di Hector Berlioz La damnation de Faust, che ha
inaugurato la stagione 2017-2018 dell’Opera di Roma.
Lo spettacolo – che si è aggiudicato il Premio “Abbiati” della
critica musicale italiana – è diretto da Daniele Gatti, con la
regia di Damiano Michieletto. “La dannazione – dice il regista
veneto – è la perdita di umanità creata dall’isolamento, dalla
mancanza di relazioni umane. Faust è un uomo fragile, che
cerca e lotta per trovare la sua identità, un po’ come succede
ad Amleto. Mefistofele rappresenta la corruzione, la
tentazione, e crea un percorso di cinismo distruttivo. Si
comporta come se stesse facendo un esperimento in laboratorio:
Faust è una cavia nelle sue mani. Come in una sorta di Truman
Show Mefistofele pilota tutto. Vuole dominare Faust, che sente
suo, come un giocattolo. Il contraltare di Mefistofele è
Margherita, che rappresenta la comprensione umana, il
sentimento, l’ascolto, la possibilità per Faust di vivere
qualcosa di reale. Per questo Mefistofele cercherà di
allontanarli. Margherita dal canto suo cercherà di salvare
l’uomo di cui è innamorata, ma non riuscirà a vincere, e nella
scena finale della discesa all’Inferno arriverà troppo tardi.
Lo spettacolo si svolge come un racconto a episodi – conclude
il regista – nel quale vediamo la famiglia di Faust: il padre,
la madre, la scuola. Vediamo anche alcuni flashback di quando
era ragazzo. Soprattutto vediamo la sua solitudine e il suo
rapporto con il mondo virtuale che lo isola e lo intrappola.
Nemmeno l’amore riuscirà a salvarlo e l’epilogo sarà quanto di
più tragico possa accadere nella vita di un giovane uomo”.

Protagonisti sul palco sono Pavel Černoch nel ruolo di Faust,
Alex Esposito in quello di Méphistophélès, Veronica Simeoni
come Marguerite e Goran Jurić come Brander. Le scene sono
firmate da Paolo Fantin; i costumi da Carla Teti. Regia tv a
cura di Claudia De Toma.

Photo credit: Lelli e Masotti
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