RACCONTARE UN FESTIVAL - L'edizione 1954 del FITU attraverso la rassegna stampa e i documenti amministrativi - Parma Ritrovata

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RACCONTARE UN FESTIVAL - L'edizione 1954 del FITU attraverso la rassegna stampa e i documenti amministrativi - Parma Ritrovata
RACCONTARE UN FESTIVAL
 L’edizione 1954 del FITU attraverso la rassegna
            stampa e i documenti amministrativi

                 Eleonora Mariotti (matricola n. 304017)
                    Michele Breno (matricola n. 304018)
                      Storia della messa in scena e della regia teatrale
                            Storia e critica delle arti e dello spettacolo
                                        Università degli studi di Parma
                                          Anno accademico 2019-2020
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INDICE

1. Contesto storico…………………………………………………………………………………..2

2. Il Festival Internazionale del Teatro Universitario di Parma …………………………………….4
2.1 Intenzioni ………………………………………………………………………………………...5
2.2 Organizzazione e documenti amministrativi …………………………………………………….7
2.3 Programma degli 8 giorni ……………………………………………………………………….10
2.4 Altre manifestazioni …………………………………………………………………………….12

3. Le compagnie
3.1 Teatro Ca’ Foscari di Venezia ………………………………………………...………………...14
3.2 Teatro Universitario spagnolo di Barcellona ……………………………………………………16
3.3 Teatro Pantomimico “Die Gaukler” di Stoccarda ……………………………………………….18
3.4 Teatro della Città Universitaria di Parigi …………………………………...…………………...20
3.5 Gruppo Teatrale “Les Théophiliens” della Sorbona di Parigi ……………...……………………22
3.6 “Jeune Théâthre” della Libera Università di Bruxelles ………………………………………….24
3.7 Teatro dell’Università di Parma ……………………...…………………………………………25

4. Il bilancio del Festival …………………………………………………………………………..28

Bibliografia, archivi, sitografia ……………………………………………………………………..31

Appendice…………………………………………………………………………………………...32

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1. Contesto storico

Gli anni ’50 sono un decennio di profonde trasformazioni su scala globale. È il periodo in cui si
combatte la guerra di Corea (1950-1953) e muore Stalin, prende avvio l’“equilibrio del terrore” e
inizia la Guerra Fredda che oppone, nel quarantennio successivo alla Seconda Guerra Mondiale, gli
Stati Uniti e l’Unione Sovietica creando uno stato di permanente tensione nel sistema mondiale.
Le dinamiche internazionali condizionano le politiche interne ed estere dei singoli Stati sfociando in
momenti di crisi. Gli orrori della guerra portano a un rinnovato impulso in Europa occidentale al
movimento europeista, ovvero il superamento degli egoismi nazionali e la pacifica cooperazione tra
i popoli.
Una prima tappa nel processo di integrazione europea è la costituzione, nel 1948, dell’Oece
(Organizzazione per la cooperazione economica europea). La diffusione di ideali europeisti dà vita a
un percorso che ha inizio con la creazione del Consiglio d’Europa (1949), mentre del 1951 è la nascita
della Ceca (Comunità europea del carbone e acciaio), tra Francia, Germania federale, Italia, Belgio,
Olanda e Lussemburgo per coordinare le politiche economiche nel settore carbo-siderurgico.
Nel 1954, per l’opposizione della Francia, il progetto della Ced (Comunità europea per la difesa)
fallisce e nello stesso anno l’Italia e la Germania federale sono accolte nella Ueo (Unione Europea
Occidentale).
Anche per l’Italia gli anni ’50 sono caratterizzati da profonde trasformazioni di ordine sociale,
economico e culturale, che tuttavia non cancellano i gravi e radicati squilibri accusati fin dal secondo
dopoguerra. Si formano nuove ed importanti istituzioni come l’ENI, che nel giro di pochi anni si
afferma nel mercato petrolifero mondiale, e la RAI le cui regolari trasmissioni televisive sono
inaugurate il 3 gennaio 1954. Prende avvio negli anni Cinquanta, per poi affermarsi nel decennio
successivo, il “miracolo economico” in cui diversi fattori quali il basso costo del lavoro, la
stabilizzazione monetaria e la nascita di nuovi mercati, portano ad un generale miglioramento delle
condizioni di vita della popolazione. Al benessere economico fa seguito una massiccia emigrazione
dal Sud verso il Nord con le città più industrializzate che conoscono un aumento demografico e
urbano tanto rapido quanto disorganico.
La città di Parma negli anni Cinquanta vive «una forte ripresa della vita culturale […], polo
d’attrazione e vivace terreno d’incontro per scrittori e artisti, nonché sede di circoli e associazioni»1.
Nella “petite capitale” i protagonisti in ambito letterario sono sicuramente Bruno Barilli e Attilio
Bertolucci ai quali si affiancano Ugo Betti e Cesare Zavattini. Nel mondo editoriale c’è un grande

1
 Porta, Silvia, La ripresa della vita culturale e il ruolo dell’amministrazione pubblica, in Massimo Giuffredi, Giuseppe
Massari e Mario Rinaldi, (a cura di), Giacomo Ferrari. Un uomo, una terra, una storia, Roma, Carocci editore, 2004, p.
225.

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fervore che corrisponde al periodo d’oro dell’attività della casa editrice Guanda, fondata da Ugo
Guandalini. Tra le collane editoriali si ricordano “Uomini e idee”, la “Fenice” diretta da Attilio
Bertolucci e ancora la “Piccola biblioteca del cinema”. Nel settore artistico si affermano il
postimpressionista Latino Barilli e il paesaggista e ritrattista Carlo Mattioli entrambi della corrente
tardonaturalistica, mentre tra gli artisti d’avanguardia Anton Atanasio Soldati e Ettore Colla. Dal
punto di vista teatrale la città «continua a essere una piazza non delle primarie, visitata dalle
compagnie di giro, anche prestigiose, e dagli ensable dei primi teatri stabili, ma sempre più priva di
soggetti produttivi.»2 Nel dopoguerra, specie da quando a curare la stagione di prosa è un uomo di
teatro come Giorgio Belledi, continuano gli arrivi al Teatro Regio dei grandi attori dell’epoca come
Vittorio Gassman, Carmelo Bene, Dario Fo oppure delle importanti produzioni di teatro di regia, da
Luchino Visconti a Giorgio Strehler3.
Anche l’Università di Parma partecipa a questo clima di rinnovamento ampliando la propria offerta
nel 1954 con la nascita della Facoltà di Economia4 e sostenendo per il secondo anno una
sperimentazione innovativa quale il Festival Internazionale del Teatro Universitario, promosso dalla
Associazione Universitaria Parmense, la cui prima edizione si svolge nel 1953. Sarà proprio
dall’entusiasmo suscitato da questa manifestazione che si costituirà l’anno seguente il Cut di Parma
per rappresentare l’università alle successive rassegne europee5.
I teatri universitari hanno un ruolo importante per aver introdotto negli atenei le discipline dello
spettacolo, nel collegare i mondi amatoriali a quelli del professionismo, nel tenere aperto – in piena
guerra fredda – il dialogo fra culture e nazioni oltre la cortina di ferro, mettendo in rete i giovani delle
due Europe con festival internazionali, scambi e riviste6. «Forse più difficile della fondazione del
pool del carbone e dell’acciaio, o della costituzione di rapporti basati su materiali interessi è lo
stringere legami veramente profondi e sovrattutto estesi nel campo delle correnti culturali.»7

2
  Allegri, Luigi, Il teatro e lo spettacolo, in Francesco Luisi e Luigi Allegri (a cura di), Storia di Parma: Musica e teatro,
vol. X, Parma, Monte Università Parma, 2013, p. 494.
3
  Ivi, p. 497.
4
  Genovesi, Piergiovanni, Università e scuole a Parma nel XX secolo, in Giorgio Vecchio (a cura di), Storia di Parma: il
Novecento, economia e società, vol. VII, tomo 2, Parma, Monte Università Parma, 2018, p. 328.
5
  Becchetti, Margherita, Il teatro del conflitto: la Compagnia del collettivo nella stagione dei movimenti. 1968-1976,
Roma, Odradek, 2003, p. 37.
6
  Voce “La memoria dei teatri universitari in Italia (Prin 2015. Per-Formare il sociale)”, http://patrimoniorale.ormete.net
7
  Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.

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2. Il Festival Internazionale del Teatro Universitario di Parma

A partire dai primi anni Cinquanta nasce e si diffonde la rete dei festival internazionali teatrali
universitari patrocinati dall'Unione internazionale teatri universitari (UITU).
Fin da subito i festival si mostrano in grado di instaurare una serie di incontri e scambi giovanili
capaci di superare, nonostante la Guerra Fredda, la stessa politica dei blocchi.
Le sedi dei Festival toccano città come Erlangen, nei pressi di Norimberga e sede del primo Festival
datato 1949, Wroclaw in Polonia, Bristol, Zagabria, Parma, Coimbra, Istanbul e Nancy8.
Queste manifestazioni rappresentano un momento fondamentale per le compagnie teatrali
universitarie in quanto occasione di confronto e incontro con altre realtà culturali e politiche europee.
Stimoli e suggestioni non derivano solo dagli spettacoli, ma anche e soprattutto da conferenze,
dibattiti e da altre iniziative riguardanti il festival9.
Ospitare il Festival internazionale del Teatro Universitario per una piccola città come Parma significa
proporre ai propri cittadini un evento frizzante, vivace e dal carattere cosmopolita e internazionale;
costituendo un’occasione per condividere un’esperienza teatrale.
Secondo Margherita Becchetti, le prime edizioni del Festival risultano caotiche e disorganiche a causa
di un’organizzazione poco efficiente e dalla mancanza di un indirizzo culturale; i festival degli anni
Cinquanta accolgono spettacoli molto differenti e sono legati alla disponibilità delle compagnie
invitate10. Ma in base alla ricerca condotta in archivio, è possibile sottolineare la capacità degli
organizzatori dell’edizione del 1954 di selezionare compagnie e scuole di teatro prestigiose e di attori
professionisti, costituendo un programma omogeneo e dall’elevato valore culturale.
Ciò che contraddistingue queste prime edizioni è la propensione verso un teatro filologico, «con la
partecipazione di gruppi eccellenti sul piano della ricerca di un nuovo linguaggio nell'ambito del
teatro classico, come i Théophiliens di Parigi, il Groupe du Théâtre Antique della Sorbona, il Jeune
Théâtre de l'Université Libre di Bruxelles, il Department of Drama di Bristol, il Ca’ Foscari di
Venezia.»11
Un ulteriore carattere affine tra le edizioni iniziali è la «diffusa atmosfera goliardica»12 e «l’idea del
festival come momento di incontro giovanile e di divertimento, l’idea della festa dopo lo spettacolo,
del viaggio avventuroso per l’Europa»13.
Il primo Festival Internazionale Universitario italiano si tiene a Parma grazie agli studenti Mario
Dall'Argine e Filippo Buja i quali, ritornati dal Festival di Erlangen del 1953, decidono di invitare in

8
  Cfr. Becchetti, Margherita, Il teatro del conflitto, Roma, Odradek, 2003, p. 34.
9
  Ibidem
10
   Ivi, pp. 35-36.
11
   Ibidem
12
   Ibidem
13
   Ibidem

                                                                                                        4
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città i gruppi teatrali incontrati per dare vita ad una iniziativa analoga, capace di offrire alla provincia
parmense una nuova panoramica sulla teatralità studentesca europea14. Già dalla prima edizione del
Festival (16-23 aprile 1953) partecipano, accanto a due compagnie italiane (Venezia e Padova), realtà
straniere. L’anno successivo il carattere europeo si ripropone ampliando il numero delle compagnie
partecipanti a sette, comprendendo, oltre ai teatri universitari italiani, gruppi provenienti dalla
Francia, dal Belgio, dalla Spagna e dalla Germania.
La II° edizione del FITU mostra una sensibilità rivolta all'organizzazione di eventi culturali collaterali
e di conferenze, che «non riescono a coinvolgere grandi platee, sebbene vi partecipino personalità di
rilievo del panorama teatrale e accademico»15 e «faticano ad individuare una dimensione organica e
strutturata nella quale coordinare i singoli interventi rivolti, per lo più, ad analizzare i rapporti del
teatro universitario con la scuola, gli istituti accademici, il teatro professionista, la drammaturgia o la
regia.»16

     2.1 Intenzioni

     Se fosse un animale il Festival sarebbe un orso. Intendiamoci, non un orso bianco nè un feroce “grizzly”
     salgariano. Sarebbe un orso ammaestrato ingenuo e fanciullone, un po’ tozzo e ingombrante e troppo
     robusto – ma lui non lo sa – per non trattarlo con un pizzico di malcelato timore.17

È con queste parole che Luciano Bertozzi, consigliere dell’Associazione Universitaria Parmense,
descrive la seconda edizione del Festival Internazionale del Teatro Universitario di Parma del 1954.
Questa metafora è significativa in quanto come l’orso ha il suo periodo di letargo per comparire in
aprile lasciando le sue orme, anche il Festival si “risveglia” in primavera e allo stesso modo fissa
indelebilmente il suo segno.
Dopo il successo della prima edizione del 1953, «la bella iniziativa culturale degli studenti
parmensi»18 è replicata. Per la seconda edizione, il comitato organizzativo ha cercato di eliminare le
lacune che si potevano rilevare nel primo esperimento e ha presentato una panoramica delle forze più
valide del teatro universitario europeo, inserendo «nella vita di una delle tante città italiane un punto
di rottura che serva a muovere le quiete acque del provincialismo»19, portare dibattito e risvegliare il
fervore culturale.

14
   Ibidem
15
   Ibidem
16
   Ibidem
17
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
18
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
19
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.

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La manifestazione vede la partecipazione di sette compagnie costituite per la massima parte da
studenti universitari provenienti dalla Spagna, dalla Francia, dal Belgio, dalla Germania e dall’Italia.
«Gli studenti sono naturalmente portati dagli impulsi della loro vivacità goliardica a “fare spettacolo”
nelle forme più spregiudicate, ma hanno anche una consapevolezza delle ragioni morali e culturali
che debbono sovraintendere ad ogni attività artistica. Il connubio dei due opposti atteggiamenti
spirituali può dare sul piano teatrale ottimi risultati.»20
La funzione positiva ed attuale del Festival può essere quella di «richiamare ad un più vivo senso
della cultura e della riflessione critica il mondo teatrale che spesso, soprattutto in Italia, è dominato
dalle esigenze meramente spettacolari.»21 Tra gli intenti ritroviamo l’esigenza di creare un teatro di
cultura «fermamente di idee e di nobili aspirazioni»22 che si rivolga a tutti, per dimostrare che «lo
spirito di sacrificio e la modestia dei mezzi sono in grado di operare con frutto là dove falliscono gli
incalliti mestieranti che pure presumono di interpretare i bisogni veri e profondi del pubblico.»23
Sia nella rassegna stampa sia nel programma di sala dell’epoca, ritroviamo tra i principali obiettivi
della manifestazione quello di garantire una «rinascita spirituale, rinascita culturale e rinascita
europea.»24

        Il Festival ripetiamo, è unico nel suo genere in Italia, riveste un carattere culturale innegabile, ha
        raggiunto fin dalla prima edizione un livello di commendevole dignità artistica, provoca un utilissimo
        scambio di idee, fra giovani di varie nazionalità, stimola lo spirito di emulazione e favorisce contatti
        personali preziosi per sviluppare la conoscenza reciproca e l’amicizia tra i popoli. Anche politicamente
        dunque il Festival può considerarsi un ottimo affare.25

La portata europeistica dell’iniziativa è ben chiara agli universitari dell’A.U.P. tanto che lo studente
Rinaldi nel suo intervento durante la cerimonia d’apertura del Festival sottolinea come la
manifestazione miri ad «avvicinare in uno spirito di amicizia gli esponenti della goliardia dei vari
paesi nello spirito dell’Unione federativa Europea.»26 Anche Il Magnifico Rettore, Giorgio Canuto,
elogia lo spirito dell’iniziativa capace sia di «allacciare quei legami preziosi che valicano le frontiere
e riuniscono universitari di varia nazionalità in una fraterna cooperazione»27, sia di dotare Parma e il
suo Ateneo di una manifestazione artistica rilevante, inserendo così il Festival nelle tradizioni di una

20
   Voce “Festivalizzata Parma Universitaria” in Fondo G. Poli, https://archivi.cini.it/
21
   Voce “Festivalizzata Parma Universitaria” in Fondo G. Poli, https://archivi.cini.it/
22
   CASA DELLA MUSICA, Archivio storico del Teatro Regio, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di
Parma del 5 febbraio 1954.
23
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 5 febbraio 1954.
24
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
25
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 5 febbraio 1954.
26
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo de Il Resto del Carlino dell’8 aprile 1954.
27
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.

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città sensibile ai problemi dell’arte e del teatro in particolare. A sottolineare ulteriormente la rilevanza
e la portata dell’organizzazione del Festival il Magnifico Rettore afferma: «forse più difficile della
fondazione del pool del carbone e dell’acciaio, o della costituzione di rapporti basati su materiali
interessi è lo stringere legami veramente profondi e sovrattutto estesi nel campo delle correnti
culturali.»28 Un’associazione insolita, ma particolarmente calzante per il periodo, siamo nel 1954 a
tre anni dall’istituzione della CECA e in un contesto postbellico con l’Europa in piena ricostruzione.
Una manifestazione notevole quindi «perché ogni passo fatto sulla via dell’intesa tra i popoli è un
grande beneficio per l’umanità.»29

     2.2 Organizzazione e documenti amministrativi

Il 22 gennaio 1954 Mario Dall’Argine, in qualità di presidente dell’Associazione Universitaria
Parmense, inizia a stabilire una corrispondenza con il Sindaco e la giunta comunale con l’intenzione
di organizzare la seconda edizione del FITU nel periodo primaverile. Viene quindi avanzata la
richiesta di poter affittare il Teatro Regio, come l’anno precedente, per una manifestazione che ha
riscosso «un grande e indiscusso successo di critica e di pubblico, sia in campo nazionale che in
campo internazionale»30. La richiesta degli studenti è quella di poter affittare il Teatro Regio per il
periodo dal 4 all’11 aprile31. Sin da subito Angelo Cesari, l’economo del teatro, rivolgendosi al
Sindaco, si oppone a questa iniziale proposta, in quanto il periodo prescelto è controproducente per
il Regio. Nello stesso mese il Teatro organizza la sua stagione di prosa e il festival potrebbe
determinare, come l’anno precedente, un «danno vero e proprio»32 a causa di un pubblico ormai
stanco di spettacoli di prosa e disabituato ai prezzi normalmente praticati dall’istituzione teatrale.
Cesari propone quindi di posticipare l’evento al mese di maggio.
La risposta alla richiesta avanzata dal teatro si ritrova nell’articolo della Gazzetta di Parma del 5
febbraio in cui si evidenzia come l’organizzazione del Festival sia ormai giunta ad una fase avanzata
e come un diniego del Teatro Regio non renderebbe possibile riconfigurare il programma stabilito;
inoltre modificare il mese della manifestazione significherebbe privare il Festival «di quelle
compagnie che, per l’ordinamento di esami e di studi diverso nei rispettivi paesi da quello delle

28
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
29
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
30
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, documento amministrativo del 22 gennaio 1954.
31
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, documento amministrativo del 22 gennaio 1954.
32
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, documento amministrativo del 27 gennaio 1954.

                                                                                                                      7
Università italiane, debbono nei mesi di maggio e giugno intensificare i loro sforzi nel campo più
strettamente scolastico.»33
Vengono pubblicate a partire dal 9 febbraio 1954, sulle principali testate giornalistiche, le date
ufficiali della II edizione del FITU: dal 7 al 14 aprile34.
Tra le richieste inoltrate dal Regio previa concessione del teatro vi è una clausola specifica sui
manifesti che devono essere del «tutto dissimili da quelli usati dalla gestione normale»35. Una
condizione imposta, molto probabilmente, con l’intento di marcare graficamente la difformità tra la
stagione del Regio e quella degli universitari. Quest’incombenza verrà risolta dall’A.U.P. con la
creazione di un manifesto a due colori realizzato da un artista parmense celato dietro lo pseudonimo
di Bascomb; l’affiche verrà poi presentata alla stampa agli inizi di marzo del 195436.

                        Manifesto del 2° Festival Internazionale del Teatro Universitario

Se a fine gennaio il consiglio direttivo dell’A.U.P. chiede che la giunta possa «contribuire
finanziariamente alla migliore riuscita della manifestazione, unica nel genere in Italia per il carattere
culturale e lo alto livello artistico»37, l’economo del Teatro Regio invia una comunicazione al sindaco,
specificando una serie di clausole che l’A.U.P. deve assolvere per poter affittare lo spazio teatrale:

33
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 5 febbraio 1954. Questa propensione
per il mese di aprile verrà rimarcata anche nel programma di sala del Festival da parte di Luciano Bertozzi, consigliere
dell’A.U.P.
34
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 9 febbraio 1954.
35
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, documento amministrativo del 31 marzo 1954.
36
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma dell’11 marzo 1954.
37
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, documento amministrativo del 27 gennaio 1954.

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1° prestare una cauzione che oltre garantire le 20.000 lire giornaliere del canone, garantisse
        anche il risarcimento degli eventuali danni con speciale riferimento all’impianto elettrico e
        relative lampade.
        2° Accollarsi, cosa importantissima, gli abbonamenti in corso.
        3° Addossarsi l’onere del personale di vigilanza e di controllo nell’interesse del Teatro38.

Nel mese di marzo l’A.U.P. si impegna ufficialmente a rispettare le diverse condizioni fissate dal
Teatro Regio tra cui:
        1°) Di versare all’Economo del Teatro la somma di lire 160.000.= ai sensi della Decisione di
        Giunta n. 4764 del 15/2/1954;
        2°) Di versare all’Economo del Teatro la somma di £. 100.000.= quale deposito cauzionale
        da valersene per gli eventuali danni che dovessero riscontrarsi durante il periodo della
        concessione;
        4°) Di riconoscere gli abbonamenti contratti dalla Direzione del Teatro per la stagione di Prosa
        e Rivista 1953-54 e darsene carico;39

Nello stesso periodo iniziano a comparire i primi appelli alla comunità parmense per un supporto
economico all’iniziativa. Sulla Gazzetta di Parma del 2 marzo 1954 appare un primo invito alla
cittadinanza a fornire un contributo finanziario per sostenere le spese del Festival teatrale. Si riporta,
infatti, come «gli enti cittadini non dovrebbero essere alieni dal concedere qualche sussidio, in misura
che si spera adeguata alle possibilità di ciascuno […] un gesto di solidarietà, un appoggio concreto
anche se modesto saranno graditi dagli organizzatori che ne trarranno il convincimento di battere la
via giusta e si sforzeranno di corrispondere alla fiducia in loro riposta.»40 Viene, quindi, costituito
agli inizi di marzo un Comitato di Dame41 volto a «garantire una base finanziaria, oltre che
un’atmosfera accogliente e signorile al Festival»42.
Il 9 marzo 1954 Mario Dall’Argine, ringraziando il sindaco per il contributo finanziario che la Giunta
Comunale ha erogato a favore del Festival, chiede che il canone d’affitto «venga ridotto alla cifra
dello scorso anno, o ad una cifra che questa Giunta riterrà più idonea, sempre naturalmente inferiore
a quella ora vigente.»43 Viene sottolineato, inoltre, come la manifestazione non abbia fini di lucro e i

38
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, documento amministrativo del 27 gennaio 1954.
39
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, documento amministrativo del 31 marzo 1954.
40
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 2 marzo 1954.
41
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 5 marzo 1954.
42
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 2 marzo 1954. È la signora Aimi del
comitato a versare all’Associazione Universitaria Parmense un sussidio di 10.000 lire.
43
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, documento amministrativo del 9 marzo 1954. Nel 1953 il canone d’affitto
per il Teatro Regio era stato di 150.000 lire.

                                                                                                                   9
«modesti incassi»44 non sono in grado di coprire, se non in minima parte, le «rilevanti spese»45 che
dovranno essere sostenute per l’organizzazione. Il costo dei biglietti in vendita, per assistere agli
spettacoli, è discreto in modo da favorire una più ampia partecipazione di pubblico.
La risposta del Sindaco e della Giunta arriva all’A.U.P. tre giorni dopo con il diniego a un’eventuale
riduzione del canone d’affitto46. La Giunta comunale comunque contribuisce finanziariamente alla
manifestazione con un contributo pari a 30.000 lire, altrettanto giunge dall’Amministrazione
provinciale, mentre il Rotary Club finanzia il Festival con 100.000 lire47.
In un articolo della Gazzetta di Parma del 12 marzo 1954 vengono dettagliatamente riportate le cifre
già stanziate a favore del Comitato organizzatore del Festival tramite sovvenzioni di enti sia pubblici
che privati. Il supporto economico giunge agli studenti da soggetti locali, come l’Unione Industriali
Parmensi o il prefetto di Parma, regionali e nazionali come i prefetti di Udine e di Lecce48; arrivando
così ad accumulare entro i primi di marzo oltre 200.000 lire.
Nell’articolo viene altresì sottolineata una particolare iniziativa messa in campo dagli studenti
universitari per questa seconda edizione del FITU: l’invio di una lettera circolare «ad ogni deputato
e senatore della Repubblica chiedendo un contributo minimo di mille lire. Così pure una lettera
circolare è stata inviata a tutti i Prefetti e Vescovi d’Italia per chiedere sovvenzioni sempre in misura
minima.»49 La richiesta non viene intesa come una forma di elemosina, ma come l’invito alla classe
dirigente perché contribuisca a quello che rimane il secondo Festival Internazionale di teatro
Universitario, una grande manifestazione per Parma e per l’Italia. L’università negli anni Cinquanta
forma la futura classe dirigente ed è quindi spontaneo per questi giovani studenti entrare in contatto
con il coevo establishment per ricevere finanziamenti.

         2.3 Programma degli 8 giorni

Il 9 febbraio 1954 la Gazzetta di Parma annuncia che il Festival internazionale del teatro universitario
di Parma avrà luogo dal 7 al 14 aprile del 195450.
L’importanza della manifestazione in campo nazionale ed internazionale si rispecchia nelle numerose
e notevoli adesioni. Prima di descrivere il programma definitivo, è necessario precisare le differenti
modifiche e trasformazioni che hanno portato alle decisioni finali.

44
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, documento amministrativo del 9 marzo 1954.
45
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, documento amministrativo del 9 marzo 1954.
46
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, documento amministrativo del 12 marzo 1954.
47
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 12 marzo 1954.
48
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 12 marzo 1954.
49
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 12 marzo 1954.
50
   CdM, Archivio storico del Teatro Regio, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 9 febbraio
1954.

                                                                                                                     10
Gli organizzatori del FITU hanno cominciato a muovere l’ingranaggio di tale manifestazione con
largo anticipo. Fin da subito è assicurata la partecipazione di due teatri italiani (Venezia e un altro
ancora da stabilire), il complesso pantomimico “Die Gaukler” di Stoccarda, il Teatro della Sorbona
di Parigi e il Teatro dell’Università di Madrid. È incerta la partecipazione del Teatro di Oxford51.
Secondo le notizie successive sono previsti, quindi, due teatri spagnoli con i due maggiori e più
quotati complessi iberici, Barcellona e Madrid con la sua accademia di balletti classici e folcloristici52.
Ricorrente, nella rassegna stampa relativa al programma, la notizia riguardante la partecipazione di
un teatro americano e i contatti con Silvio d’Amico per il suo Teatro d’arte drammatica, entrambi non
compaiono nella programmazione conclusiva.
«Dopo la forzata rinuncia di Madrid, perché l’Accademia di ballo deve partecipare al Festival
nazionale spagnolo di danza, che si svolgerà a Madrid proprio in quel periodo, ha costretto gli
organizzatori a correre ai ripari immediatamente.»53 Con tali parole le principali testate giornalistiche
riportano la notizia della rinuncia al FITU da parte di Madrid. È utile ricordare che in quegli anni la
Spagna vive la spietata dittatura franchista che ci porta a ipotizzare ulteriori interpretazioni inerenti
la “scelta” della compagnia in una situazione di regime repressivo.
A questo imprevisto gli organizzatori riescono a sostituire la compagnia di Madrid con la
partecipazione di un complesso universitario eccezionale come quello della Città Universitaria di
Parigi.
Rispetto al primo anno il Festival del 1954 riveste maggior importanza e risulta alquanto più
interessante per il numero dei partecipanti, per le opere che sono rappresentate e per i teatri che hanno
garantito la loro adesione.
«Il programma è senz’altro più che interessante dal punto di vista artistico e presenta tutte le
caratteristiche e i segni distintivi di manifestazione di “Teatro universitario”. Di teatro cioè
culturalmente alla avanguardia, ma che attinge alle fonti più genuine della tradizione di ogni teatro
nazionale.»54
L’onore di aprire il secondo Festival, dopo una lunga introduzione di Mario Apollonio tenuta
all’Università degli Studi di Parma nella Sala dei Filosofi, spetta ad una compagnia italiana, quella di
Ca’ Foscari che ha debuttato con il capolavoro dell’anonimo cinquecentista La Venexiana e la regia
di Giovanni Poli. È sempre il Teatro Ca’ Foscari ad avere l’opportunità di esibirsi in una seconda
serata portando in scena Le donne gelose di Carlo Goldoni.

51
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 28 ottobre 1953.
52
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 12 marzo 1953.
53
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 28 marzo 1954.
54
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 12 marzo 1954.

                                                                                                        11
Il calendario, dal programma denso e interessante, prosegue con Los empeños de una casa di Sor
Juana Inès de la Cruz nell’interpretazione del Teatro Universitario Spagnolo di Barcellona; la serata
del mimo con il Teatro Pantomimico “Die Gaukler” di Stoccarda; il Teatro della Città Universitaria
di Parigi con due spettacoli Arlequin poli par l’amour e Supplement au voyage de Cook; il Gruppo
Teatrale “Les Théophiliens” della Sorbona di Parigi con Le miracle de Teophile e la favola medievale
Aucassin et Nicolette; il “Jeune Théâtre” della Libera Università di Bruxelles nell’interpretazione di
una favola indiana e infine, per la prima volta sul palcoscenico del FITU, il Teatro dell’Università di
Parma con Oreste, tragedia di Vittorio Alfieri.

        2.4 Altre manifestazioni

Per garantire un ampio respiro culturale al Festival il comitato organizzatore ha promosso attorno alle
rappresentazioni una serie di altre iniziative e di eventi collaterali.
L’inaugurazione ha segnato il primo atto della manifestazione durante la quale sono presenti le
principali autorità cittadine. Nella sala dei Filosofi dell’Ateneo, il primo a porgere i saluti è il
Magnifico Rettore, Giorgio Canuto, che ha brevemente «tratteggiato le tradizioni artistiche
parmensi»55. Segue il prof. Mario Apollonio, illustre docente dell’Università Cattolica di Milano, che
ha svolto una conferenza sul tema del teatro dal titolo “Drammaturgia moderna e Teatro
universitario”, approfondendo la definizione e i «problemi che sorgono dalla comparsa sempre più
agguerrita sulle scene dei teatri universitari.»56
Il Festival prevede anche un ciclo di conferenze tenute da Giovanni Calendoli, direttore della rivista
“Teatro Scenario”, sulla moderna regia teatrale dal titolo “Svolgimenti della regia moderna e funzione
del Teatro Universitario”; dal prof. Robert Perroud su “Lo spirito del teatro esistenzialista visto nei
suoi due massimi esponenti: Gabriel Marcel e J. P. Sartre”; e una conferenza di Don Rafael Berton
del Teatro universitario di Barcellona.
Una nota di particolare interesse per l’anno 1954 è rappresentata della mostra dell’Art Club di Vienna
presso l’istituto d’arte “Paolo Toschi” alla presenza del Prof. Armando Quintavalle sovraintendente
alle opere d’arte per Parma. Grazie ai giovani pittori viennesi «anche nell’Austria che da molti anni
era tagliata fuori dal grande sviluppo artistico europeo le nuove forze artistiche si rifecero a quella
che è ormai definita con parola appropriata come arte astratta e ne fecero una cosa austriaca.»57 Tra
gli artisti presenti all’esposizioni sono citati Wander Bertoni, Anton Lehmedn, Josef Mikl, Peter

55
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 8 aprile 1954.
56
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo dell’Eco del lavoro del 9 aprile 1954.
57
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.

                                                                                                                    12
Lochman, Heiner Frandorfer, Maria Lassnig, Armelf Rainer, Johanna Schidlo, Johanna Fruhman e
Fritz Riedl.
La settimana parmense ha organizzato, inoltre, per i componenti delle compagnie gite per esplorare
la Regione e la città di Parma. Gli universitari hanno avuto l’occasione di visitare i castelli di Canossa
e di Rossena e, in seguito, i luoghi verdiani. Gli otto giorni sono un’opportunità per i giovani attori
per scoprire Parma e la sua ricchezza artistica, culturale e anche gastronomica.
In un articolo belga si citano le delizie di Parma «ce sont les Correge de la galerie nationale, la place
du Dôme avec son merveilleux baptistère roman, le palais de la Pilotta et quantité de ruelles exquises
qui dessinent au hasard des carrefours d’étonnants décors de comédie italienne.»58 E per finire la
grande attrazione della città, il Teatro Regio. Inoltre, viene ricordato nello stesso articolo il sapore
del famoso parmigiano e di altre prelibatezze, quale il lambrusco o il prosciutto crudo, che
contribuiscono a rendere la cittadina uno dei luoghi più alti della gastronomia italiana.
In un altro articolo viene riportato l’interesse manifestato dagli studenti parigini per la Certosa e per
le violette di Parma, ma anche per il Parco Ducale e il suo laghetto59.
Scopriamo infine dalla rassegna stampa dello spirito di cameratismo che si è costituito tra i giovani
partecipanti al Festival che sono soliti ritrovarsi al bar del Teatro Regio, al ristorante universitario o
nella soleggiata piazza Garibaldi, gustando un gelato o bevendo un espresso60.

58
   Voce “Parme vient d’accueillir un important festival international du théatre universitaire” in Fondo G. Poli,
https://archivi.cini.it
59
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 13 aprile 1954.
60
   Voce “Parme vient d’accueillir un important festival international du théatre universitaire” in Fondo G. Poli,
https://archivi.cini.it

                                                                                                              13
3. Le compagnie

     3.1 Teatro Ca’ Foscari dell’Università di Venezia

Il teatro di Ca’ Foscari è un teatro universitario nato dalla passione di alcuni studenti che, nel 1950,
«si misero di buzzo buono a imparare a recitare»61 nel tempo libero tra un esame e l’altro.
Sono pochi giovani attorno ad un regista, giovane professore di Liceo, che «voleva ricavare da antichi,
dimenticati testi rappresentazioni che potessero interessare il pubblico, voleva insomma rendere
cultura viva ciò che giaceva nelle fredde e polverose biblioteche.»62
Non conosciamo dove si riunissero per tenere le loro prove, «forse in qualche vecchia osteria di un
argenteo “campiello”, forse nella casa ospitale di qualcuno di loro» ma, per avviarsi al palcoscenico
e iniziare semplicemente a studiare si trasferiscono nell’Aula Magna. Chopin e Giovanni Poli, i
promotori e le anime del teatro, hanno riunito un gruppo compatto di giovani attori, le cui prime
battute pronunciate sono quelle di Goldoni e di Gozzi all’interno di una ricerca sulla teatralità
veneziana e di «nuove ipotesi di allestimento scenico lontane dalla predominante realista»63.
«Un’iniziativa che cade in un momento in cui a Venezia il teatro di prosa stava vivendo un periodo
molto critico [e] costituisce un elemento propulsivo rilevante non solo per la crescita culturale degli
studenti, ma anche per i veneziani stessi.»64
Il teatro Ca’ Foscari dell’università di Venezia è l’unica compagnia invitata eccezionalmente per due
serate. Inizialmente doveva presentare, come riportano le prime notizie sulle testate giornalistiche,
Augellin Belvedere di Carlo Gozzi, ma al Regio mettono in scena La Venexiana65 di anonimo
cinquecentista e Le donne gelose di Carlo Goldoni, ottenendo un «meritato successo grazie alla
padronanza del palcoscenico, l’interpretazione dei testi, la dizione sempre sicura e le intelligenti
coreografie»66.
La Venexiana è un’opera di ignoto cinquecentista, scoperta da Emilio Lovarini nel 1927 e da lui
pubblicata l’anno successivo. Nessun documento riporta che sia stata rappresentata da attori, ma il
prologo lascia intendere che i cinque atti sono composti per essere recitati a Venezia.
L’opera è considerata uno dei capolavori del teatro dalla trama molto semplice: due gentildonne
veneziane si contendono un giovane forestiero, Jiulius, capitato a Venezia. Nulla lo stimola quanto il
desiderio di vivere un’avventura amorosa. Una donna maritata attira la sua attenzione e ottiene,

61
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 31 marzo 1954.
62
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 31 marzo 1954.
63
   Gandolfi, Roberta, Per una storia dei Centri Teatrali Universitari nel secondo Novecento, in Egidio Pani (a cura di)
Quando l’Università portò Bari in Europa e l’Europa a Bari: In occasione della riapertura della Casa dello Studente
“Fraccacreta”, Bari, Edizioni di Pagina, 2015, p. 84.
64
   Voce “Il Teatro Ca’ Foscari celebra i 150 anni con la programmazione autunnale” in https://www.unive.it
65
   Lo spettacolo è stato già presentato dallo stesso regista al Festival di Erlangen.
66
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 31 marzo 1954.

                                                                                                                   14
tramite la serva, la promessa di un convegno. Ma nel frattempo un’altra donna, una ricca vedova,
spasima per lui e lo invita per una notta d’amore. Al risveglio il giovane ha in dono una catena d’oro.
Segue l’incontro con la maritata che scopre al collo la catenella e sospettandone la provenienza lo
respinge indignata. Alla fine della storia c’è una vittima ovvero la vedova delusa che ha atteso invano
l’amante. «Pur trattandosi di un argomento comune, anzi sfruttatissimo dal teatro dell’epoca, la
commedia sia nei dialoghi in lingua ed in dialetto veneziano e bergamasco, sia nell’intreccio, possiede
una originale vivacità ed una potenza di intuizione psicologica»67.

                           Una scena de La Venexiana dello Stabile di Ca’ Foscari.
                        Un colloquio tra Angiola (A. Nicotra) e Bernardo (V. Boccardi)

«Se appare indiscutibile che la sensibilità costituisce il motivo conduttore di questo dramma, la
commedia nel suo complesso non rifiuta i toni comici boccacceschi, ma li anima tutti in funzione di
tale dramma»68. Toni comici che emergono soprattutto nella figura del facchino, tipizzato da Gian
Campi, nel quale «si denuncia l’intenzione del regista d’introdurre un colorito il quale valga a togliere
monotonia al ripetersi di alcune situazioni […] e a rendere il valore di contropartita comica.»69
Nella rassegna stampa le opinioni dei critici si soffermano in modo particolare sui tagli ai quali il
testo è stato sottoposto «in preventivo omaggio ai censori di via Veneto»70. Attenzione particolare
anche per il prologo «impeccabile per recitazione e stile in persona di Vittorio Sanluca, e di momenti

67
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo del Resto del Carlino del 8 aprile 1954.
68
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
69
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
70
   Voce “La Venexiana”, in Fondo G. Poli, https://archivi.cini.it/

                                                                                                                    15
di danza eseguiti da Marisa Barbaria, Maria Luisa Benvenuti e Alessandra Vianello, tre intelligenti
scolare della squisita e pensosa coreografa Mariella Turrito Alessandri.»71
La funzionalità del balletto, presente fin dal prologo, è quella, come dichiara Piero Nardi, di
«sostituire crudezze di situazioni e di parola […] vuol essere interprete delle vette della passionalità
più struggente toccante del dramma.»72
Le critiche sono rivolte anche ai singoli interpreti che, nonostante il generoso impegno, «diremo che
– trattandosi di goliardi – non ci sarebbe affatto spiaciuto qualche erroruccio per eccesso di foga.»73
Il teatro di Venezia ha avuto il privilegio della serata inaugurale e la disponibilità per un secondo
spettacolo Le donne gelose di Carlo Goldoni, commedia veneziana per eccellenza, tutta dialettale e
interpretata dai suoi giovani attori. I risultati, da quanto attestano i critici locali e da quanto ha
dimostrato il pubblico, sono ugualmente meritori. La compagnia «ha offerto una esecuzione
disinvolta e brillante se non proprio di macerata raffinatezza di stile.»74

                                         Le donne gelose di Carlo Goldoni

     3.2 Teatro Universitario spagnolo di Barcellona

Il Teatro Universitario Spagnolo è nato dalla passione che accomuna giovani ragazzi per il teatro e
per «la necessita di formare un repertorio di autori tutti spagnoli, o che comunque conservassero con

71
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
72
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
73
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 8 aprile 1954.
74
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 12 aprile 1954.

                                                                                                                    16
la Spagna e con la sua tradizione legami di stretta interdipendenza.»75 Un complesso «agile, fornito
di ottime individualità, erede con tutta evidenza di una nobile tradizione»76.
Secondo le prime notizie pubblicate, il T.U.E. aveva in programma inizialmente Fuente Ovejuna di
Lope de Vega. La vicenda si basa su un delitto di folla, realmente avvenuto nel 1476, al tempo della
successione per il trono di Castiglia. Non possiamo affermare con certezza il motivo del cambio di
programma, forse dovuto alla censura o a una scelta della compagnia.
Nella programmazione finale per la seconda serata del FITU, la compagnia mette in scena Gli intrighi
di una casa, la miglior commedia di Sor Juana Inèz de La Cruz che visse in Messico e scrisse l’opera
per una festa di corte. Esteban Polls, regista e cervello di questa compagnia, ha elaborato un
complicato lavoro per collocare la commedia nel Cinquecento in Spagna. La trama, interessante e di
una complicazione ingenua, è tutta incentrata sul motivo dell’amore. È una intrigatissima storia
amorosa, di un innamorato non corrisposto e di un’innamorata non corrisposta, che si conclude con
il trionfo dell’amore vero. Non manca l’elemento comico dei servi che «fanno da contrappunto alla
vicenda dei loro padroni e alla fine anch’essi si uniscono in matrimonio.»77
La cronaca spagnola di “El periodico” di Barcellona riconosce il prestigioso lavoro di Juan Clerman
Schroder che «ha realizzato una versione scenica intelligente, bella, rispettando i valori dell’opera, la
purezza del suoi versi» e si afferma che la commedia «ha costituito una rappresentazione veramente
eccezionale.»78 Anche la critica madrilena riconosce nello spettacolo «una straordinaria realizzazione
dell’arte scenica.»79
In modo particolare è stata apprezzata l’impeccabile interpretazione di tutti gli attori che «hanno
rilevato con maestria i tratti dei loro personaggi»80 e «hanno messo in luce la delicatezza profonda, il
sottile studio psicologico dei caratteri nonché lo spirito etico e umano che sta alla base di questo
lavoro.»81 Inoltre, giudicata in modo positivo la capacità del regista Polls di presentare «lo spettacolo
in una cornice degna: dalla presentazione indovinatissima nella sua trasvolante e colorita leggerezza
per arrivare ai costumi e al movimento degli attori»82.
In definitiva, per la seconda serata, la compagnia di Barcellona ha ottenuto grande e meritato
successo.

75
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 1 aprile 1954
76
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 9 aprile 1954
77
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
78
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 1 aprile 1954
79
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 1 aprile 1954
80
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 21 aprile 1954.
81
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo del Resto del Carlino del 9 aprile 1954.
82
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 9 aprile 1954.

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Due degli interpreti della Compagnia Spagnola

     3.3 Teatro Pantomimico “Die Gaukler” di Stoccarda

Durante la terza serata del Festival si esibiscono in una serie di pantomime la compagnia di attori di
Stoccarda “Die Gaukler”. Il gruppo di pantomimi nasce nel 195183 a Stoccarda a seguito dell’arrivo
in Europa del texano Harry Raymond, il regista dell’ensemble, che, dopo lo sbarco in Normandia, si
era recato a Parigi dove approfondì il suo interesse per il mimo, spostandosi quindi in Svizzera ed
infine in Germania dove costituì la sua scuola di recitazione84.
I “Die Gaukler” si inseriscono nel particolare contesto teatrale tedesco del secondo dopoguerra, nel
quale le compagnie universitarie rivestono una crescente importanza e sono inserite all’interno della
Fondazione Teatri Universitari Tedeschi. In Germania il teatro universitario assume un programma
ambizioso volto a restaurare e sperimentare, mantenendo da un lato fedeltà allo spirito dei testi e degli
autori drammatici, dall’altro, mettendo in scena opere non rappresentate dal teatro professionista85.
In occasione della seconda edizione del FITU i “Die Gaukler” organizzano un ricco programma
composto da sette esibizioni di mimo in cui a seconda dei casi recita tutto il complesso, compreso il
regista, oppure solo singoli interpreti.
Tra gli spettacoli presentati, alcuni numeri sono identici a quelli portati l’anno precedente, come The
tell - tale heart (Il cuore rivelatore) di E. A. Poe, racconto del 1843 sull’ossessione di un assassino e

83
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 10 aprile 1954.
84
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 2 aprile 1954. Sempre nello stesso
articolo viene fornita una descrizione fisica e caratteriale del regista: «Abbastanza alto da permettergli di vedere sempre
al di là della buca del suggeritore, coi capelli neri e gli occhi da bambino ancora addormentato, quando sale sul
palcoscenico, anche il più grande, è simile ad un mago che entra nel suo regno incantato.»
85
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo della Gazzetta di Parma del 2 aprile 1954.

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Frankie und Johnny (Frankie e Johnny) storia della vendetta di una donna tradita. Compaiono anche
pièce nuove ed estremamente diversificate, alcune tratte dalla letteratura, come Das Kälberbrüten di
H. Sachs, novelliere tedesco del 1300; altre dai film americani, quale Stummfilm Western Style (Film
western) o addirittura scenette caricaturali ispirate alla vita quotidiana Menue DM. 4,75 (Menù L.720)
e Die Straßenbahn (Il tram). I “Die Gaukler” presentano anche numeri di propria invenzione come
Die tanzstunde (Lezione di ballo) e Chantecler86, esibizione fuori programma, di cui nella rassegna
stampa vengono indicati dettagli sui costumi. In un articolo è, infatti, riportato che gli attori recitano
sul palco vestiti da galli e galline87.

                                                      “Die Gaukler”
La compagnia suscita un’ammirazione diffusa, da parte dell’A.U.P., del pubblico e della critica
teatrale. In particolare, Mario Dall’Argine appella nel programma di sala della manifestazione i “Die
Gaukler” dei «signori del palcoscenico»88, un ensemble capace di recitare e danzare «la vita, non una
vita [di cui sanno cogliere] il lato più vero e più sincero, senza ricorrere a schemi vuoti e artefatti.»89
Attori capaci quindi di far sorridere e riflettere, rinnovando in un’umanità corrotta la purezza della
poesia della vita, offuscata dalla monotonia moderna90. Un complesso attorico che, da quanto emerge
dalla rassegna stampa, aveva attirato l’attenzione anche di Remigio Paone, di cui si annuncia
l’imminente arrivo a Parma espressamente per assistere allo spettacolo dei “Die Gaukler”91.

86
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo de Il Resto del Carlino del 10 aprile 1954. Invece del bis tanto voluto
dal pubblico ma non possibile a causa di altri impegni con un grande teatro milanese.
87
   Voce “Il II° Festival internazionale del teatro universitario a Parma” in Fondo G. Poli, https://archivi.cini.it//
88
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
89
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
90
   Centro Studi Movimenti, Fondo Laura Benassi “Teatro” (1954-1969) e s.d., b. 1, fasc. 1.3 “Festival internazionale del
teatro universitario (1954-1969), programma di sala 2° festival internazionale del teatro universitario.
91
   CdM, ASTR, Carteggio, b. 115, fasc. 2.15, articolo de l’Unità del 3 aprile 1954.

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