QUALE DOLORE? - Farmacie Comunali Torino

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QUALE DOLORE? - Farmacie Comunali Torino
QUALE
DOLORE?
CONOSCERLO PER ALLEVIARLO
E MIGLIORARE  QUALITÀ DEL VITA

                                                 Dolore sconfortante

                                                                                                           Dolore straziante
                                                                       Dolore desolante

                                                                                          Dolore intenso
   Nessun dolore

                            Dolore lieve

                                                                                PROGETTO REALIZZATO
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QUALE DOLORE? - Farmacie Comunali Torino
quale DOLORE?

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QUALE DOLORE? - Farmacie Comunali Torino
Sommario
pag.    5 Presentazione

pag.    7    CONOSCERE IL DOLORE?
pag.    11   DOLORE ACUTO O CRONICO?
pag.   13    DOLORE E DIFFERENZE DI GENERE
pag.   14    Misurare e interpretare il dolore

pag.   17    COMBATTERE IL DOLORE
pag.   19    Farmaci Antidolorifici
pag.   22    Tecniche, terapie chirurgiche e fisiche
pag.   25    Tecniche psicologiche e psicosociali
pag.   25    Approccio multidisciplinare e multimodale
pag.   28    Il Centro di Terapia del dolore

pag.   37    APPROFONDIMENTI
pag.   39    ANTENATI E PRECURSORI DELL’ALGOLOGIA
pag.   40    LA NORMATIVA DEL DOLORE
pag.   42    COME SCONFIGGERE IL MAL DI TESTA
pag.   45    GIORNATE TEMATICHE

Testi
Anna De Luca - direttore Centro di Terapia del dolore e Cure palliative -
Presidio Molinette - Città della Salute e della Scienza Torino
Progetto editoriale
Elisabetta Farina
Edito da
Farmacie Comunali Torino Spa
Realizzazione grafica
Futurgrafica Srl - Grugliasco (TO)
Finito di stampare nel mese di marzo 2015 presso
Tipografia Sosso Srl - Grugliasco (TO)
                                                                            3
QUALE DOLORE? - Farmacie Comunali Torino
quale DOLORE?

                Fra le vittime di dolore cro-
                nico meno della metà segue
                uno specifico trattamento.
                Un problema che, viste le
                vaste proporzioni, va com-
                battuto dalla radice: gli
                strumenti ci sono, ma man-
                ca una adeguata sensibiliz-
                zazione alla popolazione e,
                in alcuni casi, anche degli
                operatori.

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QUALE DOLORE? - Farmacie Comunali Torino
PRESENTAZIONE

Il dolore è un fenomeno complesso che ri-          il dolore e informazioni in merito ai servizi pre-
copre una naturale e importante funzione,          senti sul territorio.
segnalando la presenza di un male fisico. Ma        La finalità di questa pubblicazione è di pro-
nelle patologie croniche, il dolore perde, con     muovere la cultura del sollievo, proponendo,
il progredire della malattia, la sua connotazio-   grazie alla collaborazione scientifica della dot-
ne di segnalatore di pericolo e diventa, a sua     toressa Anna De Luca – direttore del Centro
volta, una vera e propria malattia. Si calcola     di terapia del dolore e cure palliative dell’ospe-
che in Italia 15 milioni di persone siano affette   dale Molinette- un’analisi delle situazioni delle
da dolore cronico, solo il 10% su base onco-       sindromi dolorose più frequenti (dal mal di
logica. Un esercito di persone sofferenti, con      testa al dolore cronico moderato-severo) e
un dolore il più delle volte dovuto a patologie    fornendo indicazioni metodologiche su come
vertebrali, artrosi, cefalea, neuropatie perife-   affrontarle e riferimenti di servizi esistenti sul
riche. Grazie alla ricerca farmacologica sono      territorio.
a disposizione armi efficaci per combattere il       Tale pubblicazione presenta anche il progetto
problema, ma spesso anziché fare ricorso agli      No malditesta, a cui le farmacie comunali di
analgesici per il trattamento del dolore croni-    Torino hanno aderito dal 2013, che si pone
co si commettono ancora diversi errori, perse-     come strumento di aiuto non farmacologico
verando ad esempio nelle soluzioni “fai da te”     per le numerose persone che vivono l’espe-
o nell’inutile sopportazione del dolore.           rienza del mal di testa, del dolore alle spalle e
Il farmacista ricopre un ruolo centrale per il     della rigidità cervicale.
paziente con dolore, perché rappresenta il         Iniziative, queste, nate per diffondere il mes-
primo riferimento nella rete assistenziale, non    saggio che il dolore si può combattere e che,
soltanto in riferimento alla somministrazione      come recita il titolo della pubblicazione, è im-
dei farmaci, ma anche per consigli relativi a      portante conoscerlo per alleviarlo e migliorare
come imparare a comprendere e decodificare          la nostra qualità della vita.

                                                                 Gabriele Cavigioli
                                                             amministratore delegato
                                                          Farmacie Comunali Torino Spa

                                                                                                  5
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quale DOLORE?

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quale DOLORE?

CONOSCERE
 iL DOLORE

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QUALE DOLORE? - Farmacie Comunali Torino
quale DOLORE?

            La complessità dell’esperien-
            za del dolore rende ciascuno
            di noi l’unico traduttore del-
            la propria sofferenza.
            Occorre, quindi, familiariz-
            zare con il linguaggio del
            dolore per poter descrivere
            la sensazione provata.

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CONOSCERE
IL DOLORE
Il dolore è un’esperienza che ciascu-           Peraltro il dolore a volte ci può anche
no di noi vive in modo diverso, quindi,         aiutare, poiché rientra nei meccanismi
non c’è un modo giusto o sbagliato di           di difesa dell’organismo:
sentirlo; ognuno di noi proverà sensa-          • quando, per esempio, avviciniamo
zioni differenti per un dolore genera-            la mano a una sorgente di calore e
to dallo stesso tipo di malattia. Ciò è           ci scottiamo, il dolore ci fa arretrare,
determinato da molti fattori, ad esem-            evitando in tal modo che una mag-
pio:                                              giore esposizione al calore possa
• gli atteggiamenti verso il dolore ap-           provocare danni più seri;
   presi fin dall’infanzia;                      • il dolore ci permette di imparare, ri-
• il ricordo di precedenti esperienze di          cordare e quindi riconoscere le si-
   dolore (proprio o altrui);                     tuazioni o gli oggetti che in futuro
• il significato che si dà alla situazione         sarà meglio evitare;
   che ci provoca dolore;                       • può rappresentare un primo tenta-
• l’ambiente culturale nel quale siamo            tivo di cura; quando ad esempio ci
   cresciuti;                                     provochiamo una distorsione, il do-
• il ruolo della distrazione e della con-         lore che avvertiamo con il movimen-
   centrazione sul dolore;                        to ci obbliga a stare fermi, immobi-
• gli effetti di un dolore sommato ad             lizzando l’articolazione e favorendo
   un altro dolore.                               così la guarigione;
                                                • infine il dolore può essere il campa-
La complessità dell’esperienza dolore             nello di allarme che qualcosa nel no-
fa si che ciascuno di noi sia l’unico e           stro organismo non sta funzionando
insostituibile traduttore della propria           bene, inducendoci ad andare dal
sofferenza. L’unico che ha il diritto di          medico e sottoporci ad accerta-
spiegarla.                                        menti per capirne la causa.

   LA COMPARSA DEL DOLORE È COMUNQUE UN SEGNALE DI ALLARME CHE PUÒ PROVOCARE PAURA E
   ANSIA E CHE INDUCE A DOMANDARSI:
   • QUANTO DURERÀ?
   • QUALI POTRANNO ESSERE LE CONSEGUENZE?
   • QUAL’È IL TRATTAMENTO MIGLIORE PER DEBELLARLO?

                                                                                        9
QUALE DOLORE? - Farmacie Comunali Torino
CONOSCERE IL DOLORE

                                                                  SPINOTHAMIC TRACT

                                                        SPINOMESENCEPHALIC TRACT

                                                         SPINORETICUR TRACT

SEQUENZA PUNTURA CON CHIODO
Percepiamo la sensazione dolorosa attraverso vie nervose deputate alla trasmissione dello sti-
molo doloroso, dalla sede dove origina fino alle aree del nostro cervello adibite alla funzione di
elaborazione di questi stimoli e coinvolte nel controllo delle emozioni.

     OCCORRE FAMILIARIZZARE CON IL LINGUAGGIO DEL DOLORE E CON LE DOMANDE CHE VENGONO POSTE
     PER CAPIRE MEGLIO IL DOLORE PROVATO:
     • DOV’È LOCALIZZATO IL DOLORE, IN UNA SOLA O IN PIÙ PARTI DEL CORPO?
     • IL DOLORE PARTE IN UN PUNTO PER POI DIFFONDERSI AD ALTRE PARTI DEL CORPO?
     • CHE COSA ALLEVIA O PEGGIORA IL DOLORE? (PER ESEMPIO STARE IN PIEDI, SEDUTI O SDRAIATI)
     • IL DOLORE È PIÙ FORTE DI GIORNO O DI NOTTE?
     • IMPEDISCE DI MANGIARE O NON LASCIA DORMIRE?
     • IL DOLORE SI ACCOMPAGNA A SENSAZIONI SGRADEVOLI DI BRUCIORE, FORMICOLIO, FITTE?
     • QUALE FARMACO ANTIDOLORIFICO DÀ PIÙ SOLLIEVO?

     CON UN PO’ DI PAZIENZA E CON GLI STRUMENTI GIUSTI SI ARRIVA A DEFINIRE LA QUANTITÀ E LA QUALITÀ
     DELLE SENSAZIONI DOLOROSE PROVATE E QUINDI AD INDIVIDUARE LE TERAPIE NECESSARIE A DIMINUI-
     RE IL PIÙ POSSIBILE GLI EFFETTI SPIACEVOLI.

10
CONOSCERE IL DOLORE

Dolore acuto o cronico?                    determinando spesso modificazioni
                                           della nostra personalità.
Considerando il dolore in base alla sua    Le malattie ad andamento cronico che
durata possiamo definirlo dolore acuto      si accompagnano a questo tipo di do-
e dolore cronico                           lore sono, ad esempio: artrosi, arte-
                                           riopatie (cattiva circolazione agli arti),
Il dolore acuto è il dolore che insorge    diabete, alcune malattie reumatiche e
inaspettatamente ed è di durata limitata   neurologiche e le neoplasie.
perché generalmente cessa con la gua-      Considerando il dolore in base alla sua
rigione della causa che lo ha provocato.   origine può essere definito:
Il dolore acuto svolge una duplice fun-    • nocicettivo, quando particolari ter-
zione:                                        minazioni nervose periferiche (noci-
• può essere un segnale d’allarme per         cettori) vengono stimolate da stimoli
   evitare all’organismo un danno mag-        nocivi di natura meccanica, chimica
   giore (come ad esempio quando lo           o termica;
   obbliga a tenere a riposo la parte      • neuropatico, quando il dolore origina
   traumatizzata);                            da alterazioni del sistema nervoso sia
• oppure essere un sintomo precoce            centrale che periferico (nervi, midollo
   di richiamo per giungere ad una dia-       spinale, cervello). Queste alterazioni
   gnosi.                                     possono essere provocate da traumi
                                              diretti, difetti di circolazione, infezioni,
Quando però il dolore persiste oltre il       malattie del metabolismo, invasione
processo di guarigione assume le ca-          da parte di tumori;
ratteristiche del dolore cronico.          • una combinazione di nocicettivo e
Viene definito dolore cronico quel do-         neuropatico.
lore che persiste oltre il consueto de-
corso della malattia che lo ha generato    Nel dolore cronico vi è una debole cor-
oppure supera il ragionevole tempo di      relazione tra il dolore riferito dai pazienti
guarigione di una lesione, o ancora è      e il riscontro obbiettivo di patologie; in
associato a malattie croniche dove si      molti soggetti infatti non è riscontrabile
manifesta in modo continuo, o periodi-     alcuna lesione oppure sono documen-
co ad intervalli più o meno lunghi.        tabili lesioni che parrebbero “spropor-
Il persistere del dolore trasforma il      zionate” rispetto all’intensità del dolore
dolore da “sintomo” a “malattia” in-       lamentato. Il fatto che il dolore possa
vadendo il nostro equilibrio psicofisico    persistere per anni aumenta la proba-
                                                                                       11
CONOSCERE IL DOLORE

bilità che fattori psicosociali e ambien-      La causa e gli esiti del dolore cronico
tali possano contribuire all’insorgenza        possono essere determinati quanti-
di invalidità fisiche e di stress emozio-       ficando la forza di associazione tra
nali, generalmente osservabili nelle           i vari fattori eziologici e le condizioni
sindromi dolorose croniche.                    dolorose. Nella maggior parte delle
Il dolore cronico raffigura l’esperienza        sindromi dolorose croniche la causa è
multidimensionale prodotta dall’inte-          complessa e deve essere considerata
razione tra ospite, agente causale e           come l’interazione tra i tre fattori rap-
fattori ambientali soggetti a variazioni       presentati nel triangolo (ospite, agen-
nel tempo.                                     te, ambiente).

                 IL TRIANGOLO DEL DOLORE
                                       OSPITE
                                Immunologia, età, psicologia

                                                               AMBIENTE
            AGENTE                                          Sociale, lavorativo,
            Fisico, infettivo                          disponibilità di servizi sanitari

Prendiamo - ad esempio - il dolore             tà ecc.), fattori clinici (altezza, obesità,
lombare, forse la causa più frequente          altre malattie concomitanti ecc.), fat-
di dolore cronico nei paesi industria-         tori occupazionali (carico e usura del
lizzati, che è chiaramente il frutto e la      lavoro, soddisfazione lavorativa e psi-
conseguenza dell’interazione tra fattori       cosociale) e fattori psicologici (ansia,
socio demografici (età, sesso, scolari-         depressione ecc.).
12
CONOSCERE IL DOLORE

Dolore e differenze                                             abili a percepire piccole gradazioni
DI genere                                                       nello stimolo doloroso.
                                                                La differente espressione del dolore
Solo negli ultimi anni i ricercatori hanno                      nei due generi viene attribuita spesso
cominciato a studiare i fattori genetici,                       a stereotipati ruoli dei due sessi.
fisiologici, ormonali e psicosociali che                         Bisogna però ricordare come i fatto-
stanno alla base delle differenze di genere.                    ri ormonali e neurobiologici possono
Le donne mostrano una più bassa so-                             influenzare le risposte nocicettive e
glia del dolore e una minore tolleranza                         come sia importante pensare al dolore
nel dolore sperimentale, ma sono più                            secondo il modello biopsicosociale.

                    IL MODELLO BIOPSICOSOCIALE
  AFFATICABILITÀ
                                                      FATTORI                                    LIMITAZIONE ATTIVITÀ FISICA
          CAPACITÀ DI
  ATTENZIONE/CONCENTRAZIONE
                                                     BIOLOGICI
                                                                                  IMPEDIMENTO RUOLO
                                                                             FAMILIARE/SOCIALE/VORATIVO
                   PERCEZIONE DEL PROPRIO STATO

     RINFORZI CONTINGENTI                                                                       COMPRENSIONE/PERCEZIONE
  (ATTENZIONALI/ECONOMICI)                                                                         SEGNALI BIOLOGICI

                         FATTORI                                                 FATTORI
                         SOCIALI                                               PSICOLOGICI
  SUPPORTO                                         ETÀ/SESSO      PRODUZIONE                           LIMITAZIONE ATTIVITÀ
                                                                OPPIOIDI ENDOGENI

         CULTURA                                                                     INCREMENTO ATTIVITÀ
  (CONCEZIONE DEL DOLORE)                   MODELLI FAMILIARI                       SNS (TONO MUSCORE)

Oltre al loro ruolo nella riproduzione,                         Le concentrazioni e le variazioni tem-
gli ormoni gonadici producono effetti a                         porali di estrogeni, progesterone e
distanza nel sistema nervoso centra-                            testosterone, si differenziano sostan-
le e periferico, contribuendo in modo                           zialmente nei due generi: nei maschi i
significativo alla differenza di genere                          livelli ormonali subiscono molte meno
nella esperienza dolore.                                        fluttuazioni; l’unico cambiamento si-
                                                                                                                           13
CONOSCERE IL DOLORE

gnificativo è la riduzione del livello di    zioni dell’articolazione temporoman-
testosterone con l’invecchiamento.          dibolare; l’uso di contraccettivi orali
L’assunzione di terapia ormonale so-        viene correlato ad aumentato rischio
stitutiva nelle donne in post menopau-      di alterazioni dell’articolazione tempo-
sa è stata correlata con l’aumentato        romandibolare e di sindrome del tun-
rischio di mal di schiena e di altera-      nel carpale.

                          IL GAP DI GENERE
  COSTITUISCE UNA DELLE OSSERVAZIONI PIÙ “ROMPICAPO”
                IN MEDICINA IN QUANTO
            LE DONNE SOFFRONO PIÙ DEGLI UOMINI DI
                 SINDROME DEL COLON IRRITABILE
                          FIBROMIALGIA
                            EMICRANIA
                      DOLORE NEUROPATICO
                          OSTEOARTRITE
      DISORDINI DELL’ARTICOZIONE TEMPORO-MANDIBORE

Misurare e interpretare                     specifico per misurarlo, com’è il ter-
il dolore                                   mometro per la temperatura corpo-
                                            rea, lo sfigmomanometro per la pres-
Malgrado la soggettività dell’espe-         sione arteriosa.
rienza, il dolore può essere misurato       La sua valutazione viene fatta ponen-
e deve essere interpretato, così come       do attenzione alla descrizione che il
si fa per altri parametri vitali (febbre,   paziente fornisce al medico del pro-
pressione, pulsazioni ecc). Misurazio-      prio dolore.
ne e interpretazione del dolore sono        L’intensità viene valutata in base ad
fondamentali per impostare la terapia       aggettivi che la qualificano come: lie-
più appropriata.                            ve, moderato, forte, atroce, il più for-
La difficoltà della sua misurazione sta      te dolore mai provato ecc. La qualità
nel fatto che manca uno strumento           mediante aggettivi come: pulsante,
14
CONOSCERE IL DOLORE

bruciante, lancinante, noioso, grava-              Il paziente è invitato a sbarrare la retta
tivo ecc.                                          nel punto che ritiene corrisponda l’in-
Esiste comunque un sistema detto                   tensità del suo dolore.
analogico, molto utile, dove il dolore             Il segno indicato dal malato può esse-
viene rappresentato da una linea retta             re tradotto in un valore numerico.
di 10 cm che unisce due punti nume-                Questo tipo di valutazione serve sia
rati -0 all’inizio e 10 alla fine- che sim-         all’inizio della comparsa del dolore
boleggiano rispettivamente l’assenza               sia nei controlli successivi per valuta-
di dolore e il massimo dolore imma-                re l’efficacia del trattamento antido-
ginabile.                                          lorifico.

    LATO PER il
     PAZIENTE               0            1             2         3              4             5
                        NESSUN DOLORE                                    IL PIÙ FORTE IMMAGINABILE

    LATO PER il
       Medico          0        1    2       3     4        5        6      7       8     9       10

                       NESSUN DOLORE              DOLORE MODERATO          DOLORE INSOPPORTABILE

   ESISTONO ESAMI SPECIFICI PER CAPIRE LA NATURA DEL DOLORE CRONICO?
   IL DOLORE CRONICO RAPPRESENTA UNA PERCEZIONE SGRADEVOLE CAUSATA DA STIMOLI COMPLESSI.
   TRATTANDOSI DI UNA SENSAZIONE, IL DOLORE NON PUÒ ESSERE “RESO VISIBILE” IN MODO DIRETTO
   DALLE APPARECCHIATURE CHE SERVONO PER LE COMUNI INDAGINI CLINICHE. PERÒ INDIRETTAMENTE
   ATTRAVERSO QUESTE SI PUÒ CAPIRE DOVE SIA L’ORIGINE DEL SINTOMO E QUALI STRUTTURE NERVOSE
   SIANO INTERESSATE.
   PERTANTO, AL FINE DI CHIARIRE LA CAUSE DEL DOLORE, SONO UTILI TUTTE LE INDAGINI CLINICHE ESE-
   GUITE PER LA MALATTIA DI BASE COME QUELLE RADIOLOGICHE (RADIOGRAFIE, SCINTIGRAFIE,
   ECOGRAFIE, T.A.C., RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE ECC.) E GLI ESAMI DI LABORATORIO.
   INOLTRE, IN ALCUNI CASI, SONO UTILI ANCHE INDAGINI DI TIPO NEUROFISIOLOGICO, CHE STUDIANO
   SIA LA FUNZIONALITÀ DEI NERVI CHE DEI MUSCOLI COME L’ELETTROMIOGRAFIA, I POTENZIALI EVOCATI
   ECC.

                                                                                                     15
quale DOLORE?

16
quale DOLORE?

COMBATTERE
  iL DOLORE

                    17
quale DOLORE?

             La reazione a uno stimolo
             doloroso non dipende solo
             dall’intensità del dolore, ma
             anche dall’atteggiamento che
             le persone hanno nei con-
             fronti del dolore. È quindi
             importante che si intervenga
             con un programma di con-
             trasto al dolore non soltanto
             dal punto di vista fisico, ma
             anche psicologico.

18
COMBATTERE
IL DOLORE

I mezzi che abbiamo per combattere              loco-regionale;
il dolore sono molteplici, ma devono          • tecniche mini-invasive specifiche
tener conto del tipo di dolore di fronte        per il dolore;
al quale ci troviamo.                         • trattamenti di terapia fisica;
Il dolore deve essere alleviato, senza        • agopuntura;
ritardo, senza posa e senza tregua,           • tecniche di stimolazione elettrica;
qualunque sia la malattia. Esistono           • approcci psicologici-psicosociali;
dolori che cessano quando è possi-            • approcci multidisciplinari e multimo-
bile curare bene la causa che li pro-
                                                dali nei casi di dolore cronico molto
voca.
Negli altri casi le molteplici modalità te-     complesso.
rapeutiche antidolorifiche non posso-
no eliminare la causa del dolore, ma si       farmaci antidolorifici
prefiggono di ridurre o abolire il dolore
stesso.                                       I farmaci antidolorifici comunemente
Il dolore può essere combattuto con:          utilizzati sono: non oppioidi (antin-
• terapie con farmaci;                        fiammatori e paracetamolo); oppioidi;
• tecniche di analgesia e anestesia           adiuvanti.
                                                                                  19
COMBATTERE iL DOLORE

                                            (gastrite, riacutizzazione o sanguina-
                                            mento di ulcera gastro-duodenale).
                                            Tra i fattori che aumentano il rischio di
                                            effetti collaterali indesiderati a carico
                                            dell’apparato gastroenterico, vanno
                                            ricordati:
                                            • età superiore ai 65 anni;
                                            • precedenti eventi gastro intestinali
                                               gravi;
                                            • uso contemporaneo di più Farmaci
                                               antinfiammatori;
                                            • uso concomitante di farmaci noti per
                                               il loro rischio gastrointestinale (corti-
                                               costeroidi, anticoagulanti e Acido
                                               acetil salicilico);
                                            • comorbidità a livello gastrointestina-
                                               le (colite ulcerosa, morbo di Crohn);
NON OPPIOIDI                                • l’impiego di alti dosaggi;
                                            • fumo, alcool;
ANTINFIAMMATORI                             • infezione da helicobacter pylori.
Gli antinfiammatori vengono impiegati
nei dolori acuti o cronici.                 Tutti i farmaci antinfiammatori pos-
I dolori acuti sono quelli provocati        sono provocare: cefalea, vertigini, in-
da traumi, da interventi chirurgici, da     sonnia, sonnolenza, capogiri, tinnito e
spasmi, da processi infiammatori.            depressione. Ad alte dosi e in pazienti
Nei dolori cronici di intensità lieve -     anziani è segnalata la comparsa di
moderata, laddove esiste anche una          stati confusionali, alterazioni della me-
componente infiammatoria, possono            moria e dello stato cognitivo.
essere somministrati o a cicli di bre-      Tutti i farmaci antinfiammatori pos-
ve durata o in associazione agli altri      sono indurre tossicità renale e i sog-
antinfiammatori, per via orale, rettale      getti a maggior rischio di sviluppo di
o intramuscolare o per via endoveno-        insufficienza renale funzionale sono gli
sa.                                         anziani per la concomitante presenza
Gli effetti collaterali più comuni sono a   di patologie quali il diabete e l’iperten-
carico dell’apparato gastrointestinale      sione.
20
COMBATTERE iL DOLORE

I farmaci antinfiammatori interferisco-      ribelli).
no con la funzione piastrinica prolun-      I farmaci oppioidi forti più utilizzati in
gando il tempo di sanguinamento. Il         caso di dolore intenso sono: Bupre-
rischio di eventi emorragici gravi au-      norfina; Morfina; Metadone; Fen-
menta per i pazienti con coagulopa-         tanyl; Idromorfone.
tie, in trattamento con anticoagulanti
o che assumono alcool.                      Gli effetti collaterali indesiderati degli
L’azione antiaggregante piastrinica         oppioidi sono sonnolenza, nausea,
dell’acido acetilsalicilico è, per con-     vomito, sintomi che tendono però a
tro, utilizzata in terapia nei soggetti     scomparire dopo qualche giorno di
cardiopatici.                               somministrazione e possono essere
                                            neutralizzati facilmente con farmaci
PARACETAMOLO                                appropriati; la stipsi invece è un effet-
Il paracertamolo viene utilizzato nei       to collaterale che tende a mantenersi
dolori acuti o cronici di varia natura,     nel tempo.
sempre per dolori di intensità lieve -      A seconda del farmaco utilizzato le vie
moderata, anche per tempi prolunga-         di somministrazione possono essere:
ti, può essere somministrato per via        orale, rettale, intramuscolare, endo-
orale, rettale o per via endovenosa.        venosa, sottocutanea, spinale e la via
                                            transdermica.
OPPIOIDI
                                            ADIUVANTI
Sono farmaci derivati dall’oppio, e da
sempre sono conosciuti come i far-          Sono farmaci che non hanno un’azio-
maci analgesici più potenti.                ne specifica antidolorifica, ma ven-
Sono indicati soprattutto nel tratta-       gono utilizzati nel controllo del dolore
mento di dolori di intensità da mode-       perché potenziano l’azione del far-
rata a grave come ad es. il dolore da       maco analgesico, oppure controllano
infarto del miocardio, da traumi gravi,     buona parte degli effetti collaterali de-
dolore da tumore.                           gli antidolorifici.
I farmaci oppioidi deboli più usati sono:
Codeina; Ossicodone; Tramadolo.             Sono farmaci adiuvanti gli: antide-
Questi farmaci vengono utilizzati in        pressivi; ansiolitici; antiepilettici;
caso di dolore di intensità moderata        cortisonici; miorilassanti; antinau-
di varia natura (es. artrosi, lombalgie     sea.
                                                                                   21
COMBATTERE iL DOLORE

     L’EFFETTO TETTO
     TUTTI I FARMACI ANALGESICI NON OPPIOIDI E GLI OPPIOIDI CODEINA E TRAMADOLO MANIFESTANO IL
     COSIDDETTO “EFFETTO TETTO”.
     UNA VOLTA RAGGIUNTO IL DOSAGGIO EFFICACE NON È POSSIBILE OTTENERE UN AUMENTO DELL’EF-
     FETTO ANALGESICO, INCREMENTANDO ULTERIORMENTE IL DOSAGGIO, POICHÉ AUMENTEREBBERO IN
     MODO ESPONENZIALE GLI EFFETTI COLLATERALI AVVERSI: NON DEVE ESSERE QUINDI SUPERATA LA
     DOSE MASSIMA RACCOMANDATA E SI DEVE PIUTTOSTO, RIVALUTANDO IL TIPO DI DOLORE, UTILIZZARE -
     IN CASO DI INEFFICACIA - UN FARMACO DI POTENZA ANALGESICA MAGGIORE.

Tecniche, terapie                                      stetico. I blocchi nervosi hanno un
chirurgiche e fisiche                                  ruolo importante nella pratica cor-
                                                       rente, in quanto costituiscono una
TECNICHE Di analgesia                                  delle scelte terapeutiche possibili
e anestesia in una zona                                del trattamento del dolore cronico.
corporea
                                                   2. Un altro mezzo è quello di provocare
Sono le tecniche che consentono di                    una analgesia peridurale: vengono
interrompere la trasmissione del do-                  effettuate iniezioni ripetute “epidura-
lore dalla periferia del nostro corpo al              li” di cortisonici e anestetico locale o
cervello utilizzando farmaci antidolori-              viene introdotto un cateterino (cioè
fici o anestetici locali.                              un tubicino morbido e molto sottile
Con che mezzi vengono utilizzati i far-               nello “spazio epidurale”, attraverso
maci antidolorifici o gli anestetici locali            il quale vengono iniettati, in singole
in queste tecniche?                                   dosi o in perfusione continua, i far-
                                                      maci antidolorifici proprio a ridosso
1. Si possono fare dei blocchi dei nervi              dei soli nervi interessati alla trasmis-
   periferici: iniettando degli anestetici            sione di quel particolare dolore).
   locali in vicinanza del nervo in modo              Questo modo “diretto” consente di
   da “addormentare” il nervo e impe-                 ridurre le dosi ottenendo gli stessi
   dire così la trasmissione del dolore.              effetti terapeutici.
   Questa analgesia o anestesia dura
   fino a che dura l’azione dell’ane-               3. Infiltrazioni per e intrarticolari.
22
COMBATTERE iL DOLORE

Tecniche mininvasive                         raneo, lo stimolo elettrico deve essere
specifiche per il dolore                     ripetuto regolarmente. I pazienti, ade-
                                             guatamente istruiti, sono in grado di
Sono tecniche che consentono una             utilizzare da soli questa tecnica più vol-
corretta introduzione di farmaci anti-       te al giorno per il tempo consigliato.
dolorifici o di applicazione di radiofre-     La stimolazione elettrica nel midol-
quenza, attraverso sistemi di aghi o di      lo spinale (neuro stimolazione spi-
cateterini in sedi ben precise.              nale).
Tali tecniche vengono applicate per          Tale tecnica ha le migliori indicazioni
l’interruzione delle vie nervose o per       dei dolori da disturbi circolatori degli
modularne l’attività in modo da impe-        arti e del cuore (angina pectoris intrat-
dire che gli stimoli dolorosi provenienti    tabile) ed in alcuni dolori da lesione
dalla periferia dell’organismo giungano      nervosa (dolore neuropatico).
al cervello e vengano così percepiti.        La metodica consiste nell’applicazio-
                                             ne di un elettrodo, per via percutanea
La stimolazione elettrica                    a ridosso del midollo spinale, in uno
                                             spazio denominato spazio peridurale
L’uso di stimoli elettrici per ridurre il    e poi collegato, attraverso un filo che
dolore è una metodica di recente ap-         scorre sotto la pelle, ad un piccolo
plicazione ed ha indicazioni assai limi-     generatore a batterie che trasmette
tate ma, se applicato nei casi giusti, di    gli impulsi elettrici.
grande efficacia. I metodi più utilizzati
ed efficaci sono attualmente:                 Le terapie chirurgiche
La Tens (stimolazione elettrica tran-        specifiche per la terapia
scutanea).                                   del dolore
La tecnica utilizzata prevalentemente
in alcuni tipi di dolore cronico (dolore     La chirurgia del dolore ha subito nel
muscolo-scheletrico, alcune nevralgie)       tempo molte evoluzioni, ma oggi grazie
consiste nell’applicazione di impul-         alla sofisticata strumentazione per le
si elettrici ai nervi mediante particolari   indagini e all’evoluzione della microchi-
dispositivi (elettrodi) applicati opportu-   rurgia esiste la possibilità di selezionare
namente sulla cute, collegati poi ad un      sempre più accuratamente le strutture
generatore di corrente miniaturizzato,       nervose sulle quali intervenire.
alimentato a batterie.                       Attualmente sono utilizzate la decom-
Poiché il sollievo del dolore è tempo-       pressione microvascolare e la termo-
                                                                                    23
COMBATTERE iL DOLORE

rizotomia eseguiti in alcuni casi di ne-    essere utilizzate in associazione ad
vralgia del trigemino.                      altri trattamenti antalgici, come quello
                                            farmacologico.
Terapie fisiche
                                            Agopuntura
Il controllo del dolore si può, a volte,
ottenere anche con terapie fisiche.          È una tecnica che deriva dalle prati-
Le terapie fisiche che consentono un         che dell’antica medicina orientale.
controllo del dolore comprendono:           L’impiego nella terapia del dolore si
trattamenti ortopedici (busti, corset-      basa sull’ipotesi che gli eccessi o i de-
ti, tutori, fasciature, ecc), fisioterapia   ficit del flusso di energia vitale, attra-
e medicina riabilitativa (massaggi,         verso una serie di canali interconnessi
ginnastica attiva e passiva), radiote-      (meridiani associati ad un organo in-
rapia (trattamenti con raggi X a dosi       terno), siano la causa del dolore. Inse-
particolari su zone mirate dell’orga-       rendo gli aghi strategicamente lungo il
nismo).                                     decorso dei meridiani o nei loro punti
Queste terapie possono essere uti-          di congiunzione, l’agopuntura tenta di
lizzate da sole, quando lo specialista      riequilibrare il flusso di energia nell’in-
lo ritiene opportuno, oppure possono        tero organismo.

24
COMBATTERE iL DOLORE

Tecniche psicologiche e                     Approccio
psicosociali                                multidisciplinare e
                                            multimodale
La reazione ad uno stimolo doloroso
non dipende solo dall’intensità del dolo-   La complessità dell’esperienza dolo-
re, ma anche dall’atteggiamento che le      rosa ha fatto scaturire la consapevo-
persone hanno nei confronti del dolore.     lezza che i singoli medici spesso non
È quindi importante che non si inter-       possiedono tutte le conoscenze, le
venga solo da un punto di vista fisico,      abilità necessarie per curare con suc-
ma anche da un punto di vista psico-        cesso problematiche di dolore croni-
logico.                                     co particolarmente complesse.
L’aiuto psicologico consiste in collo-      Alcuni centri di terapia del dolore si
qui con lo psicologo nei quali si può       sono organizzati in modo tale che
parlare dei propri problemi, preoccu-       l’équipe di cura comprenda medici
pazioni, bisogni ecc. Oppure lo psi-        con differenti specializzazioni e diversi
cologo può intervenire con tecniche         tipi di operatori sanitari che possono
di rilassamento che consistono in se-       interagire fra di loro in modo da forni-
dute durante le quali la persona viene      re al paziente un approccio adeguato
aiutata a rilassarsi fisicamente e men-      al suo problema dolore e poter dare
talmente.                                   un’assistenza coordinata ed integra-
Tali tecniche consentono di coglie-         ta.
re gli atteggiamenti, le aspettative,       Il paziente in questo modo evita di
le convinzioni, le opinioni personali e     recarsi a più visite specialistiche in
dell’ambiente sociale in cui vivono, in     tempi e luoghi diversi, di sottoporsi ad
modo da comprendere meglio la mo-           una serie di indagini, a volte ripetute
dalità con la quale ogni individuo vive     anche a tempi brevi, e a terapie che
l’esperienza del dolore cronico e sup-      rimangono isolate fra loro. Esempi:
portarlo, quando necessario, durante        1) gruppo multidisciplinare per il do-
il trattamento antalgico.                      lore neuropatico: medico specia-
Siccome le problematiche del dolore            lista in diagnosi e terapia del do-
e della malattia non investono solo            lore; neurologo; neurochirurgo;
l’ammalato, ma anche i familiari e gli         psicologo.
operatori sanitari, sarebbe auspicabile     2) gruppo multidisciplinare per il dolo-
estendere questo aiuto anche a loro.           re muscoloscheletrico invalidante:
                                               medico specialista in diagnosi e
                                                                                 25
COMBATTERE
       quale DOLORE?
                iL DOLORE

   terapia del dolore; ortopedico; fi-
   siatra; fisioterapistaì; psicologo.
Vanno ricordate tutte le tecniche non
farmacologiche e non invasive che
fanno parte dell’approccio multidisci-
plinare del dolore; tra queste vanno
menzionate:
• l’ipnosi;
• le terapie di supporto psicologico;
• la terapia con farmaci che agiscono
  sulla psiche;
• i trattamenti riabilitativi praticati dai
  fisioterapisti;
• le cosiddette “situazioni adiuvanti”,
  in grado di innalzare la soglia di per-
  cezione del dolore come: soggiorno
  in ambiente confortevole, musica,
  posizioni antalgiche, relazioni uma-
  ne, conforto religioso ecc.;
• le terapie antalgiche complementari.

   CONTRO IL DOLORE, UN PROGRAMMA A 360°
   È FONDAMENTALE UN PROGRAMMA DI CONTRASTO AL DOLORE CHE NON SIA SOLTANTO AFFIDATO AL RUOLO
   DEGLI ANALGESICI O DEGLI ANTINFIAMMATORI, MA PREVEDA UN TRATTAMENTO MULTIMODALE E MULTIDI-
   SCIPLINARE.
   FANS E PARACETAMOLO SONO COMUNQUE DOTATI DI UNA DEBOLE POTENZA ANALGESICA. IL LORO UTILIZZO
   DEVE SEMPRE ESSERE CONSIDERATO PER IL TRATTAMENTO DEL DOLORE DI INTENSITÀ LIEVE. COMUNQUE IL
   LORO IMPIEGO DEVE ESSERE PROTRATTO SOLO PER UN PERIODO LIMITATO DI TEMPO. NEL CASO DI INSOR-
   GENZA DI LIVELLI DI DOLORE PIÙ INTENSO, NON SI DEVE AVERE PREGIUDIZIO VERSO L’UTILIZZO DEI FARMACI
   OPPIOIDI, E IL RUOLO DEGLI ANALGESICI ED ANTINFIAMMATORI DEVE ESSERE RIVALUTATO COME FARMACI
   IN ASSOCIAZIONE SINERGICA. SCELTA DELLE MOLECOLE E DOSAGGI DEVONO ESSERE ATTENTAMENTE PER-
   SONALIZZATI E DEVE SEMPRE ESSERE MONITORATA L’EVENTUALE INSORGENZA DI EVENTI AVVERSI.

26
COMBATTERE
       quale DOLORE?
               iL DOLORE

QUANDO RICORRERE
ALLA TERAPIA ANTALGICA
Si ricorre alla terapia antalgica ogni-
qualvolta si è affetti da un dolore, te-
nendo però conto che se si accusa un
dolore di tipo acuto come, ad esem-
pio:
• mal di denti;
• mal di testa;
• dolore da frattura ossea;
• dolore da colica o renale o biliare;
• dolore mestruale
si ricorre, ovviamente, al medico di
famiglia che opportunamente ed effi-
cacemente risolverà lui stesso il pro-
blema o se lo riterrà opportuno invierà
allo specialista adatto per la risoluzio-
ne del problema.
Mentre, quando si è in presenza di un
dolore di tipo cronico che, nonostante
le cure, persiste nel tempo, si ricorre
al Centro di Terapia Antalgica. Qui gli
specialisti metteranno in atto tutte le
loro conoscenze e la loro esperienza
per fornire al paziente le terapie adatte
e personalizzate.

                                     27
COMBATTERE iL DOLORE

Il Centro di terapia
del dolore                                    OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE DEL PAZIENTE
                                              CON DOLORE CRONICO E ONCOLOGICO
I Centri di terapia del dolore (o Centri      • IDENTIFICARE IL DOLORE IN BASE ALLE
di terapia antalgica) sono centri spe-          CARATTERISTICHE ESSENZIALI ALLA SUA
cializzati nello studio, nella diagnosi e       VALUTAZIONE QUALITATIVA E QUANTITATI-
nella cura del dolore. La cura del dolo-        VA.
re, multidisciplinare e multimodale, rag-     • CLASSIFICARE IL DOLORE IN DOLORE DI
gruppa una serie di trattamenti diffe-          ORIGINE NOCICETTIVA/INFIAMMATORIA,
renti: farmacologici, infiltrativi e piccole     DOLORE NEUROPATICO, DOLORE MISTO.
procedure chirurgiche che permettono          • SPIEGARE LE POSSIBILITÀ DI TRATTAMEN-
di personalizzare la cura.                      TO DEL DOLORE LAMENTATO, SIA FARMA-
Allo stato attuale è il medico speciali-        COLOGICO CHE NON FARMACOLOGICO.
sta in Anestesia e terapia del dolore lo      • DESCRIVERE I FARMACI ANALGESICI E
specialista di riferimento, ma nei Cen-         ADIUVANTI DISPONIBILI E APPROPRIATI
tri lavorano anche altri specialisti con        NEL PROGRAMMA DI CURA DEL DOLORE.
competenze sella diagnosi e cura del          • DESCRIVERE LE INDICAZIONI TECNICHE
dolore e infermieri esperti nella gestio-       ANTALGICHE PIÙ SOFISTICATE, QUANDO
ne delle persone con dolore cronico.            APPROPRIATE.
Tutti collaborano strettamente con il         • SPIEGARE LA NECESSITÀ DI RICHIEDERE
medico di medicina generale, il chi-            UNA CONSULENZA PRESSO UN CENTRO
rurgo, l’ortopedico, il fisiatra, l’onco-        SPECIALISTICO DI TERAPIA DEL DOLORE
logo, il radioterapista, lo psicologo e         DOVE POTRANNO ESSERE DESCRITTE LE
si possono avvalere dell’operato degli          INDICAZIONI A TECNICHE ANTALGICHE PIÙ
altri specialisti ospedalieri e delle altre     SOFISTICATE, QUANDO APPROPRIATE.
figure professionali.

28
COMBATTERE iL DOLORE

   PREGIUDIZI DA CANCELLARE
   NONOSTANTE I FALSI MITI, I CONDIZIONAMENTI, I PREGIUDIZI, CHE NEL CORSO DEGLI ANNI SI SONO
   DIFFUSI NELLA POPOLAZIONE E L’OPPIOFOBIA CHE NON RISPARMIA NEANCHE GLI OPERATORI SANITARI,
   LA MORFINA RESTA IL FARMACO DI SCELTA NEL TRATTAMENTO DEL DOLORE ACUTO E CRONICO DI UNA
   CERTA INTENSITÀ.
   LA MORFINA E TUTTI I DERIVATI DELL’OPPIO USATI NELLA TERAPIA DEL DOLORE SONO CHIAMATI ANCHE
   OPPIOIDI, OPPIACEI, NARCOTICI O ANALGESICI STUPEFACENTI.
   LA PARTICOLARITÀ DI QUESTE SOSTANZE È CHE ESSE A DOSI TERAPEUTICHE, GENERALMENTE MOLTO
   PICCOLE, SONO IN GRADO DI RIDURRE O ABOLIRE LA PERCEZIONE DEL DOLORE, SENZA INTERFERIRE
   SULLE ALTRE FUNZIONI DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE (COSCIENZA, ATTENZIONE, MEMORIA).

I pazienti che più frequentemente si ri-          Il farmaco di prima scelta, per il dolore
volgono ai Centri di Terapia del dolore           lieve, è il paracetamolo. Se il dolore è
sono affetti dalle seguenti tipologie di          causato da infiammazione tessutale,
dolore.                                           come capita nei quadri di riacutizza-
                                                  zione, possono essere utilizzati farma-
dolore osteoarticolare                            ci antinfiammatori selettivi.

È la causa più frequente di disabilità
nei pazienti affetti da osteoartrosi e da
artrite reumatoide. Più dell’80% della
popolazione ultra 75enne soffre di ar-
trosi e le articolazioni più colpite sono
ginocchia, mani, anche e le articolazio-
ni fra le vertebre.
I non oppioidi sono farmaci importanti
nella gestione del dolore articolare, ma
dovrebbero essere inseriti all’interno
di un programma multidisciplinare e
multimodale dove venga anche pro-
grammata la terapia fisica, una corret-
ta educazione del paziente e terapie
comportamentali.
                                                                                             29
COMBATTERE iL DOLORE

                            Gli analgesici oppioidi, con o senza
                            paracetamolo, rappresentano utili al-
                            ternative e possono costituire farmaci
                            di supporto nei pazienti in cui i FANS
                            o i coxib sono controindicati, inefficaci
                            e/o scarsamente tollerati.
                            Nell’artrite reumatoide la terapia è
                            multidisciplinare e multimodale e fa ri-
                            corso ai FANS per ridurre il dolore e la
                            tumefazione (componente antinfiam-
                            matoria): è una delle poche chiare in-
                            dicazioni all’utilizzo dei FANS selettivi
                            delle COX-2.

                            dolore muscolo
                            scheletrico
                            Le sindromi miofasciali sono sindro-
                            mi dolorose croniche profonde che
                            si caratterizzano per la presenza di
                            dolore, limitazione articolare, rigidità
                            e spasmo muscolare. Esistno pun-
                            ti ipersensibili (trigger point) in alcuni
                            muscoli e nel tessuto connettivo di
                            rivestimento che, sollecitati, evocano
                            il dolore.
                            Le prove di efficacia su queste sindro-
                            mi sono scarse per gli antinfiammatori
                            e gli analgesici.
                            Per questo si preferisce il trattamento
                            locale e l’uso di antidepressivi triciclici.
                            Esiste poi la fibromialgia, nella quale
                            il dolore muscolo scheletrico è diffu-
                            so, dove la topografia dei trigger point
                            serve a specificare la diagnosi: in que-
30
COMBATTERE iL DOLORE

sti casi l’utilità dei FANS è limitata: il   zione o meno con analgesici non op-
trattamento ha il cardine negli antide-      pioidi; a tutti i livelli possono essere
pressivi.                                    usati farmaci adiuvanti per indicazioni
Esistono prove di efficacia dei FANS          specifiche.
-rispetto al placebo- nelle lombalgie        In questa scala i FANS e il paraceta-
croniche, ma con risultati non superio-      molo sono collocati nel primo gradino,
ri a quelle del paracetamolo.                quando l’intensità del dolore è lieve.
                                             Per dolori di intensità moderata e in-
dolore correlato                             tensa, l’utilizzo dei non oppioidi viene
ai tumori                                    considerato nel secondo e terzo gra-
                                             dino come opzione in associazione
L’Organizzazione Mondiale della              agli oppioidi.
Sanità ha predisposto, a partire dal         Il limite di utilizzo è dato dall’intensità
1986, una sequenza di raccoman-              del dolore - spesso presente nel pa-
dazioni (scala a tre gradini) in cui a       ziente oncologico come intenso - e
livelli successivi di intensità del dolore   quindi in realtà l’utilizzo è limitato a pe-
il trattamento prevede il passaggio          riodi di tempo brevi o intermittenti, in
da un non oppioide ad un oppioide            particolare quando il dolore ha anche
debole e poi a uno forte, in associa-        una componente infiammatoria.
                                                                                      31
COMBATTERE iL DOLORE

Nevralgia Posterpetica                   NEVRALGIA DEL TRIGEMINO
(FUOCO DI SANT’ANTONIO)
                                         È una malattia caratterizzata da dolori
Il dolore viene riferito come sponta-    trafittivi o simili a una scossa elettri-
neo, a carattere continuo, sia super-    ca intensa, che coinvolgono una par-
ficiale che profondo, con esacerba-       te del viso. Insorgono generalmente
zioni improvvise di tipo “lancinante”.   quando la persona si sfiora la cute del
La maggior parte dei pazienti lamenta    viso, mastica, si lava i denti o parla.
anche un dolore evocato, a carattere     Inizialmente si manifestano per un pe-
urente, provocato dallo sfioramen-        riodo di qualche settimana o mese,
to degli indumenti, in una area nella    poi scompaiono per mesi o anni.
maggior parte dei casi decisamente       Compaiono in genere in età avanzata,
più ampia rispetto all’area del dolore   ma non sono rari i casi in cui l’esordio
spontaneo.                               è in età giovane o adulta. È essenziale
NEUROMI (DA LESIONE
NERVOSA PERIFERICA)
l dolore è spontaneo, a carattere sor-
do e profondo, oppure urente, vie-
ne riferito prevalentemente intorno
all’area che descrive come di pelle
“poco sensibile”: talvolta può insor-
gere un dolore improvviso a scarica
elettrica.

POLINEUROPATIE
Il dolore è generalmente urente o tipo
“formicolio”, senso di gonfiore o di
compressione, che si accompagna
all’insorgenza di dolore lancinante
spontaneo o provocato, a carattere
parossistico.
32
COMBATTERE iL DOLORE

eseguire proprio all’esordio della ma-        mati “interventi percutanei”.
lattia una Risonanza Magnetica Nu-            Si raggiunge il nervo trigemino intro-
cleare dell’encefalo per individuare la       ducendo un ago nella guancia fino a
causa della nevralgia. Quella più fre-        raggiungere la radice nervosa appe-
quente è la compressione del nervo            na all’interno del cranio. Si provoca,
alla sua emergenza dal tronco cere-           quindi, una “lieve” inattivazione del
brale da parte di un’arteria.                 nervo trigemino con l’applicazione di
La terapia farmacologica si mostra            una corrente elettrica, l’iniezione di gli-
risolutiva per molti pazienti, mentre         cerolo, o la compressione da parte di
                                              un palloncino gonfiato sotto controllo
nel restante 50% dei casi dopo alcu-
                                              della radioscopia.
ni mesi o anni diventa inefficace e bi-
                                              Questi interventi possono essere ese-
sogna prendere in considerazione la           guiti in Day Hospital, hanno un rischio
terapia chirurgica. Questa si avvale di       minimo di complicanze gravi, ma si
interventi palliativi, poco invasivi, chia-   accompagnano frequentemente a di-
                                              sturbi della sensibilità della metà del
                                              viso sede del dolore. Inoltre il loro ef-
                                              fetto nell’abolire il dolore è tempora-
                                              neo in circa la metà dei casi.
                                              La seconda opzione chirurgica pren-
                                              de il nome di “decompressione
                                              microvascolare”e consiste nel rimuo-
                                              vere la causa di irritazione del trigemi-
                                              no: l’arteria, la vena o il tumore che
                                              comprime la radice trigeminale.
                                              Ciò richiede un intervento di micro-
                                              chirurgia che consiste nel praticare
                                              una piccola apertura nel cranio, nella
                                              regione dietro l’orecchio per raggiun-
                                              gere la radice del nervo trigemino e
                                              allontanare la struttura che la compri-
                                              me. L’intervento è praticato in aneste-
                                              sia generale, dura 3-4 ore, si esegue
                                              in ambiente neurochirurgico e richiede
                                              un ricovero di 5-7 giorni.
                                                                                     33
INFILTRAZIONE PERIDURALE
 DI STEROIDI

 L’infiltrazione peridurale di cortisone può dare sollievo al dolore lombare e degli arti in-
 feriori (esempio sciatica) causato da edema e irritazione delle fibre nervose nel canale
 vertebrale. Si tratta di iniezione di una miscela di un anestetico locale e di un farmaco
 steroideo (potente farmaco antiinfiammatorio) nello spazio peridurale (che è uno spazio
 all’interno del canale vertebrale) in prossimità dei nervi spinali.
 Il dolore può essere significativamente alleviato già dopo la prima infiltrazione, tuttavia è
 spesso necessario effettuare due o tre infiltrazioni per ottenere un beneficio significativo
 e di lunga durata.
 Mentre, quando si è in presenza di un dolore di tipo cronico che, nonostante le cure,
 persiste nel tempo, si ricorre al Centro di Terapia Antalgica.
 Qui gli specialisti metteranno in atto tutte le loro conoscenze e la loro esperienza per
 fornire al paziente le terapie adatte e personalizzate.

 QUAL È LO SCOPO DELL’INFILTRAZIONE PERIDURALE DI STEROIDI?
 L’obiettivo è provvedere un sollievo dal dolore (il cosiddetto pain relief) cosicché si possa
 riprendere una normale attività quotidiana e, se indicata, la terapia fisica di riabilitazione.

 COME AVVIENE LA PROCEDURA?
 Il paziente rimane sveglio durante la procedura. La posizione del paziente sul lettino ope-
 ratorio è prona (a pancia in giù) possibilmente e, se indicato, con un cuscino sotto il baci-
 no oppure seduto a seconda della via di approccio scelta come la più indicata.
 La procedura prevede l’inserzione di un ago dedicato attraverso la cute, il sottocute e
 il tessuto muscolare cosicché il paziente può avvertire un leggero fastidio, per questo
 l’infiltrazione viene preceduta dall’iniezione di un anestetico locale.
 In caso di infiltrazione peridurale, cosiddetta “selettiva”, viene effettuata con l’ausilio
 dell’amplificatore di brillanza.

 CHE COS’È UN’INFILTRAZIONE DELLA FACCETTA ARTICOLARE LOMBARE?
 È l’iniezione di una miscela di un anestetico locale e di un farmaco cortisonico in un’arti-
 colazione della colonna vertebrale (faccetta articolare). La procedura prevede l’inserzione
 di tre aghi (uno per faccetta articolare da trattare)
 Le faccette articolari sono situate tra le vertebre; ci sono sempre due faccette articolari
 per ogni coppia di vertebre (una a destra e una a sinistra) che consentono alle due verte-
 bre adiacenti (superiore e inferiore) di articolarsi tra di loro.
 Le faccette articolari provvedono alla stabilità della colonna vertebrale permettendone i
 movimenti di flesso estensione e di rotazione. Con il carico e la sollecitazione e con il nor-
 male processo di invecchiamento le faccette articolari possono diventare fonti di dolore.

 QUAL È LO SCOPO DELL’INFILTRAZIONE DELLE FACCETTE ARTICOLARI?
 L’obiettivo è provvedere un sollievo dal dolore cosicché possa essere ripresa una normale
 attività quotidiana e, se indicata, la terapia fisica di riabilitazione.

34
IL TRATTAMENTO
A RADIOFREQUENZA
Questo trattamento sulle faccette articolari e dell’articolazione sacroiliaca utilizza un ge-
neratore che produce una corrente a radiofrequenza che, grazie a un ago posizionato
nella sede da trattare, crea dei campi elettrici che riscaldano i tessuti circostanti. Quando
l’ago è posizionato vicino al ramo nervoso responsabile della sensibilità dolorosa (della
faccetta articolare o dell’articolazione sacroiliaca) o in vicinanza delle sue terminazioni si
produce una lesione da calore che va ad interrompere il segnale doloroso proveniente
dall’articolazione.
QUAL È LO SCOPO DELLA LESIONE A RADIOFREQUENZA?
L’obiettivo è provvedere un sollievo duraturo dal dolore (il cosiddetto pain relief). Se il
trattamento è efficace gli effetti della radiofrequenza possono durare da 3 fino a 18 mesi.
Il sollievo non è permanente dal momento che i nervi possono rigenerarsi.
COME AVVIENE LA PROCEDURA?
Il paziente rimane sveglio durante la procedura. Vengono continuativamente monitorizzate
frequenza cardiaca, pressione arteriosa e ossigenazione arteriosa del sangue periferico.
La posizione del paziente sul lettino operatorio è prona (a pancia in giù) possibilmente e,
se indicato, con un cuscino sotto il bacino (nel caso della radiofrequenza sulle faccette
articolari lombari e dell’articolazione sacroiliaca) oppure sul fianco destro o sinistro con un
cuscino sotto il collo (nel caso della radiofrequenza sulle faccette articolari cervicali).
La visualizzazione della faccetta articolare o dell’articolazione sacroiliaca e il corretto posi-
zionamento dell’ago da naurolesione avviene con l’ausilio dell’amplificatore di brillanza.
La procedura prevede l’inserzione dell’ago da neurolesione attraverso la cute, il sottocu-
te, il tessuto muscolare e, nel caso della sacroiliaca, lungo il decorso dell’articolazione.

La neurostimolazione spinale
(O ELETTROSTIMOZIONE
DEL MIDOLLO SPINALE)
È l’applicazione di leggeri impulsi elettrici all’area del sistema nervoso in cui si possono
bloccare gli impulsi dolorosi. Il sistema è costituito da un elettrocatetere posizionato a
ridosso della colonna vertebrale, in uno spazio detto peridurale, e da un generatore di
impulsi elettrici ( batteria tipo pace maker) posizionato sottocute.
L’impianto del neurostimolatore consta di due fasi: impianto temporaneo per eseguire il
periodo di prova e impianto definitivo dopo verifica del beneficio sulla sintomatologia do-
lorosa. L’impianto viene eseguito in anestesia locale. Tale tecnica viene utilizzata dall’inizio
degli anni ‘70 negli Stati Uniti e dal 1984 alle Molinette di Torino. Da marzo del 2013 sono
disponibili i neurostimolatori compatibili con la Risonanza Magnetica Nucleare, ed è quin-
di possibile trattare con questa tecnica anche i pazienti con dolore cronico che debbono
essere periodicamente sottoposti a tale indagine.

                                                                                                35
quale DOLORE?

36
quale DOLORE?

APPROFONDIMENTI

                        37
quale DOLORE?

             Il dolore influisce molto sulla
             conduzione della propria esi-
             stenza e anche attività sem-
             plici, quali alzarsi dal letto,
             possono diventare estrema-
             mente problematiche. Il do-
             lore cronico è molto difficile
             da descrivere e, soprattutto
             per coloro che non ne sono
             affetti, è difficile compren-
             derne natura, entità e im-
             patto nella vita quotidiana.

38
ANTENATI E
PRECURSORI
DELl’ALGOLOGIA
La meditazione, l’interpretazione e          senso (il tatto) e deputato a svolgere
lo studio sul dolore costituiscono un        una funzione fondamentale nel salva-
patrimonio culturale antico quanto           guardare l’integrità fisica dell’essere
l’uomo. Da sempre il dolore è stato          vivente.
oggetto di curiosità, rispetto, super-       Cartesio approfondì e sviluppò il con-
stizione e studio nelle varie discipline.    cetto del dolore come sistema di au-
Ciononostante è sempre stato difficile        todifesa, non solo a favore della tutela
giungere ad una soddisfacente defini-         del singolo essere vivente ma, in pro-
zione del dolore.                            spettiva, nella salvaguardia della spe-
Nelle popolazioni primitive, il dolore       cie: allarme che segnala un pericolo
veniva considerato come un’espres-           in atto; spiacevole ma prezioso avver-
sione del mondo magico, in cui la na-        timento senza il quale ogni forma di
tura e l’uomo erano immersi, veniva          vita complessa (superiore) finirebbe
interpretato come effetto della pre-         con l’estinguersi, aggredita e distrutta
senza o dell’azione di spiriti malvagi       da condizioni avverse.
o di demoni e rientrava nella sfera di       Alla fine del ‘700 e per tutto l’800 gli
competenza dell’esperto di pratiche          studi di anatomia hanno portato al ri-
magiche (“stregone”). Questo tipo di         conoscimento e alla descrizione sem-
credenza persistette, in Occidente,          pre più accurata e minuziosa di recet-
fino alla nascita della medicina ippo-        tori e vie nervose preposti alle varie
cratica.                                     sensibilità, ma per il dolore rimaneva
Ippocrate interpretò il dolore in termi-     il dubbio: se si trattasse di un senso
ni biologici: come la conseguenza di         autonomo anch’esso, con recettori e
un’alterazione quantitativa, in ecces-       vie specifici, come vista, olfatto, tatto
so o in difetto, degli “umori”: quelli che   e gusto, o se rappresentasse solo una
riteneva essere i quattro elementi co-       particolare “modulazione”, uno “squi-
stitutivi fondamentali (sangue, flegma,       librio” quantitativo-qualitativo delle al-
bile gialla e bile nera) che, equilibran-    tre differenti sensazioni.
dosi fra loro, regolavano l’armonia del      Saranno soltanto gli studi della neurofi-
corpo.                                       siologia moderna che ci permetteranno
Fu Aristotele ad imprimere una svolta        di iniziare il cammino per l’interpreta-
concettuale e interpretativa, consi-         zione di una percezione sensoriale così
derandolo correlato ad un organo di          complessa.

                                                                                   39
LA NORMATIVA
SUL DOLORE

Il Ministero della Salute ha pubbli-      affinché vengano messe in atto tut-
cato linee guida per la realizzazione     te le misure possibili per contrastare
dell’Ospedale senza dolore e ha reso      il dolore, indipendentemente dal tipo
più agevoli e semplici le normative per   di dolore rilevato, dalle cause che lo
la prescrizione dei farmaci analgesici    originano e dal contesto di cura” af-
oppiacei.                                 finché possa essere diffusa “la filoso-
Le linee guida, approvate dai Presi-      fia della lotta alla sofferenza a tutti i
denti delle Regioni e delle Province      soggetti coinvolti nei processi assi-
Autonome di Trento e di Bolzano (GU       stenziali extraospedalieri”.
29 giugno 2001 n. 49), prevedono          Le linee guida chiariscono inoltre i
che le Regioni adottino gli atti neces-   percorsi per l’attivazione dell’Ospe-
sari alla loro applicazione in coerenza   dale senza dolore con la “identifica-
con la propria programmazione ed          zione a livello delle Aziende Sanitarie
inseriscano la loro attuazione tra gli    del Responsabile per l’applicazione
obiettivi e le procedure di valutazione   delle linee guida e la costituzione a li-
dei risultati delle Asl e delle Aso.      vello aziendale di un Comitato Ospe-
La finalità specifica è quella di “au-      dale Senza Dolore (Cosd)”; questo
mentare l’attenzione del personale        comitato è “composto da un referen-
coinvolto nei processi assistenziali      te della Direzione Sanitaria, da esperti
40
APPROFONDIMENTI

della Terapia del Dolore, ove presenti,            sentati nel Comitato”.
da specialisti coinvolti nel trattamen-            Le linee guida auspicano, altresì, “che
to del dolore post-operatorio e dalle              le singole aziende si adoperino affinché
figure professionali abitualmente de-               vengano costituite (ove non esistenti)
dicate agli interventi di controllo del            strutture specialistiche di terapia del
dolore, con particolare riferimento                dolore e cure palliative per la presa in
al personale infermieristico”. Viene               carico delle persone affette da dolore
inoltre chiarito che “gli operatori del-           cronico di difficile trattamento”.
le Strutture di terapia del dolore e/o             Dopo numerosi atti normativi a livello
cure palliative nonché di Anestesia e              nazionale e regionale, la legge 38 del
Rianimazione devono essere rappre-                 2010 sancisce:

    Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore
                                              Art. 1.
                                            (Finalità).
   1. La presente legge tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla
      terapia del dolore.
   2. È tutelato e garantito, in particolare, l’accesso alle cure palliative e alla terapia del
      dolore da parte del malato, come definito dall’articolo 2, comma 1, lettera c), nell’am-
      bito dei livelli essenziali di assistenza di cui al decreto del Presidente del Consiglio
      dei ministri 29 novembre 2001, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta
      Ufficiale n. 33 dell’8 febbraio 2002, al fine di assicurare il rispetto della dignità e
      dell’autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assi-
      stenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze,
      ai sensi dell’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e
      successive modificazioni.
   3. Per i fini di cui ai commi 1 e 2, le strutture sanitarie che erogano cure palliative e tera-
      pia del dolore assicurano un programma di cura individuale per il malato e per la sua
      famiglia, nel rispetto dei seguenti princìpi fondamentali:
       a) tutela della dignità e dell’autonomia del malato, senza alcuna discriminazione;
       b) tutela e promozione della qualità della vita fino al suo termine;
       c) adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale della persona malata e della
          famiglia.

                                                                                                    41
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