Psicologia della comunicazione e dei linguaggi - II modulo Vox-5, di Trevor Wishart
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Psicologia della comunicazione e dei linguaggi – II modulo Vox-5, di Trevor Wishart Calligher Raffaella Matricola 3407410 >. dal “Wilhelm Meister” di Goethe Introduzione: Il punto di partenza di questo lavoro è un’affermazione semplice ma al tempo stesso fondamentale: musica è qualsiasi suono che venga creato intenzionalmente per essere espressione di qualcosa, di un’emozione, di un pensiero. Il significato musicale nasce dall’incontro tra una spinta individuale (cornice biologica) e una spinta formale (cornice culturale): ogni individualità possiede già, in modo innato, le conoscenze attraverso le quali selezionare ed organizzare i suoni in conformità ad un fattore biologico, ma la società ha il coltello dalla parte del manico e impone una discriminazione per quanto riguarda il suono, distinguendo nettamente la musica dal rumore. Per la società occidentale si impara ad ascoltare, a creare una asimmetria tra ciò che è meritevole di ascolto da ciò che non lo è, il che vuole dire semplificare l'universo sonoro. Infatti ognuno di noi sa esperire la “sua” musica in modo unico e specifico, senza bisogno di alcuna educazione. Sentire non è la progressione delle sette note insegnateci dai luminari di musica nel medioevo. Il Sentire non conosce il pentagramma (Edoardo Bridda, direttore della rivista musicale Sentire e Ascoltare). L’ambiente intorno a noi è ricco di suoni, di input sonori, è un linguaggio a noi molto vicino, che veicola molteplici significati. Inoltre l’udito è l’unico senso che non possiamo facilmente disattivare: per strada, al lavoro, anche nel posto più isolato non possiamo non sentire qualcosa. L’importanza di queste evidenze viene sottolineata dalla nascita dell’acusmatica. L’acusmatica è musica realizzata in studio e memorizzata su supporto analogico o digitale, prodotta con qualsiasi tipo di dispositivo 1
elettronico che sintetizzi o elabori suoni. Figura importante per l’acusmatica è quella di Pierre Schaeffer: egli intuì che con la tecnologia si poteva registrare qualsiasi elemento sonoro, trasformarlo e poi inserirlo in una struttura musicale. La grande scoperta è data proprio da questo, dall’utilizzo di qualsiasi elemento sonoro: non più solamente gli strumenti musicali ma la totalità del mondo sonoro (Lelio Camilleri, 2005 ). Per Schaeffer (1966) la musica acusmatica è un'arte sonora nella quale viene vietato simbolicamente ogni rapporto con ciò che è visibile, toccabile, misurabile. Secondo l'autore l'interesse deve essere posto sugli oggetti sonori di per sé stessi senza che essi vengano mascherati dalle cause che li hanno prodotti. Egli considera importante avere una dissociazione fra udito e vista ritenendo che ciò possa favorire un ascolto rivolto unicamente al rilevamento delle forme sonore senza altri presupposti che non quelli di considerare il contenuto delle percezioni. Con la registrazione del suono questo diventa possibile. Quello che avviene è un processo di materializzazione: il suono non è più evanescente e, soprattutto, prende le distanze dalla sua causa. E’ proprio per questo motivo che, più che di suono, è opportuno parlare di “oggetto sonoro”. Russolo (1916) fu il primo ad avere l'intuizione che il rumore aveva grandissime potenzialità latenti, prevedendo che sarebbe diventato un elemento centrale dei processi compositivi del novecento. Secondo Russolo, i rumori presentano caratteristiche molto più varie e ricche rispetto a quelle dei suoni prodotti degli strumenti tradizionali dell'orchestra. Che cosa - cosa va a suscitare il brano sull’ascoltatore Ho deciso di utilizzare una composizione di Trevor Wishart, precisamente un pezzo tratto dalla composizione “ Vox - Cycle”, ovvero Vox-5. Si tratta di un ciclo di sei pezzi, ideati e realizzati da Wishart tra il 1979 e il 1988. Tutti i pezzi hanno come elemento focale la voce umana, e ne esplorano diverse possibilità espressive. Attraverso la manipolazione del suono ottenuta con il programma di Phase Vocoder di Mark Dolson, l’autore ha alterato gli spettri dei suoni vocali, fino a farli diventare innaturali, irriconoscibili. Si tratta di una sola lunga unità di energia rappresentante un ciclo. Si parte infatti con dei suoni della natura (raffiche di vento, mare uccelli etc..) per concludere, dopo una lunga ed elaborata trafila dove vengono esplorati molteplici aspetti sonori ( voci umane distorte, colpi di frusta, vagiti, sibili, percussioni…), ancora con suoni della natura. Potremmo affermare che la composizione segue in modo fluido il suo percorso "naturale" proprio come nel fraseggio classico. Questa energia è palpabile 2
nell'arco di tutta la composizione sia per l'articolazione della tavolozza timbrica e ritmica che per la presenza continua di spazializzazione degli elementi sonori attuata grazie agli amplificatori. Innanzitutto l’assenza di riferimenti visivi risulta un elemento rilevante in considerazione dell'importanza che il canale visivo ha nella mappa rappresentazionale delle conoscenze umane. Il fatto di eliminare una qualsiasi forma di riferimento visivo influenza la ricezione. Solitamente l'ascoltatore è abituato, in seno alla tradizione musicale, ad associare i suoni a strumenti corrispondenti. É questo un processo che consente all'utente di avere una rappresentazione mentale anche quando ascolta musica registrata. Ciò aiuta l'ascoltatore nel processo di comprensione della musica poiché, oltre allo strumento, viene immaginata anche una gestualità ed un'espressività ad esso correlata. Egli è in grado di immaginare uno strumento in associazione ad un determinato timbro. In questo brano di musica elettroacustica questo principio viene meno poiché non è possibile fare una distinzione e un'associazione articolata fra timbri e strumenti corrispondenti. I suoni elettronici sono prodotti da sorgenti virtuali, e i suoni naturali, come tuoni, pioggia, vagiti, sono trasformati da procedimenti tecnici quali l’editing e la metamorfosi: alterando le componenti spettromorfologiche di un suono, si altera il timbro e la tipologia del suono. L’utente non ha a disposizione quindi, nel bagaglio esperienziale, informazioni relative a questi suoni. Infatti l' esperienza passata esercita un ruolo importante consentendo la formazione di categorie timbriche definite che vengono utilizzate per operare confronti e classificazioni. Solitamente le classi di riferimento per il timbro risultano quelle che si sono delineate nel corso della storia della musica. Nella musica elettronica questo non accade; diventa quindi un’attività percettiva molto complessa, si può giocare con la percezione in modo creativo. In un’ ambiente in cui l’ascolto è solo ascolto, la sorgente è indistinta e la visualizzazione- rappresentazione non si può avvalere delle esperienze passate, possono nascere degli spunti creativi, di potenziamento cognitivo. Un brano di questo tipo mette particolarmente in risalto la componente iconica della musica. L’ascolto risulta libero da immagini “standardizzate”, culturalmente associate per esempio agli strumenti musicali. La persona si trova di fronte a suoni che raramente si è fermata ad ascoltare come si fruisce una canzone, con attenzione, oppure suoni che non gli sono familiari. L’innaturalezza viene accentuata dall’utilizzo di suoni chiamati “super vibrato”, che hanno una frequenza di 12-13 Hz, quando invece il nostro sistema uditivo può rispondere ad onde acustiche che si trovano all’incirca entro la gamma 20 Hz – 20 KHz, cioè da 20 cicli al secondo a 20.000. Per rendersi conto della relazione che sussiste tra la frequenza del suono ed i suoni che siamo abituati a sentire, ricordiamo che la nota più bassa di un organo è di circa 20 Hz. 3
Ricordando che nel suono si possono rinvenire caratteristiche iconiche, questi suoni creano nella mente degli ascoltatori certi significati “visivi”, magari anche molto difficili da categorizzare e spiegare a parole. Si potrebbe parlare di un mix di immagini, poiché l’ascoltatore si trova immerso in un ambiente sonoro che anche grazie ai supporti tecnologici (casse, amplificatori..) crea già di per sé uno spazio. La versione quadrifonica simula un movimento spaziale intorno al pubblico, in contrasto con la “super- voce” presente al centro dello spazio stereo: una voce umana è proiettata in mono al centro del palco, pronuncia sillabe che si trasformano in altri suoni (per esempio in una folla); questi e altri suoni sono sempre stereofonici e molte di queste immagini stereofoniche si muovono rapidamente verso gli altoparlanti posteriori, cosicché il suono sembra che sia espulso dalla bocca. La quadrifonia è un sistema di registrazione e riproduzione del suono a quattro canali totalmente indipendenti. In riproduzione i quattro canali fanno capo a quattro diffusori posizionati ai quattro angoli dell'ambiente d'ascolto. La “super voce” centrale sembra funzionare da organo regolatore, crea la sensazione di una presenza che racchiude in sé tutto, e dalla quale si “staccano” pezzi sonori che mutano, “girano” intorno all’ascoltatore, lasciando però l’impressione di appartenere sempre alla grande voce centrale. Le tecniche di editing e di metamorfosi creano una sequenza di suoni irregolari, che mutano in continuazione crescendo e descrescendo, creando brivido, tensione molto alta, che si unisce alla sorpresa, inquietudine dovute alla particolarità dei suoni. Ciò nonostante, la forma circolare del brano crea un senso di continuità, che alla fine rassicura, perché è forse l’unico elemento familiare a ciascuno di noi. In definitiva, questi oggetti sonori interrelati creano un sistema semiotico, un originale ambiente sonoro, che non parte dalla forma ma dai materiali e dalla ricerca della natura intrinseca dei suoni. “Tenere conto dei legami intrinseci ed estrinseci alla composizione stessa consentirà di concepire il tutto come un sistema non chiuso e non isolato, favorendo quindi nell’interprete e nell’ascoltatore la creazione di immagini reali e/ o virtuali, e una narratività sottoposte solo al grado di apertura mentale” (Giuseppe Rapisarda). L’interprete acusmatico godendo di ciò che percepisce e lasciandosi coinvolgere emotivamente dal mondo sonoro creato dal compositore. 4
A chi – come – applicazione: Prendendo spunto dalla psicologia dello sviluppo, pensavo di proporre questo brano a preadolescenti e adolescenti. Secondo il pensiero di Bruner, nel processo di acquisire il pensiero maturo, il bambino passa attraverso tre forme di rappresentazione mentale: esecutiva (1 anno), iconica (6-7 anni) e simbolica. Quest’ultima permette di codificare la realtà attraverso il linguaggio e altri sistemi simbolici come il numero e la musica. Le rappresentazioni mentali operano attraverso categorie, concetti, gerarchie. Questo permette l’acquisizione del linguaggio, astratto e arbitrario. Grazie alla rappresentazione simbolica, l’adolescente sviluppa modi più evoluti e raffinati di trattare l’informazione: può formulare aspettative, inferenze, ipotesi, concetti e conoscenze che manipolano e trasformano la realtà, o che la inseriscono in sistemi più ampi. Nella preadolescenza l’individuo deve portare avanti alcuni compiti di sviluppo, tra i quali la crescita fisica, la definizione di un’identità sessuale e corporea, tutto questo all’interno di una tempesta emozionale che crea confusione, paure, interrogativi, complessi. Risulta importante la capacità di ascoltarsi, di capirsi e di esprimersi; lo sviluppo mentale ha inoltre basi sociali, e la narrazione è lo strumento privilegiato della trasmissione culturale: consente di organizzare l’esperienza e di costruire significati. Riallacciandomi a quanto affermato da Rapisarda, dunque, è possibile considerare un brano di musica acusmatica come una narrazione, creata dal compositore, che veicola significati che vanno ricercati dentro ognuno di noi. Questa musica ha la possibilità, come tutta la musica, (ma forse con qualche motivo in più), di creare dentro ciascuno di noi immagini. Questo anche perché, non si dimentichi, la competenza comunicativa ( esprimere, comunicare in modo efficace, co-regolare i turni, al di là del codice specifico), insieme alle competenze cognitive ( rappresentazioni mentali, memoria…) precede quella linguistica e prepara la comparsa del linguaggio. Il linguaggio è un insieme di attività comunicative, cognitive e sociali strettamente integrate con le modalità percettive di esprimere il mondo. Qualunque sia il linguaggio che utilizziamo per comunicare, esso si struttura in stretta connessione con le competenze cognitive e le competenze comunicative. Suono è tutto ciò che percepiamo grazie all’udito, secondo Schaeffer, e tutto ciò che percepiamo grazie all’udito ha la capacità di veicolare una particolare attenzione, un’attenzione estetica, se viene offerto all’ascoltatore in un determinato modo. Solo grazie ad un “ascolto indiretto” siamo in grado di percepire il suono puro, solo in questo modo “la musica può tornarci a parlare”, per usare le stesse parole dell’autore. 5
L’applicazione di questo brano musicale potrebbe essere quello di educazione all’ascolto musicale in senso ampio e non tradizionalmente didattico. Affiancato alle ore di educazione musicale tradizionale, potrebbe essere utile per “esercitare “ i ragazzini ad un ascolto diverso, ad ascoltare soprattutto ciò che degli stimoli sonori distanti dal pentagramma possono produrre in loro. Si potrebbe associare l’ascolto a lezioni teoriche su quest’altra branca della musica, che credo possa fornire nuovi stimoli e può quindi diventare uno strumento per incentivare l’auto-espressione, la conoscenza di sé e la creatività. Lo sviluppo della creatività è un problema nodale non solo dell’educazione musicale, ma anche di altre discipline. In campo musicale dovrebbe essere favorito e incoraggiato un atteggiamento verso il gioco e l’utilizzo di supporti nuovi ( quali appunto quelli di cui si avvale la musica acusmatica: basterebbe strutturare un’aula come se fosse una piccola sala d’incisione, insonorizzandola e posizionandovi le quattro sorgenti sonore nella posizione corretta). In altre discipline, come ad esempio l’educazione artistica, è praticato un approccio creativo all’insegnamento, con attività di scoperta e di sperimentazione dei colori e dei materiali. A questo livello sono significative le attività con le quali gli studenti “toccano” ed entrano in rapporto diretto con la materia. Rapportando queste esperienze didattiche al campo musicale, si rileva che solo raramente è presente un atteggiamento simile all’educazione artistica, poiché in musica è privilegiata la dimensione esecutiva e riproduttiva. Bisognerebbe invece proporre attività creative anche in campo acustico, consentendo agli studenti di compiere lo stesso processo di sperimentazione che viene praticato da altre discipline, partendo da esperienze che tengano conto della loro sfera sensoriale. E’ molto importante una presa di coscienza a ogni livello di ciò che si fa: lo sviluppo di attività metacognitive e di riflessione sul lavoro svolto rappresenta un passaggio fondamentale per ottenere una svolta qualitativa delle capacità di pensiero coinvolte. A tal fine sono utili supporti come registratori e videocamere per riprendere e documentare le attività svolte, che possono essere oggetto di analisi da parte del gruppo classe. Durante e dopo l’ascolto, quindi, si potrebbe pensare ad una elaborazione grafica corrispondente al messaggio sonoro recepito. Si potrebbe poi chiedere di scrivere ciò che si è provato, quali pensieri l’ascolto ha attivato, quali immagini, quali ricordi. Si tratterebbe di attività creative con i suoni, che utilizzano gli eventi sonori e forme di schematizzazione informale. La schematizzazione informale degli eventi nasce dalla necessità di analizzare nello specifico gli eventi sonori, considerando in maniera più precisa il loro svolgersi. Tali attività, in conclusione, potrebbero sviluppare capacità di riflessione con i suoni e una modalità di pensiero “uditiva”, oltre che sviluppare la creatività e l’auto espressione. 6
Bibliografia: Lelio Camilleri, Il peso del suono, Apogeo, 2005 Alessandro Antonietti, Significati musicali, 2006 L.Camaioni, P. Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Mulino, 2002 Sitografia: http://www.sentireascoltare.com/staff2.htm http://www.ina.fr/grm/acousmaline/polychromes/index.fr.html http://www.lucx.com/index.htm http://www.cematitalia.it/cemat/lenostreattivita/anteprima/specchidelsentire.htm http://www.digital-music-archives.com/webdb2/application/Application.php? In questo si possono ascoltare brani di musica acusmatica, elettronica, tra cui vox-5 http://www.leliocamilleri.it/ http://personal-pages.lvc.edu/~snyder/em/schaef.html 7
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