Proposta di modifica del Piano cave della Provincia di Varese relativa all'ATEc2 nei Comuni di Travedona Monate e Ternate - Ottemperanza alla ...
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Direzione Generale Ambiente e Clima Unità Organizzativa Sviluppo Sostenibile e Tutela Risorse dell’Ambiente Proposta di modifica del Piano cave della Provincia di Varese relativa all’ATEc2 nei Comuni di Travedona Monate e Ternate - Ottemperanza alla sentenza TAR n. 5015/2009 passata in giudicato Legge regionale 08 agosto 1998, n. 14 – Art. 9, comma 2bis Relazione Tecnica Comitato tecnico consultivo regionale per le attività estrattive di cava Parere n. XI/1 del 27 novembre 2018 Sentenza TAR n. 5015 del 27 ottobre 2009
SOMMARIO 1. PRESENTAZIONE DELLA MODIFICA DEL PIANO CAVE PROVINCIALE DI VARESE ..... 3 A. L’ATEc2 ............................................................................................................................. 3 B. La Sentenza TAR n. 5015/2009 ...................................................................................... 8 C. La richiesta di ottemperanza e l’avvio del procedimento di VAS .......................... 8 D. Avvio del confronto – Pubblicazione del Documento di Scoping, I° Conferenza di valutazione e Forum pubblico ................................................................................... 11 E. Contributi pervenuti in fase di scoping ..................................................................... 11 a) Estratto del verbale della I Conferenza di Valutazione (Conferenza di Scoping) 11 b) Contributi pervenuti in Regione .................................................................. 12 F. Rapporto Ambientale.................................................................................................. 14 a) Stato dell’ambiente ...................................................................................... 14 b) Obiettivi e contenuti della modifica di Piano cave................................. 15 c) Scenari di riferimento .................................................................................... 15 d) Stato di attuazione del Piano cave e analisi dei fabbisogni .................. 17 e) Metodologia di valutazione ambientale................................................... 20 f) Scenario di modifica Piano proposto......................................................... 21 g) Misure per il monitoraggio ........................................................................... 25 G. Proposta di modifica di Piano presentata in Conferenza conclusiva di VAS ..... 26 2. OSSERVAZIONI SUL RAPPORTO AMBIENTALE E SULLA PROPOSTA DI MODIFICA ... 30 A. Esame delle osservazioni ............................................................................................. 30 a) Osservazione n. 1 – UTR di Varese ............................................................... 30 c) Osservazione n. 3 – Provincia di Varese ..................................................... 31 d) Osservazione n. 4 – Comune di Travedona Monate ............................... 33 e) Osservazione n. 5 – Sig. Magnini ................................................................. 33 3. VALUTAZIONE DI INCIDENZA ................................................................................... 35 4. PARERE DELL’UFFICIO REGIONALE ........................................................................... 37 A. Scheda e planimetria della modifica dell’ATEc2 proposta all’esame del Comitato Tecnico consultivo regionale per le attività estrattive di cava ............................. 42 5. PARERE DEL COMITATO TECNICO CONSULTIVO REGIONALE PER LE ATTIVITÀ ESTRATTIVE ................................................................................................................ 47 6. PARERE MOTIVATO VAS E CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE DELL’UFFICIO REGIONALE ............................................................................................................... 50 7. PROPOSTA DI MODIFICA DEL PIANO....................................................................... 52 2
1. PRESENTAZIONE DELLA MODIFICA DEL PIANO CAVE PROVINCIALE DI VARESE Il Piano cave della Provincia di Varese, approvato con d.c.r. 698 del 30 settembre 2008, è stato oggetto di attenzione da parte della Commissione europea, che ha aperto il Caso EU Pilot 2706/11/ENVI a seguito della mancata sottoposizione alla procedura di VAS del Piano stesso, ai sensi della Direttiva Comunitaria 2001/42/CEE. Con il citato caso Pilot, la Commissione ha chiesto alla Regione Lombardia di sottoporre il Piano cave a una procedura di VAS, adeguandolo alle risultanze della stessa procedura. Pertanto il Piano cave di Varese è stato sottoposto, primo caso in Italia, a una procedura di VAS ex-post, appositamente individuata con d.g.r. 13 febbraio 2013, n. 4851 “Avvio del procedimento per l’aggiornamento del Piano cave della provincia di Varese e della relativa Valutazione Ambientale Strategica (VAS)”. Il procedimento di VAS è stato svolto inizialmente dalla Provincia di Varese, che ha valutato gli effetti ambientali del Piano considerando 3 scenari (Piano adottato dalla Provincia, Piano approvato dalla Regione e Piano vigente). La Provincia, con deliberazione presidenziale 2 luglio 2015, n. 66, ha preso atto del Rapporto Ambientale sul Piano cave, della documentazione a corredo e delle proposte di modifica sul Piano stesso e lo ha trasmesso alla Regione Lombardia. L’istruttoria tecnica regionale è culminata con l’approvazione della d.g.r. 14 marzo 2016, n. 4928, con cui la Giunta regionale ha trasmesso la proposta di aggiornamento del Piano cave al Consiglio per l’approvazione finale, avvenuta con d.c.r. 21 giugno 2016, n. 1093. Il Piano così aggiornato è divenuto vigente a seguito della sua pubblicazione sul BURL, avvenuta il 14 luglio 2016 (Bollettino serie ordinaria n. 28). A. L’ATEc2 Il Piano cave di Varese approvato nel 2008 comprendeva l’ATEc2, confermato nel Piano aggiornato in seguito alla procedura di VAS ex-post, le cui caratteristiche sono descritte di seguito. DATI GENERALI Settore merceologico: Rocce per uso industriale Cave: C12 – Holcim Italia Comune: Travedona Monate – Ternate Località: Faraona Sezione CTR: A4b5 Ispra; A4c5 Lago di Varese CARATTERISTICHE DELL’AMBITO Nuovo inserimento: no Ambito Preesistente: sì Area complessiva 575.000 dell’ambito (mq) Area estrattiva (mq) 224.000 Quota media piano 345 (338 nord; 360 sud) campagna (m s.l.m.) Beni Ambientali (D. Lgs. 42/04); boschi (D. Lgs. 42/04); corso d’acqua (D. Lgs. 42/04); nelle vicinanze ZPS Lago di Varese, SIC/ZPS Palude Brabbia e SIC Lago di Comabbio Vincoli (l.r 14106/03); autorizzazione al taglio boschi e cambio uso del suolo (l.r. 31/2008); zone di rispetto dei pozzi ad uso potabile (D. Lgs. 152/06). A sud della cava Faraona era attiva fino ai primi mesi del 2014 la Miniera Santa Marta Concessioni minerarie della Holcim. 3
Ricompreso in elemento primario e varco della RER A confine nord SP36 A est nelle Contesto vicinanze di SP18 e SP33. A nord limitrofo al Torrente Acquanegra. Formazione geologica Calcare Nummulitico (Formazione di Travedona). coltivata PREVISIONI DI PIANO Riserve e produzioni Volumi disponibili nell’Ambito stimati (mc) 3.989.000 1/2009 Produzione prevista nel 3.989.000 ventennio (mc) Riserve residue (mc) 0 Modalità di coltivazione Parametri geometrici Durante la coltivazione: alzata massima: 15 m; pedata minima: verifica da progetto; inclinazione massima: verifica da progetto. A fine coltivazione: alzata massima: 15 m; pedata minima: H/2 e comunque > 4 m; inclinazione massima: verifica da progetto. Quota massima di scavo 360 (m s.l.m.) Quota minima di scavo (m 275 s.l.m.) Mitigazioni previste L’area di rispetto posta a sud dell’ATE è da considerarsi vincolante, la fascia boscata localizzata tra la miniera S. Marta e il limite dell’area estrattiva, dovrà essere conservata e/o migliorata al fine di garantire la continuità della rete ecologica anche durante l’esercizio della cava. Nel caso nei cumuli di terreno accantonato siano presenti nidi di Gruccione, Martin pescatore o Topino si dovranno sospendere eventuali movimentazioni del materiale in attesa che termini il periodo di nidificazione e allevamento della prole. Verificare se il Lago di Monate, nei pressi dello stabilimento Holcim, rappresenti un limite di deflusso delle acque sotterranee o viceversa un limite di alimentazione al fine di valutare l’impatto del prelievo dei 3 pozzi a servizio dell'impianto produttivo sul bacino idrogeologico del Lago di Monate. Valutare di conseguenza l'eventuale impiego delle acque meteoriche raccolte nell'invaso creatosi sul fondo della Cava Faraona (ATEc2), all’interno dei cicli di lavorazione dello stabilimento Holcim di Comabbio riducendo così il prelievo dai suddetti pozzi. Altre prescrizioni per la - coltivazione Note - Modalità di recupero finale Destinazione finale Naturalistica Recupero scarpate Semina e impianti arborei - arbustivi Recupero fondo cava Semina e impianti arborei – arbustivi 4
Recupero in fase di Il recupero, che assume un carattere prioritario nella porzione nord dell’ATE, deve escavazione garantire la continuità spaziale della rete ecologica (collegamento tra i laghi di Varese, Biandronno e Monate) al procedere della coltivazione sul lato sud, anche coordinandosi con le opere di recupero della vicina miniera Santa Marta. Altre prescrizioni per il Qualora tecnicamente fattibile anche in termini di sicurezza degli scavi, si ritiene recupero finale opportuno contestualizzare il recupero attraverso una modellazione morfologica sufficientemente diversificata con versanti irregolari sia planimetricamente che in termini di pendenze. In alcuni tratti sarebbe opportuno raccordare il fondo scavo ed il piano campagna del fronte orientale con riporti a bassa inclinazione. Di seguito si riporta la planimetria dell’Ambito Territoriale Estrattivo. 5
Nel corso del procedimento di VAS ex-post sul Piano cave la ditta Holcim aveva presentato la medesima richiesta ampliativa oggetto della presente istruttoria. Si riporta di seguito il contenuto della richiesta e le controdeduzioni alla stessa, tratte dall’Allegato 1 alla d.g.r. 4928/2016 di trasmissione al Consiglio regionale della proposta di aggiornamento del Piano cave di Varese. “La ditta fa presente che l'attività nell'ATE serve a produrre il clinker utile a soddisfare i fabbisogni dei due cementifici di proprietà della ditta situati a Merone e Ternate. La proposta di Piano evidenzia un deficit tra i quantitativi autorizzati (circa 3.900.000 mc) e quelli previsti dal Piano del 2008 (4.800.000 mc), ma non considera la sentenza TAR 5015/2009, con cui si riconosce alla ditta il diritto a estrarre 6.780.000 mc, come da iniziale proposta della Giunta regionale in fase di approvazione del Piano cave. Tale volume è stato poi ridotto dal Consiglio regionale, a parere del TAR senza adeguata motivazione. Benché tale sentenza sia stata impugnata, è esecutiva e non tenerne conto significa venire meno al mandato della d.g.r. 4851/2013, con cui è stata avviata la procedura di VAS ex post, che dice di considerare anche lo scenario di Piano cave "vigente". La Ditta sostiene che i volumi posso essere individuati all'interno dell'ATE, senza prevedere ampliamenti, se non dell'area estrattiva. Il fabbisogno dichiarato dalla Ditta da qui al 2028 è pari a circa 7.100.000 mc (510.000 mc/anno per 14 anni), mentre quanto individuato nella proposta coprirebbe solo fino al 2021. Sulle valutazioni di tipo ambientale incluse nel rapporto Ambientale, la Ditta evidenzia inoltre che: il tipo di recupero morfologico previsto è tecnicamente fattibile solo agendo anche all'esterno dell'area estrattiva; il divieto di escavazione nella parte sud dell'ATE impedirebbe lo sviluppo futuro nel giacimento individuato (Gc2), mentre il corridoio ecologico si potrebbe tutelare anche ad attività in corso, con opportuni accorgimenti progettuali; in ogni caso, il Piano di monitoraggio previsto nel decreto VIA e messo in atto finora, esclude impatti ambientali rilevanti. Per quanto sopra chiede: 1. l'adeguamento alla sentenza TAR 5015/2009, con relativo aumento del volume, o ampliando l’ATE o, preferibilmente, ampliando unicamente l’area estrattiva, anche uscendo dai confini del giacimento, ma rimanendo nel perimetro dell'ATE; 2. che sia valutata la possibilità di incrementare i volumi fino al fabbisogno stimato per il cementificio; 3. la modifica delle mitigazioni previste dalla scheda di Piano. CONTRODEDUZIONI 1. Come già espresso in altri punti del documento, si ritiene che il processo di VAS ex post cui è sottoposto il Piano cave di Varese possa consentire modifiche al Piano stesso solo se supportate da valutazioni e motivazioni di carattere ambientale. Pertanto si ritiene di demandare a successivi atti l’ottemperanza alla Sentenza in argomento. 2. Nell'aggiornamento dei fabbisogni, il Rapporto Ambientale rileva un deficit produttivo di circa 3.379.000 mc. Si ritiene, pertanto, che sarà necessario procedere a una variante o revisione del Piano cave delle materie prime per cemento per garantire il fabbisogno del cementificio di Ternate fino alla fine della validità del vigente Piano cave (25-11-2028), che sarà assoggettata a VAS. Tuttavia, come già anticipato per altre osservazioni, il procedimento in corso non prevede la possibilità di procedere a modifiche del Piano non direttamente connesse agli esiti di valutazioni di tipo ambientale. Si rileva, inoltre, che le 7
aree di rispetto soggette a vincolo, ancorché interessanti un giacimento, non potranno essere oggetto di coltivazione se non previa variante al Piano cave, non si riscontrano pertanto motivi di incompatibilità della citata tutela del corridoio ecologico. 3. La richiesta di modifica delle mitigazioni introdotte non è supportata da motivazioni adeguate a ripensare la formulazione della prescrizione. Quindi, considerato che la diversificazione dei versanti può avvenire in parte anche con riporti, in assenza di motivazioni significative si propone di non accogliere la richiesta.” Per quanto evidenziato sopra, l’aggiornamento del Piano cave approvato nel 2016 ha confermato l’ATEc2 come previsto nel Piano approvato nel 2008, pur dando atto del deficit di fabbisogno di calcare evidenziato dalla ditta e indicando che sarebbe stato necessario procedere a una revisione del Piano, per garantire il soddisfacimento di tale fabbisogno. B. La Sentenza TAR n. 5015/2009 La ditta interessata alla coltivazione dell’ATEc2 aveva presentato ricorso al TAR – Milano, contro Regione Lombardia e Provincia di Varese, per l’annullamento, in parte qua, della d.c.r. 698/2008 di approvazione del Piano cave (ricorso n. 291 del 2009). Il ricorso è stato presentato a seguito del mancato accoglimento delle osservazioni della ditta che, durante la fase istruttoria regionale, aveva dichiarato che il volume previsto dal Piano non garantiva il soddisfacimento del fabbisogno ventennale di calcare dello stabilimento asservito dalla cava, come invece prevedrebbero i criteri per la formazione dei Piani cave. In particolare, al fine di garantire i propri fabbisogni per l’intera durata del Piano, la ditta aveva chiesto un aumento del volume estraibile fino a 7.980.000 mc, con conseguente ampliamento areale dell’Ambito verso sud, verso est e verso ovest. Durante la fase istruttoria regionale le osservazioni erano state parzialmente accolte: nella delibera di trasmissione al Consiglio regionale del Piano, la Giunta aveva proposto un aumento del volume fino 6.780.000 mc e un conseguente ampliamento dell’ATE verso sud. Il Consiglio, tuttavia, ha stralciato le proposte di ampliamento areale e volumetrico della Giunta. Con il ricorso citato la ditta ha chiesto di ottenere l’aumento areale e volumetrico dell’ATEc2, così come inizialmente richiesto alla Giunta regionale (volume richiesto: 7.980.000 mc). Il Tribunale Amministrativo si è pronunciato sul citato ricorso con la Sentenza n. 5015 del 27 ottobre 2009, che accoglie parzialmente le richieste della ditta. In particolare, il TAR ha giudicato accoglibile l’ipotesi di ampliamento così come proposto dalla Giunta al Consiglio regionale (quindi fino a un volume di 6.780.000 mc), giudicando, altresì, non adeguatamente motivato lo stralcio operato dal Consiglio regionale in fase di approvazione. La stessa Sentenza n. 5015/2009 giudica invece inammissibile la richiesta di ulteriore ampliamento (in direzione est e ovest e fino a un volume massimo di 7.980.000 mc), poiché tale richiesta non era stata accolta dalla Giunta regionale, che aveva, secondo il Tribunale, adeguatamente motivato il rigetto. La Sentenza n. 5015 del 2009 è passata in giudicato a gennaio 2016. C. La richiesta di ottemperanza e l’avvio del procedimento di VAS Con nota prot. reg. n. 31984 del 21 giugno 2016 la ditta Holcim Italia S.p.A., titolare del diritto sull’ATEc2, nonché proprietaria dello stabilimento asservito dall’Ambito, ha chiesto alla Regione Lombardia di ottemperare, ai sensi dell’art. 9, comma 2bis, della l.r. 14/1998, alla citata Sentenza n. 5015/2009. Al fine di adempiere alla richiesta di ottemperanza presentata dalla ditta, è stato avviato il relativo procedimento con d.g.r. 5948 del 5 dicembre 2016, "Richiesta di ottemperanza alla sentenza passata in giudicato TAR n. 5015/2009 avanzata, ai sensi dell’art. 9, comma 2bis, della 8
l.r. 14/98, dalla ditta Holcim Italia S.p.A. inerente l’ATEc2 del Piano cave di Varese, ubicato nei comuni di Travedona Monate e Ternate – Avvio del procedimento di modifica del Piano e relativa procedura di VAS", poi modificata con la successiva d.g.r. 6205 dell’8 febbraio 2017. La citata d.g.r. di avvio del procedimento ha dato atto che nell’allegato 1h alla citata d.g.r. 761/2010 è stato individuato il modello metodologico procedurale e organizzativo per la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani Cave provinciali. Tale modello, tuttavia, non è immediatamente adattabile ai casi di modifica dei Piani cave in ottemperanza a sentenza passata in giudicato, di cui all’art. 9, comma 2bis, della l.r. 14/98. Pertanto, al fine di adempiere alla richiesta di ottemperanza presentata dalla ditta e garantire l’osservanza della Direttiva 2001/42/CE, della Parte Seconda, Titolo II del D. Lgs. 152/2006 e dell’art. 4 della l.r. 12/2005, la d.g.r. 5948/2016, poi modificata con la successiva d.g.r. 6205/2017, ha individuato, con un modello metodologico procedurale e organizzativo specifico, che si riporta di seguito. Schema modifica di Piano – VAS Fase del Piano Processo del Piano Valutazione ambientale VAS cave P0.1 Pubblicazione avviso di avvio del Fase 0 procedimento sul BURL, su SIVAS e sui siti web A0.1 Incarico per la redazione del Rapporto Preparazione della Provincia e del Comune o dei Comuni Ambientale interessati P1.1 Orientamenti iniziali della modifica di Fase 1 Piano Orientamento P1.2 Definizione schema operativo per lo A1.1 Definizione dello schema operativo per la VAS svolgimento del processo di mappatura del e mappatura del pubblico e dei soggetti pubblico e degli enti territorialmente competenti in materia ambientale coinvolti interessati coinvolti P1.3 Identificazione dei dati e delle A1.2 Verifica delle presenza di Siti Rete Natura 2000 informazioni a disposizione dell’Ente su (SIC/ZPS) Territorio e Ambiente Conferenza di Avvio del confronto valutazione A2.1 Definizione dell’ambito di influenza (scoping), Fase 2 P2.1 Determinazione obiettivi generali definizione della portata delle informazioni da Elaborazione e includere nel rapporto ambientale redazione A2.2 Analisi di coerenza esterna P2.2 Costruzione scenario di riferimento e di modifica del Piano A2.3 Stima degli effetti ambientali attesi A2.4 Stima degli effetti sugli habitat e sulle specie di cui alla Direttiva 92/43 CEE e 79/409CEE A2.5 Valutazione delle alternative di modifica del P2.3 Definizione di obiettivi specifici, Piano e scelta di quella più sostenibile costruzione di alternative/scenari di sviluppo e definizione delle azioni da mettere in A2.6 Analisi di coerenza interna (verifica della campo per attuarli congruenza tra obiettivi e azioni) A2.7 Progettazione del sistema di monitoraggio (costruzione del sistema degli indicatori) A2.8 Studio di Incidenza delle scelte del piano sui siti di Rete Natura 2000 (se previsto) 9
A2.9 Proposta di Rapporto ambientale e sintesi non P2.4 Proposta di modifica del Piano tecnica Deposito, per 60 giorni, della proposta di modifica di Piano e del Rapporto Ambientale presso gli uffici dell’autorità procedente. Dell’avvenuto deposito è data comunicazione su web (SIVAS) Fase 3 Formulazione osservazioni (nei 60 gg) Deposito Richiesta parere a Comuni interessati, a Consorzi di Bonifica e Enti gestori dei parchi, ove previsto Controdeduzioni Valutazione del Piano e del Rapporto Ambientale Conferenza di valutazione Valutazione di incidenza (se prevista): acquisito il parere obbligatorio e vincolante dell’autorità preposta La Giunta regionale esamina il Piano apportando, ove necessario, anche sulla base dei pareri e delle osservazioni pervenuti, integrazioni e modifiche Fase 4 Approvazione Parere motivato Regione predisposto dall’autorità regionale competente per la VAS d’intesa con l’autorità procedente Lombardia La Giunta regionale approva la modifica di Piano, il Rapporto Ambientale e la Dichiarazione di Sintesi Pubblicazione su BURL e sul web P4.1 Monitoraggio dell’attuazione del Piano Fase 5 A4.1 Rapporti di monitoraggio e valutazione P4.2 Monitoraggio dell’andamento degli periodica Attuazione indicatori previsti gestione P4.3 Attuazione di eventuali interventi correttivi Nella procedura di cui sopra sono state individuate: il Proponente, coincidente con l’Autorità procedente, nella DG Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile, UO Tutela Ambientale, Struttura Pianificazione in Materia di Cave e Rifiuti di Regione Lombardia; l’Autorità competente in materia di VAS nella DG Territorio, Urbanistica, Difesa del Suolo e Città Metropolitana, UO Strumenti per il Governo del Territorio, Struttura Fondamenti, Strategie per il Governo del Territorio e VAS. Il processo ha coinvolto i soggetti individuati con Decreto del Dirigente della Struttura Pianificazione in Materia di Cave e Rifiuti della Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile della Regione Lombardia n. 1700 del 20 febbraio 2017, avente ad oggetto "Individuazione dei soggetti competenti in materia ambientale e degli Enti territorialmente interessati chiamati a partecipare alla Conferenza di Valutazione Ambientale (VAS) inerente l’ottemperanza alla sentenza TAR n. 5015/2009, passata in giudicato, relativa all’ATEc2 del Piano cave di Varese, ubicato nei comuni di Travedona Monate e Ternate, e dei settori del pubblico interessati all’iter decisionale". 10
D. Avvio del confronto – Pubblicazione del Documento di Scoping, I° Conferenza di valutazione e Forum pubblico Il 5 luglio 2017 è stato messo a disposizione il Documento di Scoping, mediante la sua pubblicazione sul sito SIVAS. Il 26 luglio 2017 si è svolta la prima Conferenza di valutazione e il Forum pubblico di presentazione del documento di scoping e si è stabilito il termine per la formulazione, da parte dei soggetti interessati, di contributi ed osservazioni. Tale termine, fissato dalla normativa in almeno trenta giorni dalla pubblicazione del Documento di Scoping, è stato prorogato al 31 agosto 2017. Alla conferenza sono intervenuti i rappresentanti di: ANEPLA; ARPA Lombardia; Comune di Ternate; Comune di Travedona Monate; Comune di Varano Borghi; Legambiente; Università dell’Insubria. Al Forum aperto al pubblico sono intervenuti i rappresentanti di Holcim Italia S.p.A. E. Contributi pervenuti in fase di scoping a) Estratto del verbale della I Conferenza di Valutazione (Conferenza di Scoping) Enti territorialmente interessati al processo di VAS. Il sig. Grieco, Sindaco di Ternate, indica che, riservandosi eventuali ulteriori approfondimenti nel corso del procedimento, per il Comune lo scenario preferibile è quello che prevede l’allargamento della cava entro i confini dell’ATE esistente. Il sig. Colombo, Sindaco di Travedona Monate, ricorda l’importanza che rivestono, per il territorio, sia la cava, per questioni sociali ed economiche, sia il lago di Monate, risorsa da tutelare per le sue caratteristiche paesaggistiche, naturalistiche, biologiche e turistiche: per tale ragione il lago è costantemente monitorato, così come sono monitorati i possibili impatti dell’attività di cava sul lago stesso. Fa presente che il Comune ha un ruolo attivo nella gestione del monitoraggio e che il Piano di monitoraggio attualmente vigente può essere rivisto alla luce dei risultati fin qui ottenuti. Ribadisce, infine, l’importanza del recupero della cava e la restituzione dell’area alla fruizione locale. Il sig. Carnesecchi, Assessore al Monitoraggio ambientale con specifica competenza alla cava, alle acque e cultura del Comune di Travedona Monate, comunica che il Comune si riserva di dare contributi e fare osservazioni scritte dopo l’approfondita lettura del documento di scoping. Sottolinea i principali punti di attenzione del Comune relativi alla tutela idrologica e idrogeologica, costituiti da un pozzo idropotabile situato nei pressi dell’area e del lago di Monate, ricordando che il bacino imbrifero del lago lambisce il perimetro dell’ATEc2. Fa presente che a oggi la situazione è buona, dato che i dati relativi al monitoraggio sono confortanti. Infine, sul recupero dell’area, indica che potrebbe essere aperto un tavolo per discuterne con tutte le parti interessate e che il progetto potrebbe prevedere anche usi alternativi a quello naturalistico, con recupero in parte fruitivo e in parte artigianale. Indica, infine, che potrebbero essere recuperate le vie di comunicazione dei mezzi di cava, per realizzare strade tangenziali al centro abitato. Soggetti del pubblico interessato al processo di VAS. Il sig. Minazzi, coordinatore dei Circoli provinciali di Varese di Legambiente, chiede: se sarà possibile prevedere eventuali mitigazioni o compensazioni per i possibili effetti che la cava avrà sull’ambiente; a che intervallo temporale ci si riferisce nel calcolo del fabbisogno di materiale per la cava in questione; 11
se un eventuale ampliamento della cava può impattare il corridoio ecologico attualmente presente nell’area meridionale dell’ATE. Vitali risponde che è sempre prevista, nel procedimento VAS, la possibilità di inserire eventuali mitigazioni e/o compensazioni che attenuino gli effetti negativi dell’attività di cava sull’ambiente; il fabbisogno è stato calcolato considerando l’intero periodo di validità del Piano cave per il settore dei materiali per l’industria (2008-2031); l’eventuale interferenza con il corridoio ecologico sarà mitigata, ovvero si creerà un nuovo corridoio, che sostituisca l’esistente, nella porzione settentrionale dell’ATE. Ai contributi presentati oralmente in sede di prima Conferenza di valutazione e Forum pubblico si è dato riscontro in quella sede, senza necessità di ulteriore trattazione, fermo restando che gli stessi contributi sono stati presi in considerazione in fase di redazione del presente Rapporto Ambientale. b) Contributi pervenuti in Regione Sono inoltre stati presi in considerazione i contributi pervenuti in forma scritta entro la data indicata in sede di Conferenza (31 agosto 2017), tenuto conto che le osservazioni ed i contributi costituiscono apporti collaborativi, utili ai fini del processo in corso. I relativi documenti sono depositati agli atti e consultabili presso la sede della Regione Lombardia: di seguito se ne riporta una sintesi, precisando che i contributi sono stati valutati integralmente. Regione Lombardia – DG Agricoltura – UO Sviluppo di Sistemi Forestali, Agricoltura di Montagna, Uso e Tutela del Suolo Agricolo e Politiche Faunistico-Venatorie - Struttura Politiche Agroambientali e Uso e Tutela del Suolo Agricolo (prot. reg. n. 42466 del 26 luglio 2017) La Struttura: • chiede di includere, tra gli obiettivi specifici relativi alla tutela e all’uso sostenibile del suolo, il contenimento della perdita del valore ecologico/ambientale del suolo stesso; • chiede di aggiungere, tra gli effetti negativi sul suolo derivanti dall’attività di cava, il consumo del suolo stesso, che dovrà essere quantificato qualora si optasse per lo scenario che prevede l’ampliamento dell’attività estrattiva al di fuori dell’attuale perimetro dell’ATE; • chiede di aggiungere, tra le funzioni svolte dal suolo, quelle ambientali, e di prendere in considerazione i dati sull’uso del suolo nella caratterizzazione dello stesso; • suggerisce gli strumenti, definiti da una serie di documenti, da includere nella valutazione della coerenza esterna della modifica di Piano, riferita al livello europeo; • chiede di includere il Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020, approvato con d.g.r. 3895/2015, tra quelli considerati per la valutazione della coerenza esterna della modifica di Piano. ARPA Lombardia – Dipartimento di Como e Varese – Struttura Valutazioni Ambientali (prot. reg. n. 42901 del 27 luglio 2017) L’Agenzia sottolinea che il progetto di gestione produttiva dell’ATEc2, così come previsto nel Piano cave approvato nel 2008, è stato assoggettato alla procedura di VIA e che è stata rilasciata l’autorizzazione all’attività estrattiva, comprensiva di piano di monitoraggio ambientale. Ritiene che il Rapporto Ambientale debba concentrarsi sugli impatti in sede locale o sovralocale derivanti dall’eventuale incremento volumetrico, nonché sulla scelta della soluzione migliore tra le diverse alternative di Piano, anche con riferimento allo Studio d’Incidenza. 12
Inoltre, suggerisce di utilizzare i dati raccolti per il monitoraggio della cava già in essere, per la valutazione dell’impatto della stessa. Infine, raccomanda di scegliere indicatori coerenti con la finalità della VAS e possibilmente già appartenenti all’elenco di quelli generali previsti per il Piano cave. Provincia di Varese – Area Ambiente e Territorio (prot. reg. n. 43810 dell’1 agosto 2017) La Provincia propone alcuni elementi di attenzione da approfondire nel Rapporto Ambientale: • valutazione dei volumi disponibili nelle aree estrattive individuate, anche al fine di fissare indicazioni utili a garantire la massima sostenibilità in tutte le fasi dell’attività estrattiva; • valutazione di fattori legati alla sicurezza di cantiere; • valutazione qualitativa dell’impatto paesaggistico delle diverse soluzioni ipotizzate; a riguardo, la Provincia anticipa che la soluzione in ampliamento verso sud appare meno impattante sulle invarianti paesaggistiche di scala vasta; • valutazione qualitativa delle aree oggetto di ampliamento, riconoscendo i diversi valori ecosistemici e paesaggistici tra le aree a sud, di fatto già oggetto di intervento e oggi in corso di rinaturalizzazione, e quelle a est e ovest, attualmente in stato di naturalità; • trattazione approfondita della nuova proposta sul corridoio ecologico di collegamento tra i laghi di Biandronno, Ternate e Varese, dato che l’ATE è ubicato all’interno del corridoio ecologico citato, nonché nel perimetro di siti appartenenti alla Rete Natura 2000. Infine, evidenzia l’opportunità di integrare il metodo di valutazione degli impatti proposto nel Documento di Scoping con elementi di natura qualitativa, eventualmente facendo riferimento alla scheda valutativa già predisposta per l’ATE in occasione dell’aggiornamento del Piano cave approvato nel 2016. Comune di Travedona Monate (prot. reg. n. 48179 del 30 agosto 2017) Il Comune esprime le seguenti considerazioni in merito alla compatibilità ambientale delle alternative proposte, con particolare riferimento alle possibili interferenze con il regime idraulico, date le relazioni dell’attività con il deflusso idrico in ingresso al lago di Monate: • occorre identificare con precisione l’impatto dei due scenari alternativi sull’estensione del bacino imbrifero del lago di Monate e optare per la soluzione che comporti la riduzione più contenuta dell’apporto idrico al lago; • occorre stimare le superfici di bosco soggette a taglio, in entrambi gli scenari alternativi; • per le finalità sopra descritte, il secondo scenario proposto sembra quello meno impattante, ed è individuato come quello preferenziale, ferma restando la necessità di svolgere analisi di dettaglio, supportata da ispezioni geognostiche e rilievi di precisione, nonché verifica del bilancio idrologico del lago, con modello e scala temporale di analisi appropriate. A tal proposito il Comune suggerisce una scala temporale giornaliera; • occorre aggiornare il Piano di monitoraggio con la raccolta di informazioni e indicatori di impatto addizionali, prevedendo almeno: o la collocazione di una stazione meteorologica in prossimità del lago di Monate, per monitorare il bilancio idrico; o la collocazione di almeno due piezometri addizionali; o l’intensificazione del monitoraggio del pozzo idropotabile a servizio dell’abitato di Travedona; o l’intensificazione della frequenza di monitoraggio biologico del lago di Monate. Ditta Holcim Italia S.p.a. (prot. reg. n. 49005 del 5 settembre 2017) 13
Il contributo risulta trasmesso in data 2 settembre 2017 e pervenuto fuori tempo massimo, tuttavia, considerati i contenuti tecnici e di supporto alla redazione del Rapporto Ambientale, si ritiene opportuno prenderlo in considerazione. La ditta, infatti, oltre a inquadrare dal punto di vista normativo, procedurale e autorizzatorio l’Ambito in argomento, fornisce utili dati su: lo stato di fatto dell’area e dell’attività in corso; i contenuti del progetto di recupero ambientale autorizzato; il Piano di monitoraggio ambientale connesso all’attività; le proposte progettuali alternative, utili al fine di ottemperare alla Sentenza n. 5015/2009; dati e considerazioni preliminari sull’impatto ambientale connesso all’attività. I contributi forniti in fase di scoping hanno costituito un apporto alle analisi e alle valutazioni svolte e hanno concorso alla definizione dei contenuti del Rapporto Ambientale, nell’ambito del quale sono sviluppati tutti i temi e gli elementi di attenzione rilevati. Nello specifico: • il contributo della DG Agricoltura - UO Sviluppo di Sistemi Forestali, Agricoltura di Montagna, Uso e Tutela del Suolo Agricolo e Politiche Faunistico-Venatorie - Struttura Politiche Agroambientali e Uso e Tutela del Suolo Agricolo della Regione Lombardia è stato recepito con inserimenti specifici ai paragrafi 2.9, 4.4, 6.2.c, 8.1 e 8.5; • il contributo di ARPA Lombardia – Dipartimento di Como e Varese – Struttura Valutazioni Ambientali è stato recepito integrando il capitolo 6 e il capitolo 9; • il contributo della Provincia di Varese – Area Ambiente e Territorio è stato recepito integrando i capitoli 5 e 6 e con inserimenti specifici ai paragrafi 3.6 e 6.4; • il contributo del Comune di Travedona Monate è stato recepito integrando i capitoli 5, 6 e 9 e con inserimenti specifici al paragrafo 6.4. F. Rapporto Ambientale a) Stato dell’ambiente Il Rapporto Ambientale predisposto dalla Regione effettua un’analisi dello stato dell’ambiente del territorio interessato, individuato nei territori comunali di Travedona Monate e Ternate (sede dell’Ambito Territoriale Estrattivo) e dei comuni compresi in un intorno di 2 km dall’ATE stesso (Biandronno, Bregano, Cazzago Brabbia, Comabbio, Inarzo, Malgesso, Osmate, Ternate, Travedona Monate, Varano Borghi). Sono stati presi in considerazione i fattori: popolazione, struttura economica e produttiva; acqua; agenti fisici; aria; clima; energia; natura e biodiversità; rifiuti; 14
suolo e sottosuolo; paesaggio. Il Rapporto Ambientale è stato predisposto mantenendo la stessa struttura logica e analitica adottata nel procedimento di aggiornamento del Piano del 2016 (VAS ex-post). Sono stati considerati i dati più aggiornati possibile; se disponibili, i dati sono stati riferiti all’ambito territoriale sopra richiamato, ovvero, in assenza di dati puntuali, sono stati riferiti all’intero territorio provinciale Il Rapporto descrive, pertanto, il percorso metodologico e le scelte effettuate durante il processo di approvazione del Piano, nonché i risultati di tali scelte, che hanno portato alla definizione degli scenari di riferimento del processo di VAS. b) Obiettivi e contenuti della modifica di Piano cave L’obiettivo principale della modifica di Piano è quello di adempiere a quanto previsto dalla sentenza n. 5015/2009. I principali punti di riferimento che sono stati presi in considerazione sono costituiti da: la normativa di riferimento (l.r. 14/19998 e, in particolare, l’articolo 9, comma 2bis); il Piano cave approvato nel 2008 e aggiornato nel 2016 (d.c.r. 10963); i documenti tecnici relativi al processo di VAS ex-post svolto sul Piano per il suo aggiornamento, con particolare riferimento al Rapporto Ambientale, allo Studio d’Incidenza e alle controdeduzioni alle osservazioni presentate; i contenuti e le motivazioni della Sentenza TAR n. 5015/2009. La Sentenza, ritenendo parzialmente accoglibili le osservazioni avanzate dalla ditta in sede di approvazione del Piano nel 2008 (e ribadite in fase di VAS ex-post), ha imposto di effettuare una nuova valutazione su tali osservazioni e motivare adeguatamente la decisione finale. In definitiva, quindi, il procedimento in esame si prefigge il duplice obiettivo di garantire alla ditta interessata l’approvvigionamento del materiale necessario per l’intera durata del Piano cave, come previsto dai criteri regionali per la formazione dei Piani, assicurando, al contempo, il raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale già individuati in sede di VAS ex-post. Tali obiettivi devono essere verificati preventivamente, per valutare se gli stessi siano ancora attuali, ovvero debbano essere aggiornati. c) Scenari di riferimento Sono stati considerati tre differenti scenari e i loro relativi effetti. Il primo scenario considerato è il cosiddetto “scenario zero”, quello, cioè, in cui non si effettueranno modifiche alle previsioni del Piano così come approvato nel 2008 (e confermato nell’aggiornamento del 2016). Gli altri due scenari, invece, costituiscono due differenti possibilità di modifica del Piano in accoglimento delle richieste di ampliamento volumetrico della ditta: la prima prevede l’ampliamento dell’area estrattiva in direzione sud, verso la miniera S. Marta, al di fuori dei confini dell’ATE attualmente previsto; la seconda, invece, prevede un ampliamento dell’area estrattiva in direzione sud, est e ovest, ma senza fuoriuscire dai confini dell’ATE vigente. Entrambe le ultime due soluzioni prevedono un volume totale massimo estraibile nel periodo di validità del Piano cave pari a 6.780.000 mc: dalle stime effettuate, tale volume è disponibile su entrambe le superfici considerate. Di seguito si riportano le planimetrie relative a tali scenari di modifica. 15
Scenario di ampliamento dell’ATEc2 esterno all’attuale Ambito – “Scenario 1” 16
Scenario di ampliamento dell’ATEc2 interno all’attuale Ambito – “Scenario 2” d) Stato di attuazione del Piano cave e analisi dei fabbisogni Le tabelle seguenti riassumono lo stato di attuazione della pianificazione relativa all’ATEc2: 17
nella prima sono indicati gli estremi dell’atto di approvazione del progetto di gestione produttiva (P.G.P.), la data del rilievo iniziale di riferimento (ai sensi dell’art. 52 delle Norme Tecniche del Piano cave), il numero di fasi in cui si articola il P.G.P., i volumi in gioco suddivisi tra sterro totale, cappellaccio, volume utile (mercantile) e l'area estrattiva interessata nel periodo di validità del Piano. Quest'ultimo dato include sia l'area di nuovo ampliamento sia le aree di scarpata o di piazzale oggetto di coltivazione in applicazione alle previsioni contenute nel nuovo Piano cave; nella seconda sono indicati gli estremi degli atti di autorizzazione dei progetti attuativi (P.A.), la data del rilievo di riferimento del P.A., il numero di fasi in cui si articola il P.A, i volumi in gioco suddivisi tra sterro totale, cappellaccio, volume utile (mercantile) e l'area estrattiva interessata dalla coltivazione autorizzata; nella terza, infine, sono indicati i volumi utili estratti e quelli da estrarre, secondo il PGP approvato. Dal confronto tra i volumi approvati e quelli previsti dal Piano cave, si evince un deficit produttivo teorico di 811.000 mc. Numero e data Data rilievo Fasi Volume sterro Volume Volume utile Area approvazione atto iniziale PGP (mc) cappellaccio (mc) (mc) (mq) 1358 del 04-04-12 01-2009 5 4.904.000 915.000 3.989.000 224.400 Stato di attuazione ATEc2 - PGP Dati PA Volumi (mc) Area Numero e data Data Data Data (mq) Fasi Sterro Cappellaccio Utile autorizzazione Notifica Scadenza Rilievo 2016 del 19-06-13 27-06-13 31-12-24 10-2010 5 4.817.500 914.500 3.903.000 224.400 Stato di attuazione ATEc2 – Progetti attuativi Volumi utili (mc) Volumi previsti (mc) PGP Estratti Da estrarre Piano cave PGP Deficit 3.989.000 168.000 3.821.000 4.800.000 3.989.000 811.000 Stato di attuazione ATEc2 – Volumi teorici e volumi utili Il Progetto di Gestione Produttiva dell'ATEc2, approvato con A.D. n. 1358 del 4 aprile 2012, prevede l'estrazione di 3.989.000 mc di volume utile nel ventennio di validità del Piano cave. Tale volume è inferiore a quello previsto dal Piano, pari a 4.904.000 mc, data la presenza di circa 915.000 mc di cappellaccio. Rispetto al volume pianificato, pertanto, quello utile è inferiore di circa il 18,5%. Il Progetto Attuativo, autorizzato con A.D. n. 2016 del 19 giugno 2013, prevede la coltivazione di tutta l'area estrattiva prevista nel PGP, per un volume utile mercantile di 3.903.000 mc, che corrisponde a un volume movimentato di 4.817.500 mc. Le differenze volumetriche tra PGP e PA (86.000 mc) sono dovute al fatto che il computo metrico dei volumi disponibili fa riferimento, per il PGP allo stato di fatto rilevato a gennaio 2009, per il PA a quello rilevato nel 2010: in questo intervallo temporale la ditta ha estratto 86.000 mc di materiale in conformità alle autorizzazioni in essere, riferite al precedente Piano. Allo stato attuale resterebbero disponibili all’estrazione 2.865.970 mc, dato che, a fine 2016, risultano essere stati estratti 1.123.030 mc. L’estrazione ha preso avvio a settembre 2013. Tra gennaio 2009 e marzo 2014, dall'adiacente Miniera S. Marta, di proprietà della medesima ditta e a servizio del cementificio di Ternate, sono stati estratti circa 2.100.000 mc di materiale, che ha concorso al soddisfacimento del fabbisogno del cementificio. 18
Da quanto illustrato sopra si desume che la produzione di calcare a servizio del cementificio nel primo quinquennio del Piano cave è stata di circa 2.200.000 mc, con una produzione media di 440.000 mc. Il fabbisogno ventennale del cementificio di Comabbio, cui è destinato il materiale estratto dall’ATEc2, è pari a 10.200.000 mc. Tale fabbisogno avrebbe dovuto essere parzialmente soddisfatto anche con il materiale proveniente dalla miniera S. Marta, per circa 5.400.000 mc (volume stimato a settembre 2002, in fase di elaborazione del Piano cave di Varese). Nel 2006 la ditta Holcim, durante la fase di osservazioni prevista nel procedimento di approvazione del Piano cave, ha chiesto di aumentare il volume da attribuire e, conseguente, di ampliare l’area estrattiva dell’ATEc2 fino al limite della miniera: la richiesta era dovuta al fatto che a dicembre 2005, successivamente alle stime effettuate dalla Provincia in fase di elaborazione del Piano, il volume residuo di materiale disponibile nella miniera si era ridotto a 3.420.000 mc. Di conseguenza il volume individuato dal Piano cave adottato non era più sufficiente a soddisfare il fabbisogno del cementificio. La Giunta regionale aveva pertanto proposto di aumentare la produzione ventennale programmata da 4.800.000 mc a 6.780.000 mc. Tale proposta, utile a compensare il volume nel frattempo estratto dalla miniera, risulta dalla differenza tra il fabbisogno del cementificio (confermato in 10.200.000 mc) e il volume disponibile nella miniera di S. Marta (3.420.000 mc). La proposta prevedeva, conseguentemente, di ampliare l’area estrattiva dell’ATEc2 verso sud, all’interno del perimetro del giacimento G2c, fino al confine con la miniera. Come anticipato, in fase di approvazione il Consiglio regionale non aveva accolto la proposta della Giunta, ripristinando la situazione come da Piano cave adottato. Il dimensionamento del quantitativo annuo estraibile è stato effettuato in funzione della capacità produttiva del cementificio, della gamma dei prodotti commercializzati e dei relativi mercati, come previsto dai criteri per la formazione dei Piani cave, di cui alla DGR 11347/2010, che indicano che “per i materiali soggetti a lavorazione e trasformazione quali argille, calcare per calce e cemento, dolomie, etc. ..., saranno considerate le necessità di alimentazione degli impianti di lavorazione ovunque ubicati e delle esigenze del mercato nazionale ed internazionale”. Come anticipato il fabbisogno di calcare del cementificio era soddisfatto sia dal materiale estratto nella miniera, sia da quello estratto nella cava. A fine 2008 la miniera Santa Marta aveva un volume disponibile pari a circa 2.100.000 mc; la miniera ha cessato l'attività estrattiva nei primi mesi del 2014. Il graduale esaurimento del giacimento sfruttato dalla miniera S. Marta, avvenuto nel periodo intercorso tra l’elaborazione del Piano cave e la sua attuazione, ha comportato la necessità di incrementare il volume attribuito all’ATEc2. Come già indicato in fase istruttoria di aggiornamento del Piano cave conseguente all’apertura del EU Pilot 2706/11/ENVI, i volumi individuati per l’ATEc2 devono essere oggetto di revisione, in quanto la produzione di calcare prevista nell'unico ambito estrattivo della provincia di Varese per tale materiale non è sufficiente a garantire il fabbisogno nel ventennio di validità del Piano stesso. Infatti, a fronte di un'estrazione nei primi 9 anni di validità del Piano pari a circa 1.123.030 mc, restano ancora da estrarre 2.865.970 mc previsti nel progetto attuativo autorizzato. Considerato che nei prossimi 11 anni (2017-2028) è previsto un fabbisogno del cementificio di Ternate di circa 5.600.000 mc (510.000 mc/annui x 11 anni), si rileva un deficit produttivo di circa 2.700.000 mc, ulteriori rispetto a quelli pianificati. 19
Inoltre, i volumi autorizzati per l’ATE sono inferiori a quelli pianificati, a causa del maggior volume di cappellaccio riscontrato in fase di progettazione attraverso appositi sondaggi geognostici e alla riduzione del volume estraibile dovuto alla costruzione di una viabilità di servizio di grosso calibro che consente di trasportare il materiale estratto dalla cava all'impianto di frantumazione sito a Ternate per mezzo di dumper. Si rileva, infine, che il Giacimento G2c ha riserve sufficienti a garantire il fabbisogno del cementifico nel ventennio di validità del Piano cave. e) Metodologia di valutazione ambientale La metodologia utilizzata per la valutazione ambientale degli scenari di piano è stata mutuata da quella utilizzata in sede di VAS ex-post sull’aggiornamento del Piano cave del 2016. È stato assunto come riferimento quello di verificare che l’utilizzo delle risorse non infici o penalizzi l’utilizzo di altre risorse e beni materiali e immateriali, con particolare riferimento ai “beni collettivi”. Partendo da questo assunto è stata effettuata un’analisi multiscalare, definendo la “funzioni guida” che incidono sulla formazione del paesaggio locale a ogni scala (fasce di paesaggio, Unità di Paesaggio, Ambito locale) e verificando, poi, l’effetto sulla scala vasta delle azioni programmate alla scala locale. La metodologia di valutazione ambientale applicata è mutuata dalla proposta formulata dalla Regione nell’ambito della VAS della revisione e integrazione del Piano Territoriale Regionale (PTR), che a sua volta riprende la Strategia regionale di sostenibilità ambientale (SRSA). Sono state dapprima effettuate analisi a macro scala, considerando le fasce paesistico- ambientali, le Unità Tipologiche di Paesaggio e le Unità di Paesaggio, analizzate con l’applicazione di alcuni indicatori volti a valutarne le principali caratteristiche, anche in rapporto agli scenari di modifica di Piano proposti. Sono state successivamente effettuate valutazioni sito-specifiche, sulla base del modello adottato per le valutazioni ambientali in sede di verifica di assoggettabilità alla VIA per cave e torbiere, di cui alla d.g.r. 10964/2009. I risultati sono stati raffrontati agli obiettivi di sostenibilità ambientale della modifica di Piano: aria: garantire livelli di qualità dell'aria che non comportino rischi o impatti significativi per la salute umana e l'ambiente; acqua: tutelare la qualità ambientale dei corpi idrici superficiali, prevenendo l’inquinamento; garantire un livello elevato dei corpi idrici sotterranei, promuovendo l’uso sostenibile delle risorse idriche; suolo: promuovere un uso sostenibile del suolo; proteggere il territorio dai rischi idrogeologici e sismici; flora, fauna e biodiversità: tutelare, conservare, ripristinare e sviluppare il funzionamento dei sistemi naturali, degli habitat naturali e della flora e fauna selvatiche allo scopo di arrestare la perdita di biodiversità; paesaggio e beni culturali: promuovere la salvaguardia dei paesaggi e del patrimonio culturale, al fine di conservarne o di migliorarne la qualità; salute umana: contribuire a un elevato livello di qualità della vita e di benessere per i cittadini; rumore: prevenire e contenere l'inquinamento acustico; mobilità: garantire una mobilità competitiva e rispettosa dell’ambiente; 20
rifiuti: garantire una migliore efficienza delle risorse e una migliore gestione dei rifiuti; energia: promuovere un utilizzo razionale dell’energia al fine di contenere i consumi energetici. La valutazione ambientale, quindi, è stata effettuata sia sugli obiettivi, sia sugli scenari di Piano. Per quanto riguarda la valutazione dei due scenari (escluso lo “Scenario 0”), i valori rilevati dalle trasformazioni previste nei due scenari indicano una leggera diminuzione della capacità biologica dell’intera Unità di Paesaggio solo nel caso dello “Scenario 2”, che però sarà compensato negli anni grazie al recupero naturalistico già previsto. Infine, come anticipato, è stata effettuata una valutazione sito-specifica, basata sui criteri utilizzati per la verifica di VIA di cave e torbiere, che ha mostrato una leggera preferenza per lo “Scenario 2”, in particolare per i parametri “Flora, fauna ecosistemi”, e “Paesaggio”. f) Scenario di modifica Piano proposto A seguito della valutazione effettuata, è stata presentata la proposta di modifica di Piano costituita dallo “Scenario 2”, che prevede il mantenimento dell’attuale perimetro dell’ATE e l’ampliamento della sola area estrattiva verso sud e in direzione est-ovest. Sono state inoltre confermate e individuate una serie di misure mitigative, elencate di seguito: Indirizzi generali di mitigazione degli impatti durante l’attività estrattiva 1. Prevedere un piano di coltivazione che in ogni fase, tenga salva la continuità ecologica. 2. Prevedere il recupero ambientale contestualmente alle attività di cava. 3. Anticipare le attività di scavo da rilievi accurati vegetazionali e faunistici finalizzati a determinare gli elementi di interesse conservazionistico eventualmente presenti in prossimità delle aree di intervento, che dovranno essere tutelati dalle attività di trasformazione. 4. Condurre le lavorazioni in modo tale da evitare di costituire fonti di inquinamento per le acque di falda. 5. Evitare, per quanto possibile, l’illuminazione e le attività di disturbo durante le ore notturne, al fine di ridurre al minimo le interferenze negative rispetto alla componente faunistica. 6. Prevedere interventi mitigativi dell’impatto visivo per tutta la durata della coltivazione, e del successivo recupero, tramite l’inserimento di siepi, filari e macchie/fasce boscate. 7. Conservare la vegetazione boschiva nelle aree di rispetto, che si configura come mitigazione pregressa e che, alla cessazione dell’attività di cava, potrà porsi come sorgente e protezione per i neo ecosistemi. 8. Limitare l’estensione dei piazzali e realizzare opere di mascheramento ed equipaggiamento a verde e opere idonee alla regolazione delle acque di pioggia e dei sedimenti. 9. Raccogliere e convogliare a scarichi idonei le acque meteoriche che interessano aree ove avvengono/avverranno lavorazioni potenzialmente inquinanti, quali, ad esempio, aree di frequente passaggio o operazione di mezzi di trasporto o mezzi meccanici. Indirizzi specifici di mitigazione degli impatti o Atmosfera 1. Al fine di mitigare eventuali impatti, in particolare in periodi di elevata siccità o in concomitanza di giorni particolarmente ventosi, prevedere specifiche misure di 21
mitigazione quali la bagnatura delle piste, ovvero, se necessario, la sospensione della coltivazione nei giorni particolarmente ventosi (velocità del vento>10 m/s). o Acque superficiali e sotterranee 1. Realizzare canalette per la regimazione delle acque meteoriche contemporaneamente all’avanzamento dei lavori di coltivazione 2. Mettere in opera interventi di rinverdimento, in particolare l’idrosemina delle nuove superfici, al fine di limitare i fenomeni di ruscellamento delle acque piovane 3. Realizzare un fosso perimetrale per impedire l'afflusso all’interno della cava delle acque meteoriche di dilavamento 4. Intervenire sulle sponde del bacino di raccolta delle acque meteoriche per limitare l’apporto di materiale. 5. Controllare il sistema di convogliamento all’esterno delle acque raccolte nel bacino, al fine di mantenere invariate le condizioni attuali di deflusso. 6. Prevedere la corretta regimazione delle acque meteoriche in corso d’opera e a fine lavori. 7. Verificare il rispetto rigoroso della quota finale di scavo, per mantenere un livello di sicurezza rispetto al livello del lago di Monate. 8. Evitare il passaggio dei mezzi di trasporto in prossimità delle canalette, al fine di evitare eventuali ma locali franamenti, con riporto di materiale sciolto che limiterebbe la circolazione delle acque e potrebbe costituire una fonte di materiale in sospensione. 9. Effettuare periodicamente controllo e manutenzione del sistema di regimazione delle acque meteoriche all’interno dell’area di cava. 10. Eseguire gli interventi di manutenzione dei mezzi d’opera nell’area di servizio in modo da evitare sversamenti accidentali 11. Delimitare il perimetro della cava e controllare l’accesso all’area di cava, al fine di impedire l’eventuale verificarsi di scarichi abusivi. o Suolo 1. Prevedere, in fase di recupero, un intervento di modellamento morfologico per ricolmare il piazzale di fondo cava fino alla quota di 289 m s.l.m. 2. Eseguire gli interventi di rivegetazione contemporaneamente all’avanzamento della coltivazione, al fine di limitare i periodi di mancanza di copertura vegetale. 3. Effettuare un rinverdimento a mezzo idrosemina anche sulle scarpate temporanee, per limitare i fenomeni di erosione del suolo. o Flora e fauna 1. Ripristinare la vegetazione in contemporanea all’avanzamento della coltivazione, nelle aree esaurite in cui sono state portate a termine le operazioni di recupero morfologico. 2. Effettuare interventi di rinverdimento temporaneo sui fronti non definitivi. 3. Pianificare i lavori prevedendo l’avanzamento delle attività di scopertura e coltivazione per fasi, al fine di evitare la rimozione della copertura boschiva sull’intera area nella fase iniziale del progetto e limitare nel tempo la presenza di nuove superfici senza copertura vegetale. 22
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