Biennale di Venezia, viaggio nel padiglione dei Paesi Nordici
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Biennale di Venezia, viaggio nel padiglione dei Paesi Nordici Il padiglione dei paesi nordici a Venezia è un progetto del norvegese Sverre Fehn. È una delle strutture espositive più celebrate e visitate dei Giardini della Biennale di Venezia. È stata progettata alla fine degli anni cinquanta dall’architetto insignito del Premio Pritzker nel 1997 per accogliere le partecipazioni di Norvegia, Svezia e Finlandia. Il modernismo di Sverre Fehn Sverre Fehn nasce nel 1924 a Kongsberg, piccola città a sud- ovest di Oslo. Muore nella capitale norvegese nel 2009. Studia alla Facoltà di Architettura di Oslo, dove si laurea nel 1949. Trascorre in seguito un periodo di formazione che lo vede viaggiare in Europa e nord Africa. Il Marocco, visitato tra 1952 e 1953, gli consente di avvicinarsi allo studio delle sue architetture locali. Parigi, dove soggiorna i due anni successivi, lo portano a collaborare con Jean Prouvé e conoscere Le Corbusier. Dopo la laurea aderisce alla sezione norvegese dei Ciam (Congresso Internazionale di Architettura Moderna) insieme a Christian Norberg-Schultz. Le influenze del tardo modernismo internazionale sono forti sulla sua attività progettuale degli anni cinquanta e si riflettono anche nel disegno del padiglione veneziano. Secondo la giuria che nel 1997 gli conferì il Nobel dell’architettura, che comprendeva anche l’italiano Giovanni Agnelli, Sverre Fehn “ha aperto nuovi orizzonti nel dare una moderna forma architettonica agli elementi del paesaggio norvegese: l’aurora boreale, le grigie pietre e le foreste verdi e lussureggianti”.
La progettazione del padiglione dei paesi nordici alla Biennale di Venezia viene affidata a Fehn nel 1958. L’incarico conclude un concorso di progettazione. Segue di due anni un’altra vittoriosa partecipazione, che lo vede impegnato nella realizzaizone di un intervento omologo: il padiglione norvegese per l’expo universale di Bruxelles, che segue i medesimi principi generatori. I Giardini della Biennale di Venezia Il padiglione dei paesi nordici a Venezia sorge ai Giardini della Biennale, completato e aperto nel 1962. I Giardini ospitano le esposizioni d’arte veneziane fin dalla loro prima edizione, tenutasi nel 1895, e sono collocati nella parte sud- orientale della città, affacciati sulla sua laguna. Vengono realizzati da Napoleone a inizio Ottocento nel sestiere Castello, non lontano dal grande arsenale. La progressiva costruzione dei padiglioni delle nazioni straniere avviene a partire da inizio Novecento sulla spinta del successo di visitatori delle mostre. Affiancano l’esistente Padiglione Centrale, eretto nel 1894 su richiesta della municipalità veneziana con la finalità di ospitare le opere della nuova mostra. Ha accolto tutte le partecipazioni concentrando nazioni e opere fino al 1905, quando si avvia la costruzione dei padiglioni nazionali. Verso la Biennale di Architettura di Venezia 2021: Comunità resilienti è più vicino Biennale di Venezia 2018: com'è il Freespace di Yvonne Farrell e Shelley McMamara Cemento a vista, vetro, luce ed
elementi naturali Il padiglione dei Paesi Nordici è uno spazio completamente vuoto, richiesto dalla funzione espositiva. Ha un volume piccolo ed essenziale, impostato all’interno di una pianta rettangolare di poco più di 400 metri quadrati. Il progetto ha voluto portare in Laguna l’atmosfera nordica attraverso la luce e la pervasiva presenza della natura su cui i suoi elementi di plasmano. Fehn ha lavorato intensamente sull’illuminazione diurna e sulla presenza di importanti elementi naturali preesistenti. L’interno del padiglione è privo di elementi strutturali verticali. Il suo spazio è continuo, interrotto solo dalla presenza di tre alti platani i cui loro e chiome attraversano la copertura, piana, creando un luogo chiuso e aperto allo stesso tempo. La grande apertura è accentuata dalle vetrate continue che a livello del terreno aprono completamente due dei suoi quattro lati, permettendo di percepire l’esterno dall’interno e l’interno dall’esterno. La struttura portante corrisponde alla sua architettura e si adegua alla forte presenza della natura. Un quarto platano, il più grande e preesistente, mantiene la sua posizione originaria alla sinistra dell’ingresso, generando la divisione di una grande trave che si biforca per fare spazio al suo tronco. La copertura è piana, costituita da un doppio livello di travi in cemento armato alte 1 metro, spesse 6 cm e distanziate l’una dall’altra di circa 50 cm. Il loro incrocio definisce in pianta una griglia regolare la cui continuità è interrotta puntualmente dai fusti degli alberi posizionati all’interno. Questo sistema di imponenti brise-soleil è chiuso superiormente da pannelli in fiberglass. L’illuminazione naturale è prevalentemente zenitale. La luce pervade i chiari e puri interni rafforzando e accentuando le
particolari scelte materiche, che per il calcestruzzo optano per una miscela di cemento bianco, sabbia chiara e polvere di marmo. Photogallery © Åke E:son Lindman Chiudi © Åke E:son Lindman Chiudi © Åke E:son Lindman Chiudi © Åke E:son Lindman Chiudi © Åke E:son Lindman Chiudi © Åke E:son Lindman Chiudi © Åke E:son Lindman Chiudi © Åke E:son Lindman Chiudi Chiudi
Chiudi
Puoi anche leggere