Presentazione: "Ragazzi Al Volante: L'influenza del gruppo di coetanei sui comportamenti di guida"

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Presentazione: "Ragazzi Al Volante: L'influenza del gruppo di coetanei sui comportamenti di guida"
Presentazione: “Ragazzi Al Volante: L’influenza del gruppo di
coetanei sui comportamenti di guida”
a cura di Renato Pocaterra, Responsabile scientifico di Fondazione IARD
Sonia Colombo, Ricercatore di Fondazione IARD

Bruno Mondadori, Milano, 2007

“Ragazzi al volante” rappresenta il secondo volume di un’esperienza di ricerca sulla
sicurezza stradale realizzata da Fondazione IARD e da Zurich.
Nel vasto mondo degli studi sulla sicurezza stradale in ambito giovanile, questo testo
vuole dare un contributo originale nell’osservazione del fenomeno: l’esperienza pone in
primo piano l’influenza e la pressione sociale del gruppo dei pari al comportamento di
guida.
Perché un giovane, se guida in compagnia di adulti (genitori o altri) è solitamente
attento e rigoroso, mentre se guida in compagnia di amici mette in atto comportamenti
spericolati o inadeguati? Secondo la psicologia sociale questa differenza di
comportamento si può spiegare con l’emersione di differenti identità sociali: il ruolo del
figlio - fautore di atteggiamenti allineati con i desiderata familiari (prudenza e rispetto
delle regole) – spesso lascia spazio al ruolo di pari – che tende ad allinearsi a
comportamenti aggressivi e temerari, messi in atti nel gruppo dei pari.
In sostanza, l’approccio di base consiste nel considerare l’individuo non come unità
unica e immodificabile, ma come la somma di molteplici identità sociali, che vengono
adottate dal ragazzo stesso in funzione del gruppo di appartenenza e della situazione
contingente. Il giovane è quindi figlio, studente, atleta, fidanzato o amico, a seconda del
contesto in cui si trova e assume ruoli differenti, che possono accentuare alcune
caratteristiche della personalità in funzione dell’identità sociale che in quel momento
emerge.
Ecco quindi che si può essere affettuosi quando si è con la propria ragazza, ma
aggressivi quando ci si diverte con gli amici, e ancora, servizievoli con i genitori, o
sfrontati con gli insegnanti.
È la consapevolezza di queste molteplici sfaccettature di un’identità complessa e
multipla, che rende l’uomo, con l’età, maturo ed equilibrato; tuttavia, questa apparente
schizofrenia, che viene percepita come immaturità dal mondo degli adulti, risulta essere
particolarmente attraente per adolescenti e giovani. Come accennato, tendenzialmente i
ragazzi non possiedono una grande consapevolezza della complessità di questi
cambiamenti ma, al contrario, attribuiscono questi comportamenti a caratteristiche
della propria personalità, che credono di riconoscere e poter gestire. Su questo
presupposto si orienta l’obiettivo fondamentale dell’intervento proposto: far
riconoscere al giovane la sua incapacità di gestire questi processi di cambiamento,
delegittimando le sue convinzioni più profonde e portandolo a riflettere sui suoi errori.
Per far questo il progetto ha sviluppato una serie di attività, tra le quali spicca per
efficacia la tecnica del role playing, in cui i ragazzi selezionati hanno messo in scena
situazioni tipo (come ad es. un sabato sera con gli amici), con ruoli assegnati dal
conduttore: alcuni di loro dovevano recitare ruoli trasgressivi, altri ruoli orientati al
rispetto delle regole, altri ancora erano ruoli neutri. Il dato emerso nel confronto con i
giovani protagonisti è stata l’incapacità di molti di essi nel “controllare ed influire
positivamente sulla dinamica di gruppo, costantemente condizionata dalla minoranza
trasgressiva”. Tale situazione ha permesso di provare un forte senso di frustrazione,
legato all’inefficacia nel contrastare i ruoli più aggressivi e all’incapacità nel riconoscere
che il potere di una minoranza spesso può orientare le decisioni personali e del resto del
gruppo.
Recitare se stessi in condizioni di “situazioni tipo” ha provocato un coinvolgimento
emozionale molto forte, attivazione che ha reso efficace il percorso, ma che ha avuto
difficoltà ad essere accettata: i giovani si sono arrabbiati per questa loro incapacità di
orientare il gruppo a decisioni tese a prevenire le situazioni di pericolo su strada, hanno
cercato tendenzialmente di attribuire a cause esterne il loro fallimento, non hanno
accettato il fatto che essere coerenti con le proprie convinzioni spesso porta ad essere
estromessi dal gruppo. Quest’ultima soluzione è un costo eccessivamente alto da pagare
per la gran parte dei giovani, che proprio per questo motivo tendono a modificare le
proprie certezze a quella che sembra essere la decisione di gruppo, ma che - se analizzata
in profondità – si rileva solo l’imposizione di una minoranza aggressiva.
Sperimentato il disagio, legato all’emozione negativa indotta dal role playing, il giovane
cerca di elaborare le proprie sensazioni, individualmente e attraverso confronti di
gruppo con gli amici più significativi. Inizia così la fase della dissemination, nella quale
gli studenti selezionati per partecipare all’esperienza raccontano, discutono, elaborano
in gruppo quanto provato, mostrando agli amici e ai compagni di classe il filmato del
gioco di ruolo messo in scena. In questa fase il protagonismo dei giovani viene esaltato
e rende gli stessi partecipanti ancor più interessanti agli occhi dei compagni di classe. Il
cambiamento degli atteggiamenti è “garantito” dall’emersione di una nuova identità
sociale, quella dell’esperto in sicurezza stradale; la modifica dei comportamenti nella vita
quotidiana è successiva e ha la tendenza a contagiare soprattutto quella maggioranza di
ragazzi silenti che subiscono le pressioni sociali senza rendersi conto del potere di
cambiamento posseduto.

I dati del percorso
Il percorso ha interessato 6 Istituti scolastici superiori delle province di Bergamo e
Brescia (province ad alta incidentalità), coinvolgendo circa 1.000 studenti appartenenti
a 45 classi e 60 giovani selezionati in base alle loro doti di leadership sociale (30 maschi
e 30 femmine, equidistribuiti per età tra i 14 e i 19 anni).
I dati emersi dalla valutazione del percorso hanno rilevato una tendenziale modifica
negli atteggiamenti dei giovani leader, in particolare:
o riconoscimento dell’influenza del gruppo dei pari nella messa in atto di condotte di
    guida a rischio (a fine percorso l’83% del campione dichiara di esserne
    consapevole);

                                                                                            2
o migliora la consapevolezza della messa in atto di comportamenti irresponsabili (in
  ordine alle situazioni ipotetiche presentate, si riduce ad esempio la percentuale dei
  giovani leader dal 31% al 21%);
o aumenta l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza (dal 39% al 56%);
o migliora la sensibilità al pericolo rappresentato dalla guida in stato d’ebbrezza (si passa
  dal 19,6% al 33% circa di ragazzi che dicono di lasciar passare l’effetto dell’alcol
  dell’amico che ha bevuto, prima di farsi accompagnare a casa dallo stesso).
o buona diffusione delle informazioni acquisite (ogni leader ha contagiato otto
  compagni di classe).

Infine, l’analisi compiuta su ciascun giovane leader, durante tutto il processo, denota
come più della metà del gruppo coinvolto, al termine del percorso, riconosca
esplicitamente l’influenza esercitata dal gruppo, manifestando maggiore criticità
nell’autovalutare il proprio livello di responsabilità alla guida: se nei primi incontri
ritengono di essere conducenti prudenti e corretti e non denunciano situazioni di
sofferenza legata a pressioni sociali, l’autovalutazione che essi compiono al termine
diviene più analitica nel leggere i segnali di dinamiche di gruppo potenzialmente
pericolose.

Metodologia
Partendo dalle riflessioni e dalle sperimentazioni condotte in questi ultimi sette anni,
fondate sulla convinzione che la guida rappresenti un comportamento sociale, si è
strutturato un quadro di intervento che suddivide la complessità di tale
comportamento in quattro dimensioni: nello specifico si è considerata la relazione che
il soggetto alla guida ha con la percezione visiva e il proprio stato psicofisico, con il
proprio stile di guida, con l’ambiente di guida circostante e rispetto alla conoscenza e
alla gestione del veicolo (Figura 1).
Per questo motivo, nel 2003 Fondazione IARD e il gruppo Zurich hanno dato vita al
progetto Guida la tua sicurezza Junior, ossia ad un modello pedagogico basato
sull’educazione alla guida sicura per adolescenti. Un modello che prevede quattro
momenti formativi legati ai quattro ambiti di intervento sopra descritti e che si fonda
sull’approccio metodologico della peer education e dell’action-research di Kurt Lewin.
                                                     Figura 1: il modello completo di intervento
Il percorso, presentato in una raccolta di
volumi che sintetizzano i risultati emersi,
si pone l’obiettivo di modificare i
comportamenti scorret-ti alla guida, dando
valore soprat-tutto al protagonismo
giovanile: gli adolescenti divengono i primi
educatori di se stessi e degli altri. Il gruppo
dei pari rappresenta lo spazio ideale per
permettere al soggetto di prendere
consapevo-lezza del fenomeno, attraverso
informazioni corrette, centrate sulla sua
persona e non veicolate dai processi di
influenza sociale, che in questo settore
possono contribuire ad aumentare le
                                                                                              3
situazioni di pericolo; il concetto stesso di abilità alla guida viene percepito come
generalizzato: se tutti sono capaci di guidare, devo esserlo anch’io. Sulla base di tali
presupposti, si è deciso di scommettere sulla credibilità dei giovani stessi,
accompagnando i giovani leader selezionati nel trasferire ai coetanei gli apprendimenti
appresi durante un percorso di sperimentazione delle proprie abilità e delle proprie
credenze strutturate in ordine alla guida.
La novità di tale percorso è data dalla creazione di uno spazio di confronto tra pari, nel
quale viene curata l’emersione di un’identità sociale (Sé sociale), diversa da quella di
ruolo - assunta quando si assiste ad una lezione frontale – ma legata all’appartenenza al
gruppo dei coetanei, grazie alla quale i ragazzi raccontano se stessi ed esplicitano quelli
che poi diventeranno gli obiettivi del processo formativo.
Il percorso si compone di quattro fasi: una fase esplorativa – di emersione degli
stereotipi in ordine al comportamento di guida – una fase di destrutturazione del sistema
di convinzioni stereotipate – attraverso momenti di sperimentazione delle abilità,
prendendo consapevolezza dei primi limiti e delle proprie risorse - una terza fase di
ristrutturazione del sistema di valori nuovo – grazie al confronto con l’altro, che permette
l’elaborazione del confronto tra quanto fino ad ora creduto e quanto sperimentato –
fino ad arrivare ad un’ultima fase di dissemination degli apprendimenti appresi –
attraverso il trasferimento ai coetanei di ciò che si è appreso e compreso di se stessi alla
guida.
Il modello è stato testato per la prima volta nel 2004 su un campione di 6 scuole del
nord, centro e sud d’Italia e si è focalizzato sul primo dei quattro pilastri della sicurezza
stradale: la percezione visiva e lo stato psicofisico. I risultati emersi sono stati sintetizzati
nel volume - POCATERRA R., (a cura di) Giovani e sicurezza stradale, Angeli, Milano,
2004.
Nel volume “Ragazzi al volante”, qui presentato, viene descritta l’esperienza compiuta
nell’anno scolastico 2005/2006, nella quale si affronta la dimensione degli stili di guida
e, nello specifico, l’influenza sociale – del gruppo in particolare – quale fattore che può
incidere su atteggiamenti e comportamenti alla guida.
Nei prossimi mesi verranno presentati i risultati dell’esperienza 2006/07 condotta nel
territorio della provincia di Alessandria, nella quale è stato affrontato il tema
dell’influenza dell’ambiente sulla guida.

I dati del cambiamento

Primo approccio di analisi
L’analisi delle risposte fornite dagli studenti, invitati ad esprimere le loro impressioni
relative all’intervento di ricerca condotto, ha evidenziato indubbiamente come la
sperimentazione sia stata in grado di innescare nelle figure coinvolte, direttamente e
indirettamente, un processo di riflessione sul tema della sicurezza stradale ed un
cambiamento nel comportamento tenuto alla guida. In particolare risulta che:

- l’80,9% dei leader ha avuto modo di riflettere sul tema oggetto d’indagine nel
  periodo intercorso fra le due compilazioni del questionario;

                                                                                               4
- la maggioranza dei compagni di classe dei leader è stata contagiata dai giovani
  protagonisti: il 62,3% degli studenti ha dichiarato di aver riflettuto sul tema della
  sicurezza stradale in seguito all’intervento di ricerca-azione proposto (leggermente
  superiore sembra essere la percentuale del campione femminile, che nel 66% dei casi
  ha riportato di aver preso in esame il tema indagato);
- ad essere stati contagiati dai leader nella messa in atto di una riflessione sul tema
  della sicurezza stradale sono stati soprattutto i giovanissimi. Al contrario, l’effetto di
  contagio sembra decrescere al crescere della classe frequentata: si passa da una
  percentuale pari al 72,7%, riscontrata tra gli studenti della prima classe, ad una
  percentuale del 51,5% nei giovani del quinto anno (tabella 2).

Tab. 2 “Tra la compilazione del primo e del secondo questionario, quanto ritieni di aver riflettuto
sul tema della sicurezza stradale?” Distribuzione percentuale delle risposte per il totale del campione,
i leader, il sesso e la classe frequentata

                Totale    Leader            Genere                          Classe
                                       M           F        I       II        III       IV        V
 Per nulla      7,1%      6,3%      9,8%        3,6%    8,0%     5,6%      6,9%      6,9%      8,1%
 Poco           30,6%     12,7%     31,4%       30,5%   19,3%    28,2%     30,6%     33,7%     40,3%
 Abbastanza     50,2%     46,0%     48,9%       51,5%   58,7%    53,3%     50,2%     48,2%     41,6%
 Molto          12,1%     34,9%     9,9%        14,4%   14,0%    13,0%     12,4%     11,2%     9,9%
 Totale         100%      100%      100%        100%    100%     100%      100%      100%      100%

- tra la compilazione del primo e del secondo questionario, 1 giovane su 4 ha
  dichiarato di aver modificato “molto/abbastanza” il proprio comportamento alla
  guida (grafico 3). In particolare, all’interno del gruppo dei leader, un intervistato su
  tre sostiene di avere apportato modifiche alle proprie modalità di condurre i veicoli a
  motore, a seguito dell’intervento di ricerca sperimentato. Tale dato, particolarmente
  positivo ed interessante, sembra confermare il punteggio relativo all’indicatore di
  “rispetto delle regole”, che risulta in effetti essere aumentato nel passaggio dalla
  prima alla seconda somministrazione del questionario (da 7,59/10 a 7,70/10), a
  testimonianza di un reale processo di cambiamento, avvenuto in termini di maggior
  rispetto delle regole del codice stradale, da parte dei leader coinvolti nel progetto di
  sperimentazione;

                                                                                                       5
Grafico 3: “Tra la compilazione del primo e del secondo questionario, quanto ritieni di aver
modificato il tuo comportamento alla guida?”
                                         % Molto/Abbastanza

     50,0

     40,0

     30,0

     20,0                     36,1
                                                          29,6          30,1
                25,1                        22,3                                      22,7
     10,0

      0,0
               Totale        Leader          M                F       Biennio       Triennio

- ad evidenziare le modifiche al proprio comportamento di guida sono soprattutto il
  campione femminile e quello dei giovani frequentanti il biennio (il 29,6% delle
  giovani contro il 22,3% dei maschi ed il 30,1% degli studenti del primo e del
  secondo anno contro il 22,7% dei giovani frequentanti il triennio).
  Complessivamente è possibile rilevare come l’intervento proposto abbia non solo
  fatto riflettere gran parte dei giovani coinvolti sul tema della sicurezza stradale, ma
  abbia anche indotto cambiamenti significativi nella messa in atto di modifiche ai
  comportamenti di guida adottati. E’ inoltre doveroso evidenziare come nuovamente
  siano stati soprattutto i giovanissimi a comunicare il loro cambiamento nello stile di
  guida. Tale risultato, è indubbiamente molto interessante, considerando che, come
  detto più volte, i lavori di ricerca condotti negli ultimi anni evidenziano la necessità
  di proporre un modello di prevenzione dei comportamenti di guida a rischio in
  grado di coinvolgere efficacemente soprattutto il target dei giovanissimi.

È inoltre possibile evidenziare come il confronto verbale (focus group), oltre ad essere
risultata la fase più stimolante, è stata anche la forma privilegiata e più utilizzata dagli
stessi, in qualità di peer educator, per diffondere i contenuti appresi durante il progetto.
A tal proposito, è interessante sottolineare come la gran parte dei leader si sia
confrontata, in merito ai contenuti appresi, prevalentemente con i propri amici e i
propri compagni di scuola (con questi ultimi si fa riferimento alla totalità del
campione), mentre è possibile evidenziare che il confronto con i propri familiari è stato
meno frequente e ancor più rare sono state le discussioni relative all’esperienza fatta
condivise con i propri insegnanti (lo ha fatto solamente il 9,3% dei leader maschi e il
20% delle leader femmine). Complessivamente, tale dato sembra confermare come i
giovani leader siano stati in grado di ricoprire il loro ruolo di peer educator, ed evidenzia
come la figura adulta non sia stata particolarmente coinvolta dagli stessi giovani
protagonisti.

Da quanto emerso attraverso la somministrazione del secondo questionario, la
proiezione del role playing condivisa con i compagni di scuola dei leader è risultata
essere un momento particolarmente significativo ed efficace. È stato possibile
confermare come la gran parte dei giovani viva, in prima persona, la messa in atto di
                                                                                               6
comportamenti di guida pericolosi e scorretti. Il role playing giocato dai leader ha dato
origine, nella maggioranza dei casi, ad evidenti dinamiche d’influenza, in cui i ruoli
aggressivi hanno sovrastato prepotentemente i ruoli tendenzialmente più equilibrati,
portando la scena rappresentata ad assumere caratteri di pericolo e di devianza. Tale
aspetto non sembra però aver stupito il pubblico di spettatori che, al contrario, ha
tendenzialmente ritrovato all’interno della stessa elementi appartenenti alla vita d’ogni
giorno. La riflessione che emerge da tali dati è immediata: l’estrema facilità con cui i
giovani tendono a riconoscere situazioni a rischio in cui sono spesso coinvolti evidenzia
la necessità di intervenire attraverso azioni di prevenzione efficaci, che possano arginare
le continue stragi che si verificano sulle strade. Dal punto di vista metodologico,
l’analisi degli strumenti utilizzati conferma che la condivisione del filmato, i cui
protagonisti sono stati i giovani leader, si è rivelato uno strumento efficace, in grado di
“contagiare” il gruppo dei pari in modo coinvolgente e diretto: in linea con i principi
dell’approccio di peer education, è stato possibile aumentare, da un lato, il senso di
autoefficacia dei leader, nonché la predisposizione dei compagni di scuola ad accogliere
il messaggio sotteso alla condivisione del filmato.

Secondo approccio di analisi
Attraverso il secondo approccio d’analisi (tabella 4), è stato possibile effettuare un
confronto fra le risposte fornite dai giovani leader e dai loro compagni di classe, alle
domande rimaste identiche sia nel primo che nel secondo questionario somministrato
al termine del percorso, evidenziando in tal modo eventuali modifiche messe in atto
dagli stessi, a seguito della sperimentazione del modulo formativo.

Tabella 4: selezione di alcune domande sul rispetto di determinate norme del codice della strada.
Legenda: P= pari; L= leader

                                                                            I somministr.   II somministr.        differenza
                                                                             P        L     P           L      P           L
Quando viaggi in auto come passeggero con i tuoi        % sì sempre        37,7      39,2   46,6      55,8   +8,9       +16,6
genitori utilizzi le cinture di sicurezza?
Qual è la motivazione che ti induce ad utilizzare       %      maggior     43,1      46,2   46,7      64,7   +3,6       +18,5
i dispositivi di sicurezza?                             sicurezza    e
                                                        tranquillità
Se fossi sicuro di non andare incontro a nessun         % sì sempre        39,3      40,4   42        48,1   +2,7       +7,7
tipo di sanzione useresti i dispositivi di sicurezza?

Immagina che stai andando ad una festa e sei in         %       accelero   35,7      30,8   31,8      21,2   +3,9       +9,6
macchina con quattro amici, tu sei alla guida e         superando il
siete in terribile ritardo... che fai?                  limite        di
                                                        velocità
Immagina di essere in discoteca.                        % aspetto che      15,3      19,6   17,2      32,7   +1,9       +13,1
E’ tardi e devi tornare a casa perché i tuoi genitori   al mio amico
ti aspettano,ma l’unico amico che possiede la           passi l'effetto
patente ha bevuto troppi alcolici Che cosa fai?         dell'alcol

A volte si mettono in atto comportamenti rischiosi      % fortemente/      78,3      73,1   78,3      82,7   +0         +9,6
alla guida per dimostrare la propria forza agli         abbastanza
amici                                                   d'accordo

Il conducente di un veicolo è maggiormente              % fortemente/      83,8      75,0   85        84,6   +1,2       +9,6
portato ad infrangere il codice della strada            abbastanza
quando ha assunto alcolici e/o sostanze                 d'accordo
stupefacenti

                                                                                                                                7
Complessivamente, il confronto fra le due somministrazioni ha messo in evidenza
come, in tutte le domande si sia riscontrata una crescita più o meno intensa nella
percentuale di risposte “responsabili” fornite dai giovani intervistati. In altre parole, al
termine del percorso di sperimentazione, risulta essere aumentato il numero di giovani
che sostiene di mettere in atto comportamenti alla guida adeguati e rispettosi del codice
stradale. In particolare tale crescita è risultata essere nettamente più consistente
all’interno della sottopopolazione dei leader, che hanno evidenziato al termine del
percorso:
Complessivamente, risulta interessante evidenziare come il lavoro effettuato abbia
messo in rilievo da parte dei giovani leader un discreto grado di cambiamento nelle
condotte di guida messe in atto: essi evidenziano, come già confermato, un
atteggiamento decisamente più responsabile e attento nell’utilizzo dei dispositivi di
sicurezza, così come nel riconoscimento dell’influenza e della pressione sociale esercitata
dai pari, ma esprimono anche una maggiore attenzione verso il pericolo connesso al
consumo di sostanze alcoliche e stupefacenti associato alla guida ed, infine, un maggior
controllo di una delle principali cause da loro attribuite all’incidentalità stradale: la
velocità.
In modo più contenuto, ma pur sempre efficace, anche il gruppo dei pari risulta essere
stato contagiato dai leader di riferimento nella messa in atto di atteggiamenti alla guida
più prudenti ed accorti: questo dato evidenzia come la dissemination dei contenuti
appresi dai giovani leader sia stata adeguata, testimoniando l’efficacia del modello di
prevenzione proposto, centrato sulla valorizzazione del protagonismo dei giovani leader
nella diffusione dell’informazione ai pari.

Terzo approccio di analisi
Il terzo livello di confronto, che si configura come il più analitico poiché basato sui
cambiamenti avvenuti a livello individuale in ciascun leader, è stato effettuato
confrontando longitudinalmente per ciascun giovane protagonista alcune delle risposte
fornite all’interno della prima somministrazione del questionario con quelle rilevate al
termine del percorso.
Per ogni studente si sono volute verificare eventuali modifiche messe in atto nei
comportamenti di guida, facendo riferimento a due differenti aspetti: il rispetto delle
regole (ottenuto confrontando il punteggio conseguito all’interno dell’indicatore di
“rispetto delle regole ) ed il grado di consapevolezza della pressione sociale esercitata dai
pari. Le differenze così emerse tra i punteggi ottenuti da ciascun leader nella due
somministrazioni, hanno permesso di sottolineare il miglioramento, manifestato da
ognuno dei partecipanti, nella messa in atto di comportamenti di guida più adeguati e
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rispettosi del codice stradale .
Partendo da tali presupposti il confronto quantitativo fra i dati rilevati ha evidenziato
come:

- più di un terzo del campione di leader abbia manifestato al termine del percorso un
  netto aumento nel punteggio riferito al rispetto delle regole stradali: il 38,5% degli

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 Sono stati definiti due livelli di cambiamento: un “leggero aumento” (o diminuzione) nel punteggio per differenze pari ad
un’unità, e un “netto aumento” (o peggioramento) per differenze di due unità o più.
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stessi riferisce di aver migliorato il rispetto del codice stradale, così come il 17,3%
  registra un netto aumento relativo alla modifica del proprio atteggiamento di guida;
- più della metà del campione dei giovani protagonisti riconosce l’influenza esercitata
  dal gruppo dei pari, attribuendo agli item contenuti nel questionario, atti a misurare
  la consapevolezza del fenomeno indagato, un alto grado d’accordo;
- i giovani leader tendono ad autovalutare in maniera decisamente più critica il
  proprio livello di responsabilità alla guida (è stato registrato uno scarto negativo del
  6,7%). Tale visione, decisamente più critica, va però vista in un’ottica di
  consapevolezza dei propri limiti: se nella prima rilevazione il 70% dei leader che
  avevano conseguito un punteggio insufficiente in merito al rispetto alle regole si
  riteneva responsabile, nella seconda rilevazione tale quota è scesa al 30%. Essi
  sembrano, cioè, avere messo in atto due tipologie d’atteggiamento differenti,
  entrambe significative: i giovani protagonisti riconoscono - al termine del percorso -
  il grado d’influenza che il gruppo dei pari può agire nei comportamenti di guida,
  riflettendo una maggior predisposizione nell’individuare i segnali di una dinamica di
  gruppo potenzialmente pericolosa; inoltre evidenziano una maggior criticità
  nell’attribuire al proprio stile di guida caratteri di responsabilità. Entrambi gli aspetti
  sono attribuibili al processo di cambiamento avvenuto durante l’intervento di
  sperimentazione: i giovani leader esprimono una migliore capacità di lettura del
  fenomeno indagato, rispetto a quanto evidenziato all’inizio del percorso, nonché un
  maggior grado di responsabilità nell’attribuire a se stessi stili di guida inadeguati.

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