PRESBIFAGIA E DISFAGIA - Dr. Salvatore Coscarelli Responsabile UNIT di Foniatria e - nutrire con cura

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PRESBIFAGIA E DISFAGIA - Dr. Salvatore Coscarelli Responsabile UNIT di Foniatria e - nutrire con cura
PRESBIFAGIA
     E
  DISFAGIA
Dr. Salvatore Coscarelli
Responsabile UNIT di Foniatria e
        Deglutologia
     AOU CAREGGI Firenze
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FISIOPATOLOGIA DELLA DEGLUTIZIONE

  Fenomenologia della deglutizione adulta (7 fasi):
  1. fase anticipatoria
  2. fase di preparazione extraorale
  3. fase buccale
  4. fase orale
  5. fase faringea
  6. fase esofagea
  7. fase gastrica
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Fase anticipatoria
Modificazioni del cavo orale e faringeo prima che il cibo oltrepassi lo sfintere
labiale.
Funzione: preparare tutte le strutture deglutitorie e digestive a svolgere al meglio
la loro funzione.

Meccanismo: gli input sensoriali forniti principalmente da vista e olfatto,
combinati con i ricordi espliciti ed impliciti, modificano la secrezione salivare e
gastrica così come il tono della muscolatura liscia e striata.
Significato: favorire l’assimilazione di sostanze favorevoli allo sviluppo e al
mantenimento ed evitare il contatto con sostanze nocive.
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Fase di preparazione extraorale o fase zero
Modificazioni di consistenza, viscosità, temperatura e dimensioni del bolo che deve
essere introdotto nel cavo orale.
Funzione: modificazione delle caratteristiche degli alimenti per permetterne
l’assunzione e migliorarne l’appetibilità.

   Particolarità:
   • Esclusiva della specie umana.
   • Può essere effettuata da terza
   persona.
   • Fondamentale nella
   riabilitazione della
   deglutizione.
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Fase buccale o di preparazione orale
          Modificazioni del cibo fino a trasformarlo in bolo pronto a essere deglutito;
                  di questa fase fanno parte la salivazione e la masticazione.
                                          Tre sottofasi:
              • ingestione, momento in cui il cibo oltrepassa lo sfintere labiale;
           • trasferimento alla regione post-canina dove avviene la masticazione;
                                    • formazione del bolo.
                                           Meccanismo:
1.   Chiusura dello sfintere labiale, per contrazione del muscolo orbicolare;
2.   Movimento laterale e rotatorio della mandibola per l’azione combinata dei
     muscoli elevatori della mandibola e dei loro antagonisti;
3.   Tono buccale e facciale, per contrazione dei muscoli facciali;
4.   Movimenti laterali e rotatori della lingua, per azione della muscolatura linguale
     intrinseca;
5.   Protrusione anteriore del palato molle, per ridurre la caduta prematura non
     intenzionale del cibo in faringe, per azione del muscolo palatoglosso;
6.   Assemblaggio del cibo sparso nelle varie parti della bocca in un bolo unico;
7.   La lingua circonda il bolo e lo tiene verso la parte centrale del palato,
     immediatamente prima dell’atto deglutitorio.
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Fase buccale o di preparazione orale
Particolarità:
• Aspetto edonistico della deglutizione;
• Funzioni “intelligenti” della bocca, cognitive, volitive e di decision making.
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Il controllo centrale della deglutizione
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Fase buccale della
                                       deglutizione - Ingestione
                                       di cibo
Apertura della bocca:
• Rilasciamento mm. Masticatori
• Contrazione mm. Sovra-Ioidei
• Contrazione mm. Sotto-Ioidei
per stabilizzare l’osso Ioide

                                  Fase buccale della
                                  deglutizione – Masticazione:
                                  • Attività sincronizzata dei
                                  mm. Masticatori, Sovra-Ioidei
                                  e Sotto-ioidei
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Fase orale
Avvio volontario della fase orale di deglutizione, con rapido spostamento (
Fase faringea
Fase più complessa, di durata
Fase faringea della deglutizione –
Elevazione del complesso
Ioido-Laringeo e apertura UES:
• Contrazione mm. Masticatori
• Contrazione mm. Sovra-Ioidei
• Rilasciamento mm. Sotto-Ioidei
• Rilasciamento m. Crico-Faringeo
Fase faringea della deglutizione –
Elevazione del complesso
Ioido-Laringeo e apertura UES:
• Contrazione mm. Masticatori
• Contrazione mm. Sovra-Ioidei
• Rilasciamento mm. Sotto-Ioidei
• Rilasciamento m. Crico-Faringeo
Fase faringea della deglutizione –
Elevazione del complesso
Ioido-Laringeo e apertura UES:
• Contrazione mm. Masticatori
• Contrazione mm. Sovra-Ioidei
• Rilasciamento mm. Sotto-Ioidei
• Rilasciamento m. Crico-Faringeo
Fase faringea della deglutizione –
Elevazione del complesso
Ioido-Laringeo e apertura UES:
• Contrazione mm. Masticatori
• Contrazione mm. Sovra-Ioidei
• Rilasciamento mm. Sotto-Ioidei
• Rilasciamento m. Crico-Faringeo
Fase faringea della deglutizione –
Elevazione del complesso
Ioido-Laringeo e apertura UES:
• Contrazione mm. Masticatori
• Contrazione mm. Sovra-Ioidei
• Rilasciamento mm. Sotto-Ioidei
• Rilasciamento m. Crico-Faringeo
Fase esofagea
Il bolo alimentare viene rapidamente spinto in cavità gastrica per effetto sinergico
e combinato di un’onda peristaltica primaria dell’esofago e della forza di gravità
(durata 8-20 sec).
 Meccanismo:
 1. Contrazione delle fibre circolari della muscolatura esofagea, che precedono e
      seguono la progressione del bolo alimentare, rispettivamente, rilassandosi a
      valle e contraendosi a monte del bolo stesso;
 2. Contrazione delle fibre longitudinali della muscolatura esofagea, che si
      contraggono per avvicinare l’esofago distale al bolo e all’onda peristaltica in
      progressione.
Fase gastrica
Comprende tutto il lasso di tempo in cui il cibo oltrepassa lo sfintere esofageo
inferiore e permane all’interno della tasca gastrica fino al suo scaricarsi nel duodeno,
oltrepassando la porta pilorica.
Meccanismo:
1. Contrazione tonica degli sfinteri pilorico ed esofageo;
2. Azione della muscolatura liscia gastrica.
CLASSIFICAZIONE DELLE DISFAGIE
DISFAGIA: qualsiasi disagio nel deglutire (aspetto soggettivo) o qualsiasi
disfunzione deglutitoria obiettivamente rilevabile direttamente oppure
indirettamente per le sue conseguenze (O. Schindler, Deglutologia, 2011).

                             DISFAGIA

  ETÀ EVOLUTIVA                                    ETÀ SENILE

                             ETÀ ADULTA
CLASSIFICAZIONE DELLE DISFAGIE

CRITERIO EZIOLOGICO: distingue i tipi di disfagia in base alla
malattia o alterazione dalla norma che determina disfagia.

 • E. MALFORMATIVA (ereditaria, non ereditaria)
 • E. INFETTIVA (batterica, virale, micotica…)
 • E. DEGENERATIVA (nervosa, muscolare…)
 • E. VASCOLARE (centrale, periferica)
 • E. DISMETABOLICA
 • E. NEOPLASTICA (benigna, maligna)
 • E. TOSSICA (endogena, esogena)
 • E. TRAUMATICA (traumi interni, esterni)
 • E. IATROGENA (chirurgia, radioterapia…)
CLASSIFICAZIONE DELLE DISFAGIE
CRITERIO PATOGENETICO: distingue i tipi di disfagia sulla base del
meccanismo che determina il deficit deglutitorio.
• DISFAGIE MECCANICHE
   - Intraluminali
   - Stenosi intrinseche
   - Compressioni estrinseche
   - Alterazioni iatrogene
• DISFAGIE MOTORIE
   - Alterazioni dell’avvio della deglutizione
   - Malattie della muscolatura striata orale e faringea
   - Malattie della muscolatura liscia esofagea
• DISFAGIE RESPIRATORIE
   - Dissociazione chirurgica delle vie aero-digestive
   - Ostruzione delle vie aeree
   - Deficit del volume e della velocità di respirazione
   - Deficit funzionale della valvola laringea
• DISFAGIE PSICHIATRICHE
   - Iperprotezione alimentare
   - Bolo isterico
   - Fagofobia (verso tutti i cibi, verso un alimento o una classe di cibi, verso una consistenza,
   in una certa circostanza)
CLASSIFICAZIONE DELLE DISFAGIE

CRITERIO FISIOPATOLOGICO: distingue i tipi di disfagia sulla base
della fase in cui si determina il deficit deglutitorio.

• DEFICIT DELLA FASE DI PREPARAZIONE ORALE DEL BOLO
• DEFICIT DELLA FASE ORALE
• DEFICIT DELLA FASE FARINGEA
• DEFICIT DELLA FASE ESOFAGEA
• DEFICIT DELLA FASE GASTRO-DUODENALE
CLASSIFICAZIONE DELLE DISFAGIE
CRITERIO TOPOGRAFICO: distingue i tipi di disfagia sulla base della
stazione nervosa o muscolare coinvolta.

 • DISFAGIA OROFARINGEA (alta)
 • DISFAGIA ESOFAGEA (bassa)
 • DISFAGIA DA LESIONE DEL I MOTONEURONE
 • DISFAGIA DA LESIONE DEL II MOTONEURONE
 • DISFAGIA DA COMPROMISSIONE DELL’INNERVAZIONE SENSORIALE
 • DISFAGIA DA LESIONE DELL’EFFETTORE MUSCOLARE O
 NEUROMUSCOLARE
CAUSE DI DISFAGIA NELL’ADULTO (1)
 Cause iatrogene
   • effetti collaterali di terapie farmacologiche (chemioterapia,
      neurolettici, etc.)
   • post-chirurgica muscolare o neurogena
   • radioterapia
   • corrosiva (lesione da pillole, intenzionale)
 Cause infettive
   • tonsillite
   • difterite
   • botulismo
   • sifilide
   • mucosite (Herpes, Cytomegalovirus, Candida, etc.)
CAUSE DI DISFAGIA NELL’ADULTO (2)
 Cause miopatiche
   • malattie del connettivo
   • dermatomiosite
   • miastenia grave
   • distrofia miotonica
   • distrofia oculofaringea
   • polimiosite
   • sarcoidosi
   • sindromi paraneoplastiche
 Cause neurologiche
   • tumori del tronco           • polio
   • trauma cranico              • sindrome post-polio
   • stroke                      • discinesia tardiva
   • paralisi cerebrale          • encefalopatie metaboliche
   • sindrome di Guillan-Barrè   • sclerosi laterale amiotrofica (SLA)
   • morbo di Huntington         • morbo di Parkinson
   • sclerosi multipla           • demenza
CAUSE DI DISFAGIA NELL’ADULTO (3)
 Cause psicogene
   • fagofobia
   • disturbi somatoformi

 Cause strutturali
   • barra cricofaringea
   • diverticolo di Zenker
   • cicatrici cervicali
   • tumori orofaringei, laringei, esofagei
   • osteofiti e anomalie scheletriche
Deglutizione senile: presbifagia
Modificazioni quantitative delle fasi deglutitorie con l’aumentare dell’età, con
aumento significativo della durata complessiva.
   Declino delle funzioni sensoriali         Cambiamento delle strutture dentarie
         (soprattutto olfatto)                     e debolezza muscolare

                                 Fasi anticipatoria e di
                                preparazione extraorale
ETÀ SENILE

                                Presbifagia

Deglutizione fisiologica dell’anziano,        Disfagia secondaria ad
  condizione di maggiore rischio                 eventi patologici

           Presbifagia                              Presbifagia
            primaria                                secondaria
CAUSE DI PRESBIFAGIA SECONDARIA
 Patologie neurologiche associate
   • malattia cerebrovascolare
   • morbo di Parkinson
   • paralisi sopranucleare progressiva
   • morbo di Alzheimer ed altre demenze
   • malattia del motoneurone
   • sclerosi multipla
   • neoformazioni cerebrali
 Patologie scheletriche
   • osteofitosi cervicale
Patologie iatrogene
   • esiti di chirurgia delle vie aero-digestive superiori
   • esiti neurochirurgici
   • esiti di radioterapia
   • effetti collaterali di terapie farmacologiche
Principali complicanze della
                disfagia:
1.   Aspirazione tracheo-bronchiale con polmonite ab ingestis
2.   Malnutrizione
3.   Disidratazione
4.   A questi ultimi aspetti si possono associare disturbi del
     comportamento e diminuzione delle difese immunitarie
5.   Un aspetto a cui è necessario prestare maggiore attenzione
     è quello legato alle restrizioni sociali del paziente disfagico e
     alla conseguente compromissione della qualità di vita come
     espressione di riduzione di autostima, sicurezza, capacità
     lavorativa e svago
DISFAGIA: Conseguenze
• Broncopolmonite    • Peggiore stato clinico
• Malnutrizione      • Peggiore stato
• Disidratazione       funzionale
• Aumento giornate   • Difficoltà gestionale
  degenza            • Peggiore qualità vita
• Depressione

                     Stroke 2003; 34: 1252-1257.
                     Martino Stroke 2005; 36: 2756-2763
GLOSSARIO
CADUTA PREMATURA O SPILLAGE: passaggio di bolo dalla cavità
orale in faringe, in assenza di un atto deglutitorio.
PENETRAZIONE: progressione di bolo nel lume laringeo attraverso
l’adito laringeo, potendosi realizzare fino al piano delle corde vocali.
ASPIRAZIONE: progressione di secrezioni o bolo al di sotto del piano
delle corde vocali vere. Può essere:
         • pre-deglutitoria (si verifica prima che si sia innescato il riflesso
         della deglutizione);
         • intra-deglutitoria o inalazione (si verifica durante la fase riflessa
         faringea);
         • post-deglutitoria (si verifica dopo la fase riflessa faringea).
RISTAGNO: blocco degli alimenti o altro (ad es. saliva) in una porzione
delle prime vie digestive (intra-orale, vallecule glosso-epiglottiche, seni
piriformi).
1. ASPIRAZIONE TRACHEO-
            BRONCHIALE
Penetrazione             Aspirazione

Passaggio di             Ingresso di liquidi o
materiale deglutito in   alimenti attraverso le
laringe durante la       corde vocali in
deglutizione.            trachea.
1. ASPIRAZIONE TRACHEO-
              BRONCHIALE
• Broncopolmonite e polmonite ab ingestis
  (40% decessi)
• Lobi inferiori (seg. Superiori)
• Lobi superiori (seg. Superiori)
• Più frequente a dx
• Più spesso se il riflesso della tosse è ridotto
INDICAZIONI ALLA RICHIESTA DI APPROFONDIMENTO
    DIAGNOSTICO STRUMENTALE AI FINI DELLA GESTIONE
        DEL SOGGETTO DISFAGICO O PRESUNTO TALE

 Soggetto collaborante (cioe’ in grado di accettare l’introduzione del rinofaringolaringoscopio
  flessibile attraverso le fosse nasali, in grado di aprire volontariamente la bocca e di effettuare un
  atto di deglutizione su comando) disfagico oggettivamente e/o soggettivamente
 Disfagia nell’anamnesi
 Gia’ portatore di sondino ng o peg con o senza cannula tracheale
 Pregressi o attuali episodi di broncopolmoniti “ab ingestis” o presunti tali
 Paziente disfonico o con voce “gorgogliante”
 Tosse frequente o viceversa inefficace
 Assenza o marcata riduzione dei riflessi faringei (da verificare stimolando con un abbassalingua il
  palato molle, base lingua, parete posteriore faringe)
 Scialorrea
 Ridotto riconoscimento del gusto e/o della temperatura del cibo
Richiesta di consulenza foniatrica per disfagia
          in aumento esponenziale

 Casistica personale
     oltre 10000
REPARTI RICHIEDENTI
 Osservazione Medica                            16%
 Clinica Medica                                 37%
 Geriatria                                      7%
 Pneumologia e Terapia Intensiva Pneumologica   14,5%
 Neurologia                                     7%
 ORL
 Chirurgia Vascolare
 Chirurgia Toracica                             18,5%
 Rianimazioni
 Malattie Infettive
• Di base

• Motivo del ricovero

• Pazienti con documentazione radiologica
% sul totale

                        0
                            5
                                    10
                                            15
                                                   20
                                                        25
                  Bp

        Ab                                              23
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                                          12
                                                         Patologie di ingresso

              IR
                A
  M
                                           13

      al
        nu
           t      riz
                            2

        Sh
           o      ck
                            4

   Tr
     au
              m
                   a
                                6
CASISTICA
Età:   media: 76 aa;            Ingresso:     Bp (Rx): 57%;
       min/max: 20/96 aa;
       mediana 80 aa.

Sesso: m/f: 61,5%/38,5%         Dimissione: Stabilizzati: 84%
                                              Decessi: 16%

Durata del ricovero:
       media: 24 gg;
       min/max: 4/90 gg;
       mediana: 25 gg.
CONSULENZA
La consulenza foniatrica è stata richiesta rispetto al ricovero
 max in 25 gg

 min in giornata

 media in 3 gg (mediana 2 gg)

La consulenza viene eseguita entro le 24 h.
LA VERIFICA DELL’ATTO DEGLUTITORIO:
              VALUTAZIONE CLINICA
 Accertamento della normalità anatomica delle strutture delle
  prime vie aero-digestive (neoformazioni benigne/maligne, corpi
  estranei).
 Accertamento di eventuale caduta “predeglutitoria” del bolo.
 Studio della gestione del bolo in ipofaringe.
 Accertamento di eventuale aspirazione silente.
 Valutazione di ristagni salivari e/o alimentari.
 Valutazione del riflesso della tosse con stimolazione laringea.
COME SI ESEGUE L’ESAME
COME SI ESEGUE L’ESAME
GRADO DI SODDISFAZIONE DEI REPARTI
                                     VANTAGGI

 Generalmente ben tollerata, ma talvolta il paziente rifiuta la visita

 Eseguibile al letto del paziente

 Consente la visione diretta della gestione del bolo in ipofaringe

 Economica

 Ripetibile e quindi indicata nel follow-up

 Dà maggior sicurezza nella gestione del paziente
INDICAZIONI AL TIPO DI ALIMENTAZIONE IN BASE ALLE
 RISULTANZE DEL TEST DI DEGLUTIZIONE CONDOTTO
         SOTTO CONTROLLO ENDOSCOPICO

                        test nella norma
(assenza di ristagni pre o post deglutitori; assenza di fenomeni di
    aspirazione; assenza di precaduta deglutitoria-passaggio
prematuro di parte del bolo in ipofaringe-; normale gestione del
                              bolo)

                  non c’e’ rischio di ab ingestis
                     alimentazione normale
INDICAZIONI AL TIPO DI ALIMENTAZIONE IN BASE ALLE
 RISULTANZE DEL TEST DI DEGLUTIZIONE CONDOTTO
         SOTTO CONTROLLO ENDOSCOPICO
                      test non nella norma per:
       modesta disfagia per i liquidi;
       precaduta deglutitoria;
       modesto ristagno eliminabile con ripetuti atti deglutitori;
       riflesso di tosse comunque presente ed efficace

                     basso rischio di ab ingestis
                    (comunque da tener presente)
   vitto di consistenza semisolida e omogenea e liquidi addensati
INDICAZIONI AL TIPO DI ALIMENTAZIONE IN BASE ALLE
 RISULTANZE DEL TEST DI DEGLUTIZIONE CONDOTTO
         SOTTO CONTROLLO ENDOSCOPICO
                             test non nella norma per:
                  conclamata disfagia per liquidi e solidi;
                  significativo ristagno;
                  tosse non evocabile o scarsamente efficace

                             alto rischio di ab ingestis
                         divieto di alimentazione per os
l’alternativa fra posizionamento di sondino NG o PEG e’ guidata dalla prognosi circa la
      ripresa della funzione deglutitoria (e quindi dal tipo di patologia di base)
GLI ESITI DELLA VALUTAZIONE FONIATRICA
           CON LE INDICAZIONI
  Alto rischio di ab-ingestis (sondino NG o PEG).

  Medio rischio di ab-ingestis (sondino NG e controllo
   ravvicinato).

  Scarso rischio di ab-ingestis (alimentazione
   controllata).
VISITA FONIATRICA: INDICAZIONI AL
  TRATTAMENTO RIABILITATIVO LOGOPEDICO

 Basso rischio di ab-ingestis.

 Assenza di patologie delle prime vie aero-digestive che
  aumentino il rischio di ab-ingestis.

 Buona gestione del bolo con scarsi ristagni in ipofaringe.

 Presenza di riflessi faringei e di tosse efficace.
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