POLITICHE ED ESPERIENZE EUROPEE PER COMBATTERE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE - Manuela Samek Lodovici

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POLITICHE ED ESPERIENZE
EUROPEE PER COMBATTERE LA
VIOLENZA CONTRO LE DONNE
     Manuela Samek Lodovici
      IRS- Università Cattolica

     Milano 21 novembre 2013
Diverse forme e contesti di violenza contro le
    donne, ma carenza di dati
I diversi contesti
    Violenza domestica: forma più diffusa, con gravi conseguenze
     (maggioranza dei femminicidi perpetrati da partners ed ex partners), in
     gran parte invisibile. Stime in Europa: tra il 12 % e il 15 % delle donne
     con più di 16 anni vittime di violenza domestica (in Italia 14,3%).

●    Violenza da pratiche tradizionali: Mutilazioni Genitali Femminili,
     delitti d’onore, matrimoni forzati, ecc. Stime del Parlamento Europeo:
     circa 500 000 ragazze che vivono in Europa hanno subito MGF.

    Violenza nel posto di lavoro: Secondo l’Indagine Eurofound sulle
     condizioni di lavoro, il 5% dei rispondenti dichiara di avere subito
     violenza o dai colleghi o da altri. Indagini nazionali mostrano che circa il
     40-50% delle donne hanno subito qualche forma di molestie sessuali
     sul lavoro nella vita lavorativa.

    Violenza nelle istituzioni: carceri, ospedali, ospizi,           centri   di
     accoglienza degli immigrati e dei rifugiati, ….carenza di dati
Conseguenze e costi della violenza di
           genere

    Conseguenze
•       Problemi di salute e disabilità
•       Problemi Psicologici e comportamentali
•       Mortali (omicidi e suicidi)
•       Esclusione sociale ed economica, precarietà
•       Conseguenze sui figli

    Costi
       Costi individuali e costi sociali diretti e indiretti.
       Stime a livello europeo : Costo annuale della violenza contro le donne
        nei paesi europei arriva a 34 miliardi di euro, di cui 16 miliardi per la
        violenza domestica (Consiglio d’Europa 2006).

           Le politiche contro la violenza di genere si ripagano: per ogni
          euro speso per la prevenzione, se ne risparmiano 87 di minori
                       costi per le conseguenze della violenza.
Le politiche: evoluzione nell’approccio
   Dagli anni 90 attenzione alla violenza contro le donne come effetto
    delle diseguaglianze di genere e di pregiudizi e stereotipi culturali.

   Questo diverso approccio ha influenzato le politiche: da misure
    prevalentemente normative, a misure specifiche che integrano azioni
    di prevenzione, sensibilizzazione, sostegno e reintegrazione sociale ed
    economica delle vittime, riduzione delle disuguaglianze di genere.
    Crescente coordinamento intersettoriale e tra i diversi attori.

   Ruolo cruciale delle associazioni di donne, dei movimenti femministi
    e delle ONG nella sensibilizzazione e nei primi interventi di sostegno alle
    vittime. Dagli anni ‘90 istituzioni internazionali (UN, CoE, CE, PE,
    EIGE, FRA, ecc.) hanno rafforzato l’attenzione al tema ponendolo
    nell’agenda dei paesi EU. Crescente coinvolgimento delle NGO nelle
    consultazioni per normativa e piani d’azione e rafforzamento reti
    internazionali per lo scambio di buone pratiche, grazie al sostegno
    europeo.

   Crescente attenzione al ruolo dei media come veicolo di sensibilizzazione
    sul tema, ma anche per i rischi di rafforzamento stereotipi negativi sul
    ruolo di donne e uomini.
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Interventi a livello europeo
   Consiglio d’Europa
       Raccomandazione del 2002 sulla protezione delle donne dalla violenza
       Convenzione del 2011 su prevenzione e contrasto della violenza sulle donne.
        Primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro
        giuridico completo. A Novembre 2013, firmata da 32 paesi, ma solo 7 l’hanno
        ratificata. L’Italia ha ratificato la convenzione (giugno 2013) facendola così
        diventare legge dello Stato

   Unione Europea
       La lotta alla violenza di genere è uno dei 5 obiettivi della Strategia Europea per
        l’uguaglianza tra uomini e donne 2010-2015.
       Direttive   e politiche contro la discriminazione e per l’uguaglianza di
        genere
       Direttive contro Traffico di esseri umani (2004/81/EC e 2011/36/EU); per la
        cooperazione giudiziaria tra stati (Direttiva 2012/29/EU e        Direttiva
        2011/99/EU); proibizione delle molestie sessuali sul lavoro (Direttiva
        2002/72/EC ).
       Promozione campagne europee di sensibilizzazione (25 novembre), scambio
        buone pratiche (anche attraverso EIGE) e raccolta dati affidabili (Eurostat e FRA)
       Finanziamento interventi e scambi transnazionali con Programma Daphne e FSE

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Politiche nazionali per combattere la
      violenza contro le donne
  Interventi Legislativi e procedimenti giudiziari
  Formazione degli operatori dei servizi di protezione e
   sostegno(polizia, magistratura, ospedali, ecc),
  Servizi di protezione, assistenza e sostegno alle
   vittime.

Negli anni più recenti, maggiore attenzione a:
  ◦ Prevenzione        (campagne       di    informazione    e
    sensibilizzazione;     interventi  rivolti   agli  uomini;
    interventi di valutazione del rischio)
  ◦ Rafforzamento azioni di sostegno e assistenza alle
    vittime e alla loro reintegrazione socio-economica
  ◦ Attenzione alle donne immigrate e minoranze;
    disabili, adolescenti e anziani

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La normativa

   Oggi la violenza sessuale e la violenza domestica sono
    reati penali in tutti i paesi EU: ma spesso le norme non
    offrono sufficente protezione:
       quando è necessaria la richiesta o il consenso delle vittime per
        il proseguimento dell’azione penale (come nel caso della
        violenza domestica),
       quando è difficile portare prove (come nel caso della violenza
        psicologica),
       quando è perpetrata con il “consenso” della vittima (come nel
        caso della violenza basata sulle tradizioni).
   Il tasso di denuncia e prosecuzione dell’azione penale è
    ancora molto basso specialmente nei casi di stupro e di
    violenza domestica.
   Esempi di buone pratiche: in Spagna e GB sono state
    istituite delle Corti specializzate nei casi di violenza
    domestica e di violenza contro le donne

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I piani nazionali di azione (PNA)
In quasi tutti i paesi europei esistono dei PNA dedicati.

Criticità:
   In alcuni paesi il tema è invece ricompreso nei PNA per
    l’inclusione sociale o l’uguaglianza di genere. Rischio di ridurre
    le risorse dedicate alla lotta contro la violenza.

   Risorse spesso inadeguate e incerte, che limitano la
    continuità degli interventi e la loro efficacia. Fondi sempre più a
    rischio con la crisi e le politiche di contenimento della spesa.
    Crescente importanza dei fondi europei, soprattutto nei paesi
    del Sud ed Est Europa

   Spesso i PNA non definiscono in modo chiaro e
    vincolante: responsabilità e sistema di governo degli
    interventi, le misure concrete da attivare, gli obiettivi e i tempi
    di attivazione. Carente anche il monitoraggio delle attività
    realizzate e la valutazione dei risultati.
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Misure di prevenzione
   Campagne di sensibilizzazione          per modificare
    attitudini, comportamenti e credenze; per evitare che
    le donne diventino vittime e gli uomini colpevoli; per
    informare sui servizi disponibili.

   Programmi di formazione per gli operatori che
    entrano in contatto con le vittime: operatori del
    sistema giudiziario, della polizia, della sanità, dei servizi
    sociali, della scuola. Ancora troppo poca attenzione ai
    giornalisti e ai media, difficoltà nel coinvolgere i soggetti
    del sistema giudiziario.

   Programmi rivolti agli uomini violenti (più recenti) e
    di valutazione del rischio

   Crescente attenzione alla raccolta di dati e              al
    monitoraggio dei risultati delle politiche attivate

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Campagne di sensibilizzazione e
            formazione
 Crescente uso di campagne mirate a specifici gruppi di popolazione.
 Crescente attenzione al rischio di stigmatizzazione e alle immagini
  utilizzate per evitare di rafforzare stereotipi.
 Crescente coinvolgimento degli uomini come role models e di
  “ambasciatrici/tori” per sensibilizzare e sostenere le donne vittime o a
  rischio in comunità isolate o marginali.
 Crescente intervento nelle scuole con insegnanti                e studenti, e nei
  luoghi di lavoro con datori di lavoro e lavoratori.

Esempi:
a) Austria: dal 2005 esposizione itinerante su cause, forme e conseguenze della
     violenza domestica che offre informazioni sui programmi di prevenzione e aiuto
     disponibili anche per gli uomini e sulla normativa. Promosso da ONG, Ministero
     PO e Ministero degli interni
b)   GB: campagna di sensibilizzazione per bambini e adolescenti maschi e femmine
     per incentivare il rispetto reciproco e prevenire relazioni abusive, attraverso la
     scuola e i social media. Campagna contro la comemrcializzazione e la
     sessualizzazione dell’infanzia nei media e nella pubblicità. Campagne di
     sensibilizzazione contro la MGF.
c)    Olanda: creazione di un sito on line che offre cosmetici per nascondere i segni
     lasciati dalla violenza domestica, con un messaggio che offre una soluzione
     migliore chiamando un numero verde per aiuto.

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Misure di sostegno alle vittime: centri
        antiviolenza e assistenza telefonica
       Centri antiviolenza in tutti i paesi europei, ma non sufficienti a coprire
        il bisogno: nel 2010 disponibile solo il 37,5% dei posti necessari
        secondo gli standard stabiliti dal CoE. Copertura bassa nei paesi
        dell’Europa meridionale e dell’est.
       Tutti i paesi hanno un servizio di assistenza telefonica.
       Fondi pubblici coprono circa il 70% dei costi.
       Negli ultimi anni anche centri per il trattamento degli uomini violenti:
        dibattito su efficacia e allocazione di risorse scarse
       Crescente attenzione agli effetti della violenza di genere sui minori.

Criticità:
        I servizi si concentrano nelle aree urbane
        Carenza di finanziamenti stabili (soprattutto nei paesi del sud ed est
         Europa)
        Carenza di standard nazionali sulla qualità dei servizi.
        Ancora pochi, anche se in aumento, i servizi specialistici rivolti a: vittime
         di stupro, vittime di pratiche “tradizionali”; vittime di tratta; Donne disabili o
         con figli disabili; altri gruppi difficili da raggiungere (immigrate e minoranze
         etniche).

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Programmi di assistenza: esempi di
      intervento
Assistenza alle vittime
   GB: dal 2005 consulenti individuali contro la violenza domestica. Dal
    2003, Conferenze intersettoriali di verifica del rischio.
   Olanda: “ambasciatrici” per riconoscere e offrire un primo aiuto ad
    altre madri vittime o a rischio; formazione di medici di base.
    Francia: Référents violences conjugales; creazione di unità speciali
    nella polizia
   Svezia: centri di servizi integrati per le (potenziali) vittime di violenza.
    Incontri periodici tra gli operatori di valutazione del rischio e su come
    trattare ciascun caso.
Programmi di trattamento degli uomini violenti
   Austria: servizio di consulenza e trattamento (talvolta obbligatorio)
    per gli uomini che hanno scontato una pena per violenza contro le
    donne.
   GB: Sistema di accreditamento delle organizzazioni che realizzano
    interventi per gli uomini colpevoli di violenza contro le donne per
    assicurare standard di qualità (dal 2003).
   Germania: linee guida nazionali per interventi sugli uomini violenti
    nell’ambito del coordinamento interistituzionale di contrasto alla
    violenza di genere (dal 2007).                                                 12
Misure di sostegno al reinserimento
       sociale e lavorativo delle vittime
   Principali misure di reinserimento comprendono:
        Sostegno nell’accesso ad una abitazione sicura
        Sostegno all’inserimento lavorativo e formazione
          professionale
        Sostegno del reddito
   Ancora poca diffusione di questi interventi e carenza di
    risorse finanziarie
   In larga parte erogati a livello regionale o locale e dalle
    ONG.

Esempi:
 Austria: programmi rivolti alle imprese di sensibilizzazione
  dei colleghi e dei datori di lavoro per riconoscere casi di
  violenza e incentivare mantenimento occupazione
 Irlanda:     servizi di orientamento, (ri)qualificazione,
  sostegno abitativo (temporaneo o permanente), servizi di
  cura per i figli e sostegno finanziario

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Per concludere/1
   Violenza contro le donne è un fenomeno complesso e
    multidimensionale che richiede risposte integrate e
    coordinate. C’è una maggiore attenzione e consapevolezza
    nella pubblica opinione e nel dibattito politico
   Ma permangono criticità:
        Carenza di dati e indicatori affidabili e confrontabili per il
         misurazione e monitoraggio del fenomeno e valutazione degli
         interventi
        Carenza e discontinuità delle risorse (soprattutto con crisi)
        Frammentazione degli interventi
        Formazione ancora non sistematica e continuativa degli
         operatori dei servizi
        Ancora scarsa attenzione alla complessa relazione tra
         violenza contro le donne e disuguaglianza di genere.
        Ancora scarsa attenzione ad alcune forme di violenza:
          Violenza basata sulle pratiche tradizionali
          Violenza nei posti di lavoro e nelle istituzioni
          Violenza psicologica

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Per concludere/2.Azioni necessarie

   Mantenere il tema al centro dell’agenda politica
   Sviluppare: una definizione consolidata e operativa delle diverse forme di
    violenza, la raccolta di dati e lo sviluppo di indicatori affidabili per monitorare il
    fenomeno. Sostenere la ricerca sulle cause e i costi e la valutazione dei risultati
●   Promuovere un approccio integrato di lungo periodo attraverso Piani d’Azione
    dedicati che combinino differenti misure (normative, economiche, sociali e
    cultural), rafforzando le azioni preventive e quelle mirate ai bisogni specifici dei
    diversi gruppi di donne e comunità, soprattutto quelle più difficili da raggiungere
●   Garantire un adeguato sistema di governo e di coordinamento tra numerosi
    soggetti coinvolti: terzo settore e istituzioni pubbliche (giuridico, sociale, salute,
    istruzione, lavoro, abitazione) a livello nazionale e locale
●   Coinvolgere i media (attraverso azioni di sensibilizzazione e codici di condotta),
    gli uomini, le imprese, le istituzioni religiose
●   Garantire finanziamenti adeguati e continuativi anche utilizzando i fondi europei
    e il contributo del terzo settore e dei privati (imprese e donazioni)
●   Rafforzare la formazione sulla violenza di genere nei curricula dei professionisti
    e l’educazione al rispetto e alla parità di genere nelle scuole, lo scambio di
    buone pratiche
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