Ver$gini: All'estero (cap.II) - Università degli studi di ...

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Ver$gini: All’estero (cap.II)
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Se le vertigini si moltiplicano nel viaggio di Sebald in Italia (che
entusiasta e quasi festoso l’esercito napoleonico su per il Gran San
Bernardo, fino alla vittoria di Marengo, a distanza di pochi anni un
disilluso Stendhal prova lo smarrimento di contemplare, nello
stesso luogo, una distesa di ossa sbiancate di cadaveri a perdita
d’occhio. Qualche anno dopo, l’autore di De l’Amour proverà
un’altra vertigine della condizione umana nella forma di una
disperata rassegnazione all’impossibilità di trovare “una donna in
sintonia con il suo mondo interiore”. E se il viaggio in Italia di
Sebald si conclude sul lago di Garda, è per un’impossibile rincorsa
dell’analogo viaggio che un afflitto Franz Kafka vi fece nel 1913 (cui
è dedicato uno dei racconti di Vertigini), quando lo scrittore
praghese provava un’unica gioia: “quella che nessuno al momento
immaginasse dove egli si trovava”.
Ci si potrebbe chiedere se è giusto chiamare i testi di Sebald
“racconti”. Noi siamo sicuri di sì. Non solo perché nessuna filosofia
è possibile senza il ricorso a tecniche di enunciazione narrativa. I
racconti di Sebald, i suoi “protocolli di esperienze” (come Deleuze
chiamava quelli di Kafka) non sono soltanto un tributo al metodo
zig-zagante di Walter Benjamin (del quale molti lettori hanno
accostato alla prosa di Sebald i Passagen Werke)
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In October 1944, Herbeck was drafted to the German
army only to be discharged as unfit for military service in
March 1945. Later in the same year, there followed
another stay at Maria Gugging (due to an assault against
his father and instances of self-aggression), where he
again received insulin shock treatment. Picked up by the
Viennese police in May 1946, he was permanently
committed to Maria Gugging in July. In an
autobiographical outline, dated 16 January 1970, he
recalls: “Eventually, I wound up in the mental hospital,
and my parents were to blame for all this. I will never
forget these twenty-five years. I worked at the mental
hospital’s nursery garden until I was fifty years old” (our
translation). According to his psychiatrist, Leo Navratil,
Herbeck calmed down under psychopharmacological
treatment in the 1950s, but also shut himself up while
experiencing persistent “acoustic hallucinations” (1992:
280). The hospital maintained its own farm, where
Herbeck did farm work in the early 1960s. During one of
his rounds, Navratil asked him to write a poem for
diagnostic purposes
• QUEGLI ARTISTI DA MANICOMIO
http://www.wgsebald.             • SONO maniaco-depressivi, schizofrenici, psicotici e bolderline di ogni
                                   genere. In comune hanno un mondo in bilico fra arte e alienazione e
de/lexikonstart.html               un geniale mentore: lo psichiatra Leo Navratil. Fondatore nel 1981
                                   della "Casa degli artisti", un padiglione dell' ospedale psichiatrico di
Vienna (il fuoco)                  Gugging nei pressi di Vienna, Navratil ha scoperto e promosso fra i
                                   suoi pazienti poeti e pittori. Autore di importanti studi sul rapporto fra
-   Thomas Bernhard                malattia mentale e creazione artistica, sin dagli anni Cinquanta egli ha
-   Ernst Herbeck/ Leo Navra^l     affrontato i lavori dei malati non solo sotto l' aspetto diagnostico e
                                   terapeutico, ma ricorrendo altresì a criteri formali per giungere alla
-   Manicomio                      conclusione che è sostanzialmente arduo distinguere l' "arte dei folli"
                                   da quella dei normali. E andrà tenuto a mente anche da noi, in questi
-   Sprachzerfall
                                   giorni di sillogismi lombrosiani ("dimmi cosa dipingi e ti dirò chi sei"):
-   Kleine Literatur               vedi il caso chiaccheratissimo del "mostro" Pacciani. Sino al 1986,
                                   anno del suo pensionamento, terapeuta e pazienti hanno vissuto in
-   Fuoco/incendi/                 simbiosi produttiva: "In alcuni casi questa attività liberava impulsi per
-   Gehen                          un' opera veramente creativa, tale da far saltare ogni categoria
                                   psicologica e condurre nella sfera artistica". Il medico decide così di
-   Wanderung                      presentare al pubblico i talenti che ha scoperto, dando a editori
-   Solitudine/Trauma/             prestigiosi le poesie di Ernst Herbeck e organizzando mostre in
                                   collaborazione con esponenti dell' avanguardia artistica come i pittori
-   Provincialismo austriaco       Attersee, Rainer, Oberhuber. L' obiettivo è di far uscire la produzione
                                   dei pazienti dall' universo psicotico per condurla nelle gallerie e nei
                                   musei. Fra i vari premi, la "Casa degli artisti" riceve nel 1989 il
                                   massimo riconoscimento austriaco: l' Oskar-Kokoschka-Preis, mentre
                                   numerosi artisti di professione prendono a frequentare regolarmente
                                   Gugging, alla ricerca di suggestioni.
In tale contesto si inseriva la mostra che Navratil ha organizzato nel 1993 e che ha
fatto il giro d' Europa: "Immagini da immagini", in cui quadri di antichi maestri
come Durer e Brueghel, foto, manifesti pubblicitari sono serviti da modello ai
pazienti. L' idea da cui muove Navratil è di mostrare che cosa significhi "eredità
culturale" in senso lato e come questa sorta di "art brut" non sia una creazione ex
nihilo, ma si sviluppi in condizioni se non identiche, almeno simili a quelle della
"grande cultura". L' obiettivo è di mostrare che l' arte dei malati non nasce solo
dal confronto con la sofferenza, ma anche da quello con l' arte precedente. Lo
stesso Van Gogh, del resto, eseguì nel manicomio di Saint Remy varie copie da
Millet, Delacroix, Daumier nel 1889-90. Così scriveva al fratello: "Da noi pittori si
pretende che componiamo sempre in prima persona... Posso assicurarti che
copiare mi interessa enormemente... Ci sono arrivato per caso e trovo che sia
istruttivo e soprattutto dia consolazione". Come in Van Gogh, anche nei pittori di
Gugging il rifacimento si trasforma in contributo originale, in cui la produttività
dello sguardo soggettivo dissolve la prospettiva, l' unità del modello, con
procedimenti ora barocchi e cumulatori, ora mirati a uno scarnificante risparmio
di dettagli. Se Dubuffet esaltava la superiorità dell' arte degli incolti, marginali e
internati su quella colta, Navratil tenta piuttosto la conciliazione dei due
momenti. In quali condizioni questo avvenga, ce lo mostra Johann Hauser: i suoi
migliori lavori nascono da uno stato di estrema pressione erotica, in cui l'
appoggio del terapeuta è indispensabile. "Quando si è spenta una fase maniacale,
che in genere dura più di mezz' anno - constata Navratil -, Hauser si calma,
diventa cortese, equilibrato. Allora è artisticamente improduttivo". Ciò che resta
sono "quadri da quadri" che inquietano per la loro enigmatica poesia. Roberto
Cazzola 27 aprile 1994 su Corriere della Sera
VENEZIA (l’acqua)
 Chi si inoltra in questa ci0à non sa quale sarà
 la prossima cosa a capitare so0o i suoi occhi,
 o da chi verrà visto nel volgere di un a8mo
 non si è ancora entra: in scena, che già la sia
 abbandona per un’altra uscita. Queste brevi
 apparizioni sono di una teatralità addiri0ura
 spudorata, e al tempo stesso hanno in sé
 qualcosa di cospiratorio: una congiura in cui
 si è sta: coinvol: senza volerlo o a propria
 insaputa. Se si cammina dietro a qualcuno in
 un vicolo in cui non c’è anima viva, basta
 appena affre0are il passo, ed ecco un brivido
 di paura correre giù per la schiena di colui cui
 s:amo alle calcagna. E’ facile, per contro,
 passare dalla parte dei pedina:. La nebbia,
 intanto, si era diradata (pp. 55-56).
Giacomo Girolamo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725 –
 Duchov, 4 giugno 1798) è stato
un avventuriero, scrittore, poeta, alchimista, esoterista, diplomatic
o, filosofo e agente segreto italiano, cittadino della Repubblica di
Venezia.
Di lui resta una produzione letteraria molto vasta - si dedicò
perfino alla matematica - ma viene principalmente ricordato
come avventuriero e come colui che fece del proprio nome
l'antonomasia del seduttore e libertinoA questa fama di grande
conquistatore di donne contribuì verosimilmente la sua opera più
importante: Histoire de ma vie (Storia della mia vita), in cui
l'autore descrive, con la massima franchezza, le sue avventure, i
suoi viaggi e i suoi innumerevoli incontri galanti. L'Histoire è
scritta in francese: la scelta linguistica fu dettata principalmente
da motivi di diffusione dell'opera, in quanto all'epoca il francese
era la lingua più conosciuta e parlata in Europa.
Fra corti e salotti, Casanova sfiorò, quasi senza accorgersene, un
momento di svolta epocale della storia. Conobbe molti fra i grandi
del suo tempo e ne documentò gli incontri; erano fra questi
personaggi quali Jean-Jacques Rousseau[1], Voltaire, Madame de
Pompadour, Wolfgang Amadeus Mozart, Benjamin
Franklin, Caterina II di Russia, Federico II di Prussia. Ma
Casanova non comprese lo spirito di rinnovamento che avrebbe
fatto volare la storia verso direzioni mai percorse prima.
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