Con "Tolo Tolo" Checco Zalone sbanca e doppia se stesso

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Con "Tolo Tolo" Checco Zalone sbanca e doppia se stesso
Con “Tolo Tolo” Checco Zalone
sbanca e doppia se stesso
Parte col botto Tolo Tolo il nuovo film di Checco Zalone, che
firma per la prima volta la regia (ma con il suo vero nome,
Luca Medici). Piaccia o no. Incassi stellari, fa sapere dalla
Taodue film il produttore Pietro Valsecchi: “Ha riunito gli
italiani dentro le sale cinematografiche. Il nuovo decennio
inizia bene per il cinema italiano grazie a questa iniezione
di fiducia e di incassi che ricadono su tutto il sistema
cinematografico”.
Con "Tolo Tolo" Checco Zalone sbanca e doppia se stesso
Distribuito dalla Medusa Film in 1210 sale italiane il 1
gennaio, ma in alcuni cinema anche la notte del 31, la
pellicola ha sbancato il
botteghino. Raccogliendo 8,7 milioni di euro (8.668.232 per la
precisione) e
175mila presenze, diventando il film con il miglior incasso di
sempre nella storia
del cinema italiano nelle prime 24ore di programmazione. Un
successo che consente
a Zalone di doppiare le pellicole americane, del calibro di
Star
Wars: l’ascesa di Skywalker, e battere se stesso. Suo,
infatti, era il
record in Italia con Quo Vado? che solo nella giornata
del 1 gennaio 2016 aveva incassato 7.341.414 di euro. “Un
risultato incredibile
che mi rende ancora più felice”, sono le parole di Valsecchi,
“perché premia
l’opera prima di Checco come regista, una scommessa vinta non
solo per gli
incassi ma anche per la riuscita del film, che ha saputo
divertire ed emozionare
grandi e piccoli al di là di ogni divisione ideologica”.

Il film, sceneggiato da Zalone stesso e dal regista Paolo
Virzì, racconta la storia di un imprenditore che, segnato
Con "Tolo Tolo" Checco Zalone sbanca e doppia se stesso
dagli insuccessi e dai debiti, trova accoglienza in Africa. Ma
una guerra lo costringerà a far ritorno in Italia, percorrendo
la tortuosa rotta dei migranti. Lui, Tolo Tolo, granello di
sale in un mondo di cacao. Lo stralunato personaggio di
Checco, con il suo genuino cinismo e cafonaggine, stavolta
affronta il delicato tema dell’immigrazione, con umanità e
critica, facendo riflettere prima ancora di divertire. È un
spaccato di una realtà profonda e spietata, filtrata con
l’ironia attenta e anticonformista del poliedrico attore
pugliese. Una garanzia.

“Tolo Tolo è il quinto film di Checco che produco ed è il
primo che
lo vede anche nel ruolo di regista”, riprende Pietro
Valsecchi. “Si tratta di
un debutto dietro la macchina da presa che ho fortemente
voluto; ora a film finito,
posso dire che non solo non si è trattato di un salto nel
vuoto, ma di un
passaggio doveroso nella carriera di un artista completo come
Checco. È un film
che manifesta, oltre al suo inarrivabile talento comico e
musicale, anche
quelle qualità che in un regista fanno la differenza: la
composizione della
scena, il lavoro con gli attori, l’attenzione ai dettagli che
vedrete nel film
lo rendono l’opera di un vero regista. E queste qualità Checco
le ha messe in
mostra in un progetto molto ambizioso, di estrema complessità
sia artistica che
produttiva, e che proprio per questo motivo ha avuto una
lunghissima
gestazione. Checco infatti si è costruito addosso ogni scena,
in maniera direi
sartoriale, portando questa sua visione dalla pagina scritta
Con "Tolo Tolo" Checco Zalone sbanca e doppia se stesso
al set e poi al
montaggio. E quello che ne è uscito è un film al cento per
cento suo, con il
suo sguardo unico sulla realtà e il suo stile inimitabile di
racconto”.

Il lavoro è stato molto lungo,
quasi nove mesi di riprese, e complesso, molte settimane di
riprese in Kenya e nel
deserto del Marocco, ma anche a Malta e in tante città
italiane, con tantissime
comparse: “non sarebbe stato possibile realizzare senza il
grande lavoro di tutto
il reparto di produzione che merita un grazie per l’impegno e
l’energia che ha
messo in ogni momento. Ora che il set è chiuso”, conclude il
produttore, “posso
dire che valeva la pena aspettare quattro anni per avere un
film così, un’opera
importante in cui Checco dimostra ancora una volta un talento
davvero unico”.

Zalone e Sylla in una scena del film

Nel cast vede la partecipazione
di Barbara Bouchet nel ruolo della
Con "Tolo Tolo" Checco Zalone sbanca e doppia se stesso
Signora Inge, e di Nicola Di Bari in
quella di Zio Nicola. Affianco a Zalone, spicca l’attore
senegalese Souleymane Sylla, che per la prima
volta si cimenta in una commedia. “Il mio personaggio si
chiama Oumar”, spiega,
“un giovane ragazzo con molti sogni nel cassetto e fan
dell’Italia e della sua
cultura: Pasolini, tutto il cinema italiano. Sogna di
diventare regista. Un ragazzo
molto gentile, molto intelligente, e a volte come dire, un po’
troppo gentile…Lavorare
con Checco è stato molto stimolante, perché è come un gran
direttore
d’orchestra che conosce alla perfezione la musica di un film
comico, che ha il
senso della commedia, e anche a livello di ritmo sapeva sempre
esattamente
quello che voleva, dove voleva andare. È stato quindi davvero
stimolante
lavorare con lui. In più       è     estremamente   simpatico   e
sorprendentemente molto
modesto”.

Sembrano archiviate le polemiche –
inutili – innescate all’uscita del singolo L’immigrato per
presunti contenuti razzisti
del testo, alle quali Zalone, autore della canzone e della
colonna sonora,
aveva comunque risposto per le rime nell’intervista rilasciata
al Corsera: “L’unica
cosa atroce qui è la psicosi del politicamente corretto. C’è
sempre qualche
comunità, o qualche gruppo di interesse, che si offende». E
ancora: «Se
riproponessi certe imitazioni di dieci anni fa, tipo quella di
Giuliano dei
Negramaro, mi arresterebbero. Oggi non potrei scherzare come
facevo, che so, su
Tiziano Ferro, o sugli uominisessuali”.

Quando c’è qualità e raffinatezza, il cinema italiano conferma
la sua supremazia.   David Nicodemi

I 10 film più belli dal 2010
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La top ten dei 10 film più belli dal 2010 ad oggi trasmessa a
Officina Stampa del 19/12/2019

Mostra di Venezia: sei film
Usa in concorso

Redazione

VENEZIA – I sei film Usa in concorso (su 21) alla 74/a Mostra
di Venezia (30 agosto-10 settembre) sono una bella ipoteca sul
palmares che pesa molto sulla pattuglia degli sfidanti al
Leone d'oro. Si aggiunga che arriveranno al Lido autori attesi
e indiscussi dell'industria degli States come George Clooney,
Alexander Payne, Darren Aronofsky, Guillermo Del Toro, Paul
Schrader e un grande vecchio come Frederick Wiseman.

Si va da una comedy/sci-fi come DOWNSIZING a un thriller
psicologico in un futuro distonico, come MOTHER! firmate dal
regista di Cigno Nero; da SUBURBICON, con una comunità
tranquilla che nasconde un'inaudita violenza, a THE SHAPE OF
WATER di Del Toro, storia d'amore, in un clima da favola, tra
un'impiegata muta e un uomo anfibio ripescato in Amazzonia.
Infine FIRST REFORMED di Schrader, thriller-drama con
protagonista un ex cappellano distrutto dalla morte del figlio
e EX LIBRIS: THE NEW YORK PUBLIC LIBRARY di Wiseman,
documentario sul dietro le quinte di una delle più grandi
biblioteche al mondo.

Con DOWNSIZING di Payne (Paradiso amaro), film d'apertura del
festival, con Matt Damon, Christoph Waltz, Hong Chau e Kristen
Wiig si entra nel sociale attraverso la satira. Causa
sovrappopolazione, degli scienziati norvegesi scoprono come
rimpicciolire gli umani fino a cinque pollici. Un'occasione
per moltiplicare il denaro in un mondo miniaturizzato. Paul
Safranek e sua moglie Audrey decidono di abbandonare la loro
vita ad Omaha per rimpicciolirsi.

MOTHER! di Aronofsky (regista che con The Wrestler ha vinto il
Leone d'Oro alla 65. Mostra) è un film con mistero ("non fate
spoiler sul finale" si è raccomandato Alberto Barbera alla
conferenza stampa di presentazione). Jennifer Lawrence e
Javier Bardem sono una coppia felice fino all'arrivo nella
loro casa di uno sconosciuto. Nel cast anche Michelle
Pfeiffer, Ed Harris e Domhnall Gleeson.

SUBURBICON di Clooney con Matt Damon, Julianne Moore, Noah
Jupe e Oscar Isaac è uno dei film più attesi. Scritto da
Clooney e Grant Heslov con i fratelli Coen, il film è
ambientato a Suburbicon, comunità apparentemente tranquilla.
Sembra il posto migliore per crescere una famiglia. È proprio
ciò che sta facendo Lodge, ma l'apparente serenità domestica
nasconde una realtà disturbante, fatta di tradimenti e
violenza. THE SHAPE OF WATER di Del Toro con Sally Hawkins,
Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones, Michael
Stuhlbarg e Octavia Spencer ci porta invece negli Stati Uniti
del 1963 in piena guerra fredda. Elisa lavora in un
laboratorio segreto del governo americano. La donna è muta e
sembra perfetta per comunicare con un uomo-pesce, un Dio-
mostro pescato in Amazzonia.

Con DOWNSIZING di Payne siamo nel mondo lilliput. Una scelta
fatta da una coppia in crisi, anche per risolvere i propri
problemi economici, fa sì che si facciano ridurre a poco più
di dodici centimetri. Credono così di diventare ricchi, di
salvare un'umanità sull'orlo di scomparire.

Schrader con FIRST REFORMED entra dentro il senso di colpa.
L'ex cappellano militare Toller è torturato dalla perdita del
figlio che ha incoraggiato ad arruolarsi. Ma la sua fede va
ancora più in crisi quando entra in contatto con un
ambientalista radicale, Michael, che gli fa apprendere come la
sua Chiesa sia compromessa con multinazionali prive di
scrupoli.

EX LIBRIS: THE NEW YORK PUBLIC LIBRARY del maestro dei
documentari Wiseman (7 volte a Venezia e insignito del Leone
d'oro alla carriera nel 2014) racconta, con fascino e stile,
come è cambiata la biblioteca nell'epoca del digitale.
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