POLITECNICO DI TORINO - Collegio di Ingegneria Gestionale Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale Classe LM-31 Percorso Finanza

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POLITECNICO DI TORINO - Collegio di Ingegneria Gestionale Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale Classe LM-31 Percorso Finanza
POLITECNICO DI TORINO
                    Collegio di Ingegneria Gestionale
         Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale
                             Classe LM-31
                            Percorso Finanza

Space Economy: evoluzione del settore spaziale e analisi
della Syndication degli investimenti in Venture Capital

    Relatore:                                             Candidato:

Giuseppe Scellato                                       Francesco Torchia

                                                         Matr. 281645

                         Anno accademico 2021/2022
                                     1
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Sommario
ABSTRACT                                                                                             5

INTRODUZIONE                                                                                         6

1    SPACE ECONOMY                                                                                   8

1.1 La New Space Economy                                                                             10

1.2 Segmentazione                                                                                    10

1.3 Il valore della Space Economy                                                                    11

1.4 La Catena di Valore e i suoi domini                                                              15
   1.4.1 Focus sul segmento dei satelliti                                                            17
      1.4.1.1     Smallsats                                                                          23
   1.4.2 Earth Observation e Global Navigation Satellite System                                      26
   1.4.3 Le sfide dei prossimi anni                                                                  31
   1.4.4 Le sfide dei prossimi decenni                                                               36

2    I FINANZIAMENTI NELL’ECONOMIA SPAZIALE                                                          38

2.1 Finanziamenti Pubblici in Europa                                                                 38
   2.1.1 Finanziamenti ESA                                                                           39
      2.1.1.1 Budget ESA                                                                             41
      2.1.1.2 I programmi più recenti                                                                43
   2.1.2 Finanziamenti della Commissione Europea                                                     45

2.2 Investimenti Spaziali pubblici in Italia                                                         48

2.3 Finanziamenti dal Mercato dei Capitali                                                           51

3    ANALISI DEL COINVESTIMENTO NEL VENTURE CAPITAL SPAZIALE                                         59

3.1 Il Venture Capital                                                                               59
   3.1.1 Caratteristiche principali del Venture Capital                                              59
   3.1.2 Composizione di un fondo di Venture Capital, attività operativa e metodo di remunerazione   61
   3.1.3 La Syndication                                                                              67

3.2 Metodologia d’analisi                                                                            68

3.3 Analisi dei dati e commento                                                                      72
   3.3.1 Prima analisi                                                                               72
   3.3.2 Seconda analisi                                                                             76
   3.3.3 Terza analisi                                                                               79
   3.3.4 Quarta analisi                                                                              82

CONCLUSIONE                                                                                          88

BIBLIOGRAFIA                                                                                         90

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SITOGRAFIA       91

APPENDICE        95

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Abstract
Nell’ultimo decennio, il settore Spaziale è stato protagonista di un processo che ha portato alla
rivoluzione dell’intero settore, consentendo a quest’ultimo di oltrepassare i suoi confini ed
essere utilizzato in ambito commerciale. Per questo motivo, negli ultimi anni è nato il
movimento New Space, che ha portato la tecnologia spaziale ad essere usata nei campi più
disparati come l’agricoltura di precisione, il marketing mirato, il trasporto e la logistica. Chi ha
deciso di cavalcare quest’onda e sfruttarla per generare profitto sono stati soprattutto gli
investitori privati, i quali hanno finanziato un vasto numero di imprese.
L’obiettivo della seguente trattazione è di approfondire la struttura dell’economia spaziale
odierna, valutare le potenzialità di crescita futura e infine analizzare i finanziatori pubblici e
privati che fino ad oggi hanno mantenuto questa crescita, con un’attenzione particolare sui
privati.
Il lavoro di tesi si compone di tre capitoli: nel primo viene fornita una panoramica
dell’ecosistema del settore spaziale cercando di definirne i confini e gli attori per dominio di
appartenenza; successivamente verrà riportata un’analisi approfondita del segmento cardine
della space economy, ovvero l’industria satellitare, e il capitolo terminerà con la descrizione
delle sfide future del settore e della direzione che sta prendendo. Il secondo capitolo verterà
sull’analisi dei principali finanziatori dell’economia spaziale europea: ESA, Commissione
Europea e Mercato dei capitali, con un focus sul venture capital. Il terzo e ultimo capitolo verterà
su uno studio del venture capital spaziale attraverso un database creato appositamente, il quale
avrà al suo interno tutte le imprese europee e statunitensi finanziate da venture capitalist,i fondi
che queste hanno ottenuto e i diversi investitori che hanno partecipato ai round di finanziamento;
questo servirà a tracciare il comportamento finanziario dei venture capitalist spaziali. Nello
specifico verrà analizzata la strategia del coinvestimento (Syndication). La compartecipazione
con altri soggetti (apportatori di capitale di rischio) ad uno stesso round di finanziamento di una
Startup innovativa porta enormi benefici ai singoli investitori. Ciò genera un maggiore afflusso
di capitali verso le Startup spaziali che, in linea generale, hanno difficoltà ad accedere ai canali
tradizionali di finanziamento (Es. credito bancario) a causa del loro rischio intrinseco.

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Introduzione
Fin dall’antichità l’uomo è sempre rimasto affascinato dalle stelle che compongono il nostro
Universo. Infatti, la più antica testimonianza di uno studio compiuto sul cosmo è il disco di
Nebra, fabbricato tra il 2100 a.C. e il 1700 a.C. Si trattava di una lastra di metallo raffigurante
fenomeni astronomici che, secondo gli ultimi studi, dettavano i tempi del ciclo agricolo, anche
se l’aggiunta di alcune parti in epoche successive farebbe presumere che potesse servire anche
da calendario solare.
La nascita dell’astronomia come scienza, invece, risale alla scoperta del cannocchiale, avvenuta
nel 1608, perfezionato in un secondo momento da Galileo Galilei che lo rese idoneo alla
visualizzazione dei corpi celesti. Il limite di questa invenzione risiedeva nel fatto che una
maggiore potenza dell’oculare restringeva di molto il campo visivo. Nel 1611 Keplero riuscì a
risolvere questo problema ma le immagini visualizzate apparivano capovolte e disturbate da
strani colori. Per risolvere anche quest’ultimo problema, negli anni successivi vennero prodotti
cannocchiali di dimensioni sempre maggiori (fino a 40 metri) che però portavano con sé
complicazioni nella fabbricazione e un conseguente aumento del costo. La soluzione definitiva
arrivò solo verso la metà del Seicento con Isaac Newton creatore di un nuovo strumento: il
telescopio.
Per quanto riguarda la nascita dell’astronautica, la scienza che si occupa della tecnologia per
rendere possibili i viaggi spaziali, bisogna aspettare gli inizi del ‘900 con la realizzazione dei
primi missili a propulsione. Essa vide poi un grande sviluppo negli anni della Germania nazista,
attraverso alcuni esperimenti bellici, come i missili V2. Al termine della Seconda Guerra
Mondiale e con l’inizio della guerra fredda iniziò la “corsa allo spazio”. Nel 1961 l’Unione
Sovietica lanciò il primo uomo nello spazio e nel 1963 fu la volta della prima donna. Nel 1969
con il successo della missione spaziale Apollo 11, avvenne il primo sbarco sulla Luna e nel
1971 venne lanciata la prima stazione spaziale abitata. La conclusione della corsa allo spazio
avvenne poi nel 1975 quando, per la prima volta, America e Unione Sovietica collaborarono al
"Programma test Apollo-Sojuz".
Questa nuova collaborazione portò ad un’accelerazione dei progressi nel campo
dell’astronomia e dell’astronautica, come la creazione dello Space Shuttle, una navetta
parzialmente riutilizzabile adibita a missioni spaziali in orbita attorno la Terra, o il lancio
dell’International Space Station, una stazione spaziale in orbita, avvenuto nel 1998 con la
collaborazione delle agenzie spaziali di Stati Uniti (NASA), Russia (RKA), Europa (ESA),

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Giappone (JAXA) e Canada (CSA-ASC).
Ad oggi però non sono solo le istituzioni ad investire nell’esplorazione spaziale e nello
sfruttamento delle sue risorse, ma sono entrati in campo anche i privati, che hanno visto nella
space economy un’occasione di guadagno. Uno di questi è sicuramente il visionario Elon Musk
che ha già lanciato dei privati cittadini sulla stazione spaziale internazionale. Ma anche altre
società, come Blue Origin e Virgin Galactic, si stanno specializzando nel turismo spaziale. Un
obiettivo, invece, rimane la creazione di una colonia umana ad esempio su Marte. La società
che sta portando avanti questo progetto è MarsOne in collaborazione con diverse altre aziende
private come SpaceX.
Ma i confini della space economy si estendono di gran lunga oltre i settori dell’esplorazione e
del turismo spaziale.

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1 Space Economy
Associare una descrizione precisa al concetto di economia spaziale risulta molto complicato in
quanto la sua influenza si estende in diversi settori. Ad oggi la definizione che più di altre
racchiude in sé il significato di economia spaziale è quella scelta dal ministero dello sviluppo
economico italiano: "La Space Economy è la catena del valore che, partendo dalla ricerca,
sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti arriva fino alla generazione di
prodotti e servizi innovativi “abilitati” (servizi di telecomunicazioni, di navigazione e
posizionamento, di monitoraggio ambientale previsione meteo, ecc.)". Lo sviluppo delle
tecnologie spaziali ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, tanto che al giorno
d’oggi la maggior parte di queste viene usata per fornire servizi sulla Terra. Ma fino al 1999
tutte le attività "space" ruotavano attorno all’esplorazione, alla realizzazione di stazioni spaziali
e al lancio in orbita di satelliti. In questa prima fase i finanziatori delle attività spaziali erano
prevalentemente istituzionali, ed investivano nei programmi delle diverse agenzie spaziali come
NASA o ESA. Il motivo dietro questo trend è intrinsecamente legato alle attività spaziali: in
principio questi programmi erano molto costosi e con un rischio di fallimento superiore a quello
del mercato e di conseguenza risultava difficile attrarre investitori privati.
Tabella 1: Valutazione del rischio dei segmenti di mercato e modelli di business per cinque discriminatori

Ma allora perché i governi nazionali erano disposti a investire grandi somme di denaro in
progetti così rischiosi? Il motivo principale è il progresso tecnologico. Ad esempio, se fino a
qualche decennio prima non si riuscivano a vedere gli effetti positivi che avrebbe portato
l’industria satellitare, ad oggi quest’ultima trova largo utilizzo in diversi campi. Questo "sforzo
economico" da parte delle istituzioni nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie ha

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contribuito ad aprire un nuovo mercato a cui oggi si interessano e investono anche i privati.
Inoltre, molte delle invenzioni che utilizziamo oggi sulla Terra provengono proprio dalla ricerca
spaziale. Ad esempio, nel 1960, la Nasa ha realizzato la prima trivella dotata di una batteria
interna, che oggi è di uso comune, in collaborazione con la Black & Decker; questa sarebbe poi
servita agli astronauti durante il programma spaziale Apollo; 4 anni dopo, sempre durante il
programma Apollo, è nata la prima coperta termica che oggi si può trovare nella maggior parte
dei kit di pronto soccorso. Sempre la Nasa, questa volta in collaborazione con MicroMed
Technology Inc, ha contribuito alla realizzazione del VAD, un dispositivo di assistenza
ventricolare che aiuta la circolazione cardiaca. Un’altra invenzione utilizzata dalla Nasa è stata
la tecnologia a infrarossi per il rilevamento della temperatura corporea: infatti i termometri
comuni a mercurio non potevano essere utilizzati in assenza di gravità. Per quanto riguarda
invece l’alimentazione degli astronauti, l’agenzia spaziale americana stava cercando di
sviluppare dei nutrienti che questi potessero usare durante le missioni spaziali: fu così inventato
il latte artificiale, oggi usato per i neonati allergici al latte vaccino. Spostandoci nel campo della
telefonia si deve ancora una volta alla Nasa la possibilità di effettuare chiamate a lunga distanza:
questa tecnologia fu creata per rendere possibile il lancio dei loro satelliti artificiali. Infine,
rimanendo sempre nel campo della comunicazione, la nascita delle cuffie bluetooth si deve alla
necessità degli astronauti di voler evitare di essere disturbati dai cavi.
Quindi è possibile affermare che i benefici portati dall’esplorazione spaziale non si devono solo
alle scoperte sull’universo ma anche ai cosiddetti spin-off, cioè tecnologie che inizialmente
erano state prodotte per le attività al di fuori del pianeta e che ora vengono usate nelle attività
pratiche tradizionali.
Questi sono solo alcuni degli effetti positivi derivanti da investimenti istituzionali ma, come
detto anche precedentemente, l’effetto più rilevante è certamente legato al fatto che questi hanno
contribuito a spianare la strada dell’economia spaziale, anche se per vedere l’entrata di aziende
private e start-up in questo campo è stato necessario attendere il XXI secolo. Infatti, nel 2000
l’imprenditore americano Jeff Bezos fonda Blue Origin, società specializzata nella
progettazione di lanciatori riutilizzabili, e nel 2002 Elon Musk fonda SpaceX. Successivamente
sono nate sempre più imprese private e allo stesso tempo il numero di finanziatori privati è
anch’esso aumentato. Ma se in America iniziano ad esserci lanciatori privati, in Europa questi
appartengono ancora agli enti spaziali nazionali. Un’altra differenza è che nel nostro continente
le attività spaziali sono ancora legate all’osservazione della Terra e alle comunicazioni
satellitari, mentre negli Stati Uniti si sta andando oltre il campo tradizionale. In ogni caso la

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crescita del numero di piccole-medie imprese del settore e finanziatori privati ha favorito la
nascita di un segmento tra i più dinamici del mondo: la new space economy.

1.1 La New Space Economy
"La new space economy rappresenta una tendenza globale che comprende una filosofia di
investimento emergente e una serie di progressi tecnologici che portano allo sviluppo di
un'industria spaziale privata guidata in gran parte da motivazioni commerciali." (The future of
the European space sector, The European Commission Report). La new space economy,
dunque, si lega a quell’insieme di attività economiche e di sfruttamento delle risorse connesse
all’esplorazione, alla ricerca, alla gestione e all’utilizzo dello spazio che consentono una
significativa riduzione dei costi, nonché la creazione di nuovi prodotti e un aumento delle
tipologie di consumatori. Dal punto di vista finanziario si aggiunge la possibilità di rendimenti
maggiori per le aziende, che in questo modo riusciranno ad attrarre più facilmente nuovi
investitori, soprattutto privati, andando così a generare un effetto ciclico. Ma ad oggi è ancora
difficile capire quale sia la vera estensione della nuova economia spaziale dato che spesso viene
sottostimata. Ad esempio, la digitalizzazione delle imprese passa anche attraverso tutti i dati
che possono ricevere dalle infrastrutture che si trovano al di là dell’atmosfera, grazie ai quali
possono creare nuovi servizi e velocizzare la propria crescita.

1.2 Segmentazione
Come affermato nel capitolo precedente, dare una dimensione all’economia spaziale risulta
alquanto complicato, quindi si è inizialmente cercato di dividerla in segmenti. Questi segmenti
sono stati scelti dall’OCSE, l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che
ne ha individuate tre principali:
   ● Upstream: fa riferimento al business “verso lo spazio” e quindi ricerca e sviluppo,
       progettazione di satelliti e suoi componenti o di altri velivoli spaziali, piattaforme di
       lancio e veicoli di lancio. Questi ultimi rappresentano l’insieme di sistemi complessi
       adibiti al trasporto di un carico utile a una determinata orbita e forniscono la giusta
       altitudine e velocità per l'iniezione in orbita.
   ● Midstream: è l’insieme delle infrastrutture e delle operazioni che vengono svolte sulla
       Terra. Sono funzionali sia al segmento upstream che downstream, in quanto consentono

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la gestione delle risorse spaziali che offrono servizi sul nostro pianeta. È il caso, ad
        esempio, dei centri di controllo che intervengono sia nella fase di lancio che in quelle
        successive. Spesso si fa riferimento a questo segmento con il termine "ground
        operations", e nella maggior parte delle trattazioni, ma non tutte, viene inglobato nel
        segmento upstream in quanto offre servizi verso gli oggetti al di fuori dell’atmosfera
        terrestre e quindi verso lo spazio.
    ● Downstream: comprende tutte le applicazioni che vengono sviluppate a terra partendo
        dai dati raccolti dai dispositivi in orbita: elaborazione dei dati satellitari, servizi di
        telecomunicazione, di navigazione, di monitoraggio ambientale, di previsione meteo
        ecc. I dati che i satelliti possono raccogliere ed elaborare a seconda dei casi possono
        essere venduti a un consumatore o a un’industria, sotto forma di servizi o applicazioni.
        Questi servizi sono di supporto a molte attività, come verrà spiegato meglio più avanti,
        come all’agricoltura, alla prevenzione e gestione delle emergenze e tante altre. Ai servizi
        precedentemente citati si aggiunge il mercato dei device, come antenne o ricevitori di
        posizionamento che permettono lo sfruttamento di questi servizi
    Ovviamente ognuno di questi segmenti contiene una molteplicità di applicazioni e ad oggii
    più diffusi e tenuti in maggior considerazione, soprattutto dalle istituzioni, sono
    l’osservazione terrestre, la comunicazione satellitare, la navigazione satellitare, l’accesso
    allo spazio, la sicurezza spaziale e l’esplorazione spaziale (fonte pwc, Dicembre 2020).

1.3 Il valore della Space Economy
Se dimensionare l’area di applicazione della space economy è oggi decisamente complicato,
dare delle stime al suo valore lo è ancora di più. Infatti, nonostante i molteplici studi effettuati,
non si sono ancora raggiunti risultati univoci. Secondo l’European Investment Bank, la crescita
del mercato spaziale tra il 2005 e il 2016 è stata del 6.7% annuo (la percentuale considera la
crescita del fatturato delle imprese spaziali), ed essendo un settore ciclico supera la crescita
media annuale dell’economia globale.

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Figura 1: La dimensione dell'economia spaziale globale in mld di euro (fonte: European Investment Bank, "The future of the
European space sector")

Come si evince dal grafico, se nel 2005 la valutazione dell’economia spaziale che ha ipotizzato
la banca di investimenti europea si aggirava poco sotto ai 150 miliardi di euro, in poco più di
10 anni ha visto raddoppiare il suo valore, attestatosi intorno ai 310 miliardi nel 2017. Il 76%
di questo ammontare è rappresentato dalle attività commerciali, come individuato dagli studi
effettuati da PricewaterhouseCoopers (PwC). Nello stesso periodo, l’azienda ha effettuato uno
studio simile che è andato a stimare anche la variazione del valore di ogni singolo segmento del
mondo space (in questo caso l’intervallo temporale considerato va dal 2012 al 2016).

Figura 2: profitti e relativi tassi di crescita per ogni segmento dal 2012 al 2016 (fonte: pwc, "Main trends and challenges in
the space sector June 2019")

Il 30% del mercato spaziale era rappresentato dal settore upstream, che tra tutti i segmenti
sembra essere quello più vicino alla saturazione. Infatti, il tasso di crescita annuale risulta essere
positivo, e pari a circa il 3% annuo, solo per l’aumento degli investimenti governativi in attività
di ricerca nell’ambito civile e della difesa, i quali rappresentano quasi il 70% di tutto il mercato
del segmento upstream. Contemporaneamente si registra, nell’intervallo di tempo considerato,
una diminuzione annua del fatturato del 7% per quanto riguarda il mercato dei lanciatori e
dell’8% per quanto concerne il mercato dei satelliti commerciali.
Il segmento midstream rappresenta invece la fetta minore dell’economia spaziale, circa il 9%
del mercato, e ha avuto una crescita del 2% annuo. Infatti, le entrate dei diversi operatori, che
nel 2016 si aggiravano attorno ai 21 miliardi di dollari avevano avuto una crescita annua dello
stesso valore. Per quanto riguarda invece le infrastrutture e le operazioni di terra è stata stimata

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una crescita del fatturato minore e pari all’1%.
Il downstream rappresenta la fetta maggiore del mercato dell’economia spaziale e ha avuto tra
il 2012 e il 2016 una crescita annuale del 2%, crescita che si deve ai servizi spaziali e ai
dispositivi per i consumatori, ognuno dei quali rappresenta la metà del segmento. Questo trend
permette di comprendere quanto, al giorno d’oggi, la vita sulla Terra sia intrinsecamente legata
alle infrastrutture spaziali sia in termini di servizi per i cittadini ma anche per le imprese. I
servizi downstream, infatti, hanno una lunga lista di applicazioni che vanno dalle assicurazioni
all’agricoltura, dalle telecomunicazioni alle città intelligenti e così via.
Arrivando agli anni più recenti, anche altre società, soprattutto di consulenza, si sono addentrate
nello studio del dimensionamento della space economy. Purtroppo, però gli studi condotti dalle
diverse società differiscono tra loro per vari aspetti, il più importante dei quali riguarda la logica
di segmentazione del mercato, che quindi rende estremamente difficile la loro comparazione.
Questo si deve principalmente alla difficoltà nel delineare i confini di questo mercato. Nella
tabella seguente vengono riportate le stime di alcune delle più importanti società, con la relativa
percentuale di ogni segmento da esse individuato.
Tabella 2: valore dell'economia spaziale stimato in ricavi

          Società              Valore dell'economia Spaziale Stima per Segmento
                                                                  industria satellitare: $271 mld
                                         $371 mld (2022)
                                                                  altro: $100 mld
                                                                  Servizi Satellitari: $118 mld
                                                                  Infrastrutture di terra: $142 mld
                                         $386 mld (2021)          Progettazione di satelliti: $13.7 mld
                                                                  Industria del lancio: $5.7 mld
                                                                  Spese governative e voli umani commerciali: $107 mld
                                                                  Upstream: $37 mld
                                         $ 370 mld (2021)         Downstream: $300 mld
                                                                  Altre spese delle organizzazioni governative: $33 mld
                                                                  Upstream: $23 mld
                                                                  Midstream: $40 mld
                                         $371 mld (2020)
                                                                  Downstream: $226 mld
                                                                  Budget Istituzionale: $82 mld
                                                                  profitti commerciali: $336.9 mld
                                        $423.8 mld (2020)
                                                                  Spese governative: $86.9 mld

                               €309 mld (2017)

La tabella rispecchia perfettamente le difficoltà prima elencate: le stime, infatti, differiscono
per decine di miliardi di dollari.
Secondo le ipotesi fatte dalla società di consulenza Euroconsult nel loro studio "Space Economy
Report 2021", ci si aspetta che il business attorno al mondo dello spazio possa crescere del 74%
entro il 2030: raggiungerà così una valutazione intorno ai 640 miliardi di dollari, che
corrisponderebbe a una crescita annua del 6,3% recuperando ampiamente già dal primo anno

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la perdita che ha avuto in seguito alla pandemia del Covid-19 nel 2020, che ha pesato soprattutto
sui servizi spaziali commerciali. Infatti, i settori da cui dipende la crescita degli ultimi anni,
sono stati la navigazione e la comunicazione satellitare: secondo i dati del 2021 la navigazione
comprende il 51% del mercato spaziale globale, mentre la comunicazione satellitare incide per
il 41%. L’osservazione della terra impatta solo per il 4%, mentre il restante 4% include le attività
restanti, come la SSA (dall’inglese Space Situational Awareness, ovvero la consapevolezza
della situazione spaziale), la logistica spaziale e così via.
Spostandoci dall’analisi del mercato spaziale in relazione ai diversi settori di applicazione a una
basata per regioni, si nota che Nord America seguito da Asia & Oceania ed Europa sono quelle
aree dove questo settore è più sviluppato.

Figura 3: divisione geografica dei profitti del segmento upstream (fonte: Euroconsult " Space Economy Report 2021")

Figura 4: divisione geografica dei profitti del segmento downstream (fonte: Euroconsult " Space Economy Report 2021")

                                                                  14
1.4 La Catena di Valore e i suoi domini

Figura 5: catena di valore (fonte: Euroconsult " Space Economy Report 2021")

Prima degli anni 2000 l’economia spaziale si basava principalmente sul lancio di satelliti, i quali
venivano usati dai vari Stati per scopi militari, per le comunicazioni e per l’osservazione della
Terra. A partire però dall’ingresso dei privati e dallo sviluppo di satelliti dalle dimensioni ridotte
ma allo stesso tempo più potenti, i confini del settore spaziale si sono allargati e i modelli di
business sono cambiati in modo radicale. Infatti, l’aumento di nuovi entranti ha favorito la
competizione, e la competizione ha favorito a sua volta l’innovazione e la creazione di nuove
opportunità di investimento, creando così un ciclo che al momento continua ad autoalimentarsi.
Queste nuove opportunità fanno parte del filone NewSpace. Nel proprio report, l’European
Investment Bank facendo analisi più approfondite, ha diviso la catena di valore dell’economia
spaziale in 22 domini che ha organizzato in 8 gruppi. Questi 8 gruppi sono poi stati
ulteriormente aggregati per andare a formare 4 aree così identificate:
    ● completamente affermata: comprende diversi competitor che cercano di soddisfare i
         bisogni di utenti sia commerciali che istituzionali. Il segmento riguarda l’industria del
         lancio (1), la produzione di satelliti (2) e i servizi che questi generano (3) ovvero la
         comunicazione satellitare, l’osservazione della terra, la navigazione satellitare e le

                                                                15
applicazioni integrate, attrezzature di terra (4) come hardware e software per i centri di
       controllo delle missioni, ricevitori GNSS, terminali di comunicazione e infine la
       sicurezza nazionale (5), dominio interessato più dalla disponibilità del servizio che dal
       costo, siccome opera nel campo della difesa e della consapevolezza della situazione
       spaziale
   ● implementato: in questa area rientra la scienza dell’esplorazione spaziale con
       equipaggio e robotica (6). Si tratta di programmi che supportano il funzionamento dei
       veicoli spaziali o che si occupano della raccolta ed elaborazione dei dati. Per queste
       attività è già presente un mercato con delle regole delineate ma è ancora acerbo.
   ● iniziata: il segmento di mercato a cui fa riferimento non si è ancora affermato ma risulta
       essere solo avviato. È il caso del turismo spaziale (7): al momento questo dominio si sta
       concentrando su voli suborbitali, e prevede dei rigidi requisiti riguardo la forma fisica.
       Un incentivo alla sua crescita lo sta fornendo la ISS, International Space Station, che
       potrebbe sfruttarli in futuro per il rifornimento merci.
   ● emergente: in questa ultima area rientrano tutte le aziende e start-up che stanno
       richiedendo finanziamenti per sviluppare nuove tecnologie ed esplorare nuove aree di
       business, ma al momento risulta essere solo complementare agli altri segmenti. In questa
       categoria ricade l’estrazione mineraria, la produzione di energia, nuove forme di
       lavorazione e assemblaggio nello spazio (8). Si tratta di aziende che si pongono
       l’obiettivo di sfruttare risorse spaziali, come ad esempio l’estrazione di asteroidi o la
       raccolta di energia solare direttamente nello spazio.
Di queste quattro aree solo le ultime tre aree fanno parte del mondo New Space. Infine, ognuno
dei 22 domini della catena di valore è stato associato al proprio segmento dell’economia
spaziale.

                                                    16
Figura 6: settore spaziale e suoi domini (fonte Report "The future of the European space sector")

Per quanto riguarda le aree "started" ed "emerging", ad oggi sono quelle con le prospettive di
crescita maggiori, ma logicamente incorporano un livello maggiore di rischio, soprattutto la
seconda, dato che non esistono ancora delle normative e, in secondo luogo, bisognerà attendere
alcuni anni per la commercializzazione di queste attività. Se invece spostassimo l’attenzione su
quale area ad oggi risulta essere la più strategica faremmo riferimento all’area established.
Infatti, di questa categoria fa parte la produzione di satelliti che, sebbene sia un settore saturo a
livello commerciale, è l’unico che fornisce servizi a tutti gli altri segmenti dell’economia
spaziale.

1.4.1 Focus sul segmento dei satelliti
Quando i primi razzi furono lanciati nello spazio dopo la Seconda guerra mondiale, la scienza
e la ricognizione erano i principali motori. Ma con il passare degli anni, l’applicazione militare
dei satelliti è diventata sempre più centrale e oggi vengono usati per i seguenti scopi:
     ● navigazione (GPS);
     ● ricognizione spaziale (in particolare osservazione di missili balistici intercontinentali
          stranieri (ICBM);
     ● controllo dei propri missili balistici intercontinentali e missili guidati a lungo raggio
          (eseguito da USA/URSS);
     ● comunicazione;
     ● l'Iniziativa di difesa strategica (SDI).

Di satelliti ne esistono diversi tipi, e spesso vengono differenziati secondo gli acronimi LEO,
GEO, MEO.
Con il termine GEO si fa riferimento all’orbita equatoriale geosincrona e per questo motivo i
satelliti appartenenti alla categoria GEO vengono anche chiamati geostazionari. Esistono da

                                                                   17
oltre 50 anni e si muovono alla stessa velocità della Terra seguendo un percorso parallelo alla
rotazione terrestre. Per questo motivo appaiono immobili nel cielo, e vengono utilizzati per
monitorare un’area specifica. Rispetto gli altri satelliti orbitano a una distanza maggiore, circa
35.000 km e sono caratterizzati da dimensioni maggiori. Inoltre, data la grande distanza che li
divide dalla superficie terrestre, bastano tre di questi satelliti per avere una copertura totale delle
comunicazioni.
I satelliti MEO (orbita terrestre media) occupano solitamente la porzione di spazio compresa tra
i 5.000 e 12.000 km. Le distanze minori rispetto ai satelliti GEO permettono loro di avere una
latenza minore e quindi di offrire servizi, ad esempio telefonici, ad alta velocità. Questa
tipologia di satelliti è in grado di garantire una velocità di trasmissione dei dati fino ai 1,6 Gbit/s,
che è di gran lunga superiore alla velocità di trasmissione odierna che si ottiene per mezzo della
fibra. Il tempo che impiegano per orbitare attorno alla Terra varia dalle 2 alle 24 ore in base alla
distanza da quest’ultima. Il servizio principale che viene offerto dai satelliti MEO sono i diversi
sistemi globali di posizionamento.
I satelliti LEO occupano la fascia orbitale più bassa compresa tra 800 e 1.600 km. Anche in
questo caso la distanza minore è sinonimo di latenza più bassa che solitamente si aggira attorno
ai 0,05 secondi ma allo stesso tempo per avere una copertura completa è necessario averne in
numero maggiore. Tendono ad essere più piccoli rispetto agli altri e questo consente loro di
orbitare a una velocità superiore. Il tempo che occorre loro per compiere un’orbita completa si
aggira attorno ai 40 – 100 minuti. Al momento, uno dei temi caldi dell’economia spaziale, è la
corsa per creare proprio una rete di satelliti in orbita bassa, data la grande mole di investimenti
che continuano ad essere fatti per i satelliti LEO. Nonostante questo, nel mercato SATCOM gli
operatori principali sono coloro che sfruttano i satelliti geostazionari, i quali continuano a
lanciare nuovi satelliti per espandere i propri servizi. Inoltre, l'"anello" intorno alla Terra può
ospitare fino a 1.800 satelliti GEO, quindi c'è ancora molto spazio a disposizione. La principale
motivazione dietro alla leadership dei satelliti GEO è che questi operatori, oltre ad avere satelliti
operativi, posseggono diritti di atterraggio, infrastrutture di terra e canali di comunicazione ben
consolidati. Questi fattori creano un vantaggio competitivo e una difficoltà maggiore per gli
operatori LEO di invertire questa tendenza.
A queste 3 classi di orbite satellitari se ne può aggiungere un’altra che comprende i satelliti
ellittici in quanto descrivono orbite ellittiche attorno il nostro pianeta. In un’orbita ellittica,
chiamata anche eccentrica, il satellite cambia la sua velocità in quanto si muove più velocemente
al diminuire della distanza dalla Terra. Questo si deve al fatto che l’attrazione

                                                       18
gravitazionale del nostro Pianeta è maggiore. L’applicazione principale di questi satelliti
riguarda le comunicazioni in quanto permettono loro di coprire una precisa area per un periodo
di tempo maggiore rimanendo per poco fuori contatto mentre effettua il giro dall’altro lato del
pianeta.
Ma quanti sono oggi i satelliti presenti nell’orbita terrestre? A fine 2021 il numero totale dei
satelliti operativi in orbita era di 4852, 2944 di provenienza americana. Questo numero
rappresenta ovviamente solo una parte del numero totale di satelliti lanciati negli anni. Basti
pensare che nell’orbita terrestre ne sono presenti circa 8.000. Il numero di questi oggetti spaziali
ha registrato un aumento esponenziale dal 2010, anno in cui se ne registravano meno di 100.
Di seguito vengono riassunte le informazioni principali che provengono dall’elaborazione delle
informazioni presenti nel Database satellitare UCS (Union of Concerned Scientists) e hanno lo
scopo di fornire una panoramica generale degli scopi e delle caratteristiche dei satelliti ad oggi
ancora attivi.

Figura 7: percentuale di satelliti attivi per orbita (fonte: elaborazione dati Database satellitare UCS)

Figura 8: numero di satelliti attivi per tipo di cliente (fonte: elaborazione dati Database satellitare UCS)

                                                                     19
Figura 9: porzione di satelliti attivi per applicazione (fonte: elaborazione dati Database satellitare UCS)

L’Italia ha solamente 20 satelliti attivi, 9 dei quali sono stati prodotti da Thales Alenia Space, 3
da OHB Italia, 2 da EADS Astriume e i rimanenti da Israel Aerospace Industries (IAI),
dall’università La Sapienza in collaborazione con l’ESA e da D-Orbit. Infine, 6 di questi 20
satelliti utilizzati dalla nostra nazione sono sfruttati in collaborazione con altri paesi, nello
specifico Francia, Belgio, Spagna, Grecia e Cina. I dati principali relativi a questi satelliti sono
indicati nella tabella seguente.
Tabella 3: satelliti italiani attivi (fonte: elaborazione dati Database satellitare UCS)

Nome                       Data del lancio      Scopo dell'utilizzo      Applicazione                              Orbita
Sicral 1A                  07/02/2001           Militare                 Comunicazioni                             GEO
Helios 2A                  18/12/2004           Militare                 Osservazione della Terra                  LEO
COSMO-Skymed 1             08/06/2007           Militare/Civile          Osservazione della Terra                  LEO
COSMO-Skymed 2             09/12/2007           Militare/Governativo     Osservazione della Terra                  LEO
COSMO-Skymed 3             25/10/2008           Militare/Governativo     Osservazione della Terra                  LEO
Sicral 1B                  20/04/2009           Militare/Commerciale Comunicazioni                                 GEO
Helios 2B                  18/12/2009           Militare                 Osservazione della Terra                  LEO
COSMO-Skymed 4             06/11/2010           Militare/Governativo     Osservazione della Terra                  LEO
Pléiades HR1A              17/12/2011           Governativo              Osservazione della Terra                  LEO
Athena-Fidus               06/02/2014           Militare/Governativo     Comunicazioni                             GEO
Sicral 2/Syracuse 3C       26/04/2015           Militare                 Comunicazioni                             GEO
Max Valier                 23/06/2017           Civile                   Scienza dello spazio e sviluppo tecnologico LEO
Optsat-3000                01/08/2017           Militare                 Osservazione della Terra                  LEO
Zhangheng 1                02/02/2018           Governativo              Scienze della Terra                       LEO
Eaglet-1                   03/12/2018           Commerciale              Osservazione della Terra                  LEO
PRISMA                     22/03/2019           Governativo              Osservazione della Terra                  LEO
CSG-1                      18/12/2019           Militare/Governativo     Osservazione della Terra                  LEO
ION SVC Lucas              02/09/2020           Commerciale              Dimostrazioni tecnologiche                LEO
WildTrackCube-SIMBA 22/03/2021                  Civile                   Comunicazioni                             LEO
LEDSat                     17/08/2021           Civile                   Sviluppo tecnologico                      LEO

Secondo il report più recente di Bryce, una società che fornisce informazioni e competenze
sull'economia spaziale, l’industria dei satelliti vale 279 miliardi di dollari. Questo valore deriva
dall’aggregazione di 4 aree che sono:

                                                                       20
● servizi satellitari, $118 mld
     ● infrastrutture di terra, $142 mld
     ● progettazione di satelliti, $13.7 mld
     ● lancio, $5.7 mld
Per quanto riguarda la prima area, la maggior parte degli introiti proviene dai servizi per i
consumatori come la TV satellitare, la radio e la banda larga. Il fatturato di questo ramo arriva
a 98 miliardi di dollari. Una fetta minore dei ricavi proviene dalle imprese e corrisponde a circa
17 miliardi di dollari. Per quanto riguarda i dispositivi e le attrezzature di terra, la maggior parte
dei ricavi deriva dai dispositivi che utilizzano il servizio di posizionamento globale.

Figura 10: fatturato derivante dai servizi satellitari e dispositivi terrestri (fonte: Bryce, "State of the Satellite Industry Report")

Per quanto concerne gli altri due segmenti le entrate sono decisamente minori. La progettazione
dei satelliti ha registrato delle entrate pari a quasi 14 miliardi di dollari e la maggior parte
proviene dalla vendita di satelliti usati a scopo commerciale. Le entrate dell’industria del lancio
sono ancora minori rispetto alla progettazione dei satelliti e arrivano poco al di sotto dei 6
miliardi. La maggior parte di queste proviene dal mercato statunitense.

                                                                        21
Figura 11: fatturato derivante dalla progettazione dei satelliti e del loro lancio (fonte: Bryce, "State of the Satellite Industry
Report")

Come si può notare dalla distribuzione geografica dei ricavi dell’industria satellitare, gli Stati
Uniti sono leader del settore. Per quanto riguarda il mercato del lancio orbitale e suborbitale, la
maggior parte dei siti di lancio si trova proprio in America e si concentra nella zona più a sud
del paese, al confine con il Messico e in Florida, che insieme ne contano una quindicina. Una
concentrazione simile la si trova solo nell’aerea dell’estremo est che comprende il Giappone, la
Cina e la Russia. Invece, in Europa ancora non si riscontrano gli stessi numeri anche se ci sono
diverse proposte per la creazione di nuovi siti, soprattutto nel Regno Unito. (fonte: "Orbitaland
Suborbital Launch Sites of the World October 2021", BryceTech).

Fatte queste premesse, ognuno dei settori dell’industria dei satelliti sopra citati, si sta muovendo
verso degli obiettivi specifici. Le varie imprese produttrici di satelliti si stanno impegnando
nella realizzazione di sistemi dalle capacità maggiori e dal costo minore. Infatti, come verrà
illustrato più avanti nella trattazione il numero di smallsats in orbita, satelliti caratterizzati da
dimensioni minori, sta crescendo. Oltre a questi obiettivi cardini del settore, ce n’è un altro che
riguarda invece lo studio di soluzioni innovative che possano portare i satelliti ad avere un
campo di applicazione sempre più ampio.

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Anche le imprese che si occupano del lancio dei satelliti stanno cercando di rendere questi ultimi
sempre più convenienti attraverso la riduzione dei costi: al momento le strade intraprese per
raggiungere questo obiettivo sono l’impiego di sistemi di lancio riutilizzabili o di micro-
lanciatori, oltre al tentativo di offrire ai clienti uno spettro di tipologia di lancio sempre più
ampio.
Contemporaneamente le imprese che forniscono i servizi satellitari stanno cercando di
migliorare e incrementare la loro offerta. Questo potrebbe essere reso possibile da nuovi sistemi
p-LEO. I fornitori p-LEO sono gli operatori di mega-costellazioni commerciali a banda larga in
orbita terrestre bassa. Altre vie che sono state intraprese sono l’incremento della capacità delle
comunicazioni satellitari GEO e nella gamma di rilevamento remoto a livello commerciale.
Per quanto riguarda tutti gli altri settori del mercato in cui entra in gioco il consumatore finale,
il trend è quello di imprimere una spinta maggiore alle applicazioni satellitari principalmente
nel campo della salute, della sicurezza e della sostenibilità.

1.4.1.1 Smallsats

Come detto in precedenza, una delle direzioni che sta prendendo l’economia spaziale è la
riduzione delle dimensioni dei satelliti. Basti pensare che nel 2021 il 94% dei veicoli spaziali
lanciati apparteneva proprio alla classe degli smallsats. Uno studio di questa categoria è stato
condotto da Bryce nel report "Smallsats by the Numbers 2022" che riporta le informazioni a
cavallo tra il 2012 e il 2021.
Prima di tutto, quando si parla di smallsats si fa riferimento a tutti quei veicoli spaziali con un
peso minore di 600 chilogrammi, ma possono essere ulteriormente suddivisi in classi di peso
come mostrato nella figura seguente.

Figura 12: Classi di satelliti (fonte: FAA "The Annual Compendium of Commercial Space Transportation: 2018")
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Tra il 2012 e il 2021 i piccoli satelliti hanno rappresentato l’82% dei lanci satellitari nello spazio
e rappresentano solo il 16% della massa totale lanciata. Di seguito vengono invece mostrati i
numeri di ogni classe di satelliti, in termini di peso e di unità lanciate.

Figura 13: numero di veicoli spaziali lanciati e relativa massa (Fonte: Bryce " Smallsats by the Numbers 2022")

La maggior parte degli smallsats sono stati lanciati da due organizzazioni, Starlink e OneWeb.
Si tratta di due imprese di satelliti atti alle comunicazioni, la prima con un focus su quei veicoli
da circa 260kg, mentre la seconda è specializzata sui veicoli dal peso di circa 150 kg. Nel 2020
le due imprese hanno lanciato 937 "piccoli satelliti", ovvero il 78% di tutti i veicoli spaziali
appartenenti a questa classe e circa il 73% di tutti i veicoli spaziali. Lo scorso anno le unità
lanciate sono aumentate a 1273, che corrispondono al 73% dei lanci di smallsats. Si deve
principalmente a queste due organizzazioni la crescita di lanci smallsats degli ultimi 3 anni:
infatti se nel 2019 il totale dei lanci di piccoli satelliti si aggirava sui 400, nel 2021 è più che
triplicato, e il tutto nel giro di soli due anni.
I campi di applicazione degli smallsats individuati da Bryce sono 5 e corrispondono al
rilevamento da remoto, allo sviluppo della tecnologia, alla comunicazione, alle applicazioni
scientifiche e a un ultimo gruppo che riguarda il resto delle applicazioni possibili che impattano
in misura minore. I trend sono mostrati nella figura seguente.

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Figura 14: Trend delle applicazioni smallsats (fonte: Bryce " Smallsats by the Numbers 2022")

Se nei primi anni considerati le applicazioni più diffuse riguardavano lo sviluppo tecnologico e
il rilevamento remoto, ad oggi il campo di applicazione più in voga è quello delle comunicazioni
che raccoglie l’80% degli smallsats. La diminuzione dei primi due si deve principalmente alla
crescita dei satelliti in orbita LEO adibiti proprio alle comunicazioni.
La maggior parte degli smallsats viene impiegata per applicazioni di tipo commerciale. Tra il
2012 e il 2021 sono stati lanciati 3588 satelliti con questo scopo, ovvero più del 63% del numero
di lanci totali nello stesso periodo. I principali operatori sono SpaceX, Planet, OneWeb, Spire
Global e Swarm Technologies, rispettivamente con 1944, 485, 394, 147 e 121 lanci. Sommando
questi numeri, insieme arrivano all’86% dei lanci smallsats commerciali.

Figura 15: operatori che hanno lanciato smallsats tra il 2012 e il 2021 (fonte: Bryce " Smallsats by the Numbers 2022")

Come si può facilmente intuire, gli Stati Uniti rappresentano il Paese con il più alto numero di
lanci smallsats e sin dal 2012 detengono la quota maggiore. Un riassunto del trend sui lanci di
questa tipologia di satelliti viene mostrato nel grafico seguente.

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Figura 16: lanci smallsats per Paese (fonte: Bryce " Smallsats by the Numbers 2022")

1.4.2 Earth Observation e Global Navigation Satellite System
Se ad oggi la maggior parte dei satelliti viene usata per le comunicazioni, sempre più imprese
si stanno cimentando su nuove opportunità commerciali date dall’osservazione della Terra.
Questo settore ha acquisito un’importanza strategica per la prima volta a seguito dell’attentato
dell’11 settembre 2001. Infatti, per diversi giorni tutti gli aerei furono banditi dagli Stati Uniti
e l’unica fonte che potesse garantire immagini della Terra era rappresentata proprio dai satelliti
adibiti all’osservazione della terrestre, come IKONOS. Quando si sente parlare di ‘Earth
Observation’ (EO) si fa riferimento all’insieme delle tecnologie utilizzate per catturare eventi e
cambiamenti fisici, chimici, biologici e di conseguenza monitorare la vita sulla Terra. Infatti, i
dati, una volta catturati, possono essere assimilati in modelli più complessi per produrre nuove
informazioni ed elaborare delle previsioni. Secondo le ultime analisi condotte a termine del
2020 da PwC si stima che il mercato dell’EO valga circa 5.3 miliardi di dollari e che possa
crescere annualmente con un tasso maggiore del 20%. La crescita sarebbe dovuta all’aumento
dei profitti dagli EO Big Data Applications (BDA), ovvero analisi di grandi quantità di dati che
potrebbero aprire la strada a nuove opportunità di business.

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Figura 17: Catena di valore dell'EO (fonte: EUSPA "EO and GNSS Market Report")

Prima di tutto, tecnologie diverse utilizzano diversi tipi di sensori adibiti ad applicazioni precise.
Un esempio sono i sensori ottici termici e radar che vengono utilizzati per il monitoraggio
dell’energia che la Terra riceve dal Sole. La risoluzione, invece, si divide fra 3 tipi diversi di
tecnologia che sono la risoluzione spaziale, che definisce la dimensione dei pixelanalizzati dai
sensori, temporale, che definisce la frequenza con cui i dati terrestri vengono acquisiti, e la
risoluzione spettrale che differenzia l’osservazione in base alla banda dello spettroutilizzata. I
trend più importanti riguardanti la domanda dei servizi legati all’EO sono:
    ● aumento della disponibilità di dati EO attraverso l’integrazione verticale degli attori per
         creare delle sinergie e l’ingresso di nuovi competitor
    ● democratizzazione delle informazioni dell’EO utilizzando nuove tecnologie cloud e API
         (application programming interface), per avere una migliore risposta ai requisiti dei
         clienti facilitando l’accesso e la lettura dei dati
    ● avanzamenti nella capacità di unire dati provenienti da fonti diverse, da quelli satellitari
         fino ad altre fonti come social media, dati finanziari ecc.
    ● nascita di nuovi mercati dell’analisi attraverso l’immagazzinamento cloud di immagini
         low-cost per sostenere la crescita dell’EO Big Data, in grado di attrarre finanziamenti di
         private equity
I ricavi dell’osservazione terrestre derivano dal trasferimento dei dati tra chi li acquisisce, il
provider, e chi li acquista, persona fisica o impresa. Secondo l’European Union Agency for the
Space Programme (EUSPA) il mercato dell’EO vale circa 2.8 miliardi di euro e si prevede che
cresca negli anni arrivando a 5.5 miliardi entro il 2031 (il valore totale è dato dalla somma dei
ricavi diretti sui dati e sui servizi a valore aggiunto). La maggior parte della crescita sarà in gran
parte dovuta all’aumento del fatturato dei servizi a valore aggiunto che passeranno dai 2.2
miliardi di euro odierni ai 4.7. All’America settentrionale si deve quasi il 50% dei ricavi globali
mentre l’Europa conta ricavi per circa 424 milioni di euro ma si prevede che questi crescano

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entro il 2031 dell’84%. I segmenti che al giorno d’oggi stanno generando le entrate maggiori
nell’ambito dell’EO e dei servizi GNSS sono il segmento agricolo, climatico, dell’energia e
materie prime, urbano e culturale. I dati sui ricavi di ogni segmento sono indicati nel grafico
seguente.

Figura 18: distribuzione dei profitti per segmento (fonte: EUSPA "EO and GNSS Market Report")

Il segmento che gli esperti si aspettano di veder crescere più degli altri sarà quello finanziario
e assicurativo. Ci si aspetta che le rendite di questo settore crescano fino a 1 miliardo di euro
entro il 2031, circa un quinto dei ricavi attesi totali.
Il programma europeo di osservazione della Terra e monitoraggio prende il nome di Copernico
e si compone di tre parti:
    ● una componente spaziale che ha il compito di fornire i dati dalla flotta di satelliti
    ● una componente a terra che raccoglie i dati acquisiti
    ● una componente di servizio che ha il compito di elaborare i dati prodotti e renderli
         fruibili per le varie applicazioni
Parallelamente all’osservazione terrestre un altro servizio chiave che viene offerto è il Global
Navigation Satellite System (GNSS). Quello europeo (EGNSS) si divide in due parti:

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● Galileo, che è il primo sistema globale di posizionamento pensato esclusivamente a
        scopo civile. È indipendente dagli altri sistemi di posizionamento ma può essere usato
        insieme a quest’ultimi per aumentare la qualità del servizio
    ● European Geostationary Navigation Overlay Service (EGNOS), che rappresenta il
        sistema europeo di potenziamento satellitare e migliora la qualità dei segnali di
        posizionamento globali
Il mercato del GNSS viene suddiviso nel report EUSPA nei ricavi derivanti dai dispositivi e dal
raggruppamento dei servizi a valore aggiunto e potenziamento che include prodotti software e
altri contenuti come mappe digitali. I servizi a valore aggiunto invece comprendono il download
dei dati, come ad esempio, la posizione in tempo reale. L’European Union Agency for the Space
Programme ha stimato che il mercato del GNSS possa valere nel suo complesso 199 miliardi di
euro, di cui la maggior parte, 150.5 miliardi, proviene dai ricavi sui servizi. Inoltre, si stima che
entro il 2031 il mercato dei servizi possa vedere quasi triplicato il suo valore passando a
405.2 miliardi di euro. Il mercato totale potrebbe così arrivare a un valore complessivo di quasi
500 miliardi di euro. Il maggior numero di device GNSS appartiene ai segmenti dell’aviazione,
in particolar modo per l’utilizzo dei droni, dell’agricoltura e della navigazione marittima e
fluviale.
L’EUSPA ha individuato 16 segmenti di mercato in cui vengono utilizzati l’EO e GNSS:
    ● agricoltura: le informazioni satellitari vengono utilizzate come dato di partenza per
        monitorare le condizioni del suolo e per lo sviluppo dell’agricoltura di precisione
        attraverso l’High Performance Computing (HPC) e il posizionamento GNSS. Con
        l’avvento del sistema blockchain l’obiettivo è quello di tracciare le risorse attraverso
        tutti i punti della catena alimentare partendo dal produttore fino ad arrivare al
        consumatore.
    ● aviazione e droni: la maggior parte dei droni a lunga distanza possiede un rilevatore di
        posizione satellitare e viene usato per il monitoraggio delle emissioni in una determinata
        zona o per monitorare il traffico aereo, ad esempio per consentire una migliore
        pianificazione delle rotte degli aerei di linea attraverso servizi meteorologici. Un altro
        campo di applicazione dei droni ad oggi molto diffuso è quello della sorveglianza.
    ● salvaguardia di biodiversità ed ecosistema: ricevitori GNSS vengono utilizzati per la
        geolocalizzazione degli animali ai fini del monitoraggio delle migrazioni, degli habitat
        e dei comportamenti e contemporaneamente si effettua il monitoraggio degli ecosistemi
        di neve e ghiaccio, terrestri e acquatici. A queste applicazioni si aggiunge quella per le

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previsioni del meteo.
● soluzioni per i consumatori, turismo e salute: le imprese saranno in grado, attraverso i
   dati sulla posizione dei clienti, di offrire soluzioni personalizzate e per gestire al meglioi
   dipendenti che lavorano al di fuori dei locali aziendali. Il GNSS è già in grado di
   monitorare la posizione di soggetti vulnerabili e predisporre in caso di emergenza i
   soccorsi in modo efficiente. Lato turismo, invece, si cerca di sfruttare i social network
   che incorporano i cosiddetti Friend Locator che permettono la condivisione delle
   informazioni relative ai propri viaggi.
● gestione delle emergenze: un esempio di applicazione possono essere le boe oceaniche
   collegate al GNSS per il rilevamento di eventi naturali causati da attività sismiche, la
   gestione di campi profughi o aiuti umanitari.
● energia e materie prime: l’osservazione terrestre permette un monitoraggio migliore
   delle infrastrutture oltre all’impatto ambientale che queste hanno. Per quanto riguarda
   le fonti rinnovabili, l’EO è in grado di scegliere il posizionamento migliore per pannelli
   solari, pale eoliche, o altro, semplicemente attraverso le statistiche sui dati storici
   raccolti.
● monitoraggio ambientale: i dati EO vengono usati per valutare 4 aree diverse che sono
   le condizioni dell’atmosfera, le zone costiere, i terreni e il suolo, e infine l’acqua e gli
   oceani; a seguito di queste valutazioni è possibile gestire al meglio le risorse naturali.
● pesca e acquacoltura: attraverso l’EO è possibile monitorare la qualità dell’acqua
   soprattutto per quel che riguarda le alghe nocive, e allo stesso tempo, anche grazie ai
   dati degli anni passati, è possibile selezionare il tipo di acquacoltura più adatto a una
   determinata zona. Inoltre, attraverso i dati satellitari sarà possibile riconoscere
   tempestivamente la pesca illegale.
● sostenibilità delle foreste: l’applicazione più importante riguarda il grado di
   deforestazione annuale, oltre che gli inventari delle piante.
● Infrastrutture, più precisamente alla progettazione di infrastrutture sostenibili e resistenti
   ai possibili rischi individuati: attraverso le immagini satellitari è possibile accelerare le
   validazioni dei progetti ottenendo i permessi in modo più rapido e monitorare il territorio
   adiacente in caso ci si trovasse in zone soggette a rischi naturali.
● assicurazioni e finanza: l’EO ha un ruolo strategico dato il suo contributo nel calcolo di
   indicatori utili circa il rifornimento delle materie prime, come petrolio, gas, ma anche
   alimenti così da poter scegliere la modalità di finanziamento migliore. Esiste un tema di

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analisi del rischio che aiuta gli investitori a quantificare potenziali guadagni ma
       soprattutto le possibili perdite. Lato assicurazioni è possibile migliorare la fase di
       valutazione del danno ma soprattutto la modellazione del rischio; infatti, attraverso
       l’utilizzo di indici specifici basati sui dati provenienti dalle immagini il calcolo dei premi
       assicurativi viene ottimizzato.
   ● trasporto marittimo, e la sua sicurezza: i dati satellitari vengono usati per monitorare i
       periodi di piena e di magra per ottimizzare il traffico fluviale e il GNSS nello specifico
       è la fonte principale di informazioni sulla posizione, soprattutto nell’ambiente marino,
       evitando zone a rischio, come quelle ad alte concentrazioni di iceberg. Inoltre, consente
       di automatizzare tutte le attività portuali di entrata e di uscita.
   ● trasporto ferroviario: il GNSS fornisce in tempo reale la posizione di treni ai clienti
       aumentando la qualità del servizio. Fornisce, inoltre, informazioni utili circa le
       prestazioni dei mezzi ottimizzando la programmazione della manutenzione e il
       monitoraggio delle infrastrutture, in primo luogo la deformazione delle rotaie.
   ● trasporto automobilistico: l’applicazione del servizio di posizionamento GNSS si snoda
       in tre categorie, che sono il car sharing, il trasporto pubblico e la gestione del traffico
       stradale. La sfida che intreccia presente e futuro rimane l’assistenza alle macchine a
       guida autonoma.
   ● sviluppo urbano sostenibile: EO e GNSS contribuiscono alla copertura vegetale nelle
       città, e permettono di scegliere le zone migliori in cui creare gli spazi verdi. Un futuro
       sviluppo prevede la realizzazione di città intelligenti; l’utilizzo di lampioni dotati di
       telecamere e servizi di posizionamento permetterebbero di rilevare informazioni sul
       traffico e di gestire al meglio le emergenze. Contemporaneamente sarà possibile
       ottimizzare la posizione dei contenitori per i rifiuti migliorandone la raccolta.
Per un quadro più dettagliato di tutte le applicazioni GNSS ed EO si suggerisce la lettura di
"EUSPA EO and GNSS Market Report (annex 3: List of applications)".

1.4.3 Le sfide dei prossimi anni
Il movimento New Space ha aperto la strada a nuovi modelli del mercato spaziale, che però ad
oggi risultano ancora acerbi, come il turismo spaziale o l’estrazione mineraria dai corpi celesti.
Per vedere l’ingresso di nuovi player e la diffusione di queste attività bisognerà aspettare
qualche anno, anche se alcune di queste attività sono già partite.

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