PIANO DEGLI SPOSTAMENTI CASA-LAVORO DEL PERSONALE - PROVINCIA DI BERGAMO SETTORE PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, TRASPORTI E GRANDI INFRASTRUTTURE
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PROVINCIA DI BERGAMO SETTORE PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, TRASPORTI E GRANDI INFRASTRUTTURE PIANO DEGLI SPOSTAMENTI CASA-LAVORO DEL PERSONALE Redatto da Gloria Gelmi, Mobility Manager della Provincia di Bergamo Settembre 2006
INDICE 1. INTRODUZIONE: IL MOBILITY MANAGEMENT ........................................................ 3 2. IL CONTESTO DI RIFERIMENTO............................................................................... 4 3. LE DIMENSIONI AZIENDALI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO: ALCUNI DATI SUL PERSONALE ................................................................................................................. 5 4. L’INDAGINE CONOSCITIVA SULLE ABITUDINI MODALI PER GLI SPOSTAMENTI CASA-LAVORO............................................................................................................. 9 4.1. Presentazione del campione ................................................................................. 9 4.2. Ripartizione del campione per caratteristiche anagrafiche.....................................11 4.3. Caratteristiche dello spostamento casa - lavoro ....................................................12 4.4. Mezzo abituale di spostamento ............................................................................14 4.5. Costi della mobilità casa-lavoro ............................................................................18 4.6. Propensione al cambiamento del campione..........................................................19 4.7. Sensibilità ambientale..........................................................................................21 4.8. Alcuni suggerimenti degli intervistati.....................................................................22 4.9. Analisi di alcune risposte con riferimento alle principali sedi urbane ......................23 5. LE NOVITÀ INTERVENUTE SUCCESSIVAMENTE AL PRIMO PIANO DI AZIONI DI MOBILITY MANAGEMENT ...........................................................................................26 5.1. La riforma del Trasporto Pubblico Locale..............................................................26 5.2. La nuova regolamentazione dell’accesso al parcheggio della sede centrale ..........26 6. LE INIZIATIVE POSSIBILI: UNA RIVISITAZIONE DELLE AZIONI PROPOSTE NEL DOCUMENTO APPROVATO CON DGP 236/04 ............................................................27 6.1. Sensibilizzazione e informazione..........................................................................27 6.2. Incentivi all’utilizzo del trasporto pubblico .............................................................28 6.3. Promozione del car-pooling..................................................................................30 6.4. Sostegno della mobilità ciclabile...........................................................................33 6.5. Promozione di veicoli a basso impatto ambientale e rinnovo del parco auto aziendale ...................................................................................................................34 6.6. Sperimentazione sul telelavoro ............................................................................35 7. CONCLUSIONI ………………………………………………………….…………………….36 2
1. INTRODUZIONE: IL MOBILITY MANAGEMENT Il Mobility Management (= “gestione della mobilità”) è un approccio per sviluppare e diffondere la cultura della mobilità sostenibile, migliorando la qualità della vita. Ha una duplice finalità: 1) rendere più efficienti i flussi di persone, veicoli e merci nelle aree urbane 2) ridurre l’impatto ambientale. Il Mobility Management agisce sulla domanda di mobilità con misure “soft”: non la realizzazione di nuove infrastrutture, ma la creazione di nuove partnerships, strumenti di supporto e sensibilizzazione. In Italia la figura del Mobility Manager è stata introdotta ufficialmente dal Decreto 27 Marzo 1998 del Ministero dell'ambiente (Mobilità sostenibile nelle aree urbane): “Le imprese e gli enti pubblici con singole unità locali con più di 300 dipendenti e le imprese con complessivamente più di 800 addetti (…) adottano il piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente, individuando a tal fine un responsabile della mobilità aziendale. Il piano e' finalizzato alla riduzione dell'uso del mezzo di trasporto privato individuale e ad una migliore organizzazione degli orari per limitare la congestione del traffico”. Il Mobility Manager aziendale ha quindi il compito di promuovere la mobilità sostenibile nell’azienda per cui lavora. Attraverso la redazione del Piano spostamenti casa-lavoro: • identifica soluzioni per razionalizzare l'utilizzo individuale dell'auto privata a favore di mezzi alternativi, con preferenza verso il trasporto pubblico, la mobilità “dolce” (ciclopedonale) e i veicoli a basso impatto ambientale; • mostra ai vertici aziendali l’aspetto di reale convenienza economica, in modo da garantire alle politiche di gestione della mobilità il necessario appoggio finanziario e strategico. Il coordinamento dei mobility managers aziendali del territorio e l’intermediazione tra tutte le differenti parti coinvolte sono poi funzioni del Mobility Manager d’Area, funzione prevista dal D.M. 20.12.2000 e che la Provincia di Bergamo ha posto tra i propri obiettivi. E’ questa una struttura che: • promuove il mobility management per migliorare la mobilità sistematica nella propria area di riferimento; • procede alla ricognizione territoriale delle aziende che per legge sono tenute a presentare il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro dei dipendenti; • rappresenta l’interlocutore primo per aziende, amministrazione pubblica e gestori del trasporto, diventando il punto di contatto tra il livello politico e quello gestionale. 3
2. IL CONTESTO DI RIFERIMENTO La Provincia di Bergamo comincia a rivolgere l’attenzione verso la mobilità sostenibile del proprio personale - con specifico riferimento al D.M. 27.03.98 (“Decreto Ronchi”) - nel 2003. In quell’anno viene condotta – tramite la Intranet dell’Ente - una prima indagine presso i dipendenti, collocata nell’ambito del processo di Agenda 21 locale 1. Sulla base del quadro che ne emerge viene redatto uno Schema di lavoro e definizione del Piano di azioni di mobility management per orientare in modo sostenibile gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti della Provincia di Bergamo, approvato con Delibera della Giunta Provinciale n. 236 del 23.04.04; viene inoltre nominato il Mobility Manager aziendale. Alla fine del 2004 si ripete l’inchiesta, con alcune modifiche, per ottenere dati più aggiornati. Vengono quindi avviate alcune iniziative, quali l’invio di una newsletter informativa a tutti gli indirizzi di posta elettronica interni all’Ente, la pubblicazione sulla Intranet di una “bacheca virtuale” per favorire l’incontro tra domanda ed offerta di car-pooling, la raccolta di informazioni su interventi già adottati da altre amministrazioni pubbliche per valutarne l’applicabilità al contesto della Provincia di Bergamo. Nel 2005 l’Amministrazione inserisce tra i propri obiettivi programmatici il Mobility Manager d’Area Provinciale, approvandone il programma di lavoro con DGP n. 407 del 13.07.05. Questa funzione trova collocazione nell’ambito del Settore Pianificazione Territoriale, Trasporti e Grandi Infrastrutture – Servizio Trasporti, cui viene ricondotta anche l’attività del Mobility Manager aziendale. La promozione del Mobility Management d’area, inoltre, viene individuata quale azione finalizzata alla promozione di una mobilità urbana sostenibile nel Piano d’Azione Ambientale della Provincia di Bergamo 2, documento-chiave del processo di Agenda 21 locale. Viene quindi avviata – e proseguita nel 2006 – un’attività di informazione, supporto e coordinamento dei Mobility Manager aziendali del territorio, attraverso seminari ed incontri tecnici, una pagina web dedicata e la newsletter MOBILIT…IAMOCI!. Proprio in un’ottica di Mobility Management d’area vanno ora riconsiderate le proposte che erano state avanzate nel primo Piano di azioni (approvato con DGP 236/04) e che avevano trovato scarse possibilità di realizzazione a causa della potenziale utenza limitata al personale provinciale. Solo creando alleanze con altri enti ed imprese bergamaschi, per condividere informazioni, esperienze, progetti, idee e per costituire una sufficiente “massa critica”, si può pensare ad un Piano Spostamenti Casa-Lavoro che abbia concrete possibilità di attuazione. 1 Come noto, l’Agenda 21 locale è un tentativo di applicare a livello locale i principi per attuare uno sviluppo sostenibile che furono sanciti, nel 1992, in occasione del vertice mondiale su ambiente e sviluppo di Rio de Janeiro. La Provincia di Bergamo ha avviato questo processo nel 2001. 2 Il Piano d’Azione Ambientale, documento-chiave del processo di Agenda 21 locale, è stato messo a punto nel 2005. Alla definizione delle azioni ha collaborato uno specifico Gruppo di lavoro tematico dedicato alla mobilità urbana sostenibile (cui partecipa anche il Mobility Manager aziendale). Per il 2006, il Gruppo si è prefisso come obiettivo l’organizzazione della Settimana europea della mobilità sostenibile. 4
3. LE DIMENSIONI AZIENDALI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO: ALCUNI DATI SUL PERSONALE Secondo i dati forniti dal Settore Organizzazione e Risorse Umane ed aggiornati all’inizio del 2006, la Provincia di Bergamo è un’azienda che conta 784 dipendenti (411 maschi e 373 femmine), di cui 744 a tempo indeterminato e 40 a tempo determinato. I lavoratori part-time sono 126 (16 maschi e 110 femmine), con una ampia variabilità del numero di ore di lavoro settimanali: Tab. 3.1 - Ore lavorative settimanali Ore/settimana 12 15 16 18 20 22 24 25 25,2 26 27 28 29 30 32 33 36 N. dipendenti 1 1 1 29 4 3 12 7 1 9 1 11 1 39 5 1 658 Poiché la tipologia della prestazione lavorativa a tempo parziale può essere fissata sia con riferimento all’intera settimana (part-time orizzontale) che ad alcuni giorni della settimana, o del mese, o dell’anno (part-time verticale), ne consegue la seguente ripartizione: Tab. 3.2 – Suddivisione settimanale ed annuale dell’orario di lavoro Giorni lavorativi 2 3 4 5 Mesi lavorativi 9 10 12 per settimana per anno N. dipendenti 4 19 32 729 N. dipendenti 1 4 779 Vi sono inoltre 36 dipendenti che effettuano turni di lavoro. Il personale della Provincia di Bergamo è così ripartito tra i 13 Settori funzionali (oltre alla Direzione generale ed ai servizi di staff) dell’Ente: Tab. 3.3 - Ripartizione per Settori Settore 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 N. dipendenti 19 9 60 32 161 216 91 12 27 28 30 36 35 28 Diverse sono le sedi di lavoro, sia in Bergamo che sul territorio provinciale. La tabella successiva fornisce un quadro riassuntivo, con particolare attenzione alla situazione della città capoluogo. 5
Tab. 3.4 – Ripartizione del personale per sede di lavoro Indirizzo Settori N. Personale dipendenti CO.CO.CO e interinale (vedi tabelle 3.5 e 3.6) V.Tasso, 8 0 - Uffici di staff e Direzione generale 1 – Organizzazione risorse umane 2 – Affari generali 3 – Bilancio 6 – Agricoltura (Polizia locale e GEV) 154 5 V. Sora, 4 4 – Viabilità 5 – Istruzione Formaz. Lavoro e Attività Produtt. 7 – Urbanistica 8 – Pianificaz. territor. Trasporti Grandi Infrastr. 13 – Edilizia 139 6 P.zza Cavour, 1 5 - Istruzione Formazione Lavoro (Centro per l’Impiego di BG) 18 TOTALE DIPENDENTI DELLA “SEDE CENTRALE” IN SENSO LATO 311 V. Camozzi, 95 9 – Ambiente 10 – Tutela risorse naturali 11 – Politiche sociali 94 7 V. Calvi, 10 6 – Agricoltura caccia pesca e Polizia locale V. S. Giorgio, 5 55 V.le Papa Giovanni, 106 5 – Istruzione Formaz. Lavoro e Attività Produtt. 30 15 V. Novelli, 11 Segreteria ATO 3 1 Passaggio Limonta, 3 5 - Istruzione Formazione Lavoro 3 (v. 20 Settembre, 29) (Sportello InFormaLavoro) 2 V. Borgo S. Caterina, 19 12 – Cultura Turismo Sport 32 Città Alta 12 – Cultura Turismo Sport (Ex APT) 2 V. Gleno, 2 5 - Istruzione Formazione Lavoro – ABF (ex CFP di Bergamo) 48 TOTALE PERSONALE SEDI DI BERGAMO CITTA’ 577 Personale in altre sedi sul territorio provinciale 203 (Cantonieri, Centri per l’impiego, ex CFP) Altro (attualmente trasferito, in pensione o con distacco sindacale) 4 TOTALE 784 6
Come si vede, le dimensioni aziendali della Provincia di Bergamo non sarebbero tali da farla rientrare tra le aziende assoggettate agli obblighi dettati dal Decreto Ronchi (presenza di un Mobility Manager e redazione del PSCL), in quanto nessuna delle sue sedi annovera più di 300 dipendenti ed il personale complessivo non supera le 800 unità. In realtà, tuttavia, le tre sedi di Via Tasso, Via Sora e Piazza Cavour distano tra loro poche decine di metri e devono perciò essere considerate come una sola, indicata nella tabella come “sede centrale” in senso lato ed ospitante più di 300 addetti. Se poi si considera che quasi tutte le altre sedi di Bergamo sono collocate nella zona centrale della città, e che la sede di Via Camozzi (in cui lavorano un centinaio di persone) si trova a circa 300 metri da quella centrale, la necessità di fare riferimento al D.M. 27.03.98 risulta evidente. Ciò risulterebbe comunque opportuno, a prescindere dalle dimensioni aziendali, per un Ente come la Provincia che non può esimersi dal dare il buon esempio, visto anche il ruolo di Mobility Manager d’Area che intende svolgere. La tabella 3.4 tiene conto anche del personale non dipendente a tempo indeterminato o determinato, ma che presta temporaneamente servizio in forza di un diverso inquadramento contrattuale (CO.CO.CO. e interinale), come evidenziato nelle due tabelle successive. Tab. 3.5 - Personale con contratto di Collaborazione Coordinata e Continuativa Settore N. dipendenti Sede di lavoro 0 (Direzione/Presidenza) 3 Via Tasso (+ 1 componente del Nucleo di Valutazione, con presenza occasionale in sede) 4 (Espropri) 1 Via Sora 4 (Protezione civile) 1 Via Sora 13 (Manutenzione 1 Via Sora immobili) ATO 1 V. Novelli 5 (Formazione) 15 V.le Papa Giovanni 5 (Formazione) 3 Passaggio Limonta 10 (Risorse idriche) 1 Via Camozzi 11 (Politiche sociali) 6 Via Camozzi 11(SPIDIS) 33 Distribuzione sul territorio provinciale TOTALE 65 7
Tab. 3.6 - Lavoratori con contratto di somministrazione (interinali) Settore N. dipendenti Sede di lavoro 2 (Organi istituzionali e servizi 1 Via Tasso ausiliari) 3 (Economato) 1 Via Tasso 4 (Protezione civile) 1 Via Sora 8 (Pianificazione territoriale) 1 Via Sora 13 (Sicurezza sul lavoro) 1 Via Sora TOTALE 5 Circoscrivendo ora l’attenzione alla città di Bergamo, dato lo scopo di questo documento, e vista quale può essere la destinazione degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti provinciali, la tabella che segue ne esamina l’origine, supponendo che coincida con la residenza dei lavoratori (in realtà, non sempre è così, in particolare per chi proviene da altre regioni ed ha presumibilmente un recapito in provincia). Tab. 3.7 - Residenza del personale che lavora nelle 12 sedi cittadine (esclusi CO.CO.CO e interinali) Residenza N. dipendenti Bergamo N. dipendenti per CAP città 183 24100 24121 24122 24123 24124 24125 24126 24127 24128 24129 5 13 9 28 23 38 14 23 25 5 Altri 138 367 Comuni in cui risiedono più 5 dipendenti: Albano S.A. (5), Albino (14), Almé (6), Comuni Alzano (12), Curno (5), Dal mine (6), Fiorano (5), Gorle (7), Lallio (5), Mozzo (7), bergamaschi Nembro (8), Ponte S.P. (10), Ponteranica (5), Ranica (7), S. Paolo d’Argon (6), Scanzorosciate (9), Seriate (18), Sorrisole (6), Stezzano (6), Torre Bordone (11), Trescore Balneario (6), Treviolo (7), Villa d’Almè (5) 550 Totale residenti in provincia di Bergamo Altre Province 18 MI: 7, BS e LC: 4, CR: 3 lombarde Fuori Regione 9 Lombardia Totale Comuni di residenza: 163. Totale dipendenti che lavorano in Bergamo città: 577 8
4. L’INDAGINE CONOSCITIVA SULLE ABITUDINI MODALI PER GLI SPOSTAMENTI CASA-LAVORO Di seguito è riportata una sintesi di quanto emerso dalla seconda inchiesta condotta presso il personale provinciale (alla fine del 2004). I risultati del primo sondaggio 3 erano stati riassunti nel Piano di azioni di Mobility Management approvato con DGP 236/04 e considerati per formulare le proposte avanzate nel documento. In entrambi i casi, la raccolta dei dati è avvenuta attraverso un questionario disponibile sulla rete Intranet, leggermente modificato ai fini della seconda indagine. Particolare attenzione è stata rivolta a chi lavora nelle sedi cittadine, che in misura maggiore affronta quotidianamente situazioni di congestione, tipiche delle aree urbane, e ne subisce i conseguenti disagi lungo il percorso tra abitazione e ufficio. 4.1. Presentazione del campione Le risposte sono state 211, di cui 13 relative a dipendenti che non lavorano nella città di Bergamo (Centri per l’Impiego di Treviglio, Zogno, Grumello, Romano di Lombardia) e che non sono stati conteggiati nella tabella che segue (ed anche nelle successive tabelle 4.4.1 e 4.4.2) Tab 4.1.1 - Ripartizione del campione per sede (solo Bergamo città) Settore di appartenenza Indirizzo popolazione Affari generali Via Tasso 17 Agricoltura Via F.lli Calvi 23 Ambiente Via Camozzi 29 Bilancio Via Tasso 9 Caccia e pesca Via S. Giorgio 5 Centri impiego P.zza Cavour e Via XX Settembre 7 Cultura e spettacolo B.go S. Caterina 25 Edilizia e istruzione Via Sora 6 Formazione professionale Via Sora 12 Politiche del territorio Via Sora 18 Politiche sociali Via Camozzi 6 Presidenza Via Tasso 8 Viabilità Via Sora 20 Risorse idriche Via Camozzi 10 Protezione civile Via Tasso 3 TOTALE 198 3 La relativa sintesi è disponibile nella Intranet della Provincia di Bergamo (Archivi – Comunicazioni interne). 9
Indirizzo popolazione Centrale 100 Via Camozzi 45 Via S. Giorgio e F.lli Calvi 28 B.go S. Caterina 25 TOTALE 198 sede di lavoro 12% 14% centrale Via Camozzi 53% Via S. Giorgio e F.lli Calvi B.go S. Caterina 21% All’epoca dell’inchiesta, la Provincia di Bergamo contava 753 dipendenti, di cui 538 concentrati nelle 7 sedi dell’area urbana, con la seguente suddivisione: Tab. 4.1.2 – Ripartizione dei dipendenti tra le sedi urbane Sede di lavoro Settori N. dipendenti Via T.Tasso 8 1 - Presidenza, Direzione generale, Risorse umane 147 2 - Affari generali 3 - Bilancio e patrimonio 5 - Formazione professionale, economia e lavoro 10 - Sicurezza e protezione civile Via Sora 4 4 - Progettazione e manutenzione opere di viabilità 176 5 - Formazione professionale, economia e lavoro 7 - Politiche del territorio 13 - Edilizia e istruzione Via Camozzi 95 8 - Ambiente 73 9 - Risorse idriche ed estrattive 11 - Politiche sociali Via F.lli Calvi 10 6 - Agricoltura 53 Via S. Giorgio 5/A 6 - Caccia e pesca Via XX Settembre 29 5 - Collocamento obbligatorio 7 Via Borgo Santa Caterina 19 12 - Cultura, spettacolo, sport, turismo 39 Via Gleno 5 – Centro di Formazione Professionale 43 TOTALE 538 La percentuale di rispondenza al questionario è stata pertanto del 28% se riferita all’intera popolazione dei dipendenti provinciali, ma sale al 36,8% se si considerano le sole sedi urbane (198 risposte su 538 lavoratori): un campione significativo per trarre indicazioni sugli orientamenti generali. 10
4.2. Ripartizione del campione per caratteristiche anagrafiche Tab. 4.2.1 – Età del campione età popolazione 24-28 11 29-33 27 34-38 40 39-43 54 44-48 42 49-53 24 oltre 9 non risponde* 4 TOTALE 211 * da qui in poi la voce sarà abbreviata (n.r.) età del campione oltre 44-48 34-38 24-28 0 10 20 30 40 50 60 Tab. 4.2.2 – Ripartizione per sesso del campione Sesso Popolazione maschi 86 femmine 125 TOTALE 211 sesso del campione 41% maschile femminile 59% 11
Significativa appare la netta prevalenza delle risposte femminili (soprattutto tenendo conto della maggiore componente maschile tra i dipendenti della Provincia), che potrebbe denotare una maggiore diligenza e disponibilità nell’adempimento di tutte le incombenze d’ufficio (gli uomini potrebbero aver attribuito scarsa importanza all’inchiesta, ritenendola una “perdita di tempo“), oppure anche una più spiccata sensibilità alle problematiche della mobilità e della qualità della vita. 4.3. Caratteristiche dello spostamento casa - lavoro Tab. 4.3.1 - Distanza casa-lavoro Distanza (Km) Popolazione x >2 18 2> x >5 46 5> x >10 31 10> x >15 46 15> x >20 20 20> x >30 23 30> x >50 12 oltre 3 TOTALE 211 Si è ritenuto utile aggregare le distanze chilometriche in quattro macroclassi (corrispondenti ai quattro colori della tabella precedente): Distanza Popolazione Breve (fino a 5 Km) 76 Medio-breve (da 5 a 15 Km) 77 Medio-lunga (da 15 a 30) 43 Lunga (oltre 30 Km) 15 TOTALE 211 distanza casa-lavoro 7% 20% 37% breve m edio-breve m edio-lunga lunga 36% 12
La maggioranza dei dipendenti del campione risiede a “breve distanza” dalla sede di lavoro, ma a ciò spesso non corrisponde un rapido ed agevole raggiungimento della sede di lavoro: Tab. 4.3.2 - Tempo di percorrenza del tragitto casa-lavoro Tempo (minuti) Popolazione x x >10 11 10> x >15 33 15> x >20 41 20> x >30 32 30> x >45 36 45> x >60 34 Oltre 19 TOTALE 211 Anche in questo caso si è ritenuto utile aggregare i tempi di percorrenza in quattro macroclassi (evidenziate dai colori della tabella): Tempo Popolazione fino a 15' 49 da 15’ ai 30’ 73 da 30’ a 45’ 36 oltre 45’ 53 TOTALE 211 tempo per giungere in sede 25% 23% fino a 15' attorno a 30' fra i 30' e i 45' oltre 45' 17% 35% Colpisce la condizione che interessa ¼ del campione: almeno un’ora e mezza al giorno (considerando anche il ritorno) “sprecata” per spostarsi tra casa e lavoro! 13
La maggior parte del campione compie un percorso diretto, ma molti effettuano fermate intermedie dettate il più delle volte da esigenze famigliari (accudimento, spese). Tale distinzione è fondamentale, per gli obiettivi del presente lavoro, poiché solo dopo aver compreso le abitudini di viaggio dei singoli è possibile proporre interventi tesi a modificarle. E’ evidente, infatti, che si può agire sulle criticità indotte dal bisogno di mobilità in modo diretto oppure indiretto. Un esempio di misura diretta è l’erogazione di contributi per incentivare l’uso di un mezzo pubblico, mentre una misura indiretta potrebbe essere il potenziamento locale dei servizi di assistenza alla famiglia (compresi asili aziendali e trasporti pubblici utilizzabili in sicurezza dai bambini). Tab. 4.3.3 – Continuità del percorso Effettua un percorso diretto casa-lavoro 134 Effettua fermate durante il tragitto casa-lavoro 73 n.r. 4 Tab. 4.3.4 – Motivazioni del percorso indiretto Motivi della fermata intermedia Popolazione Spese 22 figli 42 attività extralavorative 7 altre sedi di lavoro 1 per lavoro (sopralluoghi) 1 TOTALE 73 4.4. Mezzo abituale di spostamento Il questionario prevedeva risposte diverse a seconda delle condizioni meteorologiche, supponendo che queste influissero sulla scelta del mezzo di trasporto utilizzato. Sono invece emerse variazioni minime a seconda del bello o brutto tempo: ciò significa che è principalmente sulle abitudini che dovranno puntare le azioni di mobility management. I risultati mostrano una netta preferenza per l’impiego del mezzo privato. 14
Tab. 4.4.1- Mezzo di spostamento utilizzato con bel tempo Mezzo di trasporto Andata Ritorno autobus urbano 9 6 autobus extraurbano 16 18 treno 12 11 a piedi 15 17 auto da solo 72 79 auto con passeggero 26 21 auto come passeggero 9 7 moto 22 22 bici 17 17 TOTALE 198 198 Tab. 4.4.2 - Mezzo di spostamento utilizzato con brutto tempo Mezzo di trasporto Andata Ritorno autobus urbano 15 15 autobus extraurbano 15 14 treno 14 15 a piedi 14 17 Auto da solo 86 89 auto con passeggero 30 24 auto come passeggero 12 11 moto 11 12 bici 1 1 TOTALE 198 198 MEZZO UTILIZZATO IN CASO DI BEL TEMPO BUS URBANO 9% 5% 8% BUS EXTRAURBANO TRENO 11% 6% PIEDI 5% 8% AUTO SOLO AUTO CON PASS 13% AUTO COME PASS MOTO BICI 35% 15
MEZZO UTILIZZATO CON BRUTTO TEMPO 1% 6% BUS URBANO 6% 8% BUS EXTRAURBANO 8% TRENO 15% 7% PIEDI AUTO SOLO 7% AUTO CON PASS AUTO COME PASS MOTO BICI 42% mezzo utilizzato in funzione del tempo 100 90 80 70 60 bello 50 40 brutto 30 20 10 0 I I O O O ED LO SS SS TO C AN AN EN PI PA PA BI B R B TR SO M O UR U TO ON M E S RA AU C CO BU T TO EX AU TO S AU BU Come si può vedere, i mezzi pubblici di trasporto (evidenziati in giallo nelle tabelle 4.4.1 e 4.4.2) sono utilizzati complessivamente da circa il 20% dei dipendenti. In condizioni atmosferiche sfavorevoli, moto e bicicletta sono soppiantate dall’automobile e dall’autobus urbano, ma le variazioni di abitudini non appaiono significative. Sulle lunghe distanze emerge una distinzione rilevante: il brutto tempo determina una contrazione nell’impiego del mezzo pubblico sulle tratte extraurbane, mentre agevola l’utilizzo del treno. L’automobile privata risulta il mezzo più utilizzato anche a causa dell’esistenza di un comodo parcheggio riservato ai dipendenti. I parcheggi a disposizione dell’ente sono i seguenti: - Via Tasso: 101 posti a disposizione e 14 riservati - Via Camozzi: 25 posti 16
- Via F.lli Calvi: 24 posti e 17 riservati - Via B.go Santa Caterina: 26 posti - Area Foro Boario: riservato alle auto a GPL (attualmente solo 3 posti) Tab 4.4.3 – Uso del parcheggio Parcheggio Popolazione Pubblico 24 riservato ai dipendenti 114 n.r. 73 TOTALE 211 La bicicletta è utilizzata da 17 lavoratori delle sedi urbane con bel tempo; da uno solo con brutto tempo. Si tratta di una componente minoritaria (9%), che non regge il confronto con altri contesti territoriali (Nord-Europa, ma anche alcune città italiane come Ferrara) in cui è dell’ordine del 40%. E tuttavia rappresenta per importanza la terza modalità di spostamento, dopo l’auto e la moto, superando le singole tipologie di mezzi pubblici (bus urbano ed extraurbano, treno). Una modalità che – considerata la breve distanza tra casa e ufficio di molti dipendenti e la sempre più problematica circolazione delle auto in città (congestione, difficoltà di parcheggio, blocchi del traffico a causa dell’inquinamento atmosferico) – potrebbe avere notevole sviluppo se solo si verificassero alcune condizioni. I motivi addotti per il mancato uso della bici sono infatti i seguenti: Tab. 4.4.4 – Motivazioni del mancato uso della bici Argomento Popolazione clima sfavorevole 13 eccessiva distanza 66 eccessivo impegno fisico 8 mancano docce e spogliatoi 15 paura del traffico 33 manca un parcheggio sicuro 5 Inquinamento atmosferico 6 figli e/o altri passeggeri 9 n.r 56 TOTALE 211 Come si può vedere, l’eccessiva distanza rappresenta - nella maggioranza delle risposte - un limite oggettivo all’uso della bici per lo spostamento casa-lavoro. Riguardo a questa motivazione e 17
ad altre (clima sfavorevole, eccessivo impegno fisico, inquinamento atmosferico, altri passeggeri) poco si può fare, a parte un azione mirata di sensibilizzazione ed informazione. Vi sono tuttavia altri motivi di contrarietà (evidenziati in giallo), che potrebbero essere superati attraverso adeguati interventi strutturali. La creazione di percorsi ciclabili urbani potrebbe contrastare la paura del traffico, ma comporta un notevole impegno ed esula dalle competenze della Provincia. Invece la dotazione di stalli o parcheggi sicuri per le bici, come pure di armadietti, docce e spogliatoi, appare una misura realisticamente attuabile dall’Amministrazione provinciale. 4.5. Costi della mobilità casa-lavoro Tab. 4.5.1 – Spesa mensile sostenuta per gli spostamenti casa-lavoro Spesa per trasporto (in euro) Popolazione 0 29 tra 1 e 10 4 tra 11 e 20 15 tra 21 e 30 35 tra 31 e 50 39 tra 51 e 100 60 oltre 100 29 TOTALE 211 Circa il 23% del campione (pari a 48 persone) spende meno di 20 euro al mese per sostenere i costi di viaggio. Il 35% (pari a 74 persone) paga fino a 50 euro mensili. La parte più consistente del campione (43%) sostiene costi ragguardevoli, spendendo più di 50 euro mensili e superando in 29 casi i 100 euro. costo spostamento 14% 14% 0 2% tra 1 e 10 7% tra 11 e 20 tra 21 e 30 28% 17% tra 31 e 50 tra 51 e 100 oltre 100 18% 18
4.6. Propensione al cambiamento del campione A fronte dei dati presentati in merito al mezzo di trasporto più utilizzato, conforta l’esito dei quesiti posti sulla disponibilità al car-pooling. Tale termine indica un sistema di trasporto collettivo con mezzi privati, tale per cui si organizzano “equipaggi” di colleghi che utilizzano una sola vettura per gli spostamenti sistematici casa-lavoro, condividendo anche le spese. Combinando i percorsi comuni, si persegue l’obiettivo di aumentare il numero di occupanti delle auto private, con vantaggi sia per i singoli dipendenti (socializzazione, risparmio economico, minore stress…) che per l’intera collettività. Il 46% del campione si dichiara favorevole a tale iniziativa, mentre il 25% non risponde. Il dato potrebbe configurare non tanto una contrarietà all’esperimento, bensì l’esistenza di una vasta area di incerti fra gli intervistati. Queste persone potrebbero essere convinte della bontà dell’iniziativa adottando le giuste modalità organizzative e comunicative sul car-pooling. Tab. 4.6.1 – Disponibilità al car-pooling Disponibilità Popolazione Disponibile al car - pooling 97 Non disponibile 61 n.r. 53 TOTALE 211 CAR-POOLING 25% disponibilità 46% indisponibilità n.r. 29% Diverso impatto ha avuto invece il quesito circa la disponibilità all’eventuale utilizzo del mezzo pubblico. Il 69% appare favorevole, ma pone anche una serie di cambiamenti/miglioramenti del servizio pubblico quali conditio sine qua non per introdurre tale drastica modifica nelle proprie abitudini di vita. Solo 7 persone dichiarano di non voler rinunciare al “senso di libertà” che trasmette loro la guida dell’automobile. Tutto il campione ha comunque fornito valide indicazioni in merito ai cambiamenti che renderebbero appetibile l’utilizzo del mezzo pubblico, anche chi non rinuncerebbe facilmente all’automobile. 19
Tab. 4.6.2 - Condizioni per l’utilizzo del mezzo pubblico Condizioni per l’utilizzo del mezzo pubblico Popolazione più comfort 4 più fermate 12 meno affollamento 8 meno costi 23 maggiore frequenza 38 obbligo di ticket x parcheggio 7 disponibilità mezzo aziendale 1 minori tempi di percorrenza 31 interconnessioni utili fra linee 20 maggiore puntualità 1 n.r. 66 TOTALE 211 Le principali criticità che limitano la fruibilità dei servizi di TPL riguardano: - la scarsa frequenza del servizio; - la percezione del tempo di spostamento superiore a quello impiegato utilizzando mezzi autonomi individuali; - il costo elevato del servizio - la mancanza di coincidenze e possibilità di interscambio. Dall’inchiesta emerge un certo interesse verso eventuali cambiamenti nell’organizzazione della propria attività lavorativa. Sono 74 i dipendenti, pari al 36% delle risposte, che si dichiarano disponibili alla sperimentazione di forme di telelavoro, tali da ridurre la sistematicità dei propri spostamenti per motivi professionali. Va tuttavia sottolineata l’elevata quantità di incerti (44%) che non risponde al quesito. INTERESSE PER CAMBIAMENTI LAVORATIVI 0% cambio settore 2% 10% 0% 0% cambio sede 0% orario flessibile 0% aumento stipendio 8% part-time 44% mobilità part-time stagionale turni telelavoro 36% n.r. 20
4.7. Sensibilità ambientale Tab. 4.7.1 - Importanza attribuita alle problematiche ambientali Abbastanza Poco Molto importanti importanti importanti n.r. 183 20 7 1 211 4% 9% alta media bassa 87% Tab. 4.7.2 – Relazione percepita tra comportamenti individuali e problematiche ambientali Ininfluenti Correlati Determinanti n.r. 22 98 90 1 211 10% ininfluenti 47% determinanti 43% correlati 21
Le problematiche ambientali sono ritenute molto importanti dalla grande maggioranza dei dipendenti provinciali che hanno risposto. Anche la consapevolezza delle conseguenze dei propri comportamenti appare discreta, benché desti preoccupazione il 10% che ignora di avere responsabilità nei confronti dell’ambiente. Emerge tuttavia – come spesso accade - uno scollamento considerevole fra la sfera del percepito e quella dell’azione. Da un lato infatti il campione, quasi all’unanimità, ammette l’esistenza di una forte correlazione fra azioni individuali ed equilibri ambientali, dall’altro pochi rinunciano all’uso individuale dell’automobile. 4.8. Alcuni suggerimenti degli intervistati Mezzo pubblico riservato ai dipendenti Piste ciclabili con percorso completo Corsie preferenziali per mezzi pubblici Tariffe agevolate Tariffe di parcheggio agevolate Collocare il personale più vicino a casa Azioni di sensibilizzazione Incrementare il servizio pubblico Differenziare gli orari scolastici Car-pooling Pagamento del parcheggio riservato ai dipendenti Orari più flessibili Contributi economici per mezzi pubblici e biciclette Spostare gli uffici nelle periferie delle città collegando le aree con tram veloci Incentivi ai dipendenti che rinunciano all’auto Mezzi pubblici elettrici e dotati di maggiori comfort Nidi aziendali Migliorare la rete infrastrutturale Aumentare i parcheggi Trasporti pubblici più frequenti 22
4.9. Analisi di alcune risposte con riferimento alle principali sedi urbane Di seguito vengono presentati - disagreggati per le principali sedi urbane - i risultati dell’inchiesta relativamente a: • durata dello spostamento casa-lavoro e mezzo utilizzato; • disponibilita’ a trasportare colleghi; • effettuazione di un percorso diretto; • utilizzo del parcheggio Tab. 4.9.1 – D urata dello spostamento casa-lavoro e mezzo utilizzato SEDE CENTRALE (VIA TASSO E VIA SORA) Tempo Popolazione Meno di 5 minuti 2 28% auto tra 5 e 10 5 auto+mezzo tra 10 e 15 17 mezzo pubblico bicicletta tra 15 e 20 18 3% 58% moto tra 20 e 30 18 4% n.r. tra 30 e 45 18 3% 4% tra 45 e 60 11 Più di 60 minuti 11 TOTALE 100 Tab. 4.9.2 – D urata dello spostamento casa-lavoro e mezzo utilizzato SEDE DI VIA CAMOZZI Tempo Popolazione 0% 3% 0% Meno di 5 minuti 1 13% tra 5 e 10 1 tra 10 e 15 5 auto tra 15 e 20 11 auto+mezzo mezzo pubblico tra 20 e 30 5 bicicletta tra 30 e 45 8 84% moto tra 45 e 60 11 Più di 60 minuti 3 TOTALE 45 23
Tab. 4.9.3 – Durata dello spostamento casa-lavoro e mezzo utilizzato SEDI DI VIA CALVI E VIA S. GIORGIO Tempo Popolazione Meno di 5 minuti 0 auto tra 5 e 10 1 auto+m ezzo 38% mezzo pubblico tra 10 e 15 3 49% bicicletta tra 15 e 20 4 moto tra 20 e 30 8 n.r. 2% 0% tra 30 e 45 5 a piedi 7% 2% tra 45 e 60 4 2% Più di 60 minuti 3 TOTALE 28 Tab. 4.9.4 – Durata dello spostamento casa-lavoro e mezzo utilizzato SEDE DI VIA BORGO S. CATERINA Tempo Popolazione 0% Meno di 5 minuti 2 24% auto tra 5 e 10 2 auto+mezzo 0% mezzo pubblico tra 10 e 15 1 0% bicicletta tra 15 e 20 6 8% moto 60% tra 20 e 30 1 n.r. 8% a piedi tra 30 e 45 4 tra 45 e 60 6 Più di 60 minuti 3 TOTALE 25 24
Tab. 4.9.5 - Disponibilità a trasportare colleghi Dipendenti con sede in: Sì No n.r. Via Camozzi 20 15 10 Via Tasso e Via Sora 42 29 29 Via Borgo Santa Caterina 9 9 7 Via Calvi e Via S. Giorgio 17 5 6 TOTALE 88 58 52 Tab. 4.9.6 - Percorso diretto Dipendenti con sede in: Sì No n.r. Via Camozzi 25 20 0 Via Tasso e Via Sora 64 35 1 Via Borgo Santa Caterina 15 8 2 Via Calvi e Via S. Giorgio 20 7 1 TOTALE 124 70 4 Tab. 4.9.7 – Uso del parcheggio Sede Riservato ai dipendenti Pubblico Altro Via Camozzi 26 4 15 Via Tasso e Via Sora 54 3 43 Via Borgo Santa Caterina 17 0 8 Via Calvi e Via S. Giorgio 22 0 6 TOTALE 119 7 72 25
5. LE NOVITÀ INTERVENUTE SUCCESSIVAMENTE AL PRIMO PIANO DI AZIONI DI MOBILITY MANAGEMENT 5.1. La riforma del Trasporto Pubblico Locale Il D. Lgs. 422/97 (cd. Decreto Burlando), e la L.R. 22/98 delineano un nuovo modello di gestione del trasporto pubblico locale, che riserva alla Regione funzioni di indirizzo, programmazione e coordinamento generale, mentre assegna agli altri Enti Locali compiti di organizzazione e gestione dei servizi. Dal 1° gennaio 2005 questa riforma viene applicata all’ambito territoriale bergamasco, con la ripartizione della rete del trasporto pubblico in: - tre sottoreti di competenza della Provincia di Bergamo, rispettivamente gestite dai tre Consorzi di società Bergamo Trasporti Est, Bergamo Trasporti Ovest e Bergamo Trasporti Sud, che si sono aggiudicati le gare d’appalto europee bandite dall’Amministrazione provinciale; - l’Area Urbana, di competenza del Comune di Bergamo, comprendente 28 comuni e gestita da ATB Consorzio. L’allargamento a 10 nuovi comuni (in aggiunta ai 18 storicamente serviti da ATB) ha comportato un massiccio trasferimento di risorse economiche dalla Provincia al Comune di Bergamo ed ha determinato la necessità di riorganizzare servizi di trasporto pubblico non più diretti fino al capoluogo, ma con interscambio ai confini dell’area urbana. 5.2. La nuova regolamentazione dell’accesso al parcheggio della sede centrale Dal 16.02.06 sono entrate in vigore nuove modalità di accesso al parcheggio del palazzo provinciale di V. Tasso. L’ingresso e la possibilità di parcheggio ai piani 3° e 4° interrati è consentito negli orari di servizio, dalle ore 7.30 alle ore 18.30, alle autovetture appartenenti ai dipendenti in possesso di “tesserino”. Quest’ultimo viene rilasciato a tutti i dipendenti provinciali che ne facciano richiesta, mentre in precedenza solo alcuni dipendenti avevano diritto al parcheggio, essendo ad es. esclusi i residenti in città. L’accesso ai piani 3° e 4°, tuttavia, è subordinato alla disponibilità dei posti auto segnalata da un apposito dispositivo contatore posto all’ingresso del parcheggio: a posti esauriti i cancelli vengono chiusi e l’accesso differito sino a nuova disponibilità di posti. 26
6. LE INIZIATIVE POSSIBILI: UNA RIVISITAZIONE DELLE AZIONI PROPOSTE NEL DOCUMENTO APPROVATO CON DGP 236/04 Il documento intitolato Schema di lavoro e definizione del Piano di azioni di mobility management per orientare in modo sostenibile gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti della Provincia di Bergamo, approvato con Delibera della Giunta Provinciale n. 236 del 23.04.04, ipotizzava interventi in alcuni classici ambiti. Essi appaiono tuttora validi, ma vanno riconsiderati e riproposti alla luce degli approfondimenti e dei tentativi condotti nel frattempo. L’esperienza condotta ha infatti insegnato che un programma di azioni di Mobility Management, per avere concrete possibilità di attuazione, deve: a) essere fatto proprio dai vertici dell’organizzazione (che la devono rappresentare ad es. nei rapporti con i gestori dei servizi di TPL); b) essere condiviso – visto il suo carattere trasversale – dai dirigenti di tutti i settori e dalla rappresentanza sindacale (coinvolgendoli attraverso riunioni informative oppure costituendo un gruppo di lavoro intersettoriale sul Mobility Management); c) essere studiato e portato avanti in un’ottica di Mobility Management d’Area, creando alleanze con altri enti e aziende per aumentare il “peso” della singola organizzazione. 6.1. Sensibilizzazione e informazione Questa azione rappresenta la condizione irrinunciabile per il successo di qualsiasi iniziativa. In attuazione di quanto previsto nel documento sopra citato, era stata attivata una newsletter interna denominata “Mobility Management – INFO”, diffusa con Lotus Notes a tutti gli indirizzi di posta elettronica della Provincia. L’avvio delle attività di Mobility Management d’Area Provinciale – dopo il passaggio del Mobility Manager dal Servizio Ambiente al Servizio Trasporti – ha comportato iniziative di comunicazione ed informazione rivolte all’esterno, quali: • l’ideazione di un logo caratterizzante (diverso da quello precedente che faceva riferimento al contesto di Agenda 21 locale); • la creazione – nell’ambito del sito Internet della Provincia – di una specifica pagina web, contenente anche una sezione dedicata al mobility management aziendale; • l’invio per posta elettronica della newsletter informativa MOBILIT…IAMOCI! ai Mobility Manager aziendali e ad altri soggetti interessati alle problematiche della mobilità sostenibile; • l’organizzazione di seminari informativi ed incontri tecnici destinati in primis ai Mobility Manager aziendali del territorio. 27
Questi strumenti possono e devono essere utilizzati anche per instaurare un contatto diretto e costante con i dipendenti della Provincia, come del resto già previsto nel documento citato. Ciò – almeno inizialmente – non dovrebbe comportare costi aggiuntivi rispetto a quelli per le risorse umane interne dedicate al mobility management. 6.2. Incentivi all’utilizzo del trasporto pubblico Per dare corso alle ipotesi operative formulate nel documento di cui sopra, si è agito su due fronti, purtroppo senza che ciò abbia portato a risultati tangibili. Dapprima sono state raccolte informazioni sullo strumento del “ticket trasporto”, per valutarne l’applicabilità alla Provincia di Bergamo, attraverso contatti con la società Gemeaz – Accor Services che fornisce il prodotto in Italia, con il consulente legale di Euromobility, con i Servizi provinciali Bilancio - Attività finanziarie e Legale. Ne è emerso un quadro ancora incerto, che non offre esempi di adozione da parte di altre amministrazioni pubbliche, e che appare pertanto – almeno per il momento - poco promettente. Viste le difficoltà incontrate, si è tentata un’altra strada, coinvolgendo direttamente i gestori dei servizi di trasporto pubblico locale. Il 29.04.05 è stato convocato un incontro con le quattro società consortili operanti in area urbana ed extraurbana e con il Comune di Bergamo, che ha visto purtroppo una partecipazione a livello esclusivamente tecnico. La proposta formulata dai gestori in esito alla riunione (dopo un duplice sollecito, anche attraverso una nota a firma congiunta degli Assessori provinciali ai Trasporti e all’Ambiente) è descritta nel riquadro seguente. Tipologia e tariffa del documento: abbonamento annuale con tariffa vigente, quindi senza sconti. Modalità di rilascio: raccolta delle adesioni (foto, moduli di richiesta al gestore, autorizzazione a favore dell’amministrazione competente alla trattenuta mensile paria 1/12 dell’importo annuale) da parte degli uffici competenti delle amministrazioni interessate e trasmissione della documentazione ai gestori delle aree di competenza che provvederanno all’emissione dei singoli abbonamenti e alla riconsegna alle amministrazioni per la distribuzione. Modalità di pagamento: a) dall’amministrazione competente al gestore sulla base di fatture periodiche (trimestrali) in relazione al numero e agli elenchi degli abbonamenti progressivamente emessi; b) dal singolo dipendente abbonato all’amministrazione competente mediante trattenuta mensile di importo pari ad 1/12 del valore. Il vantaggio per il dipendente si limiterebbe perciò alla rateizzazione del costo dell’abbonamento (che viene detratto all’origine dallo stipendio): un incentivo che appare piuttosto debole. Per offrire un vantaggio visibile, in forma di sconto sul prezzo dell’abbonamento, si dovrebbe: 28
a. allargare il potenziale bacino d’utenza, coinvolgendo altre aziende in un’ottica di Mobility Management d’Area, per tentare di rendere più appetibile l’iniziativa al Gestore e motivarlo a concedere agevolazioni tariffarie; b. prevedere una partecipazione economica della Provincia e degli altri enti/aziende interessati, per coprire la spesa corrispondente al minore introito del Gestore. Questo impegno andrebbe ad aggiungersi a quello organizzativo e gestionale che l’iniziativa richiederebbe, con il necessario coinvolgimento di risorse umane appartenenti a diversi Settori. Un calcolo dei costi potenziali connessi all’attuazione di quest’ultima ipotesi da parte della Provincia di Bergamo è sintetizzato nel riquadro seguente. IPOTESI DI ABBONAMENTO ANNUALE SCONTATO PER I DIPENDENTI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO, VALIDO SU PARTE DELLA RETE DI TRASPORTO PUBBLICO LOCALE STIMA DEI COSTI I dati dell’inchiesta 2004 esposti in precedenza rivelano che circa il 15% del campione già utilizza l’autobus per lo spostamento casa-lavoro (in media circa il 7% in ambito urbano e circa l’8% sulla rete extraurbana). Ipotizzando la medesima incidenza sul totale dei dipendenti di ruolo che lavorano in una delle sedi cittadine (n. 577), ne risulterebbero n. 86 utenti potenzialmente interessati all’acquisto di un abbonamento annuale scontato. Poiché però lo scopo dell’iniziativa – oltre che fidelizzare chi già usa il mezzo pubblico - è incentivare chi viaggia in auto a lasciarla a casa, ci si dovrebbe porre come obiettivo da raggiungere un significativo aumento degli abbonamenti emessi. Dall’inchiesta era emersa una notevole disponibilità del campione a passare al mezzo pubblico a determinate condizioni, tra le quali i minori costi erano stati indicati come motivazione principale in n. 23 risposte. Applicando la medesima incidenza percentuale al totale dei dipendenti delle sedi urbane, risulterebbero n. 63 nuovi potenziali utenti, che sommati ai precedenti 86 fanno apparire come obiettivo realistico quello dei 150 abbonamenti. Considerato che sia per la rete urbana che per quella extraurbana vige un sistema tariffario “a zone” e non potendo sapere in anticipo chi aderirà all’iniziativa, si può ipotizzare un costo medio per abbonamento di € 365, pari a quello della zona “B” extraurbana e a poco meno di quello della zona 4 urbana (€370). Per rendere “appetibile” il passaggio dal mezzo privato a quello pubblico lo sconto dovrebbe tuttavia essere significativo, almeno dell’ordine del 20-30%. Ciò equivale ad un risparmio per l’utente di € 73-109, che moltiplicato per l’obiettivo dei 150 abbonamenti si traduce in una spesa per la Provincia nell’ordine di 11.000-16.500 €. Va tuttavia osservato - come risulta dalle risposte acquisite nell’ambito dell’inchiesta interna - che il vero fattore limitante nei confronti dell’uso del mezzo pubblico non è rappresentato dal costo, ma dal tempo. La promessa dell’abbonamento scontato, perciò, non basta, a meno di non volerla far risultare competitiva rendendo oneroso o problematico il parcheggio, oppure attraverso politiche di “road-pricing” che esulano tuttavia dall’ambito di competenze della Provincia. Solo riducendo la durata complessiva dello spostamento (attese comprese), attraverso un miglioramento delle coincidenze, delle interconnessioni e delle frequenze, si potrà realmente 29
incentivare i pendolari a lasciare a casa l’auto e servirsi del trasporto pubblico. Si tratta di interventi complessi, da negoziare con il Gestore, e che comportano a loro volta dei costi: forse, però, una riorganizzazione oculata dei programmi d’esercizio, che ad esempio riduca la frequenza sulle “linee di forza” durante le ore “di morbida” per non penalizzare eccessivamente gli altri collegamenti, garantendo le coincidenze con questi ultimi, potrebbe sortire buoni effetti senza comportare aggravi di spesa. 6.3. Promozione del car-pooling Come era già stato evidenziato nel documento approvato con D.G.P. 236/04, le potenzialità di diffusione del car-pooling sono buone e sembrerebbero essere aumentate tra la prima e la seconda inchiesta effettuata. I dati più recenti rivelerebbero infatti una maggiore disponibilità nei confronti del car-pooling, dichiarata da ben il 46% degli intervistati. Inoltre, benché l’uso individuale dell’auto rappresenti il principale mezzo di spostamento casa- lavoro (35 - 42%, a seconda delle condizioni meteorologiche), emerge anche un già consistente utilizzo congiunto dei veicoli, con il 13-15% degli intervistati che trasporta altre persone ed il 5-6% nel ruolo di “passeggero”. A fronte di questi dati incoraggianti, appare deludente l’esperienza condotta. Nel 2004 è stata infatti realizzata – con l’aiuto del Servizio Sistemi Informativi - una Bacheca virtuale per favorire la domanda e l’offerta di car-pooling, accessibile nella Sezione individuale della Intranet. Ne è stata data informazione attraverso una newsletter inviata con Lotus Notes a tutti gli indirizzi della Provincia, e con un successivo sollecito. I dipendenti che hanno inserito il proprio annuncio nella Bacheca per offrire un passaggio sulla propria autovettura sono stati 34, ma non si hanno notizie circa gli eventuali contatti avvenuti e gli esiti dell’iniziativa. Gli annunci sono anche stati esaminati singolarmente per valutare le possibilità di conciliare origini, tragitti ed orari diversi, interpellando direttamente gli interessati, senza tuttavia riuscire a creare aggregazioni. Nel riquadro seguente è riportato il programma di azioni che era stato pensato e sottoposto alla Responsabile del Servizio Economato per verificarne l’attuabilità, ma che non ha avuto seguito a causa dell’impossibilità di costituire almeno un equipaggio di car-poolers. PROPOSTA DI AZIONI PER LA PROMOZIONE DEL CAR-POOLING TRA I DIPENDENTI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO (da attuare per un periodo sperimentale di alcuni mesi) Azioni propedeutiche 1) Costituzione di alcuni equipaggi (conducente del mezzo + 1-4 passeggeri) sulla base delle disponibilità dichiarate nella bacheca virtuale e nel sondaggio sugli spostamenti casa-lavoro; gli equipaggi saranno riconosciuti ufficialmente attraverso la firma di un accordo con la Provincia, cui seguirà la consegna al conducente di un contrassegno/badge per l’accesso al parcheggio. 30
2) Designazione di un congruo numero di posti auto riservati ai car-poolers presso i parcheggi delle sedi provinciali; i posti auto potrebbero almeno in parte rendersi disponibili in seguito alla rinuncia all’uso del mezzo privato da parte dei passeggeri degli equipaggi. 3) Introduzione di un “ticket” (anche solo simbolico) per l’uso dei parcheggi provinciali, il cui gettito dovrebbe essere impiegato per finanziare gli incentivi ai mezzi a minore impatto ambientale (oltre al car-pooling, anche bici e mezzi pubblici); il ticket potrebbe essere di valore contenuto ed uguale per tutti, oppure diversificato in base alla qualifica funzionale (e quindi al reddito) dei dipendenti. L’ammontare del ticket e le modalità di assegnazione dei posti auto disponibili (preferibilmente nominali) dovrebbero essere definiti con apposito regolamento, che preveda anche adeguate forme di controllo. Possibili incentivi per i conducenti a) Posto auto riservato presso i parcheggi provinciali. b) Esenzione dal ticket sul parcheggio aziendale. c) Diritto al raggiungimento della sede di lavoro in caso di restrizioni alla circolazione per motivi ambientali (targhe alterne, blocchi del traffico). (da verificare col Comune di Bergamo) d) Parziale rimborso delle spese di viaggio con modalità simili a quanto avviene per le trasferte di servizio. e) Buoni sconto per l’acquisto di carburante o per interventi di manutenzione presso distributori ed autofficine convenzionati con la Provincia. Per le proposte d) ed e) va verificata la possibilità per la Provincia di corrispondere contributi diretti od indiretti solo ad alcuni dei propri dipendenti; in alternativa, si potrebbe pensare ad un meccanismo simile al F.A.P. Possibili incentivi per i passeggeri Diritto ad usufruire di un numero fisso di giorni/parcheggio (in posti auto riservati allo scopo), secondo le esigenze personali, nel periodo di sperimentazione; questo “carnet” potrebbe essere utilizzato anche per la promozione di altre modalità di spostamento a minore impatto ambientale (bici, mezzi pubblici…). Anche in questo caso, come per quello precedente, la lezione che si può trarre è quella della necessità di ampliamento del bacino d’utenza, per aumentare le probabilità di trovare pendolari con esigenze coincidenti o conciliabili. In quest’ottica è stata recentemente messa a punto una proposta operativa in collaborazione con il Mobility Manager del Comune di Bergamo e la Cooperativa sociale La Ringhiera, volta a coinvolgere alcuni altri grossi enti ed aziende bergamaschi, quali Italcementi, Nuovo Istituto Italiano d’Arti Grafiche, TenarisDalmine, Brembo, Credito Bergamasco, Cliniche Gavazzeni Ospedali Riuniti, ASL e ARPA. La proposta riguarda una sperimentazione della durata di un anno, finalizzata a mettere a fuoco punti di forza e di debolezza del car-pooling: problemi organizzativi, imprevisti che possono 31
presentarsi, caratteristiche ottimali del software utilizzato, formule per la condivisione dei mezzi e delle spese preferibili, incentivi più efficaci, vantaggi ottenibili. Tutto ciò per trarre conclusioni circa l’applicabilità del modello a scala provinciale e la sua eventuale trasferibilità ad altri contesti. Oppure – in caso di indicazioni negative – per ridimensionare l’importanza dello strumento del car- pooling tra le strategie per una mobilità sostenibile. La sperimentazione, come già detto, avrà anche un’altra rilevante funzione in un’ottica di mobility management d’area: coinvolgere in un progetto comune molto concreto, dedicato al tema della mobilità casa-lavoro, alcuni tra i maggiori enti ed aziende del territorio, ma anche associazioni e gruppi spontanei di cittadini sensibili a queste problematiche. Nell’ambito di questi diversi soggetti, infatti, dovranno essere inizialmente individuati un numero minimo di equipaggi di car-poolers adeguatamente motivati, che si impegneranno volontariamente a partecipare all’iniziativa. Oltre a questi – che rappresentano la conditio sine qua non per partire, è obbiettivo della sperimentazione costituire – attraverso un apposito spazio web, un programma informatico dedicato ed occasioni di informazione ed incontro – altri equipaggi “trasversali” (cioè formati da lavoratori di aziende diverse, ma con sedi vicine). La cooperativa sociale La Ringhiera si propone quale soggetto in grado di gestire – sotto la supervisione di un comitato di monitoraggio cui partecipano la Provincia, il Comune di Bergamo ed altri enti ed associazioni (ACI, ARPA, Unione Industriali, C.C.I.A.A., Università, Legambiente…) – tutti gli aspetti operativi dell’iniziativa: organizzativi, informatici e comunicativi. Alcuni dei Mobility Manager delle aziende sopra elencate hanno già manifestato la volontà di aderire all’iniziativa, come pure i due Gruppi di Acquisto Solidale della Valle Seriana (comprendenti rispettivamente un’ottantina ed una sessantina di famiglie) e l’associazione Legambiente. I tempi auspicati sono i seguenti: - settembre ’06: presentazione dell’iniziativa, in occasione della Settimana europea della mobilità sostenibile (16-22/9)4, dopo una prima ricognizione interna a ciascuno dei soggetti aderenti all’iniziativa per accertare che sia possibile individuare un numero minimo di equipaggi tale da giustificare l’avvio della sperimentazione e la sua prosecuzione per tutta la durata prevista; - 2 mesi per l’organizzazione operativa, la messa a punto dello spazio web e del software, la costituzione degli equipaggi; - 9 mesi di sperimentazione effettiva, con costante monitoraggio dell’andamento; - 1 mese per la valutazione dei risultati e la progettazione dell’eventuale rilancio ad ampia scala. Per la copertura dei costi, quantificati in 26.500 €, è ipotizzabile una compartecipazione alle spese dei soggetti partecipanti e di eventuali altri sponsor, visto anche il conseguente ritorno d’immagine. Si potrebbe perciò stimare un impegno economico della Provincia nell’ordine dei 5000 €; altrettanti a carico del Comune di Bergamo e la rimanenza ripartita tra gli altri enti ed aziende interessati. 4 Si veda la precedente nota 2. 32
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