Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile - Alba Comune di - My Covenant

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Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile - Alba Comune di - My Covenant
Comune di
            Alba

Piano d’Azione
 per l’Energia
  Sostenibile
Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile - Alba Comune di - My Covenant
Gruppo di lavoro:
   Comune di Alba

   E.R.I.C.A. Soc. Coop.

   EGEA S.p.A.
Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile - Alba Comune di - My Covenant
Sommario
1     PREMESSA ..................................................................................................................... 2
    1.1     Che cos’è il Patto dei Sindaci ............................................................................ 2
    1.2     Che cos’è il PAES ................................................................................................. 3
    1.3     Finalità del PAES ................................................................................................... 4
    1.4     Orizzonte temporale ............................................................................................ 4
    1.5     Inventario di Base delle Emissioni (IBE) .............................................................. 5
      1.5.1        Confini, campo di applicazione e settori.................................................. 7
      1.5.2   Gas serra da includere nell’IBE (emissioni di CO2 o emissioni
      equivalenti di CO2)...................................................................................................... 8
    1.6     Articolazione del Piano ....................................................................................... 9
    1.7     Contesto normativo........................................................................................... 10
      1.7.1        SCENARIO INTERNAZIONALE ...................................................................... 10
      1.7.2        SCENARIO EUROPEO .................................................................................. 11
    1.8     Inquadramento territoriale ............................................................................... 15
2     Elaborazione Inventario di Base delle Emissioni (IBE) ........................................... 18
    2.1     Metodologia ....................................................................................................... 18
    2.2     Raccolta dati ...................................................................................................... 19
    2.3     Domanda di energia ed emissioni inquinanti nel comune di Alba ............ 19
    2.4     Stato attuale e obiettivi..................................................................................... 26
3     PIANO D’AZIONE........................................................................................................ 28
    3.1     Visione generale del Piano............................................................................... 28
    3.2     Incidenza delle azioni ........................................................................................ 29
4     AZIONI ......................................................................................................................... 32
    4.1     SETTORE PUBBLICO ............................................................................................. 32
    4.2     SETTORE RESIDENZIALE........................................................................................ 40
    4.3     SETTORE TERZIARIO ............................................................................................. 45
    4.4     SETTORE MOBILITA’ ............................................................................................. 48
    4.5     SETTORE GESTIONE RIFIUTI .................................................................................. 56
    4.6     SETTORE INFORMAZIONE - FORMAZIONE ........................................................ 59
    4.7     Proposta di azione ............................................................................................. 68
    4.8     Sintesi azioni e obiettivi di riduzione CO2 ........................................................ 69
Bibliografia e siti internet consultati ................................................................................ 72

                                                                                                                                            1
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1 PREMESSA

1.1 Che cos’è il Patto dei Sindaci
ll Patto dei Sindaci (Convenant of Mayors) è un’iniziativa promossa dalla
Commissione europea per coinvolgere attivamente le città europee nella
strategia europea verso la sostenibilità energetica ed ambientale. L’iniziativa é
stata lanciata dalla Commissione il 29 Gennaio 2008, nell’ambito della seconda
edizione della Settimana europea dell’energia sostenibile (EUSEW 2008).
                                                                                 Il Patto, al quale
                                                                                 hanno       aderito
                                                                                 sinora oltre 1.600
                                                                                 città tra cui 20
                                                                                 capitali europee e
                                                                                 numerose città di
                                                                                 paesi non membri
                                                                                 dell’UE, con una
                                                                                 mobilitazione     di
                                                                                 oltre 140 milioni di

Figura 1.1 - Presentazione a Bruxelles dell’iniziativa “Patto dei Sindaci” (29   cittadini   fornisce
gennaio 2008).
                                                                                                 alle
amministrazioni locali l’opportunità di impegnarsi concretamente nella lotta al
cambiamento climatico attraverso interventi che modernizzano la gestione
amministrativa e influiscono direttamente sulla qualità della vita dei cittadini. I
firmatari rappresentano città di varie dimensioni, dai piccoli paesi alle maggiori
aree metropolitane.
I principali obiettivi e settori sui quali si concentrano gli interventi delle città
firmatarie sono:

        mobilità pulita,
        riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati
        sensibilizzazione dei cittadini in tema di consumi energetici

                                                                                                        2
Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile - Alba Comune di - My Covenant
Le amministrazioni locali, in virtù della loro vicinanza ai cittadini sono in una
posizione ideale per affrontare le sfide in maniera comprensiva. In particolare,
esse si impegnano a rispettare, e se possibile superare, l’obiettivo di riduzione
delle emissioni di gas serra nocivi del 20% entro il 2020, come previsto dalla
strategia 20-20-20 dell’Unione europea. Il Patto dei Sindaci per l’energia
rappresenta anche un’occasione di crescita per l’economia locale, favorendo la
creazione di nuovi posti di lavoro ed agendo da traino per lo sviluppo della
Green Economy sul proprio territorio. L’obiettivo del Patto è aiutare i governi locali
ad assumere un ruolo importante nel processo di attuazione delle politiche in
materia di energia sostenibile.

                                                                      1.2      Che cos’è il
                                                                      PAES

                                                                      Il Piano d’Azione per
                                                                      l’Energia     Sostenibile
                                                                      (PAES)        è        un
                                                                                  documento
                                                                      programmatico        che
                                                                      indica come i firmatari
                                                                      del Patto rispetteranno
                                                                      gli obiettivi che si sono
                                                                      prefissati per il 2020. Il
                                                                     documento identifica i
Figura 1.2 – Numero Comuni Firmatari del Patto dei Sindaci (Fonte:
ww.pattodeisindaci.eu).                                              settori di intervento più
idonei e le opportunità più appropriate per raggiungere l’obiettivo di riduzione di
CO2. Definisce misure concrete di riduzione, insieme a tempi e responsabilità, in
modo da tradurre la strategia di lungo termine in azione.
IL PAES non deve essere considerato come un documento rigido e vincolante.
Con il cambiare delle circostanze e con il progressivo attuarsi degli interventi
previsti nel piano potrebbe infatti essere utile o addirittura necessario rivedere il
proprio piano.

                                                                                                   3
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1.3 Finalità del PAES

Il Patto dei Sindaci si incentra su interventi a livello locale nell’ambito delle
competenze dell’autorità locale. Il PAES dovrebbe concentrarsi su azioni volte a
ridurre le emissioni di CO2 e il consumo finale di energia da parte degli utenti
finali. L’impegno dei firmatari copre l’intera area geografica di competenza
dell’autorità locale (paese, città, regione). Gli interventi del PAES, quindi,
dovrebbero riguardare sia il settore pubblico, sia quello privato. Tuttavia, l’autorità
locale dovrebbe dare il buon esempio, adottando delle misure di spicco per i
propri edifici, gli impianti, il parco automobilistico ecc.

L’autorità locale può scegliere se definire l’obiettivo complessivo di riduzione delle
emissioni di CO2 come "riduzione assoluta" o "riduzione pro capite" (vedi capitolo
5.2, parte II di queste linee guida).

Gli obiettivi principali riguardano gli edifici, le attrezzature, gli impianti e il trasporto
pubblico. Il PAES include anche degli interventi relativi alla produzione locale di
elettricità (energia fotovoltaica, eolica, cogenerazione, miglioramento della
produzione         locale       di      energia),        generazione         locale       di
riscaldamento/raffreddamento. Il PAES dovrebbe coprire quelle aree in cui le
autorità locali possono influenzare il consumo di energia a lungo termine (come
la pianificazione territoriale). Inoltre, dovrebbe incoraggiare il consumo di prodotti
e servizi efficienti dal punto di vista energetico (appalti pubblici) e stimolare un
cambiamento nelle modalità di consumo (lavorando con i cittadini e gli
stakeholder)2. Al contrario, quello industriale non è uno dei settori-obiettivo
chiave del Patto dei Sindaci, per cui l’autorità locale può scegliere se includere o
meno degli interventi in questo settore. In ogni caso, gli impianti coperti dall’ETS
(Sistema europeo per lo scambio di quote di emissione di CO2) devono essere
esclusi, a meno che non siano stati compresi dalle autorità locali in piani
precedenti.

Nella Tabella 1 della parte II, viene fornita una descrizione dettagliata dei settori
coperti dall’Inventario di Base delle Emissioni.

1.4 Orizzonte temporale

L’orizzonte temporale del Patto dei Sindaci è il 2020. Il PAES deve quindi indicare
chiaramente le azioni strategiche che l’autorità locale intende intraprendere per

                                                                                                4
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raggiungere gli obiettivi previsti per il 2020. Il PAES può anche coprire un periodo
più lungo, ma in questo caso dovrebbe contenere dei valori e degli obiettivi
intermedi per il 2020.
Poiché non sempre è possibile programmare in dettaglio misure e budget
concreti per un periodo così lungo, l’autorità locale può distinguere tra:
       una visione, con una strategia di lungo periodo e degli obiettivi sino al
       2020, che comprenda un impegno formale in aree come pianificazione
       territoriale, trasporti e mobilità, appalti pubblici, standard per edifici nuovi o
       ristrutturati ecc.;
       misure dettagliate per i prossimi 3-5 anni che traducono strategie e obiettivi
       a lungo termine in azioni.

1.5 Inventario di Base delle Emissioni (IBE)

L’Inventario di Base delle Emissioni (IBE) quantifica la CO2 emessa nel territorio
dell’autorità locale1 (ossia del Firmatario del Patto) durante un anno scelto come
riferimento. Il documento permette di identificare le principali fonti antropiche di
emissioni di CO2 e quindi di assegnare l’opportuna priorità alle relative misure di
riduzione. L’autorità locale può includere anche
le emissioni di CH4 e N2O all’interno dell’IBE.
L’inclusione o meno di CH4 e N2O dipende dal
fatto che siano previste delle misure per ridurre
tali gas serra (GES) nel Piano d’Azione per
l’Energia Sostenibile (PAES) e dall’approccio
scelto per la determinazione del fattore di
emissione (standard o valutazione del ciclo di
vita LCA).
L’elaborazione dell’IBE è di importanza cruciale
poiché    l’inventario       sarà   lo   strumento   che
consentirà alle autorità locali di misurare l’impatto dei                          propri
interventi relativi al cambiamento climatico. L’IBE mostrerà la            situazione di
partenza per l’autorità locale e i successivi inventari di monitoraggio delle
emissioni mostreranno il progresso rispetto all’obiettivo.

 "territorio dell’autorità locale" si riferisce all’area geografica delimitata dai confini
1

amministrativi dell’entità governata dall’autorità locale.

                                                                                             5
Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile - Alba Comune di - My Covenant
L’IBE e gli inventari successivi sono strumenti fondamentali per l’autorità locale, in
quanto consentono di chiarire le priorità d’intervento, valutare l’impatto delle
misure prese e determinare i progressi rispetto all’obiettivo. Inoltre, motiva tutte le
parti coinvolte, essendo uno strumento che consente di quantificare i risultati
raggiunti. Di seguito alcuni punti da tenere in considerazione:
       l’IBE deve riferirsi alla situazione locale, basandosi, per esempio, su dati di
       consumo energetico/produzione di energia, di mobilità, raccolti entro il
       territorio dell’autorità locale. Le stime basate su medie nazionali/regionali
       nella maggior parte dei casi non sono appropriate, in quanto non
       consentono di comprendere gli sforzi dell’autorità locale per raggiungere
       gli obiettivi di riduzione di CO2;
       la metodologia utilizzata e le fonti dei dati devono essere coerenti negli
       anni;
       l’IBE deve coprire almeno quei settori in cui l’autorità locale intende agire
       per rispettare l’obiettivo prefissatosi di riduzione delle emissioni (es. tutti i
       settori che rappresentano delle fonti di emissione di CO2 significative:
       edifici residenziali, comunali, terziari, impianti e trasporti);
       il processo di raccolta dei dati, le fonti e la metodologia per il calcolo
       dell’IBE devono essere documentati accuratamente (se non nel PAES
       almeno nella documentazione dell’autorità locale).

Nella compilazione dell’IBE/IME, i seguenti concetti sono di fondamentale
importanza:
   a) Anno di riferimento. L’anno di riferimento è l’anno rispetto al quale saranno
       confrontati i risultati della riduzione delle emissioni nel 2020. L’UE si è
       impegnata a ridurre le emissioni del 20% entro il 2020 rispetto al 1990. Il 1990
       è anche l’anno di riferimento del Protocollo di Kyoto. Per poter confrontare
       la riduzione delle emissioni dell’UE e dei firmatari del Patto, è necessario
       stabilire un anno di riferimento comune. Pertanto il 1990 è l’anno di
       riferimento consigliato per l’IBE. Tuttavia, qualora non disponga dei dati per
       compilare un inventario relativo al 1990, l’autorità locale dovrebbe
       scegliere il primo anno disponibile per il quale possano essere raccolti dati
       quanto più completi e affidabili possibile.
   b) Dati di attività. I dati di attività quantificano l’attività umana esistente nel
       territorio dell’autorità locale. Esempi di dati di attività sono:

                                                                                           6
Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile - Alba Comune di - My Covenant
   olio combustibile usato per il riscaldamento di ambienti in
                         edifici residenziali [MWhcombustibile];
                        consumo di elettricità negli edifici comunali [MWhe];
                        calore consumato negli edifici residenziali [MWhcalore].
   c) Fattori di emissione. I fattori di emissione sono coefficienti che quantificano
       le emissioni per unità di attività. Le emissioni sono stimate moltiplicando il
       fattore di emissione per i corrispondenti dati di attività. Esempi di fattori di
       emissione sono:
                        emissioni di CO2 per MWh di olio combustibile consumato [t
                         CO2/MWhcombustibile];
                        emissioni di CO2 per MWh di elettricità consumata [t
                         CO2/MWhe];
                        emissioni   di   CO2     per   MWh        di   calore   consumato   [t
                         CO2/MWhcalore].

1.5.1 Confini, campo di applicazione e settori

Nel presente paragrafo si riporta quanto descritto nelle Linee Guida “Come
sviluppare un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile – PAES” elaborate dal JRC
Scientific and Technical Reports (2010).
I confini geografici dell’IBE/IME sono i confini amministrativi dell’autorità locale.
L’inventario di base di CO2 si baserà essenzialmente sul consumo finale di
energia, includendo sia il consumo energetico comunale, sia quello non
comunale nel territorio dell’autorità locale. Tuttavia, anche fonti non connesse
all’energia possono essere incluse nell’IBE.
L’IBE quantifica le seguenti emissioni derivanti dal consumo energetico nel
territorio dell’autorità locale:
   a) Emissioni dirette dovute alla combustione di carburante nel territorio, negli
       edifici, in
   b) attrezzature/impianti e nei settori del trasporto;
   c) Emissioni (indirette) legate alla produzione di elettricità, calore o freddo
       consumati nel territorio;
   d) Altre emissioni dirette prodotte nel territorio, in base alla scelta dei settori
       dell’IBE.
I suddetti punti a) e c) quantificano le emissioni che fisicamente si verificano nel
territorio. La valutazione di tali emissioni segue i principi dell’IPCC usati nelle

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Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile - Alba Comune di - My Covenant
relazioni dei paesi alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti
climatici (UNFCCC) e nel contesto del Protocollo di Kyoto.
Come indicato al punto b), le emissioni dovute alla produzione di elettricità,
calore     e   freddo   consumati     nel   territorio   sono   incluse   nell’inventario,
indipendentemente dal luogo di produzione (all’interno o all’esterno del
territorio).
La definizione del campo di applicazione dell’IBE/IME assicura che tutte le
emissioni rilevanti dovute al consumo energetico sul territorio siano incluse, senza
che vengano contate due volte. Possono essere incluse nell’IBE/IME emissioni
diverse da quelle relative alla combustione di carburante. Tuttavia, la loro
inclusione è volontaria, in quanto l’obiettivo principale del Patto è il settore
energetico e l’importanza di emissioni diverse da quelle connesse all’energia può
essere esigua nei territori di molte autorità locali.

1.5.2 Gas serra da includere nell’IBE (emissioni di CO2 o emissioni
         equivalenti di CO2)

I gas serra da includere nell’IBE/IME dipendono dalla scelta dei settori e da quella
del fattore di emissione (approccio standard – IPCC o LCA).
Se vengono scelti i fattori di emissione standard secondo i principi dell’IPCC, è
sufficiente
indicare le emissioni di CO2, perché l’importanza degli altri gas serra è esigua. In
questo caso, è necessario selezionare all’interno del modulo PAES l’opzione “CO2
emissions” alla voce “emissions reporting unit”. Tuttavia, altri gas serra possono
essere inclusi nell’inventario di base, anche qualora vengano scelti i fattori di
emissione standard. Ad esempio, l’autorità locale può decidere di utilizzare fattori
di emissione che prendano in considerazione anche le emissioni di CH4 e N2O
derivanti dalla combustione. Inoltre, se l’autorità locale decide di includere le
discariche e/o il trattamento delle acque reflue nell’inventario, le emissioni di CH4
e N2O dovranno essere incluse. In questo caso l’unità di misura delle emissioni da
scegliere è “CO2 equivalent emissions”.
Nel caso venga preferito l’approccio LCA, altri gas serra diversi dalla CO2
possono avere un ruolo importante. Pertanto, un’autorità locale che decida di
usare l’approccio LCA includerà probabilmente anche altri GES diversi dalla CO2
nell’inventario e selezionerà l’unità di misura delle emissioni “CO2 equivalent

                                                                                             8
emissions”. Tuttavia, se l’autorità locale utilizzasse una metodologia/strumento
che non tenga delle emissioni “CO2 emissions”.
Le emissioni di gas serra diversi dalla CO2 sono convertite in CO2 equivalente
usando i valori del Potenziale di Riscaldamento Globale (Global Warming
Potential, GWP). Per esempio, 1 kg di CH4 ha un impatto sul riscaldamento
globale paragonabile a quello di 21 kg di CO2, quando viene considerato su un
intervallo temporale di 100 anni e, di conseguenza, il valore del Potenziale di
Riscaldamento Globale del CH4 è pari a 21.
Nel contesto del Patto dei Sindaci, si consiglia di applicare i valori di GWP che
vengono utilizzati nelle relazioni all’UNFCCC e nel Protocollo di Kyoto. Questi valori
di GWP sono basati sul Secondo rapporto di valutazione dell’IPCC (IPCC, 1995).
Tuttavia, l’autorità locale può decidere di usare altri valori di GWP dell’IPCC, per
esempio in funzione dello strumento utilizzato.

1.6 Articolazione del Piano

I firmatari del Patto puntano a ridurre le loro emissioni di CO2 più del 20% entro il
2020 attraverso azioni di energia efficiente e di energia rinnovabile. Per
raggiungere questo obiettivo, le autorità locali si impegnano a:
       Preparare un Inventario delle emissioni (BEI Baseline Emission Inventory);
       Predisporre, entro l'anno successivo alla loro adesione ufficiale al Patto dei
       Sindaci, un Piano d'Azione dell'Energia Sostenibile (SEAP) approvato dal
       Consiglio Comunale che delinei le misure e le politiche che verranno
       sviluppate per realizzare i loro obiettivi;
       Pubblicare regolarmente ogni 2 anni dopo la predisposizione del loro SEAP
       - un report di attuazione che riporti il grado di avanzamento della
       realizzazione dei programmi e i risultati provvisori;
       Promuovere le loro attività e coinvolgere i propri cittadini/stakeholders,
       includendo le organizzazioni, per la realizzazione di giornate dell'energia
       locale;
       Diffondere il messaggio del Patto dei sindaci, in particolare incoraggiando
       le altre autorità locali ad aderirvi e contribuendo alla realizzazione di eventi
       (cerimonia annuale del Patto dei Sindaci e workshop tematici).

                                                                                          9
1.7 Contesto normativo

1.7.1 SCENARIO INTERNAZIONALE

1992, Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, Rio de
Janeiro.
Approvazione di convenzioni su alcuni specifici problemi ambientali (biodiversità
e tutela delle foreste); definizione del documento finale di Agenda 21 quale
riferimento globale per lo sviluppo sostenibile nel XXI secolo.

1994, Carta di Aalborg
Detta anche Carta delle Città Europee per uno sviluppo durevole e sostenibile. Si
definiscono i principi base per uno sviluppo sostenibile delle città e gli indirizzi per i
piani d’azione locali (Agenda 21 locale).

1997, Protocollo di Kyoto
Impegna i paesi industrializzati e quelli ad economia in transizione (paesi dell’Est
europeo) a ridurre entro il 2012 il totale delle emissioni di gas ad effetto serra
almeno del 5% rispetto ai livelli del 1990.
Il Protocollo prevede anche degli strumenti di cooperazione tra Paesi tra cui
l’Emission Trading, che permette ad ogni stato, nell’esecuzione dei propri obblighi,
di trasferire i propri diritti di emissione o acquisire i diritti di emissione di un altro
stato.

2002, Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile, Johannesburg
I capi di Stato e di Governo dei 191 Paesi partecipanti approvano un documento
finale composto da una Dichiarazione politica sullo sviluppo sostenibile con gli
obiettivi di riduzione della povertà, cambiamento dei modelli di consumo e
produzione di energia, protezione delle risorse naturali.
Annesso a tale documento è stato definito un Piano di azione sullo sviluppo
sostenibile che consenta equilibrio tra crescita economica, sviluppo sociale e
protezione dell’ambiente.

2009, Accordo di Copenhagen

                                                                                             10
Giuridicamente non vincolante: viene chiesta l’adozione di misure da parte del
settore industriale e dei paesi emergenti con la trasparenza delle proprie misure
nei confronti della Convenzione dell’ONU sul Clima.

2010, Conferenza dell’ONU sul cambiamento climatico, Cancun
Creazione del “Green Climate Fund” dove confluiranno gli aiuti dei paesi ricchi a
quelli poveri per fronteggiare le emergenze determinate dai cambiamenti
climatici ed adottare misure contro il riscaldamento globale.

1.7.2 SCENARIO EUROPEO

1987, Atto unico europeo
Vengono definiti obiettivi, principi e strumenti destinati alla tutela dell’ambiente.

1993, Direttiva SAVE 93/76/CE
L’Europa recepisce le decisioni prese a livello mondiale con la limitazione delle
emissioni di biossido di carbonio attraverso il miglioramento dell’efficienza
energetica.
I sei programmi specifici su cui si basa la direttiva sono: certificazione energetica
degli edifici, ripartizione dei costi di riscaldamento, climatizzazione e acqua calda
sanitaria sulla base del consumo effettivo, finanziamento per interventi di
efficientamento energetico, isolamento termico dei nuovi edifici, controllo
periodico delle caldaie con potenza maggiore di 15 kW, diagnosi energetiche in
imprese a elevati consumi di energia.

1997, Trattato di Amsterdam
Introduce la variabile ambiente tra i parametri di riferimento da verificare nella
realizzazione di tutte le azioni comunitarie; diventa necessario evitare il consumo
eccessivo delle risorse naturali e promuovere lo sviluppo sostenibile inteso come
sviluppo economico che consente di non alterare l’equilibrio ambientale e
diventa fondamentale il ruolo della Comunità come sede di concertazione e
mediazione tra la realtà mondiale e locale.

2001, Direttiva 2001/77/CE sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da
fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità.

                                                                                        11
Istituisce il conto energia con la previsione di una tariffa incentivante di durata
ventennale, erogata dal Gestore Servizi Elettrici (GSE) ai soggetti che installano
sull’edificio impianti fotovoltaici di potenza uguale o superiore a 1 kWp (potenza
nominale), collegati alla rete di distribuzione elettrica nazionale.

2002, Direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia"
Campo di applicazione: edifici di nuova costruzione (art.5); edifici esistenti (art. 6);
attestato di certificazione energetica (art. 7); ispezione degli impianti (artt. 8 e 9).
Specifica le misure da adottare in particolare per il miglioramento delle
prestazioni energetiche degli edifici e, in particolare, individua le modalità
applicative sia per un periodo transitorio, sia per la sua attuazione a regime,
demandando a uno o più decreti attuativi nazionali la definizione dei metodi di
calcolo e dei requisiti minimi degli edifici, la formulazione dei criteri generali di
prestazione energetica e, infine, l’individuazione dei requisiti professionali e dei
criteri di accreditamento degli esperti o degli organismi ai quali affidare la
certificazione energetica degli edifici e l’ispezione degli impianti.

2003, Trattato di Nizza
Dichiarazione n.9, l’Unione Europea si impegna a svolgere un ruolo di promozione
per la protezione dell’ambiente a livello sia comunitario sia mondiale e a
conseguire tale obiettivo anche attraverso incentivi volti a promuovere lo
sviluppo sostenibile.

2004, Direttiva 2004/8/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 febbraio
2004
Sulla promozione della cogenerazione basata su una domanda di calore utile nel
mercato interno dell'energia e che modifica la direttiva 92/42/CEE.

2006, Libro Verde “Una strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva
e sicura”
Propone una strategia energetica europea alla ricerca di un equilibrio tra
sviluppo    sostenibile,   competitività    e    sicurezza   dell’approvvigionamento
individuando sei settori chiave di intervento.
Il documento propone inoltre di fissare al 20% l’obiettivo europeo di risparmio nei
consumi energetici.

                                                                                           12
2006, Direttiva 2006/32/CE sull’efficienza energetica degli usi finali dell’energia e
sui servizi
energetici
Abroga la precedente direttiva 93/76/CE del 1993 ed indirizza gli Stati membri a:
fornire obiettivi indicativi (9% di risparmio energetico al 2015), meccanismi ed
incentivi per eliminare le difficoltà e le carenze esistenti sul mercato che
ostacolano un efficiente uso finale dell'energia; realizzare condizioni per lo
sviluppo e la promozione di un mercato dei servizi energetici e fornire misure di
miglioramento dell'efficienza energetica agli utenti finali; definire un Piano
d’Azione nazionale per l’Efficienza Energetica (PAEE) come mezzo di verifica
delle misure attese e dei risultati ottenuti; divulgare agli operatori del mercato le
informazioni sui meccanismi di efficienza energetica adottati per conseguire
l'obiettivo nazionale indicativo di risparmio energetico.

2007, Gennaio
Adozione da parte della Commissione Europea del Pacchetto di Azioni in materia
energetica che dà attuazione agli impegni assunti dal Consiglio europeo in
materia di lotta ai cambiamenti climatici e promozione delle energie rinnovabili.

2007, Marzo
Approvazione da parte del Consiglio Europeo del Piano d’Azione del Consiglio
Europeo 2007-2009 “Politica energetica per l’Europa” con l’individuazione di
obiettivi vincolanti, riconosciuti come “Principio del 20-20-20”.
Con tale Principio l’Unione Europea si è impegnata, entro il 2020, a ridurre le
proprie emissioni di gas serra del 20%; aumentare l’efficienza energetica del 20%;
contare su un mix energetico proveniente per il 20% da fonti rinnovabili.

2008, Gennaio
La Commissione Europea promuove il progetto “Patto dei sindaci” per
coinvolgere attivamente le città europee nella strategia europea verso la
sostenibilità energetica ed ambientale.
Il   Patto    fornisce   alle   Amministrazioni   Locali   la   possibilità   di   impegnarsi
concretamente nella lotta ai cambiamenti climatici attraverso interventi che
rinnovano la gestione amministrativa ed agiscono direttamente sulla qualità della
vita dei cittadini.

                                                                                                13
I Comuni che sottoscrivono il Patto dei Sindaci si impegnano, entro un anno dalla
firma, a far pervenire il proprio Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES),
ossia le misure e le politiche certe da realizzare per il raggiungimento degli
obiettivi prefissati.

2008, Dicembre
Approvazione da parte del Parlamento europeo del pacchetto di risoluzioni
legislative Energia – Cambiamenti climatici, costituito dalla revisione del sistema
comunitario di scambio delle quote delle emissioni di gas serra (European Union
Emissions Trading Scheme EU-ETS), dalla decisione sugli sforzi condivisi (Effort
Sharing) al di fuori dell’EUETS, da un quadro generale per cattura e confinamento
di anidride carbonica (Carbon Capture and Storage CCS), da una nuova
direttiva sulle fonti rinnovabili per gli Stati membri, da un regolamento volto a
ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli leggeri di nuova immatricolazione e da una
revisione della Direttiva sulla qualità dei carburanti.

2009, Direttiva 2009/28/CE
Stabilisce un quadro comune per la promozione dell’energia da fonti rinnovabili e
fissa obiettivi nazionali obbligatori per la quota complessiva di energia da fonti
rinnovabili sul consumo finale lordo di energia e per la quota di energia da fonti
rinnovabili nei trasporti.

2009, Direttiva 2009/30/CE
Modifica la precedente 98/70/CE per quanto riguarda le specifiche relative a
benzina, combustibile diesel e gasolio per riscaldamento nonché l’introduzione di
un meccanismo teso a controllare e ridurre le emissioni di gas a effetto serra;
modifica la direttiva 1999/32/CE in relazione alle specifiche dei combustibili
utilizzati dalle navi adibite alla navigazione interna ed abroga la direttiva
93/12/CEE.
Inoltre stabilisce che bisogna realizzare entro il 2020 la diminuzione del 6% delle
emissioni di gas serra prodotte durante il ciclo di vita dei combustibili, facendo
ricorso ai biocarburanti e si può aumentare al 10% tale diminuzione con l’uso di
veicoli elettrici o con l’acquisizione di crediti.

2010, Direttiva 2010/30/UE

                                                                                      14
(Abroga la Direttiva 92/75/CE) concernente l’indicazione del consumo di energia
e di altre risorse dei prodotti connessi all’energia, mediante l’etichettatura e
informazioni uniformi relative ai prodotti.

2010, Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia
(Abroga la Direttiva 2002/91/CE) promuove il miglioramento delle prestazioni
energetiche degli edifici all’interno dell’Unione tenendo conto delle condizioni
locali e climatiche esterne, nonché delle prescrizioni relative al clima degli
ambienti interni e all’efficacia sotto il profilo dei costi.

1.8 Inquadramento territoriale
Alba è un comune di 31.804 abitanti residenti (ISTAT – 2011), il secondo della
provincia per popolazione dopo il capoluogo Cuneo, mentre l'area urbana, che
include svariati centri del circondario, conta più di 70.000 abitanti. È la capitale
storica ed economica delle Langhe.
                                 Il territorio comunale ha una superficie di circa 54 km2
                                 e una densità abitativa di circa 580 ab/km2.
                                 La città è situata a 172 metri sul livello del mare ed è
                                 attraversata dal Fiume Tanaro, che divide il territorio
                                 collinare in Langhe e Roero.
                                 Il Santo Patrono di Alba è San Lorenzo. I Santi tutelari
                                 sono San Cassiano, San Frontiniano, Sant'Eufredo,

Figura 1.3 - Localizzazione      Sant'Alessandro, San Teobaldo e la Beata Margherita
geografica del comune di Alba.
                                 di Savoia.
Preistorico villaggio neolitico sul Cherasca, municipio romano sulle sponde del
                                                                   fiume      Tanaro,     la   città
                                                                   scrive nel tempo la sua
                                                                   storia. Piazza San Giovanni
                                                                   conserva        le     preziose
                                                                   vestigia      del    tempio    e
                                                                   ricorda l’Alba Pompeia ed
                                                                   il      suo          imperatore
                                                                   Pertinace.                    La
                                                                   circonvallazione disegna il

Figura 1.4 – Veduta aerea del centro storico di Alba Fonte: sito
ufficiale comune di Alba - www.comune.alba.cn.it/).

                                                                                                       15
tracciato delle antiche mura, visibili in parte nella piazza del palazzo Vescovile,
mentre lo skyline è ancora oggi quello della città medievale delle cento torri.
Divenne Repubblica giacobina all’avvento di Napoleone e nell’Ottocento fu
sede di mercati e commerci nella riplasmazione ottocentesca dell’architetto
Giorgio Busca.
Libera repubblica per ventitré giorni, Alba ricorda nella seconda guerra mondiale
le pagine più dolorose della Resistenza, nei racconti di Beppe Fenoglio, e porta
con orgoglio sul Gonfalone la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Nel 1994 la città ed il suo territorio subirono una tragica alluvione. I volontari

furono tantissimi ed in prima linea per salvare persone, cose e ripristinare in tempi

Figura 1.5 – Immagine da satellite del territorio comunale di Alba (Fonte: google maps).

record le fabbriche severamente danneggiate.
Alba è oggi una città viva e vitale, circondata da armoniose colline e abbellita
da giardini e viali alberati. Sei città hanno stretto con Alba un gemellaggio. E’
sede universitaria della facoltà di Viticoltura ed Enologia e ospita i corsi del St.
Mary´s College del Maryland.

                                                                                           16
Un        importante
                                                                                 flusso       turistico
                                                                                 internazionale        si
                                                                                 riversa    nei    mesi
                                                                                 autunnali        ed   in
                                                                                           primavera,
                                                                                 quando ad Alba
                                                                                 si   tengono          la
                                                                                                   Fiera
                                                                                 Internazionale del
                                                                                 Tartufo      Bianco
                                                                                 d’Alba, dedicata

Figura 1.6 – Fotografia del Palazzo delle Mostre e dei Congressi di Alba         al suo prodotto
(Fonte: sito ufficiale comune di Alba - www.comune.alba.cn.it/).
                                                                                 più prezioso, e la
Fiera Nazionale Vinum, vetrina e banco di degustazione dei grandi vini del
territorio   e     della          celebre
gastronomia.         Una            densa
programmazione          di        iniziative
culturali,   sportive         e     sociali
coprono          l’intero            anno,
coinvolgendo una realtà attiva
di associazioni di volontariato.
La specializzazione di altissimo
livello, pone il settore agricolo
in competizione con le più
prestigiose regioni vinicole del Figura 1.7 –Fotografia dell’abside della cattedrale di Alba
                                               (Fonte:   sito   ufficiale   comune    di    Alba       -
mondo,       mentre      il       tessuto www.comune.alba.cn.it/).
imprenditoriale, sano e diversificato, garantisce alla città stabilità economica e
sociale.
In città e nell’hinterland hanno sede importanti realtà industriali di risonanza
internazionale: prima fra tutte la Ferrero S.p.A., leader in Europa e nel mondo nel
campo dolciario, il Gruppo Miroglio, nel campo della moda e del tessile, la
Mondo nel campo delle pavimentazioni, dei giocattoli e dei motor-yacht e la
Società San Paolo nel campo dell’editoria, aziende che fanno di Alba una città
conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.

                                                                                                            17
2 Elaborazione Inventario di Base delle Emissioni (IBE)

2.1 Metodologia
L’Inventario di Base delle Emissioni, come descritto nei paragrafi precedenti,
prevede la quantificazione delle emissioni originate all’interno del territorio
comunale (direttamente o indirettamente).
I principali aspetti da definire sono la scelta dell’anno di riferimento e dei settori di
intervento da includere nel PAES.
Come anno di riferimento ci si riferisce all’anno rispetto al quale vengono definiti
gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Nel presente lavoro è stato scelto il 2001,
anno per il quale si dispongono dati sufficientemente approfonditi per la
predisposizione del IBE.
I settori di intervento inclusi nel piano sono i seguenti:
      Pubblico (Comunale)
      Terziario
      Residenziale
      Trasporti
      Gestione rifiuti
L’inventario base delle emissioni si riferisce ai dati riguardanti il consumo
energetico finale delle attività presenti sul territorio comunale. I dati raccolti per la
redazione dell’IBE riguardano fattori di emissione standard, in linea con i principi
IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Comprendono quindi tutte
le emissioni di CO2 derivanti dall’energia consumata nel territorio comunale, sia
direttamente, tramite la combustione di carburanti all’interno del Comune, che
indirettamente, attraverso la combustione di carburanti associata all’uso
dell’elettricità e del riscaldamento/raffreddamento nel Comune stesso.
La CO2 equivalente è definita come la quantità di emissioni di tutti i gas serra
equiparate, negli effetti di riscaldamento della Terra, alla CO2 secondo tabelle di
conversione definite. Ad esempio, l’effetto del metano CH4 per il riscaldamento
della terra è equiparabile a 21 volte quello della CO2, mentre quello del
protossido di azoto N2O è equivalente a 310 volte quello della CO2. È l’unita di
misura utilizzata per misurare il GWP (Global Warming Potential) dei gas serra,
ovvero il loro potenziale di riscaldamento globale.

                                                                                            18
2.2 Raccolta dati

La raccolta dati per la compilazione dell’IBE e le elaborazioni del PAES è stata
effettuata coinvolgendo principalmente due enti:

        Comune di Alba
        Egea S.p.A.

Egea S.p.A. è l’azienda multiutility che tra le altre attività svolge il servizio di
teleriscaldamento e distribuzione del gas metano.

Nella Tabella 2.1 sono riportate le fonti utilizzate per il reperimento dei dati
energetici relativi ai settori considerati.

Tabella 2.1- Fonti utilizzate per il reperimento dati.

                             Tipologia di consumo
    SETTORE                                                       FONTE
                                   energetico
                                 Elettrico edifici            Uffici Comunali
   PUBBLICO                  Riscaldamento edifici                  EGEA
                            Illuminazione pubblica            Uffici Comunali
                                 Elettrico edifici                  EGEA
   TERZIARIO
                             Riscaldamento edifici                  EGEA
                                 Elettrico edifici                  EGEA
RESIDENZIALE            Riscaldamento e gas cucina
                                                                   EGEA
                                      edifici
                                 Mezzi comunali                 Uffici Comunali
                                Trasporti pubblici              Uffici Comunali
  TRASPORTI
                                                         Uffici Comunali (Piano del
                                 Trasporti privati
                                                                    Traffico)
   GESTIONE
                                   Smaltimento                Uffici Comunali
    RIFIUTI

Nel presente piano non sono stati considerati gli impianti locali (gli impianti che
possono essere inseriti all’interno del PAES sono quelli di potenza nominale
inferiore ai 20 MW) di produzione energetica, per la difficoltà di rendicontazione.
L’approccio utilizzato è stato quello di includere esclusivamente i dati relativi ai
consumi energetici, focalizzandosi sul lato della domanda (come peraltro previsto
nelle Linee Guida JRC). In questo modo è stato possibile pianificare specifiche
azioni mirate alla regolazione dei consumi.

2.3 Domanda di energia ed emissioni inquinanti nel comune di Alba
Nella Tabella 2.2 vengono riportati i dati relativi alla richiesta energetica a scala
comunale dei differenti settori (anno di riferimento 2001).

                                                                                        19
Il presente piano è stato sviluppato principalmente dal lato della domanda,
come consigliato nelle Linee Guida PAES (“Come sviluppare un Piano di Azione
per l’Energia Sostenibile – PAES”, 2010).

Non è stato inserito il settore industriale, peraltro molto importante nel tessuto
socio - economico albese, per la difficoltà di controllarne le logiche di sviluppo. E’
tuttavia interesse della presente amministrazione continuare nel dialogo con gli
stakeholder del comparto industriale, per estendere all’intero territorio comunale
gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2.

Il settore con la maggiore richiesta energetica risulta essere il settore residenziale
che con 258.243,61 MWh rappresenta il 67,85% della domanda complessiva del
Comune di Alba. Segue il settore dei trasporti che copre il 22,67%. I settori
Comunale e Terziario contribuiscono alla domanda energetica complessiva
rispettivamente con il 4,87% e il 4,61%. I dati sono rappresentati nei grafici di Figura
2.1 e Figura 2.2. E’ interessante notare come la tipologia di consumo energetico
che incide maggiormente sul dato complessivo è il riscaldamento.

Tabella 2.2 – Domanda energetica dei settori considerati

                                                                 Contributo percentuale alla
                                   Domanda energetica
           SETTORE                                                 domanda energetica
                                      [MWh] - 2001
                                                                        complessiva
         Comunale                          18.529,16                        4,87%
          Terziario                        17.549,74                        4,61%
        Residenziale                      258.243,61                       67,85%
          Trasporti                        86.299,04                       22,67%

                       Domanda energetica (2001) - Tipologia

                                                           Riscaldamento, ACS, Gas
                        22,06%                             Cucina

                                                           Elettricità
                     15,35%
                                           61,92%

                                                           Trasporti

         Figura 2.1 – Domanda energetica complessiva suddivisa per tipologia di consumo

                                                                                               20
Nei grafici di Figura 2.3 e Figura 2.4 sono riportati i dati relativi alle emissioni di CO2
equivalente, calcolati a partire dai dati energetici e utilizzando i fattori di
emissione IPCC (2006).

                       Domanda energetica (2001) - Settore
                                      4,87%
                                              4,61%

                          22,67%                                          Comunale
                                                                          Terziario
                                                                          Residenziale
                                                                          Trasporti
                                         67,85%

              Figura 2.2 – Domanda energetica complessiva suddivisa per settore.

                           Emissioni CO2 (2001) - Tipologia
                              3,34%
                                                          Riscaldamento, ACS, Gas
                                                          Cucina

                    22,06%                                Elettricità
                                          46,93%

                                                          Trasporti
                     27,66%

                                                          Smaltimento rifiuti urbani

     Figura 2.3 – Emissioni di CO2 equivalente suddivise per tipologia di consumo energetico.

Il consumo energetico (espresso in MWh) e le relative emissioni dei settori
considerati (tonnellate di CO2), nell’anno 2001, sono stati complessivamente pari
a circa:

                                                                                                21
   380.000 MWh
      102.000 ton

Di seguito sono riportati in modo maggiormente dettagliato i dati di attività inseriti
nell’IBE, che rappresentano le attività antropiche nel territorio dell’autorità locale,
sia per quanto riguarda i dati di consumo energetico che le relative emissioni.

                              Emissioni CO2 (2001) -settore
                         3,34%     4,96%
                                           6,44%

                                                                    Comunale
                       22,01%                                       Terziario
                                                                    Residenziale
                                                                    Trasporti
                                      63,25%
                                                                    Smaltimento rifiuti

                  Figura 2.4 - Emissioni di CO2 equivalente suddivise per settore.

                                                       IBE 2001 (MWh)
Riscaldamento, ACS, Gas Cucina
                                                                                  Gas
                                                        Calore/freddo                      Diesel
                                                                                naturale

Edifici, attrezzature/impianti comunali                     2.680,00            10.918       0

Edifici, attrezzature/impianti terziari (non
                                                            1.341,00             5.463       0
comunali)

Edifici residenziali                                       43.987,00            167.280    3.995

TOTALE                                                     48.008,00            183.662    3.995

TOTALE Riscaldamento, ACS, Gas Cucina                     235.664,72

TOTALE BEI                                                380.621,56

% Risc, ACS, Gas Cucina su TOT                              61,92%

                                                                                                    22
Elettricità                          IBE 2001 (MWh)

Edifici, attrezzature/impianti
                                         2.168,29
comunali

Edifici, attrezzature/impianti
                                        10.745,42
terziari (non comunali)

Edifici residenziali                    42.981,70

Illuminazione pubblica                   2.515,76

TOTALE                                  58.411,17

TOTALE BEI                              380.621,56

% Consumi elettrici                      15,35%

Trasporti                         IBE 2001 (MWh)

Parco auto comunale                   205,19

Trasporti pubblici                   1.284,57

Trasporti privati e commerciali     85.014,48

TOTALE                              86.504,24

TOTALE BEI                          380.621,56

% Consumi trasporti                  22,73%

                                                 IBE 2001 (Ton CO2)
Riscaldamento, ACS, Gas
Cucina                                                         Gas
                                      Calore/freddo                     Diesel
                                                             naturale

Edifici, attrezzature/impianti
                                         541,36              2.205,53   0,00
comunali

Edifici, attrezzature/impianti
                                         270,88              1.103,59   0,00
terziari (non comunali)

Edifici residenziali                     8.885,37           33.790,57 1.066,63

TOTALE                                   9.697,62             37.100    1.067

TOTALE Risc, ACS, Gas Cucina            47.863,94

                                                                                 23
TOTALE BEI                              101.993,02

% Risc, ACS, Gas Cucina su TOT           46,93%

Elettricità                          IBE 2001 (Ton CO2)

Edifici, attrezzature/impianti
                                          1.047,28
comunali

Edifici, attrezzature/impianti
                                          5.190,04
terziari (non comunali)

Edifici residenziali                     20.760,16

Illuminazione pubblica                    1.215,11

TOTALE elettricità                       28.212,59

TOTALE BEI                               101.993,02

% Consumi elettrici                       27,66%

Trasporti                         IBE 2001 (Ton CO2)

Parco auto comunale                     52,01

Trasporti pubblici                     342,98

Trasporti privati e commerciali       22.101,69

TOTALE                                22.496,68

TOTALE BEI                           101.993,02

% Consumi trasporti                    22,06%

Smaltimento rifiuti urbani           IBE 2001 (Ton CO2)

Rifiuti urbani indifferenziati            3.410,40

TOTALE                                    3.410,40

TOTALE BEI                               101.993,02

% Smaltimento rifiuti                      3,34%

                                                          24
Al fine del calcolo delle emissioni inquinanti, in accordo con quanto previsto dalle
linee guida PAES sviluppate dal JRC, si sono utilizzati i seguenti fattori (riportati in
Tabella 2.3) di conversione (IPCC-2006), diversificati a seconda del vettore
energetico.

     Tabella 2.3 – Fattori di conversione utilizzati per i differenti vettori energetici (IPCC, 2006)

                                                          Fattore di
                                Vettore
                                                       conversione [ton
                               energetico
                                                         CO2/MWh]
                              Elettricità                   0,483
                            Calore/Freddo                   0,202
                             Gas naturale                   0,202

                              Gas liquido                      0,227

                                 Olio da
                                                               0,279
                            riscaldamento
                                  Diesel                       0,267
                                 Benzina                       0,249
                                Biomasse                         0
                            Solare temico                        0
                            Biocombustibili                      0
                              Idroelettrico                      0

Tabella 2.4 – Modulo IBE, sezione riguardante i consumi energetici nell’anno di riferimento
considerato (2001).

                                                                                                        25
Tabella 2.5 - Modulo IBE, sezione riguardante le emissioni di CO2 nell’anno di riferimento considerato
(2001).

2.4 Stato attuale e obiettivi
Nella Tabella 2.6 sono riportati i dati riguardanti le emissioni complessive nel 2001
(anno utilizzato come riferimento per la redazione dell’IBE) , nel 2012 e gli obiettivi
di riduzione da raggiungere entro il 2020.

Tabella 2.6 – Stato attuale e obiettivi del PAES

           Anno                  Emissioni CO2 [Ton] % Riduzione

         2001 (IBE)                       101.993,02                     -

             2012                          95.771,45                  6,10%

OBIETTIVO MINIMO 2020                      81.594,42                 20,00%

  OBIETTIVO PAES 2020                      80.992,66                 20,59%

                                                                                                         26
Tra il 2001 e il 2012 sono già stati realizzati una serie di interventi volti a limitare il
contributo emissivo dei settori considerati nel presente piano.
I risultati in termine di riduzione sono pari a circa il 6,1%. Ai fini degli obiettivi del
PAES risulta ancora necessaria una riduzione di qui al 2020 pari a circa il 14%.

                                                                                              27
3 PIANO D’AZIONE

3.1 Visione generale del Piano
Il piano d’azione ha lo scopo di individuare le specifiche azioni da compiersi
affinché si realizzi un’effettiva riduzione di emissioni inquinanti del 20% al 2020.
Una riduzione di questa entità, pur rientrando nell’obiettivo del 20/20/20 assunto
nel dicembre 2008 dall’Unione Europea, nell’ambito del “Sustainable Energy
Europe”, non è certamente di facile conseguimento per un’amministrazione
locale, considerando i suoi poteri normativi e soprattutto l’attuale situazione
economica che, se da un lato evidenzia l’importanza strategica della
razionalizzazione energetica, dall’altro riduce la capacità di investimento tanto
dei privati quanto delle imprese.
Per questo motivo, si è deciso di non adottare ottimistici superamenti degli
obiettivi imposti, ma di basare i singoli risultati di settore su proiezioni il più possibile
realistiche degli effetti delle azioni individuate.
Sempre per motivi prudenziali, si è preferito evitare di effettuare proiezioni sulla
penetrazione delle fonti rinnovabili nel territorio comunale e inserire, in questo
momento, azioni specifiche a loro sostegno.
Il loro apporto sarà comunque rilevato, entro i limiti del possibile, e contribuirà a
superare l’obiettivo stabilito o al suo semplice raggiungimento, nel caso in cui
alcune Azioni non abbiano i risultati sperati.
Il settore che contribuirà maggiormente agli obiettivi di Piano è quello residenziale
che, con interventi tesi al miglioramento dell’efficienza energetica, determinerà
una riduzione delle emissioni comunali del 12,68%. Parte di questa percentuale
(circa il 4% tra il 2001 e il 2012) è già stata raggiunta, grazie principalmente a:
   -   estensione della rete di teleriscaldamento (riduzione progressiva di caldaie
       a basso rendimento);
   -   sistemi di regolazione (valvole termostatiche);
   -   interventi di isolamento termico (sostituzione infissi, cappotti,ecc..).
Gli altri settori, per il contributo modesto sulle emissioni comunali, avranno
un’influenza molto inferiore; le azioni previste nel terziario porteranno ad una
riduzione delle emissioni globali in atmosfera del 1,23%, quelle nel settore pubblico
(consumi energetici comunali e illuminazione pubblica) dello 0,99% e dello 0,33%.
Di una certa rilevanza è la riduzione delle emissioni nei trasporti (3,25%). La
riduzione già ottenuta nel 2012 si stima essere pari all’1% delle emissioni

                                                                                                28
complessive, grazie ad una serie di azioni adottate dall’amministrazione
comunale, come:
     -   incentivo all’utilizzo della bicicletta (piste ciclabile, bike sharing);
     -   aree a traffico limitato;
     -   progetti di mobilità sostenibile nelle scuole (“Pedibus”);
     -   incremento autoveicoli alimentati a carburante quali metano e GPL.

L’obiettivo previsto per il settore mobilità è ambizioso e di difficile conseguimento
perché richiede non solo investimenti economici ma un radicale cambio di
abitudini da parte dei cittadini che, spinti da una serie articolata di Azioni,
dovranno ridurre l’utilizzo dell’automobile per gli spostamenti all’interno del
territorio comunale.
In

Tabella 3.1 sono riportate le linee di intervento e l’incidenza percentuale delle
azioni previste per il raggiungimento degli obiettivi del PAES.

3.2 Incidenza delle azioni
Il settore che maggiormente contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di
piano al 2020 è il settore residenziale. E’ importante tuttavia rilevare come siano di
grande importanza gli interventi del settore pubblico comunale, che sebbene
abbiano un’incidenza pari a circa il 7% sul totale della riduzione prevista dal
presente piano, sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi
complessivi. Su tali azioni l’autorità locale ha, infatti, il potere e la competenza
diretta nel metterle in pratica, agendo da traino per le azioni di competenza dei
cittadini (ad esempio il settore residenziale) e degli altri stakeholder.
Con 258.244 MWh nel 2001, il settore residenziale è il maggior consumatore di
energia nel Comune e determina a oggi oltre il 67,85% dei consumi energetici
comunali. Data l’importante incidenza, al settore residenziale è stato demandato
il maggiore contributo in termini di riduzione delle emissioni di inquinanti in
atmosfera, con una percentuale del 61,6% sugli obiettivi globali.
Il riscaldamento degli edifici residenziali (che come detto sopra è la tipologia di
consumo energetico maggiormente responsabile delle emissioni) ha generato
nel 2001 emissioni pari a 43.743 tonnellate di CO2: si prevede nel 2020 di
raggiungere una riduzione pari a circa 10.000 tonnellate.
Per il raggiungimento di tale ambizioso obiettivo si propone di introdurre una serie
di azioni, in parte strutturali in parte colturali, alcune delle quali già attivate tra il

                                                                                             29
2001 e il 2012, come ad esempio l’estensione del teleriscaldamento, la
sostituzione di infissi in molti stabili e l’installazione di valvole termostatiche.

Tabella 3.1 – Macro settori, principali linee di intervento e obiettivi.

                                                     CONSUMI
                                                                           EMISSIONI CO2 (t)
                                                      (MWh)

                              2001                   380.621,56               101.993,02

                              2020                   306.159,41                 80.993

                                                   RIDUZIONE %             RIDUZIONE % SULLE
   SETTORE          LINEE DI INTERVENTO
                                                   SUI CONSUMI                 EMISSIONI

                  Riduzione dei consumi
                                                        1,08%                   0,99%
                  degli edifici comunali
  PUBBLICO
                      Razionalizzazione
                                                        0,17%                   0,33%
                  illuminazione pubblica

                  Riduzione dei consumi
RESIDENZIALE                                           14,63%                   12,68%
                  degli edifici residenziali

                  Riduzione dei consumi
  TERZIARIO       degli edifici destinati a             0,99%                   1,23%
                         terziario

                        Riduzione e
                    "miglioramento" del
  MOBILITA'                                             2,68%                   3,25%
                     volume di traffico
                     veicolare attuale

                     Incremento % di
  GESIONE          raccolta differenziata
                                                                                2,11%
   RIFIUTI               Azioni di
                  riduzione/prevenzione

                       Obiettivo PAES                 -19,56%                  -20,59%

                                                                                               30
Il settore terziario non comunale, che nel 2001 consumava 17549,74 MWh, al 2020
si prevede una diminuzione delle emissioni inquinanti da 6.564,51 a 5.306,59
tonnellate, con una riduzione pari a circa il 19% rispetto ai valori del 2001. Gli
interventi principali in questo settore riguarderanno il miglioramento dell’efficienza
energetica, sia termica sia elettrica (in particolare per quanto riguarda gli
apparecchi illuminanti).
Il settore pubblico, che come detto, presenta consumi abbastanza modesti in
rapporto all’intero fabbisogno energetico comunale, prevede una serie
articolata di azioni, volte a regolare i propri consumi (e di conseguenza le
emissioni) e sensibilizzare la cittadinanza. Gli interventi previsti nel presente Piano
d’Azione contribuiscono per una percentuale pari al1,32%.
Per quanto riguarda il settore mobilità si sono pianificate una serie di azioni,
contribuendo all’obiettivo complessivo con una percentuale pari al 3,25%.
La gestione dei rifiuti ha una rilevante influenza in quelle che sono le emissioni
dirette e indirette di CO2. Tra il 2001 e il 2012 il miglioramento della raccolta
differenziata ha già contribuito a raggiungere parte dell’obiettivo complessivo
previsto per questo settore, pari a 2,11%. Le azioni previste riguardano un
incremento ulteriore nelle performance di raccolta differenziata e una
diminuzione       della     produzione         complessiva       attraverso       attività   di
prevenzione/riduzione.

                                  Incidenza azioni
                                       1,32%
                              2,09%
                   3,25%                                              PUBBLICO
                                                                      RESIDENZIALE
                                                                      TERZIARIO
         1,23%                                  12,68%
                                                                      MOBILITA'
                                                                      GESIONE RIFIUTI

Figura 3.1 – Grafico riportante l’incidenza delle azioni relative ai settori considerati, per il
raggiungimento dell’obiettivo complessivo.

                                                                                                   31
4 AZIONI

Di seguito sono descritte le azioni previste nel seguente Piano e suddivise per
settore di intervento.

4.1 SETTORE PUBBLICO

Il Settore Pubblico ha un ruolo centrale nell’adozione del Piano, essendo l’ente di
raccordo tra i cittadini e tutti gli stakeholder del territorio. Le azioni che sono state
previste sono sia dirette che indirette.
L’insieme delle azioni pianificate ha come obiettivo la riduzione del 1,32% delle
emissioni complessive registrate nel 2001 (anno di riferimento per la redazione del
BEI).
Un esempio di azioni dirette è l’appalto della durata di nove anni affidato nel
2012 a EGEA S.p.A., che prevede per la maggior parte degli edifici di
competenza comunale interventi volti all’incremento dell’efficienza energetica,
oltre che all’installazione di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.
Le azioni indirette, ad esempio di natura regolatoria, possono avere ripercussioni
positive sugli altri settori considerati (residenziale, terziario, trasporti e gestione
rifiuti).

  Azione: Regolazione dei consumi degli edifici comunali

Settore: Pubblico

Tipologia Azione: DIRETTA

Premessa: la diminuzione di domanda energetica e di emissioni di CO2 da parte
degli edifici di competenza comunale è indispensabile per attivare un percorso
virtuoso all’interno del territorio. La complessità della materia impone un
approccio a rete, che permetta di preferire interventi organici e strutturati ad
azioni spot.

                                                                                            32
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