PERICOLI NATURALI IN TICINO: STORIA, CIFRE E STRUMENTI DI PREVENZIONE - Repubblica e Cantone Ticino

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PERICOLI NATURALI IN TICINO: STORIA, CIFRE E STRUMENTI DI PREVENZIONE - Repubblica e Cantone Ticino
EXTRA DATI
Extra Dati – Agosto 2019                                                                                            Supplemento online1
                                                                                                                        della rivista Dati
                                                                                                                 dell’Ufficio di statistica

PERICOLI NATURALI IN TICINO: STORIA,                                                                                     Anno XIX – N.02
                                                                                                                            Agosto 2019

CIFRE E STRUMENTI DI PREVENZIONE
Marco Galfetti e Lisa Bottinelli
Ufficio di statistica (Ustat)
Andrea Salvetti
Ufficio dei corsi d’acqua (UCA)
Lorenza Re e Sergio Coratelli
Ufficio dei pericoli naturali, degli incendi e dei progetti (UPIP)

Il Ticino, a causa della morfologia del territorio e della sua geologia,
è esposto ai fenomeni gravitativi e idrologici tipici dell’arco alpino (frane,
valanghe, alluvioni, esondazioni, ecc.). Ma qual è l’esatto significato
di concetti quali pericolo o rischio? E soprattutto, qual è la loro rilevanza
in Ticino? In questi decenni quali risultati sono stati raggiunti? E quali
sono le sfide che attendono il settore nei prossimi anni e gli strumenti
per fronteggiarle? Per rispondere a queste e ad altre domande il presente
contributo, dopo una parte introduttiva e un capitolo metodologico, presenta
un’analisi statistica di edifici, persone, aziende e addetti situati nell’area
edificabile cantonale esposta ai differenti pericoli naturali.
I risultati di questa analisi, svolta a differenti scale geografiche, sono esposti
attraverso dati, tabelle, carte e grafici e sono completati da approfondimenti
specialistici curati da chi in questo campo opera quotidianamente.

     Sempre più spesso si sente parlare di rischi         attraverso dati, tabelle, carte e grafici. Non certo
e pericoli naturali, di cartografia dei pericoli na-      da ultimo, differenti riquadri sparsi all’interno
turali e di gestione integrale del rischio. Qual è        del testo completano la panoramica su questa
l’esatto significato di questi concetti? E soprat-        importante tematica, fornendo approfondimenti
tutto qual è la loro rilevanza nel Canton Ticino?         specialistici, ad esempio sugli investimenti, sul
In questo contributo la tematica dei pericoli na-         monitoraggio o ancora sulla gestione integrale
turali è contestualizzata nel primo capitolo, dal         del rischio, che vedono coinvolti i servizi pre-
punto di vista storico e da quello geomorfologi-          posti del Dipartimento del territorio e non solo.
co, ma anche (e soprattutto) attraverso una serie
di definizioni che chiariscono i concetti basilari
e i principali processi naturali che interessano          Contesto storico e geografico
il nostro cantone. Nella seconda parte del lavo-              Il Ticino, geologicamente suddiviso tra Alpi
ro sono illustrati i prodotti cartografici esistenti      Lepontine e Prealpi luganesi, è esposto ai feno-
per la gestione di questi pericoli (carta indicativa      meni gravitativi e idrologici tipici dell’arco alpi-
dei pericoli e carta dei pericoli), che sono stati        no (frane, valanghe, alluvioni, esondazioni, ecc.).
utilizzati per le estrazioni e le analisi statistiche.    Il più eclatante tra di essi fu probabilmente la
Sono presentati i principali elementi per una             Buzza di Biasca: tra il 1511 e il 1513 alcune frane
loro corretta interpretazione, incluse indicazioni        del Monte Crenone portarono allo sbarramento
che dettagliano lo stato della cartografia attua-         del fiume Brenno, con la conseguente forma-
le e i progetti che saranno completati in futuro.         zione del Lago di Malvaglia. Il 20 maggio 1515
Si entra poi nel vivo del lavoro statistico vero e        l’onda di piena risultante dall’improvvisa rottura
proprio: a un capitolo metodologico (“scopo del           di questa diga naturale si riversò sulla valle sot-
lavoro, dati e metodologia”) fa seguito il corpo          tostante, distruggendo gran parte del territorio e
centrale del documento, costituito da un’ana-             portando alla morte di oltre 100 persone.
lisi di edifici, persone, aziende e addetti situati           La figura [F. 1] mostra sullo stesso grafico
nell’area edificabile cantonale esposta ai diffe-         l’incremento della popolazione ticinese e il nu-
renti pericoli naturali. I risultati di questa analisi,   mero di decessi legati ai pericoli naturali dal
svolta a differenti livelli geografici, sono esposti      1800 a oggi.
PERICOLI NATURALI IN TICINO: STORIA, CIFRE E STRUMENTI DI PREVENZIONE - Repubblica e Cantone Ticino
Extra Dati – Agosto 2019                                                                                                                                                                                                                                                                               2

F. 1
Popolazione e vittime di eventi naturali, secondo la tipologia di evento, in Ticino, dal 1800

Vittime                                                                                                                                                                                                                                                  Popolazione
60                                                                                                                                                                                                                                                          360.000
55                                                                                                                                                                                                                                                          330.000
50                                                                                                                                                                                                                                                          300.000

                                                                           Bedretto (1863)
45                                                                                                                                                                                                                                                          270.000

                                                                                                                                                                Airolo, Frasco (1951)
40                                                                                                                                                                                                                                                          240.000
                                                        Ghirone (1851)

35                                                                                                                                                                                                                                                          210.000
30                                                                                                                                                                                                                                                          180.000
            Quinto (1806)

                                                                                                                                   Someo (1924)
25                                                                                                                                                                                                                                                          150.000

                                                                                                                                                                                                   Alluvione 1978

                                                                                                                                                                                                                                     Bombinasco (2014)
20                                                                                                                                                                                                                                                          120.000

                                                                                                                                                                                                  Nara (1975)
15                                                                                                                                                                                                                                                          90.000
10                                                                                                                                                                                                                                                          60.000
 5                                                                                                                                                                                                                                                          30.000
 0                                                                                                                                                                                                                                                          0
     1800

                            1810

                                   1820

                                          1830

                                                 1840

                                                        1850

                                                                         1860

                                                                                             1870

                                                                                                    1880

                                                                                                           1890

                                                                                                                  1900

                                                                                                                         1910

                                                                                                                                1920

                                                                                                                                                  1930

                                                                                                                                                         1940

                                                                                                                                                                1950

                                                                                                                                                                                        1960

                                                                                                                                                                                               1970

                                                                                                                                                                                                            1980

                                                                                                                                                                                                                    1990

                                                                                                                                                                                                                           2000

                                                                                                                                                                                                                                  2010
 Movimento di versante                                                           Piena                                  Valanga

Fonte: STATPOP, UST; UCA e UPIP

      Si osserva innanzitutto che nei secoli e nei
decenni passati sono state le alluvioni e le valan-
ghe a rappresentare la vera minaccia per i paesi
ticinesi. La pericolosità di tali fenomeni è stata
oggigiorno parzialmente ridimensionata, grazie
agli ingenti interventi di premunizione realizza-
ti (v. [Riquadro – Investimenti per la gestione dei pericoli naturali])
e, in parte, grazie al monitoraggio e ai modelli
matematici che ne permettono la previsione con
alcuni giorni di anticipo (v. [Riquadro – Monitoraggi e pre-
visioni]). Al contrario, i pericoli legati ai processi
di trasporto di materiale nei corsi d’acqua mino-
ri, di crollo e di scivolamento superficiale (come
quello occorso nel 2014 a Bombinasco, che fece
due vittime) sono caratterizzati da elevata impre-
vedibilità e da maggiore difficoltà nella defini-
zione dei possibili scenari di evoluzione. Anche
per questo motivo, e nonostante i notevoli risulta-
ti conseguiti nella protezione della vita umana, i
fenomeni naturali restano un tema di forte attua-                                                                               ne regioni e non l’intero cantone, hanno generato
lità, come testimoniato anche dai quasi 2 miliardi                                                                              danni per qualche milione di franchi ciascuno.
di franchi di danni causati da eventi di origine                                                                                     Accanto a queste stime cantonali, è da segna-
naturale in Ticino tra il 1978 e il 2016, dai 30 mi-                                                                            lare che l’Istituto federale di ricerca per la foresta,
lioni di franchi investiti annualmente per studi                                                                                la neve e il paesaggio WSL di Birmensdorf man-
di base, premunizioni e monitoraggi (v. [Riquadro –                                                                             tiene dal 1972, su mandato della Confederazione,
Investimenti per la gestione dei pericoli naturali]) e dalle oltre                                                              una banca dati in cui vengono catalogati tutti gli
3.000 schede presenti nella banca dati pubblica                                                                                 eventi naturali sulla base delle segnalazioni con-
StorMe (v. [Riquadro – Il catasto degli eventi StorMe]).                                                                        tenute nel quotidiani di tutta la Svizzera. Questa
      Nell’ultimo quarantennio l’evento che ha cer-                                                                             banca dati1 contiene oltre 20.000 segnalazioni; per
tamente causato le conseguenze economiche più                                                                                   il cantone Ticino sono presenti circa 2.000 eventi,
gravi è stato l’alluvione dell’agosto 1978: stime                                                                               con indicazione delle coordinate, del comune inte-
cantonali indicano danni pari a circa 600 milioni                                                                               ressato e della tipologia di evento (colata detritica,
di franchi. Perdite economiche importanti sono                                                                                  alluvionamento, crollo di roccia, valanga).
state generate anche dagli eventi successivi del                                                                                     Le modalità di raccolta delle segnalazioni, il
1987 (circa 150 milioni di franchi), del 1993 (cir-                                                                             grado di approfondimento e la valutazione dei                                                                                          1
                                                                                                                                                                                                                                                                           WSL Unwetter-Schadens-
ca 200 milioni di franchi di danni, da ricondurre                                                                               danni sono diverse, tuttavia l’ordine di grandez-                                                                                          Datenbank der Schweiz:
in larga parte all’esondazione del lago Maggiore                                                                                za dei danni registrati durante gli eventi princi-                                                                                         https://www.wsl.ch/de/
a Locarno) e 2000 (circa 150 milioni di franchi                                                                                 pali e nell’intero periodo 1972-2018 è confron-                                                                                            naturgefahren/hochwasser-
                                                                                                                                                                                                                                                                           und-ueberschwemmung/un-
di danni). Gli eventi alluvionali degli ultimi due                                                                              tabile, fornendo quindi un ulteriore termine di                                                                                            wetterschadens-datenbank.
decenni, che hanno spesso interessato solo alcu-                                                                                validazione delle stime cantonali.                                                                                                         html.
PERICOLI NATURALI IN TICINO: STORIA, CIFRE E STRUMENTI DI PREVENZIONE - Repubblica e Cantone Ticino
Extra Dati – Agosto 2019                                                                                                                                                     3

Investimenti per la gestione dei pericoli naturali
L’analisi sugli eventi naturali che hanno causato danni e vit-                T. 1
                                                                              Pericoli legati all’acqua: investimenti per studi e documentazione, opere di
time in Ticino dal 1800 ad oggi (v. [F. 1]) ha evidenziato come               premunizione, manutenzione e monitoraggio, in Ticino, dal 2012
la riduzione delle conseguenze degli eventi naturali pericolosi
                                                                              Anno           Studi di base       Nuove opere di      Manutenzione           Monitoraggio
è principalmente da ascrivere ai significativi investimenti                                     / Carte dei      premunizione2          ordinaria /
effettuati già dall’inizio dello scorso secolo nel settore delle                         pericoli / Piani di                         straordinaria3
                                                                                              emergenza1
premunizioni e del bosco di protezione. È in questo conte-                    2012           CHF 373.000       CHF 10.000.000      CHF 9.024.000            CHF 547.000
sto che s’iscrivono numerose leggi che hanno come scopo                       2013           CHF 345.000        CHF 7.976.000     CHF 10.099.000            CHF 506.000
primario la protezione delle vite umane e dei beni importanti                 2014           CHF 348.000       CHF 11.701.000      CHF 9.320.000            CHF 448.600
contro i pericoli di alluvionamento, frane e valanghe: la                     2015           CHF 465.000        CHF 7.273.000      CHF 9.458.000            CHF 447.500
Legge federale sulla sistemazione dei corsi d’acqua (1991), la                2016           CHF 586.000        CHF 6.321.000      CHF 9.121.000            CHF 503.700
Legge federale (1991) e quella cantonale (1998) sulle foreste e               2017           CHF 436.000        CHF 7.935.000      CHF 9.514.000            CHF 491.400
la Legge sui Territori interessati da Pericoli Naturali (2017).               2018           CHF 379.000       CHF 10.037.000      CHF 9.668.000            CHF 442.500
Nella programmazione ed esecuzione delle misure tecniche                      Media          CHF 419.000        CHF 8.750.000      CHF 8.275.000            CHF 484.000
sono coinvolti molti attori: autorità comunali e cantonali,                   1
                                                                                Questi studi sono a carico del Dipartimento del territorio (50%) e della Confederazione
confederazione, studi di ingegneria, imprese di costruzione e                   (50%).
                                                                              2
                                                                                Cantone e Confederazione partecipano a questi investimenti con un sussidio medio del
proprietari dei fondi interessati dalle opere. Di norma gli enti                64%. La quota restante è a carico degli enti locali, che possono a loro volta prelevare
locali (Comuni, Consorzi e Patriziati) fungono da enti promo-                   contributi di miglioria presso i privati.
tori, mentre la responsabilità del coordinamento e del sussidia-              3
                                                                                La manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere è affidata ai consorzi locali di
mento dei progetti di protezione è definita a livello cantonale                 manutenzione. Essi prelevano un contributo da tutti gli enti e i privati consorziati, in
                                                                                base ad una cosiddetta chiave di riparto. In funzione della presenza di propri beni
in funzione della tipologia del fenomeno. La Sezione forestale                  da proteggere anche il Cantone partecipa a queste spese, con un contributo molto
si occupa delle opere di protezione contro valanghe, movi-                      variabile. Il valore medio di partecipazione per i consorzi di arginatura è del 17%.
                                                                              Fonte: UCA
menti di versante e premunizioni torrentizie in bosco, l’Ufficio
dei corsi d’acqua delle premunizioni lungo i corsi d’acqua e
i laghi, e la Divisione delle costruzioni degli interventi che                T. 2
mirano alla protezione diretta delle strade cantonali.                        Pericoli geologici e di valanga: investimenti per studi e documentazione, opere di
Secondo il criterio della gestione integrale dei rischi (v.                   premunizione e manutenzione e monitoraggio, in Ticino, dal 2012

[Riquadro La gestione integrale del rischio] a p. 11), gli uffici cantonali   Anno          Studi di base / Carte            Nuove opere di           Bosco di protezione3
                                                                                            dei pericoli / Piani di          premunizione /
sostengono e finanziano:                                                                              emergenza1              monitoraggio2
z    studi e documenti di base che comprendono la definizio-                  2012                  CHF 550.000              CHF 5.540.000               CHF 12.260.000
     ne dei territori esposti a pericoli naturali e il monitorag-             2013                  CHF 730.000             CHF 11.170.000               CHF 15.270.000
     gio idrologico di fiumi principali e laghi e delle frane;                2014                  CHF 700.000              CHF 7.750.000               CHF 16.150.000
z    esecuzione di opere di premunizione per eliminare o                      2015                  CHF 810.000             CHF 11.460.000               CHF 21.430.000
     ridurre i danni causati da eventi naturali;                              2016                  CHF 410.000              CHF 6.200.000               CHF 14.190.000
z    gestione del patrimonio, che comprende la manutenzione                   2017                  CHF 180.000              CHF 8.350.000               CHF 18.600.000
                                                                              2018                  CHF 240.000              CHF 6.990.000               CHF 15.290.000
     ordinaria e straordinaria e gli interventi di ripristino,
                                                                              Media                 CHF 517.000              CHF 8.200.000               CHF 16.170.000
     attraverso i consorzi di manutenzione.
                                                                              1
                                                                                Le Carte dei pericoli sono a carico del Dipartimento del territorio (50%) e della
                                                                                Confederazione (50%); i Piani di emergenza sono sussidiati all’80%
Gli investimenti concernenti i pericoli legati all’acqua, che                 2
                                                                                Cantone e Confederazione partecipano a questi investimenti con un sussidio medio del
vedono coinvolto l’Ufficio dei corsi d’acqua, sono indicati                     70%. La quota restante è a carico degli enti locali, che possono a loro volta prelevare
nella tabella [T. 1]. Complessivamente, per studi, nuove opere,                 contributi di miglioria presso i privati.
                                                                              3
manutenzione e monitoraggio si raggiunge una cifra di circa                     Come per la colonna precedente, anche questi interventi sono finanziati al 70% dal
                                                                                Cantone e dalla Confederazione.
18 Milioni di CHF all’anno, a carico del Cantone, della Con-                  Fonte: SF
federazione e degli enti locali (Consorzi e Comuni).
Uno sguardo agli investimenti nel settore forestale negli
ultimi anni [T. 2] mette in evidenza l’importante e incessante                della manutenzione all’interno della Divisione delle co-
lavoro nell’ambito del bosco di protezione: gli interventi di                 struzioni. Per quanto riguarda il periodo sopra considerato
selvicoltura, la costruzione di strade di accesso e gli impianti              (2012-2018) questi interventi sono stati coperti tramite
contro gli incendi boschivi rappresentano oltre il 60% del                    due finanziamenti per un importo complessivo di CHF
totale degli investimenti. Anche la realizzazione di nuove                    13.500.000, corrispondenti a quasi 2 milioni annui.
opere di protezione e il monitoraggio di frane e dello stato                  Con questi crediti, la Divisione delle costruzioni finanzia
nevoso restano compiti costanti per l’ente pubblico; comples-                 anche gli interventi urgenti dopo eventi che causano danni
sivamente, nel settore forestale, la cifra di investimento in                 alla rete stradale cantonale, insieme ai costi di sgombero e
studi, nuove opere e monitoraggio raggiunge quasi 9 milioni                   ripristino immediato della viabilità.
di franchi annui, a cui si aggiungono circa 16 milioni dedica-                Considerando tutte le cifre sopra riportate, si può conclu-
ti al bosco di protezione.                                                    dere che l’investimento annuo nel cantone per la protezione
Agli investimenti dei due servizi preposti (Ufficio dei corsi                 dai pericoli naturali raggiunge la cifra di circa 30 milioni
d’acqua e Sezione forestale) sono da aggiungere gli investi-                  di franchi per studi, monitoraggi e opere di premunizione
menti specifici per le opere di premunizione lungo le strade                  (nuove e manutenzione) e di circa 16 milioni dedicati esclusi-
cantonali, di competenza diretta dell’Area dell’esercizio e                   vamente al bosco di protezione.
PERICOLI NATURALI IN TICINO: STORIA, CIFRE E STRUMENTI DI PREVENZIONE - Repubblica e Cantone Ticino
Extra Dati – Agosto 2019                                                                                         4

Alcune definizioni                                            sto processo è caratterizzato da un’elevata
     Quando si approccia questa complessa tema-               difficoltà di previsione che, assieme all’alta
tica, non è raro che i termini pericolo naturale e            velocità di scorrimento e all’ingente quantità
rischio siano usati come sinonimi, determinan-                di materiale trasportato, ne fanno uno dei pro-
do confusione sul loro esatto significato.                    cessi naturali più pericolosi: è spesso fonte di
     Il concetto di pericolo naturale è molto sem-            ingenti danni e a volte addirittura di vittime.
plice: si tratta di un evento di origine naturale         z   Erosione di sponda
(idrologica, meteorologica e gravitativa) in gra-             L’erosione rappresenta l’asportazione di ma-
do di generare effetti negativi al cospetto di vite           teriale solido per opera dell’acqua ed è un
umane, beni materiali e/o ambiente. I principali              fenomeno generalmente collegato con le pie-
pericoli naturali che interessano il territorio tici-         ne nei corsi d’acqua ed eventi meteorologici
nese sono idrologici e gravitativi.                           di forte intensità; in determinate condizioni
     I pericoli di tipo idrologico, ovvero legati             può verificarsi anche con portate normali. Le
all’acqua, sono i seguenti:                                   erosioni laterali e di fondo del letto dei corsi
z    Alluvionamento                                           d’acqua, spesso collegate a franamenti del-
     Per alluvionamento s’intende lo straripamen-             le sponde, rappresentano un pericolo diretto
     to d’importanti quantitativi di acqua dal letto          per le costruzioni e altre infrastrutture situa-
     – naturale o artificiale – di un corso d’acqua,          te ai lati dei corsi d’acqua, mettendo a rischio
     con allagamento dell’area circostante. Questo            la loro stabilità o provocandone il crollo.
     processo è spesso accompagnato da trasporto          z   Esondazione
     di materiale solido proveniente dai versanti             L’esondazione (o alluvionamento statico) de-
     adiacenti, già presente nel letto del corso d’ac-        finisce il superamento degli argini e delle rive
     qua o depositato ai suoi lati. Il fenomeno co-           di un lago. Questo processo è causato da pre-
     stituisce un pericolo in caso di ingenti masse           cipitazioni non particolarmente intense, ma
     d’acqua o alte velocità di scorrimento. I punti          prolungate su alcuni giorni ed estese su gran
     critici sono spesso rappresentati da sezioni di          parte dei bacini idrografici degli immissari
     ponti sottodimensionate, manufatti nel letto             del lago. Il fenomeno ha una dinamica lenta e
     del corso d’acqua e altri restringimenti natu-           prevedibile e, malgrado possa causare danni
     rali, soprattutto se si è in presenza di materiale       importanti, molto raramente costituisce un
     flottante (tipicamente legname).                         pericolo per la vita delle persone.
z    Flusso di detrito                                    z   Ruscellamento superficiale
     Un flusso di detrito è lo spostamento a velo-            Il ruscellamento superficiale avviene quan-
     cità variabile (fino a 15 metri/secondo) di una          do una parte dell’acqua piovana scorre sulla
     massa di materiale con granulometria etero-              superficie del terreno verso un corso d’acqua
     gena, mischiato ad acqua e aria in proporzioni           oppure verso un avvallamento e vi si accu-
     variabili (la componente solida può raggiun-             mula. Questo processo si verifica in partico-
     gere e superare il 40%). Il fenomeno s’innesca           lare lungo strade durante forti precipitazioni,
     su un pendio o in un canale in concomitanza              ed è caratterizzato da un tempo di preallerta
     a forti precipitazioni ed è spesso formato da            generalmente ridotto e dall’esigua profondità
     ondate (pulsazioni) successive. Particolar-              dell’acqua (pari a pochi centimetri). A diffe-
     mente esposti a questo tipo di fenomeno sono             renza degli altri pericoli, il ruscellamento su-
     i conoidi di deiezione dei torrenti, che molto           perficiale non figura usualmente nella banca
     spesso costituiscono anche una testimonianza             dati dei pericoli, ma può essere accertato, se
     storica di eventi già accaduti in passato. Que-          ritenuto necessario.
PERICOLI NATURALI IN TICINO: STORIA, CIFRE E STRUMENTI DI PREVENZIONE - Repubblica e Cantone Ticino
Extra Dati – Agosto 2019                                                                                                                                                   5

Monitoraggio e previsioni
Il termine monitoraggio indica l’insie-       F. 2
me delle operazioni volte a osservare un      Risultato del modello idrologico di previsione per il livello del lago di Lugano, orizzonte di previsione: 3 giorni (+72h)

certo fenomeno. Monitorare un evento
naturale consente di approfondirne la
conoscenza e valutarne la pericolosità,
attivando in seguito azioni per ridur-
ne gli effetti indesiderati e mitigare il
rischio. Trattandosi di un intervento non
strutturale e generalmente economico
è sempre di più presente nella gestione
integrale dei rischi. In ambito meteoro-
logico e idrologico tecniche di monito-
raggio sono utilizzate dai primi anni del     Fonte: UCA

novecento, mentre per quanto riguarda
i movimenti di versante la sua applica-       Le tecniche di monitoraggio dei movi-                          F. 3
zione è molto più recente.                    menti di versante sono molteplici: da                          Radar interferometrico nei pressi della frana di Preonzo,
                                                                                                             nel 2005
In Ticino il monitoraggio idrologico è        geodetiche a geotecniche fino ad arri-
assicurato da oltre 50 stazioni di mi-        vare all’interferometria radar. Quest’ul-
sura meteorologiche e idrologiche, che        tima metodologia è molto utilizzata in
rilevano le precipitazioni e il livello di    quanto permette di determinare in modo
corsi d’acqua e laghi. Questa rete can-       estremamente preciso le deformazioni
tonale, integrata con le reti federali di     della superficie terrestre e delle strut-
MeteoSvizzera e dell’Ufficio federale         ture costruite dall’uomo. Il principio di
dell’ambiente UFAM, consente di otte-         funzionamento è il seguente: un sensore
nere un quadro preciso delle principali       radar invia onde elettromagnetiche in di-
grandezze idrologiche sul territorio.         rezione di una superficie di interesse; lo
Al fine di colmare importanti lacune          studio dell’interferenza tra le onde emes-
                                                                                                             Fonte: UPIP
emerse nel sistema di allerta svizzero        se e quelle che tornano al sensore dopo
relativo alle piene, nel maggio del           aver colpito la superficie ne permette la
2007 il Consiglio federale ha deciso di       determinazione della distanza. Se un                           L’interferometria radar terrestre (sensore
migliorarne qualità e tempestività – in       pendio è instabile la distanza dal sensore                     su uno strumento al suolo) consente un
linea con quanto fatto per le valanghe        varia nel tempo e la situazione di perico-                     monitoraggio continuo in aree localiz-
e in campo meteorologico. Dal 2012            lo è immediatamente identificata.                              zate, ed è quindi efficace per un moni-
UCA e UFAM hanno finanziato lo                L’interferometria radar satellitare (sen-                      toraggio in tempo reale delle deforma-
sviluppo di un modello idrologico di          sore a bordo di un satellite) è un ottimo                      zioni dei versanti (gestione di situazioni
previsione per il Ticino.                     strumento per il monitoraggio struttu-                         di emergenza) e per valutare eventuali
Il modello idrologico, utilizzando i dati     rale dei versanti in quanto permette di                        spostamenti in presenza di pareti roc-
delle reti di monitoraggio sopra descrit-     fornire informazioni a elevata risoluzione                     ciose con scarsa vegetazione. Esempi di
te e le previsioni meteorologiche dei         spaziale (alcuni metri) e precisione milli-                    utilizzo nella gestione di situazione di
modelli COSMO2, simula i principali           metrica per territori di vaste dimensioni.                     emergenza sono in corrispondenza delle
processi del ciclo dell’acqua e produce       Grazie agli archivi di dati gestiti dalle                      frane attive di Preonzo, Ghirone e Gor-
le previsioni del deflusso per i principali   agenzie spaziali nazionali e internazio-                       dola. Campagne di misura per monito-
bacini idrografici del cantone. Tale mo-      nali è pure possibile ricostruire e seguire                    rare l’evoluzione degli spostamenti nel
dello è stato fruttuosamente utilizzato       l’evoluzione nel tempo di eventi di defor-                     tempo sono state eseguite a Lavertezzo,
in diverse recenti occasioni per la previ-    mazione passati. Le principali limita-                         Biasca, Pollegio, Riazzino, in Val Ca-
sione del deflusso dei corsi d’acqua e dei    zioni consistono nell’influenza dell’at-                       naria, tra Visletto e l’area di estrazione
livelli del lago Maggiore e di Lugano, in     mosfera, nella presenza di vegetazione e                       della pietra tra Maggia e Cevio, sopra la
particolare durante gli eventi alluvionali    nell’orientazione dei versanti rispetto alla                   strada cantonale a Peccia, e nella zona
di novembre 2014 e ottobre 2018.              direzione di osservazione del satellite.                       dei grotti di Mendrisio.

                                                                                                                                    2
                                                                                                                                        COSMO: Consortium for
                                                                                                                                        Small-Scale Modelling.
                                                                                                                                        MeteoSvizzera utilizza
                                                                                                                                        i modelli di previsione
                                                                                                                                        numerica di questo consor-
                                                                                                                                        zio europeo per generare
                                                                                                                                        previsioni su scala regionale
                                                                                                                                        e locale per l’arco alpino.
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    I pericoli naturali gravitativi di tipo geologico       intensi, piogge di lunga durata, scioglimento
vengono denominati in generale come movimenti               della neve o processi di concentrazione del
di versante e comprendono quei processi, sia pro-           deflusso superficiale (ad esempio per la rot-
fondi, sia superficiali, che si risolvono con la di-        tura di una tubazione). In base alla profon-
scesa più o meno veloce di masse di terra e roccia          dità di questa superficie si distingue tra sci-
di dimensioni molto variabili. Si distinguono tre           volamento superficiale (profondità inferiore
categorie principali: crolli, scivolamenti e defor-         a 2 metri), scivolamento medio (spessore
mazioni gravitative profonde di versante:                   della massa instabile compresa fra 2 e 10
z   Crolli                                                  metri) e scivolamento profondo (superiore
    Un crollo è un movimento gravitativo rapido             a 10 metri). Gli scivolamenti possono anche
    di materiale pietroso verso valle, per caduta,          essere categorizzati in funzione della veloci-
    rotolamento o salti successivi. Spesso il ma-           tà media del movimento, quale misura della
    teriale si distacca dalla parete rocciosa lungo         loro attività: molto lento (velocità media in-
    fratture e stratificazioni preesistenti. I pro-         feriore a 2 centimetri/anno), poco attivo (fra
    cessi di crollo si distinguono in tre categorie.        2 e 10 centimetri/anno) o attivo (più di 10
    La caduta di sassi e blocchi è un crollo che            centimetri/anno).
    concerne singole componenti, che non inte-          z   Deformazione gravitativa di versante
    ragiscono fra di loro, per un volume totale             La deformazione gravitativa di versante è
    inferiore a 100 metri cubi. In funzione delle           una lenta, continua e talora progressiva de-
    dimensioni gli elementi sono classificati in            formazione di uno spesso ammasso roccio-
    sassi (“diametro medio” inferiore a 0,5 metri),         so, che può coinvolgere anche interi versanti.
    blocchi (0,5 - 2 metri) e massi (più di 2 metri).       A seguito del ritiro dei ghiacciai pleistoce-
    La velocità di caduta varia generalmente da             nici (circa 10.000 anni fa) queste masse in
    5 a 30 metri/secondo. I crolli di roccia com-           disequilibrio si trovano senza un importante
    portano la caduta in blocco di volumi com-              sostegno: il rilascio di tensione che ne con-
    presi tra 100 e 900.000 metri cubi. In questo           segue, unito all’azione della forza di gravità,
    tipo di fenomeni le forze di interazione tra            ne causa la deformazione di alcuni centime-
    gli elementi durante la caduta favoriscono lo           tri/anno. I fenomeni sono riconoscibili sulle
    spandimento del materiale a valle, che viene            creste e sui pendii ripidi, dove formano scar-
    trasportato a distanze maggiori rispetto a ele-         pate e trincee, spesso associate al raddoppio
    menti singoli lungo lo stesso percorso: le ve-          delle creste e allo sviluppo di piccoli laghi.
    locità di trasporto variano generalmente tra
    10 e 40 metri/secondo. Le valanghe di roccia            Un’ulteriore categoria di pericoli gravitativi
    sono crolli in massa di materiale roccioso che      è formata delle valanghe:
    coinvolgono volumi superiori a 900.000 me-          z   Valanghe
    tri cubi. In questo caso le forze che si svilup-        Una valanga è un movimento rapido e im-
    pano internamente alla massa in movimento               provviso di una massa di neve o ghiaccio
    consentono delle velocità di trasporto molto            verso valle, per scivolamento, scorrimen-
    elevate (superiori a 40 metri/secondo) e una            to, rotolamento oppure sotto forma di nube
    propagazione del materiale a valle anche per            nevosa. Può inglobare materiale estraneo
    diversi chilometri.                                     come sassi, legname e terra. Lungo la zona
z   Scivolamenti                                            di scorrimento le valanghe possono raggiun-
    Uno scivolamento è il movimento di una                  gere velocità superiori a 30 metri/secondo ed
    massa rocciosa e/o terreno sciolto lungo una            esercitare pressioni superiori a 200 kilonew-
    o più superfici di scivolamento. Questi fe-             ton/metro quadro. Tra i fattori scatenanti vi
    nomeni sono provocati da scrosci di pioggia             sono la pendenza del versante (generalmente
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    compresa fra i 28 e i 50 gradi), il tipo di ter-    F. 4
                                                        Le tre componenti del rischio
    reno, la struttura del manto nevoso, la tempe-
    ratura e il regime dei venti. Determinanti per
    gli effetti di una valanga sono essenzialmen-
    te lo spessore della neve che si distacca e la
    larghezza della zona di distacco.                                         p             e

    Il concetto di rischio è invece il risultato del-                                   R
la combinazione di più fattori ed è strettamente
legato alle attività umane. Per avere un rischio,                                       v
oltre all’esistenza di un pericolo naturale, devono
essere presi in considerazione la sua frequenza
(probabilità che l’evento naturale abbia luogo) e il
potenziale di danno (effetti che tale avvenimento       Fonte: UFAM
può causare). La presenza o l’assenza, così come
la quantità di beni da proteggere (persone, beni        Cartografia del pericolo
importanti3 e ambiente) definiscono l’esposizio-        Metodo cartografico
ne. La vulnerabilità descrive la suscettibilità di           In Ticino l’allestimento delle carte dei pe-
un sistema, di un’organizzazione o di una società       ricoli è responsabilità, per quel che concerne le
a subire danni e/o perdere la sua funzionalità per      valanghe e i movimenti di versante, dell’Ufficio
gli effetti di un evento. Più un bene esposto è fra-    pericoli naturali, incendi e progetti (UPIP) della
gile, maggiore è la sua vulnerabilità. Il rischio,      Sezione forestale, mentre per quanto riguarda
come visibile nella figura [F. 4], è la combinazione    i pericoli legati all’acqua l’organo competente
di questi tre parametri e può quindi essere de-         è l’Ufficio dei corsi d’acqua (UCA); entrambi
scritto attraverso la formula seguente:                 sono servizi del Dipartimento del territorio.
                                                             Le modalità di allestimento delle carte dei
ܴ ൌ ‫ ݌‬ൈ ݁ ൈ ‫ݒ‬                                       pericoli sono state definite dalla Legge sui Ter-
                                                        ritori interessati da Pericoli Naturali (LTPNat),
Dove:                                                   in vigore dal 1990, che ha prioritariamente lo
R = rischio                                             scopo di disciplinare “l’accertamento, la pre-
p = probabilità che un evento naturale avvenga          munizione e il risanamento dei territori espo-
e = esposizione                                         sti o colpiti da pericoli naturali, come pure il
v = vulnerabilità                                       sussidiamento dei necessari provvedimenti”
                                                        (LTPNat 29 gennaio 1990, art. 1). Il nucleo di
    Per uno stesso evento naturale, il rischio          questa legge, adeguata nel corso del 2017, è il
può di conseguenza essere molto differente. Ad          Piano delle Zone esposte a Pericolo (PZP), co-
esempio una frana che avviene in una zona di            stituito a sua volta da un insieme di documenti,
montagna inabitata e senza via di accesso (e =          tra i quali vi sono la carta indicativa dei pericoli
0), non rappresenta un rischio, mentre se la stes-      e la carta dei pericoli (v. sotto).
sa frana avvenisse su un villaggio (e > 0) il ri-            Per ottenere il prodotto finale si procede per
schio potrebbe essere elevato. Allo stesso modo         fasi successive: inizialmente bisogna identifica-      3
                                                                                                                   Con beni importanti si
forti raffiche di vento non costituiscono alcun         re la presenza di un pericolo naturale, ossia ri-          intendono gli edifici, le
rischio per edifici con pareti in cemento (v = 0),      spondere alle domande “cosa può prodursi?” e               infrastrutture, gli oggetti
mentre possono danneggiare in modo importan-            “dove?”. In seguito bisogna valutare il pericolo           d’importanza o portata eco-
                                                                                                                   nomica elevate, le risorse
te edifici con pareti composte di materiali meno        in base all’intensità e alla frequenza del proces-         vitali delle persone e i beni
resistenti (v > 0).                                     so, e quantificarne quindi la pericolosità.                culturali.
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F. 5
Carta indicativa dei pericoli: superficie esposta ai pericoli naturali, secondo la tipologia di pericolo,
e zona edificabile, in Ticino, al 31.12.2017

   Piena
   Valanga
   Movimento di versante
   Zona edificabile

Fonte: UCA, UPIP e SST

     La prima fase è svolta attraverso la consulta-                        di Frasco, dalla frana del Valegion a Preonzo,
zione di archivi, del catasto degli eventi passati                         dall’esondazione del lago Maggiore a Locarno e
(v. [Riquadro – Il catasto degli eventi StorMe]) e grazie alla             Ascona e dall’alluvionamento dei fiumi Vedeg-
raccolta di testimonianze e osservazioni; natu-                            gio e Faloppia (zona Agno – Bioggio, rispettiva-
ralmente sono utilizzate anche le conoscenze                               mente Chiasso).
geologiche, geomorfologiche e idrologiche che                                  Per arrivare a questo prodotto, in base alle
si possiedono sui differenti versanti e bacini                             conoscenze in loro possesso, i servizi preposti
idrografici, nonché quelle ottenute con modelli                            selezionano le zone critiche, ossia quelle aree, in
matematici di simulazione. Il prodotto che ne                              prevalenza antropizzate, per le quali è necessario
deriva, la carta indicativa dei pericoli, identifica                       approfondire l’analisi. Questo approfondimento
le zone del territorio cantonale potenzialmente                            è eseguito tramite modelli matematici idonei a
esposte a valanghe, piene e movimenti di ver-                              descrivere il fenomeno, calibrati attraverso le in-
sante. Corrisponde a una visione d’insieme dei                             formazioni raccolte nelle fasi precedenti e con
fenomeni naturali potenzialmente minacciosi                                le descrizioni degli eventi storici. La carta dei
per un determinato territorio; essendo allestita a                         pericoli presenta un alto livello di dettaglio, fino
livello cantonale presenta un grado di precisione                          alla singola parcella, ed è accompagnata da rap-
sommario [F. 5].                                                           porti tecnici contenenti informazioni dettagliate
     La seconda fase, molto più dispendiosa,                               su cause, effetti, probabilità, intensità e decorso
sfocia nella carta dei pericoli. Alcuni estratti                           degli scenari di pericolo considerati.
sono presentati nella figura [F. 6]: si tratta di zone                         In queste carte il pericolo è categorizzato,
edificabili minacciate da valanga nel comune                               sulla base delle due grandezze illustrate nella
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F. 6
Estratti della carta dei pericoli

                      Valanga, Frasco                                                                           Movimento di versante (frana), Preonzo

            Esondazione lago, Locarno e Ascona          Alluvionamento principale, Agno-Bioggio                  Alluvionamento secondario, Chiasso

Fonte: UCA, UPIP e SST

figura [F. 7] (probabilità che un evento accada e          F. 7
                                                           I quattro gradi di pericolo
intensità dell’evento), nei quattro livelli descritti
di seguito4:                                                        Intensità
z   zona rossa: pericolo elevato, le persone sono
    in pericolo sia all’interno sia all’esterno degli
    edifici. Si prevede una distruzione improvvi-           Forte
    sa degli edifici;
z   zona blu: pericolo medio, le persone sono in
    pericolo unicamente all’esterno dell’abita-
    zione. Si prevedono danni per gli edifici, ma
    non una loro completa distruzione;
                                                           Media
z   zona gialla: pericolo basso, il pericolo per le
    persone è pressoché nullo. Si prevedono leg-
    geri danni per gli edifici;
z   zona gialla a strisce bianche: pericolo resi-
    duo. In questa zona non si escludono eventi
                                                           Bassa
    con un’intensità anche elevata, la loro fre-
    quenza è però molto bassa.

    Il modello minimo delle Carte del pericolo,                                           30              100                       300
                                                                                Alta              Media              Bassa                  Molto bassa
approvato nel 2013 in ottemperanza alla Legge
                                                                                                                                                         Probalilità
federale sulla geoinformazione (LGI) del 2007,             Fonte: UFAM
ha inserito alcune novità nella gestione dei dati
elaborati dai Cantoni; in particolare è stato in-
trodotto il concetto di area di studio e, all’inter-       lore “nessun pericolo”. Formalmente, pertanto,
no di quest’area, le zone non esposte ad alcun             oltre ai quattro livelli di pericolo sopra definiti,              4
                                                                                                                                 Ufficio federale dell’am-
fenomeno di pericolo ricevono anch’esse una                si è cominciato a cartografare anche un quinto                        biente. (2015). Come
caratterizzazione, tramite l’assegnazione del va-          livello nel quale, allo stato attuale delle cono-                     leggere le carte dei pericoli.
PERICOLI NATURALI IN TICINO: STORIA, CIFRE E STRUMENTI DI PREVENZIONE - Repubblica e Cantone Ticino
Extra Dati – Agosto 2019                                                                                                                                                       10

F. 8
Stato della cartografia dei pericoli, nei comuni ticinesi, al 31.12.2017

           Processi di crollo                                               Piene                                                 Valanghe

 Disponibile e attuata a livello di pianificazione del territorio    Disponibile     In elaborazione    Disponibile in parte       Non disponibile       Non necessaria

Avvertenza: il processo di scivolamento è attualmente in fase di rielaborazione.
Fonte: UCA e UPIP

scenze, non è noto alcun pericolo (zona bianca).                             Stato della cartografia in Ticino
Si osservi come per le valanghe la zona bianca                                   Grazie all’apposita legge il nostro Cantone
era già prevista dalle Direttive federali del 1984;                          si è conformato con largo anticipo all’obiettivo
per contro la delimitazione della zona soggetta                              previsto dalla Confederazione di disporre delle
a pericolo basso (colore giallo) è considerata fa-                           carte di pericolo per tutti i fenomeni naturali,
coltativa ed è comprensiva del grado di pericolo                             raggiungendo così una coerente e circostanziata
residuo. Nell’ambito di questo progetto la zona                              visione d’insieme della situazione a livello can-
bianca è aggregata alle zone per le quali non                                tonale. Infatti, la quasi totalità dei comuni ticine-
esiste cartografia (nella maggior parte dei casi                             si dispone da tempo di informazioni specifiche
a causa dell’assenza di pericolo, e in alcuni casi                           sulla pericolosità del proprio territorio. Secondo
specifici perché la cartografia è ancora in dive-                            la classificazione proposta dalla banca dati fe-
nire, v. sotto), in una categoria chiamata “nessun                           derale ShowMe5, la percentuale dei comuni car-
pericolo o senza indicazione”.                                               tografati in relazione ai processi di crollo è pari
     A seguito della procedura giuridica di ado-                             all’88,0%, al 96,6% per le valanghe e all’88,9%
zione, le informazioni delle carte dei pericoli                              per le piene [F. 8]. Per quanto riguarda gli scivola-
sono trasposte nei piani regolatori (piano delle                             menti, in diversi comuni è in corso una revisione
zone e regolamento edilizio, in base alla Legge                              totale o parziale delle carte dei pericoli redat-
cantonale sullo Sviluppo Territoriale, LST) e in-                            te 20-25 anni fa. In questo caso, non è quindi
fine utilizzate per la pianificazione territoriale,                          possibile valutare in modo univoco e immediato
per la scelta, la realizzazione e la valutazione                             la percentuale delle superfici cartografate (come
dell’efficacia delle differenti misure di protezio-                          invece fatto per gli altri processi).
ne e per l’elaborazione dei piani di allarme. A                                  Si segnala inoltre, per quanto riguarda i
livello pianificatorio, per esempio, la zona rossa                           pericoli di tipo idrologico, che la carta del pe-
corrisponde a una zona di divieto di costruzione,                            ricolo di esondazione del lago di Lugano sarà
la zona blu è una zona di regolamentazione (il                               redatta solo nei prossimi mesi. Pertanto, la ti-
pericolo deve essere sensibilmente ridotto trami-                            pologia “esondazione” e i relativi valori stati-
te l’adozione di contromisure adeguate), mentre                              stici riportati nel seguito del testo si riferiscono
la zona gialla e la zona gialla a strisce bianche                            unicamente al lago Maggiore. Altri progetti im-
corrispondono a una zona di sensibilizzazione                                portanti che andranno nei prossimi anni a com-
(raccomandazioni e/o direttive per gli edifici esi-                          pletare la mappatura del pericolo di alluviona-
stenti e per i nuovi edifici); v. [Riquadro – La gestione                    mento riguarderanno il fondovalle della Valle di                5
                                                                                                                                                 https://map.geo.admin.ch
integrale del rischio].                                                      Blenio (fiume Brenno), attualmente disponibile                      > digitare “ShowMe” nel
                                                                             in modo indicativo e con i gradi di pericolo solo                   campo di ricerca.
Extra Dati – Agosto 2019                                                                                          11

La gestione integrale del rischio
Al fine di rispondere alle domande “cosa permettiamo che succeda?” e “come possiamo proteg-
gerci?”, oltre alle carte di pericolo, deve essere eseguita un’analisi (qualitativa o quantitativa)
del rischio. Il suo risultato deve essere raggiunto attraverso la gestione integrale del rischio, ossia
l’implementazione di tutte le procedure e di tutte le misure atte a minimizzarlo. Il modello sviz-
zero di gestione integrale del rischio, visibile nella figura seguente, è composto da 3 fasi. La fase
di “gestione dell’evento”, suddivisa in “intervento” e “ripristino”, coinvolge le prime contromisure
che sono intraprese a seguito di un fenomeno naturale pericoloso ed è costituita da processi quali la
diffusione dell’allarme, i primi soccorsi, l’allestimento delle misure di emergenza e il ripristino dei
sistemi di comunicazione. Assieme alla fase di “ricostruzione”, ha il compito di limitare la portata
dell’evento stesso. La fase “misure precauzionali” ha l’obiettivo di ridurre la vulnerabilità nel caso di
eventi futuri, ed è composta da “prevenzione” e “preparazione”. Esempi di misure preventive sono la
pianificazione territoriale e l’allestimento di barriere di protezione, mentre l’allestimento di piani di
evacuazione e la simulazione di situazioni di emergenza sono esempi di misure preparatorie.

F. 9
Il modello svizzero di gestione integrale del rischio

Fonte: UFAM

in alcuni punti, e la tratta terminale del fiume        dei dati di base e degli strumenti modellistici
Maggia, a valle di Ponte Brolla, che potrà po-          più recenti consentono oggi di ottenere carte del
tenzialmente interessare i comuni di Ascona,            pericolo con un dettaglio e una precisione diffi-
Locarno e Losone.                                       cilmente immaginabile ancora 15 o 20 anni fa.
     Per quanto riguarda i movimenti di versante,       Non certo da ultimo, dovranno in futuro essere
oltre all’importante revisione per gli scivolamen-      considerati gli effetti diretti e indiretti del riscal-
ti, si procederà con l’aggiornamento delle zone         damento climatico sulle precipitazioni intense,
esposte a crollo nei comuni di Brissago, Gamba-         sulla stabilità del terreno nelle regioni alpine e
rogno, Locarno, Onsernone e nel Malcantone, il          sulla disponibilità di materiale trasportabile dai
cui primo accertamento risale ormai a oltre 20          corsi d’acqua, così come le modifiche delle su-
anni fa. Per le valanghe è previsto l’aggiorna-         perfici insediate, la costruzione di nuove infra-
mento completo delle informazioni nei Comuni            strutture e l’effetto di nuove opere di protezione.
di Airolo, Campo Valle Maggia e Onsernone.                   In conclusione, considerata la disomogenei-
     Va inoltre segnalato che i PZP sono stati          tà nella qualità delle conoscenze disponibili e
redatti nel corso di 25 anni, ciò che ha inevita-       l’estrema dinamicità che caratterizza sia i feno-
bilmente determinato una certa disomogeneità            meni naturali sia la società umana, i servizi can-
nei criteri di redazione delle carte. Da un lato,       tonali preposti proseguiranno nei prossimi anni
alcune raccomandazioni federali sono state pub-         con il costante allestimento e aggiornamento
blicate dopo il 1990 e, dall’altro, l’elevata qualità   delle carte di pericoli.
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F. 10
Il processo di aggregazione dei pericoli naturali

                                     Pericolo “x”                            Pericolo “y”

Alcune aree sono
esposte a pericoli
naturali diversi:
a queste viene                                            +                                             =
attribuito il grado
di pericolo più alto

Integrazione del
pericolo indicativo                                       +                Pericolo indicativo
                                                                                                        =

                                                                            Zona edificabile

“taglio” secondo la
                                                          +                                             =
zona edificabile

 Elevato                Medio                  Basso        Residuo           Pericolo indicativo    Zona edificabile

Fonte: Ustat

Scopo del lavoro, dati e metodologia                          Livello di aggregazione 1 (solo per i pericoli le-
     Dopo questa introduzione teorica, possiamo               gati all’acqua):
ora entrare nel vivo della parte statistica.                  z   Alluvionamento principale: alluvionamenti
     L’obiettivo del presente lavoro è quantificare il            causati da corsi d’acqua principali;
numero di persone, edifici, aziende e addetti che             z   Alluvionamento secondario: alluvionamenti
si trovano in un’area edificabile esposta a pericoli              causati da corsi d’acqua minori e flussi di de-
naturali. Esaminando i dati a scala di distretto si               trito;
intende inoltre mettere in luce eventuali differen-           z   Esondazione lago.
ze territoriali tra i diversi processi naturali.
     La banca dati relativa ai pericoli naturali              Livello di aggregazione 2:
utilizzata e contenente la carta dei pericoli e               z  Movimento di versante: crolli, scivolamenti
la carta indicativa dei pericoli è stata messa a                 superficiali e scivolamenti medi;
disposizione da UPIP e UCA (data di aggior-                   z  Piena: Alluvionamento principale, alluvio-
namento 1 gennaio 2018). Questa banca dati                       namento secondario, esondazione lago;
include le zone edificabili dei Piani regolatori,             z  Valanga.
fornite dalla Sezione dello sviluppo territoriale
(SST) del Dipartimento del territorio.                        Livello di aggregazione 3:
     I processi naturali di base considerati sono i           z  Carta sinottica: movimento di versante, pie-
seguenti: alluvionamento da corso d’acqua prin-                  na, valanga.
cipale, alluvionamento da corso d’acqua minore,
flusso di detrito, esondazione lago, crollo, scivola-             La procedura di aggregazione dei processi
mento superficiale, scivolamento medio e valanga.             è schematizzata nella figura [F. 10]. Alcune aree
     Per non appesantire troppo la lettura si è               sono esposte a pericoli naturali differenti: du-
deciso di non presentare i dati di dettaglio per              rante la procedura di aggregazione, a queste
tutti questi processi, ma di compiere l’analisi a             zone è stato attribuito il grado di pericolo più
tre livelli differenti di aggregazione, come di               elevato (v. [F. 10] in alto). Alcune aree, inoltre,
seguito definiti:                                             sono potenzialmente esposte a un fenomeno di
Extra Dati – Agosto 2019                                                                                                                           13

A.M.AL.PI. 18 (Alpi in Movimento, Movimento nelle Alpi. Piuro 1618-2018): un progetto Interreg per conoscere e fare
conoscere le grandi frane alpine
Nel 2018 è stato avviato un progetto di ricerca transfrontalie- L’itinerario della “via delle frane”, un sentiero turistico
ro che vede coinvolti numerosi enti tra Regione Lombardia,      tematico che si intende progettare e realizzare nei prossimi
Canton Grigioni e Canton Ticino, che mira a valorizzare         anni, prende spunto in particolare dalla grande frana che
e promuovere, attraverso itinerari turistici, grandi eventi     nel 1618 seppellì il paese di Piuro in provincia di Sondrio
franosi che nei secoli hanno unito nel dolore e nel dramma i    e dalla recente valanga di roccia del Pizzo Cengalo in Val
due paesi confinanti.                                           Bondasca. Lungo un asse est-ovest che percorre due cantoni,
In modo particolare, l’attenzione è rivolta a quei fenomeni     una comunità montana e quattro vallate alpine a forte rischio
catastrofici, genericamente definiti grandi frane, le cui con-  idrogeologico (Valle del Ticino incluso il fiume Brenno,
seguenze su vasta scala hanno avuto (e potrebbero ancora        Mesolcina, Bregaglia e Valtellina), si approfondiranno
avere) una importante ricaduta sulle comunità umane nel         le conoscenze tecnico-scientifiche sulla vulnerabilità dei
territorio compreso tra la provincia di Sondrio e i Cantoni     versanti, si definiranno strategie congiunte di prevenzione e
Ticino e Grigioni.                                              si svilupperanno le potenzialità turistiche legate alla storia
                                                                e alla cultura dei luoghi, in parte ancora inesplorate, che
F. 11                                                           legano i due territori confinanti.
Paleofrana di Anzonico
                                                                Il Canton Ticino vi partecipa attraverso l’Istituto scienze
                                                                della terra della SUPSI e la Sezione forestale cantonale,
                                                                che hanno individuato in alcune grandi frane preistoriche e
                                                                storiche i punti di forza di questo itinerario. La tristemente
                                                                nota “Buzza di Biasca” del 1515 sarà analizzata in relazione
                                                                alla grande frana del Monte Crenone che in più episodi, e in
                                                                particolare nel 1513, fu la causa dello sbarramento del Bren-
                                                                no. Meno nota e vicinissima a quest’ultima, la frana che in
                                                                età preistorica sbarrò sempre il Fiume Brenno, tra Ludiano
                                                                e Malvaglia Rongie, lasciando le sue tracce evidenti nelle
                                                                cosiddette “Ganne” (grossi detriti di frana). Altro esteso
                                                                movimento di versante preistorico poco noto, che ha marcato
                                                                significativamente la morfologia del territorio, è quello di
                                                                Anzonico-Chironico, che in base agli studi sinora condotti,
                                                                sbarrò il Fiume Ticino, formando un lago su un’area di 1,3
                                                                km2 che perdurò per oltre 120 anni. Più a ovest, quasi alla
                                                                stessa latitudine, sopra l’abitato di Peccia in Val Lavizzara,
                                                                la frana del Pizzo Ruscada mostrò già a partire dal 1570 la
                                                                sua attività, generando in più occasioni grandi devastazioni
                                                                legate alla presenza del fiume Maggia nel fondovalle e a
                                                                flussi di detrito al suo margine meridionale, portati dal riale
Fonte: UPIP                                                     Ri del Pizzone.

cui si conosce l’origine (ad esempio valanga) ma         cazioni sul parco immobiliare svizzero. Essa si
non il grado di pericolo, perché non è ancora sta-       basa sul Registro degli edifici e delle abitazioni
to definito. Queste aree sono contrassegnate con         e tiene conto degli edifici a uso abitativo. Sono
un livello di pericolo definito “indicativo”. Per        considerati edifici a uso abitativo gli edifici a
completezza di analisi si è deciso, laddove pre-         uso esclusivamente abitativo (case unifamiliari
senti, di considerare anche queste aree (v. [F. 10] al   e plurifamiliari), gli edifici di abitazione con uso
centro). Infine, le carte così prodotte sono state       annesso (utilizzati principalmente a fini abitati-
“tagliate” in modo da selezionare unicamente le          vi, ma che contengono spazi commerciali, uffici
aree esposte a pericolo naturale che si trovano in       o altro) e gli edifici parzialmente a uso abitativo
una zona edificabile6 (v. [F. 10] in basso), le quali    (usati prevalentemente per altro scopo, a condi-
sono state utilizzate come base per le varie estra-      zione che abbiano almeno un’abitazione, come
zioni statistiche presentate nel seguito.                ad esempio una scuola contenente l’abitazione
     In questo progetto sono stati utilizzati an-        del custode). Oltre alle informazioni geografi-
che i dati più recenti (al momento dell’analisi)         che che consentono di localizzare gli edifici, la
relativi alla Statistica degli edifici e delle abita-    SEA include già le variabili sulla popolazione
zioni (SEA, aggiornati al 2017) e alla Statistica        residente permanente, derivanti dalla Statistica       6
                                                                                                                    Mappali contrassegnati
strutturale delle imprese (STATENT, aggiorna-            della popolazione e delle economie domestiche              nel PR come residenziali,
ti al 2016).                                             (STATPOP, anch’essa aggiornata al 2017), che               lavorativi e AP/EP (aree
                                                                                                                    pubbliche ed edifici pubbli-
     La SEA è aggiornata a cadenza annuale               informano sul numero di abitanti che vivono nei            ci). Non sono considerate le
dall’Ufficio federale di statistica e fornisce indi-     singoli edifici abitativi del cantone.                     vie di comunicazione.
Extra Dati – Agosto 2019                                                                                                                                            14

                                                     F. 12
                                                     Superficie edificabile esposta, rispettivamente non esposta, a pericoli naturali*, in Ticino, al 31.12.2017

                                                                              Leventina

                                                                                                                                              Blenio

                                                                                                                                                        Riviera

                                                                                                                                                       Bellinzona

                                                      Vallemaggia

                                                                        Locarno

                                                      Esposte a pericolo
                                                      Non esposte a pericolo
                                                                                                                                                Lugano

                                                                                                                                                   Mendrisio

                                                     * Secondo il livello di aggregazione 3 (sinottico).
                                                     Fonte: UCA, UPIP e SST

    La STATENT, anch’essa aggiornata a ca-           inoltre che un’azienda può trovarsi all’interno
denza annuale dall’Ufficio federale di statisti-     di un edificio abitativo (v. sopra, edifici di abi-
ca, fornisce indicazioni sulla struttura dell’eco-   tazione con uso annesso oppure edifici parzial-
nomia svizzera e definisce, per ogni azienda,        mente a uso abitativo), pertanto i totali di edi-
il numero di addetti e la rispettiva posizione       fici e di aziende non possono essere sommati
geografica. Con azienda si intende l’edificio,       direttamente tra loro. Analogamente, nemmeno
il complesso di edifici o la parte di edificio       i totali di addetti e di persone possono essere
nella quale una o più persone svolgono un’at-        sommati, poiché una stessa persona (con un
tività lavorativa. Gli addetti sono invece tutte     impiego in Ticino) può essere conteggiata nelle
le persone occupate nell’azienda, inclusi tito-      due statistiche, una volta come persona residen-
lari, direttori, gerenti, apprendisti, ausiliari,    te e una volta come addetto (senza contare che
collaboratori esterni, lavoratori a domicilio e      se una persona è attiva in più tempi parziali, è
collaboratori familiari. La STATENT rileva           conteggiata più volte anche come addetto).
gli addetti dal punto di vista del datore di la-
voro, di conseguenza le persone con più impie-
ghi sono conteggiate più volte. Segnaliamo che
una parte delle aziende non potrà essere inclusa
nell’analisi statistica, a causa della localizza-
zione geografica insufficientemente accurata
(per maggiori dettagli v. sotto, capitolo “Azien-
de e addetti”, e nota 9 a pagina 25). Si precisa
Extra Dati – Agosto 2019                                                                                                                                                     15

                                                        F. 13
                                                        Superficie edificabile (in %), secondo il grado di pericolo*, in Ticino, al 31.12.2017

                                                                                                 Elevato (1,4%)        Medio (3,7%)
                                                                                                                           Basso (4,3%)

                                                                                                                                   Residuo (8,5%)

                                                                                                                                       Pericolo indicativo (1,6%)

                                                                                                       Nessun pericolo o
                                                                                                   senza indicazione (80,5%)

                                                                                                     Totale ettari: 11.116,5

                                                        * Secondo il livello di aggregazione 3 (sinottico).
                                                        Fonte: UCA, UPIP e SST
Risultati
Superficie edificabile                                  F. 14
A scala cantonale                                       Superficie edificabile esposta a pericoli naturali* (in ettari), secondo la tipologia di pericolo, in Ticino,
                                                        al 31.12.2017
    In Ticino l’area totale della zona edificabi-
le è pari a 11.166,5 ettari. Come noto e visibi-        2.000
le nella figura [F. 12] è perlopiù localizzata nel
fondovalle, dove scorrono i fiumi e si trovano
i principali laghi, e questo spiega l’importan-         1.500

za dei fenomeni legati all’acqua, che vedremo
in seguito. È ben visibile, inoltre, la differenza      1.000                1.918,4
di estensione delle zone edificabili tra i diffe-
renti distretti: quelli con la zona edificabile più
estesa sono chiaramente quelli urbani. Questa            500
figura evidenzia infine in rosso l’area edifica-
                                                                                                                                                      67,5
bile esposta a pericolo naturale sulla base della                                                                 222,4
                                                            0
carta sinottica (livello di aggregazione 3), e                                Piena                      Movimento di versante                      Valanga
in verde quella non esposta. Si può osservare,
già a colpo d’occhio, che nel Mendrisiotto, nel         Avvertenza: le aree esposte a più pericoli sono conteggiate in ognuna delle tipologie di pericolo che le minaccia.
distretto di Blenio, ma anche nel Luganese il           * Secondo il livello di aggregazione 2.
                                                        Fonte: UCA, UPIP e SST
colore verde (ovvero “non soggetto a perico-
lo”) è preponderante sul rosso: come si vedrà
in seguito (v. [T. 3]), ciò si traduce in una quota     F. 15
relativamente bassa di zona edificabile sottopo-        Superficie edificabile esposta a pericoli naturali di origine idrologica* (in ettari), secondo la tipologia
                                                        di pericolo, in Ticino, al 31.12.2017
sta a pericoli naturali. Negli altri distretti vale
invece il contrario.                                    1.400
    Nella figura [F. 13] l’area edificabile cantonale
                                                        1.200
è suddivisa secondo i gradi di pericolo sulla base
della carta sinottica.                                  1.000
    Poco meno di 1/5 della superficie edificabile
                                                         800
ticinese (19,5%; 2.175,2 ettari) è esposta ad alme-
no un pericolo naturale. Più precisamente, una           600                  1.171,2
superficie pari al 17,9% del totale (1.997,4 ettari)
                                                         400
è indicata nella carta sinottica dei pericoli ed è                                                                568,3
di conseguenza contrassegnata con un grado di            200                                                                                         382,1
pericolo da residuo a elevato; nello specifico:
                                                            0
z   l’8,5% della superficie edificabile (946,0 et-                  Alluvionamento principale          Alluvionamento secondario               Esondazione lago
    tari) è esposta a un pericolo residuo;
z   il 4,3% (476,8 ettari) a un pericolo basso;         Avvertenza: le aree esposte a più pericoli sono conteggiate in ognuna delle tipologie di pericolo che le minaccia;
                                                        l’esondazione del lago di Lugano non è conteggiata, in quanto non ancora cartografata.
z   il 3,7% (417,5 ettari) a un pericolo medio;         * Secondo il livello di aggregazione 1.
z   l’1,4% (157,1) a un pericolo elevato;               Fonte: UCA e SST
z   l’1,6% (177,8 ettari) fa invece parte della car-
    ta indicativa dei pericoli.                         come i pericoli che “incombono” maggiormente
                                                        sulle aree edificabili cantonali siano quelli legati
    La figura [F. 14] rappresenta la superficie edi-    all’acqua: 1.918,4 ettari di superficie edificabile
ficabile esposta alle diverse categorie di pericolo     sono infatti esposti al pericolo piena, 222,4 etta-
secondo il livello di aggregazione 2, e mostra          ri al pericolo movimento di versante e 67,5 ettari
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