PERICOLI NATURALI IN TICINO: STORIA, CIFRE E STRUMENTI DI PREVENZIONE - Repubblica e Cantone Ticino
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EXTRA DATI Extra Dati – Agosto 2019 Supplemento online1 della rivista Dati dell’Ufficio di statistica PERICOLI NATURALI IN TICINO: STORIA, Anno XIX – N.02 Agosto 2019 CIFRE E STRUMENTI DI PREVENZIONE Marco Galfetti e Lisa Bottinelli Ufficio di statistica (Ustat) Andrea Salvetti Ufficio dei corsi d’acqua (UCA) Lorenza Re e Sergio Coratelli Ufficio dei pericoli naturali, degli incendi e dei progetti (UPIP) Il Ticino, a causa della morfologia del territorio e della sua geologia, è esposto ai fenomeni gravitativi e idrologici tipici dell’arco alpino (frane, valanghe, alluvioni, esondazioni, ecc.). Ma qual è l’esatto significato di concetti quali pericolo o rischio? E soprattutto, qual è la loro rilevanza in Ticino? In questi decenni quali risultati sono stati raggiunti? E quali sono le sfide che attendono il settore nei prossimi anni e gli strumenti per fronteggiarle? Per rispondere a queste e ad altre domande il presente contributo, dopo una parte introduttiva e un capitolo metodologico, presenta un’analisi statistica di edifici, persone, aziende e addetti situati nell’area edificabile cantonale esposta ai differenti pericoli naturali. I risultati di questa analisi, svolta a differenti scale geografiche, sono esposti attraverso dati, tabelle, carte e grafici e sono completati da approfondimenti specialistici curati da chi in questo campo opera quotidianamente. Sempre più spesso si sente parlare di rischi attraverso dati, tabelle, carte e grafici. Non certo e pericoli naturali, di cartografia dei pericoli na- da ultimo, differenti riquadri sparsi all’interno turali e di gestione integrale del rischio. Qual è del testo completano la panoramica su questa l’esatto significato di questi concetti? E soprat- importante tematica, fornendo approfondimenti tutto qual è la loro rilevanza nel Canton Ticino? specialistici, ad esempio sugli investimenti, sul In questo contributo la tematica dei pericoli na- monitoraggio o ancora sulla gestione integrale turali è contestualizzata nel primo capitolo, dal del rischio, che vedono coinvolti i servizi pre- punto di vista storico e da quello geomorfologi- posti del Dipartimento del territorio e non solo. co, ma anche (e soprattutto) attraverso una serie di definizioni che chiariscono i concetti basilari e i principali processi naturali che interessano Contesto storico e geografico il nostro cantone. Nella seconda parte del lavo- Il Ticino, geologicamente suddiviso tra Alpi ro sono illustrati i prodotti cartografici esistenti Lepontine e Prealpi luganesi, è esposto ai feno- per la gestione di questi pericoli (carta indicativa meni gravitativi e idrologici tipici dell’arco alpi- dei pericoli e carta dei pericoli), che sono stati no (frane, valanghe, alluvioni, esondazioni, ecc.). utilizzati per le estrazioni e le analisi statistiche. Il più eclatante tra di essi fu probabilmente la Sono presentati i principali elementi per una Buzza di Biasca: tra il 1511 e il 1513 alcune frane loro corretta interpretazione, incluse indicazioni del Monte Crenone portarono allo sbarramento che dettagliano lo stato della cartografia attua- del fiume Brenno, con la conseguente forma- le e i progetti che saranno completati in futuro. zione del Lago di Malvaglia. Il 20 maggio 1515 Si entra poi nel vivo del lavoro statistico vero e l’onda di piena risultante dall’improvvisa rottura proprio: a un capitolo metodologico (“scopo del di questa diga naturale si riversò sulla valle sot- lavoro, dati e metodologia”) fa seguito il corpo tostante, distruggendo gran parte del territorio e centrale del documento, costituito da un’ana- portando alla morte di oltre 100 persone. lisi di edifici, persone, aziende e addetti situati La figura [F. 1] mostra sullo stesso grafico nell’area edificabile cantonale esposta ai diffe- l’incremento della popolazione ticinese e il nu- renti pericoli naturali. I risultati di questa analisi, mero di decessi legati ai pericoli naturali dal svolta a differenti livelli geografici, sono esposti 1800 a oggi.
Extra Dati – Agosto 2019 2 F. 1 Popolazione e vittime di eventi naturali, secondo la tipologia di evento, in Ticino, dal 1800 Vittime Popolazione 60 360.000 55 330.000 50 300.000 Bedretto (1863) 45 270.000 Airolo, Frasco (1951) 40 240.000 Ghirone (1851) 35 210.000 30 180.000 Quinto (1806) Someo (1924) 25 150.000 Alluvione 1978 Bombinasco (2014) 20 120.000 Nara (1975) 15 90.000 10 60.000 5 30.000 0 0 1800 1810 1820 1830 1840 1850 1860 1870 1880 1890 1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Movimento di versante Piena Valanga Fonte: STATPOP, UST; UCA e UPIP Si osserva innanzitutto che nei secoli e nei decenni passati sono state le alluvioni e le valan- ghe a rappresentare la vera minaccia per i paesi ticinesi. La pericolosità di tali fenomeni è stata oggigiorno parzialmente ridimensionata, grazie agli ingenti interventi di premunizione realizza- ti (v. [Riquadro – Investimenti per la gestione dei pericoli naturali]) e, in parte, grazie al monitoraggio e ai modelli matematici che ne permettono la previsione con alcuni giorni di anticipo (v. [Riquadro – Monitoraggi e pre- visioni]). Al contrario, i pericoli legati ai processi di trasporto di materiale nei corsi d’acqua mino- ri, di crollo e di scivolamento superficiale (come quello occorso nel 2014 a Bombinasco, che fece due vittime) sono caratterizzati da elevata impre- vedibilità e da maggiore difficoltà nella defini- zione dei possibili scenari di evoluzione. Anche per questo motivo, e nonostante i notevoli risulta- ti conseguiti nella protezione della vita umana, i fenomeni naturali restano un tema di forte attua- ne regioni e non l’intero cantone, hanno generato lità, come testimoniato anche dai quasi 2 miliardi danni per qualche milione di franchi ciascuno. di franchi di danni causati da eventi di origine Accanto a queste stime cantonali, è da segna- naturale in Ticino tra il 1978 e il 2016, dai 30 mi- lare che l’Istituto federale di ricerca per la foresta, lioni di franchi investiti annualmente per studi la neve e il paesaggio WSL di Birmensdorf man- di base, premunizioni e monitoraggi (v. [Riquadro – tiene dal 1972, su mandato della Confederazione, Investimenti per la gestione dei pericoli naturali]) e dalle oltre una banca dati in cui vengono catalogati tutti gli 3.000 schede presenti nella banca dati pubblica eventi naturali sulla base delle segnalazioni con- StorMe (v. [Riquadro – Il catasto degli eventi StorMe]). tenute nel quotidiani di tutta la Svizzera. Questa Nell’ultimo quarantennio l’evento che ha cer- banca dati1 contiene oltre 20.000 segnalazioni; per tamente causato le conseguenze economiche più il cantone Ticino sono presenti circa 2.000 eventi, gravi è stato l’alluvione dell’agosto 1978: stime con indicazione delle coordinate, del comune inte- cantonali indicano danni pari a circa 600 milioni ressato e della tipologia di evento (colata detritica, di franchi. Perdite economiche importanti sono alluvionamento, crollo di roccia, valanga). state generate anche dagli eventi successivi del Le modalità di raccolta delle segnalazioni, il 1987 (circa 150 milioni di franchi), del 1993 (cir- grado di approfondimento e la valutazione dei 1 WSL Unwetter-Schadens- ca 200 milioni di franchi di danni, da ricondurre danni sono diverse, tuttavia l’ordine di grandez- Datenbank der Schweiz: in larga parte all’esondazione del lago Maggiore za dei danni registrati durante gli eventi princi- https://www.wsl.ch/de/ a Locarno) e 2000 (circa 150 milioni di franchi pali e nell’intero periodo 1972-2018 è confron- naturgefahren/hochwasser- und-ueberschwemmung/un- di danni). Gli eventi alluvionali degli ultimi due tabile, fornendo quindi un ulteriore termine di wetterschadens-datenbank. decenni, che hanno spesso interessato solo alcu- validazione delle stime cantonali. html.
Extra Dati – Agosto 2019 3 Investimenti per la gestione dei pericoli naturali L’analisi sugli eventi naturali che hanno causato danni e vit- T. 1 Pericoli legati all’acqua: investimenti per studi e documentazione, opere di time in Ticino dal 1800 ad oggi (v. [F. 1]) ha evidenziato come premunizione, manutenzione e monitoraggio, in Ticino, dal 2012 la riduzione delle conseguenze degli eventi naturali pericolosi Anno Studi di base Nuove opere di Manutenzione Monitoraggio è principalmente da ascrivere ai significativi investimenti / Carte dei premunizione2 ordinaria / effettuati già dall’inizio dello scorso secolo nel settore delle pericoli / Piani di straordinaria3 emergenza1 premunizioni e del bosco di protezione. È in questo conte- 2012 CHF 373.000 CHF 10.000.000 CHF 9.024.000 CHF 547.000 sto che s’iscrivono numerose leggi che hanno come scopo 2013 CHF 345.000 CHF 7.976.000 CHF 10.099.000 CHF 506.000 primario la protezione delle vite umane e dei beni importanti 2014 CHF 348.000 CHF 11.701.000 CHF 9.320.000 CHF 448.600 contro i pericoli di alluvionamento, frane e valanghe: la 2015 CHF 465.000 CHF 7.273.000 CHF 9.458.000 CHF 447.500 Legge federale sulla sistemazione dei corsi d’acqua (1991), la 2016 CHF 586.000 CHF 6.321.000 CHF 9.121.000 CHF 503.700 Legge federale (1991) e quella cantonale (1998) sulle foreste e 2017 CHF 436.000 CHF 7.935.000 CHF 9.514.000 CHF 491.400 la Legge sui Territori interessati da Pericoli Naturali (2017). 2018 CHF 379.000 CHF 10.037.000 CHF 9.668.000 CHF 442.500 Nella programmazione ed esecuzione delle misure tecniche Media CHF 419.000 CHF 8.750.000 CHF 8.275.000 CHF 484.000 sono coinvolti molti attori: autorità comunali e cantonali, 1 Questi studi sono a carico del Dipartimento del territorio (50%) e della Confederazione confederazione, studi di ingegneria, imprese di costruzione e (50%). 2 Cantone e Confederazione partecipano a questi investimenti con un sussidio medio del proprietari dei fondi interessati dalle opere. Di norma gli enti 64%. La quota restante è a carico degli enti locali, che possono a loro volta prelevare locali (Comuni, Consorzi e Patriziati) fungono da enti promo- contributi di miglioria presso i privati. tori, mentre la responsabilità del coordinamento e del sussidia- 3 La manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere è affidata ai consorzi locali di mento dei progetti di protezione è definita a livello cantonale manutenzione. Essi prelevano un contributo da tutti gli enti e i privati consorziati, in base ad una cosiddetta chiave di riparto. In funzione della presenza di propri beni in funzione della tipologia del fenomeno. La Sezione forestale da proteggere anche il Cantone partecipa a queste spese, con un contributo molto si occupa delle opere di protezione contro valanghe, movi- variabile. Il valore medio di partecipazione per i consorzi di arginatura è del 17%. Fonte: UCA menti di versante e premunizioni torrentizie in bosco, l’Ufficio dei corsi d’acqua delle premunizioni lungo i corsi d’acqua e i laghi, e la Divisione delle costruzioni degli interventi che T. 2 mirano alla protezione diretta delle strade cantonali. Pericoli geologici e di valanga: investimenti per studi e documentazione, opere di Secondo il criterio della gestione integrale dei rischi (v. premunizione e manutenzione e monitoraggio, in Ticino, dal 2012 [Riquadro La gestione integrale del rischio] a p. 11), gli uffici cantonali Anno Studi di base / Carte Nuove opere di Bosco di protezione3 dei pericoli / Piani di premunizione / sostengono e finanziano: emergenza1 monitoraggio2 z studi e documenti di base che comprendono la definizio- 2012 CHF 550.000 CHF 5.540.000 CHF 12.260.000 ne dei territori esposti a pericoli naturali e il monitorag- 2013 CHF 730.000 CHF 11.170.000 CHF 15.270.000 gio idrologico di fiumi principali e laghi e delle frane; 2014 CHF 700.000 CHF 7.750.000 CHF 16.150.000 z esecuzione di opere di premunizione per eliminare o 2015 CHF 810.000 CHF 11.460.000 CHF 21.430.000 ridurre i danni causati da eventi naturali; 2016 CHF 410.000 CHF 6.200.000 CHF 14.190.000 z gestione del patrimonio, che comprende la manutenzione 2017 CHF 180.000 CHF 8.350.000 CHF 18.600.000 2018 CHF 240.000 CHF 6.990.000 CHF 15.290.000 ordinaria e straordinaria e gli interventi di ripristino, Media CHF 517.000 CHF 8.200.000 CHF 16.170.000 attraverso i consorzi di manutenzione. 1 Le Carte dei pericoli sono a carico del Dipartimento del territorio (50%) e della Confederazione (50%); i Piani di emergenza sono sussidiati all’80% Gli investimenti concernenti i pericoli legati all’acqua, che 2 Cantone e Confederazione partecipano a questi investimenti con un sussidio medio del vedono coinvolto l’Ufficio dei corsi d’acqua, sono indicati 70%. La quota restante è a carico degli enti locali, che possono a loro volta prelevare nella tabella [T. 1]. Complessivamente, per studi, nuove opere, contributi di miglioria presso i privati. 3 manutenzione e monitoraggio si raggiunge una cifra di circa Come per la colonna precedente, anche questi interventi sono finanziati al 70% dal Cantone e dalla Confederazione. 18 Milioni di CHF all’anno, a carico del Cantone, della Con- Fonte: SF federazione e degli enti locali (Consorzi e Comuni). Uno sguardo agli investimenti nel settore forestale negli ultimi anni [T. 2] mette in evidenza l’importante e incessante della manutenzione all’interno della Divisione delle co- lavoro nell’ambito del bosco di protezione: gli interventi di struzioni. Per quanto riguarda il periodo sopra considerato selvicoltura, la costruzione di strade di accesso e gli impianti (2012-2018) questi interventi sono stati coperti tramite contro gli incendi boschivi rappresentano oltre il 60% del due finanziamenti per un importo complessivo di CHF totale degli investimenti. Anche la realizzazione di nuove 13.500.000, corrispondenti a quasi 2 milioni annui. opere di protezione e il monitoraggio di frane e dello stato Con questi crediti, la Divisione delle costruzioni finanzia nevoso restano compiti costanti per l’ente pubblico; comples- anche gli interventi urgenti dopo eventi che causano danni sivamente, nel settore forestale, la cifra di investimento in alla rete stradale cantonale, insieme ai costi di sgombero e studi, nuove opere e monitoraggio raggiunge quasi 9 milioni ripristino immediato della viabilità. di franchi annui, a cui si aggiungono circa 16 milioni dedica- Considerando tutte le cifre sopra riportate, si può conclu- ti al bosco di protezione. dere che l’investimento annuo nel cantone per la protezione Agli investimenti dei due servizi preposti (Ufficio dei corsi dai pericoli naturali raggiunge la cifra di circa 30 milioni d’acqua e Sezione forestale) sono da aggiungere gli investi- di franchi per studi, monitoraggi e opere di premunizione menti specifici per le opere di premunizione lungo le strade (nuove e manutenzione) e di circa 16 milioni dedicati esclusi- cantonali, di competenza diretta dell’Area dell’esercizio e vamente al bosco di protezione.
Extra Dati – Agosto 2019 4 Alcune definizioni sto processo è caratterizzato da un’elevata Quando si approccia questa complessa tema- difficoltà di previsione che, assieme all’alta tica, non è raro che i termini pericolo naturale e velocità di scorrimento e all’ingente quantità rischio siano usati come sinonimi, determinan- di materiale trasportato, ne fanno uno dei pro- do confusione sul loro esatto significato. cessi naturali più pericolosi: è spesso fonte di Il concetto di pericolo naturale è molto sem- ingenti danni e a volte addirittura di vittime. plice: si tratta di un evento di origine naturale z Erosione di sponda (idrologica, meteorologica e gravitativa) in gra- L’erosione rappresenta l’asportazione di ma- do di generare effetti negativi al cospetto di vite teriale solido per opera dell’acqua ed è un umane, beni materiali e/o ambiente. I principali fenomeno generalmente collegato con le pie- pericoli naturali che interessano il territorio tici- ne nei corsi d’acqua ed eventi meteorologici nese sono idrologici e gravitativi. di forte intensità; in determinate condizioni I pericoli di tipo idrologico, ovvero legati può verificarsi anche con portate normali. Le all’acqua, sono i seguenti: erosioni laterali e di fondo del letto dei corsi z Alluvionamento d’acqua, spesso collegate a franamenti del- Per alluvionamento s’intende lo straripamen- le sponde, rappresentano un pericolo diretto to d’importanti quantitativi di acqua dal letto per le costruzioni e altre infrastrutture situa- – naturale o artificiale – di un corso d’acqua, te ai lati dei corsi d’acqua, mettendo a rischio con allagamento dell’area circostante. Questo la loro stabilità o provocandone il crollo. processo è spesso accompagnato da trasporto z Esondazione di materiale solido proveniente dai versanti L’esondazione (o alluvionamento statico) de- adiacenti, già presente nel letto del corso d’ac- finisce il superamento degli argini e delle rive qua o depositato ai suoi lati. Il fenomeno co- di un lago. Questo processo è causato da pre- stituisce un pericolo in caso di ingenti masse cipitazioni non particolarmente intense, ma d’acqua o alte velocità di scorrimento. I punti prolungate su alcuni giorni ed estese su gran critici sono spesso rappresentati da sezioni di parte dei bacini idrografici degli immissari ponti sottodimensionate, manufatti nel letto del lago. Il fenomeno ha una dinamica lenta e del corso d’acqua e altri restringimenti natu- prevedibile e, malgrado possa causare danni rali, soprattutto se si è in presenza di materiale importanti, molto raramente costituisce un flottante (tipicamente legname). pericolo per la vita delle persone. z Flusso di detrito z Ruscellamento superficiale Un flusso di detrito è lo spostamento a velo- Il ruscellamento superficiale avviene quan- cità variabile (fino a 15 metri/secondo) di una do una parte dell’acqua piovana scorre sulla massa di materiale con granulometria etero- superficie del terreno verso un corso d’acqua gena, mischiato ad acqua e aria in proporzioni oppure verso un avvallamento e vi si accu- variabili (la componente solida può raggiun- mula. Questo processo si verifica in partico- gere e superare il 40%). Il fenomeno s’innesca lare lungo strade durante forti precipitazioni, su un pendio o in un canale in concomitanza ed è caratterizzato da un tempo di preallerta a forti precipitazioni ed è spesso formato da generalmente ridotto e dall’esigua profondità ondate (pulsazioni) successive. Particolar- dell’acqua (pari a pochi centimetri). A diffe- mente esposti a questo tipo di fenomeno sono renza degli altri pericoli, il ruscellamento su- i conoidi di deiezione dei torrenti, che molto perficiale non figura usualmente nella banca spesso costituiscono anche una testimonianza dati dei pericoli, ma può essere accertato, se storica di eventi già accaduti in passato. Que- ritenuto necessario.
Extra Dati – Agosto 2019 5 Monitoraggio e previsioni Il termine monitoraggio indica l’insie- F. 2 me delle operazioni volte a osservare un Risultato del modello idrologico di previsione per il livello del lago di Lugano, orizzonte di previsione: 3 giorni (+72h) certo fenomeno. Monitorare un evento naturale consente di approfondirne la conoscenza e valutarne la pericolosità, attivando in seguito azioni per ridur- ne gli effetti indesiderati e mitigare il rischio. Trattandosi di un intervento non strutturale e generalmente economico è sempre di più presente nella gestione integrale dei rischi. In ambito meteoro- logico e idrologico tecniche di monito- raggio sono utilizzate dai primi anni del Fonte: UCA novecento, mentre per quanto riguarda i movimenti di versante la sua applica- Le tecniche di monitoraggio dei movi- F. 3 zione è molto più recente. menti di versante sono molteplici: da Radar interferometrico nei pressi della frana di Preonzo, nel 2005 In Ticino il monitoraggio idrologico è geodetiche a geotecniche fino ad arri- assicurato da oltre 50 stazioni di mi- vare all’interferometria radar. Quest’ul- sura meteorologiche e idrologiche, che tima metodologia è molto utilizzata in rilevano le precipitazioni e il livello di quanto permette di determinare in modo corsi d’acqua e laghi. Questa rete can- estremamente preciso le deformazioni tonale, integrata con le reti federali di della superficie terrestre e delle strut- MeteoSvizzera e dell’Ufficio federale ture costruite dall’uomo. Il principio di dell’ambiente UFAM, consente di otte- funzionamento è il seguente: un sensore nere un quadro preciso delle principali radar invia onde elettromagnetiche in di- grandezze idrologiche sul territorio. rezione di una superficie di interesse; lo Al fine di colmare importanti lacune studio dell’interferenza tra le onde emes- Fonte: UPIP emerse nel sistema di allerta svizzero se e quelle che tornano al sensore dopo relativo alle piene, nel maggio del aver colpito la superficie ne permette la 2007 il Consiglio federale ha deciso di determinazione della distanza. Se un L’interferometria radar terrestre (sensore migliorarne qualità e tempestività – in pendio è instabile la distanza dal sensore su uno strumento al suolo) consente un linea con quanto fatto per le valanghe varia nel tempo e la situazione di perico- monitoraggio continuo in aree localiz- e in campo meteorologico. Dal 2012 lo è immediatamente identificata. zate, ed è quindi efficace per un moni- UCA e UFAM hanno finanziato lo L’interferometria radar satellitare (sen- toraggio in tempo reale delle deforma- sviluppo di un modello idrologico di sore a bordo di un satellite) è un ottimo zioni dei versanti (gestione di situazioni previsione per il Ticino. strumento per il monitoraggio struttu- di emergenza) e per valutare eventuali Il modello idrologico, utilizzando i dati rale dei versanti in quanto permette di spostamenti in presenza di pareti roc- delle reti di monitoraggio sopra descrit- fornire informazioni a elevata risoluzione ciose con scarsa vegetazione. Esempi di te e le previsioni meteorologiche dei spaziale (alcuni metri) e precisione milli- utilizzo nella gestione di situazione di modelli COSMO2, simula i principali metrica per territori di vaste dimensioni. emergenza sono in corrispondenza delle processi del ciclo dell’acqua e produce Grazie agli archivi di dati gestiti dalle frane attive di Preonzo, Ghirone e Gor- le previsioni del deflusso per i principali agenzie spaziali nazionali e internazio- dola. Campagne di misura per monito- bacini idrografici del cantone. Tale mo- nali è pure possibile ricostruire e seguire rare l’evoluzione degli spostamenti nel dello è stato fruttuosamente utilizzato l’evoluzione nel tempo di eventi di defor- tempo sono state eseguite a Lavertezzo, in diverse recenti occasioni per la previ- mazione passati. Le principali limita- Biasca, Pollegio, Riazzino, in Val Ca- sione del deflusso dei corsi d’acqua e dei zioni consistono nell’influenza dell’at- naria, tra Visletto e l’area di estrazione livelli del lago Maggiore e di Lugano, in mosfera, nella presenza di vegetazione e della pietra tra Maggia e Cevio, sopra la particolare durante gli eventi alluvionali nell’orientazione dei versanti rispetto alla strada cantonale a Peccia, e nella zona di novembre 2014 e ottobre 2018. direzione di osservazione del satellite. dei grotti di Mendrisio. 2 COSMO: Consortium for Small-Scale Modelling. MeteoSvizzera utilizza i modelli di previsione numerica di questo consor- zio europeo per generare previsioni su scala regionale e locale per l’arco alpino.
Extra Dati – Agosto 2019 6 I pericoli naturali gravitativi di tipo geologico intensi, piogge di lunga durata, scioglimento vengono denominati in generale come movimenti della neve o processi di concentrazione del di versante e comprendono quei processi, sia pro- deflusso superficiale (ad esempio per la rot- fondi, sia superficiali, che si risolvono con la di- tura di una tubazione). In base alla profon- scesa più o meno veloce di masse di terra e roccia dità di questa superficie si distingue tra sci- di dimensioni molto variabili. Si distinguono tre volamento superficiale (profondità inferiore categorie principali: crolli, scivolamenti e defor- a 2 metri), scivolamento medio (spessore mazioni gravitative profonde di versante: della massa instabile compresa fra 2 e 10 z Crolli metri) e scivolamento profondo (superiore Un crollo è un movimento gravitativo rapido a 10 metri). Gli scivolamenti possono anche di materiale pietroso verso valle, per caduta, essere categorizzati in funzione della veloci- rotolamento o salti successivi. Spesso il ma- tà media del movimento, quale misura della teriale si distacca dalla parete rocciosa lungo loro attività: molto lento (velocità media in- fratture e stratificazioni preesistenti. I pro- feriore a 2 centimetri/anno), poco attivo (fra cessi di crollo si distinguono in tre categorie. 2 e 10 centimetri/anno) o attivo (più di 10 La caduta di sassi e blocchi è un crollo che centimetri/anno). concerne singole componenti, che non inte- z Deformazione gravitativa di versante ragiscono fra di loro, per un volume totale La deformazione gravitativa di versante è inferiore a 100 metri cubi. In funzione delle una lenta, continua e talora progressiva de- dimensioni gli elementi sono classificati in formazione di uno spesso ammasso roccio- sassi (“diametro medio” inferiore a 0,5 metri), so, che può coinvolgere anche interi versanti. blocchi (0,5 - 2 metri) e massi (più di 2 metri). A seguito del ritiro dei ghiacciai pleistoce- La velocità di caduta varia generalmente da nici (circa 10.000 anni fa) queste masse in 5 a 30 metri/secondo. I crolli di roccia com- disequilibrio si trovano senza un importante portano la caduta in blocco di volumi com- sostegno: il rilascio di tensione che ne con- presi tra 100 e 900.000 metri cubi. In questo segue, unito all’azione della forza di gravità, tipo di fenomeni le forze di interazione tra ne causa la deformazione di alcuni centime- gli elementi durante la caduta favoriscono lo tri/anno. I fenomeni sono riconoscibili sulle spandimento del materiale a valle, che viene creste e sui pendii ripidi, dove formano scar- trasportato a distanze maggiori rispetto a ele- pate e trincee, spesso associate al raddoppio menti singoli lungo lo stesso percorso: le ve- delle creste e allo sviluppo di piccoli laghi. locità di trasporto variano generalmente tra 10 e 40 metri/secondo. Le valanghe di roccia Un’ulteriore categoria di pericoli gravitativi sono crolli in massa di materiale roccioso che è formata delle valanghe: coinvolgono volumi superiori a 900.000 me- z Valanghe tri cubi. In questo caso le forze che si svilup- Una valanga è un movimento rapido e im- pano internamente alla massa in movimento provviso di una massa di neve o ghiaccio consentono delle velocità di trasporto molto verso valle, per scivolamento, scorrimen- elevate (superiori a 40 metri/secondo) e una to, rotolamento oppure sotto forma di nube propagazione del materiale a valle anche per nevosa. Può inglobare materiale estraneo diversi chilometri. come sassi, legname e terra. Lungo la zona z Scivolamenti di scorrimento le valanghe possono raggiun- Uno scivolamento è il movimento di una gere velocità superiori a 30 metri/secondo ed massa rocciosa e/o terreno sciolto lungo una esercitare pressioni superiori a 200 kilonew- o più superfici di scivolamento. Questi fe- ton/metro quadro. Tra i fattori scatenanti vi nomeni sono provocati da scrosci di pioggia sono la pendenza del versante (generalmente
Extra Dati – Agosto 2019 7 compresa fra i 28 e i 50 gradi), il tipo di ter- F. 4 Le tre componenti del rischio reno, la struttura del manto nevoso, la tempe- ratura e il regime dei venti. Determinanti per gli effetti di una valanga sono essenzialmen- te lo spessore della neve che si distacca e la larghezza della zona di distacco. p e Il concetto di rischio è invece il risultato del- R la combinazione di più fattori ed è strettamente legato alle attività umane. Per avere un rischio, v oltre all’esistenza di un pericolo naturale, devono essere presi in considerazione la sua frequenza (probabilità che l’evento naturale abbia luogo) e il potenziale di danno (effetti che tale avvenimento Fonte: UFAM può causare). La presenza o l’assenza, così come la quantità di beni da proteggere (persone, beni Cartografia del pericolo importanti3 e ambiente) definiscono l’esposizio- Metodo cartografico ne. La vulnerabilità descrive la suscettibilità di In Ticino l’allestimento delle carte dei pe- un sistema, di un’organizzazione o di una società ricoli è responsabilità, per quel che concerne le a subire danni e/o perdere la sua funzionalità per valanghe e i movimenti di versante, dell’Ufficio gli effetti di un evento. Più un bene esposto è fra- pericoli naturali, incendi e progetti (UPIP) della gile, maggiore è la sua vulnerabilità. Il rischio, Sezione forestale, mentre per quanto riguarda come visibile nella figura [F. 4], è la combinazione i pericoli legati all’acqua l’organo competente di questi tre parametri e può quindi essere de- è l’Ufficio dei corsi d’acqua (UCA); entrambi scritto attraverso la formula seguente: sono servizi del Dipartimento del territorio. Le modalità di allestimento delle carte dei ܴ ൌ ൈ ݁ ൈ ݒ pericoli sono state definite dalla Legge sui Ter- ritori interessati da Pericoli Naturali (LTPNat), Dove: in vigore dal 1990, che ha prioritariamente lo R = rischio scopo di disciplinare “l’accertamento, la pre- p = probabilità che un evento naturale avvenga munizione e il risanamento dei territori espo- e = esposizione sti o colpiti da pericoli naturali, come pure il v = vulnerabilità sussidiamento dei necessari provvedimenti” (LTPNat 29 gennaio 1990, art. 1). Il nucleo di Per uno stesso evento naturale, il rischio questa legge, adeguata nel corso del 2017, è il può di conseguenza essere molto differente. Ad Piano delle Zone esposte a Pericolo (PZP), co- esempio una frana che avviene in una zona di stituito a sua volta da un insieme di documenti, montagna inabitata e senza via di accesso (e = tra i quali vi sono la carta indicativa dei pericoli 0), non rappresenta un rischio, mentre se la stes- e la carta dei pericoli (v. sotto). sa frana avvenisse su un villaggio (e > 0) il ri- Per ottenere il prodotto finale si procede per schio potrebbe essere elevato. Allo stesso modo fasi successive: inizialmente bisogna identifica- 3 Con beni importanti si forti raffiche di vento non costituiscono alcun re la presenza di un pericolo naturale, ossia ri- intendono gli edifici, le rischio per edifici con pareti in cemento (v = 0), spondere alle domande “cosa può prodursi?” e infrastrutture, gli oggetti mentre possono danneggiare in modo importan- “dove?”. In seguito bisogna valutare il pericolo d’importanza o portata eco- nomica elevate, le risorse te edifici con pareti composte di materiali meno in base all’intensità e alla frequenza del proces- vitali delle persone e i beni resistenti (v > 0). so, e quantificarne quindi la pericolosità. culturali.
Extra Dati – Agosto 2019 8 F. 5 Carta indicativa dei pericoli: superficie esposta ai pericoli naturali, secondo la tipologia di pericolo, e zona edificabile, in Ticino, al 31.12.2017 Piena Valanga Movimento di versante Zona edificabile Fonte: UCA, UPIP e SST La prima fase è svolta attraverso la consulta- di Frasco, dalla frana del Valegion a Preonzo, zione di archivi, del catasto degli eventi passati dall’esondazione del lago Maggiore a Locarno e (v. [Riquadro – Il catasto degli eventi StorMe]) e grazie alla Ascona e dall’alluvionamento dei fiumi Vedeg- raccolta di testimonianze e osservazioni; natu- gio e Faloppia (zona Agno – Bioggio, rispettiva- ralmente sono utilizzate anche le conoscenze mente Chiasso). geologiche, geomorfologiche e idrologiche che Per arrivare a questo prodotto, in base alle si possiedono sui differenti versanti e bacini conoscenze in loro possesso, i servizi preposti idrografici, nonché quelle ottenute con modelli selezionano le zone critiche, ossia quelle aree, in matematici di simulazione. Il prodotto che ne prevalenza antropizzate, per le quali è necessario deriva, la carta indicativa dei pericoli, identifica approfondire l’analisi. Questo approfondimento le zone del territorio cantonale potenzialmente è eseguito tramite modelli matematici idonei a esposte a valanghe, piene e movimenti di ver- descrivere il fenomeno, calibrati attraverso le in- sante. Corrisponde a una visione d’insieme dei formazioni raccolte nelle fasi precedenti e con fenomeni naturali potenzialmente minacciosi le descrizioni degli eventi storici. La carta dei per un determinato territorio; essendo allestita a pericoli presenta un alto livello di dettaglio, fino livello cantonale presenta un grado di precisione alla singola parcella, ed è accompagnata da rap- sommario [F. 5]. porti tecnici contenenti informazioni dettagliate La seconda fase, molto più dispendiosa, su cause, effetti, probabilità, intensità e decorso sfocia nella carta dei pericoli. Alcuni estratti degli scenari di pericolo considerati. sono presentati nella figura [F. 6]: si tratta di zone In queste carte il pericolo è categorizzato, edificabili minacciate da valanga nel comune sulla base delle due grandezze illustrate nella
Extra Dati – Agosto 2019 9 F. 6 Estratti della carta dei pericoli Valanga, Frasco Movimento di versante (frana), Preonzo Esondazione lago, Locarno e Ascona Alluvionamento principale, Agno-Bioggio Alluvionamento secondario, Chiasso Fonte: UCA, UPIP e SST figura [F. 7] (probabilità che un evento accada e F. 7 I quattro gradi di pericolo intensità dell’evento), nei quattro livelli descritti di seguito4: Intensità z zona rossa: pericolo elevato, le persone sono in pericolo sia all’interno sia all’esterno degli edifici. Si prevede una distruzione improvvi- Forte sa degli edifici; z zona blu: pericolo medio, le persone sono in pericolo unicamente all’esterno dell’abita- zione. Si prevedono danni per gli edifici, ma non una loro completa distruzione; Media z zona gialla: pericolo basso, il pericolo per le persone è pressoché nullo. Si prevedono leg- geri danni per gli edifici; z zona gialla a strisce bianche: pericolo resi- duo. In questa zona non si escludono eventi Bassa con un’intensità anche elevata, la loro fre- quenza è però molto bassa. Il modello minimo delle Carte del pericolo, 30 100 300 Alta Media Bassa Molto bassa approvato nel 2013 in ottemperanza alla Legge Probalilità federale sulla geoinformazione (LGI) del 2007, Fonte: UFAM ha inserito alcune novità nella gestione dei dati elaborati dai Cantoni; in particolare è stato in- trodotto il concetto di area di studio e, all’inter- lore “nessun pericolo”. Formalmente, pertanto, no di quest’area, le zone non esposte ad alcun oltre ai quattro livelli di pericolo sopra definiti, 4 Ufficio federale dell’am- fenomeno di pericolo ricevono anch’esse una si è cominciato a cartografare anche un quinto biente. (2015). Come caratterizzazione, tramite l’assegnazione del va- livello nel quale, allo stato attuale delle cono- leggere le carte dei pericoli.
Extra Dati – Agosto 2019 10 F. 8 Stato della cartografia dei pericoli, nei comuni ticinesi, al 31.12.2017 Processi di crollo Piene Valanghe Disponibile e attuata a livello di pianificazione del territorio Disponibile In elaborazione Disponibile in parte Non disponibile Non necessaria Avvertenza: il processo di scivolamento è attualmente in fase di rielaborazione. Fonte: UCA e UPIP scenze, non è noto alcun pericolo (zona bianca). Stato della cartografia in Ticino Si osservi come per le valanghe la zona bianca Grazie all’apposita legge il nostro Cantone era già prevista dalle Direttive federali del 1984; si è conformato con largo anticipo all’obiettivo per contro la delimitazione della zona soggetta previsto dalla Confederazione di disporre delle a pericolo basso (colore giallo) è considerata fa- carte di pericolo per tutti i fenomeni naturali, coltativa ed è comprensiva del grado di pericolo raggiungendo così una coerente e circostanziata residuo. Nell’ambito di questo progetto la zona visione d’insieme della situazione a livello can- bianca è aggregata alle zone per le quali non tonale. Infatti, la quasi totalità dei comuni ticine- esiste cartografia (nella maggior parte dei casi si dispone da tempo di informazioni specifiche a causa dell’assenza di pericolo, e in alcuni casi sulla pericolosità del proprio territorio. Secondo specifici perché la cartografia è ancora in dive- la classificazione proposta dalla banca dati fe- nire, v. sotto), in una categoria chiamata “nessun derale ShowMe5, la percentuale dei comuni car- pericolo o senza indicazione”. tografati in relazione ai processi di crollo è pari A seguito della procedura giuridica di ado- all’88,0%, al 96,6% per le valanghe e all’88,9% zione, le informazioni delle carte dei pericoli per le piene [F. 8]. Per quanto riguarda gli scivola- sono trasposte nei piani regolatori (piano delle menti, in diversi comuni è in corso una revisione zone e regolamento edilizio, in base alla Legge totale o parziale delle carte dei pericoli redat- cantonale sullo Sviluppo Territoriale, LST) e in- te 20-25 anni fa. In questo caso, non è quindi fine utilizzate per la pianificazione territoriale, possibile valutare in modo univoco e immediato per la scelta, la realizzazione e la valutazione la percentuale delle superfici cartografate (come dell’efficacia delle differenti misure di protezio- invece fatto per gli altri processi). ne e per l’elaborazione dei piani di allarme. A Si segnala inoltre, per quanto riguarda i livello pianificatorio, per esempio, la zona rossa pericoli di tipo idrologico, che la carta del pe- corrisponde a una zona di divieto di costruzione, ricolo di esondazione del lago di Lugano sarà la zona blu è una zona di regolamentazione (il redatta solo nei prossimi mesi. Pertanto, la ti- pericolo deve essere sensibilmente ridotto trami- pologia “esondazione” e i relativi valori stati- te l’adozione di contromisure adeguate), mentre stici riportati nel seguito del testo si riferiscono la zona gialla e la zona gialla a strisce bianche unicamente al lago Maggiore. Altri progetti im- corrispondono a una zona di sensibilizzazione portanti che andranno nei prossimi anni a com- (raccomandazioni e/o direttive per gli edifici esi- pletare la mappatura del pericolo di alluviona- stenti e per i nuovi edifici); v. [Riquadro – La gestione mento riguarderanno il fondovalle della Valle di 5 https://map.geo.admin.ch integrale del rischio]. Blenio (fiume Brenno), attualmente disponibile > digitare “ShowMe” nel in modo indicativo e con i gradi di pericolo solo campo di ricerca.
Extra Dati – Agosto 2019 11 La gestione integrale del rischio Al fine di rispondere alle domande “cosa permettiamo che succeda?” e “come possiamo proteg- gerci?”, oltre alle carte di pericolo, deve essere eseguita un’analisi (qualitativa o quantitativa) del rischio. Il suo risultato deve essere raggiunto attraverso la gestione integrale del rischio, ossia l’implementazione di tutte le procedure e di tutte le misure atte a minimizzarlo. Il modello sviz- zero di gestione integrale del rischio, visibile nella figura seguente, è composto da 3 fasi. La fase di “gestione dell’evento”, suddivisa in “intervento” e “ripristino”, coinvolge le prime contromisure che sono intraprese a seguito di un fenomeno naturale pericoloso ed è costituita da processi quali la diffusione dell’allarme, i primi soccorsi, l’allestimento delle misure di emergenza e il ripristino dei sistemi di comunicazione. Assieme alla fase di “ricostruzione”, ha il compito di limitare la portata dell’evento stesso. La fase “misure precauzionali” ha l’obiettivo di ridurre la vulnerabilità nel caso di eventi futuri, ed è composta da “prevenzione” e “preparazione”. Esempi di misure preventive sono la pianificazione territoriale e l’allestimento di barriere di protezione, mentre l’allestimento di piani di evacuazione e la simulazione di situazioni di emergenza sono esempi di misure preparatorie. F. 9 Il modello svizzero di gestione integrale del rischio Fonte: UFAM in alcuni punti, e la tratta terminale del fiume dei dati di base e degli strumenti modellistici Maggia, a valle di Ponte Brolla, che potrà po- più recenti consentono oggi di ottenere carte del tenzialmente interessare i comuni di Ascona, pericolo con un dettaglio e una precisione diffi- Locarno e Losone. cilmente immaginabile ancora 15 o 20 anni fa. Per quanto riguarda i movimenti di versante, Non certo da ultimo, dovranno in futuro essere oltre all’importante revisione per gli scivolamen- considerati gli effetti diretti e indiretti del riscal- ti, si procederà con l’aggiornamento delle zone damento climatico sulle precipitazioni intense, esposte a crollo nei comuni di Brissago, Gamba- sulla stabilità del terreno nelle regioni alpine e rogno, Locarno, Onsernone e nel Malcantone, il sulla disponibilità di materiale trasportabile dai cui primo accertamento risale ormai a oltre 20 corsi d’acqua, così come le modifiche delle su- anni fa. Per le valanghe è previsto l’aggiorna- perfici insediate, la costruzione di nuove infra- mento completo delle informazioni nei Comuni strutture e l’effetto di nuove opere di protezione. di Airolo, Campo Valle Maggia e Onsernone. In conclusione, considerata la disomogenei- Va inoltre segnalato che i PZP sono stati tà nella qualità delle conoscenze disponibili e redatti nel corso di 25 anni, ciò che ha inevita- l’estrema dinamicità che caratterizza sia i feno- bilmente determinato una certa disomogeneità meni naturali sia la società umana, i servizi can- nei criteri di redazione delle carte. Da un lato, tonali preposti proseguiranno nei prossimi anni alcune raccomandazioni federali sono state pub- con il costante allestimento e aggiornamento blicate dopo il 1990 e, dall’altro, l’elevata qualità delle carte di pericoli.
Extra Dati – Agosto 2019 12 F. 10 Il processo di aggregazione dei pericoli naturali Pericolo “x” Pericolo “y” Alcune aree sono esposte a pericoli naturali diversi: a queste viene + = attribuito il grado di pericolo più alto Integrazione del pericolo indicativo + Pericolo indicativo = Zona edificabile “taglio” secondo la + = zona edificabile Elevato Medio Basso Residuo Pericolo indicativo Zona edificabile Fonte: Ustat Scopo del lavoro, dati e metodologia Livello di aggregazione 1 (solo per i pericoli le- Dopo questa introduzione teorica, possiamo gati all’acqua): ora entrare nel vivo della parte statistica. z Alluvionamento principale: alluvionamenti L’obiettivo del presente lavoro è quantificare il causati da corsi d’acqua principali; numero di persone, edifici, aziende e addetti che z Alluvionamento secondario: alluvionamenti si trovano in un’area edificabile esposta a pericoli causati da corsi d’acqua minori e flussi di de- naturali. Esaminando i dati a scala di distretto si trito; intende inoltre mettere in luce eventuali differen- z Esondazione lago. ze territoriali tra i diversi processi naturali. La banca dati relativa ai pericoli naturali Livello di aggregazione 2: utilizzata e contenente la carta dei pericoli e z Movimento di versante: crolli, scivolamenti la carta indicativa dei pericoli è stata messa a superficiali e scivolamenti medi; disposizione da UPIP e UCA (data di aggior- z Piena: Alluvionamento principale, alluvio- namento 1 gennaio 2018). Questa banca dati namento secondario, esondazione lago; include le zone edificabili dei Piani regolatori, z Valanga. fornite dalla Sezione dello sviluppo territoriale (SST) del Dipartimento del territorio. Livello di aggregazione 3: I processi naturali di base considerati sono i z Carta sinottica: movimento di versante, pie- seguenti: alluvionamento da corso d’acqua prin- na, valanga. cipale, alluvionamento da corso d’acqua minore, flusso di detrito, esondazione lago, crollo, scivola- La procedura di aggregazione dei processi mento superficiale, scivolamento medio e valanga. è schematizzata nella figura [F. 10]. Alcune aree Per non appesantire troppo la lettura si è sono esposte a pericoli naturali differenti: du- deciso di non presentare i dati di dettaglio per rante la procedura di aggregazione, a queste tutti questi processi, ma di compiere l’analisi a zone è stato attribuito il grado di pericolo più tre livelli differenti di aggregazione, come di elevato (v. [F. 10] in alto). Alcune aree, inoltre, seguito definiti: sono potenzialmente esposte a un fenomeno di
Extra Dati – Agosto 2019 13 A.M.AL.PI. 18 (Alpi in Movimento, Movimento nelle Alpi. Piuro 1618-2018): un progetto Interreg per conoscere e fare conoscere le grandi frane alpine Nel 2018 è stato avviato un progetto di ricerca transfrontalie- L’itinerario della “via delle frane”, un sentiero turistico ro che vede coinvolti numerosi enti tra Regione Lombardia, tematico che si intende progettare e realizzare nei prossimi Canton Grigioni e Canton Ticino, che mira a valorizzare anni, prende spunto in particolare dalla grande frana che e promuovere, attraverso itinerari turistici, grandi eventi nel 1618 seppellì il paese di Piuro in provincia di Sondrio franosi che nei secoli hanno unito nel dolore e nel dramma i e dalla recente valanga di roccia del Pizzo Cengalo in Val due paesi confinanti. Bondasca. Lungo un asse est-ovest che percorre due cantoni, In modo particolare, l’attenzione è rivolta a quei fenomeni una comunità montana e quattro vallate alpine a forte rischio catastrofici, genericamente definiti grandi frane, le cui con- idrogeologico (Valle del Ticino incluso il fiume Brenno, seguenze su vasta scala hanno avuto (e potrebbero ancora Mesolcina, Bregaglia e Valtellina), si approfondiranno avere) una importante ricaduta sulle comunità umane nel le conoscenze tecnico-scientifiche sulla vulnerabilità dei territorio compreso tra la provincia di Sondrio e i Cantoni versanti, si definiranno strategie congiunte di prevenzione e Ticino e Grigioni. si svilupperanno le potenzialità turistiche legate alla storia e alla cultura dei luoghi, in parte ancora inesplorate, che F. 11 legano i due territori confinanti. Paleofrana di Anzonico Il Canton Ticino vi partecipa attraverso l’Istituto scienze della terra della SUPSI e la Sezione forestale cantonale, che hanno individuato in alcune grandi frane preistoriche e storiche i punti di forza di questo itinerario. La tristemente nota “Buzza di Biasca” del 1515 sarà analizzata in relazione alla grande frana del Monte Crenone che in più episodi, e in particolare nel 1513, fu la causa dello sbarramento del Bren- no. Meno nota e vicinissima a quest’ultima, la frana che in età preistorica sbarrò sempre il Fiume Brenno, tra Ludiano e Malvaglia Rongie, lasciando le sue tracce evidenti nelle cosiddette “Ganne” (grossi detriti di frana). Altro esteso movimento di versante preistorico poco noto, che ha marcato significativamente la morfologia del territorio, è quello di Anzonico-Chironico, che in base agli studi sinora condotti, sbarrò il Fiume Ticino, formando un lago su un’area di 1,3 km2 che perdurò per oltre 120 anni. Più a ovest, quasi alla stessa latitudine, sopra l’abitato di Peccia in Val Lavizzara, la frana del Pizzo Ruscada mostrò già a partire dal 1570 la sua attività, generando in più occasioni grandi devastazioni legate alla presenza del fiume Maggia nel fondovalle e a flussi di detrito al suo margine meridionale, portati dal riale Fonte: UPIP Ri del Pizzone. cui si conosce l’origine (ad esempio valanga) ma cazioni sul parco immobiliare svizzero. Essa si non il grado di pericolo, perché non è ancora sta- basa sul Registro degli edifici e delle abitazioni to definito. Queste aree sono contrassegnate con e tiene conto degli edifici a uso abitativo. Sono un livello di pericolo definito “indicativo”. Per considerati edifici a uso abitativo gli edifici a completezza di analisi si è deciso, laddove pre- uso esclusivamente abitativo (case unifamiliari senti, di considerare anche queste aree (v. [F. 10] al e plurifamiliari), gli edifici di abitazione con uso centro). Infine, le carte così prodotte sono state annesso (utilizzati principalmente a fini abitati- “tagliate” in modo da selezionare unicamente le vi, ma che contengono spazi commerciali, uffici aree esposte a pericolo naturale che si trovano in o altro) e gli edifici parzialmente a uso abitativo una zona edificabile6 (v. [F. 10] in basso), le quali (usati prevalentemente per altro scopo, a condi- sono state utilizzate come base per le varie estra- zione che abbiano almeno un’abitazione, come zioni statistiche presentate nel seguito. ad esempio una scuola contenente l’abitazione In questo progetto sono stati utilizzati an- del custode). Oltre alle informazioni geografi- che i dati più recenti (al momento dell’analisi) che che consentono di localizzare gli edifici, la relativi alla Statistica degli edifici e delle abita- SEA include già le variabili sulla popolazione zioni (SEA, aggiornati al 2017) e alla Statistica residente permanente, derivanti dalla Statistica 6 Mappali contrassegnati strutturale delle imprese (STATENT, aggiorna- della popolazione e delle economie domestiche nel PR come residenziali, ti al 2016). (STATPOP, anch’essa aggiornata al 2017), che lavorativi e AP/EP (aree pubbliche ed edifici pubbli- La SEA è aggiornata a cadenza annuale informano sul numero di abitanti che vivono nei ci). Non sono considerate le dall’Ufficio federale di statistica e fornisce indi- singoli edifici abitativi del cantone. vie di comunicazione.
Extra Dati – Agosto 2019 14 F. 12 Superficie edificabile esposta, rispettivamente non esposta, a pericoli naturali*, in Ticino, al 31.12.2017 Leventina Blenio Riviera Bellinzona Vallemaggia Locarno Esposte a pericolo Non esposte a pericolo Lugano Mendrisio * Secondo il livello di aggregazione 3 (sinottico). Fonte: UCA, UPIP e SST La STATENT, anch’essa aggiornata a ca- inoltre che un’azienda può trovarsi all’interno denza annuale dall’Ufficio federale di statisti- di un edificio abitativo (v. sopra, edifici di abi- ca, fornisce indicazioni sulla struttura dell’eco- tazione con uso annesso oppure edifici parzial- nomia svizzera e definisce, per ogni azienda, mente a uso abitativo), pertanto i totali di edi- il numero di addetti e la rispettiva posizione fici e di aziende non possono essere sommati geografica. Con azienda si intende l’edificio, direttamente tra loro. Analogamente, nemmeno il complesso di edifici o la parte di edificio i totali di addetti e di persone possono essere nella quale una o più persone svolgono un’at- sommati, poiché una stessa persona (con un tività lavorativa. Gli addetti sono invece tutte impiego in Ticino) può essere conteggiata nelle le persone occupate nell’azienda, inclusi tito- due statistiche, una volta come persona residen- lari, direttori, gerenti, apprendisti, ausiliari, te e una volta come addetto (senza contare che collaboratori esterni, lavoratori a domicilio e se una persona è attiva in più tempi parziali, è collaboratori familiari. La STATENT rileva conteggiata più volte anche come addetto). gli addetti dal punto di vista del datore di la- voro, di conseguenza le persone con più impie- ghi sono conteggiate più volte. Segnaliamo che una parte delle aziende non potrà essere inclusa nell’analisi statistica, a causa della localizza- zione geografica insufficientemente accurata (per maggiori dettagli v. sotto, capitolo “Azien- de e addetti”, e nota 9 a pagina 25). Si precisa
Extra Dati – Agosto 2019 15 F. 13 Superficie edificabile (in %), secondo il grado di pericolo*, in Ticino, al 31.12.2017 Elevato (1,4%) Medio (3,7%) Basso (4,3%) Residuo (8,5%) Pericolo indicativo (1,6%) Nessun pericolo o senza indicazione (80,5%) Totale ettari: 11.116,5 * Secondo il livello di aggregazione 3 (sinottico). Fonte: UCA, UPIP e SST Risultati Superficie edificabile F. 14 A scala cantonale Superficie edificabile esposta a pericoli naturali* (in ettari), secondo la tipologia di pericolo, in Ticino, al 31.12.2017 In Ticino l’area totale della zona edificabi- le è pari a 11.166,5 ettari. Come noto e visibi- 2.000 le nella figura [F. 12] è perlopiù localizzata nel fondovalle, dove scorrono i fiumi e si trovano i principali laghi, e questo spiega l’importan- 1.500 za dei fenomeni legati all’acqua, che vedremo in seguito. È ben visibile, inoltre, la differenza 1.000 1.918,4 di estensione delle zone edificabili tra i diffe- renti distretti: quelli con la zona edificabile più estesa sono chiaramente quelli urbani. Questa 500 figura evidenzia infine in rosso l’area edifica- 67,5 bile esposta a pericolo naturale sulla base della 222,4 0 carta sinottica (livello di aggregazione 3), e Piena Movimento di versante Valanga in verde quella non esposta. Si può osservare, già a colpo d’occhio, che nel Mendrisiotto, nel Avvertenza: le aree esposte a più pericoli sono conteggiate in ognuna delle tipologie di pericolo che le minaccia. distretto di Blenio, ma anche nel Luganese il * Secondo il livello di aggregazione 2. Fonte: UCA, UPIP e SST colore verde (ovvero “non soggetto a perico- lo”) è preponderante sul rosso: come si vedrà in seguito (v. [T. 3]), ciò si traduce in una quota F. 15 relativamente bassa di zona edificabile sottopo- Superficie edificabile esposta a pericoli naturali di origine idrologica* (in ettari), secondo la tipologia di pericolo, in Ticino, al 31.12.2017 sta a pericoli naturali. Negli altri distretti vale invece il contrario. 1.400 Nella figura [F. 13] l’area edificabile cantonale 1.200 è suddivisa secondo i gradi di pericolo sulla base della carta sinottica. 1.000 Poco meno di 1/5 della superficie edificabile 800 ticinese (19,5%; 2.175,2 ettari) è esposta ad alme- no un pericolo naturale. Più precisamente, una 600 1.171,2 superficie pari al 17,9% del totale (1.997,4 ettari) 400 è indicata nella carta sinottica dei pericoli ed è 568,3 di conseguenza contrassegnata con un grado di 200 382,1 pericolo da residuo a elevato; nello specifico: 0 z l’8,5% della superficie edificabile (946,0 et- Alluvionamento principale Alluvionamento secondario Esondazione lago tari) è esposta a un pericolo residuo; z il 4,3% (476,8 ettari) a un pericolo basso; Avvertenza: le aree esposte a più pericoli sono conteggiate in ognuna delle tipologie di pericolo che le minaccia; l’esondazione del lago di Lugano non è conteggiata, in quanto non ancora cartografata. z il 3,7% (417,5 ettari) a un pericolo medio; * Secondo il livello di aggregazione 1. z l’1,4% (157,1) a un pericolo elevato; Fonte: UCA e SST z l’1,6% (177,8 ettari) fa invece parte della car- ta indicativa dei pericoli. come i pericoli che “incombono” maggiormente sulle aree edificabili cantonali siano quelli legati La figura [F. 14] rappresenta la superficie edi- all’acqua: 1.918,4 ettari di superficie edificabile ficabile esposta alle diverse categorie di pericolo sono infatti esposti al pericolo piena, 222,4 etta- secondo il livello di aggregazione 2, e mostra ri al pericolo movimento di versante e 67,5 ettari
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