PERI-POSTMENOPAUSA Aspetti clinici e socio-sanitari - A cura di Rocco Gallicchio, Specialista in Ostetricia e Ginecologia, Milano - Theramex

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PERI-POSTMENOPAUSA Aspetti clinici e socio-sanitari - A cura di Rocco Gallicchio, Specialista in Ostetricia e Ginecologia, Milano - Theramex
PERI-POSTMENOPAUSA
                Aspetti clinici e socio-sanitari
A cura di Rocco Gallicchio, Specialista in Ostetricia e Ginecologia, Milano
PERI-POSTMENOPAUSA Aspetti clinici e socio-sanitari - A cura di Rocco Gallicchio, Specialista in Ostetricia e Ginecologia, Milano - Theramex
INDICE

         1. Introduzione
         2. Modificazioni ormonali e metaboliche in peri-
         postmenopausa
         3. Effetti precoci e tardivi della carenza
         estrogenica: sintomatologia e rischi per la salute
         4. Aspetti psicologici della transizione post-
         menopausale
         5. Menopausa e terapia ormonale: indagine su
         conoscenza, atteggiamenti e comportamenti
         delle donne
         6. Aspetti di counselling per la donna in
         menopausa
         7. Terapia sostitutiva ormonale:
         Raccomandazioni SIM-2018
         8. Key messages
         9. Bibliografia
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INTRODUZIONE

                 Il ruolo della donna nella
                      società moderna
               è fondamentale, soprattutto
                   dopo i 50 anni: madre,
               moglie, caregiver, lavoratrice
                        e…nonna!!!.

                La tutela della sua salute e
                     del suo benessere
                  è nell’interesse di tutti.
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DONNE IN MENOPAUSA IN ITALIA

                                   In Italia sono
                                  16.700.000 le
                                donne di età > 45
                                e più di 10 milioni
                                    le donne in
                                    menopausa

                                     «In Italia,
                               dato l’innalzamento
                                      dell’età
                                  pensionabile, le
                                donne potrebbero
                               trascorrere circa 15-
                                 20 anni della vita
                                   lavorativa in
                                   menopausa.»
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ASPETTATIVA E QUALITÀ DI VITA IN POSTMENOPAUSA
                       • A causa dell’allungamento della vita media,
                         le donne trascorrono un terzo o più della
                         loro vita dopo la menopausa.

                       • Dopo la menopausa si assiste ad un
                         aumento dell’incidenza di patologie
                         croniche (cardiovascolari, tumori) con
                         conseguente aumento delle assenze dovute
                         alle cure, fino all’abbandono del posto di
                         lavoro.

                       • A parità di rendimento, lo sforzo lavorativo
«La sintomatologia       diventa più intenso, per contrastare i
     associata           sintomi vasomotori, la stanchezza causata
 alla menopausa          dall’insonnia, problemi di memoria e
   si ripercuote         difficoltà di concentrazione.
  negativamente
    sul lavoro.»       • Si osserva un aumento degli infortuni
                         (fratture e lussazioni) per osteopenia e
                         osteoporosi.
                                         Sasser AC, et al. Womens Health Issues. 2005
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DEFINIZIONE DI MENOPAUSA

 La menopausa indica il momento in cui si verifica l’esaurimento del
 patrimonio follicolare ovarico (atresia follicolare), con conseguente
 cessazione della produzione gonadica di ormoni sessuali. Tali fenomeni
 comportano la scomparsa dei flussi mestruali e la perdita della capacità
 riproduttiva.

     • La menopausa fisiologica viene confermata retrospettivamente, dopo un
       anno di amenorrea
     • La menopausa artificiale può essere indotta da intervento chirurgico
       (ovariectomia), radio o chemioterapia.

 A seconda dell’età di esordio, la menopausa viene classificata come
 segue:

     Menopausa fisiologica: 45-55 anni
     Menopausa prematura: 55 anni

                                Pokoradj Aj, et al. AJOG. 2011; Zanoio, et al. Ginecologia e Ostetricia. Elsevier. 2011
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PREMENOPAUSA, MENOPAUSA, POSTMENOPAUSA
•   Si definisce climaterio il periodo che comprende la premenopausa (2-10 anni prima della
    menopausa), la menopausa (ultima mestruazione) e la postmenopausa (dalla menopausa
    fino alla senescenza).
•   La transizione perimenopausale indica il periodo caratterizzato dalle modificazioni del ciclo
    (lunghezza) e dell’assetto endocrino (aumento livelli FSH) fino alla menopausa (scomparsa
    dei cicli).
•   La perimenopausa comprende il periodo che va dalla premenopausa fino a 12 mesi dopo la
    cessazione dei cicli.

                                      Mod da Zanoio, et al. Ginecologia e Ostetricia. Elsevier. 2011: elaborazione da testo.
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FATTORI CHE INFLUENZANO L’ETÀ DELLA MENOPAUSA

Alcuni studi hanno valutato la        L’unico fattore sul quale vi
correlazione di diversi fattori con        è una sostanziale
l’età di insorgenza della             concordanza è il fumo, che
menopausa : razza, stato socio-         decisamente anticipa la
economico, età del menarca, età         menopausa di circa due
materna alla menopausa, uso di            anni, con maggiore
CO, parità, stile di vita, ma i          intensità dei sintomi.
risultati sono estremamene
contraddittori.
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Modificazioni ormonali e metaboliche in
                            Inail, 2017

         peri-postmenopausa
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MODIFICAZIONI ORMONALI IN PERI-POSTMENOPAUSA/1

• Già dopo i 35 anni, la massa ovarica e la fertilità si riducono in quanto i follicoli
  iniziano a subire un processo di atresia (diminuzione del numero e della funzione);
  questo si traduce in una diminuita produzione di inibina e capacità di rispondere alle
  gonadotropine, cui segue un aumento dell’FSH, specie in fase follicolare. Tali eventi si
  accentuano negli anni successivi.
• I livelli di estrogeni diminuiscono progressivamente (iperestrogenismo relativo) e il
  picco di LH non viene sempre raggiunto; anche il progesterone diminuisce
  (insufficienza del corpo luteo) e i cicli diventano per lo più anovulatori; anche l’LH
  tende ad aumentare.

• Nel periodo premenopausale, la fase follicolare è accelerata (3 gg), a causa del
  progressivo aumento dell’FSH, della riduzione di inibina e dell’alterata follicologenesi.
  Si verifica una situazione di iperestrogenismo relativo e cicli anovulatori.

• Nel periodo di transizione perimenopausale l’aumento dell’FSH è molto più elevato
  (1-20 volte) di quello dell’LH (3 volte) a causa della mancanza di inibina e del feed-
  back con gli estrogeni.
• I livelli di estradiolo (E2) si riducono notevolmente mentre
                                                            Inail, aumenta
                                                                   2017    l’estrone (E1),
  per aromatizzazione dell’androstenedione periferico.
                                                        Zanoio L, et al. Ginecologia e Ostetricia. Elsevier. 2011
MODIFICAZIONI ORMONALI IN PERI-POSTMENOPAUSA/2

•   Nella post-menopausa FSH ed LH aumentano progressivamente e raggiungono i massimi
    livelli 1-3 anni dopo la menopausa.
•   A causa della diminuzione degli estrogeni diminuisce anche l’SHBG, mentre il DHEAS, di origine
    surrenalica, diminuisce più lentamente con l’età.
•   Nel complesso si instaura un iperandrogenismo relativo, anche per la diminuzione dell’SGBG,
    con conseguente aumento del testosterone libero, che si traduce in alcune manifestazioni
    cliniche, come irsutismo, modificazione del tono della voce, diradamento dei capelli.

                                                                           Inail, 2017

                                                   Mod da: Harrison. Principles of Internal Medicine. Cap. 348. 18 thEd.
MODIFICAZIONI ORMONALI IN PERI-POSTMENOPAUSA/3

                 Mod da: Harlow SD, et al. The Journal of The North American Menopause Society. 2012.
MODIFICAZIONI DEL PROFILO CARDIO-METABOLICO IN PERI-POSTMENOPAUSA

•        Diminuzione del trofismo dell’endotelio arterioso, sensibile agli estrogeni.
•        Modificazione del metabolismo delle lipoproteine: diminuzione dei recettori
         delle LDL, incremento della lipasi epatica responsabile del catabolismo delle
         HDL e della conversione da VLDL a LDL, sbilanciamento del rapporto HDL/LDL e
         relativo aumento del potenziale aterogeno, con aumento del rischio di infarti e
         ictus.
•        Progressiva degenerazione delle cellule β di Langerhans, che aumenta il
         rischio di ridotta tolleranza glucidica e DMT2 (Diabete Mellito Tipo 2).
•        Iperinsulinismo, per aumento della clearance epatica dell’insulina e della
         resistenza periferica all’insulina, che a sua volta determina un aumento della
         lipasi epatica ormono-sensibile, aumento della lipolisi, maggior apporto di
         NEFA al fegato e conseguente aumento della sintesi dei trigliceridi.
•        Ipertrigliceridemia
•        Modificazione dell’assetto emocoagulativo, con alterazione dell’equilibrio fra
         emostasi e fibrinolisi, a favore della prima.
•        La tiroide subisce un lento processo di fibrosi e il T3 diminuisce del 25-40%, con
         conseguente diminuzione del metabolismo basale.
                                                                                                   Inail, 2017

    Lobo RA, et al. Climacteric. 2014; Matthews KA, et al. J Am Coll Cardiol. 2009; Derby CA, et al. Am J Epidemiol. 2009; Woodard GA, et al.
    Menopause 2011.
Effetti precoci e tardivi della carenza estrogenica:
        sintomatologia e rischi per la salute
EFFETTI E SINTOMI DELLA CARENZA ESTROGENICA
  Secchezza della cute
  Prurito
                                                   SINTOMI DELLA
                           Perdita di capelli
  Vampate di calore                                 MENOPAUSA
  Secchezza della pelle
  Sudorazioni notturne                          Palpitazioni

           Mastodinia                              Dispepsia

                                                  Sindrome uro-genitale

    Perdita della libido
    Secchezza vaginale                               Unghie fragili

                                                        Stanchezza
                                                          Vertigini
                                                         Irritabilità
                           Dolori articolari           Mal di testa
                            Osteoporosi                Depressione
                                                     Aumento di peso
                                                      Sbalzi d’umore
                                                    Perdita di memoria
LA SINTOMATOLOGIA DA CARENZA ESTROGENICA

      La menopausa non è una malattia, tuttavia la carenza estrogenica è causa di un corollario di
            sintomi precoci e tardivi, che si ripercuotono negativamente sulla qualità di vita.
    Inoltre in post-menopausa aumenta il rischio di alcune patologie croniche, come l’osteoporosi,
       le malattie cardiovascolari, le malattie neurodegenerative, in modo indipendente dall’età.

       DISTURBI PRECOCI                                              DISTURBI TARDIVI
•     Sintomi vasomotori: vampate di calore,                  •     Disturbi      cognitivi,    sia     su     base
      sudorazioni notturne, palpitazioni                            neurodegenerativa che vascolare, aumentato
                                                                    rischio M. Alzheimer.
•     Aumento del peso corporeo e
      distribuzione androide del grasso                       •     Sintomi urogenitali: secchezza vaginale,
                                                                    dispareunia, disuria, incontinenza urinaria.
•     Sintomi psicologici: ansia, depressione,
                                                              •     Sintomi muscolo-scheletrici (dolori muscolari
      insonnia, irritabilità, sbalzi di umore.                      e articolari, aumento del rischio di fratture a
                                                                    causa dell’osteoporosi).

    Impatto sulla qualità di vita correlata alla salute (HrQoL), sulla QoL sessuale e relazionale,
    Il vissuto della donna influisce altresì sull’intensità dei sintomi.

                   Biglia N, et al. Climacteric. 2017; Santoro N. Endocrinol Metab Clin North Am. 2015; Ayers B, et al. Maturitas. 2010.
MENOPAUSA: DISTURBI PIÚ FREQUENTI

                              Disturbi di cui
                              la donna soffre
                              e i più fastidiosi
                              (valori %)
                              Il totale è diverso da 100
                              perché sono possibili
                              più risposte.

                                         79%
                                la percezione dei disturbi
                              dipende dalle singole donne.
                                         18%
                             La menopausa causa disturbi in
                                    tutte le donne.
                                          2%
                                La menopausa non causa
                                       disturbi.
                                      Fonte: ISS, 2008

                                                   Censis, maggio 2018
SINTOMI VASOMOTORI

                               Fisiopatologia

• I sintomi vasomotori sono un fenomeno molto comune, pur essendo variabili
  nell’intensità e nella durata. Vengono riportati dall’85% delle donne in post-
  menopausa e dal 20 % circa delle donne in pre-menopausa.
• Sono caratterizzati dalle vampate di calore (hot flushes) ovvero da una
  sensazione improvvisa di calore nella parte superiore del corpo; possono essere
  accompagnate da palpitazioni e seguite da sudorazione e brividi. Gli episodi di
  maggiore intensità sono più spesso notturni.
• La fisiopatologia è molto complessa e non ancora chiara.
• Si ipotizza che siano scatenate da un calo improvviso dei livelli estrogenici in
  un contesto ipoestrogenico di base.
• Sono implicati il sistema noradrenergico, dopaminergico, oppioide.
• Durante la vampata aumentano : LH, noradrenalina, corticotropina, cortisolo,
  androstenedione, DHEA, β-endorfina, β-lipotropina, Gh, mentre restano
  invariati Noradrenalina, FSH, estradiolo, estrone, PRL, TSH.

                                               Santoro NS, et al. Endocrinol Metab Clin North Am. 2015
DURATA DEI SINTOMI VASOMOTORI

 La durata dei sintomi vasomotori è in media 7.4 anni, con una notevole variabilità
 individuale da 3.4 a 11.9 anni).

 Diversi fattori incidono sulla persistenza dei sintomi:
 • Etnia (>nelle donne afro-americane)
 • Contesto familiare e sociale
 • Condizione economica
 • Ansia
 • Depressione
 • Atteggiamento negativo nei confronti della transizione menopausale
 • Eccessiva magrezza
SINTOMI VASOMOTORI, BIOMARKER DI PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI E CRONICHE

     I sintomi vasomotori hanno un impatto notevole sulla qualità di vita e sono
      un fattore di rischio di patologie croniche, costituiscono un costo sociale in
                     termini giornate di lavoro perse e di assistenza.
SINTOMI VASOMOTORI E RISCHIO CARDIOVASCOLARE/1

•   Il ruolo della menopausa nel determinismo del rischio
    cardiovascolare è un fattore indipendente rispetto
    all’invecchiamento.
•   I dati di letteratura dimostrano che le donne che soffrono di
    sintomi vasomotori hanno un maggiore rischio cardiovascolare
    riconducibile a:
    •   Cardiopatia ischemica subclinica
    •   Disfunzione endoteliale e scarsa dilatazione flusso-mediata. L’endotelio
        regola la viscosità ematica e la coagulazione,
    •   Maggiori calcificazioni aortiche e rigidità delle arterie
    •   Incremento dello spessore dell’intima
    •   Diminuito livello dell’attività plasmatica antiossidante e aumento della
        risposta cardiovascolare allo stress
    •   Ipertensione per attivazione del sistema nervoso simpatico
    •   Maggiore sensibilità allo stress ossidativo.

                                   Biglia N, et al. Climacteric. 2017; Matthews KA, et al. ? J Am Coll Cardiol. 2009
SINTOMI VASOMOTORI E RISCHIO CARDIOVASCOLARE/2

              L’incidenza di IMA nelle donne è
            raro prima della menopausa mentre
             tende a salire dopo la menopausa,
                fino a raggiungere l’incidenza
                   maschile dopo i 70 anni.

 Recenti studi hanno evidenziato (studio LADIES ACS) che le donne che soffrono
 di sintomi vasomotori sono soggette più precocemente a IMA (Infarto
 Miocardico Acuto) rispetto alle donne asintomatiche. Questo supporta l’ipotesi
 che la disfunzione endoteliale o altri meccanismi vasocostrittivi potrebbero
 avere un ruolo importante nel determinismo della sindrome coronarica in un’età
 più precoce.
SINTOMI VASOMOTORI E RISCHIO CARDIOVASCOLARE/3

                                              SVM      No SVM
                SVM   No SVM

 *SVM: sintomi vasomotori
                                   Mod da: Sanovitto, et al. Menopause Rev. 2018
SINTOMI VASOMOTORI E OSTEOPOROSI

 • Alcuni ricercatori hanno osservato un picco di perdita di massa ossea in
 coincidenza con la comparsa dei sintomi vasomotori.
 • Uno studio prospettico ha dimostrato nel 2015 che le donne con sintomi
 vasomotori avevano una minore densità ossea e un maggiore rischio di
 sviluppare osteoporosi e fratture negli 8 anni successivi.
 • La correlazione tra sintomi vasomotori e osteoporosi è complessa e
 verosimilmente riconducibile ad una carenza estrogenica più marcata nelle
 donne con sintomi vasomotori.
 • La maggiore riduzione dei livelli estrogenici diminuisce il potere
 antiossidante e aumenta il livello di citochine infiammatorie (TNF-a, IL-4,
 IL-10, and IL-12), che stimolano osteoblasti e osteoclasti, con conseguente
 aumento del turnover osseo e della perdita ossea.

                                                              Biglia N, et al. Climacteric. 2017
SINTOMI VASOMOTORI E DEPRESSIONE

 • I disturbi cognitivi e la M. di Alzheimer hanno una maggiore incidenza nelle
 donne (16 vs 11%) dopo i 71 anni.
 • Gli estrogeni svolgono un ruolo cruciale nelle funzioni cognitive, soprattutto a
 livello dell’ippocampo e della corteccia prefrontale.
 • Alcuni studi hanno evidenziato che una maggiore riduzione della memoria
 verbale nelle donne con sintomi vasomotori, soprattutto quelli notturni, a
 dimostrazione che la correlazione è di natura fisiologica e non psicologica.
 • Anche la memoria episodica risente della carenza estrogenica, in quanto
 verrebbe meno l’effetto protettivo nei confronti della neuro-infiammazione.
 • La carenza estrogenica a livello della microglia influenza la progressione della
 malattia di Alzheimer.
 • Secondo una recente ipotesi, la correlazione tra sintomi vasomotori e disturbi
 cognitivi è verosimilmente mediata dal cortisolo, che aumenta dopo gli episodi
 vasomotori, come dimostrato dai livelli elevati di cortisolo urinario nelle donne
 sintomatiche. La performance mnesica correla negativamente con i livelli di
 cortisolemia.

                                                                 Biglia N, et al. Climacteric. 2017
SINTOMI VASOMOTORI E FUNZIONI COGNITIVE

   • Le donne soffrono di depressione con una prevalenza doppia rispetto agli
   uomini lifetime.
   • Negli studi condotti in donne in post-menopausa la prevalenza variava da
   5.9 a 23.8%.
   • I sintomi depressivi sono 2-3 volte più frequenti nella fase precoce della
   peri-menopausa.
   • I sintomi vasomotori, che possono comparire anche prima della menopausa,
   hanno valore predittivo di comparsa di sintomi depressivi.
   • I sintomi vasomotori sono in relazione di reciprocità con i sintomi
   depressivi, in quanto entrambi si potenziano vicendevolmente.
MENOPAUSA E AUMENTO DI PESO /1

                In Italia il 38% delle donne > 45 anni è in sovrappeso e
                                il 13% è obeso (ISTAT 2015).

•   Per le donne dai 55 ai 65 anni l’aumento di peso costituisce una delle principali preoccupazioni.
•   Il milieu ormonale peri-postmenopausale favorisce, pur non essendone l’unico determinante,
    l’aumento di peso ed una distribuzione più sfavorevole del peso corporeo, con aumento del
    rapporto vita/fianchi e concentrazione dell’adipe a livello addominale (obesità androide).
•   L’aumento di peso non solo si associa ad un aumento del rischio cardiovascolare e di malattie
    metaboliche, ma ha anche un impatto negativo sulla HrQoL e sulla sessualità.
•   Studi su animali indicano che la somministrazione di estrogeni riduce l’accumulo di adipe
    addominale (androide), migliora la sensibilità insulinica e riduce il rischio di diabete di tipo2.
•   Anche lo stile di vita incide sull’aumento di peso, come un’alimentazione eccessiva e scorretta e
    una ridotta attività fisica.
MENOPAUSA E AUMENTO DI PESO /2

                                                                Sovrappeso e obesità
                                                               interessano circa il 40%
                                                                    delle donne in
La tendenza all’aumento di peso in menopausa si associa              menopausa.
anche a disturbi e fluttuazioni del tono dell’umore, ansia e
stress eating, una modalità di alimentazione come risposta
disadattiva allo stress, spesso dovuto a preoccupazioni
economiche e alla difficoltà di conciliare il lavoro con gli
impegni familiari e di assistenza (caregiving).
MENOPAUSA – SINTOMI PSICOLOGICI

    Disturbi del sonno

                                                                La prevalenza dei disturbi
                                                               del sonno aumenta da 12 a
                                                               40% durante la transizione
                                                                      menopausale.

•    La qualità del sonno è un fattore determinante per il benessere diurno, sempre e
     comunque, in tutti gli individui.
•    Nelle donne in menopausa si evidenzia una diminuzione del sonno REM, questo
     comporta sensazione di sonno non ristoratore e di stanchezza.
•    Il riposo notturno in post-menopausa può essere peggiorato anche dalle
     sudorazioni notturne.
•    I disturbi del sonno correlano inoltre con una maggiore incidenza di ansia e sintomi
     depressivi.
MENOPAUSA – SINTOMI PSICOLOGICI

Disturbi depressivi

                                                                                 La donne sono
                                                                           maggiormente soggette a
                                                                            depressione rispetto agli
                                                                           uomini in tutte le fasi della
                                                                          vita, ma in modo particolare
                                                                              dopo la menopausa.

•   Si ipotizza e che un’alterazione del segnale estrogenico (bassi livelli di estrogeni ed elevati livelli
    di FSH), a livello cerebrale possa avere un impatto negativo sulle funzioni cognitive e sulle
    emozioni, mediato dalle regioni prefrontali, dall’ippocampo, dall’amigdala, dalle regioni cingolate
•   I fattori endocrini tuttavia non bastano da soli a spiegare la maggiore incidenza di depressione
    in menopausa, che sembra un fenomeno complesso, derivante dall’interazione tra fattori
    ormonali e metabolici, influenza la regolazione delle emozioni, facilitando la comparsa di
    sintomi depressivi.
•   L’importanza di fattori metabolici trova una conferma nell’osservazione che le donne in
    sovrappeso/obese in menopausa sono più facilmente depresse e che livelli elevati di
    emoglobina glicata (HbA1c) correlano con una interpretazione negativa di immagini
    emotivamente neutre, come rilevato in questo studio.
MENOPAUSA – DISTURBI COGNITIVI

  • In post-menopausa le donne lamentano soprattutto una riduzione della
    memoria di lavoro e della concentrazione, tanto più severi quanto più precoce è
    la menopausa e più severi ancora in caso di menopausa chirurgica.
  • La diagnosi differenziale con una sindrome depressiva non è sempre semplice.

     Evidenze di letteratura dimostrano che il livello di estrogeni circolanti
     influiscono positivamente sulle funzioni esecutive e sulla memoria di lavoro.

  La concentrazione di estrogeni a livello della corteccia prefrontale (PCF) è un
  fattore determinante nel mantenimento delle funzioni cognitive, specie nelle
  donne che durante la vita riproduttiva hanno livelli estrogenici più elevati, mentre
  dopo la menopausa essi calano sensibilmente e raggiungono livelli inferiori a quelli
  maschili.
MENOPAUSA E RISCHI CARDIOVASCOLARI

                                 La menopausa è fattore
                                 indipendente di rischio
                                     cardiovascolare,
                                     riconducibile alle
                                  alterazioni del quadro
                                       lipidico, che si
                                 manifestano soprattutto
                                  durante la transizione
                                       menopausale.
MENOPAUSA E RISCHIO DI M. DI ALZHEIMER

• Il sesso femminile, unitamente al genotipo APOE-4, costituisce un fattore di rischio
  di M. di Alzheimer.
• Studi preclinici hanno dimostrato che la carenza estrogenica determina uno stato
  ipometabolico a livello cerebrale, l’humus per lo sviluppo di disfunzioni cognitive su
  base neurodegenerativa.
• Studi epidemiologici condotti su ampia casistica hanno dimostrato che le donne
  con sintomi vasomotori, insonnia, depressione e disturbi cognitivi sono
  maggiormente a rischio di sviluppo di AD.
• Le donne sanno di avere un maggiore rischio di M . Alzheimer e questa
  consapevolezza le rende molto ansiose in presenza di problemi cognitivi come
  difficoltà di memoria e concentrazione.
• Un counselling adeguato deve essere mirato anche ad una rassicurazione in merito.
SINDROME GENITO-URINARIA (GSM) IN POST-MENOPAUSA

Basi anatomo-funzionali della GSM dovuti alla carenza estrogenica
•   Perdita del turgore vulvare e labiale
•   Contrazione delle grandi labbra, restringimento e accorciamento del canale vaginale
•   Ridotta elasticità del canale vaginale
•   Prolasso
•   Indebolimento del pavimento pelvico
•   Secchezza dell’epitelio vaginale
•   Perdita dell’epitelio superficiale e aumento delle cellule parabasali
•   Perdita delle pieghe vaginali
•   Infiammazione tissutale
•   Alterazione del microbioma a causa dell’alcalinizzazione dell’ambiente (perdita dei
    Lattobacilli)
•   Perdite persistenti o ricorrenti maleodoranti (non da Candida)
•   Prominenza del meato uretrale e prolasso con assottigliamento dell’epitelio uretrale
•   Alterazione della sensibilità (aumento o diminuzione)
•   Perdita della risposta clitoridea alla stimolazione.

                                                 Farrel A. The Royal Australian College of General Practitioners. 2017
GSM E QUALITÀ DI VITA

        • La sindrome genito-urinaria (GSM-Genital Syndrome of Menopause)
        contribuisce in larga misura a determinare il discomfort nei rapporti
        sessuali e nella qualità della vita sessuo-relazionale.
        • Ne sono colpite circa la metà delle donne dopo la menopausa.

                                   SINTOMI
        Sintomi genitali                                    Sintomi urinari
        • Secchezza vaginale                                • Pollachiuria
        • Dispareunia /                                     • Disuria
           sanguinamento ai rapporti                        • Nicturia
        • Bruciore                                          • Incontinenza

                                          Farrel A. The Royal Australian College of General Practitioners. 2017
SINDROME GENITO-URINARIA (GSM) IN POST-MENOPAUSA

• Uno studio condotto su 745 donne sintomatiche in menopausa (età media:
  56±9 anni), ha riscontrato che le donne con VVA (Atrofia Vulvo Vaginale)
  specie con depressione e incontinenza urinaria, presentano un impatto
  maggiore sulla qualità di vita, in termini di attività quotidiana, benessere
  psicologico, autostima e immagine di sé.
• Altri fattori determinanti sulla sintomatologia vulvo-vaginale sono risultati
  essere l’età, lo stato coniugale e la frequenza dei rapporti sessuali, lo stato
  di salute generale, il BMI.
LE DONNE ITALIANE E LA GSM

• In Italia la VVA è ancora sotto diagnosticata, spesso per       RISULTATI DELLA
                                                                     CASISTICA
  l’imbarazzo a parlarne con il medico,
                                                              •   Secchezza: 78%
• La VVA non impatta solo la sessualità ma la qualità di      •   Dispareunia: 31%
  vita in generale.                                           •   Irritazione: 30%
                                                              •   Dolorabilità: 8%
                                                              •   Sanguinamento ai
• I trattamenti attualmente disponibili non sono                  rapporti: 6%
  considerati soddisfacenti dalle donne.                      •   Dolore durante
                                                                  l’esercizio fisico 2%
LE DONNE ITALIANE E LA GSM

 Insorgenza e andamento della GSM dalla premenopausa alla postmenopausa

                                35%
                                                                                                       32%

                                30%
     donne con sintomi di GSM

                                                     28%                                                                         28%
                                                  27%
                                                                                                   26%
                                25%                                          24%
                                                                                                                               23%
                                                                           22%
                                                21%
                                20%                                    19%
                                                                                                                           18%
                                                                                 16%             16%
                                15%
                                                                                                                         13%         13%
                                                                                                         11%
                                                                 10% 10%
                                10%        9%              9%                               9%
                                      7%                                               7%
                                                                                                                    6%
                                5%

                                0%

                                       secchezza                   irritazione          dolorabilità                 dispareunia

  Premenopausa                                                  Postmenopausa 1-2 anni
  Menopausa                                                     Postmenopausa 3-4 anni
  Postmenopausa
LE DONNE ITALIANE E LA GSM

             Interferenza della VVA nella sessualità

                      Attività lavorativa

                           Attività sociali

                      Attività quotidiane

                                    Viaggi

                         Attività sportiva
Attività

           Ricerca di una nuova relazione

                                   Sonno

                                   Umore

                          Gioia di vivere

                 Relazione con il partner

      Relazione con la propria Intimità

                Spontaneità nei rapporti

                  Soddisfazione sessuale

                                              0%   percentuale
                                                     10%       di donne30%che riportano
                                                             20%                  40%   interferenza
                                                                                           50%      60%              70%              80%

                                                                                           Mod. da: Nappi R, et al. Maturitas. 2016
TRATTAMENTO DELLA GSM NELLE DONNE ITALIANE

Valutazione della terapia vaginale da parte delle donne dello studio italiano
                                                                                             La terapia sostitutiva
OTC idratanti (n 333)                                                                   ormonale sistemica (TOS) ha
•   insoddisfazione per il mancato ripristino del naturale trofismo vaginale (25.8%)     effetti benefici anche sulla
•   impatto sulla spontaneità sessuale (13.5%)                                            GSM, poiché tuttavia non
•   costo elevato (11.4%)                                                                 tutte le donne possono o
•   limitazione del sollievo sintomatologico (10.8%)                                        desiderano assumerla,
•   applicazione complessa (10.8%).                                                       esistono preparati per via
                                                                                                      locale.
OTC lubrificanti (n 77)                                                                      Le creme lubrificanti
•   insoddisfazione per il mancato ripristino del naturale trofismo vaginale (24.7%)       /idratanti non ormonali
•   secrezione vaginale fastidiosa (11.7%)                                                  (preparati OTC) danno
•   complessità dell’applicazione (10.4%)                                                  risultati insoddisfacenti,
•   costo elevato (10.4%)                                                                   mentre le terapie locali
•   sicurezza nell’uso prolungato (10.4%).                                                ormonali destano ancora
                                                                                          qualche preoccupazione.
Preparati ormonali (n 32)                                                                 Le terapie ormonali locali
•   preoccupazione sulla sicurezza nell’uso prolungato per l’esposizione ormonale       includono estradiolo (ovuli o
    (37.5%)                                                                              creme), oppure preparati a
•   timore per cancro al seno (28.1%)                                                    base di DHEA, ospemifene,
•   Insoddisfazione sul ripristino del trofismo vaginale (31.3%)                           modulatori selettivi del
•   preoccupazione per l’assorbimento di estrogeni da parte del partner (9.4%)             recettori degli estrogeni
                                                                                                     (SERM).

                                                                               Mod. da: Nappi R, et al. Maturitas. 2016
OSTEOPOROSI POST-MENOPAUSALE

                                    Epidemiologia
•   L’osteoporosi è una patologia sistemica dello scheletro caratterizzata da una
    diminuzione della massa ossea e da un’alterazione della micro-architettura ossea,
    con conseguente aumento della fragilità scheletrica e predisposizione alle fratture
    (OMS, 2003).

•   La perdita di massa ossea inizia a 40-50 anni in entrambi i sessi, ma nelle donne
    dopo la menopausa accelera e diventa con maggiore frequenza clinicamente
    significativa.

•   Le fratture da fragilità per osteoporosi hanno rilevanti conseguenze, sia in termini
    di mortalità che di disabilità motoria, con elevati costi sia sanitari sia sociali.

•   La mortalità da frattura del femore è del 5% nel periodo immediatamente
    successivo all’evento e del 15-25% a un anno. Nel 20% dei casi si ha la perdita
    definitiva della capacità di camminare autonomamente e solo il 30-40% dei
    soggetti torna alle condizioni precedenti la frattura.

•   Si stima che in Italia l’osteoporosi colpisca circa 5.000.000 di persone, di cui l’80%
    sono donne in post-menopausa.
                                    Zanoio, Ginecologia & Ostetricia. 2011; Lega italiana Osteoporosi; www.salute.gov.it
OSTEOPOROSI POST-MENOPAUSALE

                                     Premessa
 Osteoporosi primaria
 •   Postmenopausale: si realizza tra 50 e 70 anni, è caratterizzata dalla perdita della
     sola porzione trabecolare dell’osso e dalla particolare sede delle lesioni (vertebre e
     radio).
 •   Senile: compare dopo i 75 anni, coinvolge sia l’osso trabecolare che corticale,
     colpisce il collo del femore e le vertebre. Ha una prevalenza maggiore nel sesso
     femminile: 2:1.

 Osteoporosi secondaria: si può manifestare anche in giovane età.
 Le cause principali sono:
 • Endocrinopatie: diabete tipo 1, ipertiroidismo, iperprolattinemia.
 • Carenze nutrizionali e patologia da malassorbimento
 • Carenza di Vitamina C
 • Malattie reumatiche
 • Stati di prolungata immobilizzazione
 • Fattori iatrogeni
                                   Zanoio, Ginecologia & Ostetricia. 2011; Lega italiana Osteoporosi; www.salute.gov.it
OSTEOPOROSI POST-MENOPAUSALE

                                         Fattori di rischio/1
           NON modificabili                                                           Modificabili

•   Mancato raggiungimento del picco di massa                        • Fattori comportamentali:
    ossea in età giovanile                                           fumo, abuso di alcool, droga,
•   Fattori genetici e costituzionali                                alimentazione scorretta, sedentarietà,
•   Storia di frattura osteoporotica in età
OSTEOPOROSI POST-MENOPAUSALE

                                    Fattori di rischio/2
                                     Farmaci e osteoporosi

    Un discorso a parte meritano alcuni farmaci che hanno un impatto negativo sull’osso,
                         ma spesso sono utilizzati come salvavita:

cortisone, tiroxina, antiepilettici (AED), ciclosporina, antitumorali, diuretici, eparina, litio,
agonisti GnRh.

•   In particolare, gli AED sono noti avere un impatto negativo sul rimodellamento osseo,
    inoltre provocano instabilità posturale e maggiore rischio di cadute, cosa di cui le
    pazienti dovrebbero essere consapevoli per un’adeguata prevenzione.

                                                                  ESHRE. Human Reproduction Update. 2010
OSTEOPOROSI POST-MENOPAUSALE
                                Fattori di rischio/3
                                   Peso e osteoporosi

La relazione tra peso e osteoporosi è piuttosto complessa: un’ eccessiva magrezza (BMI
30), correlano con un maggiore rischio di fratture da
osteoporosi, tuttavia con differenze nella sede delle fratture: nell’obesità si osserva un
aumento delle fratture della caviglia dell’omero e degli arti superiori, mentre sono
minori quelle del polso, del femore e del bacino.

                                           Uno studio interessante ha evidenziato che
                                           una cospicua variazione di peso ( >5% o < 5%
                                           rispetto al basale) è correlata ad un
                                           aumentato rischio di osteoporosi, mentre la
                                           stabilità del peso, purché nell’ambito del
                                           normopeso, pone più al riparo dal rischio di
                                           osteoporosi.
OSTEOPOROSI POST-MENOPAUSALE
                      Ruolo degli estrogeni nel riassorbimento osseo

 + E: effetti della presenza degli estrogeni. -E : effetti della carenza di estrogeni. IL-1 i: Interleuchina 1, TNF-Tumor Necrosis Factor, OPG-
Osteoprotegerin. Gli estrogeni diminuiscono l’osteoclastogenesi ed aumentano l’apoptosi degli osteoclasti. Gli estrogeni riducono
l’osteoclastogenesi mediante soppressione di IL-1 e TNF ed aumentano la sensibilità delle cellule stromali /preosteoblasti a IL-1,
sopprimendo in tal modo MCSF, RANKL e IL-6. Inoltre, gli estrogeni stimolano la produzione di OPG, potente inibitore dell’
osteoclastogenesi. Gli estrogeni riducono la responsività dei precursori degli osteoclasti ai RANKL. Gli estrogeni inoltre promuovono
l’apoptosi degli osteoclasti, riducendo la loro vita media. Questo effetto sembra mediato dal TGFβ.

                                                                                     Mod da Gallagher JC, et al. J Steroid Biochem Mol Biol. 2014
OSTEOPOROSI POST-MENOPAUSALE

                                Diminuzione del T-score e rischio fratture dopo la menopausa
                                                                                                                 Differenze di genere nella perdita di
                                età (anni)                                                                    densità minerale ossea in relazione all’età.
Probabilità fratture/anno (%)

                                                                                   densità ossea- T score

                                                 BMD-T score                                                Variazione della densità minerale ossea (BMD) con l’età
                                                                                                            misurata mediante T-score.. (T score=BMD del giovane
                                                                                                            adulto-BMD reale/ SD giovane adulto). Osteopenia: 1-2.5;
                                                                                                            osteoporosi: -2.5 SD. Il rischio di fratture raddoppia per
                                                                                                            ogni SD di riduzione del BMD.

                                 Mod da: Kanis JA, et al. Osteoporosis Int. 2001                            Mod. da. ESHRE. Human Reproduction Update. 2010
LA MENOPAUSA COME «FATTORE DI RISCHIO UNICO» DELLE PATOLOGIE CRONICHE

               Il ruolo degli estrogeni nell’infiammazione

                         Secondo una recente ipotesi, basata sul ruolo anti-infiammatorio degli estrogeni a
                      livelli fisiologici, la carenza estrogenica in post-menopausa potrebbe essere un fattore
                        di stress infiammatorio che determina, con lo stesso meccanismo patogenetico, un
                              aumento del rischio cardiovascolare, osteoporotico e neurodegenerativo.

                                                                                                       *
    livelli E2 postmenopausali

*VSMC: cellule muscolari lisce della parete vasale
Aspetti psicologici della transizione perimenopausale
MENOPAUSA IN EUROPA /1

                         British Menopause Society, 2017
MENOPAUSA IN EUROPA /2

                         British Menopause Society, 2017.
LA DIFFICOLTÀ DI ACCETTARE LA PERDITA DELLA FERTILITÀ

   • La menopausa può essere un evento traumatico dal punto di vista
     psicologico, in quanto corrisponde alla perdita della fertilità, quindi è in
     sostanza un lutto.
   • Inoltre, la presenza di disturbi caratteristici ed i cambiamenti relativi
     all’immagine corporea (diradamento dei capelli, perdita del trofismo
     della cute e delle mucose), fanno si che la donna si percepisca meno
     attraente con conseguenti ripercussioni negative a livello sessuale e
     relazionale.
MENOPAUSA E IMMAGINE CORPOREA/1

• L’immagine corporea è un costrutto complesso, nel quale confluiscono componenti
  cognitive, emozionali e percettive.
• L’immagine corporea è strettamente correlata all’autostima e alla fiducia in sé
  stessi.
• Nei momenti di transizione (come la pubertà, la gravidanza, la menopausa), il corpo
  delle donne subisce cambiamenti che implicano uno stress adattativo notevole.
• Se tuttavia, durante la pubertà e durante la gravidanza questi cambiamenti
  rappresentano un processo evolutivo (diventare una giovane donna nel primo caso
  e diventare madre nel secondo), il cambiamento che subisce il corpo durante la
  menopausa rappresenta un fenomeno involutivo (la perdita della giovinezza e
  l’inizio del processo di senescenza), molto più difficile da accettare.
• Il contesto socio-culturale è determinante nella transizione menopausale, infatti
  nelle società occidentali, molto attaccate ai modelli di giovinezza-bellezza-efficienza,
  le donne soffrono molto di più, in quanto il gap tra «come si vedono» e «come
  vorrebbero essere», in relazione alla desiderabilità sociale, è molto ampio.
• La presenza di sintomi (vasomotori, psicologici e genitali) può essere percepita
  come «marker del processo involutivo menopausale» e contribuisce alla
  percezione negativa di sé.

                                                              Pearce G, et al. Health Psychology Review. 2014
MENOPAUSA E IMMAGINE CORPOREA/2

 • Un‘immagine negativa di sé incide negativamente su tutte le fasi
   della risposta sessuale e sulla qualità delle relazioni, sia con il
   partner che sociali.

 • Per il 62% delle donne, durante la menopausa il corpo subisce
   cambiamenti estetici negativi (diradamento dei capelli, comparsa
   delle rughe, aumento di peso) che peggiorano l’immagine di sé.

 • Il 22% delle donne pensa che con la menopausa sarà considerata
   meno attraente da un punto di vista sessuale.

                                                            Censis, maggio 2018
MENOPAUSA E IMMAGINE CORPOREA/3

           Studio prospettico su 933 donne di età media 54 aa.

    Le donne in sovrappeso già dall’infanzia e con rapido incremento del
   peso dopo la menopausa si mostravano più insoddisfatte della propria
                           immagine corporea.

     Le donne che assumevano HRT risultavano meno insoddisfatte.
                                                                 Censis, maggio 2018
MENOPAUSA E SESSUALITÀ/1

•   Per il 44% delle donne, la menopausa ha un impatto negativo sulla sessualità.

•   Per il 43% delle donne la menopausa non influisce sulla sessualità.

•   Il 49,5% ha rapporti sessuali con una certa frequenza e regolarità.

•   Il 23% ha raramente rapporti sessuali.

•   Il 27.5% non ha avuto rapporti sessuali durante l’ultimo anno.

•   Per il 4% delle donne il desiderio aumenta (cessa la paura di gravidanze
    indesiderate).

                                                                     Censis, maggio 2018
MENOPAUSA E SESSUALITÀ/2

 • La menopausa si associa a un significativo disagio nelle relazioni intime e nella vita
   sessuale.
 • I disturbi riguardano tutte le fasi della risposta sessuale: desiderio, eccitazione,
   orgasmo, dispareunia.
 • E’ un problema di cui raramente le donne parlano, a causa dell’imbarazzo.
 • L’impatto delle disfunzioni sessuali sulla QoL non è inferiore al diabete o al dolore
   cronico.
 • Depressione, ansia e disturbi vasomotori correlano soprattutto il disturbo da
   desiderio sessuale ipoattivo (HSDD*), in particolare in presenza di aumento di peso.
 • Tali disturbi concorrono infatti a determinare calo dell’autostima e una percezione
   dell’immagine corporea di «donna ormai vecchia e non più attraente».

*HSDD: Hypoactive Sexual Desire Disorder
Menopausa e terapia ormonale:
indagine su conoscenza, atteggiamenti e comportamenti
                     delle donne
MENOPAUSA: QUANTO SE NE PARLA

   • 78% donne ne parla senza
          alcun problema
     • 8.6% ne parla solo con
         altre donne già in
            menopausa
     • 7,0% ne parla solo con
               amiche
     • 5,1% non ne parla con
              nessuno
    • 1.3% ne parla solo con il
               partner

   I risultati di questa indagine dimostrano che c’è ancora tanta strada da fare
                   sul fronte della comunicazione e del counselling.

                                                                    Censis, maggio 2018
MENOPAUSA: QUANTO SE NE PARLA

    Percezione dei rischi
     di salute legati alla
    menopausa (valori %)

                                Censis, maggio 2018
INFORMAZIONI RICEVUTE SU MENOPAUSA/TOS

   Fonte, tempistica, modalità
    di offerta e coerenza delle
   informazioni ricevute dalle
   donne su menopausa, TOS
    e sue possibili alternative

                                         ISS, 2008
INFORMAZIONI RICEVUTE SULLA TOS

   Tipo di informazioni ricevute da chi ha prescritto la terapia ormonale

     L’istruzione elevata risulta
      associata a una maggiore
        probabilità di ricevere
    informazioni sugli svantaggi
              e sui rischi.

                                                                        ISS, 2008
RESISTENZE ALLA TOS

 Somministrazione attuale dei farmaci per la menopausa (val.%) N=74,6%

                24,5%
          donne che dichiarano di
      prendere attualmente o di avere
       preso in passato farmaci per la
                menopausa,
           considerando il totale
         delle donne in menopausa
                  (74,6%),

                                                                 Censis, maggio 2018
PARERI POSITIVI SULLA TOS
         Miglioramenti segnalati da chi prende o ha preso in passato
                           farmaci per la menopausa
              (intervistate che hanno detto SI) (val.%) N=24,3%

   Chi le ha consigliato la terapia
   che prende attualmente o ha
          preso in passato?

          (val.%) N=24,3%

                                                               Censis, maggio 2018
Aspetti di counselling in menopausa
FATTORI DA CONSIDERARE NELLA CONSULENZA ALLA DONNA IN MENOPAUSA

 Il medico deve essere conscio
   delle opinioni che derivano
dalle convinzioni e dalla cultura
    femminile, che hanno un
  impatto sia sulla menopausa
   che sulle differenti opzioni
           terapeutiche.
  In sintesi, deve valutare ogni
      donna in menopausa
          singolarmente.

Alcune proposte per una corretto counselling :
• Incoraggiare a raccontare i propri sintomi e come questi sono conosciuti e compresi da
  familiari e amici. Inoltre questi soggetti possono essere utili alla donna nella
  comprensione delle terapie.
• Chiedere se vengono utilizzate alternative terapeutiche o rimedi popolari e se c’è
  interesse verso altre terapie. Inoltre, è importante conoscere quali trattamenti sono stati
  effettuati prima della nostra prescrizione.
• Durante la consulenza evitare di screditare le terapie utilizzate fino a quel momento:
  essere comprensivi e disponibili aiuta a non compromettere un progetto terapeutico che
  sia accettabile per la donna.
FATTORI CHE PERMETTONO DI COSTRUIRE IL CONSENSO CLINICO

• VALUTAZIONE: informarsi circa la valutazione dei rischi per la salute,
  dei fattori che influenzano la scelta delle condotte, degli obiettivi e
  dei metodi utilizzabili.
• CONSIGLI: sono importanti la chiarezza, la specificità e la
  personalizzazione, oltre alle informazioni circa i benefici o i danni
  per la propria salute.
• ACCORDO: collaborare nel definire obiettivi e metodi di una terapia
  che sia appropriata, in base agli interessi della paziente ed essere
  disponibili a modificare i comportamenti.
• AIUTO: essere disponibili a modificare le terapie aiutando la donna
  a raggiungere abilmente gli obiettivi e le strategie terapeutiche,
  modificando anche i comportamenti o utilizzando trattamenti
  medici aggiuntivi appropriati (come ad esempio l’istituzione di
  terapie farmacologiche per il tabagismo o la contraccezione).
• ORGANIZZAZIONE: predisporre le modalità dei controlli, sia
  personalmente che per via telefonica, per assicurare assistenza e
  supporto finalizzato ad aggiustare il piano terapeutico, se è
  necessario, compreso il ricorso a terapie più intensive o più
  specialistiche.
COME PROPORRE LA TOS

   • Spiegare in termini comprensibili i benefici ed i
     rischi della TOS , utilizzando i numeri assoluti
     piuttosto che le percentuali che, derivate dai
     Rischi Relativi (RR) o Odds Ratio (OR), possono
     generare confusione ed inutili allarmismi.
   • Sarebbe auspicabile utilizzare materiale
     iconografico e opuscoli per ottenere un
     consenso realmente informato.
                      Gambacciani, et al. Raccomandazioni Società Italiana Menopausa, Minerva Ginecol. 2018.
FATTORI CHE MIGLIORANO L’ADERENZA E LA CONTINUAZIONE DEL TRATTAMENTO

 • Coinvolgere la donna nel processo decisionale e accettare
   che tale decisione possa essere modificata.
 • Il piano terapeutico e la continuazione della terapia devono
   quindi coinvolgere sia medico che paziente.
 • Spiegare con chiarezza sia i rischi che i benefici del
   trattamento, personalizzando l’informazione e traslando le
   informazioni epidemiologiche al profilo di rischio personale.
 • Chiarire rapidamente quali siano le preferenze personali di
   ogni singolo caso e utilizzare tali informazioni per modificare
   il regime terapeutico prescritto per continuare il trattamento.
 • Assicurarsi che la donna abbia compreso le informazioni.
 • Aiutare la donna a imparare ad assumere le terapie con
   precisione.
 • Raccomandare controlli adeguati, stabilendo appuntamenti
   regolari o per visita o per contatto telefonico.
 • Valutare se possono essere sufficienti una o più terapie.
La terapia sostitutiva (TOS):
   Raccomandazioni SIM
TOS: RACCOMANDAZIONI SIM

                            INDICAZIONI ALLA TOS

                            • Sindrome vasomotoria
                            • Sindrome genitourinaria
                            • Dolori muscolo-articolari migranti
                            • Modificazioni del ritmo sonno-veglia
                            • Alterazioni del tono dell’umore
                            • Disfunzioni sessuali
        TOS                 • Prevenzione dell’osteoporosi e delle
       NON deve               fratture correlate
    essere consigliata
       in assenza           • Prevenzione dell’atrofia (epiteli e cute;
di una chiara indicazione
                              tessuto connettivo, dischi intervertebrali)

                             Gambacciani M, et al. Raccomandazioni SIM. Minerva Ginecol. 2018
TOS: RACCOMANDAZIONI SIM

                           CONTROINDICAZIONI ALLA TOS
                           •    Sanguinamento uterino anomalo non
                                investigato
                           •    Carcinoma della mammella
                           •    Carcinoma endometriale ormonosensibile
                                Tipo 1
                           •    Iperplasia endometriale non trattata
                           •    Patologia coronarica e cerebrovascolare
                                (per es. angina, infarto del miocardio, ictus)
                           •    Tromboembolia venosa (trombosi venosa
                                profonda, embolia polmonare)
                           •    Malattie epatiche croniche o in atto, fino al
Il rapporto tra rischi e        ritorno alla normalità dei test di
     benefici varia in          funzionalità epatica
      funzione della       •    Porfiria cutanea tarda
selezione delle donne,     •    Otosclerosi
il momento di inizio e,
                           •    Ipersensibilità nota al principio attivo o a
   la dose ed il tipo di
           TOS
                                uno qualsiasi degli eccipienti
                           •    Rifiuto della donna informata.
                               Gambacciani M, et al. Raccomandazioni SIM: Minerva Ginecol. 2018
ALGORITMO PER LA PRESCRIZIONE DELLA TOS

             Procedimento operativo per la prescrizione della TOS

                                 Donna sintomatica  60 aa > 10 aa dalla
                                  o entro i 10 anni dalla              menopausa considera
                                       menopausa                     trattamenti non ormonali

                                 Escludi                    Se presenti considera trattamenti
                            controindicazioni                        non ormonali

    Se presente:       Se presente:        Se utero             Se isterectomizzata:        Se il principale disturbo
       Diabete          Fibromatosi        presente:                                          è l’atrofia vaginale:
  Ipercolesterlemia       uterina,                              Terapia estrogenica
 Ipertrigliceridemia   endometriosi      Combinazioni          Orale o transdermica            Terapia estrogenica
Fumo, ipertensione,                          Estro-                                           Vaginale ospemifene
       Obesità         TOS a basso       progestiniche
                         dosaggio       EC+bazedoxifene
 TOS transdermica       combinata          Tibolone
                         continua

                                                          Gambacciani M, et al. Raccomandazioni SIM: Minerva Ginecol. 2018
TOS: DOSAGGI UTILIZZATI E COMBINAZIONI

                          Gambacciani M, et al. Raccomandazioni SIM: Minerva Ginecol. 2018
TOS: MONITORAGGIO E DURATA DEL TRATTAMENTO

                                                 CONTROLLO
                                                GINECOLOGICO
                                                  ANNUALE

                      NON VI SONO INDICAZIONI RIGIDE ALLA
                               DURATA DELLA TOS

                       La decisione di continuare, modificare o
                       cessare la TOS dipende dalle condizioni
                    individuali della donna e dagli obiettivi clinici
                                      del medico.

                        Gambacciani M, et al. Raccomandazioni SIM: Minerva Ginecol. 2018
TOS E MENOPAUSA PRECOCE

                   • La menopausa precoce (
TOS: BENEFICI A BREVE TERMINE

                       • La TOS è la terapia di scelta più efficace per
       SINTOMI           i sintomi vasomotori e urogenitali. Altri
     VASOMOTORI          disturbi associati alla sintomatologia
                         vasomotoria quali l’instabilità emotiva e
                         disturbi del sonno possono migliorare
       SINTOMI           durante TOS.
     URO-GENITALI
                       • La TOS migliora la sindrome urogenitale

    SFERA EMOTIVA      • Ne risente positivamente la qualità di vita
      E SESSUALE         generale e la sessualità.

                       • La TOS ha effetti positivi su altri sintomi
  APPARATO MUSCOLO –     come dolori articolari e muscolari, cute,
      SCHELETRICO        tessuto connettivo, cartilagini articolari e
                         dischi intervertebrali.

                               Gambacciani M, et al. Raccomandazioni SIM: Minerva Ginecol. 2018
TOS: BENEFICI A LUNGO TERMINE

                     La TOS a dosaggi standard è efficace nel
                     controllare il turnover metabolico dell’osso e
     OSTEOPOROSI     prevenire la perdita di massa ossea correlata alla
                     menopausa, riducendo l’incidenza di tutte le
                     fratture osteoporotiche, incluse le fratture
                     vertebrali e femorali.
                     La TOS riduce il rischio di diabete e ha effetti
                     positivi su altri fattori di rischio per malattia
      PATOLOGIA
                     cardiovascolare come il profilo lipidico, la
   CARDIOVASCOLARE   pressione arteriosa, la distribuzione del grasso
                     corporeo e la sindrome metabolica.

                     Se iniziata precocemente (entro i 60 anni di età
      DISTURBI       o entro 10 anni dalla menopausa), la TOS è
      COGNITIVI      associata ad un più basso rischio di disturbi
                     cognitivi e malattia di Alzheimer.

                             Gambacciani M, et al. Raccomandazioni SIM: Minerva Ginecol. 2018
TOS E CARCINOMA DELLA MAMMELLA

Una relazione ancora controversa

•   Il Ca della mammella in atto o pregresso
    è una controindicazione alla TOS.                            RISCHIO
                                                              CA MAMMARIO
•   Il rischio attribuibile alla TOS è                       Estro-progestinici
    sicuramente basso.
                                                     Circa + 8 CASI/10.000 donne/anno
                                                          Estrogeni coniugati
•   Il rischio diminuisce rapidamente
    dopo la cessazione della TOS.                    Circa - 7 CASI/10.000 donne/anno

•   Dopo 5 anni dall’interruzione
    della terapia, il rischio NON sembra
    maggiore di quello delle donne
    che non hanno mai assunto la TOS.

                                               Gambacciani M, et al. Raccomandazioni SIM: Minerva Ginecol. 2018
TOS E CARCINOMA DELL’ENDOMETRIO
•   Un precedente Ca dell’endometrio
    ormono-sensibile di tipo I è una
    controindicazione alla TOS.

•   La terapia sistemica con soli estrogeni
    induce un aumento dose-correlato
    del rischio.
                                                                 RISCHIO
                                                             CA ENDOMETRIO
•   La TOS combinata-continua riduce
    il rischio di Ca dell’endometrio.                      I nuovi schemi di terapia
                                                      a basso dosaggio causano minore
•   La TOS sequenziale determina un                     stimolazione dell’endometrio
    lieve, ma significativo, aumento del                      e minore frequenza
    rischio dopo 3-5 anni di utilizzo.                        di sanguinamento.

•   IUD a rilascio progestinico possono
    presentare dei vantaggi per un minor
    impatto metabolico.

                                              Gambacciani M, et al. Raccomandazioni SIM: Minerva Ginecol. 2018
TOS E CARCINOMA DEL RETTO

•   Il rischio di Ca del colon-retto
    aumenta dopo i 50 anni e con
    BMI di 25 o superiore.

•   La TOS riduce il rischio di                            RISCHIO
    cancro                                             CA COLON-RETTO
    del colon-retto.                                        RIDUZIONE
                                                          CIRCA 6 EVENTI
•   L’effetto protettivo è stato                     SU 10.000 DONNE / ANNO.
    evidenziato
    con le associazioni estro-
    progestiniche
    e – in misura minore e non
    significativa -con la sola terapia
    estrogenica.

                                         Gambacciani M, et al. Raccomandazioni SIM: Minerva Ginecol. 2018
TOS E TROMBOEMBOLISMO VENOSO (TEV)

•   Il rischio di TEV durante la TOS
    dipende dall’età (è minimo
    fino ai 60 anni) e dall’Indice di
    Massa Corporea (BMI o IMC).

•   Studi osservazionali hanno
                                                   RISCHIO
    dimostrato che la terapia
                                            TROMBOEMBOLISMO VENOSO
    estrogenica transdermica
    sembra eliminare il rischio trombo-               IL RISCHIO È MAGGIORE
    embolico associato alla terapia                  NEI PRIMI 6-12 MESI DI TOS.
    orale.

•   Il rischio tromboembolico può
    essere influenzato dal tipo di
    progestinico.

                                          Gambacciani M, et al. Raccomandazioni SIM: Minerva Ginecol. 2018
TOS E TROMBOEMBOLISMO VENOSO (TEV)

 • Il rischio tromboembolico non
   aumenta nelle donne normotese di
   età tra i 50 e 59 anni.
                                                           RISCHIO
 • Il rischio di ictus ischemico è                     ICTUS ISCHEMICO
   connesso all’età.
                                                           EVENTO RARO
                                                    + 1 CASO /1000 donne/anno
 • L’aumento del rischio
   di ictus ischemico è raro.

 • I risultati ottenuti con la terapia
   a basse dosi di estrogeni sono
   rassicuranti.

                                         Gambacciani M, et al. Raccomandazioni SIM: Minerva Ginecol. 2018
KEY MESSAGES

La menopausa non è una malattia, bensì un evento fisiologico che riguarda
tutte le donne e segna il termine della capacità procreativa.

Spesso però, la carenza di estrogeni si accompagna a disturbi e rischi per la
salute che in alcuni casi richiedono un trattamento ormonale sostitutivo
(TOS).

La TOS deve essere prescritta esclusivamente a donne sintomatiche e deve
essere personalizzata per durata e dosaggio.

Un inizio precoce in età perimenopausale ottimizza il rapporto
rischio/beneficio.

La sicurezza della TOS dipende in larga parte dall’età in cui viene iniziata.

Nelle donne sintomatiche che hanno meno di 60 anni i benefici sulla
sintomatologia sono di gran lunga maggiori di qualsiasi ipotetico rischio.
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