Percorso di fede verso il matrimonio cristiano - TRACCIA PER LA RIFLESSIONE La comunità cristiana

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Diocesi di Brescia
                    Ufficio Famiglia

     Percorso di fede verso
    il matrimonio cristiano
              La comunità cristiana
accompagna i suoi figli a celebrare l’amore coniugale

TRACCIA PER LA RIFLESSIONE

                Anno pastorale 2006 – 2007
«La preparazione particolare e immediata al sacramento del
      matrimonio, soprattutto oggi, si presenta come un momento
   importante di tutta la pastorale prematrimoniale. Non esaurisce
  certo l’intera cura pastorale dei fidanzati, di cui si è detto, ma ne è
“una” tappa e “un” aspetto che non possono essere tralasciati. Come
 tale, essa domanda di essere collegata con la preparazione generale
    e remota, di essere attuata all’interno di un’adeguata pastorale
   giovanile e di una articolata e organica catechesi, di aprirsi e di
  orientare alla continuazione del cammino attraverso la successiva
                pastorale delle coppie-famiglie giovani».

                                                (Direttorio di Pastorale Familiare, 50)

«Per quanto riguarda i corsi o gli itinerari di preparazione al matrimonio, essi
rientrino nel progetto educativo di ogni Chiesa particolare ed assumano sempre
più la caratteristica di itinerari educativi.
A tale scopo ci si preoccupi perché possibilmente ogni comunità parrocchiale sia
in grado di offrire questi itinerari di fede innanzitutto ai propri fidanzati. Questi,
per parte loro, vi partecipino volentieri e responsabilmente.

Si faccia in modo anche che simili itinerari vengano proposti nelle diverse
divisioni territoriali di ogni diocesi durante tutto il corso dell’anno.

Perché gli itinerari pastorali possano essere appropriati alle diverse coppie di
fidanzati, si provveda a promuovere molteplici e diversificati percorsi catechistici
almeno in ambito zonale, vicariale o decanale, o di unità pastorale».

                                                (Direttorio di Pastorale Familiare, 56)
INTRODUZIONE GENERALE
         alla serie di articoli apparsa nei mesi di febbraio – marzo 2006
                 sul settimanale diocesano “La Voce del popolo”.

In ordine a dare seguito e risonanza alle acquisizioni del magistero
italiano degli ultimi 20 anni, delle prese di posizione della CEL e del
mandato del nostro vescovo Giulio, durante tutta la sua visita pastorale,
è necessario offrire una serie di articoli chiarificatori e stimolatori di
discussione sull’argomento dei percorsi per i fidanzati nell’imminenza
al matrimonio.
Anche dopo l’ultimo importante convegno regionale, si è constatato
che il tempo è maturo per fare alcuni salti di qualità e imboccare una
direzione più decisa come comunità ecclesiale nel solco effettivo della
nuova evangelizzazione.

Così potremo insieme considerare:
     - la situazione descritta dal Convegno del 24 settembre 2005;
     - il quadro generale di riferimento dei percorsi;
     - l’organicità e complessità della proposta;
     - le diverse figure animatrici;
     - l’unico soggetto ecclesiale promotore;
     - la durata nel tempo e il numero degli incontri;
     - i contenuti e lo stile degli incontri;
     - la meta e il seguito.

Per questi motivi, esortato dal vescovo Giulio a preparare in quest’anno
pastorale un buon terreno di discussione diocesana (nei suoi differenti
                                                                            3
livelli), prima di prendere una decisione normativa, per migliorare e
    chiarire le proposte, vengo a proporre una serie di articoli concisi e semplici
    sull’argomento, da intendersi tra loro collegati e complementari.
    Sapendo della necessità di procedere in forma partecipata sia nella
    riflessione che nella messa in azione pastorale, Vi affido questi spunti per
    poter crescer insieme come chiesa.

    Bibliografia di riferimento:

    1. Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes, Costituzione Apostolica, 1965,
        Enchiridion Vaticanum, 1/1319 ss.
    2. Conferenza Episcopale Italiana, Evangelizzazione e sacramento del
        matrimonio,1975, Enchiridion CEI, 2/2091-2218.
    3. Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, Esortazione Apostolica,
        Enchiridion Vaticanum, 1981.
    4. Conferenza Episcopale Italiana, La preparazione dei fidanzati al
        matrimonio e alla famiglia, 1989.
    5. Conferenza Episcopale Italiana, Direttorio di pastorale familiare, Ed.
        Cantagalli, 1993.
    6. Diocesi di Lombardia, Guida regionale, Milano, 2000.
    7. Diocesi di Lombardia, “Accompagnare l’amore…”, Atti del Convegno,
        Milano, 2005.
    8. Conferenza Episcopale Italiana, Il fidanzamento: tempo di crescita
        umana e cristiana, ed. San Paolo, Milano, 1998.
    9. Bonetti Renzo, Famiglia, sorgente di comunione: nuove catechesi su
        matrimonio e famiglia, ed. San Paolo, Milano, 2004.

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IL MONDO DEI FIDANZATI
                  E IL CAMMINO VERSO IL MATRIMONIO

Il solo parlare di fidanzati o di fidanzamento, oggigiorno, lascia facilmente
nella posizione di sentirsi mal compresi, di cadere inesorabilmente nelle
pastoie di insidiose ambiguità. Si sentono alcune mamme che, riferendosi
ai loro figli quindicenni, dicono ad esempio: “domenica scorsa, mia
figlia è andata a pranzo dai futuri suoceri”; come d’altra parte, una
coppia trentenne che si frequenta da 7/8 anni, si può raccontare in con
queste rapide pennellate: “Siamo amici; per ora stiamo bene insieme; per
sposarci…Ci penseremo”.
Se il momento del matrimonio cristiano e la vita seguente dei coniugi
possono essere compresi da concetti ben delineati e da precisi fatti storici,
l’evento del fidanzamento si pone come elemento sfuggevole, dai confini
facilmente “variabili”. Per dirla in battuta, questo periodo che la Chiesa
pensa come tempo di grazia – crescita – attesa, la cultura dominante lo
vuole come “tempo liquido” e messo in “liquidazione” (facilmente si fa
e si disfa; non serve poi tutta quella responsabilità).
Di sicuro ogni lettore avrà tante domande al riguardo; alcune, forse,
potrebbero proprio coincidere con quelle poste a seguire.
Quando due persone si possono dire, in definitiva, fidanzate? E quando loro
stessi si denunciano come tali davanti alla comunità civile e/o religiosa?
Quali sono i riti che scandiscono il tempo del fidanzamento? Quanto deve
durare mediamente questa “situazione di mezzo”? E’ proprio così sicuro
che il tempo del fidanzamento oggi prepari al matrimonio? E con quale

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stile di frequentazione vivere il fidanzamento (vecchio stile; convivenza
    part-time, convivenza strutturata)? Qual è il compito della famiglia verso i
    fidanzati? Quale quello della comunità civile e/o religiosa? E di domande
    simili se ne potrebbero moltiplicare ancora molte. Tutto questo, mette in
    evidenza ancor di più, come l’argomento non sia di facile trattazione e
    come la sua stessa realtà sia carica di complessità.
    Nell’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio (1981), Giovanni Paolo
    II riassumeva con sapienza di maestro e senso pratico di pastore i contenuti,
    le tappe e i soggetti del cammino verso il matrimonio cristiano. Così, si
    può parlare di una “preparazione remota” da viversi nel periodo della
    pre-adolescenza e dell’adolescenza (orientamento generico al matrimonio
    e alla maturazione umana, come dono totale di sé, maturo e generoso,
    sul modello di Gesù e di tanti santi), di una “preparazione generale”
    (cammino educativo ed integrale chiaramente per coppie, verso le realtà
    coniugale e familiare), di una “preparazione immediata” (quella che
    prepara a vivere il sacramento del matrimonio nella Chiesa e nella società
    civile, come vero e proprio Itinerario di fede).
    Con una serie di interventi concatenati, che appariranno su questo stesso
    giornale, l’intento è quello di considerare direttamente il periodo imminente
    al matrimonio e le rispettive proposte ecclesiali di preparazione. Alcuni
    passaggi chiave del Direttorio di Pastorale Familiare (1993) possono
    servire da utile introduzione.

    “La preparazione particolare e immediata al sacramento del matrimonio,
    soprattutto oggi, si presenta come un momento importante di tutta la pastorale

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prematrimoniale. Non esaurisce certo l’intera cura pastorale dei fidanzati, di cui
si è detto, ma ne è “una” tappa e “un” aspetto che non possono essere tralasciati.
Come tale, essa domanda di essere collegata con la preparazione generale e
remota, di essere attuata all’interno di un’adeguata pastorale giovanile e di una
articolata e organica catechesi, di aprirsi e di orientare alla continuazione del
cammino attraverso la successiva pastorale delle coppie-famiglie giovani”.

Oggi più che mai, come l’intero tempo del fidanzamento, questa preparazione
si presenta come una vera e propria occasione di evangelizzazione degli adulti
e, spesso, dei cosiddetti “lontani”…Può essere, quindi, un tempo favorevole per
rinnovare il proprio incontro con la persona di Gesù Cristo, con il messaggio
del Vangelo e con la Chiesa.

Scopo della preparazione particolare e immediata è di aiutare i fidanzati a
realizzare «un inserimento progressivo nel mistero di Cristo»1, nella Chiesa e
con la Chiesa. Esso comporta una progressiva maturazione nella fede, attraverso
l’accoglienza dell’annuncio della Parola di Dio, l’adesione e la sequela generosa
di Cristo, la testimonianza della fede2…

La finalità di questa preparazione consiste, cioè, nell’aiutare i fidanzati a vivere
il fidanzamento e la prossima celebrazione del matrimonio come momento di
crescita umana e cristiana nella Chiesa; nell’aiutarli a conoscere e a vivere la
realtà del matrimonio che intendono celebrare, perché lo possano celebrare
non solo validamente e lecitamente ma anche fruttuosamente e perché siano

1Evangelizzazione     e sacramento del matrimonio, n. 80.
2Cf ivi, nn. 68-71.
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disponibili a fare di questa celebrazione una tappa del loro cammino di fede; nel
    portarli a percepire il desiderio e insieme la necessità di continuare a camminare
    nella fede e nella Chiesa anche dopo la celebrazione del matrimonio.

    In ogni caso, si tratta, da una parte, di proporre autentici “itinerari di fede”3, in
    grado di evitare ogni alternativa tra i “valori umani” e i “contenuti cristiani” del
    matrimonio, integrandoli armonicamente in un unitario e progressivo cammino
    di formazione alla luce della rivelazione; dall’altra parte, si tratta di favorire un
    nuovo incontro dei fidanzati con la Chiesa e un loro inserimento nell’esperienza
    di fede, di preghiera, di carità e di impegno della comunità cristiana.

    “Cammini di fede”, quindi, non “Corsi”; momento eccezionale di
    “Evangelizzazione”, non mera celebrazione “Tradizionale”; la “Comunità
    cristiana”, con validi testimoni, è il soggetto e il luogo del Percorso, non qualche
    “Battitore libero” o “Funambolo” della comunicazione.
    Questi e altri saranno i temi che andremo ad affrontare nei prossimi articoli,
    sperando di dare un utile contributo affinché tutti i percorsi proposti nella nostra
    Diocesi siano davvero proposte di chiesa, fedeli alla realtà e fedeli al mandato
    dell’unico Corpo di Cristo.

    3Cf   Comunione e comunità nella Chiesa domestica, n. 26.

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I SOGGETTI ACCOMPAGNATORI
             DEL PERCORSO DI FEDE VERSO IL MATRIMONIO

Negli ultimi anni si è fatto un gran parlare di “Nuova evangelizzazione”, nel
senso di bisogno rinnovato di annunciare lo stesso Vangelo di Gesù, in opere
e parole. Spesso, però, il tutto non riesce ad andare molto più in là dei famosi
“bei discorsi, buoni propositi, piani di intervento mancati e sogni sognati
malinconici”.
Il “Percorso di fede verso il matrimonio” (Corso prematrimoniale) si presenta
come una ghiotta opportunità, da cogliere come un grande dono, per rilanciare
l’evangelizzazione degli adulti, attraverso un momento delicato e pieno di grazia
della loro vita (fidanzamento e sacramento del matrimonio). Proprio il nostro
Santo Padre, Benedetto XVI, ha risottolineato nella sua Enciclica la centralità
dell’amore di Dio nell’amore umano come evento di salvezza, come Vangelo
fruttuoso per ogni persona e in ogni situazione esistenziale. In coloro che si
sposano in Cristo non può non risplendere in magnifica pienezza la grande
rivelazione giovannea: “Deus Caritas Est”!
Da queste brevi coordinate (evento di annuncio e luogo di salvezza) il “Percorso
di fede verso il matrimonio” viene ad assumere, quindi, una notevole rilevanza,
sia nella storia della coppia che in quella della Comunità cristiana. É, insomma,
come presumo tutti siamo d’accordo, questione centrale per la Chiesa offrire ai
suoi figli (e poi a tutto il mondo) la “Buona Notizia” di salvezza, dell’Amore
che vince il male e la morte. E questo, con il sovrabbondante dono di Grazia
dell’assistenza continua dello Spirito del Risorto, attraverso la disponibilità
umana e le varie forme storiche di azione pastorale. Allora, per la nostra Chiesa

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in Italia, oggi, questo “Percorso” deve ricevere la giusta importanza e gli adeguati
 collegamenti educativi, di maestri e testimoni, nella pastorale generale (catechesi
 ed educazione all’amore; lettura vocazionale della vita ed esperienza di fede
 in Oratorio; preghiera e scelta di dono totale di sé, ecc.). Una spesa in questa
 direzione diventa reale fedeltà all’Amore di Dio e all’amore dei fidanzati, ormai
 futuri sposi.
 Ora, considerando la meta (il sacramento del matrimonio, momento di grazia e
 occasione di evangelizzazione) e i soggetti coinvolti (cristiani), è di tutta evidenza
 che l’unica paternità (sorgente e guida) per proporre e attuare i “Percorsi di fede
 verso il matrimonio” risiede nella Comunità cristiana. É, infatti, questione di
 credenti, di fede e di sacramento, di aiutare il momento sorgivo della “Chiesa
 domestica”, la famiglia cristiana.
 All’interno, poi, della Comunità le responsabilità vengono riposte in maniera
 sintetica (ma, non esclusiva né esaustiva) nelle mani del Parroco e almeno di
 una coppia di sposi, cifra che riassume i due ministeri a servizio della Chiesa
 (sacerdozio e matrimonio). Nell’organizzazione e nella fase attuativa, però, è bene
 che l’équipe sia ulteriormente allargata, al fine di garantire una completezza di
 contenuti e di testimonianze. Ad esempio, i vari “esperti in relazione” (consulenti,
 psicologi, pedagogisti), in materia giuridica (specialisti in diritto canonico), in
 ambito medico – ginecologico (per una comprensione onesta della fertilità umana
 e dei suoi ritmi – metodi naturali) e magisteriale (sposi preparati e testimoni
 del magistero della Chiesa sul matrimonio e famiglia), dovrebbero comporre il
 gruppo proponete il “Percorso” o, quanto meno, essere pienamente in sintonia
 con il quadro generale (dimensione di fede in Cristo), i soggetti proponenti
 (comunità cristiana), il fine (sacramento del matrimonio), i contenuti (amore

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coniugale maturo e mutuo).
 Detto questo, a volo pindarico sulla miriade di questioni che sarebbero da
chiarire, ritengo che almeno due ulteriori specificazioni e sottolineature valgano
la pena di essere poste.
Per primo, mi chiedo, se nelle proposte fatte dalle parrocchie non è il tempo di
innalzare il livello (secondo quanto chiede il nostro vescovo), lavorare più in
comunione (aprirsi ad una disponibilità di Zona), capitalizzare le forze e spendere
in formazione (persone più preparate e chiaramente testimoni). A volte, invece,
si deve tristemente rilevare un azione di “Campanile”, più che azione di Chiesa,
poco fruttuosa e spesso realmente trascurata (pochissimi incontri, proposti con
modalità opprimenti, portati avanti solo da una persona, ecc.). Forse, si potrebbero
evidenziare con una certa stabilità alcune parrocchie che, in una Zona, possano
mettere a disposizione équipe ben formate di “Accompagnatori” dell’Amore
di Dio nei fidanzati. Così, nella solidarietà ecclesiale, si ottiene davvero una
circolarità di doni umani e spirituali, evitando di rimanere affetti dalla sindrome
dei “tuttologi – tuttofare”.
In secondo luogo, andando più oltre, trovo del tutto fuori luogo e ecclesialmente
aberrante coloro che senza alcun mandato e riferimento chiaro alla Comunità
cristiana, pensando certamente di fare del bene, inventano i “loro Percorsi”,
tralasciando gravemente la voce autorevole del vescovo e una prassi di comunione
reale. Tanto per intenderci, nella nostra Diocesi, oltre le singole parrocchie (per
le quali però vale il discorso zonale, ma non oltre territorialmente!), solo due
Istituzioni sono incaricate e sicuramente ben predisposte ad offrire la preparazione
immediata al matrimonio: l’Istituto Pro Familia (Contrada San Giovanni) e
l’Ufficio Famiglia (Centro pastorale Paolo VI). Per il resto, fatto salvo i singoli e
numericamente irrilevanti “casi eccezionali”, non esiste altro mandato di Chiesa
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realmente espresso (sia detto, che presunto).
 La Comunità cristiana, soggetto evangelizzante – educante (oltre che
 evangelizzato) dei sui figli, è chiamata a riscoprire la misteriosa bellezza e
 la grande responsabilità di “Accompagnare” i fidanzati verso il matrimonio
 nell’Amore di Cristo, come via di felicità e speranza certa di santità!

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I CONTENUTI
              DEL PERCORSO DI FEDE VERSO IL MATRIMONIO

 Il “Percorso di fede verso il matrimonio” (Corso matrimoniale) si rivela
sempre più, nel nostro attuale contesto ecclesiale e culturale, come momento
privilegiato di “Nuova Evangelizzazione”, luogo per offrire accoglienza di
chiesa – luce evangelica – sostegno fraterno per coloro che vogliono far abitare
sacramentalmente Cristo nel loro amore coniugale.
  Se è pur vero che per i fedeli cattolici, tra i quali non si pone alcun impedimento,
il matrimonio si presenta come un diritto, è altrettanto vero che spetta alla Chiesa
(pastori) amministrarlo correttamente, nel pieno rispetto delle persone e del
sacramento stesso. Proprio questa duplice onestà impone ai vescovi ( e quindi ai
sacerdoti) di porre grande attenzione sia nel verificare la disponibilità-capacità
dei nubendi (fidanzati che chiedono il matrimonio), che nel richiedere a coloro
che direttamente istruiscono la pratica matrimoniale e assistono alle nozze (ad
esempio, il sacerdote della parrocchia della sposa), di vigilare con zelo sul
corretto svolgimento di tutto l’evento celebrativo. Con quest’introduzione, siamo
ora in grado di inquadrare nel giusto significato la preparazione al matrimonio
offerta dalla Chiesa, in quanto azione pastorale di verifica della disponibilità-
capacità di cui abbiamo appena detto. Il “Percorso di fede verso il matrimonio” è
compito della Comunità cristiana educante e possibilità eccellente per i fidanzati
ormai prossimi al matrimonio. Va da sé, quindi, che spetta alla Chiesa dettare le
modalità, i tempi, i contenuti di questo cammino (Itinerario di fede), valutando
con la dovuta saggezza evangelica le situazioni esistenziali dei nubendi, essendo
in gioco il loro bene.
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Come ci ha ben ricordato il Concilio Vaticano II, nella Gaudium et Spes, i
 contenuti del “Percorso” sono da ricercare nell’amore coniugale, amore
 autenticamente umano e veramente cristiano tra un uomo e una donna. Ogni
 dimensione della persona e della relazione matrimoniale sono immerse nella
 grazia sacramentale, chiedendo allora una preparazione organica e duttile:
 1-opera di Chiesa (èquipe di almeno un sacerdote e una coppia di sposi); 2-
 occasione di annuncio evangelico per tutto l’uomo e per entrambi i coniugi;
 3- itinerario funzionale alla meta (sacramento del matrimonio: amore coniugale
 in Cristo e nella Chiesa) e inquadrato nel segno della fede (come dono ed
 esperienza globale di vita nel Risorto); 4- azione educativa attenta ai tempi e
 ai cambiamenti.

     Quattro caratteristiche possono agevolmente descrivere in maniera sintetica
 l’amore coniugale, senza dimenticare la necessità di considerarle distribuite su tutta
 la persona e sull’intera relazione della coppia. Secondo la fondamentale categoria
 del dono, capace di delineare un amore da sposi, si riescono ad evidenziare le
 distinte e pur compresenti dimensioni della totalità, dell’esclusività, della fedeltà
 e della fecondità. Qui è racchiuso tutto il contenuto della storia dei coniugi e
 della stessa preparazione al matrimonio, che la Chiesa richiede ai nubendi e
 verso cui offre occasioni di preparazione.
 La TOTALITA’ del dono di sé, libero e mutuo, comporta per gli sposi l’unica
 possibilità in umano di esprimere l’amore coniugale, di completamento radicale
 tra un uomo e una donna, percorrendo ed educando le indicazioni sessuali
 (relazione fondamentale e trasversale a tutta la persona). Davanti ad un mettersi
 totalmente l’uno nelle mani dell’altra, e viceversa, si manifesta una fiducia e una

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responsabilità che valgono un’intera vita. Non c’è niente per nessun altro/a, dal
momento che tutto si è riposto nel cuore (affettività, spiritualità, corpo, mente,
volontà) del proprio coniuge.

L’ESCLUSIVITA’ è la caratteristica dell’amore coniugale che chiede ai due
di puntare su se stessi, di escludere cioè dalla loro storia qualsiasi esperienza
amorosa “di diversivo”. É la dimensione della totale comunione, “senza se e senza
ma”, nella reale possibilità di dirsi coppia soddisfatta e completa, totalmente
amalgamata in un “unum” distinto, ma fortissimo (cementificato dalla Grazia).
Spesso questa dimensione non è ben alimentata dal di dentro e protetta verso
l’esterno, esponendo gli sposi a notevoli pericoli. Dialogo e perdono sono due
antidoti – medicine eccezionali per poter vivere l’unità come “esaltazione”
dell’esperienza coniugale e non come “triste limite”.
LA FEDELTA’ è forse tra le quattro la caratteristica più temuta o addirittura quella
meno condivisa fra gli stessi cristiani. Non è tanto in teoria o nei sogni, che sto
dicendo; quanto piuttosto nella realizzazione storica di tutti i giorni, per tutti gli
anni che i due vivranno su questa terra. Fedeltà è una relazione che ha a che fare
con la fiducia e con la fede: nell’amore da sposi si gioca una fiducia esclusiva
e totale, in un cammino di fede che eleva e rende possibile questo legame.
L’indissolubilità è la conseguenza della fedeltà, soprattutto dal punto di vista della
comunione sponsale. Due chiarimenti, però, a questo punto si impongono: da
una parte, la fedeltà è realtà profonda, di condivisione incondizionata e radicata,
non meramente precetto di non “slegarsi” mai; dall’altra, essa è relazione vitale
e, come tale, non può considerarsi come una “cosa inerte”, un vincolo sì da
rispettare, ma quasi controproducente alla propria e altrui felicità. Questo, per dire
che la fedeltà è lo stesso amore coniugale giocato un giorno dopo l’altro, senza
soluzione di continuità, nella “salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore”. 15
LA FECONDITA’ è la caratteristica che apre la dualità e rende ragione dell’unione
 completa. Il termine qui ha un’accezione più larga rispetto alla generazione e alla
 procreazione responsabile (che pur tra loro sono ulteriormente distinti), proprio
 per il fatto che dice riferimento sia alla crescita degli sposi, che al dono dei figli
 naturali e/o in affido – adozione, come pure al farsi buon seme di annuncio, nella
 e attraverso la Chiesa, della forza dell’Amore di Cristo nell’amore umano. É
 necessario illuminare con la luce della fede e con le conoscenze delle scienze la
 possibilità dignitosa e giusta della procreazione, accompagnando i coniugi nella
 generosità e nella responsabilità. Inoltre, anche una coppia fisicamente colpita
 dal dolore della sterilità (parziale o totale) può a pieno titolo, allora, esercitare
 autenticamente la dimensione della fecondità, facendo del limite il motore di
 più grande e fantasiosa generosità.

     Volendo ora raccogliere la lunga descrizione del contenuto del “Percorso di
 fede verso il matrimonio”, è doveroso aggiungere che, visto il contesto, l’amore
 coniugale (totale, unico, fedele e fecondo) ha poi bisogno di essere inquadrato
 in un chiaro itinerario di fede, dove ascolto della parola di Dio, preghiera,
 meditazione, eucarestia e perdono, rendono reale l’incontro con Cristo nella
 Chiesa (sia da fidanzati, che da sposi).
 Essendo, poi, relazione autenticamente umana, originale e complessa, è
 necessario lasciarsi aiutare dagli utili strumenti delle scienze, collocandoli nel
 giusto quadro di riferimento (cammino di fede) e orientandoli all’unica meta per
 la quale si offre il “Percorso” (il sacramento del matrimonio).
 Fissare lo sguardo attentamente sul nucleo del patto di alleanza coniugale,

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contribuisce a comprendere sempre di più il dono immenso verso il quale i
fidanzati si preparano e il “Grande Mistero” (di Cristo e della sua Chiesa) che
efficacemente vive tra due sposi cristiani. L’auspicio è che per ogni coppia di
fidanzati e per ciascun operatore pastorale tutto questo sia motivo di grande gioia
e ringraziamento, di impegno e responsabilità.

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STILE, METODO E DURATA
              DEGLI ITINERARI DI FEDE VERSO IL MATRIMONIO

 La preparazione immediata al matrimonio è opera di Chiesa e momento di grazia,
 sotto il segno della spinta evangelizzante e nel chiaro quadro di un “Itinerario di
 fede”. L’Amore di Dio “fatto carne” in Gesù Cristo e definitivamente vincitore
 sul male e sulla morte, con la risurrezione, trova negli sposi cristiani la casa più
 appropriata, la manifestazione più completa e sublime per dire quanto il Figlio
 dell’uomo continui ad amare la sua Chiesa (Cfr. Ef. 5).

 Per quanto riguarda la metodologia dell’Itinerario di fede, lo stile e la durata,
 andiamo a rileggere quanto il Direttorio di Pastorale Familiare (1993) stabilisce
 per la nostra Chiesa italiana.

 “Proprio perché itinerari educativi e di fede, gli incontri non si riducano a cicli
 di lezioni o di conferenze. Essi siano momenti di evangelizzazione e di catechesi,
 aprano alla preghiera e alla vita liturgica, orientino e spronino alla carità,
 sappiano anche coinvolgere e interessare i fidanzati così da aiutarli e stimolarli
 a fare una significativa esperienza di fede e di vita ecclesiale. Non si tralasci
 neppure di valorizzare l’apporto che i fidanzati stessi possono offrire per una
 più adeguata azione pastorale”. (Direttorio di pastorale familiare, 59).

 L’invito del Direttorio è chiaro: sia un’esperienza di fede calibrata nell’amore
 umano tra i fidanzati orientati al matrimonio, usando delle fondamentali proposte
 e dinamiche pastorali (catechesi, liturgia, carità) e valorizzando la presenza attiva
 dei fidanzati stessi.

 La metodologia evangelica, cioè dell’accoglienza ecclesiale e dell’annuncio
18della “Buona Novella”, della misericordia e della verità, comporta di utilizzare
alcuni metodi particolari, alcune vie prioritarie e comuni.

L’ascolto della Parola di Dio in assemblea e la sua risonanza a mo’ di
meditazione e/o condivisione, risulta essere uno dei primi metodi per accogliere
e comprendere la chiamata al matrimonio. La strada di Emmanus, percorsa dai
due discepoli menzionati nel Vangelo di Luca, è un incedere molto fruttuoso, di
ascolto – domanda – svelamento. Sposandosi in Cristo, la Parola vivente, non si
può assolutamente dimenticare di predisporre un Itinerario verso il matrimonio
che abbia al centro la Parola di salvezza. Lo stesso Magistero della Chiesa, sul
matrimonio e la famiglia, si nutre di questo cibo fruttuoso e, con l’assistenza
dello Spirito Santo, ne trasmette per i fedeli delle indicazioni particolari, storiche,
puntuali.

La preghiera, come spazio lasciato al divino e come dialogo filiale con il Padre,
rientra a pieno titolo negli strumenti metodologici, oltre che come contenuto
imprescindibile. Aiutare i fidanzati a rendersi disponibili alla volontà divina,
attraverso l’introduzione nell’orazione di coppia e comune, comporta una
guida sicura e una paziente gradualità. Fra le altre, due esperienze di preghiera
comune diventano estremamente indicate nell’Itinerario, tanto da non poter
essere dimenticate: la celebrazione della misericordia del Signore, nelle Sante
Confessioni, e il dono dell’Eucarestia, come spesa totale e vita di comunione.
Proprio qui, gli sposi cristiani trovano continuamente la sorgente dove attingere
“acqua” di ristoro e di fortificazione per continuare in crescendo l’unione
coniugale e l’esperienza familiare.

La comunità cristiana rivela il metodo della comunione e della pubblicità
del matrimonio, in evidente contrasto con ogni esasperazione privatistica e

                                                                                          19
con qualsiasi perdita del senso di solidarietà (verso il coniuge, i figli, i parenti,
 l’intero corpo comune). Da qui può venire evidente l’invito ai futuri sposi, di
 metodo e di contenuto, ad aprirsi al servizio della Chiesa e della Società civile,
 come “sale e luce”.

 Rimanendo ancorati allo scopo e al contesto di questi Percorsi, esponendo
 integralmente i contenuti e i valori del matrimonio cristiano, oltre alla Parola
 – preghiera – Comunità, tre modalità di proposta sembrano oggi andare per la
 maggiore, soprattutto quando sono utilizzate in sapiente sinergia.

     1- L’incontro assembleare è sicuramente il metodo più utilizzato, sia facendo
         riferimento unicamente all’équipe di Accompagnatori, sia quando viene
         svolto con la presenza di un conferenziere esterno. A volte, poi, alcuni
         offrono una visione di un film o documentario, per poi passare alla
         discussione in un secondo momento.

     2- Il ritrovarsi in sottogruppi, invece, viene portato avanti per garantire
         uno spazio più realista di dialogo tra i fidanzati, abbattendo le lungaggini
         e i freni che una grande assemblea spesso lascia emergere. Molte volte,
         questa modalità viene dopo una proposta comune, oppure si svolge come
         laboratorio tematico.

     3- Il dialogo nella coppia è un metodo sicuramente non nuovo, ma forse un
         po’ dimenticato nei nostri incontri. Risulta molto fruttuoso scommetterci
         ancora, aiutando i fidanzati a darsi del tempo per parlare tra di loro proprio
         degli argomenti emersi negli incontri, utilizzando a mo’ di esempio alcuni
         momenti nel Percorso, ma soprattutto facendo maturare in loro l’esigenza
         di trovare spazi ulteriori di dialogo intimo, a tu per tu. Va da sé, in aggiunta,
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che si rivela ugualmente molto utile il mettersi a disposizione da parte
     degli Accompagnatori, per eventuali approfondimenti personali richiesti
     dai fidanzati. Queste stesse figure (sposi, sacerdote, religioso/sa) sono
     un metodo, nel medesimo tempo compagni di viaggio e strada sicura da
     percorrere, nel senso che esprimono il “farsi carico”, la testimonianza e la
     gratuità, il mandato della Chiesa.

L’invito è quello di considerare tutti i metodi proposti dal Direttorio nello stesso
Itinerario di fede, così da offrire con più completezza i contenuti e stimolare
maggior interesse verso la proposta ecclesiale del matrimonio. E lo stile degli
incontri sia quello dell’accoglienza familiare e nella fede, della gioia sincera
nel vedere giovani che vogliono sposarsi in Cristo, dell’animazione e della
preparazione, dell’ascolto e dell’attenzione ad ogni singola situazione.

Il Direttorio continua ricordando il numero e il tempo degli incontri
nell’Itinerario verso il matrimonio, dopo aver considerato la meta, i contenuti,
i soggetti partecipanti (chi propone e chi usufruisce del Percorso) e la
metodologia.

“Quanto al numero degli incontri di preparazione e alla durata dell’intero
itinerario, mentre suggeriamo che essi coprano un tempo abbastanza prolungato,
di circa due mesi, con frequenza settimanale, ricordiamo che spetta al Vescovo
diocesano precisare ulteriormente questi aspetti. In ogni caso sarebbe importante
che, anche a tale riguardo, su tutto il territorio della Diocesi si segua una prassi
unitaria”. (Direttorio di pastorale familiare, 62).

É utile ricordare, allora, che nella nostra diocesi, come in tutte le diocesi di
Lombardia, dal 2000 è stata consegnata ufficialmente una guida e un manuale
                                                                                       21
per la preparazione immediata al matrimonio, dal titolo: “In cammino verso
 il matrimonio”. In quest’utilissimo strumento di riferimento (non manuale da
 assorbire indistintamente e senza mediazioni) si parla di dieci incontri nell’arco
 minimale di un mese. L’Ufficio famiglia, poi, ha redatto un ulteriore agevole
 strumento, ispirandosi alla Guida lombarda, da dare in mano agli stessi fidanzati
 e che può essere facilmente acquistato dalle parrocchie.

 In una visione di luci ed ombre, ma sempre con le ali della Speranza, bisogna
 riconoscere che la prassi dei Percorsi in diocesi è ancora molto varia e spesso
 sotto il segno della carenza, pur non mancando ottimi esempi. L’invito per tutti è
 quello di crederci: credere nei fidanzati, credere nel Vangelo dell’Amore (Vangelo
 non norma moralistica), credere nel mandato della Chiesa e spendere energie
 – tempo - preparazione per e nella famiglia.

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SCHEMA SINTETICO
                          DEI CONTENUTI PROPOSTI

                  DALLA GUIDA DELLE DIOCESI DI LOMBARDIA
                            IN CAMMINO VERSO IL
                                MATRIMONIO

-   Un amore unico (nota fondamentale dell’amore coniugale).
-   Un amore totale (nota fondamentale dell’amore coniugale) .
-   Un amore definitivo (nota fondamentale dell’amore coniugale).
-   Un amore tra fantasia e realtà (le voci ambigue della società: es.
    proiezione di un film).
-   Un amore coraggioso (vita da sposi cristiani).
-   Un amore pienamente umano (la dimensione sessuale nella vita
    coniugale).
-   Un amore concreto (ritmi e metodi naturali).
-   Un amore oltre le morti (la misericordia divina: S. Confessioni).
-   Un amore da svelare (la dimensione psicologica nella relazione di
    coppia).
-   Un amore in equilibrio (la dimensione psicologica nel rapporto coi
    genitori e con i futuri figli).
-   Un amore giusto (il diritto nell’Alleanza coniugale).
-   Un amore salvifico (il rito del matrimonio come “spreco” d’amore
    salvifico).
MEDITAZIONE PER FIDANZATI

 UN ESEMPIO DI SANTITÀ

 “il tuo grande amore

 mi aiuterà ad essere forte”.
(SANTA GIANNA BERETTA MOLLA)

                                                                                         LA PAROLA DI DIO

                                                                      Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
                                                                             come sigilio sul tuo braccio;
                                                                   perché forte come la morte è l’amore,
                                                                     tenace come gli inferi è la passione:
                                              le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore!
                                  Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travoigerlo.
                                                           Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
                                                    in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio.
                                                                                    (CANTICO DEI CANTICI, 8,6-7)

 PREGHIERA DEI FIDANZATI

 Alla tua presenza, Signore, mano nella mano
 lasciamo che dal nostro cuore
 salga a te una preghiera di lode e ringraziamento.
 “O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra…
 Ci hai fatto poco meno degli angeli…
 Di gloria e di onore ci hai coronato...”
 Grazie perché ci hai fatto a tua immagine.
 Tu sei un Dio meraviglioso, originale,
 un Padre buono, creativo, gioioso
 e vuoi che il nostro amore sia caldo, pieno di luci e colori come il tuo.
 Ti compiaci dell’opera delle tue mani,

                                         Ufficio Famiglia
                                        Tel. 030.3722234
                               e-mail: famiglia@diocesi.brescia.it
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