Percorso di continuità Scuola dell'Infanzia - Scuola Primaria 2017/2018

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Percorso di continuità Scuola dell'Infanzia - Scuola Primaria 2017/2018
Percorso di continuità
              Scuola dell’Infanzia – Scuola Primaria 2017/2018

                                   maestra Francesca

Il laboratorio “Suoni e Parole”

Al gruppo dei bambini “Grandi” di 5 anni viene proposto un laboratorio che
vuole sviluppare le competenze metafonologiche in previsione dell’ingresso alla
scuola primaria. Il gruppo, composto da 38 bambini, viene suddiviso in tre
sottogruppi eterogenei per capacità. Il laboratorio dura circa 45/60 minuti e si
svolge settimanalmente secondo il calendario stabilito ad inizio anno dalle
insegnanti.

Lo sfondo integratore
Lo sfondo integratore della scuola per il corrente Anno Scolastico è “Il Prato”. In
aula si trova una grande coccinella di peluche che si chiama Gastone ed i
bambini sono invitati ad entrare “a casa di Gastone la coccinella”. Ogni attività
di laboratorio è introdotta e supportata da un clima fantastico, in cui diversi
animali del prato, presentati dalla Coccinella Gastone, propongono le loro
avventure. I bambini sono invitati in un clima giocoso a partecipare alle attività.

Modalità di svolgimento
Il laboratorio dura circa 45/60 minuti e si divide in tre tempi:
   1. Tempo dell’ascolto: serve per creare il clima necessario allo svolgimento
       del laboratorio. Viene introdotta l’attività con il racconto di una storia o di
       una poesia, oppure con una canzone. In questa prima fase si svolge il
       lavoro di rifllessione linguistica.
   2. Tempo del gioco: si propongono uno o più attività sotto forma di giochi
       per consolidare le esperienze e le riflessioni fatte durante il momento
       dell’ascolto.
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3. Tempo del lavoro individuale: viene proposto una attività da svolgere a
       tavolino individualmente legata a quanto svolto nel laboratorio. In questa
       fase si curano le competenze di autonomia del bambino: l’attenzione alla
       corretta esecuzione delle consegne, lo svolgimento del lavoro richiesto in
       ordine e con cura, il riordino del materiale utilizzato.
Al termine del laboratorio ogni bambino può prendere la tessera con il proprio
nome per aggiungere uno sticker alla collezione. La strategia della tessera è
stata introdotta in primo luogo per aiutare i bambini a riconoscere il loro nome
fra gli altri ed in secondo luogo per fornire un modello da copiare per scrivere il
proprio nome, qualora non fossero ancora in grado di riprodurlo in autonomia.

Nelle immagini relative alle attività svolte nella fase 3, che seguiranno nella
presente relazione, si può osservare come la scrittura del nome da parte di una
bambina sia evoluta da “AAVREL” fino alla forma corretta “VALERIA”.
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IL GRILLO (la lunghezza delle parole)
(attività tratte da “Giocare con le parole” di Perrotta e Brignola, Ed.Erickson)
Periodo: ottobre
        Identificare i grafemi che compongono il proprio nome
        Saper riconoscere il proprio nome scritto
        Riflessione sulla lunghezza delle parole cominciando dal proprio nome

    1. IL MIO NOME È
Laboratorio del 16-17-19 ottobre
Il primo animaletto amico del prato che Gastone ci presenta è il grillo Camillo,
che ama saltare sulle foglie mentre parla. I bambini sono seduti in cerchio. Ogni
bambino si presenta. Ripetiamo assieme il nome scandendolo con il battito
delle mani.
A terra sono disposti dei cerchi in fila che rappresentano le foglie su cui salta il
grillo Camillo mentre pronuncia i nomi dei bambini. Inizia l’insegnante che
fornisce un modello per svolgere il gioco: pronunciando il proprio nome,
scandendolo prima con il battito delle mani (Fran-ce-sca) o con un cembalo,
salta nei cerchi ripetendo il nome. “Di che colore è la foglia su cui sono
arrivata?”, “Quante foglie è lungo il mio nome?”. Ogni bambino è invitato a
provare con il proprio nome: si scopre così che esistono nomi lunghi e nomi
corti.
Si invitano i bambini a trovare delle parole corte, lunghe al massimo due foglie;
alcuni bambini provano già a contare le sillabe con le dita per trovare la parola
più corta, altri si affidano al significato: scopriamo così con delusione che il
“topolino”, un animale piccolo piccolo, in realtà ha un nome lunghissimo, mentre
l’orco, un gigante, ha un nome veramente corto.
Alla consegna successiva, “Trovate dei nomi lunghi!”, qualcuno resta molto
deluso a scoprire che la “corda” è lunghissima ma al grillo Camillo bastano due
salti per pronunciarne il nome, altri invece sostengono che “un fiore grande
grande” è una parola molto lunga.
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Questo avviene perché i bambini non hanno ancora operato una distinzione tra
l’oggetto che rappresenta la parola e la parola stessa.
A conclusione dell’attività ad ogni bambino viene consegnato un foglio su cui
scrivere il proprio nome e incollare tante foglie quante ne servono al grillo per
pronunciarlo.
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2. L’AUTUNNO
Laboratorio del 23-24-26 ottobre
1. La coccinella Gastone ha fatto recapitare ai bambini una poesia in rima
sull’autunno. Dopo la prima lettura compiuta assieme ai bambini grazie alla
presenza di parole illustrate, alcuni pezzi della poesia cadono a terra (le rime).
Si consegna una parola a testa facendola ripetere ai bambini, durante la
rilettura della poesia ognuno colloca la propria rima al posto giusto.

2.Oltre alla poesia, Gastone ha regalato ai bambini anche delle foglie autunnali
di colore rosso e giallo di forma diversa. Servono per fare un gioco, ogni foglia
dà un comando: foglia rossa -salta a piè pari, foglia gialla – salta con le gambe
larghe. Le foglie vengono disposte dall’insegnante o dai bambini secondo ritmi
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diversi per creare sequenze di salti. Questa attività coinvolge la percezione
visiva e uditiva utilizzando strutture prealfabetiche, da riprodurre con il corpo.

3. Si fornisce una scheda su cui sono rappresentate delle figure e i bambini,
con il dito intinto nel colore, sono invitati a saltare come il grillo sulla riga
dell’immagine corrispondente, pronunciando il nome dell’oggetto raffigurato.
Alcuni bambini dimostrano di aver superato l’analisi delle sillabe che
compongono le parole e di essere pronti per l’analisi fonemica quando invece di
fare due salti per la parola “Cane” (ca-ne), ne fanno quattro (c-a-n-e).
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IL LEPROTTO CURIOSO (analisi sillabica dei suoni)

(attività tratta da “Prime competenze di letto-scrittura” di Cisotto e gruppo RDL,
ed. Erickson)

Periodo: novembre

L’insegnante legge la storia di “Lapo la lepre” accompagnando la lettura con la
visione delle immagini del racconto. Ad ogni incontro, aiutati dalle domande e
dalle riformulazioni dell’insegnante, i bambini raccontano la storia nel modo in
cui la ricordano.
- Riconoscere i suoni e riprodurli
- Prendere consapevolezza delle potenzialità sonore della voce
- Riconoscere i suoni iniziali e finali delle parole
- Scomporre parole in gruppi sillabici e ricomporle
- Riconoscere errori di pronuncia e produrre parole nella forma corretta
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3.ALLA RICERCA DI TRACCE FONOLOGICHE
30/31 ottobre/ 2 novembre
L’insegnante legge la prima parte della storia di Lapo, in cui viene presentato il
leprotto curioso che vive ai margini del bosco. Per esplorare le potenzialità
sonore della voce e le loro molte combinazioni possibili, in classe viene ricreata
l’atmosfera del “bosco”. I bambini in cerchio ad occhi chiusi sono invitati a
ripetere alcuni rumori che la lepre Lapo sente dalla sua tana:
      Il rumore delle foglie calpestate CIAK CIAK CIAK
      Il rumore di una goccia TIC TIC TIC
      Il rumore del vento FFFFFFFFFFFFFFFF
      il rumore del frullo d’ali degli uccelli VRRRRR
      il sibilo del serpente SSSSSSS, ecc.
Successivamente, un bambino produce da sé un rumore del bosco e gli altri lo
ripetono. Si scelgono poi tre rumori e a ogni bambino ne viene assegnato uno.
Ad occhi chiusi i bambini sono invitati a cercare i compagni a cui è stato
assegnato lo stesso suono, formando così delle “bande sonore”. Ogni banda
può ripetere i suoni con delle varianti: ad esempio, pronunciandoli a tono molto
alto, quasi urlato, oppure sommesso, e ancora, un ritmo veloce oppure
rallentato.
L’insegnante racconta una storia in cui i bambini sono invitati a ripetere il suono
dell’oggetto o dell’animale del bosco ogni volta che questo viene nominato nella
storia, aumentando o diminuendo l’intensità del suono in base a quanto
richiesto (“Soffiava una leggera brezza -FFFFF emesso con poca forza- poi
iniziò a piovere -TIC TIC- e il vento aumentò fino a scuotere la cima del pino
-FFFFFFF emesso con molta forza-“).
Nella seconda parte del laboratorio si ripropone l’attività sulla lunghezza delle
parole. Si consegnano ai bambini delle tessere con delle immagini che
contengono parole corte (due salti), medie (tre salti) e lunghe (4 salti). A terra
sono disposti i cerchi per saltare e appeso al muro un cartellone con una tabella
con tre colonne: nella prima c’è il numero 2, nella seconda il 3 e nella terza il 4.
Ogni bambino è invitato a pronunciare il nome dell’oggetto raffigurato nella sua
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tessera, a ipotizzare quanti salti deve fare il grillo e a verificare la propria ipotesi
prima con il battito delle mani e poi con il salto nei cerchi. Al termine, il bambino
dispone la sua tessera nella colonna corrispondente della tabella. L’attività
avviene in un clima ludico e non giudicante, se il bambino prevede di fare 4 salti
e invece ne fa 2, si corregge da solo senza la necessità che l’insegnante lo
riprenda. Il clima di fiducia reciproca aiuta anche i bambini più timorosi ad
esporsi e provare il piacere di svolgere il gioco con i compagni.
La stessa attività viene riproposta nel lavoro individuale da svolgere al termine
del laboratorio: i bambini hanno a disposizione sei parole che devono riporre
nella giusta “capanna dei salti”: le parole di due sillabe nella capanna con due
foglie, le parole con tre sillabe nella capanna con tre foglie.
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4.ECO E BALBETTII

6/7/9 novembre 2017

L’insegnante chiede ai bambini di raccontare cosa è successo nella prima parte
della storia di Lapo con l’ausilio di domande guida prima di riprendere il
racconto. Un giorno Lapo decide di inoltrarsi nel bosco ma si perde. Chiamando
AIUTOOOOOOO scopre l’eco ed i bambini sono indotti a prestare attenzione
sia al suono finale delle parole di Lapo quando cerca aiuto, sia a quello iniziale
quando Lapo trova la talpa Tapi che vuole aiutarlo, ma lui ha talmente tanta
paura che balbetta. I bambini sono invitati ad aiutarlo a pronunciare la parola
giusta indovinando: “Mi chiamo La-la-la….po. E sono una le-le-le-pre”.

A questo punto del laboratorio i bambini sono in grado di compiere
correttamente la scansione sillabica delle parole con il battito delle mani ed è
possibile chiedere loro di fare attenzione ai suoni iniziali o finali delle parole con
dei giochi posti sotto forma di indovinello: “Lapo la lepre incontra la talpa Tapi
ma ha molta paura e non riesce a pronunciare tutta la parola. Balbettando le
dice -Ci-ci-ci-…- cosa sta per dire Lapo?” ci saranno diverse ipotesi che
porteranno i bambini a riflettere sulle analogie fonetiche tra le parole.         Per
stimolare i bambini a percepire il suono finale delle parole l’insegnante propone
il gioco dell’eco, che si svolge secondo la sequenza di seguito descritta. I
bambini sono invitati a ripetere il grido di aiuto di Lapo, imitando le sequenze
sonore dell’insegnante. L’insegnante:

      pronuncia la parola “Aiuto” prolungando la “O” finale: AIUTOOOOOO e
       invita i bambini a imitarla. Ripropone lo stesso gioco con il nome della
       piccola lepre: LAPOOOO. Invita poi i bambini a chiamarsi con la stessa
       modalità: la maestra chiama “Mattiaaaaa”, Mattia chiama “Danieleeee” e
       così via);
      pronuncia la parola “Aiuto” ripetendo la sillaba finale “TO”: AIUTO-TO-
       TO-TO-TO dopo aver nuovamente invitato i bambini ad imitarla, L’attività
       può essere rinforzata applicandola ai nomi dei bambini (Gabriele-le-le-le-
       le, Laura-ra-ra-ra)
     pronuncia la parola “AIUTO” ripetendo gli ultimi tre fonemi “UTO”:
      AIUTO-UTO-UTO-UTO.

La riflessione sui suoni prosegue con la presentazione ai bambini di alcuni
animali o oggetti che producono un suono: la gallina fa Co-Co-Co, il treno
Tu-Tu-Tu,… e sono invitati a scegliere le parole che iniziano come il verso
dell’animale fra le diverse immagini proposte fra cui ci sono degli intrusi 1.

1   Perrotta E., Brignola M.. Giocare con le parole 2. Prima parte e seconda parte, Trento, ed. Erickson, 2010.
5. AIUTA LAPO A RITROVARE LA STRADA

13-14-16 novembre

L’insegnante chiede ai bambini di raccontare cosa è successo nella prime due
parti della storia di Lapo con l’ausilio di un gioco di movimento prima di
riprendere il racconto. Spiega che, per ritrovare la strada di casa, Lapo deve
fare un percorso, lungo il quale troverà delle parole scomposte in sillabe da
ricomporre: per poter passare alla tappa successiva dovrà fare un numero di
salti corrispondente a quello delle sillabe di ciascuna parola. A terra vengono
collocate delle tavole che rappresentano i momenti salienti del racconto: la
lepre, la tana, il bosco, la notte, la talpa, il temporale. Il bambino, che si finge il
leprotto Lapo, partendo dalla prima tavola, deve contestualizzare il momento
del racconto, quindi ricomporre la parola spezzata in due o più sillabe che
troverà accanto alla tavola. Una volta ricomposta dovrà pronunciarla ad alta
voce (ad es. Bo-sco) ed effettuare un numero di salti corrispondenti al numero
delle sillabe per arrivare alla tappa successiva.

Per accrescere la sensibilità fonologica dei bambini, la terza parte della storia di
Lapo la lepre viene raccontata storpiando i suoni. Per rendere la situazione più
divertente e motivante, l’insegnante impersona la lepre a cui è venuto il
raffreddore e quindi pronuncia in maniera scorretta alcune parole. I bambini
devono individuare le parole pronunciate male e correggere i suoni storpiati. Le
parole sbagliate vengono pronunciate in modo lento, chiaro, scandendo bene i
suoni, in modo che i bambini siano facilitati nel riconoscimento degli errori di
pronuncia. Esempi di parole storpiate dalla lepre con il raffreddore:

      Salpa invece di Talpa
      Fastoro invece di Castoro
      Mosco invece di Bosco
      Vepre invece di Lepre

Nella seconda parte del laboratorio, ad ogni bambino viene consegnata
un’immagine. A turno, i bambini si alzano, pronunciano la parola rappresentata
dall’immagine, la scandiscono con il battito delle mani e saltano nei cerchi
sillabandola. Al termine del percorso con i cerchi devono depositare l’immagine
nella casetta corrispondente in base alla sillaba iniziale.

Lo stesso tipo di attività viene riproposto a livello individuale sotto forma di un
labirinto nel quale per trovare l’uscita è necessario seguire le parole che
iniziano con la stessa sillaba.
6. PARTI SONORE E RITMI DELLE PAROLE

20/21/23 novembre

L’insegnante conclude la lettura della storia di Lapo. Le attività proposte hanno
come obiettivo l’affinamento progressivo della sensibilità fonologica dei bambini,
rendendoli capaci di riconoscere somiglianze e differenze fonologiche e di
produrle in autonomia. Quando il bambino si mostra capace di manipolare
intenzionalmente i gruppi sonori che compongono le parole, si può parlare di
vera e propria competenza fonologica.

L’orchestra

Si costituiscono tre gruppi e a ogni gruppo viene assegnata una sillaba, scelta
tra le tre della parola TE-SO-RO. L’insegnante impersona il direttore
dell’orchestra. Quando il direttore d’orchestra indica con la bacchetta un
gruppo, i bambini di quel gruppo pronunciano ad alta voce la sillaba assegnata.
Il direttore può seguire l’ordine corretto dei gruppi sonori della parola TE-SO-
RO, può seguire un ordine inverso dei gruppi sonori SO-TE-RO, oppure,
ancora, può decidere un ordine inventato: TE-TE-TE-SO-RO. In un momento
successivo saranno gli stessi bambini ad impersonare il direttore d’orchestra.

La danza della talpa

L’insegnante interpreta la talpa che, passando tra i bambini, recita cantando la
frase: “Questa è la danza della talpa che esce dalla terra, per ritrovare le parole
che cominciano con…” (ad esempio, “A”, “E”, “CA”, “BI”,…). I bambini che
pronunciano una parola con l’iniziale pronunciata si accoderanno per formare
un trenino danzante.

Strani strumenti

L’insegnante chiede ai bambini quali siano gli strumenti musicali che essi
conoscono. Sulla base delle risposte predispone una serie di flash card sulle
quali disegna gli strumenti più nominati il cui nome sia composto da tre sillabe.
Ognuna delle flash card è suddivisa in tre sezioni, corrispondenti a tre parti
dello strumento e ai tre gruppi sillabici che ne compongono il nome. Delle tre
sezioni della carta ne sceglie quindi due: rispettivamente la parte iniziale e la
parte finale di uno stesso strumento musicale con le sillabe corrispondenti. Ad
esempio si possono scegliere le due estremità di un tamburo: TAM-…-RO.
Senza mostrare ancora le carte, l’insegnante legge il nome dello strumento,
scandendo bene la sillaba iniziale e quella finale, ma non la sillaba intermedia. I
bambini, a turno, devono indovinare di quale strumento si tratta. A questo punto
si possono girare le due sezioni della carta e far vedere le immagini
corrispondenti. Si invitano i bambini ad aggiungere il pezzo mancante,
scegliendo tra le carte rimaste per ricomporre l’immagine dello strumento, e a
completare oralmente la parola con la sillaba mancante. Il gioco con lo stesso
nome viene riproposto più volte, omettendo e reinserendo pezzi di parola
diversi, in modo tale che il bambino ne acquisti padronanza.

Al termine del laboratorio viene proposto un lavoro da svolgere individualmente
sul riconoscimento delle sillabe iniziali delle parole, simile a quelli già proposti.
AVVIO ALL’ANALISI FONEMICA

(attività tratta da “Prime competenze di letto-scrittura” di Cisotto e gruppo RDL,
ed. Erickson)

Periodo: gennaio-febbraio

      Ampliare il lessico del quotidiano, riferito a situazioni conosciute
      Individuare termini linguistici appropriati
      Compiere classificazioni su base semantica
      Sviluppare la produzione lessicale a partire dal criterio di appartenenza
       semantica.
      Riconoscimento del fonema iniziale finale e in corpo alla parola
      Avvio all’analisi fonemica delle parole
7. IL PESCATORE DI PAROLE

15/16/18 gennaio

Il laboratorio si apre con una lettera di Gastone la coccinella, che racconta ai
bambini della misteriosa malattia che ha colpito gli abitanti del prato che hanno
perso le parole e devono dire “coso” o “cosa” al posto del termine giusto.
Gastone chiede aiuto ai bambini per ritrovare la parola giusta da inserire nei
racconti al posto di quelle mancanti.

L’insegnante racconta la storia di Mario il pescatore: Mario con la sua canna da
pesca, non cattura i pesci ma parole. Nel mare delle parole, queste nuotano
insieme, tutte mescolate, proprio come i pesci. Mario getta la sua canna nel
mare di parole ed esse abboccano all’amo, Quando le pesca, le mette bene in
ordine, in tante cassette colorate. In ogni cassetta ripone parole che stanno
bene insieme e attacca all’esterno un’etichetta per ricordare il tipo di parole
contenute in ciascuna di esse: ad esempio, parole della cucina, parole della
camera, parole gentili,… Mario il pescatore, porta poi le cassette di parole in un
mercato speciale, dove le        persone che ne hanno bisogno le vanno a
comperare. Ad esempio il cuoco è andato alla bancarella di Mario e gli ha detto
che non ricordava più il nome delle cose che si usano per mescolare. Mario ha
cercato nella cassetta delle “Parole della cucina” e ha trovato le parole
MESTOLO e FRULLATORE. Anche una maestra cercava delle parole gentili da
regalare ai suoi alunni, Mario ha cercato nella cassetta delle parole gentili e ha
trovato GRAZIE e PER FAVORE.

La pesca di parole

L’insegnante propone ai bambini di giocare alla pesca di parole. A terra sono
disposti tre cerchi colorati che rappresentano le cassette di Mario il pescatore e
le parole sparse che nuotano nel mare delle parole. I bambini a turno pescano
una parola e decidono in quale cassetta riporla: nella cassetta degli animali, dei
frutti o delle parole gentili.
In un secondo momento l’attività viene riproposta ma le parole vengono divise
nelle ceste in base al suono iniziale, ad esempio tutte le parole che iniziano con
S, con M e con A. I bambini vengono invitati a riflettere su cosa accomuna le
parole contenute nella stessa cesta, avviando così l’analisi fonemica delle
parole.

Si possono scegliere fonemi che sono più facilmente isolabili dalla parola grazie
alla   loro   pronuncia   prolungata    come    sssssserpente,     zzzzzzzanzara,
mmmmmmucca,…. I bambini sono invitati a prestare attenzione alla forma che
assumono bocca e labbra per pronunciare suoni diversi, utilizzando anche le
mani per cogliere la sonorità di alcuni fonemi che fanno vibrare il collo o il naso
mentre vengono pronunciati.

Si propongono ai bambini degli indovinelli per stimolare le competenze
semantiche.
8. LE VOCALI

22/23/24 gennaio

Le attività proposte sono similari a quelle già descritte nella parte relativa al
gioco del pescatore ma questa volta viene utilizzata una piccola cassettiera con
cinque cassetti estraibili all’interno dei quali riporre dei cartoncini con le
immagini delle parole che iniziano con la vocale indicata a lato del cassetto.

Al termine dell’attività viene proposto un lavoro da svolgere individualmente a
tavolino sul riconoscimento delle parole che iniziano con il fonema “A”.
9. L’ALFABETIERE

29/30 gennaio/ 1 febbraio

19/20/22 febbraio

L’alfabetiere di Camillo Bortolato dall’inizio dell’anno scolastico è appeso in
classe all’altezza dei bambini, i quali possono utilizzarlo per giocare e scoprire
chi si nasconde sotto le alette delle lettere.

                               Ora viene impiegato per la prima volta in maniera formale.
                               L’insegnante chiede ai bambini di usare il loro corpo per
                               riprodurre le lettere indicandole una ad una. Al termine
                               dell’attività ognuno sceglie la lettera che preferisce fra tutte
                               e prova a trovare altre parole che iniziano con quella lettera
                               oltre a quella nascosta sotto l’aletta dell’alfabetiere. Si
                               chiede ai bambini di individuare la lettera iniziale del proprio
                               nome o di indicare in sequenza quali lettere usano per
                               scriverlo. Alcuni bambini sono già in grado di compiere una
                               corretta analisi fonemica e indicare le lettere per comporre
                               parole semplici, preferibilmente bisillabe piane.
A CACCIA DI SUONI

(attività tratta da “Prime competenze di letto-scrittura” di Cisotto e gruppo RDL,
ed. Erickson)

Periodo: marzo

      Riconoscere l’identità di uno stesso gruppo sonoro in parole diverse
      Riconoscere l’identità di uno stesso gruppo sonoro in posizione iniziale,
       intermedia e finale
      Acquisire i singoli fonemi in sequenza
      Mantenere stabile nella mente l’immagine dei singoli grafemi
      Riconoscere le forme grafiche dei nomi

10.IL VENTO

5/6/8 marzo

L’insegnante legge e fa drammatizzare ai bambini una poesia sul vento,
invitandoli anche a ritrovare le rime corrette.
Chiudendo la finestra fa cadere a terra le parole rappresentate su cartoncini: il
vento si è intrufolato a scuola e si è nascosto nelle parole. Dopo aver ripetuto
assieme come fa il vento (FFFFFF), ogni bambino raccogli il cartoncino,
pronuncia il nome dell’oggetto raffigurato e stabilisce se inizia o contiene “F”.

Al termine dell’attività viene proposto un lavoro da svolgere individualmente a
tavolino sul riconoscimento delle parole che iniziano con il fonema “F”.
11. IL DETECTIVE A CACCIA DI GIO

12/13/15 marzo

L’insegnante introduce l’attività presentando ai bambini uno strano personaggio
di nome Gio. In realtà si tratta di un espediente per esercitare i bambini a
riconoscere uno stesso gruppo sonoro in contesti lessicali diversi e in posizioni
diverse delle parole: all0inizio, alla fine e in posizione intermedia. Le attività
proposte, oltre ad affinare la capacità di riconoscere i fonemi, stimolano
l’evoluzione della sensibilità fonologica alla consapevolezza fonologica vera e
propria. L’insegnante dice ai bambini che Gio si diverte a nascondersi per farsi
trovare, ma ama nascondersi nelle parole e non nelle cose. L’insegnante legge
ai bambini la storia di Gio2.

Dopo la lettura, propone ai bambini di cercare nel parco dove Gio si è nascosto.
Fa vedere delle immagini riferite agli oggetti che si trovano nel parco. Le
immagini sono presentate su flashcard a coppie; i nomi degli oggetti vanno
pronunciati lentamente. Per ogni coppia di flashcard, l’insegnante chiede a
turno ai bambini di indovinare in quali parole si è nascosto Gio. I bambini sono
invitati a scandire bene in sillabe la parola, a stabilire se la parola contiene la
sillaba Gio e individuare la posizione della sillaba: ad inizio, alla fine o in
posizione intermedia.
L’insegnante rilegge la storia scandendo bene le parole che contengono il
suono Gio; i bambini si alzano in piedi ogni volta che lo sentono pronunciare.

Infine viene proposta una scheda di immagini con il compito di individuare dove
Gio si è nascosto.

2 Prime competenze di letto-scrittura” di Cisotto e gruppo RDL, ed. Erickson, pp.115-116
12.LA TOMBOLA DEI NOMI

19/20/22 marzo

Preparazione delle tessere: i nomi dei bambini sono scritti scomposti nelle
sillabe che li compongono. L’insegnante legge le sillabe e i bambini sono invitati
a ricomporre il proprio nome incollando i pezzi in ordine su un cartoncino.
Queste tessere serviranno ai bambini come tessere di controllo.

Tombola: ad ogni bambino viene consegnata una tessera con i nomi di quattro
bambini, compreso il proprio nome. Comincia l’estrazione: l’insegnante estrae
una tessera gettone tra quelle preparate precedentemente, fa leggere il nome ai
bambini e mette la tessera in posizione visibile a tutti. I bambini controllano se
nella loro tessera è presente il nome estratto, in caso affermativo lo coprono
con un post-it. Vince chi completa per primo la propria cartella.

Si propone una scheda con due file di nomi da accoppiare per favorire il
riconoscimento della forma grafica delle parole.
LE RIME

(attività tratte da “Giocare con le parole” di Perrotta e Brignola, Ed.Erickson e
“La valigetta della maestra Larissa”, ed. Erickson)
Periodo: Aprile
Riconoscere e produrre rime

13.RIME!

9/10/12 aprile

L’insegnante recita la poesia di Gianni Rodari “Dopo la pioggia” con l’ausilio di
carte che rappresentano le parole in rima (sereno- arcobaleno, imbandierato-
festeggiato,…).

Dopo la pioggia – Gianni Rodari

Dopo la pioggia viene il sereno
brilla in cielo l’arcobaleno.
E’ come un ponte imbandierato
e il sole ci passa festeggiato.
é bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede, questo è male
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
In seguito le carte con le rime vengono consegnate ai bambini che devono
ricomporre la poesia con l’aiuto dell’insegnante riflettendo sul perché le parole
si assomigliano (finiscono allo stesso modo).

Per aiutare i bambini a riflettere sul suono finale delle parole, si consegna ad
ogni bambino l’immagine di una parola che termina con “…ello” (ombrello,
coltello, secchiello, pastello) o con “…one” (cannone, bastone, lampone,
mattone) e li si invita a disporli in due casette in base alla rima. La stessa
attività viene riproposta come lavoro individuale.
14.ANCORA RIME

16/17/19 aprile

L’insegnante legge il libro “Il Gatto col cappello” del Dr Seuss e dopo chiede ai
bambini cos’ha questa storia di diverso rispetto alle storie che si leggono di
solito. Dopo una breve riflessione qualche bambino dice che la storia è in rima.
La storia viene riletta invitando i bambini a completare le rime.
Utilizzando il mazzo di carte n.1 della “Valigetta della Maestra Larissa” 3,
giochiamo a riconoscere le rime fra le carte proposte.
Come ultima attività viene proposto un lavoro individuale di riconoscimento
delle rime fra le immagini proposte.

3 Carnovali L., La valigetta della maestra Larissa,, Trento, ed. Erickson, 2017
POTENZIAMENTO

(attività tratte da “Giocare con le parole” di Perrotta e Brignola, Ed.Erickson)

Periodo: maggio

Ai bambini che hanno raggiunto buone competenze fonologiche si può propone
il gioco dei rebus: pronunciando due parole di seguito, scopriamo che ne
apparirà una nuova. Ad esempio, un RE vicino ad un BUS forma la parola
REBUS, un BANCO vicino ad una NOTA diventerà una BANCONOTA. Anche
questo gioco aiuta i bambini a soffermarsi a pensare alle parole in quanto suoni
separabili dal loro significato. Si possono proporre anche giochi relativi ai treni
di parole, dove le parole vanno collocate in catena in modo che la sillaba finale
di una parola corrisponda a quella iniziale della successiva, ad esempio LANA-
NAVE-VELA-…. Non tutti i bambini saranno in grado di compiere l’analisi della
sillaba finale, ma ascoltando le riflessioni ad alta voce dei compagni più pronti e
aiutati dai suggerimenti dell’insegnante, possono comunque partecipare al
gioco divertendosi.
ATTIVITÀ DI SEZIONE

Alcuni giochi possono essere svolti durante diversi momenti della giornata,
come riempitivo tra una attività e l’altra o durante i momenti di attesa:

   -   Un bambino pensa un animale e ne rivela solo la sillaba iniziale e gli altri
       devono indovinare;
   -   “è arrivato un bastimento carico di…” : ognuno deve pensare una parola
       che inizia con la sillaba proposta;
   -   Durante l’appello, al posto della parola “Presente” ogni bambino
       pronuncia    una   parola   che    deve   iniziare   con   la   sillaba   data
       dall’insegnante;
   -   Si chiamano i bambini in fila pronunciando solo la prima sillaba del loro
       nome;
   -   La danza della talpa: l’insegnante interpreta la talpa che passando tra i
       bambini recita cantando la frase: “Questa è la danza della talpa che esce
       dal suo buco, per ritrovare le parole che iniziano con…” (ad esempio, A,
       E, BI, CA,…). I bambini che pronunciano la parola si accodano per
       formare un treno danzante.
Si possono cantare alcune semplici canzoni cambiando le vocali:

Stendi i panni, stendi i panni              Standa a panna, standa a panna
Bodon bodon bodon                           badan badan badan
Asciuga, il sole li asciuga                 asciaga al sala l’asciaga
Asciuga, il sole li asciuga                 asciaga al sala l’asciaga
Chi la vuole la bella verdura               ca la vala la balla vardara
Chi la vuole la bella verdura               ca la vala la balla vardara
Bau bau bau bau bau bau fido                ba ba ba ba ba ba fada
Miao miao miao miao miao miao micio ma ma ma ma ma ma macia

Si può ripetere la canzone utilizzando solo la “e”, la “i”, la “o”, o la “u”. Altre
canzoni che si prestano a questo gioco sono:
Garibaldi fu ferito                Siam tre piccoli porcellin
Fu ferito ad una gamba             siamo tre fratellin
Garibaldi che comanda              mai nessun ci dividerà
Che comanda ai suoi soldà          trallallalà

Racconti in rima, filastrocche, conte, aiutano a cogliere le sonorità della lingua.
Gastone la Coccinella si diverte a comporre poesie in rima o filastrocche con
protagonisti gli animali del prato, a volte però perde l’ispirazione e chiede aiuto
ai bambini per trovare parole che facciano rima. Inizialmente le parole possono
essere rappresentate da immagini fra le quali i bambini scelgono quella corretta
per completare la rima, in seguito sono invitati a pensarla da soli senza aiuti,
anche se la stessa poesia o filastrocca suggerisce la parola in rima.

Utile per proporre dei giochi collettivi è il materiale strutturato con carte che
contengono immagini di parole da accoppiare due a due in base alla rima. I
giochi con le rime aiutano i bambini a riflettere sulla parte finale delle parole al
fine di individuare la similitudine dei suoni finali delle parole in questione.
Utilizzando delle tessere si possono inventare diversi giochi: trova il bambino
che ha la parola che fa rima con la tua, pesca due parole che fanno rima,
inventiamo le rime a partire dal nostro nome (ad es. Francesca mangia la
pesca), completiamo delle frasi con la rima, ecc..

Ai bambini vengono proposti anche giochi da svolgere individualmente o a
coppie.
Gioco dell’oca: funziona come il classico gioco dell’oca in cui però non ci sono
dadi ma solo tessere e la pedina deve muoversi saltando di casella in casella
come il grillo, pronunciando il nome dell’oggetto raffigurato nella tessera
pescata.

Gioco delle coppie dei nomi:su un tabellone devono essere posizionate delle
tessere per completare la figura accoppiando i nomi degli animali raffigurati.
Bibliografia
Bertelli B., Belli P.R., Castagna M.G., Cremonesi P., Imparare a leggere e
scrivere con il metodo sillabico, vol.1 Trento, ed. Erickson.
Carnovali L., La valigetta della maestra Larissa,, Trento, ed. Erickson, 2017.
Cisotto L e gruppo RDL, Prime competenze di letto scrittura. Proposte per il
curricolo di scuola dell’infanzia e primaria, Trento, ed. Erickson, 2009.
Cornoldi C. a cura di, Disturbi e difficoltà della scrittura, Firenze, Giunti
Scuola, 2015.
Dutto V., Giochiamo con i fonemi. Attività e giochi per il consolidamento
delle abilità fonoarticolatorie, Trento, ed. Erickson, 2014.
Fioravanti, Savelli, Franceschi, Sviluppare e potenziare le abilità pre-
alfabetiche. Giochi e attività su alfabeto, denominazione rapida,
consapevolezza fonologica, memoria uditiva e visiva, Trento, Erickson,
2015.
Marotta L, Caselli M.C., a cura di, I disturbi del linguaggio. Caratteristiche,
valutazione, trattamento, Trento, ed. Erickson, 2014.
Mei S., Vegini S., Pronti per la scuola primaria. Schede e attività per
sviluppare la percezione uditiva, visiva e le competenze metafonologiche,
semantiche e grafomotorie, Trento, ed. Erickson, 2015
Perrotta E., Brignola M.. Giocare con le parole. Training fonologico per
parlare meglio e prepararsi a scrivere, Trento, ed. Erickson, 2000.
Perrotta E., Brignola M.. Giocare con le parole 2. Prima parte e seconda
parte, Trento, ed. Erickson, 2010.
Polsoni L., Di Nella M.R. “Identificazione precoce, intervento e formazione:
un approccio multidirezionale alle difficoltà di apprendimento”, pubblicato in
“Difficoltà di apprendimento”, Edizioni Erickson Trento, vol 15, n.1. ottobre
2009, pp 71-92.
Sanna Giorgia, “Apprendimento della letto-scrittura e difficoltà di linguaggio”,
materiale del corso online Erickson, Trento, 2017.
Stella G., Grandi L, Come leggere la dislessia e i DSA, Firenze, Giunti
scuola, 2011.
Zambotti F., a cura di, BES a scuola. I 7 punti chiave per una didattica
inclusiva, Trento, ed. Erickson, 2015.
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