Percezione errata dello stato dell'economia italiana, colpa della cattiva informazione e delle fake news

Pagina creata da Nicola Rizzo
 
CONTINUA A LEGGERE
Percezione errata dello stato dell'economia italiana, colpa della cattiva informazione e delle fake news
Giannino, Fortis, Amorena: “Italia, paese economicamente forte e
                                                                             produttivo” | 1

“Percezione errata dello stato dell’economia italiana,
colpa della cattiva informazione e delle fake news”
In tanti alla serata organizzata da Confindustria Lecco e Sondrio

LECCO – Dati alla mano, l’Italia è e resta un Paese forte, finanziariamente sano, e
produttivo. Indubbiamente da migliorare e migliorabile, ma di certo non è così
“claudicante” come viene dipinto.
Tuttavia, per colpa della cattiva informazione fatta anche di fake news e di una politica
non sempre all’altezza di interloquire con Bruxelles in ambito europeo, il paese è vittima di
una distorsione della realtà che porta ad una percezione errata dello stato dell’economia
italiana.

Da sinistra: Oscar Giannino giornalista di Radio 24; Rebecca Sofia Amorena esponente della
Commissione del Parlamento europeo per l’Industria, la Ricerca e l’Energia e l’economista
Marco Fortis vice presidente e direttore di Fondazione Edison

                                                  Documento creato dal sito lecconotizie.com
Percezione errata dello stato dell'economia italiana, colpa della cattiva informazione e delle fake news
Giannino, Fortis, Amorena: “Italia, paese economicamente forte e
                                                                              produttivo” | 2

Questo ha comportato e comporta due effetti negativi. Il primo, riguarda la scarsa
considerazione che i “big” dell’Unione Europea hanno nei confronti del nostro Paese e ciò si
declina in una sorta di sopraffazione dell’UE nei confronti dell’Italia. Il secondo effetto
negativo riguarda la considerazione che i cittadini italiani hanno dell’Europa e dell’Italia. Da
un lato vedono l’Europa come il capro espiatorio di ogni male, arrivando talvolta a pensarla
come un “carrozzone” inutile, mentre l’Italia viene vista una nazione poco dinamica, poco
competitiva e molto indebitata.

Un quadro complicato, ma decisamente chiaro quello emerso nella serata di ieri, giovedì,
organizzata da Confindustria Lecco e Sondrio, che si è tenuta in sala Don Ticozzi a Lecco
ed ha visto in cattedra: Oscar Giannino giornalista di Radio 24 in veste di moderatore,
l’economista Marco Fortis nonché vice presidente e direttore di Fondazione Edison, e
l’esponente della Commissione del Parlamento europeo per l’Industria, la Ricerca e
l’Energia Rebecca Sofia Amorena. A fare gli onori di casa il presidente di Confinustria
Lecco e Sondrio Lorenzo Riva.

Marco Fortis

                                                   Documento creato dal sito lecconotizie.com
Percezione errata dello stato dell'economia italiana, colpa della cattiva informazione e delle fake news
Giannino, Fortis, Amorena: “Italia, paese economicamente forte e
                                                                              produttivo” | 3

“La gente spesso ragiona più con la pancia che con la testa – ha spiegato l’economista Fortis
– E vede nell’Europa non un’opportunità ma un ostacolo. Eppure l’Europa è il mercato più
grande e più ricco del mondo. Paesi come la Cina vengono, com’è successo
recentemente, per fare affari ben sapendo quali sono le potenzialità e noi vorremmo
uscire?”.

Quindi Fortis ha snocciolato una serie di dati che mostrano come l’Italia sia un paese molto
più sano e produttivo di quel che si creda: “La percezione dello stato dell’economia
italiana non solo tra gli stranieri ma anche tra gli italiani è molto sganciata dalla realtà.
L’Italia è percepita come una nazione poco dinamica, poco competitiva, molto indebitata. In
realtà, solo alcuni settori dell’economia italiana sono poco dinamici e competitivi mentre
molti altri invece lo sono e addirittura primeggiano a livello mondiale o europeo. Per
esempio, siamo i primi nel settore dell’agricoltura e secondi nel settore del turismo.
Non solo. La ricchezza privata dell’Italia è molto elevata e il debito privato è
relativamente basso. Il rapporto debito pubblico/PIL, viceversa, è molto alto e la sua crescita
certamente non deve continuare come in passato perché esso ha raggiunto livelli che
sottraggono preziose risorse allo sviluppo produttivo e agli investimenti attraverso il
pagamento di una mole di interessi troppo gravosa. Ma il debito pubblico italiano è più
sostenibile e meno sbilanciato di quello di molti altri Paesi che pure hanno rating
sovrani migliori dell’Italia. Inoltre, è un debito largamente finanziato dalla ricchezza interna
e i cui interessi passivi sono per una quota importante onorati da un surplus primario dello
Stato che non ha eguali nel mondo da più di 25 anni”.

Dall’altro lato ci sono aspetti negativi, ha proseguito Fortis: “Il Paese soffre di alcuni
divari territoriali persistenti, di un alto livello di tassazione e di un calo demografico che ne
penalizza la crescita economica. Inoltre, l’instabilità politica contribuisce a generare
un’immagine di debolezza del Paese e crea difficoltà ai settori manifatturiero e a quello dei
servizi. Ma l’aumento del PIL per abitante e dei consumi pro capite delle famiglie dell’Italia
negli ultimi anni è stato significativamente più forte di quello di molti altri Paesi europei e
dell’Ocse. Gli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto hanno vissuto un autentico
boom, le imprese manifatturiere italiane sono diventate più moderne, competitive e
internazionalizzate. Sono oltre 1.400 i prodotti in cui l’Italia occupa una delle prime cinque
posizioni al mondo per migliore bilancia commerciale con l’estero. Il made in Italy non è più
solo moda, mobili, cibo e vino, che pure rimangono dei settori di eccellenza e fama
mondiale. L’Italia è diventata con gli anni leader anche nella meccanica, nei mezzi di
trasporto, nella farmaceutica”.

Per Fortis uno dei motivi principali per cui il percepito non corrisponde al reale sta nella
cattiva comunicazione: “Siamo riusciti ad apparire pericolosi agli occhi dell’Europa

                                                    Documento creato dal sito lecconotizie.com
Percezione errata dello stato dell'economia italiana, colpa della cattiva informazione e delle fake news
Giannino, Fortis, Amorena: “Italia, paese economicamente forte e
                                                                              produttivo” | 4

perché non siamo riusciti a spiegare i nostri punti di forza. Questo perché il più delle volte
non abbiamo avuto burocrati e politici capaci di spiegare e comunicare”.

Oscar Giannino

In pieno accordo il giornalista Giannino con l’economista Fortis: “C’è grande capacità
nelle piccole medie imprese ed è da questa realtà che bisogna partire”.

Ma se è vero che la cattiva comunicazione e le fake news hanno fortemente contribuito a
raccontare e dipingere un quadro non veritiero dell’economia italiana, di contro ci sono
storie di successo come ha sottolineato Rebecca Sofia Amorena. “E’ vero, noi non
comunichiamo bene con l’Europa, ma è vero anche il contrario, ossia che l’Europa non
comunica bene con noi. Per quanto mi riguarda, a Bruxelles cerco ogni giorno di difendere
l’Italia. Io opero nel settore spaziale e posso dire che l’Italia va forte: è in Italia che si
producono cibi per gli astronauti, i componenti per i satelliti e ancora è in Italia che si
elaborano i dati inviati dai satelliti stessi. Quindi la cattiva informazione va combattuta
anche facendo emergere le storie di successo e soprattutto facendo squadra”.

                                                   Documento creato dal sito lecconotizie.com
Percezione errata dello stato dell'economia italiana, colpa della cattiva informazione e delle fake news
Giannino, Fortis, Amorena: “Italia, paese economicamente forte e
                                                                             produttivo” | 5

Rebecca Sofia Amorena

Gioco di squadra non sempre facile da attuare, soprattutto se si pensa al divario che esiste
ancora tra il Nord e il Sud del paese: “Basterebbe guardare i dati di ottobre 2018 relativi
alla politica di coesione in Italia. Per il periodo 2014 – 2020, attraverso il Fesr (Fondo
Europeo di Sviluppo Regionale), l’Italia può beneficiare di circa 31,76 miliardi di euro:
due terzi attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale e l’ultimo terzo attraverso quello
sociale. Una vera e propria opportunità che purtroppo nel Sud Italia è stata sfruttata in
minima parte con finanziamenti di progetti pari a soli 429 milioni di euro”.

Non ha dubbi Fortis nel ribadire che bisogna iniziare a farsi carico dei propri errori e dei
propri sbagli, smettendo di puntare il dito contro l’Europa, incolpandola di essere artefice
dei nostri problemi. “Prendiamo il passaggio dalla Lira all’Euro. In Italia i prezzi sono
aumentati del doppio. Ma questo non è imputabile all’Euro. E’ imputabile al fatto che il
sistema politico non ha monitorizzato l’effetto sui prezzi delle merci, cosa che negli altri
Stati hanno saputo fare. I prezzi li abbiamo fatti aumentare noi, non l’euro, adottando il
cambio un euro uguale mille lire. Ma questa è stata una scelta nostra, non dell’Europa.

                                                  Documento creato dal sito lecconotizie.com
Giannino, Fortis, Amorena: “Italia, paese economicamente forte e
                                                                              produttivo” | 6

L’Euro non ci ha tolto niente, anzi, ci ha fatto diventare più adulti permettendoci di entrare
in un mondo globalizzato”.

Mondo globalizzato che passa anche attraverso il superamento dei confini: “Attenzione – ha
ammonito Giannino – i confini è vero che servono, ma se si vuole essere competitivi e
restare all’interno del più grande e ricco mercato del mondo, bisogna superarli e andare
oltre”.

Infine un consiglio, tra il serio e il faceto, ai numerosi presenti in sala: “Quando sarete
nell’urna per il voto alle prossime elezioni europee, ricordatevi di tutte le cose che ci siamo
detti stasera”.

                                                   Documento creato dal sito lecconotizie.com
Puoi anche leggere