La ruota o la torre di Babele? - Cronache Salerno

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La ruota                 o      la       torre           di
Babele?
E’ la “Ballata del lavoro” di Edoardo Sanguineti, in cui pone
l’uomo su di una scala che percorrerà con sudore assieme ai
“compagni”

Tra le numerose ballate scritte da Edoardo Sanguineti, quella
che ha suscitato maggiormente il mio interesse è la “Ballata
del lavoro”.      In questo testo, l’autore sottolinea
l’importanza del lavoro: lavoro che per ogni uomo diventa
vitale, essenziale, fondamentale per la sopravvivenza
dell’uomo. L’opera rimanda alle difficoltà,     individuali e
collettive, di affrontare i problemi relativi alla vita,
legata necessariamente al lavoro, e tenta di mettere in luce
tutte le contraddizioni e l’insensatezza della società
borghese neocapitalistica.    L’autore paragona il mondo del
lavoro a una scala percorsa in salita e in discesa da intere
famiglie e che costituisce il fulcro della vita di ogni
persona. Si legge nei versi la volontà di denunciare le
contraddizioni della società contemporanea, attaccandola nelle
strutture più profonde. Sanguineti pone su questa grande
scala, nonostante lo sforzo, il sudore e la fatica del lavoro,
l’angoscia e, a volte, la desolazione, “i compagni”, i quali
lavoreranno e percorrano la scala insieme.     Nella mente mi
risuona forte il verso in cui il poeta mette il lettore
davanti ad un bivio: la ruota o la torre di Babele. La ruota
offre all’uomo la possibilità di essere positivi e di guardare
il lato bello delle cose, pensando che, prima o poi, la ruota
girerà e la fortuna arriverà a sistemare le cose. La torre di
Babele, invece, rappresenta l’illusione e la confusione e
talvolta la volontà di fare che però finisce col fallimento.
Nel presente avere un lavoro è una grande fortuna. È una
ricchezza che non tutti, purtroppo, hanno. Lavorare offre la
possibilità di pagare le tasse, di comprare il cibo e, ancora
di più, il l’indipendenza, la libertà, in poche parole la
vita.   Questa ballata mi è piaciuta molto, perché credo
rispecchi molto la nostra società. Mi ha fatto pensare molto
alla situazione che l’Italia e il mondo intero stanno
vivendo. Il covid19 ha messo l’intera umanità in ginocchio,
socialmente ed economicamente: milioni di lavoratori, durante
questi ultimi mesi, sono stati licenziati o messi in cassa
integrazione e, in questo modo, è stata tolta loro la
possibilità di vivere e di portare avanti la famiglia in modo
dignitoso. Tanti servizi giornalistici hanno descritto, in
questi giorni, la situazione di famiglie disperate che non
avevano abbastanza soldi per fare la spesa o per comprare
farmaci. Il mio pensiero va anche a tutte quelle attività
commerciali o fabbriche che non riusciranno a superare questo
periodo e che, quindi, saranno costrette a chiudere, togliendo
ulteriori posti di lavoro a milioni di persone. Rispetto a
questa disperazione, dolore e malessere, che tutti stiamo
vivendo in questo tempo così difficile, dobbiamo riflettere su
una frase di Sanguineti, “se te la guardi come fosse ruota,
vedi che gira come la fortuna”, e dobbiamo sforzandoci di
essere ottimisti: la vita va presa sempre con il sorriso. Non
bisogna demoralizzarsi, ma combattere come veri e propri
guerrieri, perché prima o poi la ruota girerà e l’arcobaleno
arriverà per tutti.

Federica Esposito IV A Linguistico Liceo Caccioppoli Scafati

Gli occhiali nuovi di Edoardo
Sanguineti
Nella poesia è rispecchiato appieno il suo desiderio di
stravolgere la realtà; egli sembra adorare il caos
In “Occhiali” Sanguineti parla del proprio problema legato
alla vista intesa come facoltà sensoriale, riferendosi, però,
a un altro tipo di vista, astratta e legata al modo di
percepire il mondo circostante attraverso il proprio pensiero.
L’intera poesia è pervasa da un senso di sarcasmo e ironia con
i quali il poeta descrive una realtà che ai suoi occhi appare
critica e che va cambiata a tutti i costi. Nella poesia il
poeta parla di un «doloroso senso di capogiro» causato a parer
suo dalla vista difficoltosa di cui egli soffre. Egli, quindi,
si affida all’Istituto Ottico di corso Buenos Aires -situato a
Genova, sua città natale- per trovare una soluzione.
L’oculista dell’istituto gli diagnostica un’emicrania,
affermando     che   questa    è  una   conseguenza     della
«rappresentazione arbitraria della realtà» che Sanguineti si
era costruito. Quest’ultima a sua volta causata, sempre
secondo l’oculista, dal problema visivo legato alla facoltà
sensoriale di cui il poeta soffriva. La soluzione al problema,
quindi, era costruire un paio di occhiali per vedere la realtà
in modo adeguato, «sfasciando» completamente la visione
anomala che il poeta aveva costruito : indubbiamente tale
concezione è un vero e proprio grattacapo, ma indica in modo
esplicito tutta l’ironia e il sarcasmo del poeta. Sanguineti
riceve il suo paio di occhiali,     cui si abitua in pochi
giorni, affermando che senza dubbio la sua vista è migliorata,
ma il mondo circostante gli appare identico a quanto di esso
fino ad allora visto e conosciuto. Consapevole dell’inutile
tentativo di cambiare il suo punto di vista e avvilito dalla
realtà, il poeta conclude con una riflessione ironica,
affermando di pensare inutilmente di «potersi rifare una vita
e una vista a poco prezzo». In quest’ultima frase egli
utilizza, a parer mio, il termine «a poco prezzo» riferendosi
allo scarso valore che in questo caso ha il denaro che gli è
servito per acquistare gli occhiali, poiché non lo ha aiutato
a risolvere i problemi legati alla sua visione della realtà.
Inoltre utilizza anche una figura retorica, la paronomasia
(vita e vista) con la quale accentua ulteriormente il proprio
sarcasmo, dando, però, allo stesso tempo un forte senso
connotativo alle sue parole. Nella poesia è rispecchiato
appieno il desiderio dell’autore di stravolgere la realtà;
egli sembra adorare il caos e lo dimostra inserendo nelle sue
parole un numero elevato di concetti astratti, difficili da
comprendere, servendosi di figure retoriche e, come già detto,
del sarcasmo e dell’ironia. Sanguineti a parer mio è un poeta
capace di una profonda introspezione psicologica che riflette
la società intellettuale del suo tempo e che sviluppa una
serie di concetti complessi, profondi, ma al contempo
affascinanti e intriganti. Il suo sabotare e ripensare le
forme di comunicazione della poesia spingono il lettore ad
approfondirne la conoscenza, immergendolo, come voleva
l’autore, nell’impegno attivo della realtà d’avanguardia

Michele De Prisco IV A Linguistico Liceo Caccioppoli Scafati

La ballata dell’ Automa

L’uomo è il prodotto del suo stesso essere, del suo vivere,
crescere ed evolversi nella società

Di Speranza Di Michele

 “Che cosa è l’uomo?”, questa è la domanda che si ripete più
volte nella ballata. Sanguineti prova a formulare diverse
risposte a questa fatidica domanda proprio per farci
riconoscere in almeno una di queste. Se riflettiamo sulle
definizioni di uomo che egli ci dà, alcune possono sembrarci
insensate, quasi messe a caso, senza un collegamento logico:
 barometro, architettura barocca, fazzoletto, cavallo a
dondolo, radio, enciclopedia, cornice, chitarra     ed altro
ancora. Ma rileggendo si ha modo di comprendere che in realtà
non è così, anzi è tutto vero: l’uomo è il prodotto del suo
stesso essere, del suo vivere, crescere ed evolversi nella
società. Tutti quegli oggetti prima citati- barometro,
architettura barocca, fazzoletto, cavallo a dondolo, radio,
enciclopedia, cornice, chitarra- sono parte di esso perché
frutto della sua capacità creativa e razionale insieme.

La risposta che mi è piaciuta di più è stata : l’uomo è “la
cornice”.    Sì, penso che sia proprio così, l’uomo è “la
cornice di questo mondo”, perché un quadro senza cornice
risulterebbe incompleto: il mondo senza l’uomo sarebbe una
meraviglia sprecata.

“L’uomo è nato per conquistare a fatica ogni centimetro di
terreno. Nato per lottare, nato per morire.” -Charles Bukowski

Speranza Di Michele IV A Linguistico Liceo Caccioppoli Scafati
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