"PER ARTE DI LEVARE " APPROCCIO TRIGENERAZIONALE ALLA TERAPIA DI COPPIA A.CANEVARO - CORSO ONLINE - Terapia trigenerazionale

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"PER ARTE DI LEVARE " APPROCCIO TRIGENERAZIONALE ALLA TERAPIA DI COPPIA A.CANEVARO - CORSO ONLINE - Terapia trigenerazionale
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•             «PER ARTE DI LEVARE…»
• APPROCCIO TRIGENERAZIONALE ALLA TERAPIA DI COPPIA
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"PER ARTE DI LEVARE " APPROCCIO TRIGENERAZIONALE ALLA TERAPIA DI COPPIA A.CANEVARO - CORSO ONLINE - Terapia trigenerazionale
«Credo che la chiave delle complessità e dei
  misteri coniugali risieda nel concetto di
         identificazione proiettiva»
            James Framo(1996)
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L’Identificazione proiettiva I

Melanie Klein (1946) descrisse questo meccanismo di difesa dell’Io quando il
soggetto sperimenta pensieri o sentimenti sgradevoli del proprio sé e li proietta
inconsciamente su un’altra persona perI liberarsene. Considerava però questo
meccanismo prevalentemente intrapsichico
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L’Identificazione proiettiva II

• Dicks (2009) lavorando con le coppie nel 1965, mise di rilievo che
  sotto distress enfatizzavano questo meccanismo di identificazione
  proiettiva forzando il partner a comportarsi del modo come lo
  immaginavano.
• In questo modo l’aspetto intrapsichico dell’identificazione proiettiva si
  accompagnava all’evento extrapsichico di obbligare o indurre l’altro a
  identificarsi con quelle valenze emotive proiettate e comportarsi di
  conseguenza. Scoperte simili alle difese transpersonali di Laing (1960)
L’Identificazione proiettiva III
• La prospettiva sistemica del meccanismo dell’identificazione
  proiettiva enfatizza il fatto che le due persone coinvolte nel processo
  sono entrambi protagonisti attivi. Inconsciamente s’incastrano
  reciprocamente
• L’identificazione proiettiva crea conflitto quando, secondo Caterhall
  (1992), il partner è :
• (a) incapace di identificarsi con la proiezione o più frequentemente
• (b) è incapace di contenere suddetti pensieri o sentimenti proiettati
L’Identificazione proiettiva IV
• . La prospettiva sistemica enfatizza il fatto di fallire nel
  contenere i pensieri o sentimenti disturbati dell’altro.
• Se il partner ricevente resiste ad identificarsi con i sentimenti
  proiettati allora il partner proiettante si sente incompreso e
  distante. Se il partner ricevente si identifica con i sentimenti
  ma è incapace di contenerli il partner proiettante si sente
  rifiutato e non amato.
• Caterhall (1992)
Esercizio
• “Cerchi adesso di guardare negli occhi il suo partner e gli dica almeno
  tre parole che sintetizzino gli aspetti più negativi del suo carattere. Io
  prenderò una pagina e tracierò una riga nel mezzo scrivendo la parola
  e lei spiegherà il perché”.
Esercizio dell’intimità
• Li faccio sedere l’uno di fronte all’altra con le ginocchia che si toccano,
  prendersi per mano e guardarsi negli occhi. Poi, facendogli chiudere
  gli occhi dico loro di far finta che le loro dita siano i loro occhi e che
  simultaneamente si tocchino il viso, cercando di riconoscere il viso
  dell’altro: il contorno del viso, il calore della pelle, la sua flessibilità, la
  forma del naso, della bocca, degli occhi, ecc.
• “Percorrete con le dita tutto il viso e cercate di riconoscerne
  l’immagine. Poi, lentamente, quando avete finito, aprite gli occhi e
  senza parlare guardate l’altro negli occhi e soprattutto chi c’è dietro lo
  sguardo.”
Protocollo per la psicoterapia di coppia
                            Canevaro 2009

1)Definizione congiunta e individuazione del motivo di consulto.

1)Creazione di una mappa relazionale con posizioni nel contesto
trigenerazionale e stili relazionali delle famiglie d’origine
3) Mappa interattiva diadica e identificazione di sequenze
disfunzionali ( patterns :aggressione – ritiro,
 demandante – evitante, complementarietà patologica ) con
meccanismi difensivi e delle emozioni primarie in gioco.
4) RIDEFINIRE la SITUAZIONE e le EMOZIONI in gioco.
5)Obiettivi terapeutici di ciascuno ed eventuali soluzioni proposte da
ognuno. COSTRUZIONE DI UNA ALLEANZA TERAPEUTICA.
Protocollo per la psicoterapia di coppia
Canevaro 2009 II

6)CONTROTRANSFERT
7)Eventuali incontri con le Famiglie d’origine. Se non è possibile, due
interventi individuali
8)Osservare la definizione della relazione. Se c’è troppa rabbia ancora,
fare l’ esercizio delle identificazioni proiettive
9)Se si scioglie la rabbia fare l’ esercizio dell’intimità.
10)Se non è possibile, prospettare la separazione e come sarebbe la vita di
ognuno senza l’altro. “Topi in gabbia.”
11) RINGRAZIARSI RECIPROCAMENTE per il bene che si sono dati.
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