PANNELLO di CONTROLLO - ANNO 2017 - cipais
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PANNELLO di CONTROLLO Sullo stato e sull’evoluzione delle acque del Lago Maggiore Il documento è stato redatto a cura del Segretariato Tecnico della CIPAIS ANNO 2017 Commissione Internazionale per la Protezione delle Acque Italo – Svizzere
SOMMARIO Premessa 2 L3 9: Antibiotico resistenza nei batteri lacustri 25 Il Territorio di interesse per la CIPAIS 3 L3 10: Carbonio Organico Totale 26 Il Lago Maggiore 4 L3 12: Concentrazione media di fosforo e azoto 27 Indicatori del Pannello di controllo 5 L3 13: Concentrazione dell'ossigeno di fondo 28 Quadro Ambientale del 2017: aspetti limnologici 6 L3 15: Transparent Exopolymeric Particles (TEP) 29 Quadro Ambientale del 2017: sostanze pericolose 7 Tematica: Inquinamento delle acque Comparto: Ambiente lacustre L4 1: Carico di fosforo totale e azoto totale in ingresso a lago 30 Tematica: Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali L4 2: Microinquinanti nell'ecosistema lacustre: L1 1: Prelievo ad uso potabile 8 DDT, PCB, IPA, PBDE, Hg, sedimenti 31, 32, 33, 34, 35 ,36 L1 2: Zone balneabili 9 Comparto: Bacino idrografico L1 4: Pescato 10 Tematica: Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Tematica: Idrologia e clima B1 1: Uso del suolo 37 L2 1: Livello lacustre 11 B1 2: Percorribilità fluviale da parte delle specie ittiche 38 L2 2: Temperatura media delle acque nello strato 0-20 m e profondo 12 Tematica: Ecologia e biodiversità L2 3 Massima profondità di mescolamento 13 B3 1: Elementi chimico – fisici 39 Tematica: Ecologia e biodiversità B3 2: Macroinvertebrati bentonici 40 L3 1: Colonizzazione delle sponde da parte del canneto 14 Tematica: Inquinamento delle acque L3 2: Abbondanza relativa delle principali macrofite 15 B4 2: Stato delle opere di risanamento 41 L3 3: Morfologia delle rive lacustri 16, 17, 18 B4 3: Funzionamento degli impianti di depurazione 42 L3 4: Trasparenza 19 Glossario L3 5: Clorofilla a 20 L3 6: Fitoplancton 21, 22 L3 7: Biomassa delle popolazioni zooplanctoniche 23 L3 8: Dieta e competizione delle specie ittiche per le risorse alimentari 24 1 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
PREMESSA Il Pannello di controllo attraverso una serie di indicatori, che in forma sintetica e facilmente fruibile forniscono preziose informazioni sullo stato e l’evoluzione della qualità dei Laghi Maggiore e di Lugano, costituisce uno strumento di verifica dell’efficacia dei provvedimenti intrapresi per conseguire gli obiettivi di risanamento fissati dalla CIPAIS nell’ambito del Piano d’azione. Gli indicatori ambientali sono parametri sintetici che rappresentano in modo significativo un certo fenomeno ambientale e ne permettono la valutazione nel tempo. In letteratura esistono diversi modelli per la definizione di indicatori di sostenibilità ambientale, la più consolidata classificazione in uso nel campo della valutazione ambientale, che fornisce un quadro logico per approfondire ed analizzare i problemi socio-economico-ambientali e, successivamente esprimerne, attraverso gli indicatori il livello di qualità e le alternative progettuali di miglioramento, è quella del modello per la definizione di indicatori di sostenibilità ambientale “DPSIR” (Determinanti-Pressioni-Stato-Impatto- Risposta) messo a punto dall’Agenzia Europea dell’Ambiente. Le Determinanti (o Fonti di pressione) descrivono le attività antropiche che hanno conseguenze ambientali: attività industriali, agricoltura, energia, ecc. Le Pressioni costituiscono gli effetti delle attività antropiche sull’ambiente: le sostanze rilasciate nell’ambiente, il consumo di risorse, ecc. Lo Stato rappresenta le condizioni ambientali e la qualità delle risorse in termini fisici, chimici, biologici. Gli Impatti sono gli effetti dei cambiamenti sulla salute umana, sulla conservazione della natura. Le Risposte sono le misure adottate da soggetti pubblici e privati per migliorare l’ambiente e per prevenire e mitigare gli impatti negativi. Gli indicatori del Pannello di controllo sono così classificati secondo questo modello. I comparti ambientali considerati nel Pannello di controllo sono: • ambiente lacustre; • bacino idrografico. Per ogni comparto considerato vengono analizzate le variabili inerenti le seguenti tematiche: • Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali; • Ecologia e biodiversità; • Idrologia e clima; • Inquinamento delle acque. Il core set di indicatori è composto da 31 elementi, necessari e sufficienti, per la rappresentazione dello stato di qualità delle acque dei Laghi di Lugano e Maggiore, bacini lacustri d’interesse per la Commissione, e delle pressioni agenti nei bacini imbriferi. Gli indicatori sono riportati nello schema a lato. Alcuni indicatori (L3 11 e B4 1) non sono applicati nel Pannello di controllo del Verbano in quanto, al momento, non sono oggetto di ricerche o indagini avviate per il bacino lacustre. Gli indicatori dei pannelli di controllo del lago Maggiore e di Lugano possono non risultare identici, poiché parzialmente diversi possono essere gli obiettivi di ricerca cui si riferiscono i parametri esaminati. 2 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
IL TERRITORIO DI INTERESSE PER LA CIPAIS La Commissione Internazionale per la Protezione delle Acque Italo Svizzere (CIPAIS) si occupa da più di 30 anni delle problematiche inerenti l’inquinamento delle acque italo- elvetiche, promuovendo attività di ricerca e di monitoraggio per determinarne l’origine, la natura e l’evoluzione, allo scopo di fornire agli enti preposti le giuste indicazioni per avviare le opportune azioni di risanamento e di tutela ambientale degli ecosistemi lacustri. Il territorio di interesse della CIPAIS corrisponde principalmente con i bacini idrografici del Lago Maggiore che a sua volta comprende quello del Lago di Lugano. Suddivisione amministrative del bacino imbrifero Stato Italia, Svizzera Regione Piemonte (Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola) Unità Regione Lombardia (Province di Varese e di Como) territoriali Cantoni Grigioni, Ticino e Vallese Caratteristiche morfometriche del bacino imbrifero Totale Svizzera Italia Area 6.599 3.369,5 3.229 (Km2) Altitudine massima 4.633 (m.s.l.m.) Altitudine media 1.270 (m.s.l.m.) 3 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
IL LAGO MAGGIORE Il Lago Maggiore o Verbano, uno dei più grandi laghi dell’arco alpino e secondo bacino Altri importanti usi del lago sono rappresentati dalla pesca sportiva e professionale e dalla italiano per superficie e volume, si trova ad un’altitudine di 193,5 m sul livello del mare nautica da diporto. Le acque in uscita sono di importanza fondamentale a fini irrigui delle immediatamente ai piedi della catena alpina. colture di riso e granoturco della Pianura Padana. La sua origine, risalente a circa Dal 1960 alla fine degli anni settanta l’incremento demografico nel bacino imbrifero e la 100.000 anni fa, è stata progressiva industrializzazione del territorio hanno avuto come conseguenze un aumento determinata dall'opera di del carico del fosforo e un rapido peggioramento della qualità delle acque del Lago escavazione di due ghiacciai Maggiore. All'inizio degli anni ottanta lo stato trofico del Lago Maggiore era compreso fra Wurmiani che si muovevano dalle una condizione di avanzata mesotrofia e quella di eutrofia, con un buon accordo con i Alpi attraverso le valli dei Fiumi modelli OECD (1982) relativi alle relazioni fra carichi di fosforo dal bacino e concentrazioni Ticino e Toce, rimodellando di fosforo e di clorofilla a nelle acque lacustri. Dal 1987, sulla base del diminuito carico preesistenti valli fluviali del esterno di fosforo e delle relative concentrazioni nelle acque, il lago è stato definito come periodo Messiniano. mesotrofo con tendenza all'oligotrofia; il raggiungimento della condizione di piena Il bacino imbrifero del lago copre oligotrofia è avvenuto negli ultimi dieci anni. una superficie di 6.599 km2, il cui La Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere ha promosso, a 50% si trova a quote superiori ai partire dal 1978, dettagliate ricerche limnologiche finalizzate al pieno recupero del lago. 1.283 m s.l.m. Sulla base dei risultati conseguiti nel lungo periodo, il piano di protezione ambientale si è Amministrativamente il bacino così posto l'obiettivo di ridurre il carico di fosforo dal bacino ad un livello al di sotto delle imbrifero ricade entro i confini 200 t P/anno in modo da mantenere costantemente nel lago concentrazioni di fosforo dell'Italia (3.229 km2), con le inferiori ai 10 mg P/m3. Tale valore è stato raggiunto e oggi il lago presenta concentrazioni Regioni del Piemonte e della di fosforo di 7-8 mg/m3. Se da un lato gli obiettivi trofici sembrano oggi pienamente Lombardia, e della Svizzera (3.370 conseguiti, va però osservato che restano tuttora aperte almeno due problematiche: la km2), ma l'80% della superficie prima riguarda l'ambiente idrico litorale che è influenzato in modo diretto ed immediato lacustre si trova in territorio dagli apporti dai tributari e dagli scarichi a lago, la seconda problematica è legata agli italiano. Il bacino imbrifero del apporti inquinanti di origine industriale, fatto ancora più grave del precedente perché Verbano include quello del Lago di penalizza pesantemente l'intero ecosistema lacustre. Lugano, le cui acque confluiscono nel Maggiore attraverso il Fiume Caratteristiche morfometriche del Lago Maggiore Tresa a Luino. Totale Svizzera Italia La popolazione residente che gravita nel bacino imbrifero si Area 212,5 42,6 169,9 compone di circa 670.000 abitanti. (Km2) Poiché l'area presenta una Volume 37,5 7,5 30 notevole attrattiva turistica, a (m3) questi si devono aggiungere circa Profondità massima 370 - - 12 milioni di presenze annue, (m) pressoché interamente Profondità media 176,5 - - concentrate nell'area rivierasca. (m) Tempo teorico medio 4 di ricambio 4 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
INDICATORI DEL PANNELLO DI CONTROLLO La CIPAIS ha individuato, per ogni indicatore, specifici obiettivi da perseguire. Viene qui rappresentato, in una scala di riferimento costituita da 10 step di qualità, lo stato al 2010 (anno di pubblicazione del primo Pannello di controllo) e lo stato attuale con la tendenza rispetto al 2016 degli indicatori, raffrontati con l’obiettivo di riferimento. 0 100 L3 10 Carbonio Organico Totale 0 0,8-1 2 L1 2 Zone Balneabili (%) Piemonte 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 (mg/L) 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 0 100 10 L1 2 Zone Balneabili (%) L3 12 Concentrazione media di 0 25 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Lombardia azoto e Fosforo (µgP/L) 2,5 5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25 0 100 6 L1 2 Zone Balneabili (%) 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Svizzera 0 10 L3 13 Concentrazione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 dell’Ossigeno di fondo (mgO2/L) 0 100 0 400 1000 L2 3 Massima profondità di 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 mescolamento (m) L3 15 TEP (µgC/L) 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 0 5 10 0 200 500 L3 4 Trasparenza (m) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 L4 1 Carico di Azoto e Fosforo 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 Totale in ingresso al lago (tP/a) 0 2,5 - 4 5,0 100 0 50 L3 5 Clorofilla (µg/L) L4 2 Microinquinanti 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 nell’ecosistema lacustre (DDT µg/kg in pesci con p.l 5%) 6,5 15 0 L3 6 Fitoplancton focus 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 L4 2 Microinquinanti 1,5 3 4,5 6 7,5 9 10,5 12 13,5 15 (% cianobatteri) nell’ecosistema lacustre (PCB-dl 0 20 100 µg/kg) 0 20 200 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 L3 7 Biomassa delle popolazioni L4 2 Microinquinanti zooplanctoniche (% rotiferi) 0 0,8 1 nell’ecosistema lacustre (Hg µg/kg) 0 100 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 Agone/Gardon L3 8 Dieta e competizione delle B3 1 Elementi chimico - fisici(%) 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 specie ittiche per le risorse 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 Bondella/Gardon alimentari (α) 0 100 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 Agone/Bondella B3 2 Macroinvertebrati 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 bentonici(%) Legenda Stato attuale e tendenza rispetto al 2016 Obiettivo Incremento Soglia critica Stazionarietà Stato al 2010 Decremento 5 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
QUADRO AMBIENTALE DELL’ANNO 2017: ASPETTI LIMNOLOGICI I risultati delle ricerche ottenuti nel 2017 hanno confermato le più importanti tendenze evolutive Dall’analisi della distribuzione verticale delle concentrazioni è emerso come ad aumentare siano riscontate nell’ecosistema del Lago Maggiore nel periodo recente. Allo stesso tempo, le ricerche le sole concentrazioni in ipolimnio, mentre in epilimnio i valori sono stabili se non in diminuzione. hanno evidenziato l’elevata variabilità stagionale e interannuale di numerosi parametri Anche questo trend è da attribuire alla mancata circolazione profonda delle acque, che comporta limnologici e indicatori, confermando così l’importanza di disporre di serie lunghe di dati raccolti da un lato un progressivo accumulo di nutrienti negli strati profondi, dall’altro un marcato con una frequenza elevata. La variabilità riscontrata è riconducibile in larga parte a fattori meteo- rifornimento a quelli superficiali. climatici, i quali quindi, accanto agli apporti dal bacino, possono essere considerati tra le principali A livello di bacino si può comunque affermare come gli apporti di fosforo siano ormai da diversi forzanti che agiscono sull’ecosistema lacustre. anni stabili, se non in ulteriore diminuzione. Da diversi anni a questa parte, è evidente come i Dal punto di vista meteo-climatico, il 2017 è stato caratterizzato da una piovosità inferiore alla fattori meteo-climatici giochino un ruolo fondamentale nel controllare la dinamica del plancton media di lungo periodo ma soprattutto da distribuzione anomala delle precipitazioni nell’arco nel Lago Maggiore. Il 2017 è stato caratterizzato da un significativo incremento della densità dell’anno.Come diretta conseguenza dei bassi afflussi meteorici del 2017, tutti i principali tributari numerica del popolamento zooplanctonico già a partire da marzo, con valori totali quasi triplicati monitorati hanno mostrato valori medi annuali di portata inferiori a quelli dei periodi di rispetto ai mesi di gennaio e febbraio. riferimento. I limitati deflussi, hanno comportato, nel 2017, una riduzione dei carichi misurati di I parametri meteo-climatici svolgono un ruolo anche nelle dinamiche del carbonio organico fosforo e azoto a lago inferiori a quelli degli anni precedenti. Gli apporti complessivi nel 2017 sono nelle acque del Lago Maggiore: le concentrazioni, in aumento rispetto al triennio precedente e stati i più bassi dell’ultimo decennio. più elevate di quelle misurate nel 2016, devono essere seguite con attenzione in quanto il TOC Un ulteriore effetto dei limitati apporti meteorici del 2017 ha interessato il livello del lago che, rappresenta un’importante indicatore delle condizioni generali del lago. Per quanto riguarda rispetto al periodo di riferimento 1952-2016, si è posizionato al di sopra solo nel periodo marzo - invece il TEP (Transparent Exopolymeric Particles), le concentrazioni assolute hanno subito una inizio luglio, per effetto dell’innalzamento primaverile-estivo legato alla sperimentazione della notevole diminuzione rispetto al 2016. Nel 2017 sono proseguite le ricerche volte ad nuova regola di gestione dei livelli del lago. approfondire le conoscenze sulla comunità ittica del Lago Maggiore ed in particolare sul regime L’analisi dei dati termici eseguita nel 2017 ha consentito di stimare una profondità di alimentare delle principali specie ittiche presenti (agone, coregone bondella e gardon). Accanto omogeneizzazione verticale delle acque di ca. 60 m, valore in linea se non inferiore a quello degli alle ricerche volte all’implementazione delle serie storiche esistenti, nel 2017 è proseguita ultimi anni (65 m nel 2014, 70 m nel 2015 e 75 m nel 2016). Si conferma quindi la scarsa incidenza un’attività avviata nel presente triennio basata sull’utilizzo del barcoding molecolare per sulla profondità del mescolamento di alcuni parametri meteorologici come la velocità del vento e l’identificazione tassonomica degli organismi zooplanctonici. la temperatura dell’aria. Le indagini sull’antibiotico resistenza nel Lago Maggiore hanno confermato per il 2017 la presenza Per quanto riguarda gli altri parametri fisici, il contenuto di calore totale entro la massa lacustre di un numero significativo di geni di ABR ma in netto calo rispetto ai valori medi del triennio ha proseguito nel 2017 la tendenza all’aumento, facendo registrare un valore estivo precedente. particolarmente elevato, tra i più alti mai registrati. Un trend in aumento interessa anche la stabilità, a conferma della sempre maggior difficoltà della massa d’acqua lacustre ad andare In conclusione, i dati e le elaborazioni svolte nel 2017 confermano la condizione prossima incontro ad una omogeneizzazione completa. all’oligotrofia del Lago Maggiore ma anche la fragilità degli equilibri ecologici che lo Gli effetti di una mancata circolazione completa delle acque (l’ultima si è verificata nel 2005- caratterizzano. Lo stato qualitativo delle acque e lo stato ecologico complessivo sono infatti 2006) sono ormai evidenti, soprattutto per quanto concerne l’ossigeno disciolto negli strati sempre più governati da fattori meteo-climatici, i quali vanno a sovrapporsi alle pressioni profondi e la distribuzione dei nutrienti lungo la colonna d’acqua. I dati del 2017 hanno antropiche già esistenti. Accanto alla variabilità climatica di lungo periodo, è necessario confermato queste tendenze: in ipolimnio i valori di ossigeno in alcuni mesi dell’anno sono risultati considerare anche i possibili effetti di episodi a breve termine, come eventi estremi di al di sotto di 7 mg O2/L, mentre nello strato profondo, al di sotto dei 200 m di profondità, si sono precipitazione o periodo prolungati di siccità. rilevati valori prossimi o inferiori a 5 mg O2/L, situazione senza precedenti nelle serie storiche di I risultati delle ricerche evidenziano inoltre la sempre maggior necessità di disporre di strumenti dati disponibili dagli anni ’70. previsionali, in grado di simulare l’evoluzione dell’ecosistema in relazione a diversi scenari di La tendenza ad una riduzione dei tenori di ossigeno in ipolimnio e, in misura più marcata, nelle cambiamento climatico e di altre pressioni antropiche. In quest’ottica il mantenimento di lunghe acque profonde, accomuna il Lago Maggiore e i grandi laghi profondi subalpini, come dimostrato serie temporali di misurazioni dei principali parametri chimici, fisici e biologici è cruciale per una in un recente studio comparativo. E’ inoltre emerso come il clima su larga scala influenzi fattori corretta comprensione dei fenomeni, alla base di qualunque modellizzazione e previsione. locali come temperatura dell’aria e dell’acqua e dinamiche di mescolamento, i quali a loro volta . regolano l’ossigenazione delle acque profonde. Un’altra tendenza importante che sta interessando le acque del lago è un aumento delle concentrazioni medie di fosforo, sia come media annua che alla circolazione tardo invernale . 6 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
QUADRO AMBIENTALE DELL’ANNO 2017: SOSTANZE INQUINANTI Il programma di indagini sulle sostanze pericolose nell’ecosistema del Lago Maggiore rappresenta lago rispetto ai fenomeni di contaminazione. un aggiornamento delle serie storiche e delle conoscenze acquisite in passato su alcuni parametri Il quadro appare diverso se si considera il tratto terminale del fiume Toce nel suo complesso, che di valutazione, come l’analisi quali-quantitativa di sostanze pericolose e di elementi in traccia nei è stato studiato, come l’anno scorso, nel 2016 attraverso la valutazione della contaminazione dei pesci, lo studio del percorso di queste sostanze lungo la rete trofica, attraverso lo zooplancton, e sedimenti a monte e a valle del sito industriale di Pieve Vergonte, e la quantificazione della della loro presenza nei molluschi filtratori, tipici organismi litorali, e la valutazione dell’origine biodisponibilità dei contaminanti mediante l’analisi del bioaccumulo negli organismi bentonici dell’ inquinamento attraverso le analisi dei sedimenti dei tributari. nativi. Per la prima volta nel 2017, le analisi hanno permesso di quantificare l’importanza del Nel sedimento del tratto del Toce a valle del sito industriale, la concentrazione di DDx è risultata metilmercurio, che rappresenta il 70-80% del mercurio totale nei tessuti dei pesci del Lago decisamente più elevata rispetto al 2016, con una proporzione più importante di p,p’-DDT nella Maggiore, il 48-66% nello zooplancton lacustre e il 5-53% negli invertebrati bentonici del Toce, a forma parentale non metabolizzata, indicatrice di un apporto recente di inquinamento, in fronte di una frazione minima (< 2%) presente nel sedimento degli immissari e del lago. primavera in tutte le stazioni (mentre nella primavera del 2016 si era avuta solo a Premosello) e Nel 2017 sono stati messi a confronto i livelli di contaminanti misurati negli esemplari di cavedano in autunno a Bosco Tenso. di età compresa tra 1 e 4 anni nei tributari: Bardello, Boesio, Toce e Vevera e i livelli misurati negli Analogamente, anche nei molluschi filtratori i valori di DDx sono risultati particolarmente elevati, esemplari di trota fario di età compresa tra 1 e 3 anni prelevati nei tributari Boesio, Erno, San in particolare nelle stazioni di Baveno e Suna dove hanno raggiuto valori doppi rispetto al 2016, Giovanni, Toce e Vevera. Nel cavedano, i livelli di DDT e omologhi risultano due ordini di con una percentuale particolarmente elevata di p,p’-DDT. Anche nello zooplancton, erano state grandezza maggiori nei pesci del Toce rispetto agli altri tributari, mentre i PCB e i PBDE valori circa trovate concentrazioni di DDx superiori a 100 ng/g e percentuali elevate di p,p’-DDT nell’inverno 3 volte superiori nel Bardello rispetto agli altri tributari. Anche nella trota fario, i livelli di DDT del 2017, che si sono ripetuti anche nell’inverno del 2018. totali erano superiori di oltre un ordine di grandezza nel Toce rispetto agli altri tributari, ma i livelli Al contrario, nei pesci del lago, che normalmente rispondono con un certo ritardo agli apporti di maggiori di PCB e PBDE sono stati misurati nei pesci raccolti nel Boesio e nell’Erno. Infine, sono contaminanti, i valori di DDx, PCB e mercurio sono risultati più bassi del 2016. In particolare, si è state analizzate, a scopo esplorativo le concentrazioni di mercurio totale in alcuni campioni rilevato un aumento di concentrazioni negli agoni grandi campionati in primavera. selezionati di pesci prelevati nei tributari del Lago Maggiore, trovando, come per i pesci del lago, Per gli altri composti e per il bioaccumulo negli organismi bentonici i valori misurati nel 2017 sono valori superiori allo standard di qualità per il biota indicato dal D. Lgs. 172/2015. invece confrontabili con quelli del 2016. Il 2017 è stato un anno particolarmente siccitoso, e di conseguenza era atteso un minore apporto In particolare, le concentrazioni di Hg e PBDE nei tessuti muscolari dei pesci superano largamente al lago di inquinanti depositati nei terreni e nei sedimenti fluviali e mobilizzati rispettivamente gli standard di qualità, e le concentrazioni di questi ultimi nei sedimenti dei fiumi Boesio e dalle piogge intense e dagli eventi di piena. Bardello sono rilevanti. Le analisi dei sedimenti alla foce dei tributari hanno lo scopo di comprendere l’origine dei Al contrario, il valore soglia di 6,5 pg TEQ g-1 p.f. di PCB dioxin like (PCB-dl) su agoni e coregoni microinquinanti organici e dei metalli in traccia presenti nel Lago Maggiore. La scelta dei tributari del Lago Maggiore, non è stato superato neppure nel 2017. e dei composti in ciascun tributario dipende dalle conoscenze sulle pressioni gravanti nel presente Infine nel 2017 è stata ripetuta l’analisi, che viene compiuta ogni tre anni, delle carote di e nel passato sul territorio e dalle analisi compiute in passato, che hanno permesso di escludere sedimento del Lago Maggiore, che ha confermato come i valori attuali di DDx nel sedimento alcune sostanze presenti in quantità trascurabile in alcuni emissari. deposto nell’ultimo decennio sono inferiori a quelli rilevati all’inizio del 2000, anche in relazione I DDx sono stati misurati solo nel Toce e nel Ticino Emissario, e hanno mostrato valori piuttosto alle forti piene del Toce nel 2000 e 2004. Al contrario il contenuto di PCB nel sedimento è risultato variabili, inferiori a quelli del 2016, e con una minore presenza di p,p’-DDT rispetto agli anni maggiormente costante, e gli IPA e i PBDE (rappresentati quasi completamente dal BDE-209) scorsi, indice di un minore apporto di DDT dai siti contaminati a causa delle condizioni di siccità hanno presentato oscillazioni differenti da una stazione all’altra. già ricordate. La tossicità del sedimento è stata valutata utilizzando il Q-PEC, escludendo dal calcolo il BDE, per il In modo simile, per gli altri composti (PCB, PBDE, HBCD, DBPDE) i valori medi erano simili a quelli quale non si hanno valori di riferimento. Ciononostante, il valore di 0,1 di Q-PEC, indice di del 2016, e nel 2017 non si sono ripetuti i valori alti di PCB e HBCD misurati episodicamente nel possibile tossicità del sedimento per il biota, è stato superato in tre carote della baia di Pallanza. 2016. Boesio e Bardello rimangono comunque i tributari che contribuiscono principalmente alla Tra i composti inorganici, risulta particolarmente evidente un’elevata concentrazione di arsenico contaminazione da PCB e PBDE nel lago. nel sedimento superficiale della carota B3, prelevata in prossimità di Fondotoce, che potrebbe Per quanto riguarda gli IPA, nel Fiume Tresa dove nel 2014 e nel 2015 si erano misurati valori essere legata alla movimentazione di sedimento più antico che aveva già un contenuto elevato di molto elevati, le concentrazioni sono ritornate a valori simili a quelli che si misuravano prima arsenico. Questa ipotesi è supportata dal fatto che lo strato superficiale di altre carote prelevate dell’episodio di contaminazione. Al contrario, nel Ticino emissario si è avuta nell’autunno una nel Bacino di Pallanza mostrano un significativo aumento della concentrazione di arsenico rispetto presenza molto importante di IPA. Questo fatto suggerisce uno schema già riscontrato in agli strati sottostanti. precedenza che comporta un notevole ritardo nel ritrovamento dei contaminanti all’incile del 7 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territori e delle risorse naturali Determinanti L1 1 PRELIEVO AD USO POTABILE Quantità d'acqua prelevata dai corpi idrici per la produzione di acqua potabile DESCRITTORI Ubicazione dei punti di Volumi prelevati captazione per il prelievo Tipologia di trattamento ad uso potabile nel 2017 (a STATO E TENDENZA destra); dati relativi agli In Piemonte l’utilizzo a scopo idropotabile è attualmente previsto da privati e ad uso pubblico; in impianti di potabilizzazione particolare, il prelievo da lago della risorsa idrica a fini idropotabili viene effettuato dal Comune di e volume d'acqua annuo Ghiffa. prelevato a lago, con In Lombardia le acque del lago sono utilizzate ad uso idropotabile dal Comune di Leggiuno (VA). riferimento alle acque L’acquedotto di Leggiuno preleva acqua esclusivamente dal lago, ad una profondità di 40 metri, e destinate alla distribuzione non dispone di pozzi o sorgenti. L’adozione di opportuni sistemi di potabilizzazione permette di in acquedotti pubblici scongiurare l'insorgenza di problematiche connesse alle fioriture algali; tale criticità verificatisi nel (sotto). 2005, è stata risolta nel 2008 collocando, innanzitutto, a maggiore profondità la captazione, che è stata portata da 12 a 40 metri. Il trend del prelievo di acqua lacustre, nell'ultimo decennio, è in leggera decrescita. Dal 2015 è inoltre disponibile il dato del Prelievo del Comune di Brissago in Canton Ticino e confrontato con i volumi prelevati nel 2016 non mostra variazioni significative. Dal 2016 sono noti anche i volumi captati nell’impianto di Villa Volpi a Ghiffa, che risultano circa la metà di quelli prelevati a Leggiuno. 1,200,000 Portata di prelievo autorizzata nel 2017 e tipologia di trattamento effettuato negli impianti di potabilizzazione 1,000,000 Volumi prelevati (m³/anno) Punto Prelievo Portata in Volumi Tipologia trattamento 800,000 Comune di Ghiffa concessione prelevati (m3/a) Comune di Brissago (L/s) 600,000 Comune di Leggiuno Leggiuno (VA) 30 808.804 Pre-clorazione, filtri a sabbia, post-clorazione 400,000 Ghiffa – Villa 11 378.000 Pre-clorazione, filtri a sabbia, Volpi (VB) post-clorazione 200,000 (Ipoclorito di Sodio) 0 Brissago (TI) 10 7.463 Ozonizzazione, ultrafiltrazione, irraggiamento UV 8 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Stato L1 2 ZONE BALNEABILI Tratti costieri considerati balneabili in riferimento alla qualità batteriologica delle acque Ubicazione e ripartizione in DESCRITTORI classi di qualità delle acque Anno 2017 Classe di qualità delle acque di balneazione Percentuale di spiagge balneabili di balneazione per le spiagge del Lago Maggiore negli anni OBIETTIVO 2015 – 2017 e non idoneità L'obiettivo per questo indicatore consiste nel raggiungimento dell'idoneità alla balneazione nel alla balneazione nell'anno 100% delle spiagge. La Direttiva 2006/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alla 2017. gestione della qualità delle acque di balneazione prevede la valutazione qualitativa delle acque secondo 4 classi di qualità (eccellente, buona, sufficiente e scarsa). Un'acqua è balneabile se risulta almeno di classe sufficiente. Ai sensi di detta normativa vengono eseguiti controlli di tipo microbiologici, analisi di parametri chimico-fisici e l’attuazione di uno specifico piano di monitoraggio algale per rilevare la presenza di cianobatteri, dannosi per la salute pubblica. STATO E TENDENZA Nel 2017 è stata registrata la balneabilità in tutte le spiagge monitorate del Lago Maggiore. Dei 109 punti di monitoraggio per la balneazione presenti sul Lago Maggiore, nel 2017 sono state monitorate 95 spiagge, delle quali 82 spiagge risultano in classe di qualità «eccellente», 9 sono in classe «buona» e 4 in «sufficiente». Le informazioni di dettaglio sulla qualità delle acque di balneazione sono informazioni consultabili nei siti dell’Agenzia Ambientale Europea del Portale Acque del Ministero della Salute Italiano. Distribuzione delle classi di qualità delle spiagge del Lago Maggiore Obiettivo: 100% delle 60 Stato attuale spiagge balneabili 50 0% 100% 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Svizzera 40 0% 100% Non Monitorato 30 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Piemonte Scarso 0% 100% 20 Sufficiente 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Lombardia 10 Buona Eccellente 0 9 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Pressioni L1 4 PESCATO Caratterizzazione del pescato professionale Evoluzione del pescato professionale dal 1979 al 2017 nel Lago Maggiore DESCRITTORI Pescato professionale t/a 900 OBIETTIVO COREGONIDI 800 L'obiettivo principale ai fini della conservazione del patrimonio ittico consiste nella tutela delle ALBORELLA specie autoctone e degli ambienti acquatici; in particolare, la CIPAIS si propone l'obiettivo di 700 PESCE BIANCO conseguire una condizione dell'ecosistema prossima a quella naturale in cui le attività di pesca 600 AGONE non compromettano la conservazione o il ripristino delle popolazioni ittiche delle specie autoctone e, secondariamente, anche di quelle di maggiore interesse commerciale quali GARDON + P. BIANCO 500 ALTRE SPECIE Salmonidi, pesce persico, lucioperca e coregone. 400 SILURO STATO E TENDENZA PERSICO + LUCIOPERCA I dati del pescato derivano dalla documentazione consegnata da parte dei pescatori professionisti 300 TROTA agli appositi uffici delle Province di appartenenza (Provincia di Varese, Novara e VCO) e agli uffici della pesca del Canton Ticino. I dati sono inviati alla Commissione Italo Svizzera per la Pesca 200 (CISSP), che controlla ed elabora i dati di seguito presentati. 100 Il pescato di coregonidi si mantiene stabile rispetto all’anno precedente, pur rimanendo significativamente più basso del periodo 2013-2015 (-50% circa) ma simile a quanto dichiarato nel 0 periodo 2005-2011. Il catturato di trota, pesce persico e gardon mostra un incremento (15%-20%) '80 '82 '84 '86 '88 '90 '92 '94 '96 '98 '00 '02 '04 '06 '08 '10 '12 '14 '16 rispetto al 2016. La trota e il pesce persico, rispetto ai dati dal 2005 che utilizziamo come riferimento, si mantengono abbastanza stabili. Il gardon invece, mostra una netta diminuzione sul Pescato professionale dal 2012 al 2017 (t/a) medio periodo con valori prossimi al minimo assoluto registrato nel vicino 2006 (13,9 tonnellate) 300 e ben lontano dai valori massimi raggiunti nel 2008 (49,1 tonnellate). Il pescato di lucioperca mostra un lieve incremento (+3%) rispetto ai valori 2016 ed evidenzia, nel lungo periodo, un lenta 250 crescita se pur con fluttuazioni significative, tipiche delle specie appartenenti alla famiglia dei percidi. Il pescato di agone si attesta a 21,85 tonnellate, un 16% maggiore rispetto al 2016. Sul 200 lungo periodo i valori del pescato di agone rimangono in diminuzione. Occorre tuttavia sottolineare che questi dati, non potendo l’agone essere sfruttato dalla pesca professionale in 150 Italia a causa del divieto di pesca per la presenza di DDT, ed essendo soggetto a contingentazione in Svizzera, vanno presi con cautela e risultano, con tutta probabilità sottostimati. Il pescato di 100 specie minori, quali luccio, carpa e tinca è diminuito rispetto al 2016 (-16%), al contrario, è aumentato significativamente il pescato di salmerino alpino (+125%), che tuttavia rimane in 50 valore assoluto del tutto marginale (0,63 tonnellate). Infine, si evidenzia un incremento rispetto all’anno passato del pescato delle due specie alloctone recentemente entrate a far parte della 0 statistica del pescato, ovvero il siluro , che passa da 3,6 tonnellate a 3,91 tonnellate e l’acerina, da 2012 2013 2014 2015 2016 2017 0,03 a 0,012 tonnellate. Si sottolinea tuttavia che questi dati sono probabilmente sottostimati COREGONIDI TROTE PESCE PERSICO ALBORELLA dato che le due specie non trovano ancora uno sbocco ottimale nel commercio ittico. Da ultimo si ricorda che nelle acque italo svizzere (laghi Maggiore e di Lugano, Fiume Tresa) CARPA E TINCA LUCCIO AGONE ANGUILLA restano protette e quindi ne risulta proibita la pesca, le seguenti specie: alborella, temolo, pigo e BOTTATRICE PESCE BIANCO SALMERINO ALPINO LUCIOPERCA anguilla. Altri divieti o limitazioni di pesca potranno essere assunti secondo le procedure dei GARDON SILURO tot rispettivi Stati ai sensi del Titolo V della Convenzione. 10 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Idrologia e clima Stato L2 1 LIVELLO LACUSTRE Andamento del livello delle acque lacustri DESCRITTORI Figura 1 – Andamento medio mensile dei livelli del Lago Maggiore per l’anno 2017 (linea Livello medio lacustre blu) e per il periodo di riferimento 1952-2016 (linea rossa) Livello minimo lacustre Livella massimo lacustre OBIETTIVO All'indicatore non è associato un obiettivo di qualità, anche se le sue variazioni possono influire sulla qualità dell’ecosistema lacustre. L’entità delle variazioni, e/o la persistenza non naturale su livelli medio-alti possono essere causa di impatti per l’ecosistema. STATO E TENDENZA Il Lago Maggiore, pur essendo un corpo idrico naturale è regolato al suo incile dalla diga della Miorina, in località Golasecca a Sesto Calende. La presenza della diga, e quindi di una regolazione attiva dei livelli del lago pone una difficoltà sulle modalità di analisi dei dati di livello registrati e sulla loro interpretazione; questo perché l’andamento dei livelli è legato alla regolazione e non a un’effettiva risposta naturale agli eventi meteorologici. Tale difficoltà risulta ancora più evidente dal 2015 quando si è dato il via ad un innalzamento artificiale sperimentale dei livelli del lago nel periodo primavera-estate (15 marzo-15 settembre). Tenuto conto di quanto detto in precedenza, in figura 1 si riportano i dati di livello mensile del lago per l’anno 2017, unitamente a quelli medi mensili del periodo di riferimento 1952-2016. Dopo i primi mesi dell’anno in cui il livello del lago nel 2017 si è mantenuto al di sotto del periodo di riferimento, si è poi mantenuto al di sopra fino ad Figura 2 – Andamento del livello minimo mensile pluriennale mediato (barre rosse) e agosto quando è sceso nuovamente al di sotto del valore medio pluriennale. Nell’ultima parte massimo mensile pluriennale mediato (barre blu), fascia di regolazione (area azzurra) e dell’anno ha fatto registrare una continua diminuzione, soprattutto per le poche precipitazioni nuovo limite di regolazione estivo 194,26 m s.l.m. (linea verde). cadute. Nella figura 2 sono riportati i valori minimi e massimi mensili mediati sul periodo di riferimento 1952-2017, e la fascia di regolazione dei livelli del lago con l’indicazione del nuovo limite sperimentale di regolazione applicato al periodo 15 marzo – 15 settembre. La fascia di regolazione riportata in figura 2, rappresenta i valori minimo e massimo a cui il regolatore deve fare riferimento per la gestione dei livelli del lago. Il valore minimo è pari a 192,51 m s.l.m. mentre quello massimo varia in funzione della stagione e dei mesi dell’anno. Da novembre a febbraio è pari a 194,51 m s.l.m. e fino al 2014 da marzo a ottobre 194,01 m s.l.m. Con l’avvio della sperimentazione a partire dal 2015 il nuovo limite superiore di regolazione per il periodo che va dal 15 marzo al 15 settembre risulta pari a 194,26 m s.l.m. Si sono utilizzati valori massimi e minimi mensili mediati, per non riportare valori estremi caratteristici quindi di particolari situazioni meteo-climatiche, difficilmente confrontabili con gli andamenti mensili e con la fascia di regolazione. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche 11 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Idrologia e clima Stato L2 2 TEMPERATURA MEDIA DELLE ACQUE NEGLI STRATI Temperatura media delle acque nello strato 0-20 m e nello strato profondo 0-20 m E PROFONDO DESCRITTORI Andamento della temperatura media delle acque dal 1980 al 2017 con Temperatura media dell’acqua nello strato superficiale riferimento allo strato superficiale e allo strato profondo. Temperatura media dell’acqua nello strato profondo (< 200 m) OBIETTIVO 30 Strato superficiale (0-20 m) All'indicatore non è associato un obiettivo di qualità; la sua osservazione è però utile per la comprensione dei fenomeni biologici ed ecologici caratterizzanti il bacino lacustre e per valutare la 25 risposta del lago ai cambiamenti climatici globali in atto. STATO E TENDENZA 20 Temperatura (°C) Nel Lago Maggiore i risultati delle indagini pluridecennali (CIPAIS a partire dal 1979) hanno mostrato un incremento termico significativo dell’epilimnio e dell’ipolimnio con conseguenze ecologiche in gran parte ancora da valutare. 15 I grafici inerenti l'andamento storico delle temperature, qui a lato, mettono in evidenza un innalzamento graduale delle temperature medie sia nello strato superficiale sia in quello profondo. In particolare, nello strato superficiale, negli ultimi decenni è stato osservato un aumento delle 10 temperature di circa 0.31 °C/decade, con temperature estive che hanno raggiunto valori superiori ai 24 °C nelle estati 2003 e 2006. 5 Le temperature dello strato profondo mostrano invece il tipico andamento a “dente di sega”, con dei periodi che presentano un chiaro trend in aumento, seguiti da diminuzioni improvvise di temperatura, che si hanno in corrispondenza di eventi di mescolamento. E’ interessante notare 0 che, dall’anno 2006, la temperatura media dello strato profondo sta continuando ad aumentare, 1980 1984 1988 1992 1996 2000 2004 2008 2012 2016 raggiungendo i 6.8 °C, dato che indica la mancanza di eventi di mescolamento completo negli ultimi 11 anni. 6.9 Strato profondo (< 200 m) I valori del 2017 sono in linea con quelli degli anni precedenti e confermano il trend in aumento sia nello strato superficiale che in quello profondo. Clicca qui per visionare il 6.8 rapporto delle ricerche 6.7 6.6 Temperatura (°C) 6.5 6.4 6.3 6.2 6.1 6.0 1980 1984 1988 1992 1996 2000 2004 2008 2012 2016 12 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Idrologia e clima Stato L2 3 MASSIMA PROFONDITÀ DI MESCOLAMENTO Profondità di rimescolamento delle acque lacustri DESCRITTORI Profondità di mescolamento Profondità di mescolamento per moti convettivi valutata a partire dal 1951. Spessore ipolimnio OBIETTIVO 2017 Valori di massima profondità di mescolamento inferiori a 100 m sono indice di una condizione potenzialmente critica; una condizione ottimale si ha dunque quando l'omogeneizzazione delle 2011 acque riguarda uno strato più profondo. 2005 STATO E TENDENZA I programmi di ricerca attuati sul Lago Maggiore comprendono, fin dagli anni '50 del secolo 1999 scorso, il monitoraggio di questo parametro. È quindi possibile ricostruire l'andamento della massima profondità di mescolamento per moti convettivi sulla base della serie storica disponibile. 1993 Dal suo esame emerge come in passato l’omogeneizzazione delle acque lacustri sia risultata completa, cioè abbia raggiunto la massima profondità del lago (370 m), solamente in tre 1987 occasioni, sempre alla fine di inverni freddi e ventosi. I valori di profondità di mescolamento per moti convettivi sono stati ricavati dall’analisi di 1981 parametri misurati in campo, in particolare temperatura delle acque lacustri, concentrazione di ossigeno disciolto e conducibilità, oltre che Lake Number e Numero di Wedderburn, che sono in 1975 grado di considerare l’influenza anche della velocità del vento. Le indagini svolte testimoniano come negli ultimi decenni il lago abbia risentito dell’evoluzione climatica globale tendente al 1969 riscaldamento, mostrando periodi di stratificazione più lunghi rispetto al passato e una profondità di mescolamento per moti convettivi a fine inverno sempre più ridotta. In particolare, negli ultimi 1963 4 anni, tale profondità di mescolamento non ha mai superato i 75 m (valore raggiunto nel 2016) e nel 2017 sono stati raggiunti solo i 60 m di profondità di omogeneizzazione verticale a fine 1957 inverno. Ciò è sicuramente dovuto anche alla diminuzione della velocità del vento osservata per la stazione di Pallanza negli ultimi decenni: il vento non ha avuto un’energia sufficiente ad indurre 1951 una completa omogeneizzazione delle acque del lago. Pur in assenza di una effettiva piena circolazione per moti convettivi, si può verificare 0 50 100 150 200 250 300 350 un'ossigenazione degli strati profondi, per lo sprofondamento di acque fredde superficiali (come Profondità di mescolamento [m] avvenuto, ad esempio, nel 2006). Negli ultimi anni, tuttavia, le condizioni meteorologiche instauratesi sull’areale del Verbano non hanno determinato lo sprofondamento di acque fredde negli strati più profondi del lago, e l’omogeneizzazione negli ultimi 10 anni non ha mai superato i 140 m (dato del 2012). Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche Stato attuale Valore di riferimento: massima profondità di mescolamento maggiore di 100 m Stato al 2010 0m 100 m 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 13 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 1 COLONIZZAZIONE DELLE SPONDE DA PARTE DEL CANNETO Ultimo aggiornamento: 2012 Evoluzione della colonizzazione spondale da parte del canneto DESCRITTORI Colonizzazione delle sponde Canneto OBIETTIVO L’evoluzione di questo indicatore, pur non essendo attualmente oggetto di determinati obiettivi nell’ambito della pianificazione del territorio, rappresenta un importante parametro di riferimento, in quanto lo stato ecologico influenza il mantenimento o il ripristino delle comunità vegetali, in particolare del canneto. L'obiettivo generale che la CIPAIS si propone consiste nel mantenimento dell'attuale stato di conservazione del canneto e, possibilmente, nell'incentivazione di interventi di riqualificazione e ampliamento delle fasce di canneto. STATO E TENDENZA Sulla base delle informazioni ricavate nell'ambito del programma di ricerche quinquennale 2008-2012 "Ecomorfologia rive delle acque comuni" della CIPAIS, inerenti la fascia perilacuale del Lago Maggiore e l'applicazione dell'Indice di Funzionalità Perilacuale - IFP, si evidenzia la presenza lungo le sponde di zone a canneto di pregio naturalistico e ambientale che hanno valso l’inclusione nella rete ecologica europea Natura 2000, costituita da Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS). I tratti di maggiore estensione sono distribuiti alle foci dei principali affluenti del bacino, Toce, Ticino immissario e Maggia, e alla sezione di chiusura del lago nei pressi dell’uscita del Ticino tra Sesto Calende e Castelletto Ticino. In particolare, tali tratti riguardano: nella sponda piemontese, la fascia di Dormelletto (NO) dove è presente il SIC- ZPS "Canneti di Dormelletto" (IT1150004), e la zona di Fondotoce (VCO) caratterizzata dalla presenza del SIC-ZPS "Fondotoce" (IT1140001) che costituisce anche la Riserva Naturale omonima; nella sponda lombarda, le fasce tra Angera e Sesto Calende, ricadenti nella ZPS "Boschi del Ticino" (IT2080301) coincidente con i confini del Parco Lombardo della Valle del Ticino e nel SIC "Palude Bruschera" (IT2010015), e i tratti tra Monvalle e Ispra (VA) in parte ricadenti all'interno della ZPS "Canneti del Lago Maggiore" (IT2010502); nella porzione svizzera, la zona della confluenza del Ticino immissario che rappresenta la Riserva Naturale delle Bolle di Magadino, zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar, e la zona della foce del Maggia, che costituisce una Riserva Naturale. Si evidenzia come le porzioni caratterizzate dalla maggiore estensione del canneto costituiscano anche i tratti di riva lacustre che presentano un giudizio di funzionalità (secondo l'applicazione dell'indice IFP che esprime il grado di integrità e conservazione complessivo delle rive lacustri) "elevato". Dai dati ricavati dall'applicazione dell'IFP risulta un'estensione complessiva delle fasce di canneto di circa 13 km, corrispondenti al 7% dell'intero perimetro lacustre. 14 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 2 ABBONDANZA RELATIVA DELLE PRINCIPALI MACROFITE Ricchezza in specie delle comunità vegetali in rapporto ai tratti costieri lacustri Ultimo aggiornamento: 2012 DESCRITTORI Macrofite Distribuzione delle sei specie macrofitiche più comuni OBIETTIVO Migliorare o mantenere la qualità ecologica delle acque lacustri comuni in modo da favorire la biodiversità delle specie autoctone vegetali (obiettivo CIPAIS). STATO E TENDENZA Nell'ambito del programma CIPAIS "Ecomorfologia delle acque comuni" sul Lago Maggiore sono state condotte specifiche indagini inerenti il popolamento di macrofite e macroinvertebrati bentonici. Le macrofite acquatiche nei contesti lacustri sono rappresentate da muschi, epatiche, pteridofite, angiosperme erbacee ed alghe macroscopiche appartenenti al gruppo delle Characee. Esse sono considerate ottimi indicatori di qualità ambientale, in quanto rispondono in maniera specie-specifica alle condizioni ambientali, quali la presenza di inquinanti organici e inorganici, la trasparenza delle acque, la struttura macroscopica del fondale. La metodologia d'indagine applicata è basata su quanto descritto in "Protocolli di campionamento - Metodi biologici per le acque - Parte I" (APAT, 2007 e successive revisioni). I rilievi in campo sono stati condotti lungo tutto il perimetro del lago, comprese le isole, e hanno evidenziato un buon sviluppo della copertura macrofitica con 87 aree prive di vegetazione corrispondenti a 55 km di estensione e 199 transetti vegetati pari a 120 km. Le rive con vegetazione presentano coperture differenti: circa la metà della linea di costa vegetata è caratterizzata da una buona copertura macrofitica, mentre il 29,2% dei tratti di sponda, corrispondenti a circa 35 km totali, presentano coperture assai ridotte. Le specie macrofitiche osservate nel bacino del Maggiore sono complessivamente 20, 17 fanerogame e 3 caroficee. Le più comuni sono rappresentate da Najas marina L., Myriophyllum spicatum L., Potamogeton perfoliatus L., Vallisneria spiralis L., Elodea nuttallii (Planch.) H. St. John, Zanichellia palustris L. Specie presenti con popolazioni relativamente ampie sebbene localizzate sono Lagarosiphon major (Planch.) H. St. John, Ceratophyllum demersum L., Chara globularis, Potamogeton pusillus L., Potamogeton pectinatus L., Litorella uniflora L., Najas minor All. e Potamogeton trichoides Cham et Sch. Infine, le specie che costituiscono rare e piccole popolazioni sono Potamogeton crispus L., Elatine hydropiper L., Potamogeton lucens L., Trapa natans L. e 3 Characeae. Le macrofite si distribuisco generalmente seguendo il gradiente batimetrico con un andamento di tipo gaussiano, la copertura del primo metro di profondità non è elevata ma aumenta intorno ai 2, 3 e 4 metri per poi iniziare a decrescere con la diminuzione dell'irraggiamento solare. 15 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 3 MORFOLOGIA DELLE RIVE LACUSTRI Tipologia di riva sulla base dei caratteri morfologici della fascia perilacuale Ultimo aggiornamento: 2012 DESCRITTORI Stato della Naturalità delle rive Indice di Funzionalità Perilacuale Indice Lake Habitat Survey Accessibilità e Fruibilità della Riva OBIETTIVO L’osservazione dei caratteri morfologici attuali delle rive permette di effettuare scelte strategiche e pianificatorie che dovrebbero mirare da un lato all’incremento della fruibilità delle sponde e dall’altro alla tutela delle aree di pregio naturalistico, al ripristino e alla rinaturalizzazione dei tratti di sponda lacustre artificiali. I cambiamenti riscontrati nel tempo forniscono le informazioni circa la buona riuscita delle azioni implementate. STATO E TENDENZA Nell’ambito del programma 2008-2012 CIPAIS, sono stati condotti per il Lago Maggiore studi inerenti la funzionalità della fascia perilacuale e la fruibilità delle rive. Sulla base delle indagini condotte è possibile rappresentare il diverso grado di naturalità delle rive: emerge che le sponde a carattere pienamente naturale risultano pari al 24% dell'intero perimetro lacustre, per un'estensione complessiva di circa 42 chilometri, mentre le sponde che risultano totalmente artificializzate costituiscono il 35% del perimetro lacustre pari a circa 63 chilometri. Con riferimento alle tre unità territoriali, emerge come la Lombardia sia caratterizzata dalla percentuale maggiore di sponde a carattere naturale (36% corrispondente ad una lunghezza complessiva di 24,5 chilometri). Stato di naturalità delle rive Svizzera Lombardia Piemonte Artificiale Naturale Semi-naturale 41% 34% 30% 46% 38% 43% 35% 41% 16% 36% 16% 24% 16 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 3 MORFOLOGIA DELLE RIVE LACUSTRI Tipologia di riva sulla base dei caratteri morfologici della fascia perilacuale Ultimo aggiornamento: 2012 La valutazione della funzionalità ha previsto l’applicazione dell’Indice di Funzionalità Perilacuale, IFP El evato Buono sviluppato da un gruppo di lavoro istituito da APAT (Siligardi M. et al., 2009), e del Lake Medi ocre Scadente Habitat Survey (Scotland et Northern Ireland Forum For Enviromental Research). Pes s imo 7% 4% L'applicazione dell'IFP ha restituito un'immagine del bacino mediamente scadente a livello ecologico-funzionale, più del 50% della sponda del Maggiore presenta un giudizio tra lo scadente e il pessimo, solo all'11% della riva è attribuito un giudizio buono o elevato. Le sezioni valutate 41% positivamente si trovano nelle aree che presentano morfologia della sponda pianeggiante e Svizzera 8% sabbiosa, ossia all'uscita del Ticino a sud, nel golfo di Ispra e Besozzo, alla foce del Toce, del Ticino e del Maggia, aree queste che presentano una tipologia di riva completamente 38% 24 naturale e intatta. 10% 53 % % 15 % L'applicazione del Lake Habitat Survey - LHS porta alla definizione di due indici il Lake Habitat Modification Score - LHMS e il Lake Habitat Quality Assessment - LHQA che rappresentano Lombardia 9% rispettivamente un'indicazione di alterazione morfologica e un indice di qualità idromorfologica dell'ambiente indagato, attraverso i quali è possibile effettuare la 29 9% classificazione morfologica. % 47 6% % Il valore del LHMS può variare tra 0, indice di una condizione inalterata, e 42, per un lago completamente antropizzato. Per il Verbano il LHMS è risultato pari a 32, testimoniando uno scostamento significativo dalla condizione originaria; l'uso intensivo della zona di riva e Piemonte 5% 2% le attività antropiche strettamente legate all'ambiente acquatico e su di esso direttamente impattanti sono le principali criticità che portano a una situazione di forte disturbo delle 44% 38% caratteristiche ecologico-morfologiche naturali del lago. Il valore del LHMS ottenuto è molto al di sotto del limite normativo previsto per la classe "buono" (compreso tra 2 e 4), indicato per la 11% valutazione delle condizioni morfologiche di un corpo idrico lacustre. Il valore del LHQA è risultato pari a 80 su un punteggio massimo di 104, valori alti dell'indice si riferiscono ad una qualità idromorfologica elevata e più nello specifico una buona qualità degli habitat naturali lacustri presenti in maniera ampia e diversificata nelle tre zone studiate dal metodo: ripariale, di sponda e litorale. Complessivamente la valutazione sulla naturalità, diversità e complessità del sistema lacustre risulta essere piuttosto elevata, ciò in relazione alla presenza di una componente litorale che si mantiene in buone condizioni, probabilmente per il fatto che un ambiente vasto come il Verbano ha la capacità di assorbire e mitigare gli impatti derivanti dalle pressioni esistenti solo all'interno della cuvetta lacustre, risentendone invece in maniera più critica nelle fasce costiera e ripariale. 17 Pannello di Controllo del Lago Maggiore 2017
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