OSSERVATORIO NORD EST - Il maltempo novembrino in Veneto - Demos & Pi
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NOTA INFORMATIVA L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 18 e il 21 novembre 2019 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1002 persone (rifiuti/sostituzioni: 4373), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.10% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all’unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più. Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti. Documento completo su www.agcom.it 2
LA GRANDE INCOMPIUTA E LO SCETTICISMO DEI VENETI di Ilvo Diamanti Ormai gli eventi atmosferici stanno generando un’emergenza permanente. Così, mentre commentiamo i danni e le conseguenze del maltempo, che hanno coinvolto il Veneto e il Nord Est poco più di una settimana fa, altri nubifragi hanno investito il Paese. A Nord Ovest. Un viadotto è crollato, attorno a Savona. Genova è sempre più isolata. Quasi inaccessibile. Comunque, raggiungerla e attraversarla è rischioso. E, proseguendo a ovest, i fiumi sono al limite. Il Po, il Ticino rischiano di esondare. Insomma, siamo un Paese – sempre più - sommerso. Sempre più alla deriva. Atmosferica. E non solo. Circondato dalle acque, intorno. Allagato, all’interno. Sapevamo dei problemi che incombono. Complicati dai cambiamenti climatici, che Greta Thunberg ha denunciato promuovendo manifestazioni “globali”. Molto partecipate, anche in Italia. Soprattutto dai giovani. I più sensibili alle minacce che incombono sul nostro futuro. Perché il futuro ce l’hanno davanti, a differenza della maggioranza degli italiani. Un popolo sempre più vecchio. Però le denunce, come spesso avviene, cadono nel silenzio. Molto presto, troppo presto. In attesa della prossima emergenza. Che non mancherà. Purtroppo. Tuttavia, le piogge che hanno “sommerso” il Nord Est e, soprattutto, il Veneto, nelle scorse settimane, questa volta hanno lasciato il segno. Un segno profondo. Molto più evidente, rispetto all’alluvione che ha coinvolto – e travolto – le province centrali del Veneto nel 2010. Quasi dieci anni fa. La ricordo bene. Allora mi pareva di abitare a Venezia… Anche se il paragone può apparire irrispettoso, vista la “distanza” estetica, artistica. Architettonica. Eppure, anche a Venezia, negli ultimi giorni, hanno vissuto tempi difficili. Molto più difficili rispetto agli eventi difficili a cui sono abituati. Vista l’eccezionalità – in ogni senso – dell’ambiente nel quale vivono i veneziani. Abbiamo ancora sotto gli occhi le immagini di Piazza San Marco allagata. Come le calli. Le immagini dei turisti, ma, soprattutto, dei residenti, impegnati a camminare sulle acque… Le abbiamo sotto gli occhi perché tutti i media, nazionali e non solo, le hanno riprese e rilanciate. In più occasioni, in più prospettive. Accompagnate da interviste, servizi, approfondimenti. Perché Venezia… è Venezia. Così, questa volta, gran parte dei veneti, quasi tutti, hanno ritenuto “adeguato” lo spazio dedicato dai media. È ciò che emerge dall’indagine condotta da Demos per “Il Gazzettino”. Una visibilità ben diversa da quella osservata nel 2010. Il problema è che 3
“Venezia” è di tutti. Una città “globale”. Destinazione privilegiata di turisti in arrivo da tutto il mondo. A centro dell’attenzione. Globale… Così anche le sue vicende, tanto più le sue difficoltà, attraggono l’interesse. Globale. Diventano spettacolo… Un problema per chi ci vive... Perché che in quella città, in mezzo alle acque, abitano oltre 80.000 persone. Alle quali non può far piacere recitare in uno spettacolo. Da protagonisti, loro malgrado. Per questo è comprensibile lo scetticismo che circonda il MOSE. Un sistema di dighe che avrebbe dovuto tutelare Venezia da eventi atmosferici, come quello recente. Una “grande opera” che è - e resta - incompiuta. Da molto tempo. E non si sa per quanto tempo ancora. Peraltro, la grande maggioranza dei veneti – tanto più dei veneziani – considera il MOSE inutile. Comunque: inadatto a risolvere i problemi di Venezia. Che avrebbero potuto – e dovuto – essere affrontati attraverso la sistemazione, continua, dei canali. E, dunque, della città. Per evitare che venga sommersa a ogni emergenza atmosferica. Un’impresa assai più praticabile – e meno costosa – di “grandi opere”, che, comunque, sono destinate a compromettere l’equilibrio “fragile” di una realtà unica, in quanto “fragile”. In fondo, i Dogi avevano provveduto in modo efficace e continuo ad adeguare il sistema dei canali, per controllare gli effetti delle maree sulla laguna e sulla città. Ma oggi quel tempo è passato. Da tempo. E Venezia appare sempre “Serenissima”. A chi la guarda e la visita. Ma lo è sempre meno per chi la abita e ci vive. Soprattutto quando il cielo non è sereno…. 4
MOSE: SOLO PER UNO SU 4 È UN’OPERA FONDAMENTALE di Natascia Porcellato “Duri ai banchi” è l’espressione più in uso in Veneto nelle ultime settimane. Aggrapparsi, tenere duro. Mentre l’acqua alta continua ad affacciarsi, una prima conta dei danni subiti dalle aree della Regione colpite dal maltempo arriva a oltre 150 milioni di euro. Oggi, l’Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si concentra sulla percezione dell’attenzione mediatica e della solidarietà che i veneti hanno avuto in queste settimane. Lo spazio che televisioni, quotidiani e radio locali hanno dedicato agli effetti del maltempo è stato giudicato adeguato dall’87% dei veneti. Il confronto, in questo caso, è con il 2010, l’anno dell’alluvione nelle province centrali della Regione: 130 comuni toccati, 500.000 persone coinvolte e due vittime a Vicenza, città che aveva visto il 20% del centro invaso dall’acqua. Quasi 10 anni fa, l’apprezzamento per i media locali era stato ugualmente positivo (84%). Giornali, telegiornali e radio nazionali, invece, erano apparsi molto meno attenti: nel 2010, solo il 44% aveva valutato come adeguato lo spazio dedicato a quanto era accaduto tra fine ottobre e i primi di novembre, mentre oggi il giudizio appare decisamente più positivo (88%). Nelle settimane scorse, subito dopo aver comunicato una prima stima dei danni, il Governatore Zaia ha annunciato querele contro chi, sui social, aveva pubblicato messaggi offensivi contro i veneti. Ma, al di là delle polemiche, quanta solidarietà hanno avvertito i veneti? Decisamente più che nel 2010. Nove anni fa, era il 38% a dichiarare di aver sentito molta o abbastanza vicinanza da parte degli italiani, mentre in questa circostanza la percentuale sale al 67%. Parallelamente, si dimezza la quota di chi ha percepito un certo distacco del resto della nazione. Nel 2010, era il 54% a pensare che i propri connazionali fossero poco o per niente solidali: la stessa opinione si ferma oggi al 27%. Dall’eccezionale alta marea che il 12 novembre scorso ha sommerso oltre il 70% del centro di Venezia, uno dei temi più dibattuti riguarda il MOSE, il sistema di dighe mobili in fase di ultimazione che dovrebbe proteggere la laguna. L’opera, iniziata nel 2003, già costata oltre 5 miliardi di euro e che dovrebbe entrare in funzione nel 2021, sarà davvero utile? I veneti appaiono divisi. Il 24% pensa che il MOSE sia 5
fondamentale per la sopravvivenza di Venezia, il 40% ritiene che farà qualcosa, ma senza risolvere il problema, e il 25% lo giudica completamente inutile. L’orientamento politico sembra influenzare il giudizio sul MOSE e ogni settore mostra una posizione peculiare. Tra gli elettori del M5s (42%) o chi guarda ai partiti minori (32%) tende a crescere la componente che giudica l’opera inutile. La metà di chi voterebbe per il Pd, invece, giudica la sua realizzazione non risolutiva. Chi guarda al partito di Renzi, poi, si divide tra quanti pensano sarà utile (62%) e coloro (38%) che la ritengono fondamentale per la sopravvivenza della laguna, opinione presente in misura maggiore anche tra chi voterebbe per FdI (30%) o Lega (31%). 6
... I MEDIA E IL MALTEMPO IN VENETO A suo avviso, quanto è stato adeguato lo spazio concesso al maltempo a Venezia e in Veneto da giornali, telegiornali, televisioni, radio […]? (valori percentuali di quanti rispondono molto o abbastanza al lordo dei non rispondenti – serie storica VENETO) Quesito 2010: A suo avviso, quanto è stato adeguato lo spazio concesso all’alluvione in Veneto da giornali, telegiornali, televisioni, radio (…)? Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Novembre 2019 (Base Veneto: 605 casi) 7
LA SOLIDARIETÀ SENTITA DAI VENETI Quanta solidarietà ha avvertito da parte degli italiani verso Venezia e il Veneto? (Valori percentuali – serie storica VENETO) Quesito 2010: Quanta solidarietà ha avvertito da parte degli italiani verso i veneti colpiti dall’alluvione? Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Novembre 2019 (Base Veneto: 605 casi) 8
IL GIUDIZIO SUL MOSE Pensi ora al MOSE, il sistema di dighe mobili che sono in costruzione e che dovrebbero proteggere la laguna in caso di alta marea. Secondo lei, questa opera…? (Valori percentuali in base agli orientamenti politici - VENETO) Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Novembre 2019 (Base Veneto: 605 casi) 9
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