OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI
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OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285210 - 335275538 apansuno @ tiscali.it www.apan.it - www.osservatoriogalilei.com Le coordinate dell’osservatorio sono: 45° 38’ 16” Nord 8° 34’ 25 Est BOLLETTINO N. 356 Mercoledì 4 febbraio 2015, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo mercoledì di ogni mese, vi sarà una serata di osservazioni al telescopio. Sarà in uso il planetario. La Luna piena, per cui visibile tutta la notte ma molto luminosa. Si potranno comunque vedere le costellazioni invernali. Si potremo osservare anche molti oggetti del profondo cielo. Giove sarà visibile vicino alla Luna nel Leone, Saturno sarà visibile al mattino nella Bilancia mentre Marte e Venere non saranno visibili al tramonto nell’Acquario. Mercurio sarà basso al mattino sull’orizzonte est nel Capricorno. RECENSIONI JANE HAWKING Verso l'infinito La vera storia di Jane e Stephen Hawking in «La teoria del tutto» Ed. Piemme – Ed. 2015 – Pag. 586 - € 19,50 E il 1962 e Jane e Stephen frequentano l'università inglese di Cambridge. Lei è una ragazza vivace che palpita per i versi dei poeti spagnoli, lui un promettente studente di cosmologia, sempre perso nei suoi pensieri, alla ricerca di una spiegazione semplice e unica dell'universo. Eccentrico e bizzarro, così lo definisce Jane quando lo conosce. E le piace molto. Le loro vite scorrono separate, fino a che qualcosa non le avvicina indissolubilmente. Stephen ha solo ventuno anni, l'età in cui l'immortalità è ancora l'unica ipotesi contemplata, quando riceve una diagnosi sconvolgente: una malattia degenerativa che gli lascia solo due anni di vita. E allora, con il destino alle calcagna, che i due si innamorano perdutamente e decidono di sposarsi. Con Jane al fianco, Stephen combatte instancabilmente contro la malattia e intanto si butta a capofitto a studiare ciò che a lui più manca: il tempo. Grazie all'amore e alla caparbietà, i due giovani strappano giorni all'eternità, uno dopo l'altro. Mentre il corpo di Stephen è imprigionato in limiti sempre più stringenti, la sua mente continua a espandersi, fino a forzare le frontiere della fisica. Insieme, si spingono più lontano di quanto avrebbero mai potuto immaginare. Forse, la formula che tiene insieme l'universo ha un solo elemento comune: l'amore. (a cura di Silvano Minuto)
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI La torre dell’orologio di Mellingen (Svizzera) Proseguiamo l’esame della torre dell’orologio di Mellingen (Svizzera) Figura n. 3: Mellingen – I due quadranti della facciata della Torre rivolta verso la città. Figura n. 4: Mellingen – Il quadrante principale della facciata della Torre rivolta verso la città. Continua (A cura di Salvatore Trani)
IMPARARE GLI ALLINEAMENTI Un osservatore che per la prima volta affronta un cielo stellato con la volontà di riconoscere le costellazioni, può essere preso dallo sconforto: le stelle sono tante, più o meno luminose, più o meno vicine fra loro; orientarsi in un mare così caotico può sembrare difficile. Quando si inizia ad osservare il cielo, occorre innanzitutto cercare delle forme caratteristiche, dette asterismi. Fondamentale per l'apprendimento è un cielo non inquinato e buio, possibilmente sgombro da intralci fisici (come montagne alte molto vicine) che impediscano l'osservazione di grandi aree della volta celeste. In questa esposizione non seguiremo necessariamente le stagioni, ma procederemo ad illustrare le varie costellazioni per raggruppamenti omogenei. I precedenti articoli sugli allineamenti sono così stati pubblicati: I - Riconoscere il Grande Carro – 31.3.2011 XXVIII – Scorpione – 28.2.2013 II – Riconoscere la Stella Polare – 30.4.2011 XXIX – Bilancia 31.3.2013 III – Cassiopeia – 31.5.2011 XXX – Sagittario – 30.04.2013 IV – Costellazioni circumpolari – 28.7.2011 XXXI – Capricorno – 31 05 2013 V – Cefeo – 31.8.2011 XXXII – Verso l’Acquario – 30 06 2013 VI – Drago – 30.9.2010 XXXIII – Pegaso – 31 07 2013 VII – Perseo – 27.10.2011 XXXIV – Andromeda – 31 08 2013 VIII – Cani da Caccia – 30.11.2011 XXXV – Il Quadrato del Pegaso – 31102013 IX – Triangolo estivo – 31.12.2011 XXXVI – Perseo – 30112013 X – La Lira – 31.01.2012 XXXVII – Ariete e Triangolo – 31.12.2013 XI – Il Cigno – 28.02.2012 XXXVIII – Pesci – 31012014 XII – L’Aquila – 31.03.2012 XXXIX – Il grande pentagono di Auriga 05.03.14 XIII – Alcune costellazioni minori – 30.04.2012 XL – Il Toro – 31032014 XIX – Boote e dintorni – 31.05.2012 XLI – I Gemelli – 30402014 XX – Boote e Corona Boreale – 30.06.2012 XLII – Auriga – 31052014 XXI – Chioma di Berenice – 31.07.2012 XLIII – Lepre – 27062014 XXII – Spica e la Vergine – 31.8.2012 XLIX – Colomba 31072014 XXIII – Trovare Ercole – 30.9.2012 XLV – Eridano 31082014 XXIV – Dal Triangolo estivo all’Ofiuco – 2.11.2012 XLVI – Poppa 20092014 XXV – La testa dell’Ofiuco – 30.11.2012 XLVII – Canopo 20102014 XXVI – Ofiuco – 31.12.2012 XLVIII – Le Vele 31122014 XXVII – Serpente – 31-1-2013 Verso il Leone L’Orsa Maggiore Si parla spesso di Grande Carro, come parte dell'Orsa Maggiore; in effetti, il Grande Carro occupa solo una piccola parte della grande costellazione dell'Orsa Maggiore. Mentre però il Grande Carro resta sempre visibile sopra l'orizzonte, gran parte della costellazione a cui appartiene sorge e tramonta, poiché si estende soprattutto a sud dell'asterismo principale. Il Grande Carro durante l'inverno si distanzia dall'orizzonte presentandosi con la coda rivolta verso il basso; a sud del corpo principale dell'asterismo (a "destra") si notano, ad una certa distanza, tre gruppi di stelle disposte in coppia: il più alto è quello di ι -κ, seguito sotto da λ-μ e infine da ν-ξ; queste stelle rappresentano le "zampe" dell'Orsa, che vengono collegate al "Grande Carro" delineando così una sagoma di animale. Mentre però le sette stelle del Grande Carro sono facili da riconoscere, può essere più difficoltoso reperire e collegare le altre stelle della costellazione.
Da: Osservare il Cielo – Corso per imparare a riconoscere stelle e costellazioni – Recensito il 15.2.2011 ASTEROIDE RECORD VICINO ALLA TERRA Si chiama 2004 BL86 l'asteroide che si è avvicinato alla Terra. A pochi giorni dal passaggio al perigeo della Cometa Lovejov, un nuovo corpo celeste è transitato vicino al nostro pianeta. Ha un diametro record di 500 metri ed è il più grande asteroide ad avvicinarsi così tanto alla Terra fino al 2027, anno in cui è previsto il passaggio ravvicinato dell'asteroide 1999 AN10.
Quello del 26 gennaio 2015 è stata una occasione per osservare un oggetto celeste senza muoversi dal nostro Pianeta: l'asteroide è stato visibile anche dall'Italia, ma non ad occhio nudo. È stato necessario munirsi di binocoli e piccoli telescopi per poterlo ammirare. È apparso tra le costellazioni dell'Unicorno e dell'Idra, ad ovest rispetto al più riconoscibile Orione. La sua distanza, alle 17:49 ora italiana, è stata di 1,2 milioni di chilometri, solo tre volte la distanza che ci separa dalla Luna. Da noi purtroppo la sera del 26 gennaio è stato nuvoloso, per cui è stato possibile osservarlo solo grazie al virtual telescope. L’immagine che riportiamo è stata ripresa il giorno 26 gennaio 2015 alle ore 22:14:45 di tempo universale con una posa di 120 secondi con un telescopio dall’apertura di 17 pollici a cura di Gianluca Masi a Ceccano (FR) con un CCD SBIG DTL-630E
DIARI ASTRONOMICI Presentazione nel bollettino n. 355 del 21.1.2015 Parte 2 6 Settembre 1906. Nella metà orientale del Mare delle Crisi, si trovano 3 crateri: di questi il più boreale è il mezzano, e si scorge presso le coste di sinistra del mare: a N. di esso è visibile anche un quarto e più piccolo cratere. Più in basso è il maggiore, a S.S.E. del quale si nota il 3° piccolissimo, ma non tanto da non potersene vedere assai bene la forma: fra il primo descritto e il lembo del mare e gli altri 2 corre un lunghissimo corrugamento del fondo. Un bel doppio cratere (Messier) si trova nel Mare della Fecondità: è simile a due piccole macchie ovali, e da esse una linea più chiara del fondo del mare, si diparte verso la penisola che si trova a sinistra. 7 Settembre 1906. A S.W. di Posidonio, alla stessa longitudine di Atlante, si ha un circo, fra il quale e Posidonio, ma assai più vicino al primo, sorge l'altura che proietta una gigantesca ombra triangolare. Due altre rocce simili si hanno più lontano a S.W. della prima, e la più distante ha circa la stessa longitudine di Atlante: tutte e 3 sono presso a poco sulla stessa linea retta. Nel Mare del Nettare si notano 3 linee curve concentriche e quasi parallele agli orli del mare, del cui fondo sono un po' meno oscure: si vedrebbero forse come increspature, se più favorevole ne fosse l'illuminazione. 8 Settembre 1906. A N. di Posidonio, a lui aderente si ha un piccolo circo, e più lungi nella stessa direzione uno maggiore che getta una lunga e stretta ombra che raggiunge il terminatore, e di cui perciò non si può vedere la fine. Un altro circo di fianco a destra di Teofilo, piuttosto mediocre, ed il cui fondo è oscuro, è interessantissimo per la gigantesca ombra proiettata ad W.: essa è relativamente stretta, ma lunga e triangolare. Gli Altai sono per tutto il loro corso fiancheggiati da orlatura di ombra, ovunque assai stretta; però alla loro biforcazione, nella parte boreale, si nota una bella e vasta ombra triangolare, che meglio di ogni altra cosa dimostra l'altezza di tale catena, e che sebbene più corta assai di quella del caso precedente, ha una lunghezza molto maggiore e meglio spicca cadendo sopra una bianchissima regione. Fra i più bei contrasti d'ombra potrebbe poi notarsi anche quello dell'ombra proiettata da Teofilo nel suo interno, variamente lunga nei diversi punti, e che più stretta assai a N., raggiunge il massimo della sua larghezza a S. dove sembra terminare un po prima di raggiungere le bastite australi. Nel Mare del Nettare, un'increspatura appare assai marcata: comincia da Teofilo e si dirige poi a S., variando leggermente verso W., quasi diritta ma un po’ ondulata. Meno spiccate ma più lunghe e pure ben visibili, 2 altre appaiono nel Mare della Serenità: la più W. si vede cominciare alla bastite australi di Posidonio e fiancheggiare poi quasi diritta, la riva W. di detto mare: si trova l'altra fra la precedente e la striscia bianca da cui quel mare è attraversato ed è molto lunga e tortuosa: essa sembra incominciare ad un piccolo circo a sinistra di Posidonio, e si dirige quindi verso le rive australi del Mare della Serenità.
9 Settembre 1906. Grandi ombre, se si eccettuano quelle di Eudosso e di Aristotele che hanno il fondo loro in gran parte immerso nell'ombra non ve ne sono, e dobbiamo quindi limitarci a 2 sole, sebbene piccole assai. L'una è per ora appena visibile, ma già comincia a svilupparsi, ed è proiettata dalla roccia situata un po’ a sinistra della linea di Autolico-Aristillo prolungata per circa una volta e mezza e che già altre volte per tal causa è stata notata. L'altra poi del pari triangolare, ma assai più sviluppata, è quella che il piccolo cratere di Bessel getta sul mare della Serenità. La bianca striscia che attraversa questo mare, sotto tale illuminazione è appena visibile, e meglio nello stesso mare si scorgono 3 marcatissimi corrugamenti che hanno presso a poco la stessa direzione N.W. e sono un po’ incurvati essendo però tagliati dal terminatore, non possono scorgersi le loro vere dimensioni. Il più boreale comincia alle sponde settentrionali del Mare della Serenità ed il più australe mette capo a Bessel. 10 Settembre 1906. Poiché Platone ed Archimede non hanno nel loro interno che una stretta ombra, e non molto bene si vedono quelle degli Appennini, che del resto sono assai ben posti in evidenza, e nettamente mostrano le loro diramazioni verso W. e le loro numerose creste, una delle più interessanti parti del disco è certo quella di Autolico e di Aristillo che hanno oscura gran parte del fondo, e sono meravigliosi specialmente il boreale, oltreché per le sue maggiori dimensioni, per lo stesso picco centrale che emerge dall'ombra come un piccolo punto brillante: anche al loro esterno essi proiettano delle ombre, che però non hanno né lo sviluppo, né la grandiosità dell'interno; e non molto lungi da loro, a S.W. di Autolico, fra questo circo e gli Appennini, si possono ammirare 2 alture che gettano una minuscola ombra. Sempre relativamente piccolo e triangolare ma più sviluppata è l'ombra che dalla roccia di cui è stato accennato il 9; ed a destra di essa, a N.N.W. di Aristillo, si ha una larga e lunga ombra, la più grande delle visibili, che appartiene ad un bel circo, forse Cassini; mentre non meno notevole , sebbene più stretta , è quella del cono interno del gigantesco circo di Albategni, e pure assai ben messa in vista, è quella lunga linea sottile a destra, un po’ lungi, di Platone, che si direbbe una enorme fenditura. Nella stessa notte osservammo pure l'appulso di Aldebaran. Cielo generalmente nuvoloso. La Luna dopo aver attraversato interamente la testa del Toro, rasentò la stella che passo presso il suo lembo inferiore sinistro; e la distanza minima verso 3h 30m , poteva allora essere di +/- 4 ' e un terzo, mentre Aldebaran si trovava leggermente a destra del prolungamento di una linea condotta da Albategni a Tycho: da allora però la distanza dai due astri aumentò rapidamente, si che a 5h essa era già di circa mezzo grado contato dall'estremità del ...rno australe.
CERVINO ILLUMINATO LA SISTEMATICA DISTRUZIONE DELLA NATURA In Valle d’Aosta, in occasione dei festeggiamenti per il centenario della prima salita dal versante italiano, compiuta da Jean Antoine Carrel il 17 luglio 1865 (tre giorni prima c'era arrivato l'inglese Whymper con tre guide e tre compagni), hanno pensato bene di illuminare il Cervino. Anche gli Svizzeri hanno contribuito a pianificare (così dicono) una serie di spettacoli straordinari per accogliere i turisti e gli alpinisti da tutto il mondo.
Questi Amministratori Pubblici non si rendono conto che la natura va protetta, specialmente in posti dove le condizioni ambientali sono più sensibili. Dicono: la Valle e la nostra e facciamo quello che vogliamo, dobbiamo trasformarla per attirare il turismo e la natura si deve adeguarsi alle nostre esigenze. La notte deve essere come il giorno, si deve sciare il numero di ore più lungo possibile. Questi amministratori non sanno che se si stravolge la natura ci sono poi delle conseguenze che possono provocare problemi anche molto gravi. Sono sempre pronti a dare la colpa di quanto succede al riscaldamento globale trascurando il fatto che loro sono in prima linea nel provocarlo. Si sono dimenticati che gli impianti di illuminazione oltre a consumare ingenti quantità di energia producono direttamente o indirettamente calore. Si sono dimenticati che gli animali in genere se le ore di luce sono diventate anomale si comportano in maniera imprevedibile. Gli insetti ad esempio nel periodo invernale anziché essere attivi per poche ore al giorno, approfittano della luce artificiale per aumentare considerevolmente i loro cicli riproduttivi e altro. Con queste considerazioni come non mettere in relazione l’invasione della “gatta pelosa” in Val d’Aosta proprio in un periodo invernale dove questi fenomeni sono veramente fuori stagione, con il degrado ambientale provocato dal turismo esasperato. Val d’Aosta, boschi invasi dalla “gatta pelosa”: è urticante e pericolosa AOSTA — Il nome scientifico è “processionaria”, e sta infestando i boschi delle Alpi Occidentali, dalla Val d’Aosta al Piemonte. Sale, in questi giorni, la preoccupazione per la diffusione di questo insetto, un bruco di qualche centimetro ricoperto da una peluria molto urticante, che provoca reazioni allergiche sulle pelle e se ingerita da animali, può causarne la morte. A causa del caldo anomalo, le larve sono già attive. La questione è arrivata anche al Consiglio regionale della Valle d’Aosta, perché in alcune zone la “gatta pelosa” sta diventando un problema: è possibile incontrare gruppi o “processioni” (da qui il nome) di larve sui sentieri, e rischiare di essere urticanti sul volto e sulle mani dalla loro peluria dispersa dal vento. Non solo. Le larve di questo insetto – che da adulto diventa una falena e vive solo pochi giorni – distruggono gli alberi mangiando le loro foglie, sono in grado di privare di aghi interi boschi. Le pianta più colpita è il pino (in particolare il pino nero e il pino silvestre), ma è facile trovarne anche presso larici e cedri. E’ molto pericolosa per i cavalli e i cani, che brucando l’erba o annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto e finiscono nella maggior parte dei casi per morire soffocati dall’ingrossamento della lingua.
LA COMETA C_2014 Q2 LOVEJOY Immagine della cometa ripresa la sera del 10 gennaio da Oreste Lesca elaborata da Corrado Pidò Immagine a largo campo ripresa da Oreste Lesca la sera del 20 gennaio con macchina fotografica Nikon D3200 con obbiettivo zoom 70-200. Sulla sinistra in alto sono visibili le Pleiadi.
FLY ME TO THE MOON Il cratere DoppelMaggioer Nella regione ad est del Mare Humorum possiamo osservare il cratere "Doppelmaggioer", una formazione circolare parzialmente ricoperta dalla lava del Mare Humorum di 66Km con versanti scoscesi a sud. A nord-est sono inglobati dai versanti di Puiseux. Le pareti sono alte a sud e smussate a nord-est sulle quali si trovano DoppelMaggioer P e H a sud- ovest. Il fondo è piatto e riempito con la lava del Mare Humorum. Al centro una imponente montagna, collinette e linee di creste. La sua formazione risale al periodo Nectariano (da -3.92 miliardi di anni a - 3.85 miliardi di anni). Il periodo migliore per la sua osservazione è 3 giorni dopo il primo quarto oppure 2 giorni dopo l'ultimo quarto. Alcuni dati: • Longitudine: 41.4° Ovest • Latitudine: 28.5° Sud • Quadrante: Sud-Ovest • Area: Regione ad Est del Mare Humorum Origine del nome: • Dettagli: Johann G. DoppelMaggioer • Matematico e astronomo tedesco del 18° secolo nato in Germania • Nato nel 1671 • Morto nel 1750 • Fatti notevoli: Autore di una mappa della Luna. • Autore del nome: Schröter (1802) Nella foto una ripresa amatoriale del cratere "Doppelmaggioer". Lo strumento minimo per poter osservare questo cratere è un rifrattore da 60mm. Davide Crespi
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI L’assemblea ordinaria dei soci da oltre 30 anni ha luogo in osservatorio nell’ultimo mercoledì del mese di febbraio. Anche quest’anno viene convocata mercoledì 25 febbraio 2015 in Suno presso l’osservatorio, alle ore 20.30 in prima convocazione ed alle ore 21.30 in seconda convocazione, l’assemblea ordinaria dei soci con il seguente ordine del giorno: 1. Relazione del presidente sulle attività svolte nel 2014 e programmi per il 2015 2. Approvazione del consuntivo delle operazioni di cassa 3. Quote sociali per il 2016 4. Rinnovo delle cariche sociali per il biennio 2015 – 2016 5. Varie ed eventuali Suno, 18 gennaio 2015 Il presidente Vittorio Sacco Hanno collaborato Silvano Minuto Salvatore Trani Davide Crespi Corrado Pidò Oreste Lesca Vittorio Sacco
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