On the Safe Side - Uiltrasporti
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On the Safe Side Il magazine sulla Sicurezza Volo senza compromessi The Technical Safety Board Year IV - April- June 2019 SAFETY MAGAZINE •Fly and Forget •Analisi di un incidente •Piano di Emergenza •Fuel leak or Fuel Clog ? Aeroportuale •Indagini di Clima •Sempre 2 in cockpit ? •ETF: Fatica Operazionale
On the Safe Side Fly and Forget Il recente caso dell’incidente occorso al B737 Max in Etiopia ed il suo ovvio collegamento con il precedente tragico evento che ha interessato lo stesso tipo di velivolo appartenente alla compagnia LION Air, ha aperto numerose questioni mai risolte in passato per ragioni economiche mascherate da scelte vincenti. Si è parlato di addestramento troppo ridotto e di tecnologia ed automazione non “pilot friendly” per poter essere gestite adeguatamente nei casi di avaria Direttore Editoriale che, quando interessano i sistemi di controllo (comandi Marco Terranova di volo, indicazioni di velocità, quota ed assetto, ecc.) Comitato di Redazione sono improvvise e con informazioni contrastanti o non Ivan Viglietti, Filippo Savini, Luca Ballarini facilmente interpretabili. Usando un termine da profani diremmo “non istintive“. Il termine è più appropriato di Pubblicazione in corso di registrazione quanto sembri ad un primo esame: la mente umana presso il Tribunale di Roma decide e quindi agisce, in oltre l’ottanta per cento delle situazioni, secondo un processo che gli studiosi hanno definito Recognition Prime Decision Making "On the safe side" (RPDM), che fa compiere alla mente un percorso già Rivista trimestrale, anno IV, n.4 Apr-Giu 2019 “collaudato” nel tempo passato e ripetuto molte volte. Editore: Uiltrasporti Viale del Policlinico n. 131 Se a questo si aggiunge l’effetto sorpresa (“startle 00161 Roma effect”) che ci porta ad agire “d’istinto”, spesso contraendo persino i muscoli e gli arti come farebbe un bambino in presenza di un pericolo sconosciuto, la "For Everyone Concerned With Safety Of Flight" conseguenza è ovvia: una risposta inadeguata. Ma se il problema è conosciuto agli esperti, perché non lo si affronta come si deve? Perché la logica è sempre quella del risparmio mascherato da sicurezza: contrarre i costi con “passaggi macchina” semplificati, aerei modificati per accogliere motori ultra-efficienti aggiungendo sistemi che creano una forzata simbiosi artificiale che i piloti considerano, a ragione, una minaccia da gestire.
Utilizzando un paragone informatico, potremmo dire che in presenza di un Hardware “esasperato” (la macchina complessa), non è solo l’addestramento ricorrente ad assumere un’importanza fondamentale ma anche la realizzazione di un adeguato Software (la manualistica). Molti colleghi di diverse Compagnie ci segnalano che gli aggiornamenti alla manualistica sono troppo frequenti, di dimensioni comunque eccessive e soprattutto poco chiari. Se le Compagnie si giustificano (la nostra in primis...) con la mancanza di strutture che in passato “filtravano” le modifiche del Costruttore, resta comunque grave la mancanza di un processo di analisi di come meglio proporre alla popolazione navigante informazioni importanti. Spiegare il “perché” di una variazione, come una quota di accelerazione in riattaccata con un motore inoperativo rispetto a quella con entrambi i motori efficienti o la scelta obbligata da GB di minime più alte (DA o MDA) con gradienti inferiori se il meteo non è un fattore penalizzante, è importantissimo se si pretende che gli equipaggi comprendano e ricordino. “Sparare aggiornamenti” non ha solo il fine di tutelare il mittente, ma anche un effetto “FLY and FORGET” sui destinatari. Un vecchio detto recitava: “ TELL ME AND I FORGET, TEACH ME AND I MAY REMEMBER, INVOLVE ME AND I LEARN”. Proviamo a farne tesoro. La Redazione
Analisi di un incidente ATR 72-500 Roma Fiumicino Riportiamo la sintesi di un incidente che può fornirci interessanti spunti per approfondire l’argomento delle minacce in un contesto operativo e meteorologico molto frequente e che ha interessato un equipaggio con un considerevole divario di esperienza. Vi invitiamo ad una attenta lettura anche della parte riguardante i soccorsi. ATR 72-212A (ATR 72-500) marche di identificazione YR-ATS, aeroporto di Roma Fiumicino, 2 febbraio 2013. In questo articolo sono riportati i fatti accertati nel corso dell’inchiesta e le cause dell’evento secondo la Relazione d’inchiesta emessa dalla Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo. EVIDENZE - I membri dell’equipaggio di condotta erano in possesso dei necessari titoli aeronautici e qualificati per l’effettuazione del volo in questione. - Nel corso dell’inchiesta non sono emersi elementi che possano far dubitare sulle buone condizioni psico-fisiche dei membri dell’equipaggio di condotta. - L’aeromobile era adeguatamente equipaggiato, con i documenti previsti in corso di validità e le manutenzioni erano state effettuate in accordo alla normativa vigente ed alle procedure approvate. - Non sono emerse evidenze che facciano ritenere che prima dell’evento si siano verificate avarie all’aeromobile. - Le radioassistenze presenti sull’aeroporto di Fiumicino, in particolare quelle necessarie per l’avvicinamento e l’atterraggio di precisione (ILS) per la pista 16L, risultavano regolarmente funzionanti. - Le comunicazioni radio intercorse tra l’aeromobile YR-ATS, operante il volo AZ1670, ed i competenti enti di controllo del traffico aereo si sono svolte regolarmente e non hanno presentato elementi di criticità. - L’incidente è occorso in condizioni di luce notturna durante la fase di atterraggio per la pista 16L dell’aeroporto di Roma Fiumicino.
-Alle 19.30’50”, la TWR di Roma Fiumicino, dopo aver dato l’autorizzazione all’atterraggio, forniva nuovamente all’equipaggio dello YR- ATS la direzione e la intensità del vento: provenienza 250 gradi, intensità 22 nodi, con raffiche sino a 37 nodi. Dalle evidenze acquisite si evince che la TWR, nelle comunicazioni a tutti gli aeromobili in atterraggio, tendeva ad evidenziare il valore delle raffiche, trattandosi di valore significativo. Al momento dell’atterraggio le condizioni meteorologiche erano quindi caratterizzate dalla presenza di raffiche di vento al traverso sulla pista 16L di valore superiore a quello consentito per l’aeromobile in questione. - L’aeromobile ha contattato in modo violento la pista con il carrello anteriore e con un assetto eccessivamente a picchiare e velocità di avvicinamento eccessiva rispetto a quella prevista dall’OM. In particolare, nel momento del primo contatto con la pista, l’angolo di pitch era di -2,6 gradi, la velocità di 125 KIAS e non c’era alcuna rilevazione di input opposti sui comandi da parte dei due membri dell’equipaggio. I dati di cui sopra indicano che l’aeromobile ha toccato la pista in volo controllato. - Dalle tracce al suolo e dalle ulteriori evidenze acquisite si rileva che l’aeromobile ha toccato la pista dell’aeroporto di Roma Fiumicino alle ore 19.32'03”, in prossimità della linea centrale della pista 16L, ad una distanza di circa 560 m dalla soglia. Dopo il primo contatto con la pista, l’aeromobile ne effettuava tre successivi, nel corso dei quali avveniva il cedimento del carrello anteriore e successivamente anche il cedimento del carrello principale. Dopo l’ultimo contatto con la pista l’aeromobile si appoggiava definitivamente sul ventre di fusoliera, strisciando per ulteriori 400 m circa fino all’arresto definitivo. Nel corso della strisciata l’aeromobile deviava la sua traiettoria verso destra, arrestandosi sul prato a bordo pista, a circa 30 m dal bordo stesso, in prossimità dell’innesto con il raccordo denominato “DE”. Nel corso della strisciata al suolo l’aeromobile imbardava verso destra effettuando una rotazione di circa 170° sul proprio asse verticale, arrestandosi con prua orientata a 330° magnetici. - Durante il secondo contatto con la pista i motori si spegnevano a seguito del danneggiamento dei rinvii meccanici delle relative leve di comando (in particolare delle CLA) prodotto dal collassamento sulle stesse del carrello anteriore. - A seguito dell’incidente non si è sviluppato alcun incendio.
- Non c’è riscontro, dall’analisi del CVR, della effettuazione, da parte dell’equipaggio, del “landing briefing”, come previsto dall’OM di compagnia. - Il comandante (PF) ha deciso di mantenere una velocità di avvicinamento (130 KIAS) più elevata rispetto a quella prevista in quella situazione dall’OM di compagnia (computata in 118 KIAS massima); il primo ufficiale (PNF) si è comportato in maniera assertiva e acritica, accettando per due volte il citato valore di velocità comunicato dal comandante. - Il comandante (PF) portava l’aeromobile a toccare la pista con il carrello anteriore ed un angolo di pitch di -2,6 gradi, valore non coerente con una tecnica di pilotaggio applicabile ad un normale atterraggio, né conforme a quanto previsto dall’OM di compagnia. - Il comandante ed il primo ufficiale avevano entrambi le mani sui comandi prima e dopo il primo contatto; l’avere impresso simultaneamente input opposti ai comandi di volo ha causato il disaccoppiamento dell’interconnessione tra i comandi stessi. - Dopo il primo contatto con la pista, non è stata applicata la procedura di balked landing prevista dall’OM di compagnia. - L’evacuazione avveniva senza particolari problemi, coordinata dagli assistenti di volo coadiuvati dal personale di volo CMG di altra compagnia presente a bordo. - Le operazioni di ricerca e soccorso sono avvenute in buone condizioni di visibilità notturna. - I soccorsi raggiungevano il luogo in cui si trovava l’aeromobile incidentato 10 minuti dopo l’attivazione dello stato di emergenza. - Le comunicazioni tra la TWR ed i Vigili del fuoco non sono risultate propriamente efficaci e non è stata utilizzata la GRID-MAP prevista nel Manuale rosso dell’aeroporto di Roma Fiumicino.
CAUSE L’ i n c i d e n t e è d a a s c r i v e r s i a l f a t t o re umano. In particolare, esso è stato causato da una impropria condotta dell’aeromobile da parte del PF (comandante) in fase di atterraggio, non coerente con quanto previsto dalla m a n u a l i s t i c a dell’operatore, in un contesto ambientale Il terminal 1 di Roma Fiumicino caratterizzato dalla presenza di significative criticità (presenza di vento al traverso con valori al limite/ eccedenti quelli consentiti per l’ATR 72) ed in assenza di un efficace CRM. All’evento possono aver contribuito i seguenti fattori: - La mancata effettuazione del “landing briefing”, il quale, oltre ad essere previsto dalle norme di compagnia, avrebbe costituito un momento importante di messa a fattor comune e di accettazione di informazioni fondamentali per la sicurezza delle operazioni. - Il mantenimento di una VAPP significativamente superiore a quella prevista. - La convinzione del comandante (PF), derivante dalla sua notevole esperienza generale e specifica sull’aeromobile in questione, di riuscire comunque a condurre un atterraggio in sicurezza nonostante la presenza di condizioni di vento critiche per il tipo di aeromobile. -Il notevole divario di esperienza esistente tra il comandante ed il primo ufficiale, che ha inibito a quest’ultimo di manifestare la propria capacità critica, rendendo così inefficaci le tecniche di CRM. Dopo l’incidente, l’applicazione del PEA ha evidenziato delle criticità, che non hanno consentito di svolgere in maniera tempestiva ed efficace l’attività di ricerca e soccorso dell’aeromobile e dei suoi occupanti. N.d.R. PEA: Piano di Emergenza Aeroportuale
Piano di Emergenza Aeroportuale Cosa è successo a Fiumicino? L'evento occorso all'ATR a Fiumicino ha messo in evidenza i limiti e le criticità di un elemento fondamentale durante un incidente aereo. Nel caso sopra riportato, di cui riportiamo un estratto dal Rapporto definitivo di inchiesta della Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, il Piano di Emergenza applicato dai Vigili del Fuoco ha mostrato grosse lacune. Alle ore 19.34’37” la TWR stabiliva il primo contatto radio con i Vigili del fuoco (VVF) sulla frequenza radio 440,450 Mhz a loro dedicata, chiedendo se avessero «copiato l’emergenza». Nel corso di tale contatto i VVF confermavano la ricezione della comunicazione di emergenza sulla pista 16L. La TWR, dopo aver precisato che dalla traccia radar sembrava che l’aeromobile fosse finito fuori pista, rappresentava ai VVF la necessità che corressero a verificare. A domanda dei VVF, la TWR precisava trattarsi di un aeromobile ATR 75, con il quale avevano perso il contatto radio. Alle ore 19.35’22” sullo schermo del radar di terra si rilevava la presenza di una prima traccia dei tre mezzi antincendio in uscita sul raccordo “C” dalla postazione 1, situata a lato di tale raccordo, quasi di fronte al punto di arresto dell’aeromobile incidentato (figura 16). Dopo l’uscita dalla loro postazione, i tre automezzi dei VVF imboccavano il raccordo “CD” e si immettevano sul raccordo “D” in prossimità dell’imboccatura del raccordo “DD”, dirigendo verso Nord. Figura 16: in rosso il percorso seguito dai Vigili del fuoco. Alle ore 19.35’59”, allorquando gli automezzi antincendio erano già all’altezza della imboccatura del raccordo “DD”, la squadra VVF Rosso 24 chiedeva alla TWR informazioni circa l’esatta posizione dell’aeromobile. La TWR rispondeva «Poco dopo il Delta Echo». I VVF confermavano la ricezione del messaggio, ripetendo «Ricevuto, Delta Echo». Dopo questa comunicazione e dopo aver superato ampiamente, sempre con direzione Nord, l’incrocio con il “DD”, i tre suddetti automezzi dei VVF invertivano la direzione di marcia, percorrendo questa volta il raccordo “D” in direzione Sud, verso la testa 34R. Alle ore 19.37’26”, proseguendo nella loro corsa verso Sud, i tre mezzi antincendio riattraversavano in senso opposto l’incrocio con il raccordo “DD”, superando anche l’imboccatura del raccordo “DE”, per continuare verso i raccordi “DF” e “DG”. Alle ore 19.37’41”, mentre i tre citati mezzi stavano percorrendo il tratto del raccordo “D” compreso tra il “DF” ed il “DG”, la TWR stabiliva nuovamente il contatto con i VVF, chiedendo se si stessero portando sul “DE”. Rispondeva la centrale dei VVF, la quale, poco dopo, invitava Rosso 24 a mettersi in contatto con la TWR.
Alle ore 19.38’30” la TWR autorizzava i mezzi VVF anche all’ingresso in pista, ricevendo conferma in tal senso. Alle ore 19.38’50” i tre mezzi VVF imboccavano il raccordo “DH”, uscendone però immediatamente. A questo punto sullo schermo del radar di terra compaiono le tracce di due mezzi SAR del gestore aeroportuale (AdR), che, percorrendo il raccordo “D”, superano a velocità sostenuta l’intersezione con il raccordo “DL”, continuando in direzione Nord. Alle ore 19.39’17” i citati mezzi AdR incrociavano i mezzi antincendio che stavano uscendo dal raccordo “DH” sul quale erano momentaneamente entrati. Alle ore 19.39’27” la TWR, rilevando che i mezzi VVF stavano continuando ad andare in direzione Sud, li chiamava, ripetendo di andare sul raccordo “DE”. Pochi secondi dopo, alle ore 19.39’37”, la stessa TWR chiedeva ai VVF perché si stessero portando sulla fine del raccordo “D” quando invece aveva detto loro di portarsi sul “DE”. A questo punto i VVF rispondevano di essere già andati sul “DE”, ma di non aver trovato nulla. Alle ore 19.39’50” i mezzi VVF imboccavano il raccordo “DK”, immettendosi sul lato destro della pista 34R. Alle ore 19.41’00” i due mezzi AdR, lasciato il raccordo “D” che stavano percorrendo in direzione Nord, si immettevano sul raccordo “DG”; alle ore 19.41’29” gli stessi mezzi si immettevano sul lato sinistro della pista 34R, trovandosi così a viaggiare in parallelo, in direzione Nord, con i tre mezzi VVF che stavano percorrendo la medesima pista, ma sul lato destro. Alle ore 19.41’45” i veicoli AdR si fermavano in prossimità del punto di arresto dell’aeromobile incidentato, mentre i tre mezzi VVF proseguivano la loro corsa verso Nord tenendo sempre il lato destro della pista 34R. Alle ore 19.41’56” la TWR comunicava ai VVF: «C’è il SAR che l’ha individuato, l’aeromobile, dove state andando sulla pista? Vi ho detto al Delta Echo, Delta Echo!». Alle ore 19.42’25” i VVF, che nel frattempo avevano invertito la marcia sulla pista, comunicavano alla TWR di aver trovato un rottame di aereo, che il “DE” era «tutto pulito» e che non riuscivano comunque a vedere l’aereo, sottolineando peraltro come fosse strano che non ci fossero luci. Alle ore 19.43’02” Rosso 24 comunicava alla TWR di aver trovato l’aereo, ripetendo l’informazione alle ore 19.43’22”, evidenziando anche che lo stesso era tutto spento e che c’era un portellone semiaperto.
N.d..R. La normativa in materia di soccorso e lotta antincendio Il Regolamento ENAC per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti, al capitolo 9, paragrafo 5.5 ss. (Tempi di risposta), prevede quanto segue: «5.5.1 L’obiettivo operativo del servizio di soccorso e lotta antincendio è quello di assicurare un tempo di risposta di due minuti, e comunque non superiore a tre minuti, in ogni parte della pista di volo, e non superiore ai tre minuti in ogni altra parte dell’area di movimento, in condizioni ottimali di visibilità e delle superfici da percorrere. 5.5.2 Per soddisfare l’obiettivo operativo quanto più possibile in condizioni di visibilità non ottimali, è necessario che i veicoli di soccorso e lotta antincendio dispongano di una mappa a griglia dell’aeroporto e delle aree limitrofe e ove richiesto, dalle condizioni orografiche ed ambientali, e di adeguati sistemi tecnologici di guida. 5.5.3 Si definisce tempo di risposta l’intervallo temporale che intercorre tra l’inoltro della chiamata al servizio di soccorso e lotta antincendio ed il tempo impiegato dal primo veicolo per raggiungere un’idonea posizione per l’applicazione dell’agente estinguente ad un rateo pari ad almeno al 50% del rateo di scarico previsto per la categoria dell’aeroporto.». Quanto previsto dall’ENAC è in linea con quanto prescritto dall’Annesso 14 (Aerodromes) alla Convenzione relativa all’aviazione civile internazionale, vol. 1.
On the Safe Side Sorvolo dell'Etna
Indagini di Clima Lettera firmata di un F/O Abbiamo ricevuto in Redazione questa lettera firmata di un Primo Ufficiale con molti anni di esperienza, come tanti nella nostra Compagnia. La pubblichiamo con lo scopo di fornire un segnale forte e concreto al management ed un momento di riflessione per tutti. Molti piloti ALITALIA ricorderanno bene cosa significa INDAGINE DI CLIMA. Qualche anno fa, l’azienda, per motivi probabilmente legati a fattori finanziari, ci chiese come ci sentivamo all’interno della nostra azienda. Un flop colossale!!! E questo dopo anni di peggioramenti della qualità della vita, dopo fallimenti, mancati guadagni, mancate carriere, licenziamenti, promesse non mantenute, dumping, discutibili progressioni professionali con il 25% a scelta aziendale, fronte sindacale sparpagliato e per niente considerato dall’azienda, scioperi ormai resi inoffensivi, azienda perennemente in crisi circondata dai competitors ed opinione pubblica spesso contro a prescindere..... COME MAI POTRÒ STARE? I numeri furono impietosi, ma i peggiori risultarono quelli relativi ai Primi Ufficiali, l’anello debole di ALITALIA. Coloro che hanno pagato il prezzo più alto per tutte le vicende della vituperata compagnia di bandiera. Qualcuno si preoccupò per un po’ di questo risultato, ma la preoccupazione derivava da obiettivi completamente diversi dalla sicurezza delle operazioni. Dopo breve tempo, il problema fu sotterrato è dimenticato. I managers avevano decretato la scarsa importanza del problema, tanto le operazioni si svolgevano sempre nel migliore dei modi, senza alcun decremento della qualità del servizio. Anzi, sembrava che bastonando i dipendenti, si ottenesse di più. Passammo la gestione Etihad sotto questo stile di trattamento. "Tanto bastone e nessuna carota." Alla fine ci chiesero se a fronte di un sacrificio economico importante saremmo stati pronti ad un’ennesima ristrutturazione, senza chiari obiettivi futuri. Un referendum fece capire il CLIMA. Tutto ha un limite! Il nostro ambiente lavorativo é fatto di mille regole, di attaccamento all’azienda, di senso del dovere, di rispetto per chi paga il nostro stipendio ed anche di passione. Il clima é fatto dal MORALE delle persone.
Eserciti, in passato, hanno perso guerre per morale basso, malgrado fossero in vantaggio numerico e tecnologico. Il morale, il clima del personale, é fondamentale per la qualità del lavoro e per il raggiungimento degli obiettivi. E quali sono gli obiettivi e le qualità del nostro lavoro? Sicurezza, regolarità, puntualità e comfort. Qual è però il più importante? Tutti diremmo la SICUREZZA. Quindi possiamo affermare che il CLIMA condiziona la SICUREZZA? Direi proprio di sì. Gente poco motivata, stanca, delusa, trattata in modo poco consono, pressata in mille occasioni, depredata di diritti e denaro, come potrà andare a lavorare? A Roma si dice Scoj..... !!! Beh....dovremmo far sapere ai nostri manager di ultima generazione che il clima é SICUREZZA e, visto l’attuale clima, si può solo sperare che la CULTURA AERONAUTICA (cioè l’etica professionale che contraddistingue il personale che lavora dentro ed intorno agli aerei), sia l’ultima barriera alle minacce quotidiane che il nostro lavoro sopporta. Se perdiamo anche quella, e siamo sulla buona strada, dovremmo preoccuparci ancor di più. Lettera Firmata
On the Safe Side
Fuel leak or Fuel filter clog Una avaria può nasconderne una più grave Si sono verificati alcuni casi sulle flotte A320 e A330 in cui un avviso di (ENG) FUEL FILTER CLOG ha nascosto una avaria ben più grave, dovuta ad una perdita di carburante dalla Main Fuel Pump proprio in corrispondenza della linea FILTER DOWNSTREAM PRESSURE TAP (PSF), che ha il compito di rilevare il segnale di pressione all'uscita del filtro dalla pompa stessa. In pratica la diminuzione di pressione a valle del filtro, causata da FUEL LEAK, ha determinato un differenziale di pressione tra ingresso ed uscita attivando l'avviso (ENG) FUEL FILTER CLOG che si attiva normalmente per intasamento del filtro stesso. Abbiamo quindi chiesto ad Airbus di migliorare le informazioni contenute sul QRH, ed eventualmente sugli avvisi ECAM, allo scopo di avvisare gli equipaggi di una possibile perdita di carburante qualora si attivi l'avviso di Fuel Filter Clog. Airbus non ha ritenuto opportuno fare nessuna modifica dell' attuale procedura di Fuel Filter Clog soprattutto per ragioni statistiche legate alla non elevata frequenza di tale inconveniente. Pertanto riteniamo utile fornire queste informazioni perché riteniamo di essere in presenza di una minaccia latente che il costruttore, per ragioni a noi ignote, non ritiene di gestire in modo più cautelativo seppure in presenza di precedenti conosciuti. Solo la attenta gestione di una avaria apparentemente senza conseguenze se in presenza di un solo avviso su un solo motore (Crew awareness- Dual filter clog .....), può portare ad una corretta decisione che consideri tutte le implicazioni che afferiscono all'intero impianto carburante.
On the Safe Side
Sempre due in Cockpit? La Compagnia Swiss ha abolilto la regola di EASA Swiss International Air Lines ha deciso di abolire una regola secondo cui due persone devono essere sempre nella cabina di pilotaggio di un aereo, introdotte a titolo precauzionale dopo il crollo di Germanwings del 2015. Gli investigatori ritenevano che il pilota di Germanwings, Andreas Lubitz, avesse bloccato il comandante fuori dalla cabina di pilotaggio e avesse deliberatamente fatto volare l'A320 su una montagna nelle Alpi francesi, uccidendo tutte le 150 persone a bordo. Dopo l'incidente, l'autorità europea per la sicurezza aerea dell'EASA ha imposto una regola secondo cui due membri dell'equipaggio dovessero essere sempre nella cabina di pilotaggio, il che significa che se uno dei piloti dovesse uscire, un membro dell'equipaggio di cabina dovrebbe intervenire, dicendo che spetta alle compagnie aeree effettuare la propria valutazione del rischio. La Swiss, facente parte del gruppo tedesco Lufthansa, ha affermato, in un recente comunicato, che sarebbe ritornata alle sue precedenti disposizioni sull'accesso al cockpit. L'azione segue un'estesa revisione della sicurezza e della sicurezza che ha concluso che la norma non aumenta la sicurezza e "introduce effettivamente rischi aggiuntivi per le operazioni quotidiane in termini di sicurezza del volo (come il fatto che la regola comporta aperture più lunghe della cabina di pilotaggio)".
Aeropers, l'associazione piloti di linea svizzera, ha accolto con favore la mossa della compagnia aerea, dicendo che la norma aveva portato ulteriori rischi e che la sua pubblicazione non era “ragionevole”. La regola delle due persone è stata introdotta in seguito alle pressioni della politica e del pubblico" ha detto il portavoce Thomas Steffen in una dichiarazione. "La sicurezza aerea è possibile solo in un clima in cui i piloti con problemi psicologici possono parlare e ricevere supporto. Questo è un settore che necessita di miglioramenti, soprattutto perché le pressioni economiche nel settore delle compagnie aeree significano più stress per i piloti." EASA Safety Information Bulletin SIB No. 2015-04 issued 27 March 2015 on authorised persons in the flight crew compartment On 27 March 2015, EASA (the European Air Safety Agency) has issued a recommendation for airlines to observe the “four-eye-rule” in the cockpit; stipulating that in the case of the Captain or First Officer leaving the cockpit, a member of the crew should be present in the cockpit with the remaining pilot. European safety regulations require that pilots shall remain at the aircraft controls unless absence is necessary for physiological or operational safety needs. There is no European requirement that a member of the cabin crew must enter the cockpit in the event a pilot needs to take a short break for such needs. There is however a requirement that the cockpit door can be opened from the outside in case of emergency.
ETF : Fatica Operazionale EASA intervenga subito per contrastarla The ETF representing more than 100.000 aircrews welcome the recent study on the effectiveness of Flight Time Limitations (FTL) especially on fatigue during night duty and disruptive schedules. The study took a scientific and technical approach and the findings at the European Aviation Safety Agency (EASA) are the start of a new process and development on FTL. Indeed, Aircrew fatigue continues to be a great concern to the ETF as demonstrated by the scientists involved in the EASA study. Action should be taken in a step-bystep approach to implement the 6 recommendations from the study. The conclusions of the study provided evidence that night Flight Duty Periods (FDP’s), both longer and shorter than 10 hours, were associated with a high probability of high fatigue. Late finish and night FDP’s are more fatiguing than early start FDP’s. In addition, the analysis found shorter sleep prior to an FDP to be a predictor of high fatigue during night FDPs. These conclusions are fully in line with what our members have been telling us all along. Flying 10 hours or more at night is fatiguing. A series of broken sleep patterns with late finishes and ultra-early starts is also a fatigue risk that we need to address. The scientists recommend that all airlines be required to apply appropriate fatigue risk management strategies to mitigate the fatiguing effect of late finish FDPs, regardless of FDP duration. They also recommend that all airlines should be required to promote optimum use of sleep opportunities (i.e., before reporting and during the FDP). The ETF agrees with the analysis and the recommendations of the scientists. Many airlines haven’t yet implemented all the provisions of the FTL Regulation, notably on Fatigue Risk Management and Fatigue Risk Management Systems (FRMS). It is the role of the National Aviation Authorities (NAAs) to oversee that the FTL regulation is correctly and fully implemented. It is the ETF view that the lack of competent oversight and training at member state level in the majority of member states is worryingly high. Therefore, as a first step, it is an absolute necessity that EASA face the challenge of training, compliance and oversight with FTL at national level as a top priority. Whilst we work together to make our skies safer by ensuring compliance with the current legislation and implement the recommendations from the study, we also look forward to the future scientific studies in phase 2 assessing fatigue levels. The next step will be for the EASA to establish a strong and effective holistic strategy to address in a solid way all the aircrew fatigue issues. ETF is fully committed to work with EASA, the NAAs and all stakeholders to find solutions to this key safety hazard of fatigue which could have an impact on safety, and the health of our aircrew. For more information, please contact François Ballestero, ETF Political Secretary at f.ballestero@etf-europe.org
Safety is our first priority and we can look for it in NDATION everyday business… The Technical Safety Board is Member of the FLIGHT SAFETY FOU Viale del Policlinico n.131 00161 ROME (ITALY) TEL. +39.06.862671 FAX +39.06.86207747 Suggestions and opinions expressed in this publication belong to the author(s) and are not necessarily endorsed by the TSB. Content is not intended to take the place of information reported in Company Policy Handbooks and Operations Manuals or to supersede Government Regulations. Visit our website and FILL IN a SAFETY or FATIGUE REPORT if necessary: http://www.tsbsafety.uiltrasporti.it mail to: UILTstaff@uiltpiloti.eu
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