Nuove modalità conversazionali nella comunicazione via chat-line
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Analisi della conversazione Nuove modalità conversazionali nella comunicazione via chat-line Dario Compagno 1. Introduzione Questo studio vuole indagare alcuni aspetti peculiari delle sessioni di chat-line come vengono presentati da Bonaiuto, Buffone e Castellana (2002). In particolare si vogliono approfondire le modalità di “intreccio di conversazioni separate” (Werry 1996) e “autoselezione parallela indipendente” (Bonaiuto et alter. 2002, pp.107- 110) su alcuni frammenti di sessioni originali. Il materiale su cui si svolge l’analisi fa parte di una sessione realizzata con il programma di messaggistica ‘MSN Messenger’. 1.1 Breve descrizione della comunicazione per mezzo di IRC Un tipo di comunicazione molto comune oggi tra gli utenti di Internet è costituito dall’utilizzo di programmi di video-scrittura denominati Internet Relay Chat (IRC). Questi permettono una comunicazione scritta1 di tipo sincrono, come se si trattasse di una vera e propria conversazione condotta con mezzi diversi dalla voce. Lo scambio presenta diversi limiti rispetto alla conversazione ‘naturale’. Il riferimento alla situazione comunicativa dell’interazione deve essere interamente costruito dai partecipanti, con le costrizioni date dal mezzo (specie riguardo alla comunicazione non verbale). Delle funzioni che la cnv normalmente svolge in un’interazione verbale alcune vengono emulate per via scritta (e solo tra quelle all’interno dell’insieme dei comportamenti volontari), mentre altre si perdono, costringendo ad una modalità conversazionale alternativa rispetto a quella usuale. Nell’articolo di Bonaiuto, Buffone e Castellana si individuano sia gli aspetti comuni tra i due tipi di scambio interattivo verbale e scritto, che quelli peculiari di quest’ultimo. 1.2 Caratteristiche tecniche dell’IRC Si ritiene che le caratteristiche conversazionali peculiari di questa nuova forma di interazione possano avere origine dalle proprietà tecniche del mezzo IRC. Vale quindi la pena descrivere le principali constraints e potenzialità del mezzo: - Ad una sessione (conversazione) possono prendere parte due o più partecipanti (nell’articolo di Bonaiuto et alter. si fa riferimento soltanto alla conversazione diadica). 1 Ma i più recenti, qui non presi in considerazione, anche audio-video.
- Ogni partecipante visualizza sul suo schermo due riquadri: uno di emissione in cui scrive il messaggio da inviare, ed uno di ricezione in cui si leggono gli scambi più recenti di tutti i partecipanti. - Riguardo all’emissione, il messaggio non viene letto dal ricevente fin quando non è terminato ed inviato in unica soluzione. Non si può quindi sapere cosa stia scrivendo l’altro sin quando non si riceve l’intero messaggio. - Riguardo la ricezione, vengono tenuti in memoria tutti gli scambi dall’inizio della conversazione, ma sono immediatamente visibili soltanto un certo numero di essi. L’utente può ampiamente decidere quanto spazio dello schermo riservare alla visualizzazione degli scambi avvenuti, inoltre può richiamare i messaggi più lontani con un comando. - Si può partecipare a più sessioni contemporaneamente, quasi senza limiti riguardo al numero di partecipanti per ognuna. 1.3 Effetti individuati Gli effetti sulle modalità conversazionali sono molteplici, anche riguardo al meccanismo stesso della presa di turno come studiato in Sacks, Shegloff e Jefferson 1974: si produce un’organizzazione sequenziale particolare, dove non si riscontra la fluidità e la coerenza della conversazione faccia a faccia (Renkema, 1993). La regola fondamentale di avvicendamento con poche sovrapposizioni viene a mancare (Condon e Cech 1996), producendo i fenomeni di ‘autoselezione parallela e indipendente’ e, a livello di contenuto, ‘scrittura simultanea’ (Bonaiuto et alter. 2002, pp.104-107). Anche il topic ha una manifestazione particolare, non presentando continuità (ibidem, pp.110-111). Altro effetto, è la frammentazione del singolo turno in più messaggi di senso incompleto se presi singolarmente (ibidem, pp.111-113; Werry 1996). 2. Analisi del frammento Presento l’analisi di un frammento di sessione per mezzo IRC mettendo in evidenza: la presenza di più topic contemporaneamente (‘scrittura simultanea’); il peculiare andamento delle coppie adiacenti (‘autoselezione parallela indipendente’); il fenomeno della frammentazione del turno. 2.1 Legenda Ho individuato 3 topic indipendenti nello scambio, e li ho identificati a destra del trascritto con dei segni circolari su tre colonne. Un messaggio non appartenente a nessuno dei tre topic è segnato con una croce (linea 6). Due messaggi di incerta attribuzione sono segnati con un punto interrogativo (linee 12 e 16). Le 4 coppie adiacenti che compongono l’interazione sono segnate con le prime quattro lettere dell’alfabeto sulla sinistra del trascritto, e in ogni coppia rispettivamente con ‘1’ il primo elemento e con ‘2’ il secondo.
2.2 Presentazione del frammento [L’ultimo argomento della conversazione riguardava l’esito di un esame sostenuto da D] I II III 1 N scrive: 2 A1 a proposito che dicono in canada della guerra? O 3 D scrive: . 4 a proposito devo recuperare la spiegazione . O 5 D scrive: . . 6 ma si vede anche a te scolorito il mio carattere? (X) . . 7 N scrive: . . 8 B1 cosa ha spiegato? . O 9 D scrive: . . 10 A2 bu, guardano O . 11 D scrive: . . 12 ... (?) . . 13 D scrive: . . 14 B2 funzioni trigonometriche . O 15 N scrive: . . 16 (?) . . 17 N scrive: . . 18 C1 vedi che argomenti erano . O 19 D scrive: . . 20 c'è una manifestazione il prossimo sabato contro la guerra O . 21 N scrive: . 22 D1 l'indiano? . O 23 D scrive: . . 24 C2 sì O . 25 D scrive: . 26 ? O 27 D scrive: . 28 che c'entra l'indiano? O 29 N scrive: . 30 il tuo collega O 31 N scrive: . 32 di calcolo O 33 D scrive: . 34 come gli è andata? O 35 N scrive: . 36 si O 37 D scrive: . 38 D2 non era molto contento O
2.3 Analisi del primo topic Nella prima riga comincia una sequenza ed un topic2. Quello che si nota immediatamente è la distanza tra questa domanda (informativa, nel senso di Leopardi e Viaro 1990) e la sua risposta, data parzialmente in 10 e poi completata in 20. In queste venti righe i messaggi dei due partecipanti non costituiscono né delle espansioni della domanda o della risposta (Schegloff 1990), né dei veri e propri inserti. In realtà gli interlocutori cominciano nel frattempo un nuovo topic (una nuova conversazione separata, per vederla con Werry 1996), e vi è anche il germe di un ulteriore nuovo topic (alla linea 6) che però non si realizza in uno scambio, di cui parleremo in 2.4. Questa attività presenta almeno due interpretazioni possibili. La prima individua una coppia adiacente nelle righe 1 e 10. Il messaggio della riga 20 sarebbe allora l’inizio di una nuova coppia a cui non segue reazione. In una conversazione ordinaria N si sarebbe probabilmente sentito in dovere di comunicare indietro qualcosa a D, ma le conversazioni via IRC sembrano essere devianti proprio in questo senso (cioè non tutte le coppie adiacenti risultano egualmente vincolanti, si veda anche 2.4 e la nota 2). Una seconda interpretazione vedrebbe invece appartenere anche la riga 16 a questo topic. In questo caso, essa sarebbe una reazione alla linea 10, e lo scambio sarebbe articolato in due coppie adiacenti, la prima 1-10 che svolge attività di indagine (nel senso di richiesta di informazioni come utilizzato da Bercelli 2004 sebbene in tutt’altro contesto), e la seconda 16-20 più incerta. Ipotizzerei che la riga 16 sia un commento che svolge una funzione quasi di rielaborazione in senso ridotto rispetto quello dell’attività delle sedute di psicoterapia (Bercelli 2004). Ovvero è un messaggio che comunica l’avvenuta ricezione dell’informazione contenuta nella riga 10, ed allo stesso tempo restituisce un’interpretazione di questa. Senza essere una vera e propria domanda è però seguita da una nuova informazione nella riga 20. Si potrebbe quindi parlare di un’’affordance’ che mostrando interesse induca D a continuare la sua risposta, senza però domandare esplicitamente informazioni. 2.4 Topic ‘abortito’ Nella riga 6 accade un fenomeno che potrebbe stimolare a cercare qualcos’altro di particolare nella comunicazione via chat oltre a ciò che è preso in considerazione nell’articolo. Si tratta di un messaggio a cui non segue alcuna risposta da parte di N. Leggiamo nell’articolo che in IRC ‘non c’è più alcuna competizione per la presa di turno’ (citato da Maggi 1995). In realtà a me sembra che la competizione si sia spostata sul versante dell’ottenere attenzione. Chi scrive un messaggio in questa struttura conversazionale altamente flessibile, sembra pagare il prezzo della maggiore libertà di intervento nel fatto di non essere più sicuro di riuscire a vincolare l’interlocutore alle proprie sequenze. 2 Il concetto di topic è fondamentale in AC, poiché è proprio da qui che Schegloff (1990) comincia la sua indagine delle sequenze come fonte di coerenza. Oggi si definisce in AC come sequenza minima, costituita da almeno tre turni consecutivi di discorso monotematico (Bonaiuto et alter. 2002, pp.110-111). Nella conversazione via IRC la definizione deve allargarsi proprio per la mancanza di continuità tra turni monotematici (ibidem).
2.5 Secondo topic Analizziamo adesso la seconda ‘micro-conversazione’ realizzata nel frammento. Questa viene introdotta alla riga 4, e prosegue con due coppie adiacenti nelle righe 8-14 e 18-24. Il messaggio della riga 4 svolge un ruolo di pre-sequenza (‘pre-first’ in Schegloff 1990), che complessivamente con 8 e 14 realizza un’attività di indagine (Berceli 2004). Anche la riga 16 potrebbe far parte di questa sequenza, come espansione della risposta alla riga 14, con funzione di commento. Mi sembra comunque esservi ragione di considerarlo inerente al primo topic, come osservato in 2.3. E’ di certo rilevante il fatto che la struttura domanda/risposta permanga in IRC (Bonaiuto et alter. 2002, pp.96-98; riguardo alle presequenze p.101). Ancora più interessante è però il modo in cui questo secondo topic nasca nella sessione. Nella riga 2, N formula una domanda, ed in una conversazione naturale questa comincerebbe una coppia adiacente che verrebbe avvertita da D come vincolante, ‘costringendolo’ a produrre un turno adeguato. Qui invece questo non accade, e la cosa non è neanche percepita dai partecipanti come violazione di una norma conversazionale (Grice 1993). Si potrebbe ipotizzare che la domanda della riga 4 sia stata inviata contemporaneamente a quella della riga 2 (il fenomeno è studiato in Bonaiuto et alter. 2002, pp.104-107), ma in ogni caso D formula una seconda domanda alla riga 6, continuando a proporre nuovi argomenti senza curarsi di prestare attenzione immediata ai messaggi di N. Viene data risposta a 2 solo alla riga 10. Questo fenomeno viene definito ‘scrittura simultanea’ o, in riferimento alla presa di turno, ‘autoselezione parallela indipendente’, ed è la vera peculiarità della conversazione via IRC. Nell’articolo si suppone che la sua causa sia la possibilità per i partecipanti di leggere i messaggi di risposta con un certo ritardo. Questo permette anche di poter attribuire senso ad un enunciato assegnandolo ad una sequenza tra diverse ‘attive’ allo stesso momento con poca ambiguità, e quindi di poter realizzare più conversazioni parallele3. Per gli autori in IRC vengono a mancare le sovrapposizioni e a moltiplicarsi i punti di rilevanza transizionale (per le cui definizioni Fasulo e Pontecorvo 1999, pp.46-49 e 41-42) 2.6 Terzo topic Il terzo scambio ‘incassato’ nella sessione si inserisce prima dell’ultimo turno del secondo topic (riga 22) e continua da solo fino alla fine del frammento. E’ composto da un’unica sequenza che espande una coppia adiacente domanda/risposta. La sua articolazione è analoga a quella che sarebbe possibile trovare in una conversazione verbale, presentando diversi turni di riparazione (Sacks, Schegloff, Jefferson, 1977). Bonaiuto et alter. (pp.102- 103) riconoscono che le conversazioni via chat mantengono pressoché inalterato il ruolo della riparazione (si veda anche Good 1990). Questo topic ci permette anche di mettere in risalto l’esistenza di un fenomeno peculiare della comunicazione mediata dal computer chiamato ‘frammentazione del turno’ (Bonaiuto et alter. pp.111-113). 3 A p.119 leggiamo: “il principio della continuità fra gli enunciati, vincolo più o meno inviolabile nella conversazione faccia a faccia (eccezion fatta per le sequenze inserto) si diluisc[e] notevolmente nella chat […]. Nella chat, in attesa di ricevere un riscontro al proprio messaggio gli interlocutori si sentono liberi di elaborare gli argomenti di discussione […] anche prima di aver ricevuto una risposta all’ultimo messaggio inviato”.
La riga 22 è una domanda (informativa), che non viene ben compresa, e per tanto in 26 D invita a produrre una riparazione (si tratta quindi di autoriparazione eteroiniziata; si veda Sacks, Schegloff, Jefferson, 1977). Questa richiesta viene articolata in 28, ed entrambe queste righe costituiscono un medesimo turno di espansione della domanda (‘post-first’ in Schegloff 1990), a cui N risponde in 30 e 32. Osserviamo quindi come l’azione di un turno sia distribuita in più ‘messaggi’ o, per meglio dire, come più trasmissioni di informazione con il mezzo IRC corrispondano ad un solo turno conversazionale. In 34 e 36 si realizza un’altra espansione (sempre post-first) che chiarifica del tutto il contenuto della domanda di N e permette la risposta in 38. Bibliografia Bonaiuto M., Buffone C., Castellana E. (2002), La struttura conversazionale della comunicazione scritta via chat-line, in Bonaiuto M. (a cura di), Conversazioni Virtuali, Guerini e associati, Milano, pp.89-125 Bercelli F., Viaro M., Rossano F. (2004), Attività in psicoterapia, Rivista di Psicolinguistica Applicata. Special Issue on Conversation Analysis, edited by A. Fasulo and R. Galatolo (in stampa) Fasulo A., Pontecorvo C. (1999), Come si dice?, Carocci editore, Roma Good D. (1990), Repair and Cooperation in Conversation, in Luff P., Gilbert N., Frohlich D. (ed.), Computers and conversation, Academic Press Limited, London, pp.133-150 Grice P. (1993), Logica e conversazione, Il Mulino, Bologna Leonardi P., Viaro M. (1990), Conversazione e terapia. L’intervista circolare, Raffaello Cortina Editore, Milano Maggi A. (1995), Ubi scripta volant, Italiano & Oltre, 2, pp.76-80 Pallotti G. (1999), I metodi della ricerca, in Galatolo R., Pallotti G. (a cura di.), La conversazione. Un’introduzione allo studio dell’interazione verbale, Raffaello Cortina editore, Milano, pp.365-407 Renkema J. (1993), Discourse Studies - An Introductory Textbook, John Benjamins Publishing Company, Amsterdam Sacks H., Schegloff E.A., Jefferson G. (1974), A Symplest Systematics for the Organization of Turn Taking for Conversation, Language, 50, 4, pp.696-735 Sacks H., Schegloff E.A., Jefferson G. (1977), The preference for self-correction in the organization of repair in conversation, Language, 53, 2, pp.361-382 Schegloff E.A. (1990), On the organization of sequences as a source of "coherence" in talk-in-interaction, in Dorval B. (ed.) Conversational organization and its development, Ablex, Norwood, New Jersey, pp.51-77 Werry C.C. (1996), Linguistic and Interactional Features of Internet Relay Chat, in Herring S.C. (a cura di), Computer-Mediated Communication - Linguistic, Social and Cross-Cultural Perspectives, John Benjamins Publishing Company, Amsterdam Wooffitt R. (1990), On the Analysis of Interaction – An Introduction to Conversation Analysis, in Luff P., Gilbert N., Frohlich D. (ed.), Computers and conversation, Academic Press Limited, London, pp.7-38
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