NOTA DELL'EDITORE - Familiari Anonimi

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Messaggero della Serenità – Ottobre/Novembre 2020                     693

                        NOTA DELL’EDITORE
       Alcuni di noi hanno provato a controllare il comportamento di altr e
persone ed in questo tentativo hanno ottenuto sofferenze al cuore e perdita
della fiducia. Sappiamo esattamente quali cambiamenti dovrebbe fare qualcun
altro; sentiamo le sue pene e la sua lotta; e tuttavia siamo cresciuti come
distanti da noi stessi. La crisi della dipendenza ci ha tenuti attenti sugli altri, e
ci troviamo nascosti alle nostre stesse vite. Allontanare il nostro sguardo dai
nostri cari dipendenti e guardare entro noi stessi è una importante svolta nel
nostro recupero.

      E’ passato molto tempo da quando ci siamo detti che imparare a prendere
cura di noi stessi richiede pratica. Può sembrare difficile, ma dobbiamo
prendere coraggio. Nel mio gruppo F A abbiamo appena finito di riflettere sul
Quarto Passo, e richiamarci a guardare dentro di noi ci incoraggia a compiere
un “inventario morale senza paura”. Possiamo avere timore, ma dobbiamo farlo
comunque.

       Il Quinto Passo ci invita fortemente ad ammettere l’esatta natura dei
nostri torti – a Dio, a noi stessi e ad altro essere umano. Quando facciamo il
nostro dovere e siamo onesti, ci stiamo aprendo all’amore, all’accettazione ed
all’aiuto verso noi stessi.

       Questo può muovere emozioni diverse per ognuno di noi. Alcuni possono
trovarlo facile, alcuni altri possono considerare straziante aprirsi ad esso. Oltre
all’avere coraggio, ciò ci richiede di essere umili, di lasciare andare le nostre
paure ed i nostri giudizi.

      Stiamo imparando a non soffrire da soli, a condividere parte della nostra
vita con amici fidati in modo da poter recuperare e guarire. Poiché siamo
vulnerabili, dopo essere stati feriti ed abbandonati, può sembrarci impossibile.
Impariamo ad aprirci di nuovo, poco alla volta, e gioire della comunità anche
mentre le nostre vite sono imperfette. I nostri cari possono non cambiare vita
come noi desidereremmo, ma possiamo imparare a non permettere c he ciò ci
impedisca di vivere.

       La pandemia ha favorito isolamento mentale e fisico. Ci ha fatto
ricordare che la vita è veramente troppo breve per essere sciupata in
preoccupazioni. Approfittate di questo periodo per approfondire le relazioni
importanti, rendete nel migliore dei modi disponibile per voi la fratellanza di F
A ed avvicinatevi a raggiungere gli altri.

       Stiamo anche cercando articoli per la prossima uscita del Giornalino, che
sarà l’ultima edizione dell’anno. Se desiderate che sia pubblicato qualcosa di
vostro, questa è l’occasione!
       Nella fratellanza – Elizabeth
Messaggero della Serenità – Ottobre/Novembre 2020           694

                 ACCADDE VENERDI’ SCORSO

       Ho fatto recentemente un passo falso nel mio programma. Le
mie speranze erano forti quando mio figlio, vagabondo che non
voleva recuperare, aderì ad entrare in trattamento. Divenni del tutto
coinvolta con la squadra che aveva cura di lui, ossessionata dal
programmare la sua nuova e salutare vita futura. Egli ricadde. Io mi
trovai avvolta in una spirale. Questa pungente ansia nel petto mi
ritornò accompagnata da insonnia e paura. Mio marito, che non è
padre di mio figlio, con la pazienza ridotta ad un filo, per la prima
volta aveva paura per il nostro futuro. La mia co-dipendenza pulsava
nelle mie vene ed il mio cuore stava grondando sangue per mio
figlio. La serenità svanì. La mia risposta alla dipendenza di mio
figlio mi stava facendo annegare, di nuovo.

      Poi lo scorso venerdì accadde che mi svegliassi ben
determinata per la giornata. Mio marito ed io eravamo fuori per un
lungo già programmato weekend. Facemmo una passeggiata su una
spiaggia invernale dell’Oceano Pacifico. Con un cielo dipinto di blu
e azzurro e le onde che si frangevano sonnolente in quel mattino
calmo e immobile, respirai nell’aria dell’oceano. Lunghi, profondi,
calmi respiri. Dopo aver camminato mano nella mano svoltammo in
un boschetto di cipressi dove 30.000 farfalle monarche erano riunite
per la loro vita breve di sei settimane dopo aver volato per centinaia
di miglia dai luoghi del nord. Riunite sui rami si proteggevan o
assumendo l’aspetto di foglie. D’improvviso una veloce raffica di
vento disperse le monarche e l’intero cielo assolato luccicava di ali di
colore arancio. Più tardi, un docente che era stato volontario in quel
posto per molti anni, con la faccia sorridente, disse che era uno
spettacolo raro ed il migliore che avesse mai visto.

      Tornando indietro attraverso il parcheggio vidi un giovane. Era
sporco, non rasato e vestito malamente. Chiaramente era uno senza
casa e fuori controllo. Mi sorpresi a dire involontariamente il suo
nome “Ethan?” Egli alzò lo sguardo, mi salutò e ci abbracciammo.
Era Ethan, il mentore amico di mio figlio nella riabilitazione a lungo
termine che fece per più di tre anni in un luogo mille miglia lontano.
Ethan era la superstar del Centro di riabilitazione e su di lui tutti i
genitori avrebbero scommesso tutto. Ethan, caramente amato dai
suoi orgogliosi genitori. Ethan, ora senza casa e tossicodipendente,
che lottava per stare in piedi orgogliosamente mentre porgeva la
mano per presentarsi a mio marito. Improvvisamente, casualmente,
ecco Ethan, perso nella sua dipendenza.

      Ed io pensai: vi è un potere superiore che cerca con smisurata
saggezza di catturare la mia piena attenzione. Osserva,          osserva,
osserva tutte le meraviglie di questo mondo. Guarda ed apriti alla
bellezza, alla grandezza, alla stabilità, all’inspiegabile meraviglia che
rappresenta un boschetto di cipressi risplendente di ali arancioni di
farfalle, la bellezza di un chiaro mattino nell’Oceano Pacifico. Ecco
Ethan che sta ritornando a vivere da tossicodipendente. I suoi
genitori lo amano ma non possono salvarlo, proprio come voi non
potete salvare vostro figlio. Potete salvare voi stessi. E solo voi
potete farlo. La vostra volontà libera vi darà una scelta: vivere in
angosciosa paura ed ossessione per una vita che sta al di fuori del
vostro controllo o vivere pienamente il presente per la sola vita che
potete controllare; la vostra. Soltanto questa è la vostra vita
preziosa.

     Sto scrivendo questo per ricordare quello che accadde lo scorso
Venerdì. Ogni giorno, ogni minuto una scelta. Vivere con meraviglia
o vivere in angoscia. L’una o l’altra scelta non salverà mio figlio,
ma ve ne è una che salverà me stessa.

Susan/WA

Messaggero della Serenità – Ottobre/Novembre 2020           695

       IMPARARE A NON SISTEMARE GLI ALTRI
      Sono un professionista, consulente sulle droghe certificato
dallo stato. Sono pure un membro attivo di F A da molti anni. Da
professionista sono completamente conscio che devo aver presente e
sostenere l’integrità che viene richiamata nelle nostre Tradizioni –
specialmente nell’Ottava. Questo dovere è di vitale interesse per me
in quanto mi trovo in una professione “di aiuto”. Dovessi
dimenticarlo e dare consigli e avvisi, potrei facilmente fare danno
all’unità e umiltà del gruppo – entrambe le quali sono essenziali e
necessarie perché i membri del programma possano crescere.

      Unità. L’importanza dell’unità nel nostro programma può
essere facilmente compromessa da membri professionisti che
potrebbero presentarsi come dotati di autorità. Tutti noi arriviamo al
programma come uguali tra uguali. I membri devono sentire che
hanno qualche cosa da offrire agli altri nel campo delle proprie
esperienze e che vi è qualcosa più grande di loro che ha il poter e di
renderli sani – al pari, possibilmente, del potere di guarire un altro
membro. In questa comunione di intenti possiamo veramente
costituire doni gli uni per gli altri.

      Umiltà. L’importanza dell’umiltà appare chiara quando ciascun
membro cerca onestamente ed identifica i propri comportamenti
distruttivi ed è desideroso di confessarli alla fratellanza, dentro la
quale non esiste rimprovero o vergogna. Quando i professionisti
cercano di condividere all’interno della fratellanza, devono tenere
bene in mente che devono limitarsi a condividere ciò che essi stessi
hanno compreso essere i propri atteggiamenti distruttivi e di come il
programma li stia aiutando a superare i loro difetti di carattere. E’
con l’umiltà che tutti noi possiamo trovare i modi con cui poter fare
ammenda delle sofferenze che abbiamo causato a noi stessi e ad altri.
L’umiltà ci consente di ricercare la verità su noi stessi. Quando
questa verità è conosciuta, essa ha il potere di aiutare ad aggiustare
quello che si è rotto.

      Oltre al rispetto per l’importanza dell’unità e dell’umiltà ed
all’onorare le nostre Tradizioni, ho chiesto al mio gruppo di
segnalarmi se per caso avessi mai superato il limite. Il lato
professionale di me stesso si rende conto che la profonda guarigione
che si manifesta nel nostro programma è grandemente dovuta al
racconto delle nostre vicende. La condivisione onesta delle nostre
vite è la grazia sana che ci permette di essere ciascuno un dono per
altri nel nostro recupero. Ci accomuna in un legame di amore
incondizionato in cui la comunanza e l’intimità, delle quali tutti
necessitiamo, può rendere possibile l’azione del perdono che è
necessaria per mantenere sane relazioni. Siamo tutti uguali,
semplicemente buone persone che cercano di essere migliori.
Nel nostro programma F A troviamo un nuovo modo di
ascoltare, un nuovo modo di sentire con il cuore e non con la mente.
Questo ci apre ai doni della compassione e dell’empatia.
Comprendiamo che è possibile amare un tossicodipendente di cui non
possiamo fidarci ed essere capaci di perdonare l’imperdonabile.
Possiamo trovare una vera identità – una nella quale le false
sembianze sono poste da parte – e diventare liberi di essere chi siamo
stati creati per essere. Tutta la mia esperienza di professionista non
mi ha dato i doni che mi hanno offerto i Dodici Passi e le Dodici
Tradizioni. Essi sono la via per amare noi stessi, le nostre famiglie, i
nostri amici ed il nostro Potere Superiore – che ama tutti
incondizionatamente.

Anonimo

Messaggero della Serenità – Ottobre/Novembre 2020           696

          PAROLA DAL COMITATO DIRETTIVO

Un nuovo membro del Comitato dei Servizi Mondiali condivide le sue
                    aspettative ed esperienze

Similmente a molti di voi, mia moglie Leigh ed io ci trovammo
improvvisamente e brutalmente introdotti nel mondo della
tossicodipendenza in famiglia. La dipendenza di nostra figlia Lucy ci
condusse in quel sentiero di caos crescente nel quale lotta una
famiglia che cerca di controllare una malattia sulla quale, in
definitiva, non ha controllo. Questa rivelazione e la nostra via per il
recupero fu ottenuta soltanto accettando e frequentando il nostro
gruppo F A, imparando dalle esperienze degli altri membri e
leggendo la letteratura F A.

      Durante queste riunioni divenne chiaro che alcuni membri si
erano attivati anche al di fuori del proprio specifico gruppo, essendo
di aiuto, come percepii a quel tempo, a qualche più ampio gruppo
amministrativo F A. Più tardi seppi che era il Consiglio dei Servizi
Mondiali (WSB). Intanto che continuava il mio percorso di re cupero
ed imparavo di più su F A, sulla sua più ampia organizzazione e sul
WSB, mi resi conto che essa era ben più di un gruppo soltanto
amministrativo.
Vi erano di certo attività e servizi continui che abbisognavano
di supporto operativo amministrativo, per esempio il sito web, la
letteratura, la stampa, le e mail, etc. Tuttavia soprattutto la buona
direzione dell’organizzazione, il contenuto di tutte le varie
comunicazioni e di come trattare con l’impatto del Covid -19
richiedevano tanto e non minore impegno. A questo punto, attraverso
l’esempio e l’entusiasmo mostrato da alcuni membri del mio gruppo
già facenti parte del WSB, fui incoraggiato a chiedere di diventare io
stesso membro dell’organizzazione. Nel mese di Giugno 2020 la mia
richiesta fu accolta e fui eletto al WSB.

      Devo ammettere che non ero totalmente certo di quello che
avevo firmato. Quale sarebbe stato il mio ruolo? Dove erano tutti i
membri della Direzione? Come lavoravano insieme? A molte di
queste domande fu risposto alla convocazione della mia prima
riunione mensile del Comitato, nella quale fui essenzialmente
soltanto osservatore. Questa e le successive riunioni furono tenute in
video conferenze condotte dal Presidente con circa 17 membri
invitati. Ognuno di essi fornì una relazione prima della riunione che
fu condivisa con gli altri membri. La relazione includeva l’attività di
ogni membro che mensilmente sosteneva o indirizzava diversi
comitati e, insieme all’approccio con l’organizzazione F A, vi era
anche un rapido sunto sul lavoro di recupero di ogni membro in quel
mese.

      I membri della Direzione sono prevalentemente negli USA ma
vi sono anche alcuni membri internazionali che sono attivi
collaboratori. La riunione mensile dura di solito 90 minuti e segue
una agenda strutturata che include aggiornamenti di vari comitati,
inclusa una revisione finanziaria. Sono anche presentate proposte per
nuove attività e approvazione di documenti e procedure ufficiali di F
A. Vi è una certa formalità per l’approvazione ufficiale di bozze,
situazioni finanziarie, documenti e simili per i quali occorre un
proponente ed un sostenitore. La riunione si chiude con la Preghiera
della Serenità.

      In quanto al mio ruolo, bene, sta proprio a me svilupparlo. Vi
sono diversi comitati già costituiti come letteratura, tecnologia,
revisione dei documenti, e Il Messaggero della Serenità, per
nominarne solo alcuni. Essi hanno già un Presidente e sono felici di
ogni aiuto che possa essere offerto.

      L’impatto del virus COVID-19 sulle riunioni di persona ha
convinto la predisposizione di un progetto per aiutare i gruppi F A a
massimizzare le riunioni virtuali con l’utilizzo di tecnologie di
videochiamata come Zoom. Vi è anche un gruppo che studia come
poter supportare molte più famiglie durante questo periodo e di come
risvegliare la consapevolezza del pubblico continuando ad onorare il
principio fondante di F A , non propaganda, ma anonimato e
attrazione.

      Dopo tre riunioni del Consiglio ho iniziato a comprendere
come poter usare le mie passate esperienze e conoscenze per aiutare
meglio F A. Credo che, più di sempre, una attività chiave dei
comitati del WSB e dei lavori dei gruppi sia la migliore
comunicazione ed il sostegno alla fratellanza. E così, per adesso,
questa è la mia priorità: mi sono aggregato al Comitato tecnologico,
concordando di aiutare lo sviluppo di articoli per Il Messaggero della
Serenità, e faccio anche parte di progetti speciali per sostenere gli
incontri virtuali di F A e per alimentare la conoscenza pubbli ca su F
A.

      E per quanto riguarda i miei colleghi della Direzione? Bene,
per me, era tutto come mi aspettavo – lavoratori efficienti nel loro ed
in tutti i gruppi di recupero, ma anche fortemente tesi nell’utilizzo
delle loro esperienze per costruire l’organizzazione F A in modo che
essa possa estendersi ed essere di aiuto a tutti i gruppi ed ai singoli
membri. Questo è essenziale per dare massimo effetto agli strumenti
ed alle risorse a livello individuale e di gruppo, per facilitare il
recupero ed aumentare il numero dei familiari nel mondo che sono
impegnati direttamente ad affrontare la tossicodipendenza dei propri
cari.

Cris Y. Gryuppo 2056 Bradenton FL
Messaggero della Serenità – Ottobre/Novembre 2020          697

             ATTENZIONE AL TUO RECUPERO

  Tutti dobbiamo scoprire che le nostre vite sono molto importanti

     Perché è così importante porre l’accento sul mio recupero?
Perché sono la sola persona che posso cambiare. Mentre cambio le
mie azioni e reazioni, altri nella mia vita non hanno altra alternativa
che quella se non adattare le loro azioni e reazioni alla mia nuova
me.

      Nel recupero non mi intrometto più in cose che non mi
appartengono. E specialmente quando non mi è richiesto (cosa che
invece ho fatto sempre). Ho imparato il valore del silenzio. “Silent”
(silenzio) ha le stesse lettere di “listen” (ascoltare). Non devo
partecipare ad ogni battaglia alla quale sono invitata. Posso
camminare oltre. Posso invece pregare per la mia pace.

      “Il tuo caro può non essere sobrio, ma vi è speranza per te”

       Nel recupero sto sempre verificando le mie motivazioni. Perché
desidero tanto interferire nella vita dei miei cari? E’ forse perché ho
paura? E’ perché non voglio sentire dolore? E’ mancanza di fiducia
nel mio Potere Superiore? E’ perché sono cresciuta sempre cercando
di sistemare i problemi degli altri e questo è il mio modo di andare
avanti? Non conosco niente altro? La mia vita è forse vuota senza
tutto il dramma ed il caos?

      Cercando in me stessa inizio un viaggio di scoperta di me. Che
cosa mi fa scattare? Che cosa mi scatena? Quali sono le mie forze?
Che cosa occorre cambiare? Le mie scelte sono di aiuto o contro di
me? Ed io chi sono? Che cosa mi piace? Si, so benissimo ciò che
piace a ognuno, ma so ciò che piace a ME?

      Poiché sto navigando in aree dove non ho mai pensato di
inoltrarmi prima, comincio a svegliarmi. Imparo chi sono, che cosa
desidero cambiare, e che cosa voglio mantenere. Imparo come
controllare me stessa e provvedere a quello che necessita. Il mio
contatto con il mio Potere Superiore diviene più forte. Comincio a
riavere fiducia nelle mie intuizioni. Non faccio questo lavoro da
sola. Ho per guida i Passi, il mio programma ed il mio Potere
Superiore, gli sponsor e questa fratellanza, per tenermi in linea sul
giusto sentiero.

       Così, che cosa posso fare per gli altri? Posso pregare per il loro
più grande bene. Posso affidarli al loro Potere Superiore. Posso
tenere aperti spazi per la loro crescita, amarli da lontano se questa è
la cosa migliore per me. Ho imparato ad attribuire valore alla mia
vita. Io sono importante. Le mie necessità contano. Non farò più la
vittima. Non più “povera me”. Sono una persona vitale con molto da
donare, e voglio agire come tale.

      Quando rinuncio ad essere l’unica giusta martire (Dopo tutto
quello che ho fatto per te! Questo è come mi ricompensi!) sono
lasciata di fronte ai miei propri comportamenti. Ho visto come ero
rigida, sempre nel giusto,      testarda, opprimente, piagnucolosa,
manipolatrice …., la lista prosegue. Ho imparato molto.          Ho
cambiato molto. Non è stato facile. La “nuova me” ha fatto
resistenza. A me stessa e ad altri. Ma ora assolutamente non c’è
possibilità di tornare indietro. Amo troppo profondamente questo
nuovo modo di essere per volgermi al vecchio stile. Oggi ho una vita
buona. So chi sono. So quello che è mio e ciò che non è. Ho un
Potere Superiore col quale sono intonata che mi guida.

      Ogni giorno lascio andare liberi i miei cari. Poiché, nel mio
cuore, sono co-dipendente devo ogni giorno rammentare a me stessa
che aiutare è spesso permettere. E che permettere è realmente
invalidante. Ricordo a me stessa che il dolore proprio del mio caro da
il potenziale di condurre alla sua crescita e trasformazione. E’ per l ui
importante sentire questo. Proprio come fu importante sentirlo per
me. Ho fiducia nel percorso.

      Incoraggio coloro che leggeranno di tuffarsi nella letteratura F
A. Frequentare le riunioni. Lavorare sui Passi. Trovare il proprio
Potere Superiore. Vi è luce alla fine del tunnel. Il tuo caro potrebbe
non essere sobrio, ma vi è speranza per te.

Deanna
Messaggero della Serenità – Ottobre/Novembre 2020          698

   FAMILIARI ANONIMI IN UN MONDO VIRTUALE
      Quando arrivammo al nostro primo incontro in Familiari
Anonimi, mia moglie ed io, sentimmo grande calore e sollievo
nell’incontrare altri che comprendevano le nostre lacrime e le nostre
paure. Vi erano sorrisi ed incoraggiamento. Non passò molto che
cercammo di essere presenti nelle riunioni settimanali, non soltanto
per sentirci meglio noi stessi, ma per cercare di aiutare altri che
stavano seguendo i nostri passi dentro il gruppo, anche loro feriti e
che cercavano sostegno.

      E così abbiamo continuato a frequentare F A per 24 anni, quasi
mai saltando una riunione. Dopo tutto, i nostri migliori amici sono in
quelle riunioni di ogni settimana.

     Poi improvvisamente cadde il mondo e le riunioni di gruppo
non sarebbero state più permesse ed il nostro edificio sarebbe stato
chiuso. Come poteva continuare il nostro gruppo?

      Diverse persone tra di noi stavano usando Zoom ed altre
originali piattaforme per affari. e perché no per riunioni di gruppi di
volontariato? Questo fu presto argomento di discussione.

      “Proviamolo” disse un membro anziano.

      “Devo avere il mio gruppo”, disse la madre di un nuovo venuto
che stava con noi cercando la sua strada. “Io non posso ospitare le
riunioni” disse una terza che usava regolarmente convegni su Zoom
sul suo posto di lavoro. La piattaforma non pone limiti alla durata
delle riunioni ed ella lo rese ben chiaro al nostro gruppo.

      Non perdemmo mai un colpo. Zoom è stato il nostro nuovo
membro F A, e la nostra presenza totale non si oscurò mai. Il fatto è
che tutti si sono impegnati. E tutti ci sono riusciti – perfino coloro
che erano sicuri di non potere.

      Ecco a voi alcune nostre osservazioni dopo più di 25 riunioni
virtuali.

Lati positivi
• Permettere gli incontri di gruppo anche quando le pandemie, il
     tempo cattivo, le vacanze ed altri impedimenti le renderebbero
     impossibili
   • Permettere di frequentare anche a persone molto distanti – che
     altrimenti non avrebbero modo di partecipare. Specialmente per
     nonni, fratelli, etc. in luoghi lontani
   • Sembra che le persone in connessione virtuale siano più
     propense a parlare rispetto alle riunioni di gruppo
   • Permettere di partecipare a chi è a casa malato, in ospedale o
     dopo un intervento chirurgico.
   • Così per genitori singoli con bambini piccoli
   • “Condividi il mio schermo”, opzione di Zoom può essere
     realmente utile nel mostrare illustrazioni

Lati problematici
  • Tuttavia non è come una riunione di persona dove puoi sentire
      il conforto di un braccio attorno alle spalle
  • Non tutti hanno un affidabile collegamento internet
  • Le persone dimenticano di cambiare i loro microfoni e rendere
      stabili le loro telecamere (non tenetele a mano, per piacere)
  • Occorre un ulteriore passo per indurre i nuovi in tali riunioni,
      e cioè finché non siano in distribuzione elenchi di connessioni
      per ogni riunione settimanale
  • E’ scomodo recitare la Preghiera della Serenità all’unisono in
      riunioni su zoom perché le voci non si sincronizzano. E’ più
      facile piuttosto lasciare che sia il conduttore a recitare per il
      gruppo.
  • Perfino i membri veterani diventano timidi nel condurre
      riunioni on line. Non si rendono conto che non vi è differenza.
  • E’ più difficile avere le donazioni.

Ciò detto, il nostro gruppo è del tutto entusiasta delle nostre riuni oni
virtuali. Ho sentito perfino dire che sarebbe bello usare questo
metodo una volta al mese anche quando le nostre vite saranno torna te
normali.

Neil, Gruppo 1391
Messaggero della Serenità – Ottobre/Novembre 2020           699

                    LEZIONI DI VOLONTA’
  La nostra volontà di cambiare è essenziale per il nostro recupero

       Mi sono continuamente e sempre più reso conto che i Dodici
Passi son un tutto unico. Quando cominciai ad elaborali lo feci
considerandoli separati, uno alla volta, senza accorgermi che passo
dopo passo li stavo facendo tutti. Ogni passo è collegato agli altri.
Non possono essere separati gli uni dagli altri, sono dipendenti con
gli altri ed ognuno conduce al successivo.

      La ragione di questa unità è nel significato stesso delle parole
“diventammo volonterosi”. Ogni Passo richiede che si diventi
volonterosi; che siamo pronti a sottostare al cambiamento e sviluppo
ed accettare che il cambiamento più grande è nel nostro modo di
pensare. Arrivai ai Passi riluttante. Ma le due cose che mi aiutarono
a superare la mia diffidenza furono: il mio bisogno di cambiare e la
sanità che essi mi offrirono – ma questi mi aiutarono soltanto quando
divenni “disposto e volli” fare i cambiamenti necessari.

      Ecco dove dovetti deporre il mio egoismo ed accettare che le
persone che erano venute prima di me con successo sapevano
qualcosa che io ignoravo. Avevano trovato la via per la guarigione
che era disperatamente necessaria, ed essi indicavano i Passi per tutti
noi tutti.

      Il lavoro non è semplice. A volte può essere tormentosamente
difficile. E può essere compiuto soltanto quando siamo diventati
volonterosi: disposti a perseverare attraverso il dolore; disposti a
permettere al nostro Potere Superiore di fare la Sua parte; ad
accettare di lasciare andare il controllo dell’intero percorso;
volentieri diventare umili nel percorrere questo sentiero ed
ammettere i nostri fallimenti. Ciascuno che si imbarchi in questo
viaggio nei 12 Passi è effettivamente in un viaggio nel “diventare”.

      Vi è sempre di più da vedere ed imparare durante questo
viaggio. se siamo sinceri e fiduciosi nel farlo. Alla fine la speranza è
che saremo sorpresi e contenti della persona che siamo diventati.

Il Contratto dei 12 Passi
Non mi resi conto quando iniziai ad elaborare i 12 Passi che stavo
entrando in un contratto con me stesso. Il contratto mi chiede di fare ogni
cosa in mio potere per ottenere il recupero. Il contratto viene “scritto”
mentre lavoro su ogni passo e continua a venire scritto e rifinito mentre
lavoro sui passi successivi, uno ad uno.

       Ora, dopo quattro anni in Familiari Anonimi, capisco che se
rimango fedele ai passi ed al mio contratto, il mio recupero continuerà e si
approfondirà. Se lascio il lavoro, perdo terreno ed anche il mio recupero
si ferma, oppure ricado.

       Lavorare sui passi è difficile ed esigente. Qualche volta, con tutte le
richieste della vita, diventa per me impossibile seguirne il corso, e qui ndi
la ricaduta è inevitabile. A volte, la mia collera o depressione, ansia o
auto commiserazione, riaffiorano ed io non posso proprio procedere nel
lavoro. Ciò permette che accada una ricaduta. So che è mia responsabilità
mantenere almeno fede al mio programma, ma qualche volta
l’esaurimento sta sopraffacendomi e allora resto impotente.

       Una ricaduta non è una ragione per colpevolizzarmi ulteriormente.
Può essere anche positiva se mi rendo conto che essa è un avvertimento
del fatto che non sto lavorando i passi come dovrei. Questa non rompe il
mio contratto con me stesso. Mi mostra che non sono stato in guardia per
il mio recupero e neppure impegnato come avrei dovuto.

       Il recupero è solo una parte della mia vita, ma devo farne una
priorità. Senza di esso il resto della mia vita collasserà in una lunga o
permanente ricaduta dove la collera, l’ansia e la depressione mi
affonderanno di nuovo. Non potevo funzionare bene prima del recupero;
non sarò in grado di funzionare bene senza di esso. Così vado avanti. Non
posso saltare questo passo o il successivo, e nessuno degli altri. Essi sono
DIFFICILI. Non voglio elaborarli. Ho difficoltà nell’essere umile, ma
questa è una parte cruciale del divenire, parte del cambiamento.

      Posso    arrogantemente    aspettarmi    o    richiedere   che   i
tossicodipendenti debbano cambiare, ma non io? No, devo fare questo per
me stesso e per loro. Devo pormi di esempio. Devo rendere corrette tutte
le mie relazioni. Prima di poter effettivamente fare ciò, devo diventare
sicuro di volerlo fare. La buona volontà deve diventare parte di me.
Cambierò. Sarà salutare per me.

Diane
Messaggero della Serenità – Ottobre/Novembre 2020           700

                      RECUPERO E SPERANZA
      Il 2 gennaio 2008 consegnai mio figlio tossicodipendente ad
una struttura per una riabilitazione della durata di un anno e mi fu
detto che avevo bisogno di trovare un gruppo dei Dodici Passi per me
stesso. Poiché vivevo in Asia e l’unico gruppo di Al-Anon di lingua
inglese che potei trovare era in Taipei, era veramente faticoso
raggiungerlo. Fui perciò molto soddisfatto nello scoprire i gruppi
on-line di FA.

      Ho quindi lavorato con loro i Passi più di una volta. Sono stato
notevolmente gratificato dalla loro forza, esperienza e speranza, dalle
loro lotte e dalla loro umiltà di fronte a incredibili ostacoli.

       Mio figlio è stato libero dall’eroina da quando entrò in
riabilitazione, oltre sei anni fa. Ma la sua vita è stata resa complessa
da disagi mentali ed altre difficoltà, alcune forse quale risultato
dell’uso di droga. In ogni caso la mia felicità non dipende più dalla
sua. Un altro mio figlio nel frattempo ha riconosciuto il suo
alcolismo ed ha deciso che non gli serve aiuto ( e per ora sembra che
stia funzionando bene, forse ha trovato qualcosa che sta lavorando
con lui). La mia felicità non dipende neppure dalla sua, comunque.

      A coloro tra voi che sono nuovi e spaventati, dico: Benvenuti!
A coloro tra voi che sono “vecchi” e stanchi, io dico: so come vi
sentite! A coloro tra voi che si trovano in una pianura di pace, io
dico: riposate mentre potete. A me stesso io dico: lavora i passi ogni
giorno. Non vi sono promozioni. Il recupero è un viaggio, non una
destinazione e questo alla fine è vero sia per me che per i
tossicodipendenti nella mia vita.

      Sono stato fortunato nel prendere conoscenza delle promesse di
F A lavorando sui passi – tutti i passi. Vi è a volte la tentazione di
smettere quando, attraverso i primi passi, abbiamo imparato a gestire
il dolore. Ma spero che non vi fermerete. Per me la vera conoscenza
venne in quei passi “miniere d'oro”, dal quarto al nono.

Paul B
Ripreso dal Giornalino dei 12 Passi –marzo/aprile 2014
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