NIGRIZIA.IT FEBBRAIO 2020 - Fondazione Nigrizia

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NIGRIZIA.IT FEBBRAIO 2020 - Fondazione Nigrizia
ANNO 138                                                                        NIGRIZIA.IT
                                                                                                              N°2
                                                                                                              FEBBRAIO
                                                                                                              2020
                                                                                                              € 4,00

                                                                                                                                        Il mensile dell’Africa e del mondo nero
Poste Italiane S.p.A. sped. Abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) art. 1 comma 1 DCB VERONA

                                                                                                                         Sahel                        Dossier                     Missione
                                                                                                                         CHI FINANZIA                 MURAGLIA VERDE              AMBROSOLI MEDICO
                                                                                                                         IL JIHADISMO                 PANAFRICANA                 DELLA CARITÀ
NIGRIZIA.IT FEBBRAIO 2020 - Fondazione Nigrizia
L'editoriale

OSARE AVVICINARE LE SPONDE
DEL MEDITERRANEO
                                             Nel Risiko della Libia, pesano gli attori esterni che si
                                             posizionano per spartirsi la torta di petrolio e gas. Il resto sono
                                             chiacchiere e una sterile rassegna di buone intenzioni. Sulla pelle dei libici.
                                             Lo si è visto ai negoziati di Berlino il 19 gennaio. Uniti in Siria e divisi
                                             in Libia, i colossi militari Russia e Turchia si giocano il dominio sul
                                             Mediterraneo, con le comparse di Usa, Germania, Italia, Francia,
                                             Emirati Arabi Uniti, Egitto che oscillano appesi ai nodi del puro interesse
                                             economico e della paura dei migranti. Mentre i due leader libici in lotta,
                                             Khalifa Haftar e Fayez al-Sarraj, non firmano l’accordo e l’Unione africana
                                             torna utile solo per la foto di gruppo, visto che non ha preso posizione in
                                             difesa del popolo libico stremato e dei profughi subsahariani nei lager.
                                             Eppure il documento finale dice, sulla carta, basta alle ingerenze esterne e
                                             proclama l’embargo sulle armi…
                                             Ancora una volta le decisioni sulle sorti di un paese africano vengono
Mediterraneo,                                dettate dall’esterno. Del resto è inquietante soltanto il pensiero che la
                                             capitale tedesca sia ancora il teatro della spartizione. Come nel non così
frontiera di pace                            lontano 1884 quando le potenze europee tracciarono a tavolino confini e
                                             domini coloniali del continente da depredare.
Ai pastori che da tre continenti             E allora quale speranza oggi per la Libia divisa al suo interno e stretta nella
(Europa, Africa e Asia) saranno a Bari,
                                             tenaglia di interessi esterni? Chi fa causa comune con le vittime di una
si aggiungerà Francesco: la sua visita
è in programma domenica 23 febbraio.         partita a scacchi giocata per procura? Chi sente il grido della sofferenza di
A guidare il confronto fra i vescovi sarà    fratelli e sorelle nell’altra sponda del Mediterraneo?
una traccia che raccoglierà gli spunti,      Tra le notizie che rimbalzano e cambiano all’improvviso nel pantano
le sollecitazioni, le visioni giunte dalle   libico, un’unica Buona Notizia. Con il “Siate sale della terra e luce del
Chiese (la Cei ha inviato un apposito
                                             mondo” (Mt 5,13) Gesù di Nazaret e delle periferie del mondo incoraggia
questionario) e sarà accompagnata
da un documento di presentazione             ogni tentativo di essere speranza dentro la storia. Di indicare una via di
dell’iniziativa elaborato dal comitato       uscita dal caos. Come avviene a Bari (19-23 febbraio) su iniziativa della
scientifico. Secondo uno stile sinodale,     Cei: si riuniscono i vescovi del Mediterraneo per camminare insieme,
dall’incontro potrà scaturire un testo       essere progetto della felicità di Dio nell’oggi (Beatitudini) e aprire una
finale da presentare all’intera area.
                                             breccia nel muro che separa chi ha da chi non ha. 2.153 ricchi hanno
E ci sarà anche un’opera-segno da
lasciare come traccia concreta               un patrimonio superiore a quello di 4,6 miliardi di persone, secondo il
dell’eredità dell’evento                     rapporto Oxfam 2020.
                                             Un vero e proprio sinodo del “grande lago di Tiberiade” come lo chiamava
                                             Giorgio La Pira, ideatore dei “colloqui mediterranei” per far incrociare
                                             pensiero e spirito in vista della pace autentica per un' area da sempre
                                             teatro di incursioni e violenze. Il titolo dell’incontro lo evidenzia bene:
                                             “Mediterraneo, frontiera di pace”. Sul tavolo, non spartizioni ma il
                                             sogno concorde della testimonianza radicale del vangelo che si traduce
                                             in accoglienza, dialogo, sviluppo sostenibile. Unica novità di rilievo sulle
                                             sponde del Mare Nostrum. Unica possibilità oggi di darci un presente nel
                                             segno della convivialità tra i popoli e della fratellanza universale.
                                                                                                                           3
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In rilievo

                                                                                                                 Soldato maliano
                                                                                                                 FACENTE PARTE DELLE
                                                                                                                 FORZE DEL G5 SAHEL

  SAHEL > RAPPORTO DI SMALL ARMS SURVEY

CARICHI D’ARMI
di Rocco Bellantone

I
  L FIUME NIGER SI ESTENDE PER OLTRE            istituzionali e militari e, soprattutto, ar-   te, alimentando la richiesta di armi. Ma
  QUATTROMILA CHILOMETRI. UN CORSO              rivando a delle gole profonde che hanno        non solo. L’assenza di controlli innesca,
  D’ACQUA DOLCE IMPONENTE CHE DAI               fornito informazioni utili per ricostruire     infatti, la sovrapposizione con altri com-
  MONTI LOMA, al confine tra Sierra Le-         il modo in cui operano i contrabbandieri.      merci leciti e illeciti, facendo “sparire” le
one e Guinea, al Golfo di Guinea, tra-                                                         armi nei circuiti tradizionali dell’econo-
scina con sé annose dispute territoriali,       Le regole del contrabbando                     mia sommersa, attraverso quegli stessi
tensioni tribali, spinte jihadiste e traffici   Nel Sahel e nell’Africa occidentale la “na-    canali nei quali transitano droga, esseri
illeciti. Tra questi uno dei più lucrosi è il   tura” dei traffici di armi cambia oltrepas-    umani, specie esotiche, avorio e oro.
traffico di armi leggere, esploso nel Sahel     sando verso sud il fiume Niger. A nord a           «Per i carichi di piccole dimensioni
e nell’Africa occidentale con lo scoppio        operare sono reti altamente organizzate        sono i clienti a finanziarne il trasporto
delle primavere arabe, nel 2011. Gli as-        di trafficanti, capaci di muovere ingenti      e a fornire ai contrabbandieri i contanti
salti agli arsenali del colonnello Ghed-        quantità di armi. Lungo la sponda op-          necessari per pagare le tangenti ai posti
dafi in Libia hanno spostato verso sud,         posta, invece, entrano in gioco interme-       di blocco e farsi così strada attraverso le
infatti, ingenti armamenti, soprattutto         diari locali che si occupano dello smista-     frontiere», spiega a Nigrizia Matthias No-
di medio e piccolo calibro. Il dossier The      mento dei carichi. Gli spostamenti sono        wak, ricercatore dell’osservatorio Small
West Africa-Sahel Connection, realizza-         facilitati da una serie di problematiche       Arms Survey. «Per questi spostamenti
to dall’osservatorio Small Arms Survey          endemiche di questi territori: confini         sono usate motociclette che permettono
con sede a Ginevra, ha mappato questi           porosi, corruzione radicata all’interno        di percorrere più facilmente le foreste e
flussi, individuando le rotte più battute,      delle forze di sicurezza, focolai di crisi     di superare le aree di confine non con-
incrociando i dati sui sequestri, le fonti      che divampano con costanza disarman-           trollate. Vi sono poi reti più complesse

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NIGRIZIA.IT FEBBRAIO 2020 - Fondazione Nigrizia
InNIGRIZIA
                                                                                                                    rilievoXXX 2018

                                                                                               Sede Semafo
                                                                                               LISTATA A LUTTO DOPO
                                                                                               L’UCCISIONE DI 39 SUOI
                                                                                               MINATORI A OPERA
                                                                                               DI GRUPPI JIHADISTI

          TERRORISMO > LE RETI DI SOSTENTAMENTO DEI GRUPPI JIHADISTI

                                      LE MINIERE D’ORO
                                      DEL TERRORE                                                                di Marco Cochi

         Lo sfruttamento

                                      N
                                               ELL’ULTIMO QUINQUENNIO, I               estremiste di matrice islamica nel Sahel,
                                               GRUPPI JIHADISTI FEDELI AD AL-          focalizzando l’attenzione su quelle più
         delle vene aurifere                   QAIDA E AL COSIDDETTO GRUP-             recenti. Tra queste figura lo sfruttamen-
         illegali ha prodotto                  PO STATO ISLAMICO CHE OPERA-            to delle miniere d’oro favorito dal boom
                                      NO NEL SAHEL HANNO INTENSIFICATO GLI             dell’estrazione del prezioso metallo, che
         numerosi attacchi            ATTACCHI ed esteso il raggio di azione in        ha prodotto numerosi attacchi a convogli
         a convogli delle             una regione caratterizzata da una forte          delle compagnie minerarie e ai giacimen-
                                      instabilità e contese territoriali, che ren-     ti nella regione. Un fenomeno alimentato
         compagnie minerarie.         dono difficile la cooperazione tra stati. La     sia dallo scarso controllo delle forze di si-
         Un fenomeno alimentato       fascia saheliana figura tra i maggiori epi-      curezza locali sia dalla scoperta di nuovi
                                      centri del radicalismo religioso del conti-      filoni auriferi nel Sahel, i cui profitti sono
         sia dallo scarso controllo   nente, dove il fenomeno dell’insorgenza          stati depredati da gruppi armati jihadisti.
         delle forze di sicurezza     islamista è stato favorito da varie fonti di
                                                                                       Le imboscate
                                      finanziamento sulle quali è difficile forni-
         locali sia dalla scoperta    re dati quantitativi certi, ma di cui è possi-   Dal 2017, i militanti islamisti hanno im-
         di nuovi giacimenti          bile ricostruire le dinamiche.                   posto la loro presenza prima nel nord, poi
                                          Sull’argomento risulta di valido ausilio     nel sud e nell’est del Burkina Faso, dove
         nel Sahel, i cui profitti    una ricerca pubblicata lo scorso ottobre         migliaia di persone sono rimaste uccise
         sono stati depredati         dal Thomas More Institute, che sottolinea        in attacchi violenti. Tra questi, almeno 39
                                      come il denaro rappresenti la principale         minatori che lavoravano nei giacimenti
         dai gruppi armati            leva utilizzata dagli estremisti per attrarre    auriferi della compagnia canadese Sema-
         islamisti                    nuove reclute e gestire una rete di fornito-     fo, finiti in un’imboscata, nell’est del pa-
                                      ri e informatori. Poi, esamina le varie for-     ese, all’inizio di novembre 2019. Mentre
REUTER

                                      me di finanziamento alle organizzazioni          nello stesso periodo, si sono registrate

                                                                                                                                  17
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Africa 54

                                               Togo
                                        ELEZIONI SCONTATE

     Faure IV
Ha modificato la Costituzione e ora
il presidente uscente si ripresenta
per un quarto mandato, rendendo
impossibile l’alternanza di governo.
È la logica del regime della famiglia
Gnassingbe, al potere da oltre
cinquant’anni
di Elio Boscaini

                   I
                       TOGOLESI SONO CHIAMATI ALLE URNE SABATO             Faure trionfare con il 58% dei suffragi, si era rimes-
                       22 FEBBRAIO PER ELEGGERE IL LORO PRESIDEN-          so in moto quello “pseudo-dialogo” che dura da tre
                       TE. Sette le candidature convalidate dalla Corte    decenni ormai, e che vede un’opposizione sempre
                      costituzionale.                                      divisa confrontarsi con un potere apparentemente
                       L’8 gennaio, termine ultimo per la presentazio-     disponibile, ma refrattario anche alla più blanda
                   ne delle candidature, era arrivato anche il dossier     proposta di mediazione, pur di rimanere arroccato
                   del presidente uscente, candidato alla propria          sulla propria poltrona.
                   successione e dunque al quarto mandato. Faure              Nel settembre 2017 il governo, facendo finta
                   Gnassingbe, indicato dall’Unione per la repub-          di accondiscendere a una richiesta dell’opposi-
                   blica (Unir), il partito-governo, ha dichiarato bef-    zione, porta in parlamento un progetto di rifor-
                   fardo: «Ho ringraziato e in tutta umiltà ho sem-        ma della Costituzione che prevede uno scrutinio
                   plicemente accettato». Rieccoci, dopo 54 anni           uninominale maggioritario a due turni (invece
                   di indiscusso potere della famiglia Gnassingbe          di un solo come in precedenza) e il limite di due
                   (se non è “stabilità politica” questa!), il paese che   mandati. Solo che la misura non è retroattiva e
                   guarda sul Golfo di Guinea (7,8 milioni di abitan-      spalanca la porta ad altri due mandati per Faure,
                   ti; 56.785 km²) si deve rassegnare ad altri cinque.     presidente dal 2005, cioè dalla morte del padre
                   Perché Faure si è rivelato sordo a ogni richiesta       Gnassingbe Eyadema (al potere per 38 anni, cioè
                   degli oppositori e di tanta parte dell’opinione         fino alla morte). Quell’elezione truccata aveva
                   pubblica interna e internazionale, di non ripre-        provocato 500 morti, secondo il rapporto dell’Onu
                   sentarsi candidato dopo tre mandati.                    del 29 agosto 2005. Era poi stato rieletto nel 2010 e
                       Subito dopo l’elezione del 2015, che aveva visto    poi nel 2015 con una Costituzione che non limita-

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NIGRIZIA.IT FEBBRAIO 2020 - Fondazione Nigrizia
Africa
                                                                                               NIGRIZIA 54
                                                                                                         XXXXXX 2019

                                                   Rd Congo
                                              AZIONE LEGALE
                                               DI 14 FAMIGLIE
                                           DI MINATORI-BAMBINI

                  Infanticidi al cobalto.
                       In tribunale
                     5 multinazionali
                                                           P
                                                                  ER FAR FUNZIONARE LE AUTO ELETTRICHE,
            Apple, Google, Dell, Microsoft e Tesla                COSÌ COME I NOSTRI CELLULARI E TABLET,
            chiamate a rispondere sull’utilizzo                   È INDISPENSABILE IL COBALTO, COMPO-
                                                                  NENTE DELLE BATTERIE AGLI IONI DI LITIO.
            di manodopera infantile nelle miniere          E le riserve di questo minerale si trovano per oltre
            congolesi che forniscono il minerale           il 60% nella Repubblica democratica del Congo.
                                                           La filiera produttiva è simile a quella del coltan
            all’industria informatica, alla telefonia      (columbo-tantalite): estratto in miniere artigiana-
            e alle auto elettriche. A patrocinare          li, viene esportato verso la Cina, che raffina oltre
                                                           l’80% del cobalto immesso sul mercato e produce
            la causa un gruppo di avvocati Usa             quasi il 70% delle batterie agli ioni di litio a livello
                                                           mondiale.
                                                               Ma se per il coltan e altri tre minerali l’Unione
LES ECHOS

            di Giusy Baioni                                europea, dopo tante pressioni della società ci-
                                                           vile, ha stabilito criteri di certificazione (che,

                                                                                                                31
NIGRIZIA.IT FEBBRAIO 2020 - Fondazione Nigrizia
NIGRIZIA   FEBBRAIO 2020

                  INIZIATIVA COMUNE PER IL SAHARA E IL SAHEL

                           MURAGLIA
                            VERDE
                           PANAFRICANA

                                                 Germogli destinati
                                                 a rinverdire le terre del Senegal
                                                                                     ADJOVI

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NIGRIZIA.IT FEBBRAIO 2020 - Fondazione Nigrizia
DOSSIER

                             Lo scopo del progetto Grande
42 Intorno al Sahara
    Il significato           muraglia verde, concepito
    di un’azione comune      nel 2005, è di arginare il degrado
    CURA DELLA TERRA
    E SVILUPPO SOSTENIBILE   delle terre e la desertificazione
                             ambientale e sociale, favorendo
44 Lo stato dell’arte        un’economia ecosostenibile.
    UN IMPATTO               Ventidue i paesi coinvolti
    NON OMOGENEO             e il perimetro di intervento
                             è andato allargandosi. Sono
49 Le ricadute               della partita anche organizzazioni
    sulle popolazioni
    LA CHIAVE È              internazionali che forniscono
    AGROSILVOPASTORALE       risorse, istituti di ricerca
                             e, non ultime, le comunità locali.
54 La mappa                  I risultati del rimboschimento
    MURAGLIA
    IN DIVENIRE              già si vedono e nel 2030
                             si tireranno le somme

                             Di MARTA GATTI

                                                              41
NIGRIZIA.IT FEBBRAIO 2020 - Fondazione Nigrizia
Chiesa è missione

                              Padre Giuseppe Ambrosoli beato

     Il medico della carità

Il 28 novembre 2019, papa Francesco
ha autorizzato la Congregazione per
le cause dei santi, «a promulgare,
fra gli altri, il miracolo, attribuito
                                           In corsia all’ospedale
                                           di Kalongo negli
                                           anni ’60.
                                           PADRE AMBROSOLI SI ERA
                                                                    «M            I CHIAMO GIUSEPPE AMBROSOLI.
                                                                                  SONO DI RONAGO, PROVINCIA
                                                                                  DI COMO. MI SONO APPENA
                                                                    LAUREATO IN MEDICINA E IL MIO DESIDERIO È DI
                                                                    METTERE A DISPOSIZIONE LA MIA PROFESSIONE
                                           LAUREATO IN MEDICINA
all’intercessione del venerabile servo     E CHIRURGIA NEL 1949     A VANTAGGIO DELLE MISSIONI. Chiedo se nel
                                           ALL’UNIVERSITÀ DEGLI     vostro istituto è possibile che un medico possa
di Dio Giuseppe Ambrosoli, sacerdote       STUDI DI MILANO
                                                                    diventare sacerdote; e se uno, dopo essere entrato,
professo dei missionari comboniani                                  è certo di andare in missione a esercitarvi la doppia
del Cuore di Gesù; nato a Ronago                                    professione di sacerdote e di medico».
                                                                        Era l’estate del 1949, e con queste parole il
(Italia) il 25 luglio 1923 e morto il 27                            neo-dottore Ambrosoli si presentava a padre
                                                                                                                            FONDAZIONE AMBROSOLI (3)

marzo 1987 a Lira (Uganda)», come                                   Simone Zanoner, l’allora superiore del seminario
recita il messaggio ufficiale vaticano                              comboniano di Rebbio di Como. «I comboniani
                                                                    sono fatti proprio per la missione ed è quindi
                                                                    assolutamente normale partire. Garantito!»,
di Elio Boscaini                                                    gli risponde padre Simone. «Se è così – replica
                                                                    Giuseppe – farò richiesta di entrare. Ma prima

58
Chiesa è missione
                                          Migranti >
                       L’esperienza di accoglienza della famiglia Calò

     Missione in entrata

Cinque anni fa una famiglia di un paesino del trevigiano, scioccata
                                                                      La famiglia Calò
dall’ennesimo naufragio nel Mediterraneo, decide di accogliere        al completo
6 migranti, allargando a 12 i suoi componenti. Una forte esperienza
di fratellanza. La testimonianza di mamma Nicoletta rivela che cosa
ha rappresentato questo “vivere assieme” di una famiglia che
«ha perso i confini, ma ha aperto gli occhi»

di Nicoletta Ferrara

64
Afroculture

LETTERATURA > SCOPRIAMO LAILA KARROUCH

“Mi sono
raccontata
in catalano”
                                                                                       De Nador a Vic
                                                                                       SCRITTO IN CATALANO,
                                                                                       PUBBLICATO 16 ANNI FA
È stato pubblicato in italiano il romanzo
autobiografico della scrittrice marocchina
immigrata in Spagna, che ha scelto
di esprimersi nella lingua della Catalogna.
«Parlandosi, conoscendosi, convivendo»
si combatte il razzismo ovunque si manifesti
di Stefania Ragusa

L
     AILA KARROUCH È STATA LA PRIMA IMMIGRATA
     MAROCCHINA IN SPAGNA A SCRIVERE UN LIBRO USANDO
     LA LINGUA CATALANA. Da Nador a Vic, ossia dalla città
portuale in cui era nata al piccolo centro vicino Barcellona in
cui il padre aveva trovato lavoro e portato la famiglia, è stato
pubblicato nel 2004. Ora esce finalmente in italiano con il titolo
Laila. Sull’orlo di due civiltà per la casa editrice L’Asino d’oro.
Racconta, con lo sguardo di una bambina, la partenza,
l’arrivo, il senso di spaesamento e meraviglia e l’impegno
certosino e quotidiano per conquistare la lingua e la propria
dimensione in un paese nuovo e non sempre accogliente.
La protagonista e la sua famiglia, per fortuna, non si trovano        Laila Karrouch
ad affrontare situazioni particolarmente tragiche. Hanno i
documenti, una casa, la previdenza sociale e una piccola rete
di relazioni, ma sono chiamate comunque a lavorare tutti
i giorni, in ogni istante, alla ridefinizione della loro identità
e del posto che occupano nel mondo. L’arco temporale
considerato è ampio: va dall’addio al Marocco, alla fine degli
anni ’80, al matrimonio di Laila con un giovane marocchino
immigrato anche lui in Spagna e alla nascita della prima figlia.

72
Afroculture

AFRICA IN EUROPA > LE POTENZIALITÀ
DEL CENTRO CULTURALE CAPOVERDIANO                        Murale dell’artista Federico Draw
                                                         SULL’EDIFICIO CHE OSPITA IL CENTRO CULTURALE
                                                         DI CAPO VERDE. RAPPRESENTA DONNE CAPOVERDIANE
                                                         CHE SUONANO IL BATUKO, TAMBURO TRADIZIONALE

         Lisbona

Nel quartiere di São Bento,
abitato fin dal Cinquecento
da schiavi capoverdiani, è sorto
Centro Cultural de Cabo Verde.
Che vuol essere ambasciatore
della cultura dell’arcipelago
                                   si tinge di
                                     S
                                         CENDENDO DA LARGO DO RATO PER RUA DE SÃO BENTO,
e favorire l’integrazione                CON GRANDE EFFETTO VISIVO APPARE UN MURALE
della diaspora                           GIGANTE REALIZZATO CON BOMBOLETTE SPRAY DA
                                     FEDERICO DRAW, un artista di Porto molto apprezzato anche in
                                     Italia: si intitola Batuko e ritrae un gruppo di donne impegnate
di Marcello Lorrai                   a cantare e suonare appunto il batuko, in cui con il palmo della
                                     mano si percuote una sorta di cuscino costituito di stracci avvolti
                                     in un tessuto o infilati in un sacchetto di plastica. Rendendo
                                     omaggio a una forma espressiva femminile tipicamente
                                     capoverdiana, l’opera di Draw richiama l’attenzione sul Centro
                                     Cultural de Cabo Verde (Cccv), aperto a Lisbona e inaugurato
                                     ufficialmente nel luglio dello scorso anno, in prossimità

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