LA COSTA MERIDIONALE - Aleramo Viaggi
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La Sardegna in Bici LA COSTA MERIDIONALE Arbus – Nebida – Carloforte – Sant’Antioco – Sant’Anna Arresi – Chia - Pula Durata del tour: 10 giorni Tipo di tour: in autonomia Partecipanti: minimo 2 Inizio: ogni sabato tutto l’anno Livello: moderato Alloggio: Economy o Deluxe Base: Bed & Breakfast Formula: Relaxed – 2 notti in ogni base (2° base, 1 notte) PROGRAMMA Giorno 1 ARBUS Arrivo individuale a Arbus. Il Comune di Arbus è situato in un territorio in cui si mescolano le dolci colline della Marmilla puntellate di piccoli centri di campagna, le fertili pianure del Campidano e le verdi montagne del Linas, con la punta de Sa perda de sa Mesa che raggiunge i 1236 m. E’ un’area che comprende l’articolato sistema vulcanico del Monte Arcuentu, le miniere di Ingurtosu e Montevecchio e la splendida Costa Verde con le dune dorate di Piscinas e Scivu. Giorno 2 ARBUS Spiaggia di Portixeddu Alla scoperta del territorio arburese; un insieme variegato di paesaggi che non è possibile ammirare da nessun altra parte del mondo. Un’atmosfera irreale in cui lasciarsi ispirare dalla maestosità della natura e da un silenzio irreale: intere vallate che digradano dolcemente sul mare della Costa Verde, in cui lasciarsi avvolgere dai profumi della macchia mediterranea. Gli arbusti di lentischio e corbezzolo coprono le aree a ridosso di spiagge e di dune di sabbia immense come a Piscinas; lunghe distese di sabbia che corrono per chilometri, rotte solo da brevi scogliere che ogni tanto si frappongono.
Un paradiso per chi ricerca il relax nel suo personale rapporto con la natura. Alla scoperta dei signorili palazzi delle direzioni, fatti costruire dai titolari delle concessioni delle miniere in luoghi incantati; le vallate delle miniere bucate da gallerie in cui uomini, donne e molto spesso bambini faticavano per portare il pane a casa. Quegli edifici in superficie rappresentano oggi monumenti di archeologia industriale di valore inestimabile ma che necessitano di un recupero immediato. Giorno 3 LE MINIERE DEL SULCIS ( 41 KM) Tappa che riporta nell'antico passato minerario della Sardegna. Sosta alla spiaggia dorata di Portixeddu. Ai piedi del pendio di una piccola scogliera, si apre un’ampia e selvaggia distesa di sabbia finissima e chiara, lunga più di due chilometri, abbracciata da una fitta pineta. E’ la spiaggia di Portixeddu, detta anche del rio Mannu perché tagliata a metà dalla foce del ruscello; si affaccia su un mare fantastico con splendidi fondali trasparenti, che degradano rapidamente e interessati da forti correnti; l’acqua, trasparente e cristallina, con la complicità del sole, crea colorazioni celesti suggestive e meravigliosi riflessi di luce. Spostandosi sempre verso sud, si arriva all’antica laveria di Nebida, uno dei più significativi esempi di archeologia industriale, parte integrante del parco geominerario della Sardegna, patrimonio riconosciuto dall’Unesco. La miniera conobbe un lungo periodo florido nella prima metà del XX secolo, interrotto soltanto dalle due guerre mondiali, con punta massima negli anni Trenta. Decadde con la grande crisi estrattiva degli anni Settanta e Nebida si spopolò. Costruita in mattoni e pietra a vista, si affaccia sulla costa di Masua, con scorci suggestivi, tra cui spicca lo scoglio di Pan di Zucchero, da ammirare al termine di una passeggiata panoramica. Del complesso della vecchia miniera piombo-zincifera, oggi, oltre alla maestosa laveria sul mare, la palazzina degli uffici tecnici e amministrativi e il piccolo villaggio minerario. Un territorio da visitare unico al mondo, dove nell’acqua cristallina delle coste del Sud Sardegna si specchiano le maestose infrastrutture, reale testimonianza del grande popolo dei minatori. Il Sulcis Iglesiente vanta la storia millenaria di un territorio nato e sviluppato attorno alle miniere. Una storia che ripone le sue origini addirittura nella preistoria, passando per le antichissime “fosse” minerarie, fino alle più recenti Società che certificano un passato minerario impossibile da dimenticare. Tanti studi, racconti, storie e testimonianze hanno tramandato ai giorni nostri l’epopea della lotta dell’uomo per strappare dalle profondità della terra piombo, argento, rame, ferro e barite.
Giorno 4 ISOLA DI CARLOFORTE – ISOLA DI ANTIOCO (43 KM). Dopo una bella discesa a Fontanamare, si raggiunge Portoscuso, e ci si imbarca sul traghetto per l’isola Carloforte, dove i locali pescano ancora il Tonno Rosso. U pàize è un enclave ligure in Sardegna, tuttora strettamente legato a Pegli e Genova; ti conquisterà con viuzze e vicoli che si inerpicano su un lieve pendio, con scorci colorati e vedute sul mare, con porticciolo e antiche fortificazioni difensive, di cui restano torri d’avvistamento e tratti di mura con fortini, compresa la Porta del Leone. Nell’architettura del borgo, inserito nel club dei più belli d’Italia, si distinguono u Palassiu di inizio Novecento, oggi cineteatro Giuseppe Cavallera, e la chiesa della Madonna del naufrago, che accoglie la statua lignea venerata dai tabarchini, simbolo di fede e unione solidale della comunità. A Spalmadureddu c’è la torre San Vittorio, avamposto difensivo costruito con blocchi di trachite, convertito nel 1898 a osservatorio astronomico. Il mare è parte essenziale: le coste di san Pietro sono un susseguirsi di rocce frastagliate e insenature; a nord la romantica Cala Vinagra, a nord-ovest il fiordo che si chiude con l’incantevole Cala Fico, a ovest il promontorio di Capo Sandalo, dominato dal faro ottocentesco più occidentale d’Italia, a sud la scenografica spiaggia La Bobba, le scogliere a strapiombo della Conca e Le Colonne, due faraglioni emergenti, simbolo di Carloforte. Da Carloforte, si prosegue per l'isola di Sant'Antioco e la giornata termina a Calasetta. Porticciolo, case colorate e ristoranti che inebriano l’aria di invitanti profumi: è l’anima di Sant’Antioco. La rinomata cittadina dell’arcipelago del Sulcis, è il centro principale della maggiore isola della Sardegna, cui è collegata da un istmo artificiale, costruito forse dai punici e perfezionato dai romani. Le sue risorse sono pesca, sale e agricoltura, di cui è testimone il museo etnografico su Magasinu de su binu. L’isola fu abitata sin dal III millennio a.C.: testimonianze prenuragiche sono le domus de Janas di is Pruinis e i menhir di sa Mongia e su Para, e i ruderi di una trentina di nuraghi, tra cui gli imponenti s’Ega de Marteddu, Corongiu Murvonis e Antiogu Diana. Il nome dell’isola deriva dal patrono della Sardegna, martire africano esiliato, cui è dedicata la basilica di sant’Antioco; il legame eterno col santo si rinnova 15 giorni dopo Pasqua, con la più antica sagra religiosa sarda, identica dal 1615. Le coste, alte e frastagliate a sud con falesie di trachite scura, più sabbiose a nord, hanno fondali ideali per immersioni. Giorno 5 CALASETTA (Sant’Antioco) Intera giornata dedicata a questa isola. Goditi la piscina dell'hotel o sali di nuovo in sella per un anello di Sant'Antioco. Portixeddu è la spiaggetta più vicina alla città, contornata da rocce chiare e verde per i rarissimi ginepri fenici, secolari palme nane ed essenze mediterranee.
Maladroxa è una distesa di sabbia grigia e sottile: dal suo fondale emergono acque termali, sfruttate già dai romani. Superati il promontorio Serra de is tres Portus e lo stagno di santa Caterina, dove nidificano cavaliere d’Italia e fenicottero, arriverete all’ampia e sinuosa spiaggia di Coqquaddus. Sulla scogliera is Praneddas (arco ‘dei Baci’) sarete su una terrazza, 200 mt sopra il mare. A largo degli scogli piatti e imbiancati di salsedine di Cala Sapone; qui già i fenici pescavano i tonni. Oggi i ruderi dell’ottocentesca tonnara. Vicine altre suggestive baie: le cale Grotta e della Signora. Capo Sperone è l’estrema punta a sud: mare azzurro cangiante e distese di peonie rosa. Sullo sfondo gli isolotti della Vacca e del Toro, aree protette dove vola il falco della regina. Più avanti la solitaria spiaggia s’Ega de is Tirias; da visitare in mountain bike o in barca il selvaggio litorale fino a Portu de su Trigu. Capo Sandalo In alternativa, tornate a Carloforte e passeggiate lungo i suoi vicoli o esplorte l'isola fino a Capo Sandalo, una imponente scogliera a strapiombo sul mare blu dominata da un faro ottocentesco. Capo Sandalo è la punta più occidentale dell’isola, nel territorio di Carloforte, non lontana dall’incantevole Cala Fico, oasi avifaunistica dove nidifica il falco della regina. Si scende al mare dai riflessi verdi cristallini attraverso ripidi sentieri o da una lunga scalinata. Il promontorio è un susseguirsi di piccole cale rocciose e scogliere impervie. Capo Sandalo è dominata dal faro più a ovest d’Italia: una torre costruita nel 1864 al centro di un edificio a due piani. La sommità si erge a 138 mt. e la sua lanterna solca il buio fino a 28 miglia dalla costa, ultima rassicurante luce per le navi lungo la rotta verso Gibilterra. P er arrivare alla lanterna dovrete salire 124 gradini, una volta arrivato in cima, vi sentirete sospesi tra cielo e mare.. Le aspre scogliere si alternano a insenature con spiagge riparate dal vento: a nord-ovest si apre il panorama di Cala Vinagra, a nord-est c’è un altro splendido punto di immersione, le Tacche Bianche, piana a 18 metri di profondità ricoperta di posidonia con singolari rocce a forma di fungo, a sud i due faraglioni detti Le Colonne e la splendida insenatura La Conca. Giorno 6 CALASETTA – SANT’ANNA ARRESI (40 KM). Pedalate nei prati, verdi in primavera e giallo oro in autunno, dell'isola di Sant'Antioco. Si prosegue verso la parte più meridionale della Sardegna. Tratalias, un paese lontano nel tempo, avvolto dal fascino intatto della sua storia millenaria, sorge di fronte al golfo di Palmas. Il borgo originario fu abbandonato negli anni Ottanta del XX sec., dopo la realizzazione del lago artificiale di monte Pranu, le cui acque, infiltrandosi, resero inagibili le case. Il nuovo paese sorse a poche centinaia di metri. Il borgo ‘fantasma’ di po che case in pietra restaurate vi porterà nell’atmosfera incantata dell’antica Tatalia, un tempo chiusa da tre archi ‘barocchi’ (due oggi integri), forse accessi alla cittadella.
Al centro, l’ex cattedrale di santa Maria di Monserrato, un gioiello d’arte romanica con forme architettoniche uniche nell’Isola. Alle sue spalle ci sono laboratori artigiani maestri nell’arte manifatturiera. Nel museo è custodito il carro che porta in processione il simulacro della Vergine di Monserrato la domenica dell’Ascensione. Possibilità di escursione all’oasi naturalistica del parco di monte Pranu, lungo itinerari segnalati, strade usate un tempo dai pastori e ferrovie dismesse. All’interno c’è un’alta concentrazione di siti archeologici: 11 nuraghi, quattro villaggi e due tombe di Giganti, su un totale di 40 insediamenti nuragici del territorio trataliese, abitato sin dal Neolitico (come testimonia il villaggio di Tracasi). Il complesso di nuraghe is Meurras, contornato da villaggio e tomba di Giganti, è il principale. Tratalias il borgo “fantasma” Insieme al vicino e imponente Carroccia, anch’esso con annessa tomba di Giganti, erano posti a controllo del territorio. In cima a un colle c’è il complesso di Sirimagus. Mentre i nuraghi meglio conservati sono, tra i monotorre, il Cuccu, tra i complessi, il Tratalias: torre centrale e tre perimetrali unite da cortine murarie. Percorrendo tranquille stradine di campagna, assaporate la pace delle dolci pianure del Sulcis fino a Sant’Anna Arresi, un piccolo e rinomato centro del Sulcis, nella Sardegna sud-occidentale: è un grazioso paese di quasi del basso Sulcis, dalle mille attrattive naturalistiche, culturali ed enogastronomiche; ha la particolarità di un nuraghe incentro città e una costa tra le più belle dell’isola. Giorno 7 SANT’ANNA ARRESI Partenza per Porto Pino, famosa e ambita meta turistica grazie, ‘perla’ del Mediterraneo dalla bellezza abbagliante ed ecosistema in armonia tra placide lagune, per osservare i fenicotteri e molti altri uccelli; un verde rigoglioso, dune di sabbia bianca e fine, e un mare limpido e turchese. Una collina domina la pianura ricca di stagni costieri di Porto Pino, di Maestrale, del Corvo, is Brebeis e Foxi, che ospitano cavalieri d’Italia e fenicotteri. L’area lagunare è delimitata dal promontorio di Porto Pino, ricoperto da una vasta pineta di rarissimi pini d’Aleppo, querce spinose e ginepri, e da macchia mediterranea. Lungo la costa arresina, fra calette di sabbia rosa, lunghe spiagge ‘desertiche’ e scogliere con fondali mozzafiato, spicca il paradiso caraibico di Porto Pino, distesa sabbiosa di quattro chilometri divisa in ‘prima’ e ‘seconda’ spiaggia, che confina con is Arenas Biancas, le imponenti e candide dune del territorio di Teulada. In alternativa, potete andare a Santadi per degustare alcuni dei migliori vini della Sardegna presso la celebre azienda vinicola locale. Santadi è un paese del basso Sulcis, forte di una tradizione vinicola giunta ai vertici mondiali grazie al carignano. Giorno 8 SANT’ANNA ARRESI – PULA: la costa meridionale (57 km). Passerella finale del tour è la bellissima Costa del Sud con le sue spiagge bianche scintillanti, il paesaggio naturale incontaminato e le scogliere imponenti: Capo Malfatano con la sua torre del XVI secolo e Capo Spartivento. Nel tratto di costa di Capo Malfatano si alternano spiagge di sabbia grigiastra, scogliere impervie e cale con sabbia ambrata mista a ciottoli e scogli. I fondali sono ovunque limpidi e bassi, l’acqua ha tonalità tra verde smeraldo e turchese. Tra le spiagge del promontorio se ne distingue una di grande impatto scenografico, chiamata appunto Capo Malfatano, come il promontorio e che sta tra Tuerredda e Piscinnì.
Insieme alla Tuerredda, spiaggia-simbolo dell’intera Sardegna, e alle splendide Porto Tramatzu, Cala Zafferano e alle Dune (o Is Arenas Biancas) di Porto Pino, compone il tesoro costiero di Teulada. Baia Sardinia Si presenta con sabbia a grana media e ciottoli, fondali molto bassi e sabbiosi e insenature con rocce e scogli di colore ambrato. Le acque assumono un colore celeste chiaro che diventa più azzurro allontanandosi dalla riva e sono sempre calme. Non a caso la baia, riparata dai venti, era stata scelta a partire dal VI secolo a.C. prima dai fenici, poi dai punici, quale approdo. Capo Malfatano è sovrastato da una torre spagnola; dall’alto, una vista spettacolare spazia sulle baie vicine, in particolare nel versante ovest, le calette di punta Tonnara, raggiungibili con una ripida discesa, verso l’isoletta di Tuerredda e, in lontananza, spuntano i faraglioni di Capo Spartivento Prima di Pula, rilassatevi sulle affascinanti spiagge caraibiche di Chia. Dalla torre, che domina il litorale, si accede ad una lunga lingua di sabbia intervallata da piccole insenature incorniciate da una fitta vegetazione e lambite da un mare verde smeraldo; un vero e proprio spettacolo della natura. Percorrendo la costa, si attraversano le spiagge di Sa Tuerra, Porto Campana, Spiaggia de su Sali, e Su Giudeu, la più bella di tutte con un isolotto facilmente raggiungibile per il basso fondale che lo separa dalla terraferma. E’ detta anche spiaggia de s'Abba Durci (spiaggia dell'acqua dolce), è una lunga distesa di candida sabbia circondata da alte dune ricoperte di ginepri secolari; un paesaggio particolarmente suggestivo. Giorno 9 Giornata Libera Giornata alla scoperta di Pula e di questa splendida costa meridional. Potete visitare l'antico insediamento fenicio e poi romano di Nora. Dopo lo shopping a Pula, festeggiate la fine del tour sorseggiando un bicchiere di mirto, il rinomato liquore sardo, nella piazzetta Giorno 10 Partenza Partenza dopo colazione.
Quote in camera doppia CAT 3***/Agriturismo Per persona € 795,00 La quota include: 9 pernottamenti con prima colazione e presentazione del tour in hotel o via telefono - trasporto bagagli giornaliero – roadbook con materiale informativo - servizio di assistenza telefonica - assicurazione Allianz assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e bagaglio La quota non include: Pranzi e cene - transfer da e per aeroporto - tasse di soggiorno – ingressi a musei e siti archeologici – traghetti per Carloforte e Calasetta. INCLUSI : Casco, Borraccia, Lucchetto, Sacca, Kit di riparazione: (camera d’aria, gonfia gomme, leva pneumatico) SUPPLEMENTI: E-BIKE: € 180 ALTA STAGIONE (26 luglio – 3 settembre): € 220 CAMERA SINGOLA: € 190 PARTENZA NON DI SABATO: € 60 NOLEGGIO BICI: € 125 (€ 15 per ogni giorno extra) BICI ELETTRICA: € 250 (€ 25 per ogni giorno extra) Il noleggio delle bici elettriche deve essere protetto con carta di credito TRASFERIMENTI (minimo 2 persone) Per persona: Cagliari – Arbus: € 60 Per persona: Pula – Cagliari: € 40 Trasporto bici propria: € 10 per bicicletta SERVIZI AGGIUNTIVI SU RICHIESTA: Noleggio GPS / tracce GPX Notti extra Supplemento mezza pensione
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