News dal Consiglio della Toscana - Novembre 2021 - AltraPsicologia

Pagina creata da Roberto Rossini
 
CONTINUA A LEGGERE
News dal Consiglio della
Toscana – Novembre 2021
Ecco gli ultimi aggiornamenti dal Consiglio dell’Ordine degli
Psicologi della Toscana.

FONDAZIONE.

In estate avevamo chiesto, in quanto Consiglieri dell’ente
principale finanziatore della Fondazione, di poter leggere le
delibere e i verbali (qui).
Dalla Fondazione ci avevano risposto che non ci sono delibere
e che i verbali non ci sarebbero stati inviati.

A Ottobre abbiamo quindi portato la questione in Consiglio e
abbiamo ottenuto di poter ricevere i verbali (a quanto pare
saranno spediti per posta…) e ci è stato spiegato che le
delibere sono incluse nei verbali stessi.
Vedremo quando potremo effettivamente consultare questo
materiale che chiediamo ormai da prima dell’estate.

BILANCIO DI PREVISIONE E PROGRAMMAZIONE 2022.

Novembre è mese di programmazione delle attività negli enti.
Come sempre non mancheremo di far avere il nostro sostegno e
la nostra collaborazione per tutte le iniziative in linea con
il programma elettorale per cui siamo stati eletti.

Abbiamo comunque espresso voto contrario alla programmazione
per il 2022 sostanzialmente per le stesse ragioni che già
l’anno scorso – con spirito costruttivo – avevamo ampiamente
illustrato.

Questi sono i principali punti:

1) Grande assente il lavoro dei liberi professionisti, se non
nella fornitura di servizi e convenzioni. Manca una visione
d’insieme, un’analisi strategica dei bisogni per poter
costruire dei percorsi che promuovano occasioni per
l’occupazione, tenendo conto dei diversi segmenti di
professionisti e professioniste iscritte.

2) Manca completamente un orientamento per i neoiscritti, a
maggior ragione considerando che il loro numero continua a
crescere oltre le previsioni, un trend che probabilmente
aumenterà ancora con l’arrivo delle lauree abilitanti.

3) Le iniziative e le proposte sono per la grande parte
schiacciate sulle esigenze degli psicologi clinici e degli
psicoterapeuti, relegando ad un ruolo pressoché marginale
tutta la parte che coinvolge la psicologia del lavoro, la
psicologia sociale e la psicologia di comunità.

4) La comunicazione è tutta orientata all’avere “maggiore
visibilità”: ma agli psicologi non basta essere visti, occorre
fare innanzitutto una lettura dell’immagine professionale da
un lato e dall’altra dei bisogni sfaccettati dell’utenza a
tutti i livelli, per calibrare di volta in volta le
iniziative. Non basta un’agenzia di comunicazione, serve
un’idea complessiva su cosa si voglia comunicare e a chi.

5) Sull’organizzazione dell’ente ci trasciniamo ormai da tempo
una serie di complicazioni e difficoltà che erano già presenti
nell’istante in cui ci siamo insediati.
Già dal primo consiglio avevamo indicato alcune esigenze che
sarebbe stato urgente programmare in vista di una
riorganizzazione quanto mai necessaria per reggere le esigenze
di un ente sempre più oberato, ma a questo punto, date le
ultime decisioni assunte, queste nostre istanze sembrano
tramontare definitivamente.

INDENNITA’ E GETTONI.

Le 4 cariche di Opt ricevono un’indennità mensile. Già a
Novembre 2020 era stato in parte affrontato l’argomento,
quando ci era stata portata una proposta per la rimodulazione
dei criteri di assegnazione dei gettoni di presenza. In quel
caso il punto fu stralciato perché non eravamo disponibili a
votare all’unanimità una proposta che prevedeva l’assegnazione
di due gettoni per due Consigli separati che si sarebbero
dovuti tenere lo stesso giorno. Già in quell’occasione,
comunque, avevamo manifestato la nostra disponibilità a
trovare un’idea condivisa sulle indennità e i gettoni, perché
riteniamo che i costi della politica non sono rappresentati
dai compensi ma dall’incompetenza degli amministratori.

Nel Consiglio di Novembre 2021 ci è stata portata una nuova
proposta, che in sostanza aumenta di 6mila euro/anno
l’indennità per ciascuna carica. Abbiamo votato contrari non
tanto per la cifra in sé quanto per la logica con cui sono
stati individuati gli aumenti. Ad esempio è previsto che
vicepresidente, tesoriere, segretario percepiscano la stessa
indennità. Questo non tiene conto del fatto che il Tesoriere,
in assenza di una figura dirigenziale all’interno dell’Ordine,
svolge anche la funzione di Direttore dell’ente, con
un’assunzione di responsabilità e carico di lavoro
imparagonabile rispetto alle altre cariche. Stando poi alle
premesse della delibera proposta, tramonta definitivamente
l’ipotesi – a parole più volte appoggiata – di rivedere
l’organizzazione della nostra pianta organica, prevedendo
anche l’assunzione di una figura dirigenziale.

   L’unico criterio che è stato tenuto in considerazione per
   la quantificazione dell’indennità è l’aumento del numero
   degli iscritti. Nessun criterio in considerazione del
raggiungimento effettivo degli obiettivi come invece
   sarebbe auspicabile, e quindi nessun criterio di
   rimodulazione col raggiungimento o meno degli stessi.

   In ogni caso, l’aumento dell’indennità è stato comunque
   votato dalla maggioranza.

Abbiamo invece votato favorevoli ad alcuni aggiustamenti nella
quantificazione dei gettoni di partecipazioni ad alcune
commissioni, in particolare per quanto riguarda il lavoro
della commissione deontologica che richiede un notevole lavoro
di studio, approfondimento e riflessione anche al di fuori
delle ore impegnate nelle riunioni.

PROTOCOLLO SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE OPT.

Dopo la modifica del protocollo con l’inserimento su nostra
proposta (qui) di un apposito punto che impegnasse le scuole a
non formare counselor & simili, e la seguente sottoscrizione
da parte delle scuole, ci aspettavamo che all’evento di
promozione degli istituti organizzato con le risorse
dell’Ordine non partecipassero istituti che pubblicizzano
questo tipo di corsi.

Con nostra sorpresa, invece, ci siamo resi conto che le cose
non sono andate così.
Abbiamo così segnalato immediatamente quelli che per noi erano
i casi più evidenti di violazione del protocollo.

A Settembre ci era stato detto che si sarebbe proceduto ad un
approfondimento, di fatto, però, le scuole – anche quelle
evidentemente in violazione degli impegni – hanno fatto il
loro evento, che è stato anche caricato sui canali dell’Ordine
ed è tuttora visibile.

Al consiglio di Novembre abbiamo chiesto l’inserimento di un
apposito punto all’Ordine del giorno per avere riscontro di
cosa fosse successo.

Ci è stato detto che le scuole che avevamo segnalato erano
evidentemente inadempienti rispetto al protocollo, e anzi da
un ulteriore approfondimento erano emerse altre possibili
situazioni critiche.

A fronte delle evidenti inadempienze, unanimemente
riconosciute, non è chiaro come mai però si sia proceduto in
ogni caso a far fare l’evento a questi istituti anche
quest’anno, nonostante il protocollo preveda l’immediata
decadenza in caso di mancato rispetto degli impegni.

Fatta la frittata per il secondo – e si spera ultimo – anno
consecutivo, almeno pare si cercherà di correre ai ripari.
Inizialmente la Presidente ci aveva detto che le verifiche sul
rispetto dei criteri del protocollo ci sarebbero state in
primavera, ma considerando che dalle nostre segnalazioni sono
già emerse situazioni di criticità (e altre ulteriori ve ne
sarebbero) si procederà con l’attivazione della commissione
tutela già a partire dai prossimi giorni.

NUOVA AREA RISERVATA E TRASPARENZA.

Entro la fine di Novembre dovrebbe essere completato l’accesso
alla nuova area riservata solo con SPID o CIE.

Apprendiamo che è stato dato seguito (finalmente!) alla nostra
richiesta (posta mesi addietro) di pubblicare in area pubblica
le delibere sia i verbali dell’Ordine.
Voto elettronico in Abruzzo:
si può (si deve) fare.
Le elezioni per l’Ordine Abruzzo sono ormai prossime. Infatti
il commissario nominato dal Ministero ha 90 giorni di tempo.
Tanti ne prevede in questi casi la Legge 56/89.

Va ricordato che le elezioni si rendono necessarie perché l’ex
Presidente Bontempo, con una condotta politicamente
deprecabile, ha condotto l’Ordine fino al commissariamento.

Il grande tema di queste elezioni è il VOTO ELETTRONICO.

Infatti recentemente (il 7 ottobre scorso) il CNOP ha
approvato un regolamento che prevede il voto elettronico per
tutte le successive elezioni.

Lo stesso CNOP si è attribuito il compito di ‘individuare la
piattaforma digitale unica’ che gli Ordini dovrebbero usare.
Una scelta molto opinabile, dato che ciascun Ordine è una
pubblica amministrazione autonoma che potrebbe benissimo
individuare da sé la piattaforma.
Ma per non ostacolare l’adozione del voto elettronico, alla
fine è stato accettato anche questo compromesso.

Tutti alla fine hanno esultato, per l’adozione del voto
elettronico.

E ora che tutto è stabilito e tutti sono felici e contenti, si
deve assolutamente procedere.

I tempi ci sono, perché i fornitori di piattaforme di questo
tipo non sono molti e sono tutti sul MePA – lo speciale
mercato riservato alle Pubbliche Amministrazioni. Inoltre il
costo è estremamente ridotto, poche decine di migliaia di
euro, per cui le procedure di affidamento sono snelle e
richiedono AL MASSIMO poche settimane.
Il termine massimo di 4 mesi che il CNOP si è dato è –
confidiamo – una premura puramente prudenziale. Tutti noi che
amministriamo Ordini sappiamo benissimo che affidamenti di
questo tipo non richiedono 4 mesi. Semmai, 4 settimane.

Il voto elettronico presenta numerosi vantaggi, che come
Altrapsicologia abbiamo spesso sottolineato e che ENPAP ha
dimostrato essere reali:

Economicità: si risparmia fino all’80%. In ENPAP si è passati
da 1,1 milioni di euro di spesa per il voto tradizionale a
meno di 100mila euro per le ultime elezioni.

Sicurezza e trasparenza: il voto elettronico ha un basso
livello di contenzioso rispetto al voto tradizionale, perché è
molto più lineare e controllato e non prevede schede di voto
vaganti su auto, scooter, trolley e diligenze a cavalli.

Dati alla mano, il voto elettronico non è comunque in grado di
rivoluzionare le sorti della partecipazione, perché la
percentuale di votanti si mantiene sempre intorno al 20-30%.
Ma a quel punto è una scelta degli elettori, quella di non
votare, e non un effetto indotto dalla complessità delle
procedure.

Insomma   la   possibilità   c’è,   la   convergenza   politica
(apparentemente) pure… Dovrebbero esserci tutte le condizioni
per concentrare le energie e i lavori per rendere il voto
elettronico una realtà a partire dalle elezioni in Abruzzo.

È il momento di dimostrare che siamo tutti d’accordo. E che
vogliamo uscire dal medioevo.
BANDO OPL DA 50 MILA EURO, MA
SOLO SE HAI TANTI AMICI
50mila euro per finanziare progetti selezionati senza criteri
trasparenti e chiari, dove la Presidente Parolin può
influenzare il risultato decidendo autonomamente chi seleziona
le migliori proposte; proposte che ottengono il finanziamento
sulla base di quanti like otterranno. Un concorso a premi con
criteri di selezione poco democratici e che danneggiano i
giovani colleghi, coordinato dal Tesoriere Valentino Ferro.
Nell’epoca dei like e dei follower anche l’Ordine degli
Psicologi della Lombardia si adegua al modus operandi degli
influencer. Con il voto favorevole dei 9 consiglieri di
maggioranza di Professione Psicologo e l’astensione di
AltraPsicologia, viene deliberato il regolamento di un
bellissimo concorso a punto: il “Bilancio Partecipato”, anche
se di “partecipato” ha poco e nulla.

COME FUNZIONA?
Nelle prossime settimane OPL pubblicizzerà l’apertura del
bando: 50 mila euro per finanziare i progetti dei colleghi.
Dopo una prima selezione effettuata da una commissione, gli
iscritti all’ordine avranno la possibilità di votare
liberamente online.
Potrebbe essere uno strumento pratico di democrazia
partecipata e diretta, ma di democrazia in questa proposta se
ne vede poca, a partire dal regolamento che ha un corpus molto
chiaro: favorire chi ha più conoscenze. Se hai più amici e ci
sai fare con le “public relation” vinci il bando: come con il
televoto di Sanremo. Avete presente quando la Ferragni ha
invitato i suoi followers a votare per il marito Fedez?

Più un concorso a punti che un bel progetto democratico e
meritocratico.

I 5 progetti più votati riceveranno un finanziamento di
massimo 10 mila euro ciascuno.

MANCA TUTTO: TRASPARENZA, CHIAREZZA E MERITOCRAZIA
Dietro ad una bella vetrina ci sono un sacco di osservazioni e
mancanze.

1. La commissione che effettua la prima selezione dei progetti
sarà composta da persone scelte dalla Presidente e dal
Direttore Amministrativo. Questa commissione dovrà scegliere i
10 progetti più interessanti. In un’ottica di democrazia
istituzionale ci sembrava naturale affiancare la Presidente in
questa composizione. Se la parte politica viene coinvolta in
questa fase, riteniamo che vi debbano essere tutte le istanze,
maggioranza e minoranza, e non solo una parte.

2. Non esiste un disciplinare. Non viene esplicitato come
dovranno essere presentati i progetti. Quali caratteristiche
dovranno avere, quali capitoli si dovranno sviluppare
necessariamente le tematiche. Quali punteggi saranno assegnati
e con quali proporzioni o banalmente quanto dovranno essere
lunghi. Se avete risposto ad un bando nella vostra vita
professionale, sapete di cosa parlo. Ma qui non c’è nulla, non
esiste nulla di tutto ciò. Il senso: presentate i progetti e
decidiamo noi, sulla base del nulla, quali sono meritevoli o
meno, tanto siamo la maggioranza!

3. Il regolamento del bando prevede un maggior punteggio ai
progetti che si presentano con referenze. Ma poi quali
referenze? Come vengono valutate? Vale più una referenza di
un’università o 10 referenze di associazioni semideserte?
Questo sistema non solo non è chiaro, ma ci sembra favorisca
chi è già inserito nel mondo del lavoro e ha contatti
istituzionali. Il timore che abbiamo è che il un giovane
collega neoabilitato senza referenze finisca in fondo alla
lista. Pazienza se ha una bella idea! Abbiamo quindi
consigliato di eliminare la parte delle referenze o di
valutare un sistema di punteggio delle su base proporzionale:
maggiori sono gli anni di iscrizione all’albo, minore è il
valore delle referenze.

4. Il processo finale di votazione online premia chi è più
conosciuto. È un dato di fatto. Accade in tutti concorsi che
hanno questo processo, con il rischio concreto che si
favoriscano dati soggettivi a svantaggio di una reale
meritocrazia. Non è facile trovare soluzioni a questo
“inghippo democratico”, ma ad esempio si potrebbe nascondere
il nome del proponente portando i colleghi a votare realmente
il progetto. I progetti potrebbero comparire nella votazione
con una randomizzazione casuale in modo che non siano sempre
al medesimo posto. Oppure si potrebbe costruire un punteggio
finale proporzionato tra la scelta di una giuria superpartes e
il voto online.

UN SILENZIO IMBARAZZANTE
Le nostre osservazioni sono suggerimenti per un esercizio di
democrazia reale, con un occhio alla meritocrazia e alla vera
oggettività dei processi. Vogliamo presentarci come parte
attiva di una politica democratica? Bene, lavoriamo per una
reale proposta di Bilancio Partecipato che parte da gruppi di
lavoro costituiti dai colleghi, su tematiche specifiche.
Creiamo obiettivi comuni e discussi. Partiamo dal basso per
arrivare a risultati più alti utili a tutta la categoria
professionale della nostra regione..

Ma così non è! Alla nostra maggioranza non interessano queste
osservazioni. Per loro il concorso a premi è una bella
proposta. Così il finto progetto di Bilancio Partecipato ha il
suo “début” senza confronti e aperture: una sola parte
politica coinvolta nelle scelte della commissione, nessun
criterio di valutazione chiaro e trasparente, le referenze
come elemento di valore e il voto della propria rete di
conoscenti a farti vincere 10 mila euro.

Come stiamo in Lombardia? La solita noiosa maggioranza che va
avanti a colpi di alzata di mano e silenzi imbarazzanti
nonostante l’evidente assenza di chiarezza.
Parafrasando Nanni Moretti “consigliere di maggioranza (o di
Professione Psicologo) dì qualcosa, reagisci, dì una cosa di
sinistra, dì una cosa anche non di sinistra, di civiltà, ma
per favore dì qualcosa!”

News dal Consiglio della
Toscana – Settembre 2021
Il 16 Settembre 2021 sono ripresi i lavori del Consiglio
dell’Ordine della Toscana dopo la pausa estiva.

Questi i principali aggiornamenti:

– Giornata nazionale della Psicologia: OPT ha deciso di
aderire all’iniziativa del CNOP sulla giornata nazionale della
psicologia. Come l’anno scorso, si prevede di organizzare uno
spettacolo teatrale, acquistare alcuni spazi pubblicitari su
alcuni quotidiani e pubblicare alcuni post sponsorizzati su
Facebook.
Per quanto ci riguarda, anche quest’anno ci troviamo di fronte
ad un approccio estemporaneo delle iniziative di promozione
della figura dello psicologo, a livello nazionale e di
riflesso a livello regionale.
A meno di un mese dall’evento, non si ha progettualità
definita degli eventi, il piano di comunicazione è
autoreferenziale, non abbiamo nemmeno chiari quali siano i
costi complessivi che andremo a sostenere.
La promozione è un processo di relazione che richiede
strategia e sinergia con il territorio.
La promozione non si esaurisce nella mera visibilità, in
pagine pubblicitarie o spot; queste rappresentano solo una
piccolissima parte.
Ci siamo perciò astenuti sullo spettacolo teatrale e la
promozione stampa e web, con la speranza che per il futuro
queste nostre osservazioni, che avevamo già espresso l’anno
scorso, possano trovare maggiore accoglimento per un
miglioramento nelle scelte per quanto riguarda le strategie di
promozione della professione.
Sui colloqui gratuiti e l’iniziativa “Studi aperti”, invece,
in linea con la nostra posizione politica, ci siamo espressi
con voto contrario.
Per quanto ci riguarda non si può promuovere il lavoro
gratuito dei colleghi e delle colleghe.

– Ratifica nomina referente Pari Opportunità CNOP: nel
consiglio di Luglio, spulciando i curriculum dei relatori e
delle relatrici per un convegno, scopriamo con nostra grande
sorpresa che OPT a maggio dell’anno scorso (2020) ha nominato
una referente per il Comitato Pari Opportunità del CNOP.
Il punto è che queste nomine devono passare dal consiglio,
anche solo per la ratifica.
Invece nulla ci è stato mai portato in Consiglio.

L’abbiamo scoperto leggendo altri documenti, completamente per
caso.
Nulla da eccepire sulla collega nominata dalla Presidente, il
punto è che una nomina in un altro ente deve passare dal
consiglio e non si tratta di un vezzo democratico ma di
rispetto delle norme.
E’ scritto infatti a chiare lettere nella nostra legge
istitutiva (Legge 56/89 Art.12 lettera g), ma anche nel
regolamento del funzionamento del consiglio OPT e persino nel
regolamento della Commissione Pari Opportunità del CNOP.

È chiaro che ci sono decisioni che devono essere prese in
urgenza ma non ci sono spiegazioni plausibili per aspettare
più di un anno per portare la delibera in Consiglio.

Questo comportamento dichiara esattamente ciò che sembra…
Abbiamo votato contrari alla ratifica, per segnare il nostro
completo disaccordo su questo processo poco trasparente,
assolutamente grossolano e approssimativo.

Contestualmente abbiamo sottolineato la necessità, a questo
punto, di definire in quali casi e con quali tempi si possano
fare decreti presidenziali.

– Patrocini: abbiamo discusso della concessione di un
patrocinio per un evento dedicato alla psicologia giuridica.
In una delle tavole rotonde saranno presenti due tra i
principali sostenitori dell’alienazione parentale in Italia
per parlare dell’utilizzo della ctu nei casi di separazione.
Come consigliere e consiglieri di AltraPsicologia siamo
convinti che il patrocinio non possa essere ridotto a un mero
atto formale, pertanto abbiamo espresso voto contrario alla
concessione del patrocinio di OPT, che è stato comunque
approvato a maggioranza.

In ultimo: ci saremmo aspettati, dopo quanto emerso a Luglio
sulla fondazione che non fa delibere e non ci fa vedere i
verbali (ne avevamo parlato qui: I misteri della Fondazione
dell’Ordine della Toscana), che venisse messo un punto al
riguardo all’ODG. A questo punto provvederemo a proporlo noi
per il consiglio di Ottobre, anche in vista di un nuovo
bilancio previsionale che si dovrà approvare nei prossimi
mesi.

Elezioni   Ordine  Puglia:
sentenza di Appello Luglio
2021
Le ultime elezioni dell’Ordine degli Psicologi della Puglia
(novembre 2019) sono giustamente diventate un caso nazionale,
dato che lì accaddero cose che voi umani non vi aspettereste
mai: una sarabanda (che era ed è difficile non immaginare come
pre-orchestrata) di ingiustificate omissioni, assurde
interpretazioni di norme, violente prevaricazioni finali che
portarono alla non ammissibilità allo scrutinio di quasi un
terzo dei voti espressi dai colleghi.

A questo torto ci opponemmo con tutta la nostra forza,
invocando prima l’intervento del CNOP (che ci fu, ma venne del
tutto ignorato da chi gestiva il seggio elettorale) e con una
serie di ricorsi giudiziari (qui potete leggere l’ultimo),
prodotti man mano che registravamo le allucinanti gesta degli
avversari.

Su tutto questo si espresse il Tribunale Civile di Bari nel
dicembre scorso, con la sentenza che potete leggere qui. La
sentenza constatava «plurime omissioni che non concretano una
semplice irregolarità̀ formale delle operazioni elettorali,
bensì integrano un insanabile vizio sostanziale della
procedura» e stabiliva l’annullamento dell’intera procedura
elettorale.

Naturalmente, i nostri avversari si sono opposti in Corte
d’Appello, che il 28 luglio scorso ha accolto il loro ricorso
con la sentenza che potete leggere qui in originale, rilevando
un vizio procedurale nel giudizio di primo grado (la mancata
notifica di uno dei tre ricorsi a tutte le controparti) e
annullando la sentenza del Tribunale Civile. Pur non
condividendo quella sentenza (se uno dei tre ricorsi era
viziato la Corte avrebbe potuto bocciare quello e pronunciarsi
nel merito sugli altri due…) la rispettiamo, e torneremo al
Tribunale Civile per riprendere le fila del discorso.
La Corte d’Appello, tuttavia, ha sottolineato espressamente:
«la natura meramente interlocutoria della presente pronuncia,
resa soltanto in rito, che non lambisce il sostanziale oggetto
del contendere tra le parti e la correttezza della decisione
nel merito della gravata pronuncia».

Qualcuno dei nostri oggi rumorosissimi avversari sta cercando
invece di far passare tale sentenza come un giudizio di merito
sull’intera vicenda, come se le elezioni fossero state
regolari. Non è così, e non c’è solo questo. Alla violenta
ingiustizia subita dagli psicologi pugliesi – che hanno visto
vanificato l’intero procedimento che ha portato a questa
maggioranza e a questo presidente – si è aggiunta la beffa di
avere un Ordine gestito da una maggioranza che ha fatto
sfracelli di legittimità per conquistare una postazione, e poi
lasciarla inerte e vuota: non c’è azione, non c’è
rappresentanza, non c’è autorevolezza, non c’è ascolto.

AltraPsicologia continuerà la sua battaglia con la serenità e
la determinazione che nascono da un sentimento e una necessità
di giustizia e di legalità, elementi sostanziali di una
professione per sua natura profondamente etica. Crediamo nella
bellezza della nostra professione, crediamo nella sua assoluta
rilevanza per le persone e per la comunità e per questo
aspetteremo che la giustizia faccia il suo corso, e che le
psicologhe e gli psicologi pugliesi abbiano la rappresentanza
che si meritano (quella che avevano voluto darsi già nel 2019,
per la verità). Continuando le azioni di cultura e di politica
professionale per le quali siamo nati, e che con piacere ogni
volta facciamo.

Giuseppe Vinci

Coordinatore AP Puglia
Puoi anche leggere