News dal Consiglio della Toscana - Novembre 2021 - AltraPsicologia
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News dal Consiglio della Toscana – Novembre 2021 Ecco gli ultimi aggiornamenti dal Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Toscana. FONDAZIONE. In estate avevamo chiesto, in quanto Consiglieri dell’ente principale finanziatore della Fondazione, di poter leggere le delibere e i verbali (qui). Dalla Fondazione ci avevano risposto che non ci sono delibere e che i verbali non ci sarebbero stati inviati. A Ottobre abbiamo quindi portato la questione in Consiglio e abbiamo ottenuto di poter ricevere i verbali (a quanto pare saranno spediti per posta…) e ci è stato spiegato che le delibere sono incluse nei verbali stessi. Vedremo quando potremo effettivamente consultare questo materiale che chiediamo ormai da prima dell’estate. BILANCIO DI PREVISIONE E PROGRAMMAZIONE 2022. Novembre è mese di programmazione delle attività negli enti. Come sempre non mancheremo di far avere il nostro sostegno e la nostra collaborazione per tutte le iniziative in linea con il programma elettorale per cui siamo stati eletti. Abbiamo comunque espresso voto contrario alla programmazione per il 2022 sostanzialmente per le stesse ragioni che già l’anno scorso – con spirito costruttivo – avevamo ampiamente
illustrato. Questi sono i principali punti: 1) Grande assente il lavoro dei liberi professionisti, se non nella fornitura di servizi e convenzioni. Manca una visione d’insieme, un’analisi strategica dei bisogni per poter costruire dei percorsi che promuovano occasioni per l’occupazione, tenendo conto dei diversi segmenti di professionisti e professioniste iscritte. 2) Manca completamente un orientamento per i neoiscritti, a maggior ragione considerando che il loro numero continua a crescere oltre le previsioni, un trend che probabilmente aumenterà ancora con l’arrivo delle lauree abilitanti. 3) Le iniziative e le proposte sono per la grande parte schiacciate sulle esigenze degli psicologi clinici e degli psicoterapeuti, relegando ad un ruolo pressoché marginale tutta la parte che coinvolge la psicologia del lavoro, la psicologia sociale e la psicologia di comunità. 4) La comunicazione è tutta orientata all’avere “maggiore visibilità”: ma agli psicologi non basta essere visti, occorre fare innanzitutto una lettura dell’immagine professionale da un lato e dall’altra dei bisogni sfaccettati dell’utenza a tutti i livelli, per calibrare di volta in volta le iniziative. Non basta un’agenzia di comunicazione, serve un’idea complessiva su cosa si voglia comunicare e a chi. 5) Sull’organizzazione dell’ente ci trasciniamo ormai da tempo una serie di complicazioni e difficoltà che erano già presenti nell’istante in cui ci siamo insediati. Già dal primo consiglio avevamo indicato alcune esigenze che sarebbe stato urgente programmare in vista di una riorganizzazione quanto mai necessaria per reggere le esigenze di un ente sempre più oberato, ma a questo punto, date le ultime decisioni assunte, queste nostre istanze sembrano
tramontare definitivamente. INDENNITA’ E GETTONI. Le 4 cariche di Opt ricevono un’indennità mensile. Già a Novembre 2020 era stato in parte affrontato l’argomento, quando ci era stata portata una proposta per la rimodulazione dei criteri di assegnazione dei gettoni di presenza. In quel caso il punto fu stralciato perché non eravamo disponibili a votare all’unanimità una proposta che prevedeva l’assegnazione di due gettoni per due Consigli separati che si sarebbero dovuti tenere lo stesso giorno. Già in quell’occasione, comunque, avevamo manifestato la nostra disponibilità a trovare un’idea condivisa sulle indennità e i gettoni, perché riteniamo che i costi della politica non sono rappresentati dai compensi ma dall’incompetenza degli amministratori. Nel Consiglio di Novembre 2021 ci è stata portata una nuova proposta, che in sostanza aumenta di 6mila euro/anno l’indennità per ciascuna carica. Abbiamo votato contrari non tanto per la cifra in sé quanto per la logica con cui sono stati individuati gli aumenti. Ad esempio è previsto che vicepresidente, tesoriere, segretario percepiscano la stessa indennità. Questo non tiene conto del fatto che il Tesoriere, in assenza di una figura dirigenziale all’interno dell’Ordine, svolge anche la funzione di Direttore dell’ente, con un’assunzione di responsabilità e carico di lavoro imparagonabile rispetto alle altre cariche. Stando poi alle premesse della delibera proposta, tramonta definitivamente l’ipotesi – a parole più volte appoggiata – di rivedere l’organizzazione della nostra pianta organica, prevedendo anche l’assunzione di una figura dirigenziale. L’unico criterio che è stato tenuto in considerazione per la quantificazione dell’indennità è l’aumento del numero degli iscritti. Nessun criterio in considerazione del
raggiungimento effettivo degli obiettivi come invece sarebbe auspicabile, e quindi nessun criterio di rimodulazione col raggiungimento o meno degli stessi. In ogni caso, l’aumento dell’indennità è stato comunque votato dalla maggioranza. Abbiamo invece votato favorevoli ad alcuni aggiustamenti nella quantificazione dei gettoni di partecipazioni ad alcune commissioni, in particolare per quanto riguarda il lavoro della commissione deontologica che richiede un notevole lavoro di studio, approfondimento e riflessione anche al di fuori delle ore impegnate nelle riunioni. PROTOCOLLO SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE OPT. Dopo la modifica del protocollo con l’inserimento su nostra proposta (qui) di un apposito punto che impegnasse le scuole a non formare counselor & simili, e la seguente sottoscrizione da parte delle scuole, ci aspettavamo che all’evento di promozione degli istituti organizzato con le risorse dell’Ordine non partecipassero istituti che pubblicizzano questo tipo di corsi. Con nostra sorpresa, invece, ci siamo resi conto che le cose non sono andate così. Abbiamo così segnalato immediatamente quelli che per noi erano i casi più evidenti di violazione del protocollo. A Settembre ci era stato detto che si sarebbe proceduto ad un approfondimento, di fatto, però, le scuole – anche quelle evidentemente in violazione degli impegni – hanno fatto il loro evento, che è stato anche caricato sui canali dell’Ordine ed è tuttora visibile. Al consiglio di Novembre abbiamo chiesto l’inserimento di un
apposito punto all’Ordine del giorno per avere riscontro di cosa fosse successo. Ci è stato detto che le scuole che avevamo segnalato erano evidentemente inadempienti rispetto al protocollo, e anzi da un ulteriore approfondimento erano emerse altre possibili situazioni critiche. A fronte delle evidenti inadempienze, unanimemente riconosciute, non è chiaro come mai però si sia proceduto in ogni caso a far fare l’evento a questi istituti anche quest’anno, nonostante il protocollo preveda l’immediata decadenza in caso di mancato rispetto degli impegni. Fatta la frittata per il secondo – e si spera ultimo – anno consecutivo, almeno pare si cercherà di correre ai ripari. Inizialmente la Presidente ci aveva detto che le verifiche sul rispetto dei criteri del protocollo ci sarebbero state in primavera, ma considerando che dalle nostre segnalazioni sono già emerse situazioni di criticità (e altre ulteriori ve ne sarebbero) si procederà con l’attivazione della commissione tutela già a partire dai prossimi giorni. NUOVA AREA RISERVATA E TRASPARENZA. Entro la fine di Novembre dovrebbe essere completato l’accesso alla nuova area riservata solo con SPID o CIE. Apprendiamo che è stato dato seguito (finalmente!) alla nostra richiesta (posta mesi addietro) di pubblicare in area pubblica le delibere sia i verbali dell’Ordine.
Voto elettronico in Abruzzo: si può (si deve) fare. Le elezioni per l’Ordine Abruzzo sono ormai prossime. Infatti il commissario nominato dal Ministero ha 90 giorni di tempo. Tanti ne prevede in questi casi la Legge 56/89. Va ricordato che le elezioni si rendono necessarie perché l’ex Presidente Bontempo, con una condotta politicamente deprecabile, ha condotto l’Ordine fino al commissariamento. Il grande tema di queste elezioni è il VOTO ELETTRONICO. Infatti recentemente (il 7 ottobre scorso) il CNOP ha approvato un regolamento che prevede il voto elettronico per tutte le successive elezioni. Lo stesso CNOP si è attribuito il compito di ‘individuare la piattaforma digitale unica’ che gli Ordini dovrebbero usare. Una scelta molto opinabile, dato che ciascun Ordine è una pubblica amministrazione autonoma che potrebbe benissimo individuare da sé la piattaforma. Ma per non ostacolare l’adozione del voto elettronico, alla fine è stato accettato anche questo compromesso. Tutti alla fine hanno esultato, per l’adozione del voto elettronico. E ora che tutto è stabilito e tutti sono felici e contenti, si deve assolutamente procedere. I tempi ci sono, perché i fornitori di piattaforme di questo tipo non sono molti e sono tutti sul MePA – lo speciale mercato riservato alle Pubbliche Amministrazioni. Inoltre il costo è estremamente ridotto, poche decine di migliaia di euro, per cui le procedure di affidamento sono snelle e richiedono AL MASSIMO poche settimane.
Il termine massimo di 4 mesi che il CNOP si è dato è – confidiamo – una premura puramente prudenziale. Tutti noi che amministriamo Ordini sappiamo benissimo che affidamenti di questo tipo non richiedono 4 mesi. Semmai, 4 settimane. Il voto elettronico presenta numerosi vantaggi, che come Altrapsicologia abbiamo spesso sottolineato e che ENPAP ha dimostrato essere reali: Economicità: si risparmia fino all’80%. In ENPAP si è passati da 1,1 milioni di euro di spesa per il voto tradizionale a meno di 100mila euro per le ultime elezioni. Sicurezza e trasparenza: il voto elettronico ha un basso livello di contenzioso rispetto al voto tradizionale, perché è molto più lineare e controllato e non prevede schede di voto vaganti su auto, scooter, trolley e diligenze a cavalli. Dati alla mano, il voto elettronico non è comunque in grado di rivoluzionare le sorti della partecipazione, perché la percentuale di votanti si mantiene sempre intorno al 20-30%. Ma a quel punto è una scelta degli elettori, quella di non votare, e non un effetto indotto dalla complessità delle procedure. Insomma la possibilità c’è, la convergenza politica (apparentemente) pure… Dovrebbero esserci tutte le condizioni per concentrare le energie e i lavori per rendere il voto elettronico una realtà a partire dalle elezioni in Abruzzo. È il momento di dimostrare che siamo tutti d’accordo. E che vogliamo uscire dal medioevo.
BANDO OPL DA 50 MILA EURO, MA SOLO SE HAI TANTI AMICI 50mila euro per finanziare progetti selezionati senza criteri trasparenti e chiari, dove la Presidente Parolin può influenzare il risultato decidendo autonomamente chi seleziona le migliori proposte; proposte che ottengono il finanziamento sulla base di quanti like otterranno. Un concorso a premi con criteri di selezione poco democratici e che danneggiano i giovani colleghi, coordinato dal Tesoriere Valentino Ferro. Nell’epoca dei like e dei follower anche l’Ordine degli Psicologi della Lombardia si adegua al modus operandi degli influencer. Con il voto favorevole dei 9 consiglieri di maggioranza di Professione Psicologo e l’astensione di AltraPsicologia, viene deliberato il regolamento di un bellissimo concorso a punto: il “Bilancio Partecipato”, anche se di “partecipato” ha poco e nulla. COME FUNZIONA? Nelle prossime settimane OPL pubblicizzerà l’apertura del bando: 50 mila euro per finanziare i progetti dei colleghi. Dopo una prima selezione effettuata da una commissione, gli iscritti all’ordine avranno la possibilità di votare liberamente online. Potrebbe essere uno strumento pratico di democrazia partecipata e diretta, ma di democrazia in questa proposta se ne vede poca, a partire dal regolamento che ha un corpus molto chiaro: favorire chi ha più conoscenze. Se hai più amici e ci sai fare con le “public relation” vinci il bando: come con il televoto di Sanremo. Avete presente quando la Ferragni ha invitato i suoi followers a votare per il marito Fedez? Più un concorso a punti che un bel progetto democratico e meritocratico. I 5 progetti più votati riceveranno un finanziamento di
massimo 10 mila euro ciascuno. MANCA TUTTO: TRASPARENZA, CHIAREZZA E MERITOCRAZIA Dietro ad una bella vetrina ci sono un sacco di osservazioni e mancanze. 1. La commissione che effettua la prima selezione dei progetti sarà composta da persone scelte dalla Presidente e dal Direttore Amministrativo. Questa commissione dovrà scegliere i 10 progetti più interessanti. In un’ottica di democrazia istituzionale ci sembrava naturale affiancare la Presidente in questa composizione. Se la parte politica viene coinvolta in questa fase, riteniamo che vi debbano essere tutte le istanze, maggioranza e minoranza, e non solo una parte. 2. Non esiste un disciplinare. Non viene esplicitato come dovranno essere presentati i progetti. Quali caratteristiche dovranno avere, quali capitoli si dovranno sviluppare necessariamente le tematiche. Quali punteggi saranno assegnati e con quali proporzioni o banalmente quanto dovranno essere lunghi. Se avete risposto ad un bando nella vostra vita professionale, sapete di cosa parlo. Ma qui non c’è nulla, non esiste nulla di tutto ciò. Il senso: presentate i progetti e decidiamo noi, sulla base del nulla, quali sono meritevoli o meno, tanto siamo la maggioranza! 3. Il regolamento del bando prevede un maggior punteggio ai progetti che si presentano con referenze. Ma poi quali referenze? Come vengono valutate? Vale più una referenza di un’università o 10 referenze di associazioni semideserte? Questo sistema non solo non è chiaro, ma ci sembra favorisca chi è già inserito nel mondo del lavoro e ha contatti istituzionali. Il timore che abbiamo è che il un giovane collega neoabilitato senza referenze finisca in fondo alla lista. Pazienza se ha una bella idea! Abbiamo quindi consigliato di eliminare la parte delle referenze o di valutare un sistema di punteggio delle su base proporzionale: maggiori sono gli anni di iscrizione all’albo, minore è il
valore delle referenze. 4. Il processo finale di votazione online premia chi è più conosciuto. È un dato di fatto. Accade in tutti concorsi che hanno questo processo, con il rischio concreto che si favoriscano dati soggettivi a svantaggio di una reale meritocrazia. Non è facile trovare soluzioni a questo “inghippo democratico”, ma ad esempio si potrebbe nascondere il nome del proponente portando i colleghi a votare realmente il progetto. I progetti potrebbero comparire nella votazione con una randomizzazione casuale in modo che non siano sempre al medesimo posto. Oppure si potrebbe costruire un punteggio finale proporzionato tra la scelta di una giuria superpartes e il voto online. UN SILENZIO IMBARAZZANTE Le nostre osservazioni sono suggerimenti per un esercizio di democrazia reale, con un occhio alla meritocrazia e alla vera oggettività dei processi. Vogliamo presentarci come parte attiva di una politica democratica? Bene, lavoriamo per una reale proposta di Bilancio Partecipato che parte da gruppi di lavoro costituiti dai colleghi, su tematiche specifiche. Creiamo obiettivi comuni e discussi. Partiamo dal basso per arrivare a risultati più alti utili a tutta la categoria professionale della nostra regione.. Ma così non è! Alla nostra maggioranza non interessano queste osservazioni. Per loro il concorso a premi è una bella proposta. Così il finto progetto di Bilancio Partecipato ha il suo “début” senza confronti e aperture: una sola parte politica coinvolta nelle scelte della commissione, nessun criterio di valutazione chiaro e trasparente, le referenze come elemento di valore e il voto della propria rete di conoscenti a farti vincere 10 mila euro. Come stiamo in Lombardia? La solita noiosa maggioranza che va avanti a colpi di alzata di mano e silenzi imbarazzanti nonostante l’evidente assenza di chiarezza.
Parafrasando Nanni Moretti “consigliere di maggioranza (o di Professione Psicologo) dì qualcosa, reagisci, dì una cosa di sinistra, dì una cosa anche non di sinistra, di civiltà, ma per favore dì qualcosa!” News dal Consiglio della Toscana – Settembre 2021 Il 16 Settembre 2021 sono ripresi i lavori del Consiglio dell’Ordine della Toscana dopo la pausa estiva. Questi i principali aggiornamenti: – Giornata nazionale della Psicologia: OPT ha deciso di aderire all’iniziativa del CNOP sulla giornata nazionale della psicologia. Come l’anno scorso, si prevede di organizzare uno spettacolo teatrale, acquistare alcuni spazi pubblicitari su alcuni quotidiani e pubblicare alcuni post sponsorizzati su Facebook. Per quanto ci riguarda, anche quest’anno ci troviamo di fronte ad un approccio estemporaneo delle iniziative di promozione della figura dello psicologo, a livello nazionale e di riflesso a livello regionale. A meno di un mese dall’evento, non si ha progettualità definita degli eventi, il piano di comunicazione è autoreferenziale, non abbiamo nemmeno chiari quali siano i costi complessivi che andremo a sostenere. La promozione è un processo di relazione che richiede strategia e sinergia con il territorio. La promozione non si esaurisce nella mera visibilità, in pagine pubblicitarie o spot; queste rappresentano solo una piccolissima parte.
Ci siamo perciò astenuti sullo spettacolo teatrale e la promozione stampa e web, con la speranza che per il futuro queste nostre osservazioni, che avevamo già espresso l’anno scorso, possano trovare maggiore accoglimento per un miglioramento nelle scelte per quanto riguarda le strategie di promozione della professione. Sui colloqui gratuiti e l’iniziativa “Studi aperti”, invece, in linea con la nostra posizione politica, ci siamo espressi con voto contrario. Per quanto ci riguarda non si può promuovere il lavoro gratuito dei colleghi e delle colleghe. – Ratifica nomina referente Pari Opportunità CNOP: nel consiglio di Luglio, spulciando i curriculum dei relatori e delle relatrici per un convegno, scopriamo con nostra grande sorpresa che OPT a maggio dell’anno scorso (2020) ha nominato una referente per il Comitato Pari Opportunità del CNOP. Il punto è che queste nomine devono passare dal consiglio, anche solo per la ratifica. Invece nulla ci è stato mai portato in Consiglio. L’abbiamo scoperto leggendo altri documenti, completamente per caso. Nulla da eccepire sulla collega nominata dalla Presidente, il punto è che una nomina in un altro ente deve passare dal consiglio e non si tratta di un vezzo democratico ma di rispetto delle norme. E’ scritto infatti a chiare lettere nella nostra legge istitutiva (Legge 56/89 Art.12 lettera g), ma anche nel regolamento del funzionamento del consiglio OPT e persino nel regolamento della Commissione Pari Opportunità del CNOP. È chiaro che ci sono decisioni che devono essere prese in urgenza ma non ci sono spiegazioni plausibili per aspettare più di un anno per portare la delibera in Consiglio. Questo comportamento dichiara esattamente ciò che sembra…
Abbiamo votato contrari alla ratifica, per segnare il nostro completo disaccordo su questo processo poco trasparente, assolutamente grossolano e approssimativo. Contestualmente abbiamo sottolineato la necessità, a questo punto, di definire in quali casi e con quali tempi si possano fare decreti presidenziali. – Patrocini: abbiamo discusso della concessione di un patrocinio per un evento dedicato alla psicologia giuridica. In una delle tavole rotonde saranno presenti due tra i principali sostenitori dell’alienazione parentale in Italia per parlare dell’utilizzo della ctu nei casi di separazione. Come consigliere e consiglieri di AltraPsicologia siamo convinti che il patrocinio non possa essere ridotto a un mero atto formale, pertanto abbiamo espresso voto contrario alla concessione del patrocinio di OPT, che è stato comunque approvato a maggioranza. In ultimo: ci saremmo aspettati, dopo quanto emerso a Luglio sulla fondazione che non fa delibere e non ci fa vedere i verbali (ne avevamo parlato qui: I misteri della Fondazione dell’Ordine della Toscana), che venisse messo un punto al riguardo all’ODG. A questo punto provvederemo a proporlo noi per il consiglio di Ottobre, anche in vista di un nuovo bilancio previsionale che si dovrà approvare nei prossimi mesi. Elezioni Ordine Puglia: sentenza di Appello Luglio
2021 Le ultime elezioni dell’Ordine degli Psicologi della Puglia (novembre 2019) sono giustamente diventate un caso nazionale, dato che lì accaddero cose che voi umani non vi aspettereste mai: una sarabanda (che era ed è difficile non immaginare come pre-orchestrata) di ingiustificate omissioni, assurde interpretazioni di norme, violente prevaricazioni finali che portarono alla non ammissibilità allo scrutinio di quasi un terzo dei voti espressi dai colleghi. A questo torto ci opponemmo con tutta la nostra forza, invocando prima l’intervento del CNOP (che ci fu, ma venne del tutto ignorato da chi gestiva il seggio elettorale) e con una serie di ricorsi giudiziari (qui potete leggere l’ultimo), prodotti man mano che registravamo le allucinanti gesta degli avversari. Su tutto questo si espresse il Tribunale Civile di Bari nel dicembre scorso, con la sentenza che potete leggere qui. La sentenza constatava «plurime omissioni che non concretano una semplice irregolarità̀ formale delle operazioni elettorali, bensì integrano un insanabile vizio sostanziale della procedura» e stabiliva l’annullamento dell’intera procedura elettorale. Naturalmente, i nostri avversari si sono opposti in Corte d’Appello, che il 28 luglio scorso ha accolto il loro ricorso con la sentenza che potete leggere qui in originale, rilevando un vizio procedurale nel giudizio di primo grado (la mancata notifica di uno dei tre ricorsi a tutte le controparti) e annullando la sentenza del Tribunale Civile. Pur non condividendo quella sentenza (se uno dei tre ricorsi era viziato la Corte avrebbe potuto bocciare quello e pronunciarsi nel merito sugli altri due…) la rispettiamo, e torneremo al Tribunale Civile per riprendere le fila del discorso.
La Corte d’Appello, tuttavia, ha sottolineato espressamente: «la natura meramente interlocutoria della presente pronuncia, resa soltanto in rito, che non lambisce il sostanziale oggetto del contendere tra le parti e la correttezza della decisione nel merito della gravata pronuncia». Qualcuno dei nostri oggi rumorosissimi avversari sta cercando invece di far passare tale sentenza come un giudizio di merito sull’intera vicenda, come se le elezioni fossero state regolari. Non è così, e non c’è solo questo. Alla violenta ingiustizia subita dagli psicologi pugliesi – che hanno visto vanificato l’intero procedimento che ha portato a questa maggioranza e a questo presidente – si è aggiunta la beffa di avere un Ordine gestito da una maggioranza che ha fatto sfracelli di legittimità per conquistare una postazione, e poi lasciarla inerte e vuota: non c’è azione, non c’è rappresentanza, non c’è autorevolezza, non c’è ascolto. AltraPsicologia continuerà la sua battaglia con la serenità e la determinazione che nascono da un sentimento e una necessità di giustizia e di legalità, elementi sostanziali di una professione per sua natura profondamente etica. Crediamo nella bellezza della nostra professione, crediamo nella sua assoluta rilevanza per le persone e per la comunità e per questo aspetteremo che la giustizia faccia il suo corso, e che le psicologhe e gli psicologi pugliesi abbiano la rappresentanza che si meritano (quella che avevano voluto darsi già nel 2019, per la verità). Continuando le azioni di cultura e di politica professionale per le quali siamo nati, e che con piacere ogni volta facciamo. Giuseppe Vinci Coordinatore AP Puglia
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