N. 7 - il ESPRESSIONE DELL'ASSOCIAZIONE MEMORIA IN MOVIMENTO - Associazione ...
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il ESPRESSIONE DELL’ASSOCIAZIONE MEMORIA IN MOVIMENTO n.7 PU NO DI NOVEMBRE 2021 B N A LU B LI S R C C O A O ZI P O O C N E
sommario 06 Il neofascismo oggi in Italia. Evoluzione e tratti identitari di Saverio Ferrari 10 Il revisionismo storico e il “ricordo” di Ubaldo Baldi 14 La Storia a scuola il di Maria Di Serio 18 Nord-Sud uniti nella diversità di Alfonso Conte 22 Quale memoria del 68? L’esperienza dell’Archivio storico della nuova sinistra “Marco Pezzi” di Fabrizio Billi 2 28 L’Archivio dei movimenti, bene comune tra memoria e Public History di Paola De Ferrari 30 La forza della memoria collettiva di Anna Cagna, Patrizia Celotto, Elena Petricola, Ferdinanda Vigliani 36 La Biblioteca Franco Serantini di Franco Bertolucci 42 Biblioteca Livio Maitan: uno sguardo nel passato per interpretare il presente e proiettarsi nel futuro di Michele Azzerri 46 E via archiviando: la genesi dell’archivio Roberto Marini “Oltre il secolo breve” di Pistoia di Roberto Niccolai 52 Archivio Autonomia di Vittorio Forte 54 L’Archivio Storico Benedetto Petrone, l’archivio dei movimenti pugliesi… ma non solo… di Antonio Camuso 58 Morti di Profitto di Vito Nocera 62 Io che a Genova non c’ero di Bianca Farsetti 66 In fuga da Kabul di Gianmarco Pisa Memoria in Movimento Associazione Volontariato ODV Sede legale c/o Studio Torre, corso V. Emanuele 14 - 84123 Salerno Iscritta al Registro Regionale delle O.D.V. della Campania con D.P.G.R. n° 229 del 3 giugno 2015 c.f.: 95148010655 email: memoriainmovimento@gmail.com info@memoriainmovimento.org Presidente Angelo Orientale . Comitato direttivo: Bianco Caterina, Conte Alfonso, Leo Benito.
La Memoria di Angelo Orientale e Stefano Greco Non sappiamo il perché ma il mese di novembre è deriamo come titolo perfetto della nostra parte cen- in qualche modo un mese speciale per noi dell’as- trale di questo numero. Il “motto” è: sociazione Memoria in Movimento. Ed è speciale indipendentemente dal fatto che siamo nati “for- “L’Associazione “MEMORIA in MOVIMENTO”, malmente” l’8 novembre del 2013. … [ha] lo scopo di creare un centro di documentazione sui A novembre, almeno a giudizio di uno dei due che movimenti politici e sulle organizzazioni sociali e culturali, firmano l’editoriale che state leggendo, abbiamo re- sull’intreccio fra questi e le iniziative ed esperienze politiche il alizzato e tenute alcune iniziative che più ci hanno sviluppatisi nel tempo, organizzando ed arricchendo al me- 3 caratterizzato o “segnato”. Ne citiamo solo una. Si glio, la memoria sociale collettiva del territorio. tenne a Parma nel novembre del 2016. Fu organiz- zata dal Centro Studi Movimenti (un centro di do- A partire, da quei momenti, politici e sociali, che hanno con- cumentazione e studi che, insieme alla fondazione corso – in maniera decisiva – all’opposizione alla dittatura Marco Pezzi di Bologna, hanno la “palma” della fascista e che hanno determinato un generale elevamento nella nostra invidia per il grandissimo ed eccezionale la- coscienza democratica del complesso della società e conquiste voro che fanno. In poche parole sono un modello civili, di cui, nonostante le complesse vicende storiche, usufru- per noi. iamo ancora oggi, e da non considerare mai, di per sé, inalte- Quella iniziativa si intitolava “Sessantotto di car- rabili e realizzate in modo permanente e definitivo. ta” ed era un incontro per riflettere sugli archivi di Ritenendo, ancora, che la memoria rappresenti un momento movimento in Italia, fra presenza pubblica e im- di forte solidarietà e coesione fra generazioni, che negli ul- pegno politico. Quando ci riunimmo per decidere timi decenni, in più occasioni, si sono mostrate sfilacciate. se aderire o meno in modo tangibile toccammo Memoria, quindi, come momento di rivisitazione, anche cri- con mano la nostra timidezza e consapevolezza tica, di speranze, attese, elaborazioni e conquiste, per portare che avremmo aderito a qualcosa che almeno per alla luce un ricco patrimonio, offrendo, così, possibilità di in- noi era davvero “grossa”. Non ci sbagliammo, terpretazione e di interrogazione del passato in vista dell’oggi. fu davvero importante per noi quella giornata. Ci ha permesso di guardare oltre, di avere una Memoria non come icona di un polveroso ed obsoleto pas- visione più ampia, di rapportarci con saperi sato ma strumento per indirizzare l’impegno di oggi a dare importanti. Al contempo ci sentimmo pie- profondità culturale, sociale e politica a quel passato. namente dentro a un “motto”, una sorta di faro che ci guida e ci indica la direzione La memoria filo teso della storia. da prendere, una sorte di manifesto pro- La memoria, non come somma di polve- grammatico per noi. Un “motto” che rosi ricordi, ma che sfida, che scuote. coniugammo sin dal primo giorno della nostra vita associativa e La memoria per cambiare il simbolicamente lo consi- mondo.”
Abbiamo un ulteriore motivo che ci ha spinti a fare L’unica novità positiva è quella che abbiamo allega- la scelta di chiedere ai compagni di altri centri di to vari attestati di solidarietà e sostegno alla nostra scrivere un articolo per questo nostro numero del richiesta. IL CICLOSTILE. Ne abbiamo ricevuto tantissime ma abbiamo alle- Lo scopo è quello non solo di far conoscere quel- gato alla domanda solo alcuni. Tra questi da due le realtà ma anche e soprattutto far tesoro dei lori università della Scandinavia che alcuni docenti ita- saperi, gli scopi, le modalità di funzionamenti, gli liani che insegnano li hanno avuto modo di usare obiettivi che si sono posti, i rapporti che hanno con per i loro studi, almeno in parte, “pezzi” del nostro gli EELL e su questo punto avrete modo di tocca- archivio online e fisico, il presidente dell’associazio- re con mano la “diversità salernitana” e la chiusura ne filosofi del Veneto, vari intellettuali e storici del culturale che caratterizza il nostro comune. movimento operaio e/o docenti universitari, diversi Da anni cerchiamo una interlocuzione con loro. centri di documentazione come il nostro e diversi il Chi conosce la realtà amministrativa della nostra altri. città non si meraviglierà certamente nell’apprende- In sincerità l’ampiezza della solidarietà ricevuta non re che non ci siamo riusciti. ce l’aspettavamo e ciò ci ha commossi e fatti felici. In realtà la nostra realtà associativa è solo una delle Quindi se anche altre realtà vorranno aggiungersi tantissime che non riescono a interagire con il comu- siete i benvoluti e vi ringraziamo già ora. ne. E che, parere non nostro ma che condividiamo, Ma questo numero de “ Il ciclostile” non si esaurisce 4 l’amministrazione comunale da almeno vent’anni è certo qui, infatti dopo questa introduzione troverete chiusa nel “proprio castello” e non si pone il proble- alcuni pezzi che si ricollegano sia ai nostri obiettivi ma di dialogare realmente con la città. che, in modo purtroppo drammatico, alla situazio- Questa è la triste verità. Al contempo autocritica- ne attuale italiana. Infatti vedremo, grazie a Saverio mente dobbiamo riconoscere che il nostro mondo Ferrari, come i movimenti neofascisti non siano mai associativo salernitano, pur nella sua ricchezza e scomparsi dopo il ’45, ma che anzi stanno riacqui- vivacità, ha dimostrato di NON SAPER organiz- stando sempre più forza negli ultimi tempi, esempio zare ed organizzarsi in massa critica verso l’am- lampante il noto attacco alla CGIL. ministrazione comunale. Non riesce ad imporre Conseguenza di questo sempre maggiore spazio nell’agenda politica locale nulla che ha a che fare dato ai neofascisti è anche il continuo attacco alla con la politica degli spazi comuni, con l’alienazione storia e alla memoria storica, non da oggi certa- e vendita a prezzi stracciati a privati del patrimo- mente ma già da molti anni vittima di opportunismi nio pubblico anche storico. Un esempio lampante politici, e nel secondo e terzo articolo analizzeremo e che dovrebbe gridare vendetta la messa in vendi- sia il problema che una possibile soluzione, ovvero ta da parte dell’Ente Provincia del manufatto che l’insegnamento della storia nelle scuole. ospita l’Archivio di Stato, del Palazzo Fruscione e Sempre a momenti di attualità si rifanno gli articoli del residuo di proprietà pubblica di Piantanova. che chiudono il numero sia nazionale, alla continua TRE STRUTTURE storiche e lo stesso silenzio strage sul lavoro a cui si assiste quotidianamente e e immobilità della Soprintendenza ci preoccupa e a cui in primis il governo Draghi pare non voglia ci fa riflettere. Ciò nonostante non demordiamo e trovare soluzione alcuna, che internazionale, ovvero quindi anche quest’anno, come facciamo da tempo, alla situazione in Afghanistan. abbiamo prodotto e consegnato con formale pec la Infine per chiudere anche un pezzo sul g8 di Ge- domanda per avere in concessione uno spazio pub- nova che quest’anno ha visto il ventennale e che si blico adeguato NON SOLO per la nostra attività ricollega al numero precedente (e quindi se non lo sia di archivio che di riflessione. Ma anche e soprat- avete recuperato ora dovete) tutto per mettere a disposizione della cittadinanza Per concludere speriamo che questo numero pos- una biblioteca formata da qualche centinaia di libri sa essere utile a sviluppare riflessioni e anche a far che sono già nelle nostre disponibilità e che altri sa- conoscere numerose strutture che fanno un grande ranno aggiunti. lavoro, che è necessario ora più che mai.
IL NEOFASCISMO OGGI IN ITALIA Evoluzione e tratti identitari di Saverio Ferrari Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre il L’area del neofascismo si presenta ad oggi assai fra- La specificità nazifascista stagliata. D’altro canto è sempre stata una sua ca- ratteristica storica fin dalle origini. e antisemita di Forza nuo- va Una fotografia d’insieme F orza nuova, nata nel settembre 1997, si ispira M 6 olte cose sono cambiate da quando, a segui- senza infingimenti, da sempre, alla Guardia di to della trasformazione nel gennaio 1995 ferro rumena fondata da Corneliu Zelea Co- dell’Msi, lo storico partito del neofascismo dreanu, uno dei più sanguinari movimenti antise- italiano, fondato nel lontano 1946, in Alleanza na- miti che l’Europa abbia mai conosciuto. Attiva negli zionale, nuove formazioni esplicitamente nostal- anni Trenta e Quaranta, la Guardia di ferro arrivò giche del passato Ventennio mussoliniano si sono a collaborare con i nazisti e praticare l’azione terro- affacciate sulla scena politica. La più vecchia delle ristica su larga scala. I “legionari” (così si facevano organizzazioni post-missine, la Fiamma tricolore, è chiamare) della Guardia di ferro furono soprattut- praticamente scomparsa, così il Fronte sociale na- to protagonisti di spaventosi pogrom antiebraici, zionale di Adriano Tilgher (di fatto i reduci di Avan- tra gli altri quello di Bucarest del 22 gennaio 1941. guardia nazionale, organizzazione sciolta per legge Un atto bestiale: i legionari irruppero nel quartie- come ricostituzione del partito fascista nel re ebraico, incendiando le sinagoghe, devastando e giugno 1976). Forza nuova (di cui distruggendo. Al macello comunale diremo più avanti) si è, dal vennero radunati centinaia di canto suo, fortemente ridi- Moltissimi episodi hanno ebrei. Dopo aver simula- mensionata dopo aver su- visto militanti e dirigenti di to una cerimonia kosher molti di loro vennero tra- bito nel maggio del 2020 Forza nuova condannati per scinati al mattatoio, sgoz- una scissione assai consi- aggressioni violente. stente che ha prosciugato zati e appesi ai ganci, come molte delle sue sezioni territo- carcasse di animali, con la riali e dato vita alla cosiddetta Rete scritta al collo «carne ebrea». «Li dei patrioti. Da qui anche la scelta strategica di avevano scorticati vivi, a giudicare dal- infiltrarsi nei movimenti No Vax e No Green Pass, la quantità di sangue», riferì in un suo telegramma radicalizzando parole d’ordine soprattutto contro la l’ambasciatore degli Stati Uniti in Romania, men- cosiddetta “Dittatura sanitaria”. La lotta con Casa- zionando tra i corpi anche una bambina di meno Pound per l’egemonia nella galassia neofascista l’ha di cinque anni, appesa per i piedi. Altri, disse, erano spinta sempre più verso derive violente. L’assalto stati decapitati. Per un raggio di diversi chilometri si squadristico alla sede della Cgil a Roma del 9 ot- rinvennero i corpi degli ebrei assassinati dalla furia tobre scorso rappresenta un punto di arrivo, volto della Guardia di ferro. Più di un centinaio di essi a segnare con un inconfondibile marchio fascista furono ritrovati nudi il 24 gennaio a Banasea, sulla la propria azione. L’unica realtà che nel frattempo linea tra Bucarest e Ploiesti, altri ottanta sulla stra- è cresciuta e si è consolidata, dal 2008, anno della da per Giurgiu. Un bilancio finale non si riuscì mai sua fondazione, è certamente CasaPound, divenuta a stilarlo. Le fonti più attendibili parlarono di 630 la principale espressione del neofascismo odierno. morti e 400 scomparsi.
Costituita da Roberto Fiore (già promotore alla fine suoi caratteri pseudo-rivoluzionari e giovanili. degli anni Settanta di Terza posizione) e da Massimo Centrali rispetto alla propria identità risultano due Morsello (prima nella sezione del Fuan di via Siena figure, in primis Ezra Pound, di cui sono state re- a Roma, poi nei Nar), ambedue fuggiti a Londra nel cuperate alcune teorie economiche, in particolare 1980 (inseguiti da mandati di cattura per associa- in favore del controllo statale del sistema bancario zione sovversiva e banda armata e successivamen- e per la «messa fuori legge dell’usura». A seguire il te condannati rispettivamente a cinque anni e sei romanziere e scrittore Robert Brasillach (condan- mesi e a otto anni e due mesi), Forza nuova è stata nato a morte in Francia nel 1945 per la sua attività più volte oggetto di attenzioni da parte della magi- di collaboratore dei nazisti), la cui effige è stata af- stratura. Moltissimi sono stati gli episodi che hanno fissa nel marzo 2009 sui muri di Roma in occasione visto militanti e dirigenti di Fn, o che vi avevano del lancio del movimento artistico letterario legato fatto parte, condannati per aggressioni violente. L’e- a Casa Pound, denominato Turbodinamismo, nei lenco sarebbe lunghissimo. Ma riguardo la natura fatti una rimasticatura del futurismo marinettiano. di questa organizzazione, di particolare rilevanza Le nostalgie e le ascendenze nell’area del neofasci- sono stati due pronunciamenti della Corte di Cas- smo italiano sono dunque variegate. Ma al di là del- sazione: il primo, dell’8 giugno 2010, con sentenza le differenze e delle specificità delle diverse forma- avversa a una denuncia di Roberto Fiore, ri- zioni organizzate, è ai tratti comuni di questo il tenne «pienamente giustificato l’uso arcipelago nero che bisogna guardare. delle espressioni» «nazifascisti» Da questo punto di vista, trasver- 7 e «neofascisti» nei confronti salmente, il neofascismo odier- di Forza nuova. Il secon- no si riconosce in un’analisi do, del 10 febbraio 2011 della globalizzazione che (sentenza 4938 della denuncia il potere delle Quinta sezione penale), élite finanziarie identifi- assolveva dall’accusa di cabili ancora una volta diffamazione il diretto- nei banchieri ebrei, da re e un giornalista del Soros a Rotschild, i cui «Corriere della Sera», progetti punterebbe- denunciati anche in ro alla trasformazione questo caso da Rober- delle società occidenta- to Fiore, per l’intervista li in società sempre più a un politico che definiva «multirazziali», nonché al l’organizzazione «chiara- «sostitutismo» della popo- mente fascista» e «portatrice di lazione lavoratrice «bianca» valori quali la xenofobia, il razzi- con altra di colore, nord-africana smo, la violenza e l’antisemitismo». Il in particolare. Anche la pandemia da testo della sentenza affermava che «alla luce dei Covid-19 è stata interpretata come una ma- dati storici e dell’assetto normativo vigente durante novra orchestrata da questi poteri forti, volti all’in- il ventennio fascista, segnatamente delle leggi raz- staurazione di una sorta di «dittatura» all’insegna ziali», la qualità di fascista «non può essere depura- del «pensiero unico». Nelle élite si individua la ge- ta dalla qualità di razzista e ritenersi incontaminata nesi di ogni complotto. Da qui la difesa del «povero dall’accostamento al nazismo». bianco», che perde diritti e spazi e che «disprezza la mescolanza», ora abbandonato e colpevolizzato. Da qui il muoversi «in nome del popolo», promuo- vendo movimenti contro la «dittatura sanitaria», Differenze e denominatori parte di un tentativo per cercare di rappresentare comuni delle collettività, dei pezzi di società abbandonati. I luoghi, non a caso, dell’agire sono le periferie del- C asaPound a differenza del partitino di Ro- le grandi metropoli e i temi sono quelli della difesa berto Fiore guarda al primo movimento fa- dello Stato sociale per la popolazione “autoctona”. scista in Italia, di cui tenta di ripercorrerne Comune è anche una sorta di strategia della ten- le gesta. Una sorta di identificazione, a partire dai sione xenofoba con campagne organizzate su temi
sensibili come la sicurezza, contro i centri di acco- di una formazione. Nel novembre 2019 è avvenuto glienza e i campi Rom. L’espansione senza pianifi- nei confronti del Partito nazionalsocialista italiano cazione urbana di alcune nostre metropoli, si pensi dei lavoratori, con tanto di simbolo tratto dalle Waf- a Roma, con mano libera ai palazzinari, con inse- fen-SS, nato a fine 2016, dotato di armi ed esplosivi, diamenti casuali e frammentari e l’assenza di servi- presente in Lombardia, Piemonte, Liguria e Veneto, zi, fanno da sfondo a queste politiche di intervento. in contatto con l’organizzazione terroristica Combat Il neofascismo non si muove più rincorrendo le 18. Sempre nello stesso mese, la Digos di Firenze ipotesi di sovvertimento istituzionale di tipo golpi- aveva perquisito dodici persone, tra Siena e pro- sta come negli anni Settanta, ma su un crinale di vincia, con l’accusa di associazione per sovvertire erosione della coesione sociale e per que- l’ordine democratico, trovando armi ed esplosivi, sta via della tenuta del tessuto elmetti e divise tedesche. Durante le democratico. La distanza intercettazioni era anche emerso il tra le organizzazioni che alcuni degli indagati aves- cresciute nei Ses- sero l’intenzione di far saltare santa e Settanta e in aria la moschea di Colle quelle odierne è Val d’Elsa. Nel solo 2021 abissale. Il conte- si sono, invece, di fatto sto non è in alcun sciolti ben cinque ana- 8 modo paragona- loghi raggruppamenti bile. L’Italia della in procinto di passare “Guerra fredda” alla lotta armata, con l’in- non è quella di tenzione di colpire, armi oggi. Avanguardia alla mano, avver- nazionale e Ordi- sari politici, ma ne nuovo (organiz- anche ebrei, zazioni filo-naziste omosessuali e terroristiche) erano e stranieri. A inserite in uno schie- gennaio è stata la ramento anticomunista volta di Sole Nero, ampio, con vertici istitu- a maggio de L’ul- zionali, da quelli militari a tima Legione, a quelli di polizia e di intelli- giugno dell’Ordi- gence, attraversati da pulsioni ne Ario Romano, e intenti eversivi dell’ordine a luglio di Avan- costituzionale, con ampie guardia Rivoluzionaria, quote della classe politica per finire in ottobre con l’Or- dirigente tentate da av- dine di Hagal. Tutte minuscole venture reazionarie. realtà, non costituite da giova- nissimi, se non in un caso, ma da militanti in età matura provenienti da precedenti esperienze politiche Derive nella destra radicale, in particolare armate da Forza nuova. Un dato preoccu- pante segno di un salto di qualità nell’ambito del L a deriva verso la lotta armata di frange sem- neofascismo italiano. pre più consistenti del neonazismo a livello europeo è ormai una realtà. Negli ultimi anni Ottobre 2021 sono stati diversi, in Francia e in Germania, i gruppi organizzatisi in funzione terroristica individuati e sciolti per legge. Così in Italia dove in soli due anni si è provveduto da parte della magistratura e delle autorità di polizia a intercettare e disarticolare più
il 9 Nel solo 2021 si sono, di fatto, sciolti ben cinque raggruppamenti in procinto di passare alla lotta armata, con l’intenzione di colpire avversari politici, ebrei, omosessuali e stranieri. A gennaio è stata la volta di Sole Nero, a maggio de L’ultima Legione, a giugno dell’Ordine Ario Romano, a luglio di Avanguardia Rivoluzionaria, per finire in ottobre con l’Ordine di Hagal.
IL REVISIONISMO STORICO E IL “RICORDO” di Ubaldo Baldi Presidente provinciale ANPI Q il uando lo scorso settembre il prof. Monta- più 300 mila nostri connazionali costretti a lasciare nari, storico dell’Arte e Rettore dell’Univer- le loro case. sità per Stranieri di Siena, ha scritto sulle L pagine del Fatto quotidiano che la legge del 2004 a data del 10 febbraio è quindi cronologica- che istituisce la Giornata del ricordo delle foibe “a mente slegata dalla tragedia delle foibe. In ridosso e in evidente opposizione a quella della Me- questo senso, se si ripercorre il dibattito parla- 10 moria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso mentare dal quale scaturì la legge del 2004, le inten- successo” di una falsificazione storica di parte ne- zioni dei promotori furono esplicite fin dall’inizio. ofascista. Questi ha evidentemente messo il dito in Il 26 ottobre 2001, il deputato di Alleanza naziona- una piaga purulenta della memoria storica di que- le, Roberto Menia, aveva presentato una prima pro- sto Paese, semplicemente ricordando come quella posta dal titolo “concessione di un riconoscimento “giornata” sia diventata il pilastro su cui si regge una ai congiunti degli infoibati”: ricordando con parti- narrazione la cui matrice è di chiaro stampo neo fa- colare enfasi la strenua “difesa del confine orientale scista. Nelle sue argomentazioni le foibe non sono ad opera di reparti come la X Mas o il battaglione cancellate e nemmeno i lutti e le ferite che ne deriva- bersaglieri Mussolini”, il provvedimento chiedeva la rono, anche perché il 10 febbraio si riferisce solo in concessione “ai superstiti familiari di questi martiri” parte alle uccisioni di italiani da parte dei partigiani di un’insegna “in acciaio brunito e smalto con la comunisti. scritta Per l’Italia”. Il provvedimento fu votato alla La pratica di gettare i corpi dei nemici Camera ma bocciato al Senato, pro- uccisi nei crepacci che si apriva- prio l’ultimo giorno della legi- no nelle martoriate terre del Per la destra slatura. Con le nuove Ca- nostro confine orientale fu era l’occasione per procedere, mere, ancora Menia, l’11 attuata dagli jugoslavi in senza più infingimenti e cautele, febbraio 2004, dopo aver due periodi distinti: nelle ricordato in aula questo a una equiparazione tra giornate immediatamen- precedente, presentò una te a ridosso dell’8 settembre foibe e Shoah. nuova proposta indicando il 1943, in Istria, e in quelle del 10 febbraio come data in cui ce- maggio 1945, quando i “titini” dila- lebrare la Giornata del Ricordo. Nel di- garono in territorio italiano fino a Trieste. Furono battito in Parlamento, fu allora il senatore Franco momenti drammatici: il primo vide riaccendersi Servello, ex militante del MSI, a illustrare le ragioni anche il secolare conflitto tra città e campagna, con di quella scelta, ricordando che si trattava del gior- gli italiani “cittadini”, odiati più per il loro elevato no in cui, nel 1947, era stato approvato il Trattato status sociale che per la loro nazionalità; il secondo di Parigi “che impose all’Italia la mutilazione delle lasciò invece emergere un preciso disegno politico terre adriatiche”. Più che le foibe quindi, bisogna- che intendeva sradicare gli italiani da quelle zone, va ricordare, come argomentava Meina, «l’infame annientando i fascisti, ovviamente, ma anche gli diktat di Parigi», la “cinica e criminosa volontà dei antifascisti intenzionati ad opporsi all’instaurazio- vincitori”, così che la firma del trattato di pace che ne del regime di Tito. Il risultato furono migliaia chiudeva la seconda guerra mondiale diventava la di morti (cinquemila sembra una cifra attendibile) data di un’ingiustizia e di un lutto, invece di quella e, soprattutto, l’inizio di un esodo che alla fine vide della sconfitta definitiva del fascismo.
A A ribadire il significato del 10 febbraio come ppare sempre più come un errore clamoro- valore di riferimento indiscusso dell’estre- so, l’aver concesso all’epoca spazio a questo ma destra, intervennero molti altri parla- “ricordo” e come ha sottolineato Barbero mentari, (soprattutto di Alleanza nazionale), utiliz- “La falsificazione della storia da parte neofascista, zando argomenti ricorrenti nella pubblicistica neo di cui l’istituzione della Giornata del ricordo costi- fascista, come quello dei silenzi e delle omertà che tuisce senza dubbio una tappa, consiste nell’alimen- avevano nascosto i crimini comunisti, ripreso dal tare l’idea che nella Seconda guerra mondiale non senatore Riccardo Pedrizzi : “Onorevoli colleghi, si combattesse uno scontro fra la civiltà e la barba- esiste una verità che per sessant’anni è stata nasco- rie, in cui le Nazioni Unite e tutti quelli che stavano sta agli italiani, una pagina di storia strappata dai con loro (ad esempio i partigiani titini, per quanto libri, rimossa dalla memoria collettiva, negata a tut- poco ci possano piacere!) stavano dalla parte giusta te le giovani generazioni del dopoguerra. L’oblio a e i loro avversari, per quanto in buona fede, stavano cui si è voluto condannare l’olocausto degli italiani dalla parte sbagliata; ma che siccome tutti, da una trucidati, infoibati, dai comunisti slavi e l’esodo di parte e dall ’altra, hanno commesso violenze ingiu- decine di migliaia di giuliano-dalmati è una delle stificate, eccidi e orrori, allora i due schieramenti vergogne più grandi a cui noi come classe politica, si equivalevano e oggi è legittimo dichiararsi sen- come italiani, ma direi anzitutto come uomini, ab- timentalmente legati all’una o all ’altra parte senza biamo il dovere di porre rimedio”. che questo debba destare scandalo”. il Per la destra si trattava di una rivincita a lungo Si mostra chiaro non solo il disegno di fondo della 11 inseguita, ma era anche l’occasione mistificazione dei fatti e delle cifre in per procedere, senza più in- un dibattito in cui sono scarsi o fingimenti e cautele, a una Sta a noi antifascisti nulli – da parte della vulga- equiparazione tra foibe e ta neofascista- i riferimenti democratici, liberali veri o Shoah, nei termini in cui agli studi e alle ricerche fu così riproposta dal se- progressisti che siano, che già allora vedevano natore Piergiorgio Stiffoni, contrastare tutto questo. impegnati moltissimi sto- della Lega nord: “Quali le rici, ma soprattutto il non ri- differenze tra chi è responsabile portare, colpevolmente, nel dibat- di queste uccisioni di massa e i campi di tito tutta la valenza dei crimini italiani nei sterminio? Non c’è alcuna differenza, se non per il territori balcanici e l’esatta valenza di quello che fu, modo con cui è avvenuta l’eliminazione. Anche con in quei territori, il “fascismo di confine”. le foibe l’uomo ha superato la bestia, perché le be- D stie uccidono per ragioni di sopravvivenza, mentre alle violenze degli anni ’20 contro gli operai qui si è ucciso perché non si voleva che sopravvives- e gli antifascisti, all’oppressione delle popo- sero migliaia di persone per il solo fatto che erano lazioni slovene e croate con la chiusura del- italiane; ciò è stato l’odio contro l’italianità. Non le scuole, la devastazione delle istituzioni culturali esistono infatti massacri di serie A o di serie B. Non fino all’intensificarsi del “furore repressivo” degli esistono morti che gridano vendetta e morti e ba- anni ’40 contro gli antifascisti e il nascente movi- sta”. Era tutto molto evidente. Nel nostro calenda- mento partigiano, ricordiamo fra tutte la “banda rio civile, il 10 febbraio andava affiancato al Giorno Collotti” esemplare sintesi tra violenza squadristica della memoria del 27 gennaio: lo suggerivano sia e quella poliziesca e giudiziaria dell’esercito fascista la prossimità cronologica sia, soprattutto, le argo- occupante. A questo poi nella fase finale dell’occu- mentazioni che sostenevano il disegno della destra. pazione nazifascista, febbraio 1944 il generale Ku- Negli stessi giorni della discussione in Parlamento, bler diede ampia garanzia dell’immunità ai militari il sottosegretario di Stato per la difesa Filippo Ber- assassini, stupratori, torturatori e l’escalation della selli, (di Allenza Nazionale, dal 2018 confluito in violenza non conobbe soste anche contro i civili nei Casa Pound), esprimendo il punto di vista del Go- paesi della Carnia, in Friuli, in Istria. Ricordiamo verno della Repubblica, aveva sostenuto come fosse ancora l’orrenda rappresaglia nazista in via Ghega a giusto ricordare «i fratelli Cervi, ma anche i fratelli Trieste il 23 aprile del ’44 quando furono impiccati Govoni; le Fosse Ardeatine e Marzabotto, ma anche 51 ostaggi, e i massacri nella Risiera di san Sabba gli eccidi del Triangolo della Morte; don Minzoni e dove – cifre prudenziali- stimano in 4-5000 le vitti- Matteotti, ma anche Giovanni Gentile». me di quel campo di sterminio.
Q uello che ancora oggi colpisce in questo di- battito revisionista, sono appunto gli scarsi riferimenti agli studi storici comprovati da idonee fonti documentarie L’uso pubblico di una storia parziale e approssimativa, spesso mistificata, frammista a luoghi comuni ma diffusa a livello di massa sui social, diventa così uno squallido stru- mento per legittimare le proprie posizioni politiche. S ta a noi antifascisti e democratici, liberali veri o progressisti che siano, contrastare tutto il questo, la tutela della “memoria storica” deve dare forza a una proposta inclusiva ed ampia capace di un messaggio di vera svolta etica e politica. 12
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La Storia a scuola di Maria Di Serio il “Gli studenti devono studiare questo secolo (n.d.r. il XX seco- permettere uno studio delle fonti per una didattica lo) per capire il rapporto fra il ricordo del passato e il futuro improntata all’epistemologia della storia. della loro vita” (Vittorio Foa) Una novità nella dicotomia presente nelle scuole su- periori dei paesi europei, dove ci sono due tendenze: H una, che potremmo dire maggioritaria (Germania, istoria magistra vitae: quante volte ci hanno Gran Bretagna, Belgio, Spagna, Svizzera e paesi 14 ripetuto e abbiamo ripetuto che la storia è dell’Europa settentrionale) che prevede temi d’ap- maestra di vita. Ripetuto fino alla nausea, profondimento, con l’intento di coinvolgere studen- tanto da diventare un mantra svuotato dal suo si- ti ormai maturi su temi e problemi di rilievo. L’altra gnificato più pieno, retorico memento di ostentata tendenza, propria della Francia, che ripete il pro- conoscenza. gram- ma cronologico lineare, ma lo fa a partire Di certo abbiamo una discussione che ha riguardato dal ‘700: dal ‘700 al 1914 nel primo l’insegnamento della storia dalla nascita della scuola anno, dal 1914 al 1945 nel secon- italiana dopo l’unità d’Italia nel 1860 e, in partico- do, dal 1945 a oggi nell’ultimo lare, l’impostazione data dalla riforma Gentile anno. negli anni in cui fu Ministro dell’Istruzio- ne tra il 1921 e il 1924, impostazio- Quanto successo negli ultimi ne che continua ad influenzare trent’anni circa al Ministero la proposizione della materia di viale Trastevere ha ribadito agli allievi da parte del do- la contrapposizione politica, circa cente. Anche perché tutte l’insegnamento della storia contempo- le riforme successive non ranea, tra “destra” e “sinistra”, e l’inca- hanno mai saputo definire in pacità di definire che la proposizione di un maniera risolutiva una nuova fatto può perdere, almeno in parte, l’influenza impostazione della didattica. del pensiero di chi lo presenta se a supporto vi sono le fonti dirette. I governi di centro-destra degli ulti- mi anni, ad esempio, hanno bloccato tentativi di in- In breve, però, l’arrivo dei governi di centro destra novazione proposti a partire dal ministro Luigi Ber- ripropose il tradizionale percorso curricolare, con linguer. Non si intende qui entrare nel merito delle lo studio di una storia contemporanea eurocentrica varie novità introdotte nella proposta di riforma del che iniziava dall’800 con il Congresso di Vienna, 1996, ma, in riferimento alla storia, veniva stabilito con buona pace di tutti e senza polemiche. che nell’ultimo anno si insegnasse solo la storia del Novecento. Il Ministro motivava questa novità cur- Altra proposta di riforma dello studio della storia riculare per un più ampio spazio alla trattazione di contemporanea che provocò vivaci reazioni fu quel- avvenimenti più recenti di notevole interesse stori- la del Ministro De Mauro che propose la continuità co. Un tentativo che provava a conciliare il sistema del curricolo di Storia fino all’obbligo scolastico e strettamente cronologico, ancora oggi presente, con la sostituzione della tradizionale impostazione eu- la necessità di approfondire temi e sviluppare un ap- rocentrica con una mondiale, come già avveniva proccio critico, una conoscenza che avrebbe potuto in molti altri paesi. Inoltre De Mauro nominò una
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commissione di 250 saggi che avrebbero dovuto ro quale, in effetti, sarà la struttura che, concreta- rivedere i contenuti delle discipline. Ma è rimasto mente, realizzerà quest’esigenza, e quale il modello tutto fermo al palo. di riferimento cui ci vuole ispirare. Si continua, in- tanto, a procedere “decisioni” i cui contenuti non Accade così che i millennials sanno poco o nul- sono chiari e, in ogni caso, se ne rimanda la con- la di “Muro di Berlino”, nascita del World Wide creta realizzazione a scelte future spesso opinabili, Web, “11 settembre”, guerre in Iraq e Afghanistan, o non realizzate. Ecco perché si insiste che è utile dell’avvento del primo Presidente degli Stati Uniti riflettere su alcune “buone pratiche” che, però, non di colore, migranti. Per non parlare dei fatti di storia vengono messe a sistema, mancando un confron- italiana recente: le “stragi impunite”, il terrorismo, to complessivo tra mondo della scuola e istituzioni. il sequestro Moro, Ustica, le stragi di Mafia del ’92 Anche l’inserimento nel mondo del lavoro dei nuovi e l’inizio della “Seconda Repubblica”. E, in genera- docenti dovrebbe essere un unico con il loro percor- il le questi avvenimenti più recenti sono stato trattati so formativo, ma questo è assolutamente trascurato. non, ovviamente, con la disciplina della storia, ma con educazione alla cittadinanza o con educazione E invece, prima la riforma Moratti, che ha rivisto civica, o piuttosto educazione alla pace o alla lega- gli ordinamenti e le classi di concorso, e poi la ri- lità, spesso in maniera frantumata e non organica. forma Gelmini, che si è sovrapposta alle decisioni Una necessità di rispondere a competenze, come precedenti in nome della “essenzializzazione” -so- 16 quelle definite dal trattato di Lisbona, relative alla stanzialmente riducendo spazi, tempi e cattedre de- cittadinanza, che Antonio Brusa dell’Istituto Nazio- dicate alla disciplina in nome del risparmio-, hanno nale Ferruccio Parri per lo studio della Resistenza ridimensionato la materia, eludendo completamen- e dell’età contemporanea, nel suddetto convegno, te la discussione necessaria di una nuova didattica. divide in partecipazione alla vita democratica e D’altra parte l’epistemologia della disciplina, ad convivenza civile. Occorre però che tali fatti re- esempio, è poco presente nel percorso formativo centi abbiano un incasellamento nel processo della dei futuri docenti. Se non c’è una visione chiara storia perché non divengano temi proposti per un di cosa dev’essere l’insegnamento della storia, la problem solving immediato, slegato dalla necessa- disciplina, fatalmente, diventa “ancillare”, soprat- ria conoscenza del flusso degli avvenimenti in cui si tutto se, come per la geografia, il suo spazio nella inseriscono nella consueta catena di causa ed effetto formazione viene sistematicamente ridotto ad ogni propria del divenire storico. nuovo intervento del legislatore. Inoltre, la mancan- za di una tradizione della ricerca universitaria sulla Tullio De Mauro nominò una commissione di 250 didattica della disciplina ha impedito riflessioni sui saggi per rivedere i contenuti e le discipline di inse- fruitori finali (gli alunni, e, in generale, i cittadini) e gnamento, è da qui che sarebbe dovuta partire la sul loro modo di elaborare la conoscenza dei fatti riforma della “buona scuola”, soprattutto per l’im- a partire dai documenti, con una capacità critica missione in ruolo di “forze nuove”. autonoma che porti auna personale elaborazione E se le dispute sui programmi hanno avuto sempre critica dell’informazione. Questo gravemente pesa vita, solo agli inizi del 2017 la SISSCO, Società Ita- sulla capacità di costruzione di una relazione fra liana ha tenuto un incontro, “Insegnare la storia ai passato, presente e sviluppi futuri. “Millennials”, vero confronto di interesse Adeguare gli strumenti della didattica della perché si è discusso organicamente non storia per far crescere la coscienza critica solo della storia come disciplina, sotto degli alunni, futuri cittadini: su questo il profilo della ricerca, ma della di- deve puntare la riorganizzazio- dattica della disciplina e del suo ne dello studio della storia nelle ruolo nel sistema formativo. scuole del nostro paese. Tutto il mondo della scuola (si ringrazia per il confronto il prof. Vit- concorda nell’idea che temi torio Mazzola, docente di storia e disciplinari e temi didattici, filosofia) competenze e contenuti deb- bano essere integrati, ma ancor oggi non è particolarmente chia-
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Nord-Sud uniti nella diversità di Alfonso Conte storico e docente UNISA, associazione Memoria In Movimento T il ra i tanti motivi di un impegno, quello di re- grandi città come Napoli, Palermo, Bari, mancano cuperare e rendere disponibili per la ricerca al Sud le istituzioni culturali pubbliche e private che storica e per il dibattito pubblico fondi docu- invece sono attive da tempo nelle città medie del mentari prodotti dai movimenti di sinistra a partire Centro-Nord, grazie ad una più consolidata tradi- dal ’68, vi è anche un forte senso di irriducibilità. zione civica, a maggiori risorse finanziare, ad una Innanzitutto rispetto al tempo presente, dominato più radicata consuetudine a considerare le imprese 18 da atteggiamenti improntati all’individualismo e culturali come parte essenziale dello sviluppo del- all’utilitarismo, i quali rendono spesso incompren- le comunità. Difficile progettare la nascita di un sibili alle giovani generazioni elementi caratteriz- archivio dei movimenti in città dove non esistono zanti quelle precedenti, come lo spirito militante e la biblioteca e archivio comunale, dove le fondazioni dimensione collettiva dell’impegno politico. Inoltre, riescono raramente a dare segni di vita, dove solo rispetto a prevalenti letture storiografiche, secondo pochi avvertono il disagio di tali deficit. Se si pen- cui il loro contributo ebbe carattere residuale, per sa ai tagli che hanno riguardato anche la spesa per molti aspetti costituendo un intralcio temporaneo gli Archivi di Stato, ormai quasi tutti angustiati da al riformismo dei grandi partiti di massa. Infine, personale e spazi insufficienti, è facile dedurre come rispetto a radicati e diffusi luoghi co- simili progetti possano decollare solo muni, quelli dei sessantottini poi grazie ad iniziative di volonta- tutti terroristi o tutti bancari. Difficile progettare la riato culturale sostenute da Se si considerano, ancora, nascita di un archivio dei amministrazioni locali illu- la difficoltà a recuperare minate. movimenti in città dove non e organizzare in archivi testimonianze prodotte esistono biblioteca e archivio Infine, va necessariamente in modo non sistematico e comunale considerato anche che diver- lo scarso sostegno offerto dalle sa fu l’esperienza dei movimen- istituzioni pubbliche, è facile com- ti post-sessantotto nel Mezzogiorno, prendere come le iniziative avviate siano da col- ingiustamente giudicata come un riflesso sbiadito di legarsi più di tutto alla forte motivazione dei loro una luce brillante altrove (come spesso capita per promotori, in grado di portare avanti una sfida al- molti processi socio-politici dell’età contempora- trimenti impossibile. nea). Viceversa, pur beneficiando delle sollecitazio- Lì dove tali iniziative sono sorte, più visibili sono i ni e delle suggestioni provenienti dall’esterno (come frutti di un lavoro capace di favorire il dialogo inter- d’altra parte quelli del Centro-Nord), le vicende dei generazionale e stimolare nuove ripartenze. Il dato movimenti al Sud ebbero un loro carattere origina- macroscopico è costituito dalla netta concentrazio- le, poco o nulla indagato e messo in luce dalla storio- ne di tali archivi nelle aree centro-settentrionali, co- grafia. Essendo nel Mezzogiorno molto più limitato sicché chi auspica analoghe esperienze anche a sud il contributo della componente operaia, poiché le di Roma guarda a loro come buone pratiche già da lotte si concentrarono soprattutto intorno al 1977, tempo in corso. Tuttavia, immaginare di limitarsi a quando già le aree industriali inventate dalla Cassa trasferire il modello appare anche in questo caso ab- mostravano l’incapacità di sopravvivere senza aiu- bastanza problematico, poiché, come spesso capita, ti statali, ruolo fondamentale fu assunto dal movi- del tutto diverso è il contesto. Ad eccezione delle mento studentesco e le rivendicazioni riguardarono
soprattutto il problema della disoccupazione. Di qui zione teorica, capacità di analisi e progettazione, una non sempre facile comprensione a quel tempo impegno generoso in campo sia sociale sia politico, della situazione meridionale da parte degli stessi mi- così come le prime ricerche iniziano a testimonia- litanti attivi al Nord, come testimoniano ad esempio re. E riportare alla luce quella stagione, tentare di le incertezze di Lotta Continua in occasione dei fatti comprendere le ragioni di chi a quel tempo ne fu di Reggio Calabria, e successive prese di distanza protagonista, interrogarsi sui motivi di affermazioni fondate sul pregiudizio di un sostanziale primitivi- e sconfitte, è probabilmente ancor più significativo smo che avrebbe viziato le manifestazioni di lotta provare a farlo al Sud. meridionali. In realtà, anche al Sud ci fu elabora- il 19
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ARCHIV RCHIVI 21 il
Quale memoria del 68? L’esperienza dell’Archivio storico della nuova sinistra “Marco Pezzi” di Fabrizio Billi il La formazione dell’Archi- per organismo produttore o argomento. La raccolta era finalizzata alla sua attività politica, per la quale vio Storico “Marco Pezzi” riteneva importante conoscere, capire e informarsi. L ’Archivio nasce in seguito alla scomparsa di Alla morte di Marco, era rimasta ai suoi amici e compa- Marco Pezzi, nel novembre 1989, per iniziati- gni una grande quantità di documenti, con cui è stato va dei suoi amici e dei compagni di militanza, costituito l’Archivio intitolato al compagno scomparso. 22 che hanno voluto ricordarne in questo modo l’opera e la figura. Marco Pezzi (http://www.comune.bologna.it/iper- bole/asnsmp/marcoindice.htm) nel 1968 era stu- Materiali raccolti dente al liceo scientifico di Faenza ed ha partecipato I al movimento studentesco. Successivamente è stato materiali con cui il nostro archivio è stato co- militante del circolo Lenin di Faenza, di Avanguar- stituito, essendo stati raccolti da Marco Pezzi, dia operaia e Democrazia proletaria. Il suo percorso riflettono il suo percorso politico, dal ‘68 fino al politico è stato simile a quello di tanti sessantottini, momento della sua morte. L’acquisizione dei mate- caratterizzato dall’impegno sociale e politico per un riali è poi continuata, perciò ai materiali raccolti da mondo più giusto e più libero, dalle discussioni tra i Marco se ne sono aggiunti altri. Attualmente, i fondi cattolici progressisti dopo il concilio, alla partecipa- archivistici sono una ottantina. Per la maggior par- zione al salvataggio delle opere d’arte a Firenze con te, si tratta di documenti raccolti da singole perso- gli “angeli del fango”, dall’impegno contro la guer- ne durante la propria militanza politica. In qualche ra in Vietnam alle lotte contro l’autoritarismo nella caso, si tratta di archivi non di singole persone, ma scuola. E poi, la politica come scelta di vita, nella di organizzazioni, come il gruppo parlamentare di consapevolezza che si lotta insieme agli altri, per un Democrazia proletaria, che allo scioglimento ci ha cambiamento che deve migliorare la vita di tutti. donato i propri documenti. Oppure l’archivio foto- grafico del Quotidiano dei lavoratori, costituito da Nella sua attività politica, Marco aveva raccolta una 5.000 foto. grande quantità di documenti. Riviste, volantini, I materiali raccolti sono stati prodotti soprattutto nel manifesti, libri, documenti prodotti dai movimenti ventennio che va dalla fine degli anni ‘60 alla fine e dalle organizzazioni della nuova sinistra, sia ov- degli anni ‘80, ma la maggior parte dei documenti viamente quelle di cui era militante, sia delle tan- è degli anni ‘70. Alcuni sono relativi a periodi più te altre organizzazioni allora esistenti. I documenti recenti, ad esempio quelli prodotti dal movimento raccolti erano stati da lui ordinati, suddividendoli studentesco della “Pantera”.
Il nostro archivio raccoglie materiali prodotti dal- le organizzazioni dell’estrema sinistra, da quelle maggiori (Lc, Pdup, Dp) a quelle più piccole. Una parte importante dei nostri documenti è relativa ad Avanguardia operaia e Democrazia proletaria, le organizzazioni in cui hanno militato Marco Pezzi e diverse altre persone che ci hanno donato docu- menti. Sarebbe arduo elencare in breve i documenti più rilevanti dei diversi fondi archivistici. Nel nostro catalogo (http://www.comune.bologna.it/iperbo- le/asnsmp/catalogo.htm) è possibile rendersi conto di ciò che abbiamo. Solo per fare alcuni esempi, ab- biamo documenti del movimento studentesco del 68 bolognese, del movimento studentesco delle facoltà scientifiche di Milano, del movimento del 77, del movimento della Pantera, e recentemente abbiamo acquisito un fondo con documenti del movimento il studentesco del 68 in Sicilia. 23
Una caratteristica peculiare è la cospicua presenza corso degli anni molta parte del nostro impegno. di fondi di “materiale grigio”. Si tratta di raccolte di L’abbiamo fatto perché profondamente convinti che, documenti, volantini, opuscoli, suddivise in diversi per cercare di capire la “stagione dei movimenti”, sia fondi costituiti dai materiali raccolti da chi li ha do- fondamentale utilizzare i documenti prodotti dagli nati durante la sua attività politica. Vorrei sottoline- stessi movimenti ed organizzazioni. are l’importanza del “materiale grigio” come fonte Abbiamo inoltre cercato di promuovere lo studio per la ricerca storica sul 68 e anni 70 e sulla stagio- dei documenti che abbiamo raccolto, promuovendo ne dei movimenti. Esso è una fonte documentaria ricerche che hanno condotto alla pubblicazione di essenziale in quanto le organizzazioni della nuova alcuni libri in una collana editoriale da noi curata, sinistra avevano una grande produzione di volantini oppure collaborando a pubblicazioni promosse da e di documenti, e non si può fare la storia di quel pe- altri. riodo trascurandoli. Quando l’Archivio è stato costi- il Abbiamo realizzato anche alcune mostre, nonché tuito, all’inizio degli anni novanta, chi vo- iniziative pubbliche come convegni e seminari. leva informarsi su quel periodo poteva Queste attività le abbiamo fatte sia trovare per lo più libri di memoriali- con lo scopo di promuovere stica, soprattutto di protagonisti della la ricerca storica, sia per lotta armata, o cronache giornalistiche. avvicinare un pubblico In seguito, la situazione è migliorata, più largo, per cercare di 24 e sono stati realizzati lavori instillare una curiosità di ricostruzione storica che magari potrebbe por- basati sui documenti tare qualcuno a voler ap- prodotti dai movimenti e profondire. dalle organizzazioni della nuova sinistra, oltre che sul- Un’attività che è stata costante le fonti orali. Conservare le nel corso degli anni è la pre- fonti documentarie è fonda- sentazione di libri, un’attività, mentale. Senza di esse, si fa- che in alcuni anni è stata molto rebbe la storia degli anni 70 solo intensa. basandosi sulle sentenze dei tribunali e sulle cronache giornalistiche. Non ci sono Per un paio d’anni, subito prima dell’i- fonti buone o fonti cattive. Anche le indagini giudi- nizio della pandemia, abbiamo collaborato ziarie, gli atti dei tribunali o le inchieste giornalisti- alla raccolta di testimonianze orali di ex militanti che sono fonti da utilizzare. Ma non possono essere di Avanguardia operaia, raccolte per essere utiliz- le sole. Il compito dello storico è utilizzarle in modo zate come fonti per un libro sulla storia di quella critico, mettendole a confronto. Questo si può fare organizzazione (Volevamo cambiare il mondo. Sto- solo se le fonti sono conservate, ordinate e messe di ria di Avanguardia operaia (1967 – 1977), a cura disposizione di chi vuole utilizzarle. Crediamo che di Roberto Biorcio e Matteo Pucciarelli, Mimesis raccogliere documenti con criteri di onestà, di com- editore, 2021). Sono state realizzate oltre un cen- pletezza, senza censure, sia fondamentale per con- tinaio di interviste, non solo a dirigenti ma anche sentire una ricostruzione il più possibile completa e a quadri intermedi e militanti di base. La maggior corretta degli eventi storici. parte a Milano, dove quella organizzazione era sor- ta ed aveva avuto un significativo radicamento, ma anche in altre città in tutta Italia (Venezia, Roma, Napoli, Firenze, Perugia, Torino, Padova). Tutte le Attività passate, presenti e interviste sono state trascritte e sono disponibili per chi volesse consultarle (http://www.comune.bologna. future it/iperbole/asnsmp/interviste.html). Ci sia consenti- I ta la soddisfazione di affermare che si tratta di una l cuore delle nostre attività è la raccolta, la cata- delle più significative raccolte di testimonianze orali logazione, la conservazione e la messa a disposi- sugli anni 70. zione dei documenti a tutti coloro che sono inte- ressati a consultarli. A questo abbiamo dedicato nel Attualmente, e per il prossimo futuro, siamo impe-
gnati nella digitalizzazione di alcuni materiali da rapporti con diversi archivi. I rapporti più stretti noi raccolti. Abbiamo cominciato con i manifesti. sono stati col Centro studi movimenti di Parma, fin Già alcune decine di immagini (http://www.comu- dalla sua nascita, avvenuta in seguito ad una ricer- ne.bologna.it/iperbole/asnsmp/immagini.html) ca storica sul 68 a Parma, i cui risultati sono sta- sono state inserite sul nostro sito, permettendo così ti pubblicati in un volume di una piccola collana la consultazione senza necessità di recarsi presso di editoriale da noi gestita. Successivamente, abbia- noi. mo collaborato in innumerevoli occasioni. Sareb- be arduo elencarle tutte. Ne ricordo solo alcu- Per il futuro, vorremmo digitalizzare ne, come la gestione dell’archivio alcune riviste, a partire dal Quotidia- di Capestrano. Si tratta di no dei lavoratori. L’idea è nata nel una raccolta di documenti, corso della realizzazione del libro su principalmente relativi agli Avanguardia operaia. Vorremmo anni 70 (ma non solo). Tali ottenere non la semplice imma- documenti sono stati rac- gine delle pagine in formato pdf, colti da un gruppo di com- jpg o tiff, ma dare la possibilità di pagni di Roma, con l’obiet- fare ricerche testuali, come av- tivo di realizzare un archivio. viene per esempio con l’archivio il Tale progetto non è andato in online de l’Unità. Abbiamo in- porto e tutto era stato portato 25 terpellato alcune aziende che si a Capestrano (AQ) dove uno occupano di digitalizzazione, di essi, Raffaele Sbardella, ave- e stiamo valutando come pro- va la disponibilità di una casa. cedere. Oltre al Quotidiano E’ poi stato proposto di cedere a dei lavoratori, vorremmo noi questi documenti. La mole è poi digitalizzare altre riviste veramente ingente, per cui non ne che riteniamo interessanti, da avevamo la possibilità. Grazie al Unità proletaria, rivista di Democrazia pro- Centro studi movimenti ciò è stato letaria che chi ha letto ricorda come molto stimo- possibile. Un’altra collaborazione significativa è lante, a il Carlone, pubblicazione locale bolognese, stata per la digitalizzazione dell’archivio fotografico prima di Dp, poi di Rifondazione comunista. del Quotidiano dei lavoratori. Il Centro studi movimenti è riusci- to ad ottenere un finanziamen- to da una fondazione locale, Rapporti con grazie al quale le foto sono altri archivi state digitalizzate, catalogate ed inserite nell’Opac di Par- F in da quando l’Archivio ma (http://www.comune. si è costituito, abbiamo bologna.it/iperbole/asn- cercato rapporti con ar- smp/qdl.html). Un’altra chivi analoghi. Forse dipenderà modalità in cui si sono dal fatto che l’azione collettiva è articolati i rapporti col nel nostro patrimonio genetico… Centro studi movimenti è Ci siamo guardati intorno, ed ab- la solidarietà che, assieme a molti al- biamo cercato di capire chi fossero tri istituti, associazioni e singoli studiosi, abbiamo gli archivi analoghi al nostro. Nei primi dato in occasione di un recente attacco da parte dei anni novanta, abbiamo spedito un questionario agli consiglieri comunali parmensi di Fratelli d’Italia al archivi di cui eravamo a conoscenza, per capire che Centro studi movimenti, accusato di avere una vi- materiali raccoglievano e che attività svolgevano. I sione della questione delle foibe non subalterna alla risultati li abbiamo poi esposti in una nostra pub- propaganda della destra. blicazione. Nel corso di questi oltre trent’anni della nostra esi- Abbiamo avuto collaborazioni anche col Centro stenza, abbiamo collaborato o comunque avuto documentazione di Pistoia e la Biblioteca Franco
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