MOON L A GRANDE AVVENTURA - Espress edizioni
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P A O L O C A L C I D E S E MOON L A GRANDE AV VENTURA
SOMMARIO A mio padre Prefazione 5 di Enrico Flamini Introduzione 6 © 2019 Espress Edizioni Espress Edizioni è un marchio Selenologia di Centro Scientifico Arte Corso Monte Cucco, 73 Sintetica Geologia della Luna in breve 14 10141 Torino Tel. 011 385.36.56 Fax 011 385.32.44 Il programma Apollo 108 info@edizionidelcapricorno.com www.edizionidelcapricorno.com 8 facebook.com/EdizionidelCapricorno Apollo 11. La Grande Avventura 116 TUTTI I DIRITTI RISERVATI Fase Apollo 12,13 e 14 124 ISBN 978-88-97412-75-5 Apollo 15 133 Coordinamento editoriale: Roberto Marro Redazione: Roberto Turati Apollo 16 138 Progetto grafico e impaginazione: Bruno Scrascia Stampa: Apollo 17 150 In copertina: dalle Alpi agli Appennini lunari. Ringraziamenti 159
La Luna è il corpo del sistema solare che tutti conosciamo meglio. L’abbiamo osservata a occhio nudo, ha illuminato le nostre notti, ha fornito ispirazione agli artisti, condiziona con i suoi cicli tutta la vita sulla Terra e la Terra stessa con le maree. Siamo stati sulla Luna e ne abbiamo riportato campioni nei nostri laboratori, da cui abbiamo ca- pito come la Luna si sia formata: una costola della Terra strappata via da un urto cosmico, una parte della crosta terrestre polverizzata e fusa che si è ricomposta a formare il nostro satellite. L’impresa che consentì alla specie umana di posarsi e muoversi sulla superficie lunare avvenne PREFAZIONE mezzo secolo fa, ma è ancora vivida nell’immaginario collettivo. Fu una sfida tecnologica e programmatica, spinta da molti diversi fattori sui quali molte pagine sono state scritte ma, qualunque sia stata la molla, la capacità e la perseveranza delle persone che sono riuscite a realizzare il programma Apollo stupiscono ancora anche gli addetti ai lavori. Tutt’oggi, con conoscenze scientifiche e tecnologiche di gran lunga migliori, anche a parità di risorse, essere riusciti in meno di un 5 decennio a passare dal primo satellite oltre l’orbita terrestre a far allu- nare degli astronauti in condizioni tali da potersi muovere, fare foto, MOON lasciare strumenti, raccogliere campioni e poi tornare sani e salvi sulla Terra rispettando tutto il programma al millimetro, ha del fantastico. Sulla Luna torneremo con la speranza di restarci non solo pochi gior- ni, ma per lunghi periodi, e forse per poterne usare le risorse minera- rie e, soprattutto, usare la sua orbita per il grande balzo verso Marte. Eppure possiamo ancora provare stupore nell’osservarne i dettagli dei suoi crateri e dei suoi mari di basalto. Antiche cicatrici causate dall’im- patto di altri corpi cosmici, meteoriti o comete, che hanno lasciato il loro segno e la loro materia per miliardi di anni sulla sua superficie. Questo libro è una splendida raccolta d’immagini sia delle missioni Apollo sia catturate notte dopo notte con amore e pazienza. Ciascuna foto è stata curata con la maniacalità di chi fa di questa atti- vità la sua vita. Una passione certo scientifica, ma anche estetica, dove il bello e la scienza sono una sola cosa. La superficie della Luna è un quadro che ci dice come la natura possa essere violenta e distruttrice, cambiando l’aspetto stesso di un pianeta o un satellite, ma allo stesso tempo sia creatrice del mondo in cui viviamo. Questo libro ci aiuta e ci guida a vederla con nuovi occhi e ad amarla e capirla ancora di più. Enrico Flamini Ex Chief Scientist dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) Professore di Esplorazione del Sistema Solare, Università D’Annunzio
INTRODUZIONE 6 7 MOON Charles Conrad, Richard Gordon, Alan Bean, Jim Lovell, Jack Swi- INTRODUZIONE gert, Fred Haise, Alan Shepard, Stuart Roosa, Edgar Mitchell, David Scott, Alfred Worden, James Irwin, John Watts Young, Ken Mat- tingly, Charles Duke, Eugene Cernan, Ron Evans, Harrison Schmitt. Quanti di voi lettori sanno chi sono queste persone?
INTRODUZIONE 8 9 MOON Panorama delle zone raggiunte da Apollo 11 e Apollo 16. Di sicuro tutti conosciamo Neil Armstrong, Edwin E. «Buzz» Aldrin fisici, sono state portate a termine simulazioni, sono stati inventati e Michael Collins, i tre astronauti della missione spaziale Apollo 11, i materiali e procedure, abbiamo arricchito la nostra conoscenza dando primi uomini che hanno raggiunto e camminato sulla Luna. risposte a domande che ci ponevamo fin da Galileo e ancor prima. L’elenco dei nomi che ho inserito all’inizio di questa storia sono È stato qualcosa d’incredibile che si è avverato grazie allo sforzo pro- quelli di tutti gli altri astronauti che hanno partecipato alle missioni lungato di molte persone. Gli astronauti hanno rischiato la vita per spaziali del programma Apollo successive all’undicesima e che sono fare quello che hanno fatto, alcuni l’hanno persa per riuscire in questa arrivati in orbita attorno al nostro satellite o hanno camminato sulla sfida tecnologica. sua superficie. L’uomo da sempre è stato un esploratore di terre lontane, a piedi o in Proprio perché ci si ricorda solo dei primi, in questo libro dedicato navigazione; in questo modo abbiamo scoperto il «mondo» e le mis- alla Luna vorrei ricordare e dare il dovuto spazio a tutti gli uomini che sioni Apollo ci hanno portato a scoprire un «nuovo mondo». hanno fatto parte di questa storia, la Grande Avventura della conqui- sta del nostro satellite. Se con la missione numero 11 l’umanità è at- In questo volume, che vuole celebrare il cinquantesimo anniversa- terrata sulla Luna, è dalla missione numero 1 che centinaia e centinaia rio dell’atterraggio sulla Luna, quando parlo delle missioni inten- di persone, oltre agli astronauti, hanno lavorato per far sì che Apollo 11 do quelle lunari statunitensi, faremo riferimento al mitico e storico avesse successo, come anche i programmi spaziali Mercury e Gemini. programma Apollo che portò per l’appunto l’uomo sulla Luna. Il La conquista della Luna, e tutto ciò che ha comportato questa grande programma di esplorazione spaziale è stato gestito e condotto dalla missione scientifica e tecnologica, ha coinvolto tantissime persone per NASA (National Aeronautics and Space Administration) in tre fasi: anni, sono stati fatti sforzi incredibili sia intellettuali sia puramente programma Mercury 1958-1963, programma Gemini 1963-1966,
mentre il programma Apollo si svolse tra il 1961 e il 1975. Le mis- sioni in totale furono 17; in realtà le missioni Apollo 2 e 3 non esisto- no e le missioni con equipaggio umano in totale furono 12: Apollo 1, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16 e 17. Ci sono stati inoltre altri lanci di prova, ma che non s’identificano con il codice Apollo. Eppure oggi, a cinquant’anni dallo sbarco sulla Luna, qualcuno con- tinua a sostenere che non ci saremmo mai andati, accanendosi più che altro sulla missione Apollo 11. Ancora si mette in dubbio la ve- INTRODUZIONE ridicità della missione muovendo accuse e portando prove del tutto inconsistenti e che si smontano e confutano con poche parole. Perché non accettare che l’umanità abbia potuto fare tutto questo? Perché continuare ancora, dopo cinquant’anni, ad argomentare il complotto con banali affermazioni che un po’ di buon senso basta a smentire? Vi riporto un esempio personale. Parte del lavoro che svolgo come ricercatore in astrofisica è dedicato alla didattica e alla divulgazione, 10 11 e a volte, per la verità piuttosto spesso, durante le conferenze e gli eventi pubblici a cui partecipo mi viene chiesto: «Ma se siamo andati MOON sulla Luna perché non ci siamo più ritornati?», come prova del fatto che è stata solo una montatura costruita ad hoc, che si è trattato sol- tanto di una grande truffa e che l’allunaggio in realtà è stato girato su un set cinematografico. Da questa affermazione si evince un unico fatto: la completa disin- formazione di chi porta avanti con leggerezza quella che, se troppo divulgata, può diventare, lasciatemela chiamare così, una «falsa verità». In realtà, basterebbe un minimo di voglia d’informarsi, perché sulla Luna l’umanità ci è tornata, dopo la missione Apollo 11, per ben cinque volte. Le missioni Apollo sono continuate fino all’Apollo 17. L’unico equipaggio che ha avuto un serio problema e non è atterrato sulla Luna è stato quello di Apollo 13, ma tutte le altre missioni sono sbarcate sul nostro satellite. Con le missioni Apollo 11, 12, 14, 15, 16 e 17, l’uomo è sceso sulla Luna per ben 6 volte. Dunque ci siamo già ritornati. Non voglio dilungarmi su questa storia, ne sono ormai state dette di tutti i colori, e tutto è stato già più volte confutato. Ho deciso quindi di non soffermarmi ancora una volta su questi fatti, ma di scrivere un libro che, nel suo piccolo, possa rendere omaggio a quest’incredibile sforzo di tanti che ha portato l’umanità per la prima volta su un altro corpo del nostro sistema solare. Una grande vittoria per tutta l’umani- tà, una grande vittoria della perseveranza, della tecnologia e del corag- gio di pochi che hanno fatto grandi tutti noi. Detto questo, partiamo per la Grande Avventura. Panorama delle zone raggiunte da Apollo 12 e Apollo 14.
INTRODUZIONE 13 12 MOON 20 LUGLIO 1969, ORE 20:17 UTC, ANNOTAZIONI TECNICHE I nomi delle varie conformazioni geologiche della LE 22:17 LOCALI IN ITALIA: Per i più avvezzi alla fotografia astronomica, Luna come crateri, mari ecc… citate in questo libro UN VEICOLO SPAZIALE ATTERRA tutte le immagini sono state ottenute seguono la nomenclatura ufficiale della IAU, Inter- national Astronomical Union, un grande lavoro di SUL SUOLO LUNARE utilizzando la seguente strumentazione: • rifrattore TMB 175, catalogazione che va avanti dal 1919 (quest’anno si festeggiano anche i 100 anni della sua fondazione). Già altre sonde avevano toccato il suolo del nostro satellite naturale, ma F8 tripletto apocromatico Con i miglioramenti della tecnologia e quindi anche su montatura CEM 120 Ioptron questa volta a bordo ci sono due esseri umani. delle immagini ad alta definizione, si è arrivati alla • riflettore Cassegrain 250mm, f/10 su Il 21 luglio, a sei ore di distanza dal raggiungimento del suolo lunare, montatura 10 micron ME2000 necessità di catalogare moltissime nuove formazioni alle 04:56, ora locale italiana, l’uomo mette piede sulla Luna: è il coman- geologiche lunari come rimae, rupi, monti e altro. • camera CCD QHY178 –III series Dal 1970 è possibile trovare anche una cataloga- dante Neil Armstrong, uno dei tre astronauti statunitensi della missione • lente di Barlow 3x e 5x utilizzata zione delle caratteristiche della faccia nascosta della Apollo 11. Per la prima volta nella storia dell’umanità, dopo aver lasciato a seconda delle condizioni di turbolenza Luna. Troverete orari che fanno riferimento al fuso il proprio pianeta e viaggiato nello spazio, l’essere umano cammina sul dell’atmosfera orario italiano e orari indicati con la sigla UTC suolo di un altro corpo celeste del nostro sistema solare. • software di elaborazione filmati: (Coordinated Universal Time, «Tempo Coordinato «Buzz Aldrin», pilota del modulo lunare Eagle, è il secondo uomo a Registax o Avistak Universale») cioè l’orario di riferimento da cui sono camminare sulla superficie lunare poco dopo Armstrong, mentre Mi- • software di elaborazione immagini: calcolati tutti gli altri fusi orari del mondo, che deri- chael Collins, pilota del modulo di comando Columbia, rimane in or- Registax e/o Photoshop va dal tempo medio di Greenwich. bita attorno alla Luna aspettando di riportare a casa i suoi compagni. Con l’aiuto di fotografie ad alta definizione, ripercorreremo i passi sa- lienti di questa grande impresa, faremo un viaggio per immagini sul Le immagini presenti in questo volume sono state realizzate appostitamente nostro satellite per vedere le bellezze che nasconde se osservato senza per questa pubblicazione, quindi sono tutte inedite. Sono state elaborate telescopio e vedremo le zone degli allunaggi delle missioni Apollo, che dall’autore e dall’astrofotografo Andrea Pistocchini. portarono, in quattro anni, dodici uomini sulla Luna. Dodici uomini Oltre a ricordare il cinquantesimo anniversario del primo allunaggio, sono riprodotte le fotografie di tutti gli altri siti esplorati dalle missioni Apollo sulla Luna e sei in orbita lunare a pilotare il modulo di comando. Chi che sono arrivate sul nostro satellite. sono dunque queste altre persone? Tutti ci ricordiamo di Armstrong, ma Alcune fotografie delle zone lunari sono impaginate non coerentemente gli altri chi sono, e quali sono le loro storie? con l’orientamento cardinale. La scelta di ruotare le immagini è puramente estetica.
SELENOLOGIA 15 14 SELENOLOGIA MOON GEOLOGIA DELLA LUNA IN BREVE
SELENOLOGIA 17 MOON Iniziamo il nostro viaggio per immagini che ci porterà a vedere e conoscere le piccolissima della Luna, infatti, è stata studiata nel dettaglio, grazie soprattutto zone di allunaggio delle missioni Apollo. Per cominciare, inizierei a descrivere ai campioni prelevati durante le missioni e ancora oggi sotto analisi. la destinazione della Grande Avventura, l’unico satellite naturale della Terra, la Esaminiamo quindi qualche particolare del nostro satellite dal punto di vista nostra Luna. chimico, fisico e geologico, in modo da poter meglio apprezzare anche le dif- Lasciamo per un attimo la parola al grande Galileo Galilei, che nel Sidereus ficoltà della sua esplorazione. Anzitutto, occorre considerare la Luna a tutti gli Nuncius così diceva di questo corpo celeste: effetti un luogo «ostile» sotto ogni punto di vista: temperatura e condizioni ambientali in generale. La scienza che studia la conformazione della Luna pren- Cominciamo dunque a parlare della faccia lunare che è rivolta al nostro sguardo, la de il nome di selenologia. Questa scienza, che è la geologia della Luna, parte da quale per più facile comprensione, io distinguo in due parti, più chiara e più scura presupposti del tutto diversi da quelli della geologia terrestre, proprio perché le [...] Siamo giunti alla convinzione che la superficie della Luna non è affatto liscia, uniforme e di sfericità esattissima [...] ma al contrario, disuguale, scabra e ripiena di condizioni sono assai diverse. Un esempio banale: sulla Luna non c’è atmosfera, cavità e sporgenze. quindi non sono presenti i fenomeni atmosferici del vento e della pioggia, non c’è l’acqua a formare bacini, laghi e torrenti. Questo comporta che non esiste Era il 1609 e per la prima volta, grazie al cannocchiale, uno strumento ottico il fenomeno dell’erosione dovuta a eventi atmosferici naturali. Quello che si è che potenziava l’osservazione, qualcuno osservava dettagli che fino ad allora verificato è invece un enorme processo di alterazione del suolo dovuto a impatti non erano mai stati visti o ipotizzati. di asteroidi e comete, e a fenomeni di vulcanismo. La Luna è in ogni caso un Galileo vede la Luna non perfetta, anzi, ricca delle asperità che oggi conosciamo corpo differenziato, cioè presenta una crosta, un mantello e un nucleo. come i crateri, le valli, i monti lunari. Vediamo prima di tutto dove si trova. È in orbita attorno al nostro pianeta a una Sappiamo molto del nostro satellite grazie alle osservazioni effettuate con i tele- distanza media di circa 384.000 km. Orbita attorno alla Terra in 29 giorni, 12 scopi della terra, con le sonde spaziali in orbita e con quelle che sono atterrate minuti e 44 secondi: il periodo di tempo che intercorre tra una Luna nuova e sulla Luna stessa, ma ancora molto resta da capire e scoprire. Solo una porzione l’altra, la fase in cui non vediamo la Luna in cielo durante la notte.
Con il periodo di 29 giorni, 12 minuti e 44 secondi s’intende il mese sinodico Per la precisione Apollo 11 riportò 22 kg di materiale lunare, Apollo 12 34 kg, della Luna, cioè il tempo necessario al nostro satellite per fare un giro maggiore Apollo 14 43 kg, Apollo 15 77 kg, Apollo 16 95 kg, Apollo 17 111 kg, Luna 16 di 360 gradi attorno alla Terra e ritrovarsi di nuovo allineata con il Sole. Questa 101 gr, Luna 20 55 grammi e Luna 24 170 grammi. misura temporale non va confusa con il mese siderale, che invece per definizione È incredibile pensare che abbiamo teorie sull’evoluzione dell’universo, su corpi prevede il riallineamento della Luna dalla Terra rispetto a una stella fissa in cie- misteriosi come le singolarità spaziotemporali conosciutie anche come buchi lo. Quest’ultimo ha la durata di 27 giorni, 43 minuti e 12 secondi. neri, ma non siamo ancora certi di come si sia formato l’oggetto più vicino a Durante questo suo moto orbitale, dalla superficie terrestre possiamo apprez- noi, che oltretutto è osservabile con relativa facilità. zare la variazione dell’illuminazione della Luna da parte del nostro Sole e il Le dinamiche che determinano la formazione dei sistemi solari e dei corpi cele- susseguirsi di quelle che prendono il nome di fasi lunari. sti che ne fanno parte presentano ancora molte domande aperte. SELENOLOGIA Ci può capitare di vedere solo una piccola falce di Luna in prima serata, quan- Gli elementi chimici che si possono trovare nei minerali lunari sono abbastanza do ancora siamo illuminati dalla flebile luce del crepuscolo solare, oppure fasi comuni: calcio, alluminio, ferro, magnesio, titanio, silicio e ossigeno. crescenti, ossia parti di Luna sempre più illuminate. Prende il nome di primo Un nuovo minerale, mai trovato prima, è stato recuperato durante la missione quarto la fase in cui la Luna ci mostra circa il 50 % della sua superficie illumi- Apollo 11, sul sito di allunaggio di cui parleremo nei dettagli più avanti. Il mine- nata; chiamiamo fase di luna piena quando questa percentuale sale al 100% e rale è stato chiamato Armalcolite in onore dei tre astronauti della missione, com- luna nuova quando il satellite è invisibile ai nostri occhi durante la nottata, ma binando prime lettere dei loro rispettivi nomi, Armstrong, Aldrin e Collins. In che si può vedere, anche se la cosa sembra controintuitiva, durante il giorno. seguito il minerale è stato scoperto anche in diverse zone sul nostro pianeta. Dallo 18 19 studio delle diverse rocce riportate si è potuti anche risalire all’età di questi fram- Per quanto riguarda le dimensioni, avendo un diametro di circa 3470 km, la menti, che, grazie alle indagini radiometriche, vanno dai 3,16 miliardi di anni per MOON Luna è grande quasi un quarto del nostro pianeta. Rispetto ad altri satelliti del i campioni provenienti dai mari lunari ai 4,5 miliardi di anni per quelli raccolti nostro sistema solare può sembrare piccola, per esempio in confronto a Gani- sulle terre (entreremo nel dettaglio della definizione di mari e terre lunari a breve). mede, satellite di Giove, che ha un diametro di 5262 km. Quello che fa impressione, per quanto riguarda la Luna, è la temperatura. Es- Ganimede, per la precisione, è anche il satellite più grande del nostro sistema sendo priva di atmosfera, non c’è nulla che ripartisca e medi la distribuzione del solare, è addirittura più grande del pianeta Mercurio. Se però consideriamo che calore sul satellite, ottenendo così una netta differenziazione tra le zone in ombra Giove è 27 volte il diametro del suo satellite, in confronto la Luna e la Terra o nella notte lunare e quelle irradiate dalla radiazione solare o nel giorno lunare. sembrano più due pianeti che un satellite e un pianeta. La temperatura minima si aggira attorno ai –233 °C, mentre la massima intor- La densità media della Luna è inferiore a quella terrestre: 3,3 gr/cm3 rispetto no ai 130 °C. ai 5,5 gr/cm3 della Terra. Si tratta di un dettaglio fondamentale per riuscire a La netta separazione tra giorno e notte lunare, ben evidente durante le varie capire quale sia stata la sua origine, il suo processo di formazione. fasi, è indicata dalla presenza del terminatore, la linea che separa il giorno dalla Le prime teorie supponevano che la Luna fosse un pezzo di Terra strappata via notte lunare. Lungo quella linea è possibile vedere in modo molto dettagliato, da un grande impatto, quando il nostro pianeta aveva già concluso la fase di dif- essendo ricchissima di ombre, la complessità del suolo lunare. ferenziazione, cioè aveva già un mantello e una crosta, oppure un corpo celeste Se vi abituate a osservare la Luna, noterete che ogni mese, anche se le fasi si che si era formato per aggregazione in prossimità dell’orbita terrestre. Entrambe susseguono con la stessa periodicità, il terminatore ci regala sempre qualcosa queste ipotesi, però, si basavano sul fatto che la densità dei due oggetti fosse di diverso. Basta una piccola percentuale d’illuminazione in più o in meno, molto simile. Ora sappiamo che non è così. anche solo l’1 o il 2 %, e vedrete particolari e dettagli diversi. Il diverso angolo Come si può quindi spiegare l’origine della Luna? Oggi si ritiene che in effetti d’incidenza dei raggi solari sulla superficie lunare, anche se poco differente, un grande impatto ci sia stato, ma durante le fasi di formazione del nostro farà risaltare ai vostri occhi i panorami conosciuti leggermente mutati. Alcuni pianeta. In quel particolare momento, non essendo ancora del tutto formata, particolari, come le piccole fratture sul suolo o i leggeri rigonfiamenti della la nostra Terra in superficie non si era ancora solidificata e quindi era ricca di superficie, si possono osservare e fotografare solo con una determinata illumi- elementi chimici più leggeri, mentre quelli più pesanti tendevano ad andare nazione. Proprio per questo motivo nel libro a volte troverete alcune immagini verso il centro del pianeta in formazione. Un grande oggetto, si stima delle della stessa zona, ma fotografate in mesi diversi proprio per cogliere particolari dimensioni di Marte, colpendo di striscio la Terra potrebbe aver scagliato nello che altrimenti non si potrebbero vedere. spazio il materiale che poi, grazie alla gravità, ha dato origine al nostro satellite. Nelle pagine seguenti ecco un’immagine di una parte di terminatore duran- Per quanto riguarda la sua composizione chimico-fisica, moltissimi dati sono te la fase del primo quarto. Osservatela con estrema attenzione: in un primo stati ottenuti analizzando l’ingente quantità di materiale lunare che è stato por- momento sarete catturati dalla presenza dei crateri, che subito vi balzeranno tato sulla Terra dalle missioni Apollo: ben 385 kg di materiale, oltre a quello all’occhio, ma continuate a osservare ed ecco che appariranno microfratture, al- prelevato e trasportato dalle sonde automatiche sovietiche che ammonta, du- tri crateri piccolissimi, zone spianate e incredibilmente elevate rispetto al suolo, rante tre delle missioni del progetto chiamato Luna, a 326 grammi. tutto grazie al gioco di ombre che si viene a creare.
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