MONOGRAFIE Analisi Pollinica e Mieli Uniflorali - Piana Ricerca

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MONOGRAFIE Analisi Pollinica e Mieli Uniflorali - Piana Ricerca
MONOGRAFIE
Analisi Pollinica e
Mieli Uniflorali
MONOGRAFIE Analisi Pollinica e Mieli Uniflorali - Piana Ricerca
Piana Ricerca e Consulenza
     Analisi Pollinica e Mieli Uniflorali

3    Chi è Piana Ricerca e Consulenza

     Le monografie di Piana Ricerca e Consulenza in collaborazione con l’apis

4           > Dove comincia e dove finisce l’unifloralità | l’apis N.7 ottobre 2013

10          > Mieli uniflorali rari e insoliti | l’apis N.6 agosto/settembre 2016

15          > Mieli improbabili e mieli impossibili | l’apis N.7 ottobre 2016

21   I servizi di Piana Ricerca e Consulenza

23   Modulo per la richiesta di analisi

     Progetto grafico Graziana Garbeni | Stampa Grafiche Canepa

                         w w w . p i a n a r i c e r c a . i t
MONOGRAFIE Analisi Pollinica e Mieli Uniflorali - Piana Ricerca
Le foto al microscopio sono di Ida Conti

Chi è Piana Ricerca e Consulenza
Piana Ricerca e Consulenza srl è una società di servizi specializzata nel campo
dell’apicoltura, può vantare un patrimonio di esperienza professionale trenten-
nale e una storia famigliare che supera il secolo nelle attività apistiche.

Crediamo fortemente che l’esperienza abbia un valore inestimabile che può
essere messo a frutto solo attraverso la trasmissione e la condivisione delle
conoscenze. Il nostro obiettivo è non disperdere il patrimonio di conoscenze
accumulato, ma di valorizzarlo al meglio per investire sulla crescita del settore.

Siamo specializzati in analisi melissopalinologiche del miele e degli altri prodotti
delle api. Grazie all’esperienza trentennale, ci occupiamo anche di formazione
tecnica, specificamente nell’ambito dell’analisi sensoriale e della qualità del mie-
le, nonché di consulenze e collaborazioni scientifiche sia in Italia sia all’estero.

Le monografie di
Piana Ricerca e Consulenza
in collaborazione con l’apis
Questa pubblicazione è stata realizzata in collaborazione con la rivista “l’apis” in
un obiettivo di condivisione delle conoscenze tecniche di settore. Questa mono-
grafia su Analisi pollinica e Mieli Uniflorali raccoglie articoli apparsi sulla rivista
tra ottobre 2013 e ottobre 2016.

    w w w . p i a n a r i c e r c a . i t

                                                                                 3
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n.7 | ottobre 2013

                              DOVE COMINCIA E DOVE FINISCE L’UNIFLORALITÀ
                              Lucia Piana

            Una domanda che mi sento spesso fare è “Qual è la percentuale minima di una determinata origine
            botanica necessaria per definire uniflorale il relativo miele?”. In realtà questa domanda non ha risposta
            e, di solito, mentre lo spiego al mio interlocutore, capisco che sta pensando “Possibile che questa non
            riesca mai a rispondere in maniera semplice e debba sempre chiamare in causa i massimi sistemi?”.

I l fatto è che la risposta non è semplice
  perché il problema della definizione dei
mieli uniflorali non si affronta dal punto
                                                  un prodotto definito cioccolato la sostan-
                                                  za secca deve derivare per almeno il 35%
                                                  dal cacao; i tajarin vanno impastati con
                                                                                                     alveare visitano decine/centinaia di fiori a
                                                                                                     ogni viaggio e potremmo risalire all’origi-
                                                                                                     ne dei diversi nettari solo a condizione di
di vista delle percentuali di origine. Sem-       40 tuorli d’uovo per chilo di farina e via         avere un marcatore specifico per ognuno
plicemente perché non ci è dato conosce-          di seguito. C’è una regola quantitativa da         di questi nettari. Cos’è un marcatore? È
re, nel prodotto naturale “miele”, quanta         rispettare nella produzione ed eventual-           qualcosa di specifico (per esempio una so-
parte proviene da questa o quella pianta.         mente un sistema analitico per control-            stanza esclusiva di quel nettare), costante
Se avessimo a che fare con un prodotto            larlo. Nel miele naturale invece non sap-          (presente in quantità sempre uguale nel
industriale potremmo affrontare il proble-        piamo quanta parte del prodotto origina            nettare di partenza indipendentemente
ma in termini quantitativi. Per esempio, la       dai diversi nettari che le api hanno a di-         dalle condizioni di raccolta) e stabile (che
confettura extra di frutta deve avere una         sposizione nell’area (e nel periodo) di rac-       non si modifica nel tempo e con i processi
quantità di frutta maggiore del 45%; in           colta. Le migliaia di api bottinatrici di ogni     di trasformazione).

         Alveari rustici e Langstroth in Etiopia: i mieli derivanti da questo tipo di alveari sono quasi sempre ricchissimi di polline di origine
         secondaria e non è possibile risalire alla loro origine botanica attraverso l’analisi pollinica

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Il polline come marcatore di origine botanica

Da oltre 100 anni chi studia il miele usa i granuli pollinici
come “marcatori” dell’origine del miele. Peccato che delle
caratteristiche del marcatore ideale il polline abbia solo la
prima, la specificità. Infatti, ogni specie botanica produce
pollini diversi, osservabili e identificabili al microscopio. Al-
meno in via teorica è possibile dare un nome e cognome
a ogni granulo pollinico osservabile in natura (nel miele
come nell’aria, in reperti archeologici o in sedimenti geolo-
gici). Come marcatore dell’origine botanica del miele però,
il polline manca degli altri due requisiti indispensabili, la
costanza e la stabilità. Infatti, la quantità di polline che en-
tra nella composizione del miele non varia solo in funzione
della pianta, ma anche delle condizioni in cui le piante ven-
gono sfruttate dalle api, si può modificare in funzione delle
attività delle api all’interno dell’alveare e delle modalità di
conduzione degli alveari da parte dell’apicoltore. Il polline,
infatti, viene raccolto dalle api anche come tale e può quindi
                                                                    Sedimento di miele spagnolo: la foto al microscopio a piccolo
“contaminare” il miele all’interno dell’alveare o durante le        ingrandimento mostra l’abbondanza di granuli pollinici di origi-
operazioni di smelatura. Può essere interessante riporta-           ne secondaria
re un’esperienza di Jean Louveaux, uno dei fondatori della
melissopalinologia per lo studio dell’origine botanica del
miele, del 1958; nella sperimentazione, un alveare veniva
confinato in una serra e gli veniva data come alimentazione,
offerta all’esterno dell’alveare in piattini separati e lontani
tra di loro, sciroppo di zucchero e polline, prevalentemente
di papavero. Successivamente fu eseguita l’analisi dei pol-
lini contenuti nello sciroppo stoccato dalle api nei favi: se
il polline del miele derivasse unicamente da quello che vi
finisce al momento della raccolta del nettare (quello che si
chiama “arricchimento primario”), nelle riserve originate da
sciroppo zuccherino non si sarebbero dovuti trovare granuli
pollinici. Invece furono osservati in media 9.000 granuli pol-
linici per 10 grammi di miele, ovviamente dello stesso tipo
di quello offerto alle api nei giorni precedenti. Questo ci può
permettere di stimare l’ordine di grandezza di quello che
viene chiamato “arricchimento secondario”, cioè il polline
che finisce nel miele all’interno dell’alveare durante la sua
elaborazione. Per avere un’idea, i mieli uniflorali di robinia      Sedimento di miele di robinia: da sinistra a destra granuli
hanno in media la stessa quantità assoluta di granuli pollini-      pollinici di quercia, robinia, robinia, acero

ci. Per esperienza sappiamo che i mieli che provengono da
tipi di apicoltura tradizionale (favi pressati) o anche da favi
del nido o semplicemente da favi che hanno contenuto pol-
line in un qualche momento della loro storia (per esempio
nei tipi di apicoltura in cui nido e melario non sono chiara-
mente differenziati) hanno quantità di polline molto elevate
(anche maggiori di 500.000 granuli pollinici per 10 g) e che
nulla possono raccontare dell’origine botanica del nettare
che li ha prodotti, perché i pollini di origine secondaria sono
largamente preponderanti rispetto allo spettro primario.
In conclusione, il polline non è un buon marcatore dell’origi-
ne botanica del miele: ci racconta molto sull’ambiente dove
le api hanno raccolto nettare e polline, ci indica qualcosa an-
che sulle tecniche di produzione e, se si verificano una serie
di condizioni favorevoli, può darci indicazione sulle specie
che hanno contribuito a formare il miele, ma è ben lontano
da darci informazioni quantitative.

                                                                    Sedimento di miele di agrumi: da sinistra a destra granuli
                                                                    pollinici di sulla, agrumi, papavero, olivo, agrumi

                                                                                                                            5
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za e le quantità di questa sostanza come
                                                                                                    elemento specifico del miele di agrumi (da
                                                                                                    0,5 a 5 mg/kg secondo le ricerche), il para-
                                                                                                    metro ha cominciato ad essere utilizzato
                                                                                                    nella verifica del prodotto commerciale e
                                                                                                    nel corso del tempo i compratori interna-
                                                                                                    zionali di miele hanno cominciato a richie-
                                                                                                    dere come criterio minimo per l’accetta-
                                                                                                    zione del prodotto il valore di 2,0 mg/kg (o
                                                                                                    1,5 mg/kg secondo il compratore). Vorrei
                                                                                                    tornare alla domanda di partenza: “Qual è
                                                                                                    la percentuale minima di una determinata
                                                                                                    origine botanica necessaria per definire
                                                                                                    uniflorale il relativo miele?” per far notare
                                                                                                    come acquirenti e venditori si siano messi
                                                                                                    d’accordo, anche in questo caso, non sulla
                                                                                                    “percentuale d’origine” ma su un requisi-
                                                                                                    to che presumibilmente è correlato con
                                                                                                    la purezza del miele, ma che viene usato
                                                                                                    senza rispondere alla fatidica domanda.
                                                                                                    Il metilantranilato è un bell’esempio di
                                                                                                    marcatore di origine botanica consolidato
                                                                                                    dalla pratica, ma anche qui non mancano
                                                                                                    i problemi. Il primo è che anche i migliori
                                                                                                    marcatori possono essere usati in manie-
                                                                                                    ra intelligente o stupida. Stupido è usare il
                                                                                                    marcatore senza verificare altri parametri
                                                                                                    che possono essere apprezzati anche dal
                                                                                                    consumatore. Un miele può contenere 3
                                                                                                    mg/kg di metilantranilato, e quindi deri-
                                                                                                    vare in percentuale elevata dal nettare di
                                                                                                    agrumi, ma il profumo di questa sostanza
                                                                                                    potrebbe essere mascherato dall’odore
Se il polline non è un buon marcatore, ne          ancora stati trasferiti a livello applicativo,   del fumo, o il colore del prodotto po-
abbiamo altri? Inutile cercarli tra i com-         tranne l’esempio dell’uso del dosaggio del       trebbe non essere quello tipico del mie-
ponenti principali del miele, che sono gli         metilantranilato per l’identificazione del       le di agrumi (molto chiaro, quasi bianco
stessi in tutti i tipi di miele: fruttosio, glu-   miele di agrumi. Per questo tipo di miele,       quando completamente cristallizzato) in
cosio, maltosio, saccarosio, acqua, acidità,       infatti, l’analisi pollinica ha sempre mo-       quanto miscelato con una piccola percen-
enzimi, sali minerali ecc. variano secondo         strato i propri limiti, in quanto molti dei      tuale di miele molto scuro che ne cambia
l’origine botanica e quindi possono dare           mieli di agrumi che si producono nel mon-        totalmente il colore. Questo capita, per
delle indicazioni, ma non possiamo con-            do provengono da varietà sterili. Quindi         esempio, con una certa frequenza, in mieli
siderarli dei veri e propri marcatori. Gli         capita spesso di avere mieli di agrumi           di agrumi messicani. In altre parole, se il
studi sui marcatori specifici dell’origine         molto puri pressoché privi del polline del-      controllo viene fatto solo su un criterio, si
botanica sono recenti, in quanto solo negli        la specie in questione. Il miele di agrumi è     rischia di promuovere un prodotto che in
ultimi decenni abbiamo avuto a disposi-            oggetto di scambi internazionali e quindi        realtà non corrisponde alle richieste del
zione metodi di analisi che hanno consen-          è stato necessario trovare un modo che           consumatore. La purezza uniflorale non
tito di sondare questi componenti minori,          mettesse d’accordo venditori e comprato-         sempre coincide con il profilo organoletti-
nell’ambito di sostanze specifiche di origi-       ri nell’identificazione di questo miele uni-     co richiesto dal mercato. Inoltre ci si espo-
ne vegetale. Oggi abbiamo molte informa-           florale. Il sistema è stato trovato già negli    ne a essere ingannati dai frodatori. Se è
zioni nell’ambito delle sostanze che com-          anni ’60 in quanto si è osservata una so-        solo il metilantranilato a essere importan-
pongono l’aroma dei mieli, delle sostanze          stanza, relativamente facile da misurare,        te come parametro di controllo del miele
polifenoliche e in particolare dei flavonoi-       specifica del miele di agrumi, il metilantra-    di agrumi, non passerà molto tempo prima
di e di altre di diversa natura, come, per         nilato, appunto, la sostanza volatile che è      che qualcuno se ne procuri una boccetta e
esempio, il perseitolo (uno zucchero) del          responsabile del tipico odore floreale del       lo aggiunga fraudolentemente a un miele
miele di avocado. Ma nella maggior par-            miele di agrumi. Dopo le prime ricerche          generico, se non è già stato fatto. Non so
te dei casi si tratta di studi che non sono        che hanno messo in evidenza la presen-           se ricordate il caso della melammina nel

         6
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latte cinese che ha ucciso e intossicato moltissimi
                                                                                   bambini; la melammina è una sostanza (non alimenta-
                                                                                   re, potenzialmente tossica) che veniva addizionata al
                                                                                   latte in polvere per aumentarne il contenuto di azoto,
                                                                                   non quello alimentare e utilizzabile dai consumatori,
                                                                                   ma quello analitico. Non è la stessa cosa, ma è un altro
                                                                                   esempio di disonesti che volevano aggirare l’ostacolo
                                                                                   di un controllo puntiforme. Altro inconveniente che si
                                                                                   è verificato sul metilantranilato: è stato dato per scon-
                                                                                   tato che quello che era noto per una parte dei mieli di
                                                                                   agrumi del mondo (soprattutto Stati Uniti e Spagna),
                                                                                   valesse anche per il resto del mondo. Lo sanno i pro-
                                                                                   duttori calabresi, che si sono accorti che i loro mieli
                                                                                   di agrumi, per quanto perfetti ai controlli pollinici e
                                                                                   compositivi abituali in Italia, quasi mai superano il
                                                                                   vaglio imposto dai compratori tedeschi. Anche i pro-
                                                                                   duttori di miele di limone della regione di Tucumán, in
                                                                                   Argentina, hanno lo stesso problema. Abbiamo svolto
                                                                                   una ricerca sull’argomento (1), su mieli di produzione
                                                                                   2006-2007 e abbiamo verificato che i mieli di agrumi
     I mieli A e B sono stati entrambi prodotti in concomitanza
     con la fioritura di robinia (acacia) e sono quindi entrambi a                 siciliani hanno una media di 2,90 mg/kg di metilantra-
     prevalenza di nettare della specie.                                           nilato, mentre quelli calabresi hanno un valore medio
     Su quale campione mettereste l’etichetta “Miele di acacia”?
                                                                                   di 1,13 mg/kg. Una ricerca successiva svolta da Conapi

     La soluzione a pag. 9                                                         grazie ai fondi della Regione Calabria, nell’ambito del
                                                                                   Reg. CE 1234/07, ha messo in evidenza che tale dif-
                                                                                   ferenza potrebbe essere dovuta alle diverse varietà
                                                                                   coltivate nelle diverse aree agrumicole. In particola-
                                                                                   re sarebbero i mieli di clementino della provincia di
                                                                                   Cosenza ad avere valori più bassi rispetto al miele di
                                                                                   arancio. Attualmente è in corso una prosecuzione del-
                                                                                   la ricerca che ha l’obiettivo di mettere in evidenza gli
                                                                                   elementi che potrebbero consentire di differenziare il
                                                                                   miele di clementino rispetto agli altri agrumi.

I sistemi attuali di definizione e controllo

Torniamo alla domanda dalla quale abbia-           de le caratteristiche organolettiche, fisico-       si studiano le caratteristiche dei principali
mo preso il via, “Qual è la percentuale mi-        chimiche e microscopiche.”                          mieli uniflorali e i risultati di queste ricer-
nima di una determinata origine botanica           Quindi la definizione parla di una preva-           che sono stati resi pubblici in varie forme.
necessaria per definire uniflorale il relativo     lenza d’origine (senza quantificarla, non ce        Il documento al quale fare attualmente
miele?”, e vediamo come possiamo darle             ne sarebbero gli elementi) ma, soprattut-           riferimento sono le schede dei mieli uni-
una risposta. In realtà alla domanda così          to, specifica un secondo requisito, quel-           florali presenti nel sito del CRA-API (www.
com’è posta non si può dare una risposta e         lo delle “caratteristiche organolettiche,           cra-api.it). Questi contenuti datano della
il problema va affrontato in altra maniera.        fisicochimiche e microscopiche”. Quindi             fine degli anni ’90 e sono stati disponibi-
Come d’altra parte fa la stessa normativa          la domanda sui mieli uniflorali non deve            li anche sotto forma cartacea in un libro
comunitaria (Direttiva 2001/110/CE) che a          essere impostato sulle percentuali, non             oggi esaurito (Persano Oddo et al., 2000
proposito delle denominazioni botaniche            conosciute e non controllabili, ma sulle ca-        - I mieli uniflorali italiani. Nuove schede
recita: “le denominazioni possono essere           ratteristiche dei mieli, che invece possono         di caratterizzazione. MIPAF, Roma), non-
completate da indicazioni che fanno rife-          essere studiate e definite in particolari re-       ché nel sito della Sezione di Apicoltura di
rimento all’origine floreale o vegetale, se il     quisiti, come abbiamo visto nell’esempio            Roma dell’Istituto Sperimentale di Zoo-
prodotto è interamente o principalmente            del metilantranilato per il miele di agru-          logia Agraria fino alla soppressione della
ottenuto dalla pianta indicata e ne possie-        mi. È a partire dagli anni ’80 che in Italia        Sezione e del suo sito e solo recentemente

(1) Gardini S., Piana M. L., Sesta G., 2013: Contenuto di metilantranilato in campioni di miele di agrumi italiano. Industrie Alimentari 52, 14-20

                                                                                                                                            7
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riportati a nuova vita nel sito citato. In      (1,67 come media), mentre per il miele          con l’indicazione uniflorale?” e la risposta
queste schede, una per ognuno dei più           di girasole, caratterizzato da un’elevata       è nei documenti sopra citati. Attenzione!
importanti mieli uniflorali italiani, ven-      presenza di glucosio, lo stesso rapporto        Questi documenti non hanno valore di
gono descritte le caratteristiche organo-       è inferiore a 1,1 (1,05 come media). An-        legge, ma sono solo documenti tecnici di
lettiche, fisico chimiche e microscopiche       che in questo caso non si può dare nulla        riferimento, ai quali però anche gli orga-
di 18 mieli. Per le caratteristiche fisico      per scontato e gli aggiornamenti sono           ni di controllo fanno riferimento. Il crite-
chimiche nelle schede vengono descritti         continuamente necessari. Nel 2010 è             rio generale viene stabilito nella direttiva
gli ambiti di variazione dei diversi tipi di    stato compiuto un passo importante at-          comunitaria citata e nel suo recepimento
miele per quello che riguarda i parametri       traverso la pubblicazione di norme UNI          nazionale (D.L. 179/04); le modalità di
analitici principali, cioè quelli che si mi-    per i 5 mieli uniflorali economicamente         applicazione sono invece soggette all’in-
surano in tutti i mieli; non si tratta cioè     più importanti (acacia, agrumi, eucalipto,      terpretazione personale che può deci-
di marcatori specifici, ma di variazioni        melata o bosco, castagno).                      dere di far riferimento a criteri diversi e
quantitative nei parametri compositivi.         Quindi la domanda da porre per la defi-         questo può portare a una difforme appli-
Per esempio il miele di acacia, che ha          nizione dei mieli uniflorali è “Quali sono      cazione delle norme.
molto fruttosio, ha un valore del rap-          le caratteristiche che il mio miele deve
porto fruttosio/glucosio superiore a 1,5        rispettare perché io lo possa etichettare

In pratica

A questo punto, presa visione dei conte-        solo la corrispondenza al profilo organo-       ce il prodotto ha un colore decisamente
nuti delle schede dei mieli uniflorali, sor-    lettico. Se un miele raccolto in concomi-       ambrato, potrà essere necessario un con-
ge sempre un’altra domanda: “Ma devo            tanza della fioritura dell’acacia si presenta   trollo (anche solo di uno dei parametri,
fare tutte queste analisi per poter mette-      chiaro di colore, di odore e sapore delicati    quello più indicativo, per esempio il co-
re l’etichetta uniflorale sul mio miele?”. In   e si mantiene limpido anche con i primi         lore, o il contenuto fruttosio/glucosio, o
genere non è necessario verificare tutti i      freddi, non è necessario nessun altro ap-       il contenuto pollinico) per verificare che il
parametri, perché sono correlati tra di         profondimento analitico per sapere che          prodotto rientri nei criteri stabiliti, in altre
loro. In particolare, nel caso del produt-      anche il rapporto fruttosio/glucosio, la        parole che non si rischi una multa in caso
tore, che conosce le condizioni di produ-       conducibilità elettrica, il contenuto polli-    di controllo.
zione, in genere è importante controllare       nico saranno nei limiti richiesti. Se inve-

                                                   Il colore del miele è spesso un valido indice per la classificazione dei mieli uniflorali

    8
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DIVERSI SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE DEL MIELE DI AGRUMI

                                               Disponibilità alla produzione                                                                    100%

                                           Selezione presso la cooperativa
                             (colore < 30 mm Pfund + analisi organolettica)                                                           86%

                                                 Persano Oddo et al., 2000
    (colore < 30 mm Pfund + analisi organolettica + conducibilità elettrica <                                                71%
 0,30 mS/kg + Citrus > 10% + quantità assoluta di polline < 20.000 GP/10 g)

                                                         Gardini et al. 2013
              (colore < 30 mm Pfund + analisi organolettica + conducibilità                                                         81%
                     elettrica < 0,30 mS/kg + metilantranilato > 0,50 mg/kg)

                                                           UNI 11384:2010
                            (colore < 30 mm Pfund + conducibilità elettrica                                                            86%
                              < 0,30 mS/kg + metilantranilato > 0,50 mg/kg)

                                                      Beckh e Camps, 2009                      22%
                                              (metilantranilato > 2,0 mg/kg)

                                                                                0%        20%          40%         60%         80%         100%

Epilogo

Come ultima cosa, vorrei attirare l’atten-            delle condizioni produttive. La seconda             20% della produzione di miele di agrumi
zione su quanto sia importante a livello              è la quantità di prodotto che supera il             italiano. È chiaro come, a seconda dei pa-
applicativo ed economico poter disporre               vaglio della Cooperativa di conferimento            rametri utilizzati, la quantità di prodotto
di criteri condivisi nella definizione di un          Conapi, nella quale vengono usati alcuni            vendibile con la denominazione uniflo-
miele uniflorale. Rimando alla figura che             sistemi di controllo dell’unifloralità, in          rale cambi notevolmente. La scelta di un
riporta il grafico relativo alla quantità di          questo caso il colore e l’assaggio. La terza,       criterio o dell’altro non è quindi qualcosa
miele che può fregiarsi della denomina-               la quarta e quinta barra rappresentano la           da sottovalutare e se è mestiere dei tec-
zione uniflorale “agrumi”, a seconda del              quantità di prodotto che supera i diversi           nici e degli analisti studiare la variabilità
sistema con il quale il prodotto viene                tipi di vaglio, secondo il sistema proposto,        del prodotto e metterne in evidenza le
definito e controllato. Il grafico è basato           che varia per i parametri controllati e i va-       caratteristiche è compito dei portatori di
sull’analisi di 120 campioni di miele di              lori limite. L’ultima barra corrisponde al          interesse definire come questi dati do-
agrumi italiano prodotto negli anni 2006              criterio del mercato tedesco, basato solo           vranno esser utilizzati a livello applicati-
e 2007 (1). La prima barra rappresenta                sul contenuto di metilantranilato, che              vo, attraverso le norme che regolano la
la quantità di prodotto così come viene               considererebbe miele di agrumi accetta-             commercializzazione del miele.
valutata dal produttore, solo sulla base              bile per quel mercato solo poco più del

                   S O L U Z I O N E D E L L ’ I N D O V I N E L L O Se avete risposto:

        “Solo sul campione A” avete dato la risposta migliore. In que-               “Su nessuno dei due campioni” i vostri criteri di identificazione
        sto campione le informazioni che abbiamo (informazioni sulla                 dei mieli uniflorali sono più restrittivi di quanto previsto dalle
        produzione e caratteristiche visive) ci consentono di prevedere              norme, vi state auto-escludendo dai vantaggi economici della
        anche il risultato dell’analisi di controllo dell’origine botanica.          commercializzazione di mieli uniflorali
        Infatti, il campione A è risultato corrispondente ai requisiti ana-
        litici previsti per il miele uniflorale di acacia della norma UNI.           “Solo sul campione B” i vostri criteri di identificazione dei mieli
                                                                                     non corrispondono a quanto generalmente accettato e condiviso;
        “Su entrambi i campioni” siete a rischio multa. Infatti il cam-              siete a rischio multa e forse vi sarebbe utile frequentare un corso
        pione B alle analisi è risultato a prevalenza di acacia, ma non              di analisi sensoriale del miele...
        corrispondente ai requisiti fisico-chimici previsti dalla norma
        UNI, per colore, conducibilità elettrica e rapporto fruttosio/
        glucosio. Le caratteristiche visive lo potevano far immaginare
        anche senza analisi…

                                                                                                                                                   9
MONOGRAFIE Analisi Pollinica e Mieli Uniflorali - Piana Ricerca
n.6 | agosto/settembre 2016

                              MIELI UNIFLORALI RARI E INSOLITI
                              Lucia Piana

            In due articoli successivi parleremo di mieli uniflorali, rari e insoliti, nel primo dei due, e falsi o
            inverosimili, nel secondo.

T   ra i sistemi per differenziare il miele in ambito com-
    merciale l’uso delle denominazioni botaniche (mieli
uniflorali) è quello più applicato. Sul mercato italiano si
                                                                                   MIELI UNIFLORALI ITALIANI
                                                                                   OSSERVATI PIÙ DI FREQUENTE (MAGGIORE DI 0,5%)
                                                                                   Agrumi 			                            Citrus spp.

                                                                       TABELLA 1
potrebbe dire che non c’è un solo prodotto che non porti
un’indicazione relativa all’origine botanica, perché quando                        Albero del paradiso, ailanto          Ailanthus altissima
                                                                                   Asfodelo 			                          Asphodelus spp.
non è possibile vantare un’origine uniflorale si fa riferi-
                                                                                   Cardo, scarlina 		                    Galactites tomentosus
mento comunque, con la parola “millefiori”, a un’origine
                                                                                   Castagno 			                          Castanea sativa
botanica. Anzi qualcuno crede che l’indicazione botani-
                                                                                   Ciliegio 			                          Prunus spp.
ca sia un obbligo di legge, quando invece si tratta di una                         Corbezzolo 		                         Arbutus unedo
menzione volontaria. Non sono certa che il consumatore                             Coriandolo 		                         Coriandrum sativum
finale abbia chiaro cosa si intenda per miele uniflorale, né                       Erba medica 		                        Medicago sativa
quale ne sia l’interesse e il pregio. E forse neanche chi lo                       Eucalipto 			                         Eucalyptus camaldulensis
produce e lo propone sul mercato. Alcuni credono che si                            Eucalipto autunnale 		                Eucalyptus occidentalis
tratti di mieli aromatizzati e sicuramente gioca a favore                          Girasole 			                          Helianthus annuus
della richiesta dei mieli uniflorali l’equivoco sulle presunte                     Lavanda selvatica 		                  Lavandula stoechas
proprietà medicinali. Ma la richiesta di mieli di un’origine                       Melata (bosco) 		                      -
                                                                                   Melata d’abete		                      Abies alba, Picea abies
specifica è molto forte e la corsa a proporre mieli uniflorali
                                                                                   Melo 			                              Malus domestica
insoliti, rari o unici sembra non avere fine. Mi capita relati-
                                                                                   Robinia, acacia 		                    Robinia pseudoacacia
vamente di frequente di analizzare mieli per i quali il pro-
                                                                                   Rododendro 		                         Rhododendron spp.
duttore spera di poter utilizzare un’indicazione uniflorale                        Rosmarino 		                          Rosmarinus officinalis
e che si rivelano spesso dei mieli millefiori. Questo perché                       Sulla 			                             Hedysarum coronarium
il produttore attribuisce alle piante che sono nella stret-                        Tiglio 			                            Tilia spp.
ta vicinanza dell’apiario e che ha visto bottinare l’origine                       Trifoglio alessandrino                Trifolium alexandrinum
prevalente del miele. Voglio ricordare che se consideriamo
che il raggio di azione delle api è di 3 km, questo coincide
con 2.826 ettari di pascolo; anche riducendo a un solo km
o a soli 500 metri il volo utile delle api, l’area di bottinatura,
pur scendendo enormemente, rispettivamente a 314 ettari                                            MIELI UNIFLORALI ITALIANI
e 78,5 ettari, rimane ben superiore a quella che l’apicol-                                         MENO FREQUENTI (0,1 – 0,5%)
tore può verosimilmente tenere sotto controllo. Questo
                                                                                                   Cisto		               Cistus spp.
                                                                                       TABELLA 2

può dare un’idea anche di quanto poco possano incidere                                             Colza 		              Brassica napus
sul raccolto complessivo le colture che l’apicoltore stesso                                        Edera 		              Hedera helix
mette a dimora come pascolo per le proprie api. Anche se                                           Erica arborea         Erica arborea
interessanti al fine del sostentamento delle colonie, ben                                          Erica carnicina       Erica carnea
raramente le superfici messe a coltura sono sufficienti per                                        Erica multiflora      Erica multiflora
poter rappresentare il raccolto prevalente. Anche la co-                                           Fiordaliso giallo      Centaurea solstitialis
stanza delle caratteristiche del miele da un anno all’altro                                        Indaco bastardo       Amorpha fruticosa
viene spesso presa come una prova del fatto che il mie-                                            Lampone 		            Rubus idaeus
                                                                                                   Lavanda 		            Lavandula spp.
le proviene proprio da quella pianta, ma anche questo è
                                                                                                   Limonio, barena       Limonium spp.
tutt’altro che una conferma dell’origine uniflorale.
                                                                                                   Lupinella 		          Onobrychis spp.
                                                                                                   Marruca 		            Paliurus spina-christi
           Uniflorale o millefiori?
                                                                                                   Ombrellifere          Apiaceae
           Forse vale la pena di spendere due parole sulle modalità di                             Rovo 		               Rubus spp.
           identificazione dei mieli uniflorali, rimandando per un maggio-                         Santoreggia           Satureja montana
           re dettaglio a un articolo precedente (L’Apis 2013 (7) 39-44). La                       Stregonia siciliana   Sideritis syriaca
           direttiva comunitaria sul miele recita “le denominazioni pos-                           Tarassaco 		          Taraxacum spp.
           sono essere completate da indicazioni che fanno riferimento                             Timo arbustivo        Thymbra capitata
                                                                                                   Timo erba barona      Thymus herba-barona
           all’origine floreale o vegetale, se il prodotto è interamente o
                                                                                                   Trifoglio incarnato   Trifolium incarnatum
           principalmente ottenuto dalla pianta indicata e ne possiede
           le caratteristiche organolettiche, fisicochimiche e microscopi-

      10
che.” Per i mieli più importanti dal punto       lissopalinologiche si può affermare che          dello stesso gruppo botanico, possono
di vista produttivo e commerciale sono           questo 45% di polline può effettivamente         esserci individui con polline leggermente
disponibili degli studi che descrivono le        essere considerato come una prevalenza           iporappresentato, estremamente iporra-
loro caratteristiche organolettiche, fisico-     importante, perlomeno per i mieli che            presentato e prive di polline, com’è il caso,
chimiche e microscopiche e il controllo          non sono inquinati da polline raccolto dal-      per esempio, del tiglio e degli agrumi,
della veridicità della denominazione si          le api come tale (polline di origine secon-      tant’è che la quantità del loro polline nei
basa sulla corrispondenza con tali caratte-      daria) e per le specie dette “normalmente        rispettivi mieli uniflorali è estremamente
ristiche. Per i mieli uniflorali meno comuni     rappresentate”, cioè in cui il rapporto tra      variabile e si possono trovare mieli poco
il laboratorio di controllo si basa essen-       polline e nettare è normale. Tuttavia, in        puri con relativamente molto polline e
zialmente sull’analisi pollinica. In teoria,     molti mieli la presenza di polline di origi-     altri molto puri con pochissimo polline.
se un miele deriva principalmente da una         ne secondaria è tutt’altro che trascurabile,     Insomma, l’analisi pollinica può dire mol-
determinata origine, dovrebbe presentare         senza che sia possibile identificarli come       to ma è necessario avere una conoscenza
una presenza importante del polline della        tali. Inoltre molte specie produttrici di net-   delle caratteristiche della pianta e del suo
specie in questione. Gli studi di melisso-       tare sono iperrappresentate (cioè nel loro       miele per arrivare a una conclusione affi-
palinologia identificano la “presenza im-        nettare c’è più polline rispetto alla norma)     dabile. A volte non è possibile arrivare a
portante” con la percentuale del 45%. Non        o anche estremamente iperrapresentate,           una certezza; tuttavia, visto che lo scopo
necessariamente le percentuali di polline        ma anche iporappresentate (cioè nel loro         principale di tali analisi è quello di tutela-
nel miele coincidono numericamente con           nettare c’è meno polline rispetto alla nor-      re il pubblico dagli abusi, una conclusione
le percentuali di nettare di origine; sulla      ma), estremamente iporappresentate o             prudenziale a favore del consumatore è la
base di più di un secolo di indagini me-         anche prive di polline. A volte, all’interno     scelta migliore.

Ma quanti sono?

Con l’intento di rispondere alla frequente domanda: “Ma
quanti mieli uniflorali si possono produrre in Italia?” ho pro-
vato a rielaborare i dati presenti nel mio database relativo
alle analisi polliniche. In questo sistema avevo a disposizio-
ne i dati di poco più di 4.500 campioni di miele italiano, il
60% dei quali è stato classificato uniflorale dall’analisi pol-
linica. Da questa analisi sono emerse 63 origini che sono
state osservate in purezza sufficiente da essere classificate
come uniflorali, osservate almeno una volta negli ultimi 6
anni (vedi tabelle 1-3). Non sono ovviamente tutte, alcuni dei
mieli che avevo descritto nel 2000 (vedi http://api.entecra.it/
mieli/html/5_0_altrimieli.html) non ho avuto modo di rios-
servarli in questi ultimi anni (vedi tabella 4), ma siamo vicini
a un elenco abbastanza completo, anche se suscettibile di
modifiche a seguito dei cambiamenti climatici e dell’agro-e-
cosistema. Nel testo del 2000 i prodotti descritti, tra caratte-
rizzati e rari erano 57; nell’insieme oggi assommano a ben
74 origini. Invece le origini botaniche proposte per l’analisi
                                                                             Girasole                                    Colza
sono molte di più, dagli errori di valutazione in buona fede
fino ai falsi volontari; ma questo sarà l’argomento del pros-
simo articolo.

Mieli che cambiano per via dell’ambiente

Operando già da molti anni nel campo             lefiori che con la denominazione uniflo-         non rischiare di compromettere il raccol-
della valutazione dell’origine botanica del      rale; oggi è una produzione, se non rara,        to dell’acacia. La produzione del miele di
miele ho avuto modo di osservare molti           comunque limitata alla sola regione dove         uniflorale di colza in Italia resta quindi
cambiamenti intervenuti nel tempo nella          la coltura è maggiormente concentrata, le        molto marginale nonostante le variazio-
frequenza di alcuni mieli uniflorali e anche     Marche. Caso analogo, ma con andamen-            ni nelle superfici dedicate a tale coltura.
nelle loro caratteristiche. I cambiamenti        to diverso, nettamente in crescita, soprat-      Un’altra coltivazione industriale che può
più evidenti sono quelli relativi ai mieli di    tutto quest’anno, il coriandolo, passato in      dare occasionalmente miele uniflorale è
piante coltivate che, in funzione delle po-      pochi anni da pianta sconosciuta a una           la soia. Molti non la considerano neanche
litiche agricole e delle modalità colturali,     delle più diffuse colture sementiere, con        una specie nettarifera ed effettivamente
appaiono o scompaiono. Un caso evidente          più di 20.000 ettari nel 2015. Non altret-       la secrezione nettarifera della soia dipen-
è quello del miele di girasole, sconosciuto      tanto evidenti le differenze nel tempo per       de molto (molto di più rispetto ad altre
in Italia prima della metà degli anni ’80,       la colza che, pur essendo una fonte net-         specie) dalle condizioni climatiche e dalle
divenuto una produzione importante per           tarifera e pollinifera molto appetita dalle      caratteristiche del suolo, oltre che dalle
ben più di un decennio, quando, essendo          api, lo è molto meno dagli apicoltori, che       varietà alle quali si tende a dare maggiore
l’offerta maggiore rispetto alla richiesta,      nel periodo di fioritura della specie prefe-     importanza. Fatto sta che miele uniflorale
era più conveniente venderlo come mil-           riscono evitare comunque le colture per          di soia si produce, di tanto in tanto, nella

                                                                                                                                    11
Coriandolo                                           Soia

pianura padana, soprattutto nelle zone più       dai sentori della pianta. I mieli con ailanto   pianta e i mieli hanno sentori che sono
orientali. Oltre alle specie coltivate, anche    non di rado entusiasmano il consumatore,        meno fruttati e molto più, ahimè, animali.
per le specie aliene in espansione si sono       perché all’assaggio ricordano frutti profu-     Questa differenza non deve stupire più di
osservate variazioni negli anni. Il caso più     mati come la pesca, l’uva moscato, il litchi    tanto: è molto comune, infatti, che le stes-
evidente è quello dell’albero del paradiso       o lo sciroppo di fiori di sambuco. È molto      se sostanze volatili possano essere perce-
(Ailanthus altissima). Importato in Euro-        caratteristico anche il retrogusto, simile a    pite in maniera molto diversa a seconda
pa dall’Asia nel Settecento come pianta          quello del ribes nero (cassis), ma che a più    della concentrazione. Altri esempi di mieli
nutrice di una falena che avrebbe dovuto         di qualcuno ricorda l’odore della marcatu-      uniflorali da organismi alieni sono l’inda-
sostituire il baco da seta, è stato in segui-    ra del gatto maschio. La cosa interessante      co bastardo e il sicios, tra i mieli rari, ma
to usato per scopi ornamentali e di con-         (o preoccupante, se vista dal lato del pro-     anche la robinia e la melata di Metcalfa,
solidamento di argini e scarpate. È però         duttore) della quale ci stiamo rendendo         che però ormai sono così diffusi e radicati
diventata una specie altamente invasiva          conto nell’ultimo anno è che, presumi-          nelle nostre produzioni da farci dimen-
in quanto si diffonde molto rapidamente,         bilmente, le caratteristiche che abbiamo        ticare che, anche in questi casi, di specie
producendo dei cambiamenti significativi         descritto come tipiche del miele uniflorale     indesiderate per l’ambiente si tratta e che
in termini di composizione ed equilibrio         di ailanto sono invece quelle di mieli misti    non hanno sempre fatto parte delle nostre
ecosistemico. È specie con sessi separati        con ailanto. Visto che la pianta è in espan-    produzioni. Parlando di cambiamenti nelle
e tutte le parti della pianta, ma in partico-    sione, in questi ultimi anni abbiamo avuto      produzioni nel corso degli anni (anche se
lare le foglie e i fiori maschili, hanno un      l’occasione di vedere campioni di miele         non si tratta di mieli rari) e di specie aliene
odore fetido. Anche piccole quantità di          molto più puri (stando all’analisi pollinica)   non si può evitare di citare le importanti
nettare di questa pianta sono in grado di        di quelli che precedentemente considera-        modifiche nella produzione del miele di
conferire una spiccata personalità al mie-       vamo uniflorali. In questi mieli le caratte-    castagno e di eucalipto dovute alla diffu-
le. Per fortuna, di solito, le caratteristiche   ristiche olfattive e gustative sono molto       sione di rispettivi parassiti, il cinipide del
percepite nel miele sono molto lontane           più simili a quello che si percepisce sulla     castagno e la psilla dell’eucalipto.

Mieli che cambiano per via dell’osservatore

Se dovessi riscrivere oggi, a distanza di        non era possibile estrapolarne una de-          poche osservazioni per modificare l’idea
più di 15 anni, le descrizioni dei mieli rari    scrizione organolettica, che quindi veniva      generale del prodotto. È il caso, per esem-
pubblicate nelle schede di caratterizzazio-      indicata come “non nota”. In altri casi la      pio, del miele di rovo. Devo dire che mol-
ne (http://api.entecra.it/mieli/html/5_0_al-     mia idea del prodotto è proprio cambia-         to raramente ho potuto confermare che i
trimieli.html), per alcuni mieli indicherei      ta. Questo perché le descrizioni del 2000,      campioni che mi venivano proposti come
cose abbastanza diverse. In alcuni casi le       a volte, si basavano su pochissime osser-       rovo erano effettivamente uniflorali. Il
osservazioni erano state così poche che          vazioni e sono quindi bastate altrettanto       polline di rovo è trasversalmente presente

Indaco bastardo                                                                    Rovo

         12
in quasi tutti i mieli italiani, dal nord al sud, dall’est
                 all’ovest, dalla costa alla montagna e dalla primave-
                 ra all’autunno, è cioè una componente costante di
                 pressoché tutti i mieli. Ma quasi sempre come com-
                 ponente molto secondaria. Invece è relativamente                         MIELI UNIFLORALI ITALIANI
                 comune che il produttore attribuisca interamente                         RARI (MINORE DI 0,1 %)
                 al rovo quello che in realtà è un raccolto misto, un                     Acero			                   Acer spp.

                                                                              TABELLA 3
                 tempo soprattutto con melata, oggi soprattutto con                       Agrifoglio			Ilex aquifolium
                 ailanto. I pochi mieli che avevo considerato uniflora-                   Astro marino		             Tripolium pannonicum
                 li all’epoca della stesura delle schede contenevano,                     Betonica, stregona annuale Stachys annua
                 presumibilmente parecchia melata e quindi la de-                         Borragine			               Borago officinalis
                 scrizione del 2000 è: “colore ambrato o ambrato scu-                     Camedrio maro		            Teucrium marum
                 ro, odore e aroma di media intensità, di tipo frutto                     Carrubo			Ceratonia siliqua
 maturo, confettura”. Se dovessi presentare oggi questo miele, sulla                      Ciliegio canino, marasca   Prunus mahaleb
                                                                                          Facelia			                 Phacelia tanacetifolia
 base dei campioni visti più di recente, direi invece: “colore chiaro o
                                                                                          Ferula			                  Ferula communis
 medio chiaro, odore e aroma di media intensità con note floreali e
                                                                                          Fico d’India		             Opuntia ficus-indica
 vegetali, che ricordano l’odore del fiore di rosacee”. Sarebbe meglio
                                                                                          Ginestrino			              Lotus corniculatus
 non azzardare nessuna descrizione ed aspettare di aver accumula-                         Grano saraceno		           Fagopyrum esculentum
 to centinaia di osservazioni, come è stato fatto per i mieli uniflorali                  Limone			                  Citrus limon
 più frequenti? Forse sarebbe più saggio, ma se non si mettesse mai                       Mandorlo			                Prunus dulcis
 nulla per iscritto perché le informazioni non sono sufficientemente                      Meliloto			                Melilotus spp.
 consolidate, non si avanzerebbe mai. E visto che voglio rischiare, mi                    Nespolo del Giappone       Eriobotrya japonica
 piace raccontare un’osservazione recente relativa al miele di sicios,                    Origano			                 Origanum vulgare
 pianta rampicante originaria del nord America, a fioritura tardo                         Soia			                    Glycine max
 estiva/autunnale, diffusa soprattutto al nord Italia.                                    Sommacco siciliano		       Rhus coriaria
 Nelle schede del 2000 le caratteristiche organolettiche erano indi-
 cate come “non note”. Spesso i campioni che mi sono capitati erano
 fermentati, e quindi non valutabili, o presentavano una presenza di
 edera che ne mascherava le caratteristiche. Recentemente ho avu-
 to due campioni lombardi e in entrambi i casi l’analisi pollinica ha
 confermato l’origine; all’analisi organolettica i mieli si presentavano
 di colore chiaro, ancora liquidi per diversi mesi dopo la produzione,
 odore piuttosto leggero e in bocca un aroma ugualmente leggero,
 inizialmente di cera che vira, subito dopo, in maniera decisamen-
 te e sorprendentemente putrescente. Peccato, parte bene e arriva
 male!

Edera

                                                                                                                                          Sicios

                                                                                                                                13
Erica carnicina                                                                                        Timo erba barona

                                                                                Mieli che cambiano per via dei produttori e del mercato

                                                                                 Nel valutare i fattori che determinano le caratteristiche di un miele e
                                                                                 la possibilità di identificarlo come uniflorale non bisogna sottovaluta-
                                                                                 re l’importanza del lavoro dell’apicoltore. I mieli uniflorali raramente si
                  MIELI UNIFLORALI ITALIANI                                      producono per caso, nella maggior parte delle situazioni sono frutto di
                  RARI, NON OSSERVATI NEL PERIODO 2009-2015,                     tecniche studiate e messe in atto proprio al fine di isolare quel determi-
                  MA DESCRITTI NEL 2000                                          nato raccolto. Il mercato che richiede una sempre maggiore differenzia-
      TABELLA 4

                  (vedi http://api.entecra.it/mieli/html/5_0_altrimieli.html)    zione ha forse stimolato la produzione di mieli che solo qualche anno fa
                                                                                 non si pensava proprio che valesse la pena di produrre in purezza. È il
                  Brughiera			               Calluna vulgaris
                                                                                 caso della precocissima fioritura dell’erica carnicina, piccolo arbusto al-
                  Cipolla			                 Allium spp.
                                                                                 pino i cui fiori si aprono quando attorno c’è ancora neve in abbondanza,
                  Enula ceppitoni		          Dittrichia viscosa
                                                                                 che alcuni apicoltori del bellunese e del trentino vantano di poter sfrut-
                  Melata di quercia		        Quercus spp.
                                                                                 tare in esclusiva. Oppure del miele di edera, che cristallizzando in ma-
                  Ruchetta			                Diplotaxis erucoides
                                                                                 niera istantanea obbliga ad acrobazie estrattive di vario genere. O anche
                  Salice			                  Salix spp.
                                                                                 mieli con odori o sapori veramente poco invitanti (vedi timo serpillo,
                  Sicios, zucchina americana Sicyos angulatus
                                                                                 timo erba barona, grano saraceno, ma anche il più conosciuto tarassa-
                  Timo serpillo 		           Thymus pulegioides
                                                                                 co) che comunque hanno un mercato tutt’altro che disprezzabile, vuoi
                  Trifoglio ladino 		        Trifolium repens
                                                                                 per il semplice fatto di portare un nome monospecifico, vuoi perché,
                  Verga d’oro 		             Solidago spp.
                                                                                 per fortuna, non a tutti piacciono le stesse cose e c’è spazio anche per
                  Viperina 			Echium spp.
                                                                                 questi mieli, diciamo, “da intenditori”. Lo stesso miele di colza, che in
                                                                                 Francia, Germania e nei Paesi dell’est europeo rappresenta il prodotto
                                                                                 più frequente (e a buon mercato) e con il suo odore di crauti non con-
                                                                                 quista certo masse di consumatori, è da alcuni apicoltori italiani prodot-
                                                                                 to non come necessità (c’è quello, quello si fa) ma come scelta per averlo
                                                                                 come miele uniflorale tra la gamma delle etichette. È dovuta alla forte
                                                                                 richiesta del mercato anche la comparsa, sulle bancarelle dei mercatini,
                                                                                 di mieli per i quali non abbiamo nessuna evidenza scientifica relativa
                                                                                 alla possibilità di produrli allo stato uniflorale in Italia: mirto, rosa cani-
                                                                                 na, biancospino per citare alcuni di quelli più frequenti. Un malcostume,
                                                                                 anzi una frode vera e propria che sarà l’oggetto del prossimo articolo.

Timo serpillo                                                                         Grano saraceno

                      14
n.7 | ottobre 2016

                                                   MIELI IMPROBABILI E MIELI IMPOSSIBILI
                                                   Lucia Piana

                                 Una carrellata tra errori di valutazione e vere e proprie contraffazioni relative all’origine botanica del
                                 miele; purtroppo sono sempre più frequenti, soprattutto in alcuni canali di vendita.

               L       ’indicazione dell’origine botanica del
                       miele è, come noto, un’indicazione da
                   apporre in etichetta in modo solo facol-
                                                                      deve essere interamente o principalmente
                                                                      ottenuto dalla pianta indicata e posseder-
                                                                      ne le caratteristiche organolettiche, fisico-
                                                                                                                      miele ottenuto con quanto noto per quel
                                                                                                                      tipo di miele, prima di tutto dal punto di
                                                                                                                      vista organolettico, cosa che può essere
                   tativo. Se però guardiamo uno scaffale             chimiche e microscopiche, citando il D.L.       fatta dallo stesso apicoltore e poi, even-
                   del supermercato o una bancarella di un            179/04. Infatti una domanda che spesso il       tualmente, in laboratorio con le analisi
                   mercato o un sito on-line dove è posto in          consumatore fa è “ma come si fa a sape-         dello spettro pollinico e della composi-
                   vendita il miele noteremo che tutti i pro-         re che le api sono andate solo su quella        zione fisico-chimica. Ma guardando mol-
                   dotti portano almeno una declinazione              pianta?”. Già, come si fa? La risposta che      te bancarelle sembrerebbe che anche gli
                   che differenzia un prodotto dall’altro. Le         do, di solito, è che intanto non si possono     operatori del settore ignorino questi con-
                   specifiche legalmente utilizzabili sono i          ottenere mieli uniflorali da tutte le piante    cetti. E spesso ignorano (o sottovalutano)
                   riferimenti all’origine botanica (acacia, ca-      che producono nettare, ma solo da quelle        il fatto che apporre un’indicazione botani-
                   stagno, arancio, millefiori), all’origine terri-   che hanno una notevole diffusione nell’a-       ca in etichetta vuol dire cambiare la cate-
                   toriale (della costa jonica, del Trentino, del-    reale di produzione e la cui fioritura non si   goria merceologica del prodotto che si sta
                   la Val Camonica, di Pragelato) e a qualità         sovrappone ad altre fioriture significative.    offrendo. Quindi se scrivo “miele di lam-
                   specifiche definite in ambito comunitario          Per esempio, anche se i mieli di tarassaco      pone” sto vendendo un prodotto commer-
                   (Biologico e DOP); non di rado sullo stesso        e melo sono entrambi possibili allo stato       cialmente molto diverso da quello che si
                   prodotto sono applicate tutte e tre le spe-        uniflorale, ci sono aree dove è impossibile     chiama semplicemente “miele”. Il cliente
                   cifiche, ma quella più frequente è l’infor-        ottenerli in purezza, perché sono presenti      forse non l’avrebbe comprato se l’etichet-
                   mazione relativa all’origine botanica. Que-        entrambi in maniera importante e hanno          ta fosse stata solo “miele” o non sarebbe
                   sto perché è quella che comunica con più           lo stesso periodo di fioritura. Così come       stato disponibile a pagarlo il prezzo con il
                   immediatezza la differenza e la specificità        per ciliegio e tarassaco, tiglio e castagno,    quale il prodotto è stato offerto. In genere,
                   del prodotto. Non necessariamente però             agrumi, sulla e acacia in altre zone. E poi,    quando l’ICRQF (Ispettorato centrale della
                   è la più facile da applicare, in quanto per        continuo, si può controllare l’origine del      tutela della qualità e della repressione fro-
                   portare una menzione uniflorale il miele           prodotto attraverso la corrispondenza del       di dei prodotti agroalimentari) rileva una
Melo e tarassaco

                                                                                                                                                       15
Acacia                                         Agrumi                                              Eucalipto

non rispondenza di questo genere (miele         mercio (art. 515) e la vendita di prodotti        zioni le ho raccolte. La mia impressione è
uniflorale non rispondente ai requisiti) ap-    industriali con segni mendaci (art. 517).         che l’offerta sia molto diversa a seconda
plica le sanzioni amministrative previste       Apporre quindi un’indicazione botanica            di dove ci posizioniamo ad osservarla. Se
dal D.L. 179/04 (sanzione amministrativa        non è solo fornire un’informazione in più         valutiamo l’offerta del supermercato, tro-
pecuniaria da 600 a 6.000 €, applicando         al consumatore, ma un atto da valutare            veremo un’offerta non molto ampia in ter-
in genere il doppio del minimo, cioè 1.200      non solo in funzione delle ricadute posi-         mini di varietà botaniche, ma prodotti in
€). Tuttavia sarebbe anche applicabile          tive, ma anche dei possibili illeciti a cui       genere rispondenti al dichiarato. Se invece
l’articolo 7 del Reg. 1169/11 relativo alle     andiamo incontro nel caso il prodotto non         ci muoviamo nell’ambito di fiere, mercati
pratiche leali di informazione nell’etichet-    corrisponda al dichiarato.                        e internet troveremo un’offerta infinita in
tatura, presentazione e pubblicità degli        Non è mio compito quello di controllare i         termini di varietà botaniche, ma qui le ti-
alimenti, attualmente sanzionato come           prodotti presenti sul mercato, ma lavoran-        pologie improbabili o le modalità ambigue
previsto dall’art. 18.1 D.L. 109/92 (sanzio-    do da molti anni nel mondo delle analisi          di presentazione sono molto frequenti.
ne amministrativa da 3.500 a 18.000 €) o        del miele e, in particolare, delle analisi pol-   Per la vendita diretta invece non ho infor-
addirittura il codice penale relativamente      liniche per la verifica dell’origine botanica     mazioni. Vi racconto un po’ delle cose che
agli articoli che puniscono la frode in com-    e geografica del miele, un po’ di osserva-        mi è capitato di osservare in questi anni.

Mieli non proprio rispondenti

Sappiamo bene che non tutte le annate           o rododendro, avendo in comune il colore          ti non sono particolarmente restrittivi e,
sono ugualmente favorevoli alla produ-          chiaro e il sapore delicato. La consistenza       in un’annata normale, quasi tutto quello
zione di alcuni mieli in purezza, quindi la     liquida tipica dell’acacia la si recupera con     che sembra uniflorale al produttore (sul-
disponibilità di mieli uniflorali non è sem-    il processo di fusione. Il 2016 è stato un        la base delle informazioni produttive e
pre sufficiente alle richieste del mercato.     anno disastroso per la produzione di aca-         dei criteri organolettici) rientra nei limiti
Cosa succede quando la richiesta supera         cia e agrumi, per cui vedremo sul mercato         proposti da tali documenti. Ma nelle an-
la disponibilità di prodotto? “Spiacente,       dei mieli molto meno puri rispetto a quello       nate particolari, come il 2016 per acacia e
prodotto non disponibile”, è una scelta         al quale eravamo abituati per gli anni pas-       agrumi o come è successo in molte zone
che rischia di far perdere clienti e quindi     sati. Si potrebbe fare una deroga ai criteri      negli anni passati a causa dell’attacco di
non sono poche le aziende che promuo-           che usiamo per stabilire se il miele rientra      parassiti alieni per eucalipto e castagno,
vono a mieli uniflorali prodotti misti o che    o meno nella categoria uniflorale? Ricordo        i limiti vanno stretti. Si potrebbe pensare
semplicemente assomigliano organolet-           che tali criteri non sono definiti per legge,     di rivederli? Certamente, i limiti potranno
ticamente al miele il cui nome è riporta-       ma sono riportati in documenti tecnici ai         essere rivisti, limati e adattati alle nuove
to in etichetta. È il caso, per esempio dei     quali i laboratori fanno riferimento per il       condizioni produttive, ma non dovrebbero
mieli di sulla o trifoglio venduti per acacia   controllo. I limiti riportati in tali documen-    trasformare in uniflorale quello che uniflo-

                             Girasole                                         Castagno                                             Tiglio

        16
Lavanda                                              Facelia                                        Rovo

rale non è, per rispetto del consumatore.          zazione rapida del tarassaco e del girasole      a fare questo tipo di valutazione, per i mie-
Alcuni tipi di miele hanno caratteristiche         ecc.). Quindi in alcuni casi una semplice        li che conoscete, per qualcuno dei banchi
visive molto peculiari (colore chiaro e stato      osservazione visiva del miele offerto può        delle fiere.
liquido dell’acacia, colore giallo e cristalliz-   già far dubitare della rispondenza. Provate

Errori di valutazione

Forse la categoria più abbondante di de-           presentati come uniflorali che però si sono      stessa: non rispondente. Forse sono stata
nominazioni non rispondenti è quella che           rivelati piuttosto dei mieli millefiori. Con     sfortunata io, ma molto spesso i campioni
deriva da errori di valutazione da parte           particolare frequenza mi è capitato per il       presentati come biancospino non conte-
del produttore. Un campo di girasole da-           rovo, la lavanda, la facelia, il grano sara-     nevano neanche un granulo pollinico della
vanti all’apiario e il miele estratto diventa      ceno. L’elenco che segue è invece quello         specie, cioè non potevano essere inter-
per forza di cose “miele di girasole”. Come        delle origini per le quali non mi è mai ca-      pretati come errori di valutazione da par-
ricordavo nell’articolo del numero prece-          pitato di avere dei campioni puri, anche se      te del produttore, ma erano veri e propri
dente di L’Apis, ammettendo che le api fac-        proposti come tali dai produttori: albicoc-      falsi. Non faccio altri commenti, ma invito
ciano la maggior parte del raccolto nel rag-       co, basilico, biancospino, carciofo, carota,     invece chi pensa di avere miele di bian-
gio di 500 m dall’alveare, tale area avrebbe       cime di rapa, cocomero, epilobio, evodia,        cospino puro a sottopormelo per l’analisi
una superficie di 78,5 ettari, cioè una su-        geranio selvatico, ligustro, melone, mir-        (che gli offrirò gratuitamente nel caso sia
perficie ben maggiore rispetto a quella che        tillo, paulonia, peperoncino, pesco, radic-      veramente miele di biancospino o ne abbia
può essere tenuta sotto controllo dall’api-        chio, ravanello, rucola, senape, sommacco        almeno una percentuale significativa, per
coltore. Tali errori di valutazione accadono       maggiore, trifoglio bituminoso, zafferano,       esempio 20%). Il caso del sommacco mag-
per i mieli più comuni, ma, con maggior            zucca. Un cenno speciale meritano il bian-       giore si riferisce invece a un episodio che
frequenza, per i mieli rari. Tra i mieli co-       cospino (Crataegus) e il sommacco mag-           mi è capitato qualche anno fa. Un produt-
muni, questo caso è molto frequente per i          giore (Rhus typhina). Il biancospino è un        tore sosteneva di aver prodotto, primo e
mieli detti di tiglio prodotti sulle alberature    componente comune dei mieli primaveri-           unico caso in Italia, un miele di sommacco
cittadine, dove il tiglio è solo una presenza      li, ma allo stato uniflorale viene prodotto      maggiore (o sommacco americano) Rhus
caratterizzante e il resto è rovo, trifoglio,      molto raramente, tant’è che in quasi qua-        typhina, una pianta ornamentale natura-
erba medica, orticole, ornamentali, ailanto        rant’anni di lavoro in questo campo non          lizzata e divenuta infestante in alcune lo-
e, oggi, sempre con maggiore frequenza,            mi è mai capitato di incontrarlo in purezza.     calità. La prova che si trattava di miele di
coriandolo. Anche per tutte le specie cita-        Però lo potete trovare presso moltissime         questa specie era, per il produttore, che
te nell’articolo dello scorso numero come          aziende che commercializzano miele; tutte        aveva osservato le api bottinare sulle cor-
possibili origini di mieli uniflorali, mi è        le volte che ho voluto verificare l’origine di   rispondenti piante e che il miele aveva una
capitato molto spesso di avere campioni            tali mieli, la conclusione è sempre stata la     colorazione rossa, come le infruttescenze

                      Grano saraceno                                        Biancospino                                        Sommacco

                                                                                                                                     17
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